Salve la contatto in merito ala mia relazione. Ho 27 anni e sto con un ragazzo di 32 da 2 anni e mez

17 risposte
Salve la contatto in merito ala mia relazione. Ho 27 anni e sto con un ragazzo di 32 da 2 anni e mezzo, nei quali abbiamo sempre convissuto. È sempre stata una relazione meravigliosa basata sul dialogo, eravamo felici e innamorati fino ad un giorno dove ho proposto di costruire una famiglia, lui ha accettato senza esitare e sembrava felice. Poche settimane dopo mi ha detto che stava male che aveva ansia e malessere addosso e quindi si è deciso di interrompere la ricerca di un bambino. Da lì in poi lui è cambiato mi faceva domande del tipo ma chi ci dice che staremo insieme per sempre, io sento di non provare quello che provavo prima non so più se ti amo o meno, ecc fino a che mi ha chiesto qualche giorno per riflettere. Passati 4 giorni mi ha chiesto di tornare perché stava malissimo senza di me e continuava a sentire il vuoto. Ritornata sono passati pochi giorni che è tornato tutto come prima. Cercando su internet mi sono imbattuta nel doc da relazione sapendo che lui aveva già affrontato il doc in terapia in passato ho pensato che potesse essere più predisposto. Fatto leggere a lui gli articoli si è confrontato con il suo psicologo che ha diagnosticato doc, ha iniziato da poco anche una terapia con farmaci oltre alla psicoterapia. Lui nonostante tutto continua a mettere in discussione la nostra relazione e a pensare che magari non sono la persona giusta, vede le persone in giro e dice vorrei essere felice è innamorato come loro, il mio destino sarà rimanere solo. A me questo fa star male perché fino al giorno prima voleva stare sempre con me condividere con me un futuro e ho paura non provi più nulla. Cosa consigliate?
Grazie
Salve e grazie per aver condiviso la sua esperienza con noi. Immagino quanto possa essere complesso affiancare una persona che non è certa del suo vissuto emotivo nei suoi confronti e che tentenna rispetto al futuro. Credo che sia comunque importante che lui le abbia fatto presente questi suoi sentimenti e queste sue paure in merito alla coppia: la comunicazione è alla base dei rapporti. Il suo timore che lui non provi gli stessi sentimenti del passato è più che comprensibile e assolutamente lecito. La genitorialità è un momento di passaggio che non tutti sono pronti ad affrontare nello stesso momento e con facilità, a volte non tutti lo desiderano. Le consiglierei di intrattenere con il suo compagno una conversazione genuina e, nel caso in cui sentiste di averne bisogno, rivolgervi ad uno specialista per svolgere colloqui di coppia di mediazione. Lei potrebbe invece valutare di esporre il suo vissuto in una terapia individuale per poter comprendere meglio il suo vissuto personale.
Resto a disposizione,
dott.ssa Covri Annalisa.
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, il racconto che fa è comprensibilmente carico di tristezza e paura di questa incertezza che le arriva dal suo partner. A volte la ricerca di una diagnosi serve più a placare l'ansia del non sapere, che a fornirci un vero e proprio aiuto e ho l'impressione che oggi lei si trovi in questa empasse: ha ricevuto l'indicazione chiara che cercava, ma questa non le sta dando strumenti per affrontare la situazione. Questo momento di crisi però potrebbe rappresentare un'occasione per conoscersi, valutare i suoi vissuti e mettere a punto degli strumenti per il suo benessere validi e duraturi dentro un percorso psicologico
Gentile Amica,
stare accanto ad u partner in preda al DOC (qualsiasi esso sia), è una sfida difficile: capisco bene che ora si senta triste, incerta, e addolorata.
Innanzitutto abbia fiducia: il DOC si può curare e si può guarire. E' possibile che il suo compagno non si senta pronto a diventare padre, o che abbia avuto dei dubbi che (com'è tipico delle persone affette da DOC) non si perdona... Qualsiasi sia il motivo, tuttavia, credo che potrebbe esservi utile, oltre il percorso di terapia individuale che sta seguendo il suo compagno, una consulenza di coppia. In primo luogo, per capire come è meglio comportarsi in relazione al DOC del suo compagno, e in secondo luogo (altrettanto importante, se non di più), perché possiate aprirvi e comunicare i vostri bisogno più intimi in un ambiente sicuro.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, credo che lei dovrebbe riflettere sulla qualità della relazione che intrattiene con il suo compagno. Non sembrate più sinfonici come un tempo e ciò e' abbastanza connesso al DOC, di cui lei riferisce, diagnosticato al suo compagno, che concentrato su se stesso sembra avere preso le distanze dalla vostra relazione che non lo coinvolge più come un tempo. Lei dovrebbe pensare a se' e alla delusione/ frustrazione che questo cambiamento le comporta. Forse riflettere in uno spazio terapeutico più aiutarla a capire la qualità relazionale che lei intrattiene con lui e gestire la eventuale delusione.
Buongiorno, il trattamento del DOC che è stato diagnosticato potrebbe comunque non ridarle l'uomo che lei desidera. Oltretutto lei pare esser riuscita lodevolmente a centrare la stessa diagnosi che avrebbe fatto di lì a poco il collega, rivestendo un ruolo nei riguardi del suo compagno, che va oltre il fidanzamento. Lo stesso ruolo a cui lui può essersi legato. Penso che entrambi abbiate bisogno di fare squadra, in un percorso che si occupi di esplorare i vostri reali bisogni e le loro radici relazionali, in modo da poter chiedere l'uno all'altro cosa davvero state cercando, poiché questo ad oggi non è chiaro.
Resto a disposizione per qualsiasi necessità.

Dott. Festa Simone
Buongiorno, direi che è impossibile rispondere a una richiesta che riguarda non sé stessi e i propri vissuti ma qualcun altro. Per sapere come stanno le cose e cosa prova il suo compagno bisognerebbe chiedere a lui. Dal suo racconto sembrerebbe che la questione del figlio lo abbia turbato e angosciato e in seguito abbia avuto come una reazione di evitamento verso di lei, la relazione e tutto ciò che era connesso a questi argomenti. Ma davvero è difficile per non dire impossibile "interpretare" il comportamento di un assente. Se il suo compagno non è pronto per questo passo e lei può aspettare, si potrebbe provare a ricreare la vostra connessione con tatto e senza farlo sentire pressato a fare una cosa per la quale non è pronto. Dott. Antonucci
Carissima, quanto è difficile attraversare una crisi! Comporta un sacco di dolore e struggimento, rimugini e disorientamento.
Quando una coppia che funziona bene decide di fare un passaggio di ciclo vitale, come avete fatto voi, questo determina un un rimescolamento generale delle carte e un disequilibrio nella relazione. Anche solo progettare un cambiamento, può ‘squilibrare’ questo assetto. Ora, considerata la situazione, voi avete un paio di possibilità:
Può chiedere al suo compagno se è disponibile a cominciare con lei un percorso in coppia, per lavorare sulle vulnerabilità di questa coppia e farla crescere. Lei può contestualmente cominciare un percorso di psicoterapia individuale di sostegno e di crescita personale, che può accompagnarla in questo momento complicato è difficile. Le faccio un sincero e affettuoso in bocca al lupo.
S. L.
Buonasera, solo il suo compagno può sapere cosa lo ha fatto dubitare. Probabilmente il progetto di un figlio che impegna tutta la vita, lo può avere scosso. È seguito e quindi non può che aspettare che lui faccia chiarezza in sé e questo può rappresentare per lei un periodo in cui interrogarsi su ciò che davvero vuole da una relazione, gli aspetti essenziali, i progetti futuri e se sono condivisibili con lui. Un percorso di coppia potrebbe aiutarla in tal senso, ma visto che lui è seguito non so se le due terapia associate siano fattibili. Può ritagliarsi del tempo e cercare lei un supporto in un momento di sospensione che giustamente le genera malessere e spaesamento.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno,
lei è portatrice di una istanza di coppia ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con il suo ragazzo, sarebbe una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno a te, grazie per aver condiviso la tua preoccupazione riguardo al fidanzato. Vorrei solo farti notare che non hai specificato da quanto tempo il tuo fidanzato sta prendendo i farmaci per il disturbo ossessivo-compulsivo. Potrebbe essere utile aspettare un po' e vedere come i farmaci influenzano la situazione prima di prendere decisioni importanti. Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore supporto. Cordiali saluti.
Dott. Tiziana Vecchiarini
Nonostante la spiegazione accurata, immagino sia difficile sintetizzare una relazione in qualche riga. Quello su cui tengo ragionare intanto parte dalla diagnosi. Chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo da relazione è costantemente immerso in dubbi dove si passa la maggior parte del tempo ogni giorno a chiedersi se il tuo partner sia la persona giusta, se ti ama, se è abbastanza buono, bello o 'giusto' per se. Avere dubbi sporadici ed indecisioni è molto più comune anche se non meno invalidante. In secondo luogo, fare ragionamenti o considerazioni su una persona terza è sempre pericoloso e si rischia di fare "sciocchezze" o meglio superficialità
Buongiorno, le consiglio di cercare un supporto psicologico in modo da ragionare meglio sulla situazione, perchè alla fine lei dovrà capire se quello che lui le offre è quello che vuole o ciò di cui ha bisogno ed il processo potrebbe non essere indolore. Guardare a quello che c'era prima potrebbe essere fuorviante.
Gentile utente,
capisco come questa situazione possa essere difficile e possa trasmetterle angoscia e incertezza rispetto alla sua relazione, nella quale mi sembra di capire che entrambi abbiate investito molto.
Mi sembra positivo che il suo compagno affronti queste sue paure e insicurezze in un percorso terapeutico, il DOC può avere come caratteristica nucleare il dubbio e la paura a vivere pienamente l'intimità e l'affettività, forse l'idea della famiglia e della genitorialità ha toccato il suo compagno in delle paure e vulnerabilità che lo fanno difendere allontanandosi. Credo che potrebbe essere utile anche per lei farsi sostenere in questo percorso per capire come aiutare al meglio il suo compagno in questo momento difficile, ma anche per affrontare le sue emozioni e i suoi bisogni rispetto a questo cambiamento del suo compagno verso di lei e verso di lei e verso il vostro futuro.
Le auguro il meglio,
Dott.ssa Anna Maria Gioia
Buongiorno, mi spiace per quello che scrivi, sento il dolore...quello che credo sia importante adesso è di puntare lo sguardo su di te, sentire quello che provi e cosa vuoi, se lui sta già facendo un percorso terapeutico, avrà il modo di confrontarsi e risolvere le sue problematiche...sarebbe importante che anche tu facessi lo stesso, senza caricarti del suo disagio ...
Buon cammino! Jessica Scheggi
La ringrazio per aver condiviso le sue difficoltà, immagino possa non essere sempre un passo semplice. 
Riconosco che sta attraversando un momento difficile ed è giusto che sappia che ha diritto a chiedere aiuto ora che il percorso si fa tortuoso. Il disagio che sta sperimentando è significativo e merita tutta l'attenzione e la cura possibili.
Tra l’altro, la sua domanda ha un contenuto rilevante, è preziosa per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare un’opportunità di conoscenza di sé.

La incoraggio vivamente a considerare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.

Le invio un caro saluto, restando a disposizione.
Salve, la sua esperienza è sicuramente disorientante, per cui cerchi sostegno da uno psicoterapeuta che la possa aiutare.
Si ricordi che lei non è una attrice passiva dei repentini ripensamenti del suo ragazzo, per cui si tuteli con un percorso di psicoterapia.
Saluti,dott.ssa Sandra Petralli

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