Salve, mi chiamo Angelo, sono un ragazzo di 19 anni. Scrivo qui perché avrei una domanda, in pratica
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Salve, mi chiamo Angelo, sono un ragazzo di 19 anni. Scrivo qui perché avrei una domanda, in pratica circa 2 anni fa andavo da un neuropsichiatria la quale mi aveva prescritto la cura con il farmaco sertralina 150 mg (generico dello zoloft) per ansia e ossessioni. L'ho preso per circa un anno e devo dire che grazie a questo farmaco sono migliorato parecchio, sono riuscito a superare situazioni la quale in passato mi mettevano ansia, a gestire le ossessioni e ad essere più sicuro di me stesso. Inizio settembre i miei hanno deciso con l'aiuto di una psicologa amica di famiglia di sospendere l'uso del farmaco, così ho iniziato a calare la dose e ad ottobre ho sospeso del tutto e fin lì tutto bene. Il problema sta nel fatto che nei giorni avvenire parliamo di un mese due mesi I problemi si stanno ripresentando e adesso sono più insicuro rispetto a prima, noto un calo dell'autostima, I pensieri ossessivi sono molto piu frequenti e in qualche situazione sono più ansioso rispetto a prima e più passa il tempo, più peggiora. Questo può essere dipeso dalla sospensione del farmaco? Visto che non posso più recarmi dal neuropsichiatria perché ormai sono maggiorenne, i miei genitori lasciamo perdere, non posso permettermi di andare da un privato, e nemmeno di andare da un medico della ASL o di base, quindi non so più a chi rivolgermi, volevo sapere: può creare problemi se riprendo con l'assunzione di questo farmaco? Attendo riscontro, vi rivolgo i miei più cordiali saluti.
Lei da maggiorenne deve scegliere un medico di base che non dovrà pagare, e può non essere lo stesso dei suoi genitori. Racconterà a lui la sua storia clinica e avere la ricetta con prescrizione del farmaco. In generale, conviene riprovare con un farmaco che ha funzionato bene. Ma la cosa migliore è recarsi al centro di salute mentale del suo territorio per una visita specialistica il cui costo è irrisorio. Non sottovaluterei il quadro clinico da lei descritto ed insorto in adolescenza. Conviene intervenire il prima possibile e senza pregiudizi su una condizione psichica che, se presa in tempo, può essere curata efficacemente . Auguri
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Ciao Angelo! Dovresti andare al centro di igiene mentale della tua zona, dove troverai psichiatri e psicoterapeuti che potranno seguirti a costo (quasi) zero. Nel frattempo riprendi il farmaco che ti aveva fatto stare meglio in passato, partendo da 1/4 di cp e aumentando 1/4 cp ogni 4 giorni, fino a raggiungere la dose precedente.
Buongiorno, come hanno già detto i colleghi, la soluzione più indicata è rivolgersi alla psichiatria territoriale (CSM, CPS, CIM, ...). Se per qualunque motivo avesse dei problemi ne parli con il suo medico di medicina generale, il quale, in base alla storia clinica positiva con sertralina, può anche reimpostarla senza necessariamente l’ausilio di uno psichiatra. Raccomandazioni per il futuro: sono i medici a prendere decisioni terapeutiche, non i genitori nè figure non mediche, come lo psicologico, cerchi di difendersi dalle ingerenze.
Il fatto che i colleghi che mi hanno preceduto nel rispondere al suo quesito sono stati tutti coerenti nel suggerirle cosa è più opportuno no fare, dovrebbe darle la forza di sentirsi nel giusto. Pertanto è opportuno che riassuma quanto prima il trattamento che le ha dato sollievo precedentemente e magari associ la psicoterapia con uno psicologo che collabori con lo psichiatra che la segue. Alla sua età può fare tutto o questo in relativa autonomia, ricorrendo gratuitamente ai servizi del territorio ( CSM di appartenenza e/o consultorio locale, medico curante , che può scegliere lei in completa autonomia, rispetto alla sua famiglia ). Va da se , che , se ci fossero le condizioni, l’ideale sarebbe poter condividere le sue scelte con i suoi cari. Riuscire a ritrovare armonia e sostegno nel proprio ambiente familiare è certamente utile e di grande sostegno al suo disagio.
Perché non può andare al csm? Credo che raggiunta la maggiore età sia la cosa migliore. È possibile che il farmaco vada reinserito ma le sconsiglio di farlo in autonomia.
Buongiorno, i colleghi che mi hanno preceduto le hanno dato risposto in maniera chiara e anche coerente.
Vorrei solo aggiungere 5 punti.
1. Una condizione di interesse medico può arrivare a non necessitare di un trattamento, ma è opportuno comunque che le varie opzioni terapeutiche siano valutate con un professionista competente, quindi una valutazione da parte di uno psichiatra è assolutamente indicata al riacutizzarsi di sintomi dopo un primo episodio diagnosticato e trattato.
2. Il punto 1 non è una condanna a vita. Anche nel caso di disturbi con elevato rischio di recidiva, come il disturbo ossessivo-compulsivo, esiste una estrema variabilità di intensità e pervasività dei sintomi da individuo a individuo. In poche parole, il fatto che ora abbia avuto una riacutizzazione per l'interruzione troppo precoce del trattamento non la deve scoraggiare e non le preclude di poter star bene in futuro.
3. Il riacutizzarsi dei sintomi non è dovuto all'interruzione del farmaco nella stessa misura in cui interrompere un trattamento con anticoagulanti non fa venire un ictus.
Più semplicemente, è la condizione sottostante che, non controllata, si riacutizza.
4. Le linee guida internazionali per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo contemplano come trattamento di prima linea la terapia farmacologica o la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale.
Nella mia esperienza, la possibilità di combinarle è quella che più rapidamente e stabilmente permette al paziente di raggiungere il benessere.
La risposta terapeutica alla psicoterapia dipende da quale nucleo di sintomi predomina nel quadro (meglio nelle condotte, ossia nei rituali, e peggio nel pensiero ossessivo). Anche a questo riguardo, con variabilità interpersonale.
5. Su internet può trovare consigli di massima su come organizzare la sua personale strategia sanitaria, ma non è indicato prendere alla lettera consigli specifici dati, ovviamente in buona fede, da parte di professionisti che non abbiano avuto modo di visitarla.
Animo e in bocca al lupo, il benessere si può raggiungere!
Vorrei solo aggiungere 5 punti.
1. Una condizione di interesse medico può arrivare a non necessitare di un trattamento, ma è opportuno comunque che le varie opzioni terapeutiche siano valutate con un professionista competente, quindi una valutazione da parte di uno psichiatra è assolutamente indicata al riacutizzarsi di sintomi dopo un primo episodio diagnosticato e trattato.
2. Il punto 1 non è una condanna a vita. Anche nel caso di disturbi con elevato rischio di recidiva, come il disturbo ossessivo-compulsivo, esiste una estrema variabilità di intensità e pervasività dei sintomi da individuo a individuo. In poche parole, il fatto che ora abbia avuto una riacutizzazione per l'interruzione troppo precoce del trattamento non la deve scoraggiare e non le preclude di poter star bene in futuro.
3. Il riacutizzarsi dei sintomi non è dovuto all'interruzione del farmaco nella stessa misura in cui interrompere un trattamento con anticoagulanti non fa venire un ictus.
Più semplicemente, è la condizione sottostante che, non controllata, si riacutizza.
4. Le linee guida internazionali per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo contemplano come trattamento di prima linea la terapia farmacologica o la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale.
Nella mia esperienza, la possibilità di combinarle è quella che più rapidamente e stabilmente permette al paziente di raggiungere il benessere.
La risposta terapeutica alla psicoterapia dipende da quale nucleo di sintomi predomina nel quadro (meglio nelle condotte, ossia nei rituali, e peggio nel pensiero ossessivo). Anche a questo riguardo, con variabilità interpersonale.
5. Su internet può trovare consigli di massima su come organizzare la sua personale strategia sanitaria, ma non è indicato prendere alla lettera consigli specifici dati, ovviamente in buona fede, da parte di professionisti che non abbiano avuto modo di visitarla.
Animo e in bocca al lupo, il benessere si può raggiungere!
Chi ha stabilito che lei non possa tornare dallo psichiatra che le ha prescritto per primo la terapia e,essendo “grande “ consigliarsi con lui sulla possibilità di una psicoterapia che alla sua giovane età mi sembra doverosa. La sua frase “ lasciamo perdere i genitori “ mi sembra un messaggio che ha mandato ai professionisti a cui ha chiesto aiuto .
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