Salve, il mio partner durante un litigio diventa prepotente con il tono di voce, non mi tocca neanch
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Salve, il mio partner durante un litigio diventa prepotente con il tono di voce, non mi tocca neanche con un dito sia chiaro, ma utilizza un tono autoritario talvolta insultantomi e nonostante io cerchi di fargli capire che non deve trattarmi in questo modo la sua risposta non cambia... E quando la causa del litigio dipende da me risponde: "se tu non cambi io non ho motivo di cambiare io". E alla fine della discussione io chiedo sempre scusa mentre lui no perché non sente di aver sbagliato anzi "ti meriti che ti rispondo così".
Chiarisco che ad esempio il motivo di litigio più frequente riguarda la mia gestione degli imprevisti, secondo lui mi sento di poter fare quello che voglio senza consultarlo, portandolo a dovermi lasciare a casa quando eravamo organizzati di pranzare insieme (ad es.).
Logicamente ha senso il sillogismo, chiaro, ma per me non ha lo stesso peso, il motivo della lite e il suo modo di comportarsi. E quando urla e mi si avvicina faccia a faccia io mi sento intimorita e mi è capitato di reagire male, ad esempio tappandogli la bocca con forza. Questo ha scatenato una discussione ancora più forte in cui eravamo arrivati quasi a lasciarci.
Io so che devo cambiare questo mio modo di fare ma nel frattempo la gestione delle discussioni mi preoccupa, non va bene che venga gestita così. Cosa posso fare per fargli capire che è sbagliato? Che non è solo una consecutio come dice lui e soprattutto che vorrei delle scuse...
Chiarisco che ad esempio il motivo di litigio più frequente riguarda la mia gestione degli imprevisti, secondo lui mi sento di poter fare quello che voglio senza consultarlo, portandolo a dovermi lasciare a casa quando eravamo organizzati di pranzare insieme (ad es.).
Logicamente ha senso il sillogismo, chiaro, ma per me non ha lo stesso peso, il motivo della lite e il suo modo di comportarsi. E quando urla e mi si avvicina faccia a faccia io mi sento intimorita e mi è capitato di reagire male, ad esempio tappandogli la bocca con forza. Questo ha scatenato una discussione ancora più forte in cui eravamo arrivati quasi a lasciarci.
Io so che devo cambiare questo mio modo di fare ma nel frattempo la gestione delle discussioni mi preoccupa, non va bene che venga gestita così. Cosa posso fare per fargli capire che è sbagliato? Che non è solo una consecutio come dice lui e soprattutto che vorrei delle scuse...
Carissima utente, mentre leggevo la sua domanda ho provato un senso di agitazione e disagio. Qualunque possa essere il motivo del litigio non è mai giustificato un comportamento minaccioso e intimidatorio da parte del suo compagno. Alzare la voce, usare appellativi denigratori nei confronti dell'altro e soprattutto l'incapacità a mediare e chiedere scusa per la reazione avuta, non è certo il modo più corretto di gestire un conflitto. Non è mai giustificabile una reazione violenta, in nessun caso. Non possiamo permettere all'altro di farci credere di essere state noi a provocare una reazione spropositata. Il conflitto deve sempre trovare un altro modo per essere gestito e sempre nel rispetto reciproco delle parti. Se il suo compagno non riesce a parlare con lei in modo pacato e a riconoscere anche le sue responsabilità nel modo in cui degenerano i conflitti, allora mi sento di consgliarle di vedere insieme un terapeuta che possa mediare tra voi, aiutandovi a creare un ascolto reciproco vero. Le auguro il meglio e resto a disposizione per qualsiasi altro dubbio. Un caro saluto
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Salve, la gestione dei litigi può essere a volte difficile, soprattutto quando è presente aggressività da parte di uno o di entrambi i partner. Qui sarebbe utile un confronto tra voi due in presenza di un mediatore (terapeuta di coppia) in modo tale da potervi esprimere entrambi riguardo a ciò che succede durante i litigi e soprattutto come vi sentite sia durante che dopo gli stessi.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Credo innanzitutto che sia importante che voi possiate instaurare un dialogo schietto e sincero mediante il quale poter condividere pensieri e vissuti emotivi circa la situazione da lei riportata al fine di trovare soluzioni che possano soddisfare le esigenze di tutti. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, innanzitutto la ringrazio di aver condiviso il suo doloroso vissuto. Mi verrebbe da suggerirle 2 possibilità: un percorso insieme (terapia di coppia) per affrontare le difficoltà e problematiche nel rapportarvi, così da comunicare in maniera efficace ed autentica; questa opzione, ovviamente, comporta la disponibilità e motivazione del suo partner a "mettersi in gioco". Altrimenti un percorso individuale in cui lei approfondisce la situazione con un professionista così da avere più chiara la dinamica interpersonale, acquisendo una maggior consapevolezza di sé. Resto a disposizione. Un caro saluto
Cara utente, nella descrizione che lei fa della relazione, ci sono certamente degli elementi di tossicità che vanno valutati.
Per dirne una, la reazione del suo compagno non può essere giustificata e soprattutto che la responsabilità ricada su di lei, prendendosene la colpa.
L'amore deve rendere liberi, non imprigionare.
Ho visto nella pratica clinica tante relazioni con questi presupposti e sicuramente un percorso di consapevolezze su se stessa la potrà aiutare a codificare meglio le relazioni che ha.
Quando ci si conosce poco, è facile che l'altro ci attribuisca una colpa e noi lo accettiamo perchè non abbiamo ben chiaro chi siamo.
Un caro saluto.
Per dirne una, la reazione del suo compagno non può essere giustificata e soprattutto che la responsabilità ricada su di lei, prendendosene la colpa.
L'amore deve rendere liberi, non imprigionare.
Ho visto nella pratica clinica tante relazioni con questi presupposti e sicuramente un percorso di consapevolezze su se stessa la potrà aiutare a codificare meglio le relazioni che ha.
Quando ci si conosce poco, è facile che l'altro ci attribuisca una colpa e noi lo accettiamo perchè non abbiamo ben chiaro chi siamo.
Un caro saluto.
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi.
Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato. Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei. A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato. Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei. A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Salve signora, dal suo racconto emerge molta sofferenza per la relazione che ha con il suo compagno. Sembra esserci molta rabbia e aggressivita' da parte di entrambi. Quello che posso dirle è che deve capire cosa vuole, se continuare a stare in un rapporto che la fa soffrire, mettersi in discussione rispetto a se stessa e questo può farlo solo attraverso un percorso di terapia individuale. Le auguro il meglio. Saluti
Salve, problemi di comunicazione sono piuttosto frequenti nelle coppie. In via del tutto generale e non riferendomi alla sua relazione in quanto non ho elementi sufficienti per valutare correttamente, non è necessario arrivare al contatto fisico per non parlare di violenza perché gli abusi psicologici sono ugualmente invalidanti e creano sofferenza. Nel suo caso credo sia utile una terapia di coppia per comprendere dove esistono errori e come correggerli per una serena ed efficace comunicazione. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, sarebbe importante andare a comprendere le cause di queste reazioni esasperate che si scatenano per motivi apparentemente futili, ma che invece vengono caricati di una certa importanza in quanto generano disagio e malessere. Probabilmente le cause risalgono a tempi più remoti, per ognuno con la propria storia e i propri vissuti, per questo sarebbe utile considerare una terapia di coppia al fine conoscersi meglio e prevenire tali episodi. Un cordiale saluto. Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buongiorno cara Utente, comprendo come lei si possa sentire in queste vs. discussioni e la richiesta di una nostra opinione nonchè sostegno. A mio avviso come anche suggerito potrebbe cercare di accedere ad un percorso di coppia o individuale. La violenza anche solo quella verbale può intimorire molto e nel tempo può portare la persona ad una repressione delle proprie idee o parole e scegliere di non rispondere o parlare con la persona violenta che si ha di fronte. Ma questo non va bene perchè passa appunto da un ammonimento quasi intimidatorio. Per quanto le è possibile cerchi intanto di mettere dei confini alle discussioni ... cioè quando esplode la rabbia e lei la sente troppo forte da tollerare si ritiri in qualche modo dalla discussione che potrà essere ripresa in un momento diverso più calmo. Comunque ribadisco il mio consiglio è di poter effettuare un percorso per un sostegno su di lei. Io sono a disposizione anche on line se lo desidera. Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Gentile utente, la sua preoccupazione è comprensibile e legittima. Mi sembra di comprendere che il principale problema è la difficoltà di gestione del conflitto in modo costruttivo da parte di entrambi e la comunicazione dei bisogni. Potrebbe essere utile e funzionale per voi un percorso di coppia che vi possa aiutare a gestire meglio i conflitti, le emozioni e la comunicazione. Provi a condividere ciò con il suo compagno. Se lui non fosse concorde potrebbe valutare un percorso individuale per lavorare su di sè. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentilissima,
ciò che riporta, descrive una relazione non buona che necessita sicuramente un intervento di analisi che potrebbe essere intrapreso da lei inizialmente.
Per poter affrontare conflitti relazionali affettivi bisogna imparare a riconoscere dinamiche disfunzionali e potenzialmente pericolose. Fatto questo ( e non è poca roba) ci si può proiettare verso scenari migliori per coppie in cui l'equilibrio sta alla base prima di ogni cosa.
Ci rifletta
Dott.ssa Aida Faraone
ciò che riporta, descrive una relazione non buona che necessita sicuramente un intervento di analisi che potrebbe essere intrapreso da lei inizialmente.
Per poter affrontare conflitti relazionali affettivi bisogna imparare a riconoscere dinamiche disfunzionali e potenzialmente pericolose. Fatto questo ( e non è poca roba) ci si può proiettare verso scenari migliori per coppie in cui l'equilibrio sta alla base prima di ogni cosa.
Ci rifletta
Dott.ssa Aida Faraone
Gentile utente, nel leggere il suo messaggio ho sentito preoccupazione e senso di disagio. I conflitti che sfociano in urla e appellativi denigratori nei confronti dell'altro non sono certo dei conflitti che portano alla crescita della coppia. Anzi. Pertanto, come già detto dalle colleghe, sarebbe utile un doppio percorso: da un lato la possibilità di intraprendere una psicoterapia di coppia, dall'altro un percorso individuale che possa accompagnarla a comprendere meglio i suoi bisogni per fare delle scelte consapevoli rispetto a ciò che vuole e desidera per lei.
Un caro saluto
Sara Genny Chinnici
Un caro saluto
Sara Genny Chinnici
Salve. Mi sembra che lei stia attraversando un periodo di crisi dovuto a incomprensioni con il suo compagno che arrestano entrambi nel sviluppo della propria personalità. A mio parere l'ideale per voi sarebbe una terapia di coppia in cui imparare a dialogare insieme senza arroccarsi su posizioni che probabilmente fanno stare male entrambi e soprattutto lei.
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Gentilissima
da quanto scrive sembra difficile tenere per voi un dialogo ed una comunicazione realmente rispettosi e costruttivi quando vi trovate in conflitto; credo possa essere importante aprirsi alla possibilità di arrivare ad una lettura condivisa delle dinamiche di coppia che lei descrive, ad una narrazione che possa eventualmente comprendere cause anche non recenti, magari legate alle vostre storie personali ;le consiglio di pensare ad un terzo( uno psicoterapeuta di coppia) che possa aiutarvi, od eventualmente, a prendersi del tempo individuale con un professionista se il suo compagno non ne sentisse la necessità; se il conflitto è alto spesso da soli si rischia di restare su personali posizioni che potrebbero irrigidirsi.
Cordialmente
dott.ssa Nicoletta Balestra
da quanto scrive sembra difficile tenere per voi un dialogo ed una comunicazione realmente rispettosi e costruttivi quando vi trovate in conflitto; credo possa essere importante aprirsi alla possibilità di arrivare ad una lettura condivisa delle dinamiche di coppia che lei descrive, ad una narrazione che possa eventualmente comprendere cause anche non recenti, magari legate alle vostre storie personali ;le consiglio di pensare ad un terzo( uno psicoterapeuta di coppia) che possa aiutarvi, od eventualmente, a prendersi del tempo individuale con un professionista se il suo compagno non ne sentisse la necessità; se il conflitto è alto spesso da soli si rischia di restare su personali posizioni che potrebbero irrigidirsi.
Cordialmente
dott.ssa Nicoletta Balestra
Salve, il suo racconto contiene elementi poco rassicuranti.
Lo stare in coppia in modo fisiologico implica affrontare il conflitto in modo che una volta finito lo scontro si riesca a dialogare e cambiare i termini dello scontro stesso.
Se manca questo aspetto fondamentale allora è doveroso andare a fondo per comprendere meglio le dinamiche.
Nel suo caso le consiglio prima una psicoterapia individuale che la metta bene in condizione di comprendere che tipo di relazione lei vorrebbe con la persona che le sta accanto.
Fatte le sue scelte, da persona consapevole, se poi riterrà di portare il suo compagno in terapia, lo potrà fare.
Se prende troppe responsabilità personali quando la dinamica è a due, allora questo richiede una riflessione più rotonda.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Lo stare in coppia in modo fisiologico implica affrontare il conflitto in modo che una volta finito lo scontro si riesca a dialogare e cambiare i termini dello scontro stesso.
Se manca questo aspetto fondamentale allora è doveroso andare a fondo per comprendere meglio le dinamiche.
Nel suo caso le consiglio prima una psicoterapia individuale che la metta bene in condizione di comprendere che tipo di relazione lei vorrebbe con la persona che le sta accanto.
Fatte le sue scelte, da persona consapevole, se poi riterrà di portare il suo compagno in terapia, lo potrà fare.
Se prende troppe responsabilità personali quando la dinamica è a due, allora questo richiede una riflessione più rotonda.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Mi colpisce l'ultima frase: fargli capire che è sbagliato.
Vorrei approfondire i motivi per cui è convinta che il suo partner sia sbagliato, e quelli che la legano ancora a lui nonostante questo suo essere distante dall'idea di partner che vorrebbe.
La invito a contattarmi se vuole approfondire.
Cordiali saluti
Vorrei approfondire i motivi per cui è convinta che il suo partner sia sbagliato, e quelli che la legano ancora a lui nonostante questo suo essere distante dall'idea di partner che vorrebbe.
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