Salve, ho letto sul web che nella terapia per gli attacchi di panico spesso vengono usati anche i fa

17 risposte
Salve, ho letto sul web che nella terapia per gli attacchi di panico spesso vengono usati anche i farmaci. Questa cosa mi spaventa ancora di più. Sono disposto a tutto pur di uscirne perché non ne posso più, ma è vero che sono così necessari?
Grazie.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, nella cura degli attacchi di panico la forma di psicoterapia che la ricerca scientifica ha dimostrato essere più efficace è quella cognitivo - comportamentale, se la sintomatologia è invalidante sarebbe indicato affiancare alla psicoterapia un farmaco.
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela CHieppa
È normale che la prospettiva dei farmaci possa generare preoccupazione. Nella terapia per gli attacchi di panico, i farmaci possono essere un'opzione parallela al percorso psicologico, ma non sono l'unica. Potrà valutare insieme al suo terapeuta il contesto e le sue preferenze per decidere il percorso più adatto al suo benessere, dando la giusta attenzione ad ogni sua perplessità.
Buonasera, il supporto farmacologico può essere funzionale quando gli attacchi di panico sono invalidanti. Un percorso di psicoterapia è efficace sul lungo periodo e solitamente è in sinergia con la terapia farmacologica quando il disturbo è appunto intrusivo. Si affidi ad un terapeuta che le ispiri fiducia. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Buongiorno, mi spiace per la sua situazione: dal commento emerge tutta la sua sofferenza e voglia di sentirsi meglio e questa consapevolezza è un ottimo punto di partenza.
Per alcuni disturbi, soprattutto quando i sintomi diventano invalidanti, i farmaci possono essere un iniziale buon alleato alla terapia psicologica.
Non si preoccupi comunque, sarà sempre una sua scelta quella di iniziare o meno una terapia farmacologica. Le consiglio, ad ogni modo, di dare ascolto ai consigli dei medici con cui si interfaccerà, riportando anche le sue preoccupazioni in merito in modo tale da discuterne insieme.
Un saluto, rimango a disposizione per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Annalisa Covri
Buongiorno, nei disturbi legati agli attacchi di panico a volte può essere necessaria una terapia farmacologica, soprattutto nelle situazioni più difficili, quando anche le cose apparentemente normali diventano difficili. E' spesso efficace affiancare ad una terapia farmacologica (che può essere limitata ad un periodo) un percorso psicoterapeutico nel quale poter trasformare in parole e significato ciò che il corpo manifesta in maniera così potente e invalidante. Resto a disposizione anche online, cordialmente dott.ssa Gabriella Pringigallo
Gentile Utente,
in alcune situazioni si può propendere per affiancare ad un percorso di psicoterapia anche un percorso farmacologico. In ogni caso dipende dalla persona specifica.
Può consultare uno psicoterapeuta o uno psichiatra per farsi consigliare.
Resto a disposizione.
dott.ssa Kristina Barresi
Buongiorno, sul web si leggono tante cose ma la terapia, come il disagio e la sofferenza, è sempre personale e specifica. Non esiste perciò una risposta assoluta. In generale è comprensibile la paura dei farmaci, spesso viene attribuito loro la possibilità di una dipendenza invalidante o di un cambio di personalità. La realtà è che, quando sono necessari, i farmaci vanno presi, sotto accurato controllo medico e per il tempo necessario.
Questo però, sarà da valutare nel momento in cui intraprenderà un percorso psicologico - che le consiglio - di conoscenza di sé e della natura degli attacchi. Con il parere e il supporto del professionista, potrà poi valutare l'eventuale assunzioni di farmaci, e avrà la possibilità di parlarne accuratamente e confrontarsi con il professionista per affrontare tutte le sue paure in merito. L'obiettivo è il benessere fisico e mentale, e quindi non abbia paura delle sue paure, ne parli, si confronti e trovi il modo più adatto per lei di stare bene. Se il percorso prevede un farmaco, lo prenda e inizi a stare meglio, poi nel tempo lo ridurrà e, continuando la terapia psicologica, continuerà a stare bene e a prendersi cura di lei.
Buongiorno,
a volte puo' essere che un terapeuta consigli l'utilizzo di medicinali e quindi l'invio ad uno psichiatra ma questa e' un'integrazione che deve valutare il terapeuta a seconda del caso. Si possono superare diverse problematiche senza l'utilizzo di farmaci ma a volte, se la patologia e' invalidante si puo' prevedere l'utilizzo di un farmaco che abbassi momentaneamente l'ansia ad esempio, in modo da svolgere un buon lavoro psicoterapeutico, al termine del quale quindi togliendo pian piano i farmaci lei stara' meglio
cordiali saluti
Gentile utente, non sempre viene somministrata terapia farmacologica per la cura degli attacchi di panico.
Dipende dalla situazione specifica, dal livello di allarme e dalle capacità del paziente di farsi carico della condizione che vive. Un buon percorso terapeutico è sicuramente utile per affrontare la problematica e per valutare se è necessario o meno un intervento psicofarmacologico. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Gentilissimo, si ricorre ai farmaci solo nei casi estremi, in cui il disturbo diventa invalidante. La terapia cognitivo comportamentale è spesso un valido aiuto per migliorare la situazione, volendo poi, può essere affiancata anche dal ricorso a tecniche di respirazione e rilassamento muscolare. Si affidi a un terapeuta, vedrà che costituirà un buon punto di partenza per iniziare a stare meglio. Qualora lo volesse resto a disposizione, anche online.
I miei migliori auguri Dott.ssa Miculian
Gentile utente grazie per aver condiviso la sua preoccupazione in merito al ricorso ai farmaci sono dell'idea che bisogna valutare in collaborazione con lo psichiatra se sono o meno necessari certo è che aiutano e permettono di eliminare il sintomo e poter permettere al paziente di lavorare sul perché degli attacchi di panico ma bisogna ripeto valutarlo con il medico ciò che è meglio per lei. Ma soprattutto va valutato se il disturbo è invalidante e quando invalidante sia nella gestione della routine giornaliera. Valuti intanto la possibilità di iniziare un percorso di psicoterapia scegliendo l'orientamento adatto, cosi come consigliato dai colleghi la terapia cognitivo comportamentale ha dei buoni risultati ma ci sono anche altri orientamenti che possono essere utili e funzionano con gli attacchi di panico e solo dopo valuti se accedere alla farmacoterapia. Un caro saluto Dott.ssa Valeria Sicari
Gentile utente, potrebbe valutare la necessità di un farmaco per il sintomo con uno psichiatra che ascoltando il suo caso specifico nella completezza la potrà consigliare. L'attacco di panico é un forte segnale del corpo che sottende contenuti emotivi. Il farmaco puó aiutare rispetto al sintomo ma consideri potrebbe trovare giovamento dalla comprensione dei motivi per cui scatta questa "spia" e non solo dallo spegnere la spia accesa, per questo potrebbe esserle utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Consideri inoltre che, puó portare i suoi timori sui farmaci al professionista e parlare di quello che la spaventa.
Resto a disposizione, un caro saluto
D.ssa Nadia Deromedi
Gent.mo, l’introduzione di una psicofarmacoterapia nel corso di una psicoterapia può a volte rappresentare una risposta appropriata al disturbo, che va però opportunamente compreso e valutato in sede clinica. Lasci stare internet e contatti uno specialista se pensa di avere bisogno di cure. SG
Buongiorno le terapie più efficaci per l'ansia e la paura del panico sono la terapia cognitivo comportamentale. A maggior ragione se è anche affiancata con tecniche di Mindfulness volte a tollerare disagio senza giudizi e timori.

Solo in casi estremi di forte limitazione della propria vita personale viene preso in considerazione il farmaco per un breve periodo. Buon inizio di terapia per guardarsi dentro e non solo sedarsi da fuori.
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gentile,
credo che al di là della terapia farmacologica sia importante comprendere i motivi che le causano questo disagio e provare a trovare dei pensieri più funzionali... a volte l'attacco di panico rappresenta una fuga da qualcosa, una risposta del corpo ad una situazione che consciamente e inconsciamente si percepisce come pericolosa.
le consiglierei un supporto psicologico che la aiuti sia nel pratico, attraverso esercizi, che nella ri-elaborazioni di situazioni di vita che possono aver innescato in lei ciò che descrive come attacchi di panico. resto a disposizione anche online.
dott.ssa Teresa Colaiacovo
Caro utente, i farmaci sono alcune volte affiancati alla psicoterapia per ottenere maggiori benefici. Tuttavia non e la prassi in tutti i casi, ogni caso è a se. Saranno i medici ed il paziente a valutare cosa è meglio. Inoltre mi sento di dirle che spesso la farmacoterapia spaventa, tuttavia andrebbe immaginata come un paio di stampelle quando ci rompiamo una gamba. Nessuno di noi si preoccupa di portare le stampelle per un periodo con una gamba rotta. La stampella ci aiuta a camminare, ci da supporto dove non c'è in quel momento. Ecco, i farmaci svolgono la funzione delle stampelle. Spero di esserle stata di aiuto. Cordiali saluti Dott.ssa Alessia D'Angelo

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