Salve, Ho notato una situazione della mia vita che mi è sempre stata a cuore ma che non avevo mai v

19 risposte
Salve,
Ho notato una situazione della mia vita che mi è sempre stata a cuore ma che non avevo mai visto sotto un'altra luce. Sono una ragazza adolescente e con i miei genitori non mi trovo d'accordo sulla maggior parte degli argomenti. Da un lato penso che, data l'adolescenza, sia anche normale questo "conflitto", fatto di negazioni da parte loro e piccole "ribellinioni" o discussioni da parte mia. Dall'altro, però, penso che ci siano pensieri di base che non potrò mai condividere con loro e che, quindi, non potrò mai trovare una vera pace tra noi, a meno che non continuiamo a vivere serenamente, senza, però, avere uno scambio sincero di pensieri. C'è, inoltre, un aspetto molto importante che ho smspre preso in considerazione, ma mai lo avevo analizzato così tanto. Con mio padre non ho quasi alcun rapporto. Vive con noi, ha un lavoro che gli permette di stare a casa anche molto spesso, ma ci sono tanti fattori che non permettono di creare un rapporto. Lui ha avuto conflitti con la sua famiglia fin da bambino e ciò lo ha portato ad avere problemi relazionali e sociali mai davvero diagnosticati o curati come si deve (in quanto non ritiene la salute mentale una sua priorità, altra cosa su cui non sono d'accordo), ed, inoltre, c'è sempre quel divario di pensieri che ci divide. Ho sempre notato la sua assenza emotiva nei confronti dei figli o delle altre persone (ho anche 2 fratelli molto più grandi di me), ma mi sono accorta ancora di più del problema quando, parlando con altre persone che hanno problemi con loro padre, mi dicevano che tanti comportamenti non fossero normali. Ad esempio, se devo chiedere ai miei genitori il permesso di fare qualcosa, pongo la domanda a mia madre e lei successivamente parla con mio padre e, sempre lei, viene a dirmi cosa hanno deciso. In pratica, stiamo nella stessa casa, ma non parliamo e non passiamo mai del tempo davvero insieme. Non so se i miei fratelli maggiori, entrambi maschi, con 1 anno di differenza tra loro e 10/11 da me, abbiano mai sofferto per questo, dato che, almeno nei miei confronti, non ne hanno mai dato i segnali per capirlo, però io ultimamente sto notato che, forse, molti miei comportamenti disfunzionali possono derivare da questo. Non mi sono mai rivolta ad uno specialista, purtroppo, me penso che ci sono aspetti che possano avere le loro radici proprio in questa problematica, come, ad esempio, la mia insicurezza fisica e mentale, il mio costante e fastidioso perfezionismo e la conseguente difficoltà a relazionarmi in determinati contesti. Ho paura che questa "mancanza" (anche se non fisica, ma mentale) di una figura che psicologicamente dovrebbe essere così importante possa causarmi problemi futuri più gravi, come relazioni tossiche o, al contrario, l'isolamento. Sono solo piccoli pensieri e supposizioni che a volte mi faccio, ma penso che in qualche modo questa problematica mi abbai influenzata. Ciò che da più fastidio è il fatto che fisicamente lui è presente in casa, ma non volendo stare con me, il messaggio che mi arriva è che non gli importi di me, anche se non so come la pensa davvero. Ammetto anche che non ho mai provato a fare dei passi avanti nei suoi confronti, ma questo perché non ne ho mai sentito la necessità, ma soprattutto la spontaneità nel fare qualcosa di questo tipo, anche perché ormai sono abituata così ed, inoltre, abbiamo due modi di ragionare completamente diversi, che lui non accetterebbe. Scusate per il testo estremamente lungo, ma la questione mi sta molto a cuore, e spero di averla espressa al meglio.
Vi ringrazio davvero per il lavoro che fate ogni giorno per noi.
Buona giornata.
Carissima, grazie della tua condivisione così attenta e precisa. E' molto positivo che ti interroghi in questa maniera sulle relazioni all'interno della tua famiglia e cerchi delle modalità di lettura, anche per il tuo futuro. I conflitti e le diverse visioni sono tipiche dell'adolescenza, come tu stessa dici, fanno parte di un processo naturale ed evolutivo.Per quanto riguarda la relazione con tuo padre, anche qui posso dirti per esperienza professionale, che è abbastanza comune questa distanza, questo passaggio di comunicazione attraverso la madre. Questo non vuol dire che sia normale. Ci sono tanti fattori che possono intervenire, carattere, educazione ricevuta, incapacità ad esternare affetto ed emozioni.Ci sono persone che solo in vecchiaia di "ammorbidiscono" , quando calano alcune difese ed inibizioni. Potresti chiedere ai tuoi fratelli com'è stata la situazione quando erano più piccoli. Ed anche a tua madre. Se vuoi approfondire questi aspetti, come hai accennato, potresti chiedere una consulenza ad uno/una psicologa. Potresti entrare più nel profondo nel tuo rapporto con la famiglia e in particolare tuo padre, individuando anche delle modalità per relazionarti con lui. Un lavoro più preventivo che clinico, ma senz'altro molto utile per la tua crescita. Complimenti per la tua presenza a se stessa, un carissimo saluto, resto a disposizione, saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Cara utente, grazie per aver condiviso una problematica così delicata. Come hai giustamente evidenziato, è normale che durante l'adolescenza ci siano disaccordi con i genitori, ma mi sembra che tu stia affrontando qualcosa di più profondo, soprattutto per quanto riguarda il tuo rapporto con tuo padre. La mancanza di un legame emotivo con una figura genitoriale può avere un impatto significativo sulla tua autostima, sulla tua percezione di te stessa e sulle tue relazioni future, ma ritengo che il fatto che tu stia riflettendo su come questo possa influenzare il tuo comportamento e i tuoi sentimenti sia già un passo molto importante verso la comprensione di te stessa. Saper riconoscere le dinamiche disfunzionali che potresti mettere in atto a causa della tua situazione famigliare ti dà un grande potere: puoi iniziare a lavorare su te stessa per evitare che diventino problemi più gravi.
Per quanto riguarda il non sentirti spontanea nel fare un passo verso tuo padre, non c'è nulla di sbagliato in questo. Spesso, quando un legame non è stato coltivato, può essere difficile trovare la motivazione per avvicinarsi. Forse verrà il momento giusto per pensare di riavvicinarsi, ma va bene che non sia adesso se non ti senti pronta.
Penso possa esserti di grande aiuto parlare con uno specialista, psicologo o psicoterapeuta, che possa aiutarti ad approfondire questa situazione e trovare delle strategie adatte a comprendere e gestire le tue emozioni e i tuoi comportamenti. Anche se tuo padre potrebbe non essere disposto a cambiare, tu hai il potere di lavorare su te stessa e su come reagisci a questa dinamica. Ti auguro il meglio, una buona giornata.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza e le tue riflessioni in modo così aperto. La situazione che descrivi è complessa e comprendo quanto possa essere difficile da affrontare, specialmente durante l'adolescenza, un periodo in cui la ricerca di identità e l'equilibrio nei rapporti familiari diventano particolarmente significativi.

Il conflitto che stai vivendo con i tuoi genitori, soprattutto con tuo padre, è qualcosa che molte persone attraversano, ma ciò non lo rende meno doloroso o significativo. Il fatto che tuo padre sia fisicamente presente ma emotivamente distante può far emergere una sensazione di disconnessione e, come hai notato, questo potrebbe influenzare il modo in cui ti relazioni con te stessa e con gli altri.

È comprensibile che tu possa provare insicurezza, perfezionismo, e difficoltà a relazionarti in certi contesti. Questi possono essere meccanismi di difesa che hai sviluppato per gestire la mancanza di un legame emotivo con tuo padre, una figura che culturalmente e psicologicamente è spesso associata alla protezione, al sostegno, e all'approvazione. Quando questa figura non è disponibile, può essere difficile costruire una solida autostima e fiducia in se stessi.

La tua preoccupazione per il futuro è valida, ma è anche importante ricordare che essere consapevole di questi problemi è un primo passo fondamentale verso la loro risoluzione. Il fatto che tu stia già riflettendo su come la tua relazione con tuo padre possa influenzarti dimostra una grande maturità e capacità di introspezione.

Se senti che questi pensieri e sentimenti stanno diventando un peso troppo grande da portare da sola, potrebbe essere utile parlare con uno specialista. Un terapeuta potrebbe aiutarti a esplorare questi temi più in profondità, a comprendere meglio come la tua esperienza familiare ha modellato il tuo modo di pensare e agire, e a sviluppare strategie per affrontare eventuali difficoltà future.

Ricorda che non c'è niente di sbagliato nel cercare aiuto quando ne senti il bisogno. Anche se può sembrare difficile, parlare con un professionista può offrirti nuovi strumenti per costruire relazioni più sane e un senso di sé più forte e positivo.

Sono qui per supportarti in questo percorso e se deciderai di intraprendere una strada terapeutica, potrei aiutarti a trovare l'approccio che più si adatta alle tue esigenze. Non esitare a chiedere se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o semplicemente di parlare ancora di ciò che stai vivendo. Buona giornata a te.
Buongiorno Gentile Utente, grazie per aver condiviso con tanta sincerità una parte così importante e delicata della sua vita. Posso immaginare quanto questo tema le stia a cuore e quanto possa essere complesso convivere con questi pensieri e sentimenti.

È assolutamente normale, durante l'adolescenza, vivere un periodo di conflitti e incomprensioni con i genitori. Questo è spesso legato al desiderio naturale di affermare la propria identità, autonomia e indipendenza. È un processo che può generare tensioni, soprattutto quando ci sono divergenze di opinioni o modi di vedere la vita molto differenti.

Quello che descrive riguardo al suo rapporto con suo padre sembra essere più di un semplice conflitto generazionale. È evidente che si sente una distanza emotiva, una sorta di "assenza" che, purtroppo, può essere percepita come mancanza di interesse o di affetto. Questa percezione può effettivamente influenzare la sua autostima, il suo senso di sicurezza, e la sua capacità di sviluppare fiducia nelle relazioni. Il fatto che suo padre abbia avuto difficoltà relazionali e sociali fin dalla sua infanzia e che non abbia mai cercato di affrontarle potrebbe spiegare almeno in parte il suo comportamento più distaccato.

Il suo bisogno di chiarezza e le sue preoccupazioni per il futuro:
È comprensibile che si interroghi su come questa situazione possa averla influenzata e su come potrebbe continuare a farlo in futuro. La sensazione di non essere vista o considerata può portare a sentimenti di insicurezza, perfezionismo e difficoltà nelle relazioni. È possibile che lei stia già sviluppando una consapevolezza molto importante: quella di voler comprendere meglio le sue emozioni e le sue reazioni, per prevenire l’insorgere di problemi futuri più significativi.

Potrebbe essere utile iniziare un percorso con uno/a psicologo/a, un professionista può aiutarla a esplorare queste dinamiche familiari e capire come abbiano influenzato la sua crescita e il suo modo di vedere sé stessa. La terapia potrebbe offrirle uno spazio sicuro dove riflettere su come gestire i sentimenti di insicurezza e come sviluppare una maggiore sicurezza interiore, oltre a scoprire nuove modalità per affrontare la relazione con suo padre, anche solo per trovare un po' di pace con la situazione.

Se sentisse il desiderio di fare un passo verso suo padre, potrebbe essere utile iniziare da piccoli gesti, come fare una domanda su qualcosa che lo riguarda o condividere un pensiero o un evento della sua giornata. Non è necessario che questi tentativi portino a grandi cambiamenti immediati, ma potrebbero essere modi per costruire un ponte, anche se piccolo, verso una comprensione reciproca.

Indipendentemente dal comportamento di suo padre, è importante che lei si prenda cura di sé stessa, riconoscendo che merita rispetto, amore e considerazione. Cercare il supporto di amici fidati o figure di riferimento positive potrebbe aiutarla a sentirsi meno sola e a trovare modelli di relazione più sani.

Spero che queste riflessioni possano offrirle qualche spunto utile. Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. Interrogarsi sui rapporti familiari è di necessaria importanza poichè la famiglia è il luogo in cui dovremmo sentirci liberi di essere pienamente noi stessi e di dialogare liberamente, anche e soprattutto quando ci sono pensieri diversi. Forse suo padre ha alle spalle un vissuto complicato e che lo porta ad attuare un atteggiamento di distanza da voi figli, spesso infatti si tende ad attuare dei copioni e degli schemi già vissuti, possibilmente suo padre ha vissuto le stesse situazioni, ma questo deve spronarla ad instaurare nuove dinamiche relazionali basate sul confronto ed una sana comunicazione. Per il suo benessere emotivo, le consiglio di intraprendere un percorso psicologico che la aiuti in tal senso e che vada a rafforzare la sua autostima. Resto a sua disposizione, saluti Dott.ssa Erika Di Pietro
Buongiorno,

lei porta qui tanti temi importanti che per la loro portata e complessità potrebbero esser sviscerati solo all'interno di un contesto di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Si apra alla possibilità di affidarsi ad uno specialista, parlandone ovviamente prima coi suoi genitori; potrebbe esser occasione per lei di poter guardare un po' più da vicino tutto questo, provando a darne un senso.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, e complimenti per la tua auto-analisi. I
n effetti non elaborare questo senso di rifiuto/lontananza (che rifiuto non è ma è come lo vivi tu) se non correttamente elaborato ed interpretato potrebbe anche portare a difficoltà relazionali, anche se ovviamente non è detto. Vista la buona capacità di introspezione che dimostri ne approfitterei per sviscerare la questione con uno specialista. Un consiglio pratico invece, siccome hai correttamente interpretato le deifficoltà relazionali di tuo padre (quindi quello che accade non è per causa tua), ti consiglio di mettere da parte la "verifica di affetto" per un momento e di cercare di prendere tu l'iniziativa nei suoi confronti chiedendogli consigli/pareri ma anche momenti di condivisione. Se molto in difficoltà potrebbe irrigidirsi sulle prime ma se insisiti dovresti riuscire a produrre qualche effetto nella dinamica relazionale. Ti consiglio di fare tutto questo con la supervisione di un/a collega.
Ciao,
la tua sincerità e profondità di riflessione emergono chiaramente nel tuo messaggio, e mi fa piacere percepire la tua intelligenza e maturità in questo processo di esplorazione interiore.
Vorrei innanzitutto rassicurarti riguardo al conflitto che stai vivendo con tua madre: questa dinamica è del tutto naturale e rappresenta un passo significativo nel tuo percorso di crescita. Stai attraversando una fase cruciale di distacco dal genitore, attraverso la quale stai costruendo la tua identità e il tuo senso di Sé distintivo.
Il fatto di avere punti di vista diversi non deve essere visto come un problema, né tantomeno come un fallimento nelle relazioni. È normale che emergano differenze di opinione o di comportamento, e questo non solo in famiglia ma anche con amici e partner. Fa parte della bellezza delle relazioni umane. Se impari a confrontarti e ad aprirti a punti di vista diversi, pur mantenendo inalterati il rispetto e l’affetto per l’altro, sarai in possesso di una competenza preziosa che ti arricchisce e ti consente di crescere.
Per quanto riguarda tuo padre, non è infrequente trovarsi in famiglie in cui le figure maschili (il padre in primis) possono apparire distaccate sia emotivamente che fisicamente, e questo può creare delle ferite e dei fraintendimenti dovuti alla mancanza di una comunicazione efficace.
La prima cosa che mi verrebbe da proporti è quella di tentare un approccio diverso, che consiste nel provare ad esprimere in modo affettuoso e sincero i tuoi bisogni e desideri con i tuoi fratelli prima, e poi con tuo padre. Credo che tu abbia le risorse per provarci!
Questo tipo di comunicazione più intima e profonda potrebbe contribuire a colmare eventuali distanze emotive e a chiarificare dei comportamenti nei quali tu hai forse proiettato le tue paure più profonde (“il messaggio che mi arriva è che non gli importi di me”).
In ogni caso, credo che partendo da queste basi, potresti iniziare un percorso psicologico che ti aiuterebbe a esplorare e potenziare ulteriormente le tue risorse, ad affrontare l’insicurezza, il perfezionismo e i disagi relazionali che stai sperimentando, oltre che a prevenire possibili rischi futuri, come tu stessa ipotizzi.
Rimango a tua disposizione per approfondire questi temi, se lo desideri.
Un caro saluto
Dott.ssa Simona Di Napoli
Grazie per aver condiviso una parte così importante della tua vita e delle tue riflessioni. La situazione che descrivi è complessa e merita una profonda attenzione, perché tocca aspetti fondamentali delle relazioni familiari e del tuo sviluppo personale.

Innanzitutto, è importante riconoscere che il periodo dell'adolescenza è spesso caratterizzato da conflitti con i genitori, legati alla ricerca di autonomia e alla costruzione della propria identità. Tuttavia, la tua consapevolezza riguardo al rapporto con tuo padre, e i sentimenti che ne derivano, indicano che ci sono questioni più profonde in gioco, che vanno oltre il normale conflitto generazionale.

La mancanza di una connessione emotiva con tuo padre, nonostante la sua presenza fisica, è una dinamica che può influire significativamente sul tuo benessere psicologico. Quando una figura genitoriale è distante emotivamente, può trasmettere messaggi impliciti di disinteresse o rifiuto, anche se non è questa l’intenzione reale. Questo può portare a sentimenti di insicurezza, bassa autostima e difficoltà nelle relazioni interpersonali, come hai giustamente ipotizzato.

È comprensibile che tu possa sentirti confusa o preoccupata riguardo a come questa situazione possa influenzare il tuo futuro, soprattutto in termini di relazioni e autostima. Riconoscere questa dinamica e il suo impatto su di te è un primo passo molto importante verso la comprensione di te stessa e delle tue emozioni.

Riguardo alla tua preoccupazione per il futuro, è vero che le relazioni con i genitori possono influenzare il modo in cui ci rapportiamo agli altri e a noi stessi. Tuttavia, essere consapevoli di queste dinamiche ti mette in una posizione di vantaggio, perché ti permette di lavorarci su e di evitare che si trasformino in schemi disfunzionali nelle tue future relazioni.

Considerare di parlare con uno specialista potrebbe essere una scelta molto utile per esplorare questi sentimenti e per sviluppare strategie che ti aiutino a costruire una maggiore sicurezza in te stessa e nelle tue relazioni. Un percorso psicologico potrebbe offrirti uno spazio sicuro per esprimere e comprendere meglio le tue emozioni, e per lavorare sulle difficoltà relazionali che descrivi.

Infine, tieni presente che migliorare il rapporto con tuo padre non deve necessariamente essere un obiettivo immediato, soprattutto se non senti la spontaneità o la necessità di farlo. Tuttavia, affrontare le tue emozioni riguardo a questa relazione, magari con l'aiuto di un professionista, potrebbe aiutarti a trovare una tua forma di serenità, indipendentemente da come evolverà il vostro rapporto.

Se hai ulteriori domande o hai bisogno di chiarimenti, non esitare a chiedere. Il percorso verso una maggiore consapevolezza e benessere è complesso, ma è un viaggio che vale la pena intraprendere.

Ti auguro il meglio nel tuo percorso.

Cordiali saluti,
Dott.ssa De Pretto
Salve, quello che descrivi è uno degli aspetti più tipici della psicoanalisi. Non è assolutamente niente di grave, semplicemente sentirsi rifiutata da un padre genera appunto un complesso paterno, per cui quella figura rifiutante da grande potrebbe in teoria andare ad influire sul tuo rapporto con l’altro sesso. Per contro, e non so quanti anni hai, si sente anche la tua capacità di cogliere quegli elementi sostanziali che possono essere segno di grandi risorse cognitive in via di sviluppo e che fanno ben sperare. Lascia che la tua crescita avvenga naturalmente, se puoi ora cercati una figura maschile come terapeuta, con una età che possa assomigliare a quella di tuo padre e fai questo percorso di recupero. Se non puoi ora premurati di farlo appena potrai. Per il resto vivi la tua adolescenza come un dono. Un saluto, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile utente,
è evidente che hai riflettuto molto su questa situazione e che la mancanza di un rapporto emotivo con tuo padre ti sta causando un notevole disagio.
Il conflitto generazionale tra genitori e figli è un tema comune durante l’adolescenza, e il desiderio di affermare la propria identità può spesso portare a scontri. Tuttavia, la situazione che descrivi con tuo padre sembra andare oltre il normale attrito adolescenziale. La sua assenza emotiva e la difficoltà nel costruire un rapporto con lui sono aspetti che possono effettivamente avere un impatto significativo sulla tua vita.
La sensazione che tuo padre sia fisicamente presente ma emotivamente distante può essere dolorosa. Quando una figura così importante nella nostra vita sembra non voler connettersi con noi, possiamo sentirci non amati o non importanti. Questi sentimenti possono contribuire a sviluppare insicurezze e difficoltà relazionali, come hai giustamente notato.
Riflettere su come questa situazione possa influenzare il tuo presente e il tuo futuro è un segno di grande maturità. Hai già identificato alcuni comportamenti che potrebbero essere legati a questa mancanza di relazione con tuo padre, come il perfezionismo e l'insicurezza. È possibile che questi aspetti abbiano radici profonde, e lavorarci su potrebbe aiutarti a vivere con maggiore serenità.
Ti incoraggerei a considerare l’idea di parlare con uno psicologo. Un professionista potrebbe aiutarti a esplorare meglio queste dinamiche, a capire come gestirle e a costruire un rapporto più sano con te stessa e con gli altri. Non si tratta di cambiare chi sei, ma di capire come alcune esperienze hanno modellato il tuo modo di vedere il mondo e di trovare strategie per affrontarle in modo positivo.
Ricorda che anche se la situazione con tuo padre è difficile, il modo in cui scegli di affrontarla può fare la differenza.
Infine, non sentirti in colpa per la lunghezza del tuo messaggio o per i pensieri che hai condiviso. È importante che tu abbia un luogo in cui sentirti ascoltata e compresa.
Ti auguro il meglio nel tuo percorso e spero che tu possa trovare la serenità che meriti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna
Buonasera, la sua sensibilità e la capacità critica di osservare ciò che non va come dovrebbe o vorrebbe nella sua famiglia, è un aspetto assolutamente positivo. A me sembra che lei abbia desiderio di mettersi in discussione per crescere al meglio e in modo diverso rispetto al suo ambiente di origine. Inizierei a "fare un passo" verso suo padre, se lo desidera. La dinamica genitoriale che lei ha descritto è un assetto che la sua famiglia si è data, le conseguenze sul modo di sentire e vivere dei figli, compresa lei, possono essere varie. Il primo passo è sicuramente rendersi conto di ciò che prova e desidera.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno,
Quando si cresce è normale volersi distaccare da quello che fanno, dicono e pensano i propri genitori. Spesso è un percorso doloroso ma dovuto.
Importante non dimenticare che i genitori sono quelli che in casa comandano, anche se sbagliano stanno facendo il meglio possibile per loro.
La crescita quindi presuppone che si riesca ad istaurare un dialogo dove il confronto non serve ad annientare un pensiero piuttosto che un altro, o ad annullare quello che l'altro dice.
Per questo consiglio un percorso di psicoterapia strutturale integrato che verte a trovare un equilibrio tra rabbia e paura nell'intento di far valere entrambe le parti e trovare un possibile punto di incontro.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
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Buongiorno,
grazie per aver condiviso una parte così delicata della tua storia. Posso immaginare quanto sia doloroso vivere con questi pensieri e sentimenti. Durante l'adolescenza, è assolutamente normale vivere un periodo di incomprensione con i propri genitori. Il desiderio naturale di affermare la propria identità e la propria autonomia spesso può generare tensioni, in maggior modo quando ci sono marcate divergenze di opinioni o modi di vedere e di sentire la vita molto differenti.
Questo non deve essere visto come un problema, né tantomeno come un fallimento ma denota la ricchezza e la complessità delle relazioni umane.
Detto questo, quando potrai, credo che potresti beneficiare di uno spazio tuo. Iniziare un percorso ti aiuterebbe a potenziare le tue risorse, ad arricchirti con nuovi strumenti ed ad affrontare l’insicurezza, il perfezionismo e i disagi relazionali che stai sperimentando. Un caro saluto.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Grazie per aver condiviso la tua riflessione così profonda e sincera. È evidente che stai facendo un lavoro importante per cercare di comprendere te stessa e la tua situazione familiare, e questo è già un passo molto significativo.

Da ciò che scrivi, sembra che tu stia vivendo una situazione complessa che ti fa sentire emotivamente distaccata da tuo padre, nonostante la sua presenza fisica. Questo tipo di distacco può essere difficile da gestire, soprattutto durante l’adolescenza, un periodo in cui stiamo cercando di definire la nostra identità e di comprendere le dinamiche che ci circondano.

È normale che, in questo periodo della vita, ci siano conflitti o incomprensioni con i genitori, ma il fatto che tu stia notando un distacco emotivo specifico con tuo padre e che questo stia influenzando il tuo modo di percepirti e relazionarti con gli altri è qualcosa su cui vale la pena riflettere ulteriormente. Da quello che racconti, tuo padre sembra avere le sue difficoltà a esprimere emozioni o a creare legami profondi, forse a causa di esperienze passate. Questo può avere un impatto su di te, facendoti sentire non considerata o non importante per lui.

La tua preoccupazione per il futuro e per il possibile sviluppo di relazioni disfunzionali è comprensibile. Avere una figura di riferimento emotivamente distante può influenzare il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri. Tuttavia, è importante ricordare che sei tu a poter decidere quale direzione prendere per te stessa e per il tuo benessere.

Mi sembra positivo che tu abbia la consapevolezza di come questa situazione possa averti influenzato. Questa consapevolezza è il primo passo per poter fare delle scelte consapevoli in futuro. Considera che non è mai troppo tardi per esplorare nuove modalità di relazione, sia con tuo padre che con te stessa. È possibile che tuo padre non sia consapevole di quanto la sua distanza emotiva ti abbia colpito, e a volte, anche piccoli tentativi di comunicazione, senza grandi aspettative, possono portare a una maggiore comprensione reciproca.

Infine, potrebbe essere utile considerare l’idea di parlare con uno psicologo o uno psicoterapeuta, qualcuno che possa offrirti uno spazio sicuro per esplorare questi sentimenti e aiutarti a trovare modi per affrontare queste dinamiche in maniera costruttiva. Non c'è bisogno di aspettare che la situazione diventi insostenibile per cercare supporto; anche una semplice chiacchierata può aiutarti a fare chiarezza e a sentirti meno sola in questo percorso.

Dott. Iacopo Curzi
Cara Utente, grazie per aver condiviso in modo così aperto il suo vissuto. Le sue parole esprimono una grande consapevolezza riguardo alle dinamiche che si sono create nella in famiglia, e capisco quanto possa essere difficile sentirsi così distanti da una figura tanto importante come suo padre. È naturale che in adolescenza si possano manifestare conflitti e differenze di opinioni con i genitori, ma quello che la preoccupa sembra andare oltre i normali contrasti generazionali. La distanza emotiva che sente da parte di suo padre e il modo in cui questa assenza si riflette nel vostro rapporto è qualcosa che può portare a sensazioni di solitudine e frustrazione. È comprensibile che si stia chiedendo se e come questo stia influenzando la sua autostima e le sue relazioni. La consapevolezza che mostra è già un passo importante, e le potrebbe essere d'aiuto intraprendere un percorso con uno specialista. In modo che possa aiutarla nel rendere questa difficile situazione sempre più chiara. Le auguro una buona giornata, e resto a disposizione.
Un caro saluto, Dott.ssa Sonia Segoloni.
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Ciao e grazie per aver condiviso la tua esperienza in modo così aperto e riflessivo. La situazione che descrivi è sicuramente complessa e può avere un impatto significativo su di te, specialmente durante l’adolescenza, un periodo già di per sé delicato e di sviluppo. È normale che durante l’adolescenza ci siano conflitti e disaccordi con i genitori, poiché stai cercando di definire la tua identità e il tuo spazio nel mondo. Tuttavia, i conflitti che descrivi sembrano avere radici più profonde e una dinamica familiare che può essere influenzata da fattori più ampi, come la mancanza di comunicazione e l'assenza emotiva di tuo padre. L’assenza emotiva di un genitore può certamente influire sullo sviluppo e sulla percezione di sé. Se non c’è un reale coinvolgimento e un sostegno emotivo, questo può contribuire a sentimenti di insicurezza e perfezionismo, poiché potresti cercare approvazione e conferma in altri ambiti della tua vita. Le dinamiche familiari disfunzionali possono influenzare il modo in cui ci si relaziona con gli altri e il proprio senso di valore. L’insicurezza, il perfezionismo e le difficoltà relazionali che menzioni potrebbero effettivamente avere radici nelle tue esperienze familiari. Questi schemi possono manifestarsi anche nelle relazioni future e influenzare il tuo benessere emotivo. Rivolgersi a uno specialista potrebbe essere molto utile per esplorare questi sentimenti e comportamenti in modo più approfondito. Un terapeuta potrebbe aiutarti a comprendere meglio come queste dinamiche familiari stanno influenzando la tua vita e a sviluppare strategie per affrontare le difficoltà che stai vivendo. Non è mai troppo presto per cercare aiuto e lavorare su di sé. Anche se può essere difficile, potrebbe essere utile trovare modi per esprimere i tuoi sentimenti e preoccupazioni ai tuoi genitori, se e quando ti senti pronta. Potresti considerare di farlo attraverso un terapeuta o un mediatore familiare che può facilitare la comunicazione.
Ricorda che non sei sola e che è un passo importante e coraggioso quello di riflettere su questi aspetti e cercare aiuto. Il fatto che tu stia prendendo coscienza di come queste dinamiche familiari possano influenzarti è un grande passo verso la comprensione e il cambiamento. Buona giornata anche a te e in bocca al lupo per il tuo percorso. Un caro saluto, Dr. Vittorio Penzo.

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