Salve, ho problemi di autostima e ansia. Ho iniziato la terapia analitico transazionale (da 3 mesi)

16 risposte
Salve, ho problemi di autostima e ansia. Ho iniziato la terapia analitico transazionale (da 3 mesi) e così ho rimportato a galla cose del mio passato per cui ora sto male. Ho pensato che sarebbe meglio una terapia cognitivo comportamentale perchè ho letto che mira a ridurre i sintomi senza esplorare la propria storia. Avrebbe senso fare un cambiamento del genere?
Buonasera, 3 mesi di terapia sono un inizio. Il percorso terapeutico può portare a galla questioni passate, ridurre i sintomi è certamente il primo passaggio, capire come ed in quale contesto si sono generati è parte della risoluzione. Pensi al fatto che il nostro presente è frutto del percorso della nostra esistenza, elaborare il nostro racconto è un modo per comprendersi in modo più efficace. Faccia presente al terapeuta cosa la sta angosciando così da capire in quale direzione andare.
Dott.ssa Camilla Ballerini

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Buonasera, se sta facendo un percorso psicoterapeutico ha delle situazioni del suo passato dolorose da elaborare. é all'inizio e una quota di sofferenza è da mettere in conto. Dico quota perchè non ci può essere solo dolore e solo passato. La cosa migliore è che porti questo stesso tema che ha scritto qui al suo terapeuta, in modo da trovare insieme delle modalità per gestire la situazione. Se non si sente ascoltata e accolta valuti se cambiare. Per quanto riguarda le "scorciatoie" rispetto ad esplorare la propria storia, non sono molto convinta. Io in seduta esploro con le persone il passato e il dolore, ma riusciamo anche a farci delle risate e dll'ironia. C'è un solo modo per sapere quale funziona, provarlo. E lo sa quale sarà la psicoterapia che avrà funzionato? Quella che ha raggiunto gli obbiettivi. Ognuno di noi è diverso, la relazione è ciò che cura, al di là delle tecniche. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno, la psicoterapia non è un percorso lineare e per cambiare qualcosa è necessario destrutturare e ricostruire. Ciò comporta momenti di dolore che con il supporto dello psicoterapeuta e nel rispetto dei suoi tempi, sono superabili e proficui. Credo che cambiare ora, soprattutto con una terapia che da ciò che scrive mi sembra che funzioni, significherebbe quasi scappare da ciò che invece può esserle utile. In ogni caso le suggerisco di parlare con chi la segue, si può sempre decellerare o rendere la terapia più tollerabile durante dei passaggi cruciali. Non demorda.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, ha iniziato da poco e forse sarebbe opportuno che lei parlasse con il suo terapeuta in merito a come sta vivendo. L'idea di cambio di terapia é forse un sintomo esso stesso. L'importante che ci sia un clima emotiva tale che le consenta di comunicare.
Un caro saluto,
Dr.saa giada di Veroli
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente di mio dottore,
continui pure il percorso iniziato, e parli del suo malessere allo specialista a cui si è affidato, vedrà che con il tempo potrà guardare ad un benessere più a lungo termine.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, la ringrazio innanzitutto per avere esposto la sua problematica su questo portale in quanto il suo quesito è comune a molti. Cercherò di risponderle con la chiarezza necessaria. Il disturbo che lei descrive viene trattato in ogni tipologia di trattamento psicoterapico, è un pò come per il mal di testa: esistono vari farmaci che possono curarlo, ma bisogna trovare quello che sul suo organismo produce un effettivo miglioramento in poco tempo. Curato il mal di testa però bisogna approfondire le cause che lo hanno provocato. Lo stesso accade anche nei trattamenti di ansia ed altri disturbi: sono solo delle sintomatologie manifeste di "disordini" interiori. La terapia cognitivo comportamentale è sicuramente quella che, come certificano gli studi, risulta essere la più indicata per il trattamento di queste problematiche, ma non è detto che sia quella più indicata per lei e comunque la porterà con il tempo a ricercare le cause che le hanno prodotto queste manifestazioni (ricordi l'esempio del mal di testa). Affronti con il suo terapeuta il dubbio che ha sulla scelta della tipologia di trattamento, e sono certa che riuscirà a tranquillizzarla e a procedere nella cura della sua sintomatologia. Ricordi comunque sempre che in tutti i percorsi psicoterapeutici ci sono dei momenti di up e down. Resto a disposizione per qualsiasi suo quesito. Cordiali saluti. Dott.ssa Lorena Assunta De Pari
Buongiorno, può avere senso cercare l'approccio terapeutico che sentiamo più nelle nostre corde, tuttavia ha iniziato una terapia da tre mesi e sembrerebbe presto per gettare la spugna, per di più evitando di risolvere i conflitti emersi che verosimilmente possono essere la causa del suo malessere. Le consiglio comunque di parlarne con il/la sua terapeuta.
Salve, sono una terapeuta cognitivo comportamentale, purtroppo la sua informazione non è corretta. La storia anamenstica deve essere esplorata e a seconda di quel che viene riportato si sceglie come intervenire poi nel presente. Purtroppo senza avere chiaro il funzionamento e la storia del soggetto non si può strutturare al meglio l'intervento.
Buongiorno,
non mi permetto di entrare nel merito del lavoro con il/la collega. Condivido che la terapia breve strategica non solo fornisce strategie concrete, ma attraverso esse, e il lavoro in seduta, si ristruttura in maniera più funzionale (e quindi utile al benessere della persona) il vissuto consolidando un nuovo equilibrio percettivo-reattivo.
Saluti
gentile utente, sono una terapeuta cognitivo comportamentale e mi sento di dirle che purtroppo iniziare un percorso psicologico significa anche imparare a stare a contatto con il proprio dolore, e capisco quanto questo sia spaventante e faccia male. Può capitare che per evitare di guardare e toccare dei propri vissuti dolorosi si attivino dei meccanismi difensivi che ci portano a porgere lo sguardo altrove, ma così come altri approcci anche la terapia cognitivo comportamentale,( nonostante si dedichi in un primo momento a lavorare sul sintomo e sul problema presente), scava un po' più nel passato per ricercare le cause profonde e lavorare su quelle per fare in modo che quel sintomo e le risposte disfunzionali ad esso associate, si modifichino e non ricompaiano. La terapia è molto faticosa, e può capitare all'inizio quasi di sentirsi peggio perchè si scoprono cose di se dolorose e si sta a contatto con ciò che ci fa male; ma non demorda, è solo un primo momento, dopodichè la terapia può diventare una bellissima scoperta di se in un luogo sicuro con l'acquisizione di nuove strategie e risorse sempre più funzionali che portano a star bene.
Un caro saluto, dott.ssa Carmen Tedeschi
Buongiorno, comprendo la sua fretta nel voler ridurre i problemi di ansia ed autostima. La terapia, tuttavia, necessita di un fisiologico periodo di esplorazione, elaborazione e cristallizzazione di processi e di dinamiche personali. Delle tecniche cognitivo - comportamentali possono esserle certamente utili per fronteggiare le urgenze ma, poi, inevitabilmente vanno accostate ad un'indagine di tutti quei problemi sottostanti che l'anno portata a vivere il suo malessere. Mi permetto di suggerirle di non avere fretta e di darsi del tempo.
Saluti
Gentile utente, è comprensibile che stia vivendo un periodo difficile, specialmente quando si riportano alla luce esperienze passate durante la terapia. La terapia analitico-transazionale è molto utile per esplorare le dinamiche relazionali e i copioni di vita che possono influenzare il presente. Questo processo può essere doloroso, ma può anche portare a una comprensione profonda e duratura di sé e delle proprie relazioni. La terapia cognitivo-comportamentale, d'altra parte, è orientata a ridurre i sintomi attuali e a modificare i comportamenti e i pensieri disfunzionali senza necessariamente esplorare il passato in profondità. È una scelta valida per chi desidera un approccio più focalizzato sul presente e sui sintomi attuali. Prima di decidere un cambiamento di approccio terapeutico, le consiglio di discutere apertamente delle sue preoccupazioni con l'attuale terapeuta. Potreste esplorare insieme le ragioni del disagio e valutare se ci sono modi per affrontare questi sentimenti all'interno del contesto della terapia attuale. In ogni caso, è importante che si senta a suo agio e supportato nel percorso terapeutico. Ogni persona è unica e ciò che funziona meglio per uno potrebbe non essere altrettanto efficace per un altro. L'importante è trovare un percorso che la aiuta a sentirsi meglio e raggiungere gli obiettivi di benessere. Rimango disponibile. Un caro saluto, Dott.ssa Sara Magliocca
Salve, è normale stare male durante un percorso di psicoterapia.
Passare attraverso il mare magno delle proprie emozioni è necessario, ed è l’anticamera ad un processo di ricostruzione che le permetterà poi di vivere una vita più piena.
Parli con il suo psicoterapeuta del suo disagio, questo la aiuterà ad essere maggiormente consapevole e motivato al cambiamento.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile utente, riporti queste sue paure all'interno del percorso psicologico che lei già sta svolgendo. L'inizio può essere complicato, lo comprendo, ma il potere trasformativo della psicoterapia consiste proprio nell'attraversare questo dolore. Non molli la presa!
Dott. Paolo Di San Diego
Buongiorno, un percorso di psicoterapia implica, in alcuni momenti, anche il contatto con la propria sofferenza. Ed è proprio attraversando questo dolore che si giunge ad altre mete e a nuove opportunità. Condivida il suo vissuto con il suo terapeuta. Un saluto.

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