Salve, il 23 Novembre del 2020 (uomo, 29 anni) all'inizio di una sessione di corsa ho avvertito impr

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Salve, il 23 Novembre del 2020 (uomo, 29 anni) all'inizio di una sessione di corsa ho avvertito improvvisamente un dolore all'esterno del ginocchio sinistro.

Ero molto attivo e spesso correvo, andavo in bicicletta e facevo lunghe camminate in pianura e montagna. Dopo qualche giorno di riposo ho provato nuovamente a correre ma il dolore si è ripresentato.
A fine gennaio 2021 ho eseguito una RMN che ha evidenziato un edema osseo subcondrale.

Il referto:

"Eseguite sequenze multiplanari DP e DP FAT-SAT. Discreto edema osseo subcondrale e midollare del piatto tibiale laterale con sottile linea ipointensa
subcondrale compatibile con frattura da stress: l'edema si estende parzialmente anche al piatto
tibiale mediale, soprattutto posteriormente. Minimo edema midollare del bordo mediale del condilo
femorale interno. Utile rivalutazione RM dopo adeguata terapia medica. Rime articolari femoro-tibiali di ampiezza nei limiti, senza segni di condropatia. Non lesioni fissurative delle fibrocartilagini meniscali. Nei limiti i legamenti crociati e i legamenti collaterali.
Integro il tendine rotuleo e quadricipitale. Lieve tilt rotuleo esterno. Nei limiti lo spessore delle cartilagini di rivestimento dei capi ossei articolari
femoro-rotulei senza segni di condropatia."

Ho seguito una terapia antinfiammatoria e su consiglio dell'ortopedico ho smesso di svolgere attività motorie che caricassero il ginocchio, limitando l'uso allo stretto necessario. Per mantenere un minimo di forma ho continuato a svolgere esercizi a corpo libero usando la parte superiore del corpo (senza scaricare peso attraverso il ginocchio).
Il dolore è di basso livello ma persistente. Non è mai stato acuto (tranne all'inizio), non ho mai avuto gonfiore nè rigidità articolare. Il dolore "di sottofondo", anche semplicemente camminando, però è rimasto.


Il 9 aprile 2021 ho eseguito una seconda risonanza, di seguito il referto:

"Quesito clinico: follow-up in Pz per pregressa frattura da stress del piatto tibiale esterno.
RMN GINOCCHIO SX SENZA MDC
Esame condotto mediante sequenze pesate in T1, T2 ed in saturazione del grasso sul piano assiale, coronale e sagittale.
- entrambi i menischi sono regolari per morfologia ed intensità di segnale.
- entrambi i legamenti crociati sono regolari per decorso,spessore ed intensità di segnale.
- i legamenti collaterali sono regolari.
- il complesso estensore è regolare nella sua componente tendinea con rotula di tipo 1 secondo la classificazione di Wiberg
e con modesta iperpressione rotulea esterna.
- la spongiosa ossea mostra ancora sfumati fenomeni a carattere edematoso del piatto esterno segno comunque di
frattura intraspongiotica in via di risoluzione.
- il versamento articolare è rappresentato in fisiologica quantità."

Ho continuato l'astensione dall'attività motoria che caricasse il ginocchio (camminate comprese), cercando di limitare il più possibile l'utilizzo.

A oggi (inizio agosto 2021) la situazione non dà segni di miglioramento. Il dolore a basso livello è quasi sempre presente quando cammino, non è mai acuto, e non ho gonfiore nè rigidità.

Non sono un medico (ma sono un ingegnere) e ho eseguito ricerche in letteratura, principalmente su Google Scholar. I risultati evidenziano che il riposo dovrebbe essere una soluzione in tutti i casi non gravi. Tuttavia viene fatto spesso riferimento al “non-weightbearing”, ossia l’uso di stampelle per eliminare qualsiasi carico dell'articolazione interessata. Nè medico di base nè ortopedico, tuttavia, hanno mai menzionato questa possibilità.
Ho letto inoltre di una procedura che consiste nell’eseguire fori per aiutare il drenaggio del liquido accumulato nella spongiosa, che viene eseguita nei casi più gravi.
Inoltre ho letto delle review che affermano che non esiste evidenza scientifica a sostegno di tecarterapia o magnetoterapia (non ho conservato i paper in questione, scusate).

Mi rivolgo a voi perché l’attività fisica era molto importante per me. So che terapie più aggressive portano il rischio di effetti collaterali. Gli effetti collaterali dell’infortunio, tuttavia, li sto già subendo. In primis a livello psicologico: sono molto scoraggiato e spesso penso che, paradossalmente, in caso di incidente automobilistico ed amputazione dell’articolazione ad oggi sarei libero di correre con una protesi.
Inoltre, i miei livelli di colesterolo da “bassi” si sono alzati portandomi nella media per quanto riguarda il rischio cardiaco. Sono riuscito a non aumentare di peso e anzi a diminuire (per ridurre il carico sul ginocchio); ad oggi sono 72 kg per 181 cm di altezza.

Scrivo per chiedere un vostro parere in merito. Sono di Bergamo e se qualche specialista della Lombardia ritenesse di potermi aiutare sarei più che felice di tentare una terapia che risolva il problema.

Cordiali saluti.
Credo che in un caso come il suo avrei prescritto una terapia con bifosfonati, utili nei casi di edema osseo, e la magnetoterapia per almeno 2 ore consecutive al giorno per almeno 30 giorni. La magnatoterapia ha dimostrato di attivare gli osteoblasti nella formazione di nuovo osso. Probabilmente un periodo di scarico totale con divieto di carico avrebbe potuto accelerare il processo di guarigione.
Visto il perdurare della sintomatologia e dell'edema potrebbe esserci indicazione ad un trattamento di subcondroplastica con fosfato tricalcito
A disposizione
Saluti

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