Salve, ho quasi 40 anni, soffro di un disturbo di personalità dipendente piuttosto grave, curato mal

17 risposte
Salve, ho quasi 40 anni, soffro di un disturbo di personalità dipendente piuttosto grave, curato male farmacologicamente, con anche 4 ricoveri in psichiatria (uno per TS). Provate come detto diverse cure farmacologiche, diverse psicoterapie, il disturbo è esploso dopo la laurea con l'inizio della vita lavorativa. Mi sono dimesso da diversi lavori purtroppo. Ultimamente ho avuto una grave crisi di agitazione psicomotoria, i parenti mi han salvato dal farmi del male e ho dovuto riprendere l'ennesima cura farmacologica, che mi sembra sia solo il prolungamento della mia agonia. Il mio psicoterapeuta dice che non mi sto impegnando, che ho perso la speranza. Dopo tante botte non so davvero come recuperarla e riuscire a lottare contro sintomi terrificanti. Ho saputo di centri nel nord che possono essere d'aiuto, vorrei sapere se è realmente così o si tratterebbe dell'ennesimo ricovero "mascherato". Grazie.
Buonasera, grazie per la condivisione. Dalla sua richiesta si nota molta sofferenza e stanchezza. Rispetto alla psicoterapia mi sentirei di consigliarle di parlarne con il suo terapeuta, anche dei suoi dubbi e delle sue paure così da concordare insieme meglio la strada da percorrere in futuro sia essa farmacologica o clinica (ricovero compreso o cambio di strategia terapeutica)
Per quanto concerne la domanda sui centri al nord Italia non mi sento di suggerle dei nomi, sicuramente potrebbero essercene ma dovrebbero essere specifici per il suo disturbo ma anche questo può affrontarlo con il suo terapeuta o chiedere una consulenza esterna per delle informazioni.
Spero di esserle stata un po' di aiuto e le auguro il meglio.
Dott.ssa Anna Lucia Mirone

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Buonasera. Per quanto riguarda la sua domanda specifica sui centri, non sono in grado di risponderle. E' importante che lei continui il suo percorso personale che insieme alla terapia farmacologica, l'aiutano a gestire il suo disturbo di personalità.
Grazie per aver condiviso il suo vissuto.
Dott.ssa Nicoletta Gentile
ciao, mi dispiace tanto per la tua situazione. La psicoterapia è uno strumeto d'aiuto che si basa soprattutto sull'alleanza terapeutica, cioè dal tipo di relazione che si crea tra paziente e terapeuta. Questo tipo di relazione deve essere basato su un tipo di affinità e risonanza che si percepisce con un sentito totalmente soggettivo. Forse è necessario provare a vedere se risuoni con altri terapeuti (persone diverse). "Forse". Può essere che l'incontri in un centro o privatamente, lasciati ispirare da quello che senti e intuisci. Te lo auguro con tutto il cuore.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, potrei tranquillamente sbagliarmi ma io credo che il tipo di centro dove essere seguiti non farà mai una grandissima differenza, almeno non per questo tipo di problematiche. Forse un pò di differenza potrebbe farlo l'approccio terapeutico utilizzato dal terapeuta, nel senso che dovresti riuscire a trovare quello più adatto al tuo modo di essere. Ma una cosa ancora più importante è il rapporto di fiducia e collaborazione terapeutica che si viene a creare tra di voi. Ed infine, il più importante degli aspetti è il desiderio di mettersi in gioco. Non so cosa il tuo attuale terapeuta intenda quando parla di scarso impegno, ma posso dirti che, in generale, per ottenere dei benefici bisogna mettere in discussione molti aspetti di sé (specialmente nei disturbi di personalità) e questo non è assolutamente facile. In sintesi ti direi, trova il o i professionisti più giusti per te, anche nella tua zona o limitrofe (o, perchè no, anche online), i grandi centri blasonati nella maggiorparte dei casi sono tali per motivi di marketing.

Saluti
Può confrontarsi con il suo psicoterapeuta sui motivi che la portano a quello che lui lamenta come "scarso impegno". Se si sente demoralizzato e cerca delle nuove possibilità anche in questo caso può considerarne con lui e con il medico di medicina generale la scelta di una terapia residenziale se i centri sono specializzati nel suo disturbo e le garantiscono elementi specifici di cura adatti a lei.
Probabilmente quello che percepisce il suo terapeuta sarebbe meritevole di attenzione, per capire cosa lo spinge a pensare ciò, a valutare il suo comportamento come uno scarso impegno piuttosto che altro. Non è detto che vi sia una ragione unica in questi casi.
Nel nordest vi sono alcuni centri molto importanti ed efficaci per disturbi di personalità gravi. Se negli anni gli interventi messi in atto sia sul piano psicoterapico che farmacologico sono stati infruttuosi potrebbe essere utile prendere in considerazione una valutazione ex-novo per capire dove è il problema, anche dal punto di vista diagnostico.
Gentile utente,
mi dispiace molto per le difficoltà che sta affrontando e la ringrazio per la sua condivisione. La sua situazione è complessa e comprendo quanto possa essere difficile mantenere la speranza. Il disturbo di personalità dipendente richiede un approccio integrato e personalizzato. Non so se esistono veri e propri centri specializzati nel trattamento dei disturbi di personalità in Italia, ma esistono sicuramente centri che offrono programmi intensivi di terapia combinata, spesso più efficaci rispetto a trattamenti standard. Questi centri non sono semplici ricoveri, ma luoghi dove si può ricevere un supporto completo, comprendendo terapie innovative e multidisciplinari. È fondamentale che continui a cercare il trattamento che meglio risponde alle sue esigenze attraverso l'aiuto del suo terapeuta o del suo medico di base, coraggio! Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Buonasera,
Le consiglio di confrontarsi con il suo psicoterapeuta sui motivi che lo portano ad affermare che lui non si impegna, insieme potrete lavorare sulla difficoltà che lei percepisce e valutare la possibilità di entrare in contatto con centri residenziali che si occupano in modo specifico di disturbi di personalità.
Le auguro il meglio
Dott.ssa Filippi
Buonasera, vorrei spezzare una lancia puntata contro di lei, ma non so se è quello che davvero lei desidera. Questa lancia si chiama sintomo. Penso che lei abbia acquisito grandi capacità nell'autodiagnosticarsi dei sintomi, tuttavia un disturbo come quello dipendente è sempre relazionale. In quanto relazionato ad un oggetto, persona fisica o addirittura una parte di sé. Il suo presentare questo sintomo come a sé stante non la avvicina ad una soluzione, la invito a connettere nella terapia che segue, il suo sintomo con i nodi irrisolti della sua vita e delle sue relazioni.

Dott. Festa Simone
Buonasera. Per poterle dare un consiglio piu dettagliato, si dovrebbe entrare nel merito sia della terapia farmacologica, che del tipo di percorso psicoterapeutico da lei intrapreso. Detto questo, la invito a parlarne in modo aperto e sincero, con i suoi curanti.
Cordiali saluti
Buongiorno, è importante comprendere la relazione terapeutica che ha con entrambi i professionisti che la seguono, sarebbe utile per capire il motivo per cui la relazione terapeutica si trova in una fase di "impasse"
Buonasera! Più che cercare un centro specialistico per il suo disturbo (centro di cui non sono a conoscenza e non so se esista), cercherei di capire col suo psicoterapeuta il motivo della demotivazione nella terapia. La sua demotivazione non è, comunque, totale, cioè ha ancora speranza di stare meglio dal momento che è ancora in ricerca di informazioni. Non si arrenda e continui a cercare la terapia farmacologica e lo psicoterapeuta adatto a lei: può non essere semplice; si dia un certo lasso di tempo, non continuando a passare di palo in frasca, ma non un tempo infinito, se non vede risultati.
Gentile utente, cosa intende per prolungamento della malattia, quando si riferisce all'assunzione della terapia farmacologica? E cosa intende per ricovero "mascherato"?
Comprendo come i diversi fallimenti vissuti nel corso della sua vita abbiano contribuito a suscitarle, non solo un senso di inadeguatezza, ma anche una profonda tristezza, su cui si sta evidentemente ripiegando. Pur considerando la complessità della sua situazione, posso assicurarle che la vita è sempre nell'atto di farsi, così come l'equilibrio psicofisico; non esiste un punto di arrivo dopo il quale poterci considerare completi e definitivamente compensati. Pertanto, la invito a chiedere agli stessi terapeuti che la seguono dei consigli su eventuali cliniche. Continui a cercare e a mettersi in gioco, per aprirsi a nuove possibilità, in primis quella di poter comprendere concretamente il disagio che prova e le sue origini. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
La ringrazio per aver condiviso le sue difficoltà, immagino possa non essere sempre un passo semplice. 
Riconosco che sta attraversando un momento difficile ed è giusto che sappia che ha diritto a chiedere aiuto ora che il percorso si fa tortuoso. Il disagio che sta sperimentando è significativo e merita tutta l'attenzione e la cura possibili.
Tra l’altro, la sua domanda ha un contenuto rilevante, è preziosa per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare un’opportunità di conoscenza di sé.

La incoraggio vivamente a considerare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.

Le invio un caro saluto, restando a disposizione.
Gentilissimo Utente,
mi dispiace molto per questo suo malessere che si protrae da lungo tempo, e penso di comprendere la frustrazione nel non aver ad oggi trovato un trattamento/percorso adatto alle sue necessità. Mi sento di permettermi di fare una riflessione per fare un passo indietro prima di azzardare suggerimenti sul cosa fare; tra i diversi Professionisti che la hanno seguita le è mai stata offerta una corretta ed adeguata psicoeducazione circa la natura dei suoi sintomi e del suo quadro psicopatologico? Cosa intendo dire?! Le è mai stata fornita una spiegazione precisa ed accurata del funzionamento del disturbo di cui Lei soffre? Faccio questa riflessione perchè elemento fondamentale per un cambiamento in positivo è la consapevolezza della propria condizione e da quelle poche righe che ha condiviso non nascondo di avere qualche perplessità sulla diagnosi di disturbo dipendente di personalità. Mi ripeto: è stato fatto un attento ed accurato approfondimento diagnostico? Le è stata comunicata apertamenta la diagnosi? Le sono state fornite indicazioni precise ed appropriate circa la natura della diagnosi posta?
Le auguro tutto il meglio
Un caro saluto
Mauro Fadda
Salve, la invito a persistere, si ricordi però che non esiste un terapeuta o un qualsiasi centro che la potrà magicamente guarire.
I suoi esami universitari non sono riusciti senza studio, alla stessa maniera la terapia richiede impegno e volontà.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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