Salve. Ho interrotto pochi mesi fa l'ultima mia relazione durata poco. Sto male. Sto riprendendo da

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Salve. Ho interrotto pochi mesi fa l'ultima mia relazione durata poco. Sto male. Sto riprendendo da qualche mese paroxetina ed all'occorrenza ecubalin. Ho meno di trent'anni, ma nella mia vita ho cambiato terapeuta 3 volte. Ho avuto una depressione maggiore a 24 anni e da lì è iniziato un calvario. Credevo di esserne uscita, perché avevo trovato una persona davvero carina, ma sono sempre punto e a capo. Non sopporto alcune cose che l'ultima terapeuta mi ha detto, e così sono tornata a quella precedente. Cose tipo 'ci sono persone che sfiniscono i rapporti' ne ho avuti così pochi di rapporti sentimentali. Accetto le critiche per migliorare, ma alle volte mi porto queste parole con me e mi fanno così male. Sono una persona tossica? Mi sento totalmente bloccata dalla paura. Conosco moltissime metodologie di intervento terapeutico, alle volte mi confondo per tutto quello che ho sentito. Mi sento sopraffatta dalle cose che mi sono state dette. Svolgo un dottorato che mi costringe a cambiare spesso città e questo mi crea molto stress perché devo sempre cominciare da capo. Mi sento sola, benché abbia un supporto familiare importante. Sento di non star costruendo nulla, non riesco più ad andare avanti così.
Salve, c’è da capire se nella sua connotazione lei abbia cambiato terapeuta perché non ha trovato quella persona che le da agio oppure perché non sopporta la contraddizione che la terapia può sollevare.
Potrà costruire qualcosa solo quando si metterà in discussione e per farlo é necessario che la persona giusta che possa seguirla e accompagnarla.
Però è solo e soltanto lei che potrà permetterglielo.
A quel punto, se si deciderà ad affidarsi potrebbero nascere belle cose.
Un saluto, dott.ssa Sandra Petralli

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Cara, ti ringrazio per aver condiviso in modo così sincero una parte della tua esperienza. Comprendo quanto possa essere frustrante e doloroso sentirsi come se fossi sempre "punto e a capo", soprattutto dopo aver attraversato percorsi di terapia che sembravano non portare ai risultati sperati. La tua sensibilità e consapevolezza, sia emotiva che intellettuale, traspaiono chiaramente dalle tue parole, e capisco quanto possa essere difficile conciliare tutte queste esperienze, le tecniche apprese e le sfide personali.
In questo momento ti trovi in un punto cruciale del tuo percorso di vita e terapia, ed è perfettamente comprensibile che tu possa sentirti confusa e sopraffatta da tutto ciò che hai vissuto. Il fatto che tu abbia già esplorato diversi approcci terapeutici dimostra quanto tu sia motivata e determinata a lavorare su di te. Tuttavia, capisco anche che tutto questo possa averti lasciata con tante domande e, forse, una sensazione di stanchezza e sfiducia.
Il percorso di guarigione è raramente lineare, e a volte la vera sfida è trovare quella combinazione di approccio e relazione terapeutica che risuoni davvero con te.
Nel mio lavoro do valore a creare uno spazio sicuro e accogliente, dove potrai sentirti ascoltata e compresa, senza timore di essere giudicata. L'approccio sistemico-relazionale che utilizzo tiene conto delle dinamiche personali e delle relazioni che ti circondano, con l’obiettivo di aiutarti a comprendere come le tue esperienze passate e attuali influiscano sul tuo benessere e sulle tue scelte di vita. Questo metodo può offrirti strumenti concreti per osservare te stessa in relazione agli altri e al contesto che ti circonda, aiutandoti a creare nuove risorse per affrontare le difficoltà.
In parallelo, l'EMDR è una tecnica che potremmo integrare per elaborare traumi e ridurre lo stress emotivo, affrontando quei blocchi che senti legati ai cambiamenti di città e alle difficoltà relazionali. Insieme, questi approcci ti permetteranno di lavorare sia sulle dinamiche relazionali sia sulle emozioni più profonde, aiutandoti a trovare un nuovo equilibrio.
Un altro aspetto importante che hai toccato è il senso di solitudine e di blocco che avverti, nonostante il supporto della tua famiglia. Esplorare queste sensazioni potrebbe rivelarsi utile per capire cosa ti impedisce di sentirti pienamente connessa e di avanzare con maggiore serenità. Mi piacerebbe accompagnarti in questo processo per liberarti dalle parole e critiche che ti pesano e aiutarti a sviluppare una maggiore consapevolezza di te stessa e delle tue risorse interiori, per poter vivere le relazioni e la tua vita in modo più autentico e appagante.
Lavorando anche online, potrei offrirti continuità, indipendentemente dai tuoi spostamenti, così da garantirti una stabilità preziosa nei momenti in cui ti senti sopraffatta dai cambiamenti.
Se senti che potrebbe essere utile conoscerci, ti invito a contattarmi senza alcun impegno. Potremmo fare un primo incontro per capire insieme se il percorso che ti propongo può essere quello giusto per te.
Ti mando un caro saluto, dott.ssa Miroddi
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Personalmente ritengo che debba fermarsi un attimo, sia in termini propriamente oggettivi sia con se stessa. A quanto scrive ci sono molti elementi in gioco che difficilmente riesce a controllare e che le sfuggono di mano. Mi sembra una persona che al momento non sappia bene dove andare e cosa fare. Le uniche costanti comuni nel suo racconto sembrano le "perdite" di qualcosa (relazione sentimentale, relazioni con i terapeuti, relazioni/abitudini in un luogo a causa del lavoro). Attenzione perchè le "perdite" spesso sono alla base di disturbi dell'umore, soprattutto depressivi. Credo che sarebbe dunque importante prendere consapevolezza di dove siamo e perchè, e soprattutto dove vorremmo andare e con chi. Una percorso psicologico, con una persona che ritiene adeguata, potrebbe esserle di aiuto per capire dove andare e sentirsi meno sola e progressivamente più forte. Un caro saluto.
Gentile utente, forse più che tossica, potrebbe essere un po' intossicata? Di pensieri, di emozioni, di conoscenze di metodologie di intervento? La sua memoria funziona troppo e rimugina sulle cose spiacevoli che le sono state dette? Di che è la paura che la blocca? Le emozioni hanno bisogno di un oggetto ed è importante identificare quell'oggetto per fare qualcosa. Il suo disagio con l'ultimo terapeuta andrebbe approfondito. La sensazione è che lei quando non le sta bene qualcosa taglia, anche in modo drastico. Tanti temi, qui non hanno spazio. Le posso suggerire di valutare su come proseguire, cercando di andare sia di "pancia che di testa" Rimango a disposizione, cordiali saluti, dott.ssa Silvia Ragni
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Buonasera e grazie della domanda.
Ha menzionato di essersi rivolta a una delle sue terapeute precedenti, quindi ciò che sto per dirle presume che il suo intervento sia ancora in corso: ha provato (o si sentirebbe di provare) a farle la stessa domanda che ha scritto a noi, cioè se è una persona tossica? Naturalmente non otterrà una risposta secca, perché già il concetto di "persona tossica" è tutto da definire.
Lungi da me interferire con il lavoro di una collega, ma mi sento di suggerirle di essere sempre aperta su ciò che sta provando in seduta, anche dicendo ciò che non sopporta in un dato momento; è tutto materiale su cui lavorare e che può servire al raggiungimento dei vostri obiettivi.
Gentile utente una vita complessa la sua, ma da quello che scrive sembra essere una donna forte, indipendente che riesce a cadere sempre in piedi. Le consiglio di non demordere e di continuare a cercare il terapeuta giusto per lei. Cordialità dott. Gaetano Marino
Buongiorno,
È positivo che Lei non ha smesso di cercare una soluzione al Suo malessere. Certamente la paura che Lei descrive può essere un emozione che La blocchi e non La faccia vivere in pieno i rapporti con gli altri, siano essi amichevoli che sentimentali.
Una terapia che prenda in considerazione un maggiore equilibrio tra la Sua paura e una maggiore rabbia, Le farà vivere i rapporti in cui può esistere maggiormente Lei ma anche l'altro, e La renderà più forte con la convinzione di esistere veramente.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
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Gentile utente, mi pare importante per lei, visti i ripetuti spostamenti per via del suo dottorato, investire in una terapia da remoto che possa " seguirla" nei cambiamenti di città. Quanto alla sua terapeuta non so bene cosa intendesse ma posso dirle che Le relazioni sono fatte di due persone e accadono movimenti da parte di entrambi. Cordialmente, Giada di veroli
Buongiorno, cambiare troppi terapeuti potrebbe essere segno di qualche resistenza al cambiamento o difficoltà nel mettersi in discussione. Bisogna tenere presente che in terapia ci si responsabilizza sul proprio cambiamento al di là di quanto possa essere criticabile o discutibile il comportamento delle persone che incontriamo. Verrebbe anche da chiedersi come mai è tornata al precedente (che evidentemente aveva scartato) e non da una persona diversa. Forse mi sbaglio perchè dalle brevi descrizioni che accompagnano le domande su questo portale è facile prendere cantonate tuttavia la invito anche a riflettere sull'errore di affidarsi troppo al partner per stare bene o meglio. La relazione con l'altro ci deve completare ma non curare altrimenti siamo poi in balia della relazione stessa.
Gentile utente di mio dottore,

la mia indicazione sarebbe quella di riprendere la psicoterapia senza più interromperla, ma bensì cogliendo da alcuni spunti la possibilità di riflettere ed evolvere.
In bocca al lupo per il prosieguo del lavoro terapeutico.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Mi dispiace molto per il suo dolore. Vista la complessità della situazione che descrive, le consiglierei di proseguire con la psicoterapia per avere uno spazio sicuro dove affrontare i suoi sentimenti e le sue paure. Un terapeuta con cui si sente veramente compresa potrà aiutarla a gestire meglio l'ansia, i cambiamenti e le difficoltà relazionali che sta vivendo.
Buonasera, mi spiace molto se vuole può provare con un terapeuta online. Nel caso mi rendo disponibile per un colloquio conoscitivo.
Un caro saluto
Salve, ho capito che lei si è rivolta a molti psicoterapeuti e le chido di domandarsi se ha conosciuto quacuno con cui stringere una vera alleanza terapeutica, ovvero un rapporto di fiducia stretto in cui non può entrare nessuno. Cerchi ancora e un saluto
Buongiorno, grazie per questa dolorosa condivisione. Capisco la fatica e la sofferenza che prova ormai da tempo. Credo che sia importante capire come mai ha sentito l'esigenza di cambiare terapeuta per tante volte: ha provato a portare le sue domande e anche il suo fastidio al terapeuta di riferimento? La terapia non è un percorso facile e può provocare sentimenti contrastanti, a volte fa arrabbiare, a volte ci fa sentire confusi e persi, altre volte ci porta a vedere delle cose dolorose e scomode che a primo impatto rifiutiamo. Condividere apertamente le proprie emozioni, soprattutto quelle negative, dà al terapeuta una chiave di accesso per comprendere a fondo il suo punto di vista, per poterlo accogliere e per poterne parlare insieme, ed insieme poterlo trasformare. Per fare tutto questo c'è bisogno che nella relazione ci sia un'autentica fiducia: bisogna capire se questa fiducia c'era, ed è stata rotta, o se non si è proprio mai costituita e perchè. Al di là degli approcci e delle tecniche la relazione terapeutica fa un buon 80% del lavoro. Se volesse approfondire queste domande mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Mi è sembrato un racconto molto onesto il suo, di chi è abituato a farsi le domande e a scavare a fondo. Grazie per la sua condivisione che trovo molto personale e diversa da molti altri racconti della stessa storia. Sono piuttosto d’accordo con chi ha scritto che più che “tossica”, lei potrebbe essersi “intossicata”. Pensieri, emozioni, informazioni, valutazioni… possono farci fare tanti giri fino a farci perdere l’orientamento e il nostro personale allineamento. Le chiederei se potessi che ruolo gioca la sua testa, rispetto alla sua pancia e al suo cuore? E’ sempre la testa che guida o riesce qualche volta a silenziarla e a zittire il rumore di sottofondo per semplicemente ‘stare’. Anche se può essere spaventoso, a tratti deprimente stare nel vuoto, e’ l’unica cosa sensata che possiamo fare quando non sappiamo più dove portarci. Quel vuoto ha tante cose da raccontarci, potendole ascoltare. Sappia che c’è ancora tanta vita. La abbraccio con affetto. S. L.
Buonasera, credo che le servano dei punti di riferimento da cui iniziare a costruire qualcosa di positivo per sé. Purtroppo ha vissuto momenti difficili come la depressione che immagino avrà curato con farmaci. La difficoltà sta nel non affiancare una psicoterapia oltre ad una eventuale cura farmacologica. Passare da una terapeuta all'altra, dal mio punto di vista, può costituire un elemento di confusione ulteriore e di frustrazione. Scelga a chi affidarsi e parli liberamente di ciò che le risuona dopo una seduta. Il setting può e deve essere solido, può tenere anche le sue disapprovazioni e le sue rabbie per non sentirsi compresa. Si prenda cura di sé con costanza e ne vedrà i frutti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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