Salve io ho una forte sensazione di distacco dalla realtà da 5 mesi ormai , mi sembra impossibile vi
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Salve io ho una forte sensazione di distacco dalla realtà da 5 mesi ormai , mi sembra impossibile vivere , sto facendo terapia con uno psicologo ma sembra non migliorare la situazione.
Secondo il mio terapeuta questa sensazione è collegata al fatto che io non riesca a tirar fuori le mie emozioni.
Volevo sapere se potrebbe essere causato da questa cosa?
E se si può guarire?
Grazie
Secondo il mio terapeuta questa sensazione è collegata al fatto che io non riesca a tirar fuori le mie emozioni.
Volevo sapere se potrebbe essere causato da questa cosa?
E se si può guarire?
Grazie
Gentile utente, dal suo racconto emerge la sofferenza provata da questo sintomo che sembra molto presente nella sua vita. La relazione terapeutica è il luogo dove poter esprimere i propri dubbi e perplessità anche verso quello che le viene rimandato. La fiducia nella terapia è un elemento fondamentale per far emergere anche aspetti di dubbio. Sono veramente ottime domande quelle che si pone e le matrici possono essere le più diverse, affrontare queste domande con il suo terapeuta credo possa portarle giovamento. Un saluto cordiale
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Gentile utente, premetto che bisognerebbe approfondire cosa intende per "distacco dalla realtà". Detto ció la cause di uno stesso sisntomo possono variare da persona a persona, per cui, in queste modaità, non azzarderei confermare o sconfermare l'ipotesi del professionista che l'ha in cura. Sicuramente la modulazione degli affetti è uno dei perni più importanti sopra ip quale si snoda un processo di guarigione, anche se non l'unico. Oltretutto la durata di una psicoterapia è altrettanto personale, quindi le suggerisco di non darsi scadenze ma di affidarsi il più possibile, tenendo sempre in conto che puó rivolgersi anche ad altri psicologi o ad altre forme di aiuto. Cordiali saluti, Marco Casella.
Gentile utente, il distacco dalla realtà che sente di provare da 5 mesi potrebbe essere dovuto all’attivazione di un meccanismo di difesa chiamato “dissociazione”. I meccanismi di difesa hanno un obiettivo ben specifico: attenuare il dolore che le esperienze vissute, l’ansia eccessiva e le esperienze traumatiche possono scatenare nella psiche ed evitare il rischio di essere sopraffatti fino a crollare. Si tratta quindi di meccanismi mentali adottati per difenderci da una sofferenza percepita come troppo forte o potenzialmente invalidante.
La dissociazione in particolare è caratterizzata da ripetute e durature sensazioni di distacco da sé stessi, dal proprio corpo, dalla propria mente e dall'ambiente circostante.
Per quanto il suo scopo sia protettivo, l’adozione di questo meccanismo può portarci a distaccarci anche da situazioni che invece vorremmo vivere appieno creando sensazioni di frustrazione, rabbia, tristezza o angoscia. Ciò che le ha detto il suo terapeuta ha senso: probabilmente c’è bisogno di lavorare sulle emozioni che al momento rimangono represse perché ritenute eccessive da gestire.
Comprendo il suo timore, le viene richiesto di fare qualcosa che va in una direzione opposta a quella naturalmente adottata dalla sua mente. Le consiglierei di provare a fidarsi del suo terapeuta (o di individuarne uno/a nuovo/a con cui creare una relazione di fiducia) e di darsi la possibilità di esplorare questi vissuti in una modalità sicura e all’interno della sua finestra di tolleranza. Probabilmente non sarà semplice e immediato ma si può assolutamente lavorare su questi aspetti e aiutarla a tornare protagonista della sua vita. Rimango a disposizione e la saluto. Dott.ssa Giorgia Purisiol
La dissociazione in particolare è caratterizzata da ripetute e durature sensazioni di distacco da sé stessi, dal proprio corpo, dalla propria mente e dall'ambiente circostante.
Per quanto il suo scopo sia protettivo, l’adozione di questo meccanismo può portarci a distaccarci anche da situazioni che invece vorremmo vivere appieno creando sensazioni di frustrazione, rabbia, tristezza o angoscia. Ciò che le ha detto il suo terapeuta ha senso: probabilmente c’è bisogno di lavorare sulle emozioni che al momento rimangono represse perché ritenute eccessive da gestire.
Comprendo il suo timore, le viene richiesto di fare qualcosa che va in una direzione opposta a quella naturalmente adottata dalla sua mente. Le consiglierei di provare a fidarsi del suo terapeuta (o di individuarne uno/a nuovo/a con cui creare una relazione di fiducia) e di darsi la possibilità di esplorare questi vissuti in una modalità sicura e all’interno della sua finestra di tolleranza. Probabilmente non sarà semplice e immediato ma si può assolutamente lavorare su questi aspetti e aiutarla a tornare protagonista della sua vita. Rimango a disposizione e la saluto. Dott.ssa Giorgia Purisiol
Salve, sapendo molto poco della sua situazione non penso di poter essere nella posizione di dare un consiglio concreto, tuttavia mi pare di capire che ha difficoltà a trovare un modo efficace per accogliere, esprimere e/o incanalare le sue emozioni. Potrebbe, magari anche con l'aiuto del suo psicologo, indagare un po' sul suo passato e sugli eventi accaduti nella sua vita, specialmente intorno all'inizio del suo malessere. Spero di essere stato d'aiuto, e buona fortuna con il suo percorso.
Buongiorno gentile Utente, capisco quanto possa essere difficile convivere con una sensazione di distacco dalla realtà, che spesso può risultare destabilizzante e amplificare il senso di isolamento. Il suo terapeuta potrebbe avere ragione nell'individuare un legame tra questa sensazione e la difficoltà a entrare in contatto con le sue emozioni. Quando le emozioni vengono represse o non elaborate, il corpo e la mente possono reagire con sintomi come il distacco o la derealizzazione, una sorta di meccanismo di difesa per evitare di affrontare sentimenti intensi o dolorosi.
È importante sapere che questo tipo di esperienza non è permanente e può migliorare con il tempo e il giusto supporto. La terapia è un percorso che richiede pazienza e fiducia, ma può offrire strumenti per esplorare gradualmente le emozioni e riconnettersi con la realtà in modo più stabile e consapevole. Potrebbe essere utile parlare apertamente con il suo terapeuta riguardo al senso di stallo che percepisce nella terapia, così da valutare se ci siano approcci diversi o aggiuntivi da integrare nel lavoro che state facendo insieme.
In alcuni casi, affiancare alla psicoterapia altre pratiche può aiutare, come tecniche di grounding, mindfulness o attività che favoriscono il radicamento nel presente. Inoltre, se la sensazione di distacco è particolarmente intensa o persistente, sarebbe opportuno valutare con un medico, magari uno psichiatra, se ci siano ulteriori interventi che possano affiancare la terapia psicologica, come il supporto farmacologico.
La buona notizia è che queste condizioni sono spesso reversibili. Con il tempo, l'impegno e il sostegno giusto, è possibile superare questa sensazione e ritrovare una connessione piena con la realtà e con le sue emozioni. Non si scoraggi, perché ogni passo avanti, anche se piccolo, la avvicina al benessere.
Dott. Luca Vocino
È importante sapere che questo tipo di esperienza non è permanente e può migliorare con il tempo e il giusto supporto. La terapia è un percorso che richiede pazienza e fiducia, ma può offrire strumenti per esplorare gradualmente le emozioni e riconnettersi con la realtà in modo più stabile e consapevole. Potrebbe essere utile parlare apertamente con il suo terapeuta riguardo al senso di stallo che percepisce nella terapia, così da valutare se ci siano approcci diversi o aggiuntivi da integrare nel lavoro che state facendo insieme.
In alcuni casi, affiancare alla psicoterapia altre pratiche può aiutare, come tecniche di grounding, mindfulness o attività che favoriscono il radicamento nel presente. Inoltre, se la sensazione di distacco è particolarmente intensa o persistente, sarebbe opportuno valutare con un medico, magari uno psichiatra, se ci siano ulteriori interventi che possano affiancare la terapia psicologica, come il supporto farmacologico.
La buona notizia è che queste condizioni sono spesso reversibili. Con il tempo, l'impegno e il sostegno giusto, è possibile superare questa sensazione e ritrovare una connessione piena con la realtà e con le sue emozioni. Non si scoraggi, perché ogni passo avanti, anche se piccolo, la avvicina al benessere.
Dott. Luca Vocino
Il comportamento di silenzio punitivo del tuo compagno rischia di compromettere il rapporto e alimentare un circolo vizioso. La Psicoterapia Breve Strategica (TBS) può aiutarti a gestire queste dinamiche, fornendo strumenti per interrompere il silenzio e migliorare la comunicazione di coppia. Questo approccio mira a risolvere il problema in tempi brevi, modificando i comportamenti disfunzionali e promuovendo un dialogo più sano ed efficace.
Buonasera, per poter capire le cause e come uscirne è necessario un lavoro costante sia su sè stessi che richiede del tempo e sia lavorare sul piano emotivo e corporeo.
Conoscere il proprio corpo è il punto di partenza per arrivare a indagare il proprio mondo interno e familiarizzare con esso.
In questo modo potrà vivere consapevolmente le sue emozioni e avere più aderenza con la realtà e quando sentirà di distaccarsi avrà gli strumenti per affrontare la situazione in modo adeguato. Non è un lavoro semplice e ci vorrà del tempo per poter vedere dei risultato, in quanto, bisogna arrivare nel profondo della propria persona per scardinare vecchi sistemi non funzionali nel qui ed ora.
Spero di poterle essere stata di aiuto
Saluti
Conoscere il proprio corpo è il punto di partenza per arrivare a indagare il proprio mondo interno e familiarizzare con esso.
In questo modo potrà vivere consapevolmente le sue emozioni e avere più aderenza con la realtà e quando sentirà di distaccarsi avrà gli strumenti per affrontare la situazione in modo adeguato. Non è un lavoro semplice e ci vorrà del tempo per poter vedere dei risultato, in quanto, bisogna arrivare nel profondo della propria persona per scardinare vecchi sistemi non funzionali nel qui ed ora.
Spero di poterle essere stata di aiuto
Saluti
Buon giorno, la ringrazio per aver scritto qui. Mi spiace per questo suo vissuto e posso solo immaginare quanto sia spiacevole. Questa cosa tecnicamente è un fenomeno dissociativo.
Naturalmente per dire qualsiasi cosa in più bisognerebbe avere molte più informazioni su di lei e la sua vita. Le dissociazioni possono essere di natura traumatica o far parte di un quadro psicopatologico più complesso.
Non so da quanto tempo va in terapia e quindi non posso giudicarne l'andamento. Se non dovesse riscontrate miglioramenti potrebbe pensare di orientarsi su un terapeuta esperto nel lavoro con i traumi psicologici. 5 mesi fa le è successo qualcosa di specifico? Che periodo della sua vita è questo? Provi a rispondere a queste 2 domande.
Se vuole dei chiarimenti più specifici può contattarmi anche on line. Un caro saluto, ed un grosso augurio.
Naturalmente per dire qualsiasi cosa in più bisognerebbe avere molte più informazioni su di lei e la sua vita. Le dissociazioni possono essere di natura traumatica o far parte di un quadro psicopatologico più complesso.
Non so da quanto tempo va in terapia e quindi non posso giudicarne l'andamento. Se non dovesse riscontrate miglioramenti potrebbe pensare di orientarsi su un terapeuta esperto nel lavoro con i traumi psicologici. 5 mesi fa le è successo qualcosa di specifico? Che periodo della sua vita è questo? Provi a rispondere a queste 2 domande.
Se vuole dei chiarimenti più specifici può contattarmi anche on line. Un caro saluto, ed un grosso augurio.
Buongiorno,
Concordo con il collega. credo il perdurare della sua sensazione di distacco dalla realtà meriti di essereapprofondita, cosa che peraltro, suppongo, stia facendo il suo terapeuta.
Concordo con il collega. credo il perdurare della sua sensazione di distacco dalla realtà meriti di essereapprofondita, cosa che peraltro, suppongo, stia facendo il suo terapeuta.
Buongiorno,
Comprendo il suo stato di forte allerta su di sé, gestire questa sensazione deve apparirle piuttosto complesso. Ciò che il suo terapeuta suggerisce potrebbe essere la causa del suo distacco dalal realtà, per cui le consiglio di continuare la terapia al fine di esplorare meglio la problematica e affrontarla nel modo migliore possibile con il collega. Si dia il tempo necessario per capirsi e accogliersi in questa difficoltà, da cui si può sicuramente uscire con un buon aiuto terapeutico.
La saluto calorosamente e le auguro un buon cammino nella stanza della terapia.
Dott.ssa Valeria Bonzini
Comprendo il suo stato di forte allerta su di sé, gestire questa sensazione deve apparirle piuttosto complesso. Ciò che il suo terapeuta suggerisce potrebbe essere la causa del suo distacco dalal realtà, per cui le consiglio di continuare la terapia al fine di esplorare meglio la problematica e affrontarla nel modo migliore possibile con il collega. Si dia il tempo necessario per capirsi e accogliersi in questa difficoltà, da cui si può sicuramente uscire con un buon aiuto terapeutico.
La saluto calorosamente e le auguro un buon cammino nella stanza della terapia.
Dott.ssa Valeria Bonzini
Buonasera, per poter rispondere adeguatamente alla sua domanda sarebbe necessario avere più informazioni. Ad esempio cosa intende per distacco dalla realtà, quanto spesso avviene etc. Tra le possibili reazioni psicologiche potrebbe avvenire un distacco dalla realtà, e la spiegazione va rintracciata nei vissuti personali. Tale distacco, ad esempio, può accompagnare intensi vissuti ansiosi. Bisogna necessariamente ricordare che ogni persona è diversa e quindi anche le reazioni variano di persona in persona.
Buonasera, il distacco dalla realtà può essere causato da diverse cause, sicuro il non tirare fuori ciò che si prova magari in riferimento ad eventi passati non ci fa affrontare la realtà e vivere in un'altra dimensione per non affrontare il proprio stato d'animo e/o situazioni che hanno lasciato un segno
Ciao, deve essere davvero brutto convivere con questa sensazione per mesi:
Quello che dice il collega probabilmente è vero; certo sarà sicuramente di stampo dinamico, quindi come approccio, tendente a scavare molto nel profondo. Ci sono anche approcci diversi ma questo non vuol dire che la strada che stai percorrendo sia una strada sbagliata.
Prova a fidarti ed affidarti completamente a lui e, se non dovessi essere convinto o contento di questo approccio, diglielo apertamente e spiegagli i tuoi dubbi e le tue remore.
Ad ogni modo tutto può essere affrontato, non temere.
Quello che dice il collega probabilmente è vero; certo sarà sicuramente di stampo dinamico, quindi come approccio, tendente a scavare molto nel profondo. Ci sono anche approcci diversi ma questo non vuol dire che la strada che stai percorrendo sia una strada sbagliata.
Prova a fidarti ed affidarti completamente a lui e, se non dovessi essere convinto o contento di questo approccio, diglielo apertamente e spiegagli i tuoi dubbi e le tue remore.
Ad ogni modo tutto può essere affrontato, non temere.
Buongiorno, grazie per il suo messaggio. Ci sono moltissime informazioni di cui avrei bisogno per offrire una opinione attenta e misurata, soprattutto perché è già in terapia con un collega. Se volesse contattarmi per delucidarmi meglio la sua situazione sarei certamente più a mio agio nel rispondere al suo delicato e importantissimo quesito.
Da quanto mi dice le posso anticipare che ci sono diverse circostanze che possono scatenare una simile sintomatologia e soprattutto che la remissione di tale sintomatologia prevede un lavoro di lungo respiro, ma soprattutto tale lavoro deve andare decisamente in profondità, cosa che lo rende certamente complesso e articolato.
In base al grado di compromissione che le crea questa sintomatologia nel suo lavoro e/o nella vita personale le suggerisco di contattare un medico psichiatra che, nell’ipotesi sopra descritta, sarà in grado di fornirle un supporto farmacologico con lo scopo di ridurre l’intensità della sensazione di distacco che lamenta, permettendole di ottimizzare il lavoro che ha iniziato in terapia.
Ci tengo a sottolineare che il farmaco non è mai un sostituto della terapia, ma un coadiuvante, motivo per cui, in certi casi, è doveroso lavorare su un doppio binario, farmacologico e psicoterapico insieme per ottenere il massimo risultato.
La sua sintomatologia è certamente il segnale che qualcosa di profondo nella sua psiche ha subito un “attacco”, uno sbilanciamento. Potrebbe essere un lutto, un licenziamento o la fine di un importante rapporto affettivo, ma queste sono solo alcune ipotesi. Con pazienza e impegno massimo da parte sua la situazione può certamente essere corretta e lei tornare ad una vita più serena.
Spero di aver risposto alla sua richiesta e se desidera approfondire non esiti a contattarmi.
Da quanto mi dice le posso anticipare che ci sono diverse circostanze che possono scatenare una simile sintomatologia e soprattutto che la remissione di tale sintomatologia prevede un lavoro di lungo respiro, ma soprattutto tale lavoro deve andare decisamente in profondità, cosa che lo rende certamente complesso e articolato.
In base al grado di compromissione che le crea questa sintomatologia nel suo lavoro e/o nella vita personale le suggerisco di contattare un medico psichiatra che, nell’ipotesi sopra descritta, sarà in grado di fornirle un supporto farmacologico con lo scopo di ridurre l’intensità della sensazione di distacco che lamenta, permettendole di ottimizzare il lavoro che ha iniziato in terapia.
Ci tengo a sottolineare che il farmaco non è mai un sostituto della terapia, ma un coadiuvante, motivo per cui, in certi casi, è doveroso lavorare su un doppio binario, farmacologico e psicoterapico insieme per ottenere il massimo risultato.
La sua sintomatologia è certamente il segnale che qualcosa di profondo nella sua psiche ha subito un “attacco”, uno sbilanciamento. Potrebbe essere un lutto, un licenziamento o la fine di un importante rapporto affettivo, ma queste sono solo alcune ipotesi. Con pazienza e impegno massimo da parte sua la situazione può certamente essere corretta e lei tornare ad una vita più serena.
Spero di aver risposto alla sua richiesta e se desidera approfondire non esiti a contattarmi.
Buonasera,
Le sensazioni di distacco dalla realtà, come hai descritto, possono essere correlate ad una repressione delle emozioni (ovviamente poi dipende da ognuno e dalla propria storia personale), sicuramente la terapia può aiutarti a gestire queste situazioni.
Le sensazioni di distacco dalla realtà, come hai descritto, possono essere correlate ad una repressione delle emozioni (ovviamente poi dipende da ognuno e dalla propria storia personale), sicuramente la terapia può aiutarti a gestire queste situazioni.
Gentile utente, come è fatto questo suo distacco dalla realtà? Come sente di staccarsi dalla stessa? E soprattutto, in questo essere distaccata, a livello emotivo, come si sente? Sarebbe altrettanto importante capire cosa è successo cinque mesi fa, e l'impatto che ha avuto su di lei, tanto da farle perdere in questo modo il senso di stabilità e continuità personale. Un adeguato percorso psicoterapeutico può sicuramente aiutare a comprendere e risolvere questo disagio. Con queste domande poste, mi auguro di sollecitarle utili e concrete riflessioni. Cordiali saluti, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Salve, capisco quanto questa sensazione di distacco dalla realtà possa essere spaventosa e invalidante, soprattutto perché si protrae da mesi. La derealizzazione o la depersonalizzazione, sensazioni che spesso vengono descritte come un senso di estraneità rispetto a se stessi o all'ambiente circostante, sono più comuni di quanto si pensi, anche se possono sembrare impossibili da superare. È molto positivo che lei stia affrontando questo momento attraverso la terapia, perché questo è già un primo passo fondamentale verso il miglioramento. Dal punto di vista dell’approccio cognitivo-comportamentale, la spiegazione che il suo terapeuta le ha fornito, cioè la difficoltà ad esprimere o riconoscere le emozioni, è una chiave importante per comprendere ciò che sta vivendo. Quando le emozioni non vengono espresse o gestite adeguatamente, possono accumularsi e manifestarsi attraverso sintomi fisici o percettivi, come appunto la sensazione di distacco dalla realtà. È come se il cervello, per proteggersi da un sovraccarico emotivo, decidesse di “staccare la spina”, creando questa sensazione di irrealtà o di vuoto. In terapia, il lavoro che sta svolgendo potrebbe essere orientato a riconoscere, esplorare e dare voce alle emozioni che lei fatica a esprimere. Nelle sedute, è possibile che il suo psicologo utilizzi tecniche specifiche per aiutarla a prendere consapevolezza dei suoi stati emotivi. Ad esempio, potrebbe chiederle di descrivere situazioni in cui ha sentito emozioni particolari o di esplorare pensieri e vissuti che potrebbero averle causato stress o ansia. L'obiettivo è aiutarla a creare un collegamento tra ciò che prova a livello emotivo e ciò che sperimenta a livello corporeo e percettivo. Fuori dalla seduta, potrebbe esserle richiesto di svolgere degli esercizi pratici, come tenere un diario delle emozioni in cui annotare ciò che prova nei vari momenti della giornata, anche se le emozioni sembrano sfuggenti o difficili da identificare. A volte, proprio il processo di scrittura può aiutare a dare forma e chiarezza a sensazioni che sembrano confuse. Altri strumenti tipici dell’approccio cognitivo-comportamentale includono esercizi di grounding (radicamento) per aiutare a ridurre il senso di distacco e a riportare l'attenzione al "qui e ora". Esempi di grounding possono essere concentrarsi sulla respirazione, osservare dettagli concreti nell’ambiente circostante o toccare oggetti per recuperare una sensazione di concretezza. Lei chiede se sia possibile guarire da questa situazione. La risposta è sì. Questi sintomi sono trattabili e, con il giusto percorso, è possibile migliorare significativamente e recuperare una percezione più stabile della realtà. La terapia richiede pazienza e costanza, perché lavorare sulle emozioni, specialmente quando sono rimaste inespresse a lungo, può essere un processo graduale. La invito a condividere apertamente con il suo psicologo ciò che sta provando riguardo alla mancanza di miglioramenti. La terapia è uno spazio sicuro dove poter esprimere anche le proprie preoccupazioni rispetto al percorso stesso. Il fatto che lei stia mettendo in discussione il processo terapeutico dimostra quanto desideri star meglio e quanto sia motivata a comprendere ciò che sta accadendo. Continui ad avere fiducia nel percorso e in se stessa. La sensazione di distacco può sembrare invincibile ora, ma con gli strumenti giusti e il supporto adeguato, potrà ritrovare quella connessione con la realtà e con le sue emozioni che ora le sembra così lontana. Dott. Andrea Boggero
Salve. Ciò che riporta prende il nome di “derealizzazione”; le cause scatenanti possono essere diverse, tra le quali, per esempio, vissuti traumatici o forti stati di ansia fino agli attacchi di panico.
È possibile superare tale condizione, tramite la psicoterapia.
Parli con il suo terapeuta dei suoi dubbi: parlarne potrà esservi d’aiuto sicuramente.
Buona fortuna!
È possibile superare tale condizione, tramite la psicoterapia.
Parli con il suo terapeuta dei suoi dubbi: parlarne potrà esservi d’aiuto sicuramente.
Buona fortuna!
QUANTO TI RIMANDA IL TUO TERAPEUTA è IMPORTANTE, IN QUANTO TI POTRAI PERMETTERE DI PERCEPIRE LE EMOZIONI NEL TUO CORPO. in questo momento a prescindere dalla ricerca di una causa è importante il contatto con te stessa
Gentile utente,
La sensazione di derealizzazione, come quella che sta vivendo, è una condizione complessa che può manifestarsi in risposta a diversi disturbi, tra cui attacchi di panico, ansia, depressione e traumi. È comprensibile che questa esperienza possa farla sentire distaccata dalla realtà e che possa risultare difficile affrontare la vita quotidiana in queste condizioni.
Il suo terapeuta ha evidenziato un aspetto importante: la difficoltà nell'esprimere le emozioni può contribuire a questa sensazione di distacco. Spesso, quando ci troviamo in situazioni di stress emotivo o traumatico, il nostro cervello può adottare meccanismi di difesa, come la derealizzazione, per proteggerci da esperienze troppo intense o dolorose.
In merito alla sua domanda se si possa guarire, la risposta è affermativa: molte persone riescono a superare la derealizzazione e a ritrovare un senso di connessione con la realtà. Tuttavia, il percorso di recupero può richiedere tempo e pazienza. Se dopo diversi mesi di terapia non ha notato miglioramenti significativi, potrebbe essere utile riflettere sulla possibilità di attendere ancora un po’ per dare tempo al processo terapeutico di fare effetto.
D’altro canto, se la situazione dovesse persistere o addirittura peggiorare, le consiglio di considerare l'idea di consultare un altro professionista della salute mentale. Un punto di vista diverso o un approccio terapeutico alternativo potrebbero offrirle il supporto adeguato di cui ha bisogno per affrontare e superare questa condizione.
Le auguro di trovare la strada che meglio si adatta alle sue esigenze e di raggiungere la serenità che merita. Rimango a sua disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
La sensazione di derealizzazione, come quella che sta vivendo, è una condizione complessa che può manifestarsi in risposta a diversi disturbi, tra cui attacchi di panico, ansia, depressione e traumi. È comprensibile che questa esperienza possa farla sentire distaccata dalla realtà e che possa risultare difficile affrontare la vita quotidiana in queste condizioni.
Il suo terapeuta ha evidenziato un aspetto importante: la difficoltà nell'esprimere le emozioni può contribuire a questa sensazione di distacco. Spesso, quando ci troviamo in situazioni di stress emotivo o traumatico, il nostro cervello può adottare meccanismi di difesa, come la derealizzazione, per proteggerci da esperienze troppo intense o dolorose.
In merito alla sua domanda se si possa guarire, la risposta è affermativa: molte persone riescono a superare la derealizzazione e a ritrovare un senso di connessione con la realtà. Tuttavia, il percorso di recupero può richiedere tempo e pazienza. Se dopo diversi mesi di terapia non ha notato miglioramenti significativi, potrebbe essere utile riflettere sulla possibilità di attendere ancora un po’ per dare tempo al processo terapeutico di fare effetto.
D’altro canto, se la situazione dovesse persistere o addirittura peggiorare, le consiglio di considerare l'idea di consultare un altro professionista della salute mentale. Un punto di vista diverso o un approccio terapeutico alternativo potrebbero offrirle il supporto adeguato di cui ha bisogno per affrontare e superare questa condizione.
Le auguro di trovare la strada che meglio si adatta alle sue esigenze e di raggiungere la serenità che merita. Rimango a sua disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
Gentile utente, con adeguata attenzione ed adeguati strumenti si può trovare soluzione alle nostre condizioni di malessere. L'ambito emozionale è complesso e il percorso non è immediato, anche l'anestesia è un'emozione, ovvero questa sensazione di distacco, in cui apparentemente nulla può scalfirci. Bisogna andare sotto la barriera dell'anestesia per poter capire che emozioni spingono sotto e che probabilmente noi reprimiamo. Sicuramente la terapia psicologica è il giusto mezzo per poter scavare un pò più a fondo nel nostro mondo interno e capire quali sono i migliori strumenti che possiamo mettere in atto.
Un caro saluto, Federica
Un caro saluto, Federica
Gentile utente, purtroppo sono troppi pochi gli elementi che porta per poterle dare una risposta univoca e valida per il suo caso. Quello che le consiglierei di fare è di rivolgersi ad uno psichiatra per poter definire ulteriormente le eventuali cause del suo malessere e della sua derealizzazione e di proseguire - contestualmente - il suo percorso psicologico per implementare una corretta gestione delle emozioni. Vedrà che giungerà ad una quadra della sua situazione.
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