Salve,ho fatto la mia prima seduta con una psicologa e dopo mi sono sentito totalmente preso solo so

25 risposte
Salve,ho fatto la mia prima seduta con una psicologa e dopo mi sono sentito totalmente preso solo sotto il punto di intellettuale e non fisico. È normale,dovrei parlarne con lei o cambiare direttamente il mio terapista,magari andando da un uomo per non rischiare quello che ho letto si chiami transfert?
Grazie e buona giornata.
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Ciao (ti darei del tu se non ti dispiace),

Prima di tutto, grazie per aver condiviso questa riflessione. È assolutamente normale avere reazioni diverse dopo una prima seduta, e quello che descrivi – sentirti focalizzato sull'aspetto intellettuale senza un collegamento fisico – può succedere soprattutto quando si inizia un percorso psicoterapico. Ogni relazione terapeutica è unica, e a volte i primi incontri possono essere più orientati alla comprensione delle dinamiche cognitive ed emotive. Questo non significa che il lavoro non stia procedendo nella giusta direzione, ma piuttosto che potrebbe esserci bisogno di tempo per stabilire una connessione più profonda su altri livelli.

Per quanto riguarda quel fenomeno comunemente noto come il "transfert", sappi che
è un agito psicologico che riguarda la proiezione di emozioni e vissuti passati sulla figura del terapeuta. Non è qualcosa di negativo o da temere, anzi, può essere un'importante opportunità di crescita. Se però ti senti poco a tuo agio o se avverti che qualcosa non funziona, parlarne direttamente con la tua psicologa può essere una buona idea. La comunicazione aperta è fondamentale per chiarire eventuali dubbi e per adattare il percorso alle tue esigenze.
Non c'è bisogno di cambiare terapista subito, soprattutto se senti che c’è del potenziale in questo percorso. Se, però, dopo averne parlato ti rendi conto che il tuo terapeuta non è la persona giusta per te, è sempre possibile valutare un cambiamento. L’importante è che tu ti senta ascoltato, capito e, soprattutto, a tuo agio nel processo.

Spero che questo possa darti qualche spunto utile per riflettere sulla tua situazione. In bocca al lupo per il tuo percorso!

Un caro saluto!

Dr. Giorgio De Giorgi

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Dr. Andrea Luca Bossi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Arese
Buongiorno, cerdo che dopo una sola seduta sia piuttosto frettoloso fare delle conclusioni. Il punto di vista intellettuale, se ben ingaggiato come lei dice, è un buon punto di partenza. Se la sua terapeuta la fa sentire a suo agio, e a questo risponde con la sua massima apertura, ci sono le condizioni per cui continuare. Per i bilanci, le suggerisco di proseguire almeno per altre due o tre sedute, e in tutti i casi si senta libero di esporre qualsiasi appunto, è suo diritto farlo e nostro dovere accoglierlo. Buona giornata
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, è del tutto normale che, durante le prime sedute di terapia, emergano sensazioni di questo tipo. La relazione terapeutica è uno spazio molto particolare, in cui è facile che si sviluppino emozioni e pensieri legati non solo a ciò che si sta elaborando, ma anche al modo in cui ci si sente con la persona che ci accompagna nel percorso. Questo è un fenomeno naturale e fa parte di quello che, appunto, viene chiamato "transfert". Il transfert non è qualcosa di negativo, anzi, può essere uno strumento utile per comprendere meglio se stessi. Si tratta di un processo psicologico in cui pensieri, sentimenti o desideri inconsci legati a esperienze passate vengono proiettati sulla figura del terapeuta. Può succedere con qualsiasi psicologo, indipendentemente dal genere, ed è una parte naturale e attesa della terapia. Se si sente a suo agio, le suggerisco di condividere queste sensazioni con la sua psicologa. Parlare apertamente di ciò che prova è non solo importante, ma anche parte del lavoro terapeutico stesso. È proprio attraverso queste conversazioni che il terapeuta può aiutarla a esplorare ciò che sta accadendo e a capire meglio cosa c’è dietro queste emozioni. Questo non solo non comprometterà il percorso, ma potrebbe renderlo ancora più significativo. Se però sente che c’è qualcosa che le rende molto difficile o impossibile affrontare l’argomento, potrebbe valutare se un altro terapeuta (magari un uomo, come suggerisce lei) potrebbe farla sentire più a suo agio. L’importante è trovare qualcuno con cui si sente sicuro di esplorare i suoi pensieri ed emozioni, senza temere il giudizio. In ogni caso, le consiglio di non interrompere il percorso senza prima riflettere e dare un’opportunità al dialogo con la sua attuale psicologa. Il primo periodo di terapia è spesso un momento di assestamento, in cui emergono dubbi, sensazioni nuove e talvolta anche domande su come funziona la relazione terapeutica stessa. Questo è parte del processo e non un segnale di errore. Le auguro il meglio per il suo percorso e la invito a essere gentile con se stesso, accettando che anche i dubbi e le domande fanno parte della strada verso una maggiore consapevolezza. Dott. Andrea Boggero
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.mo, durante il primo colloquio avrà comunicato i motivi che l’hanno portata a chiedere un aiuto e probabilmente avrete parlato anche della possibile proposta terapeutica: se si è sentito almeno un po’ compreso nelle sue difficoltà, torni dalla specialista per un secondo colloquio ed esprima i dubbi che le sono venuti nel frattempo. Avrà così la possibilità di valutare con maggiore chiarezza se accettare la proposta terapeutica che le è stata fatta oppure no. SG
Dott.ssa Liza Bottacin
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Padova
Gentilissimo,
è ottimo che ci sia una buona intesa cognitiva.
Forse potrebbe riflettere rispetto: come mai sente il desiderio di avere anche un’intesa fisica?
Cosa rappresenta per lei questa intesa fisica?
Inoltre, secondo lei, perché potrebbe percepirla come un prerequisito necessario?
Potrebbe esporre tutte queste riflessioni e altro alla terapeuta in una seconda seduta.
Saluti
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
Io le consiglierei di di parlarne poi in un secondo momento vedere se si può cambiare terapista
Dott.ssa Elena Cordova
Psicologo, Psicologo clinico
Pisa
Io piuttosto che cambiare, farei di questo suo dubbio un'occasione per parlarne con la sua terapeuta, è materiale prezioso, non lo rifugga
Dott.ssa Adriana Vicario
Psicologo, Psicologo clinico
Giugliano in Campania
Gentile Utente, quello che riporta qui può essere del tutto normale dopo un colloquio, soprattutto se è stata la prima volta con questa professionista. Il processo di transfert è molto importante in psicoterapia perché influisce sul percorso e sull'alleanza che si crea col terapeuta. Parlarne con la terapeuta all'inizio è fondamentale così da poter capire insieme se proseguire il percorso o se questo aspetto potrebbe esserne un ostacolo. Le faccio un in bocca al lupo per il suo percorso! Cari saluti
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Il transfert, cioè proiettare delle emozioni nostre sul terapeuta, purtroppo è inevitabile anche se lei cominciasse una terapia con un terapeuta uomo: magari non proietterebbe su di lui emozioni che richiamano la sfera sentimentale, ma ad esempio emozioni che richiamano la relazione ad esempio con suo papà o con una figura maschile per lei importante o di riferimento. Per questo il mio suggerimento è di parlarne apertamente con la sua terapeuta e dirle quello che ha provato: mettere sul tavolo le cose che accadono nella relazione terapeuta è importantissimo, anche perchè il terapeuta sia consapevole di cosa le sta succedendo e possa utilizzarlo per aiutarla. Un caro saluto, Dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Ambra Bottari
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. È normale sentirsi a volte più collegati su un piano intellettuale all'inizio di un percorso terapeutico. Se hai dubbi o ti senti a disagio, parlarne apertamente con la psicologa potrebbe essere molto utile per chiarire i tuoi sentimenti e definire meglio le tue aspettative. Il transfert è un fenomeno naturale, ma affrontarlo con il professionista giusto può essere una parte importante del processo. Buona giornata anche a te!
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, non si preoccupi, è molto comune che nel corso di una terapia emergano emozioni e dinamiche come quelle che descrive. Si tratta di un fenomeno naturale e, anzi, può diventare uno strumento prezioso nel percorso terapeutico.
Le suggerisco di condividere apertamente con la sua psicologa ciò che ha provato durante e dopo la seduta. Esprimere questi pensieri e discutere le sue preoccupazioni con lei potrebbe aiutarla a chiarire il significato di queste sensazioni e a rafforzare il lavoro terapeutico. Un professionista è preparato per accogliere e lavorare su questi aspetti in modo costruttivo.
Cambiare terapeuta potrebbe non essere necessario in questa fase, soprattutto se la relazione ha appena avuto inizio. Tuttavia, se dopo aver parlato con la sua psicologa sente che il rapporto non è quello giusto per lei, è del tutto legittimo valutare altre opzioni, incluso un terapeuta uomo. La cosa più importante è trovare un professionista con cui si senta a suo agio e al sicuro nel condividere le sue esperienze. Un caro saluto.
Dott.ssa Chiara Tumminello
Psicologo, Psicoterapeuta
San Martino Buon Albergo
Buongiorno gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione. Ciò che lei descrive è un fenomeno che può accadere, è importante che lei ne parli con la psicologa che la segue poiché questa cosa può rivelare degli aspetti importanti di sé, e quindi questo può costituire uno spunto per l'autoconoscenza. Non è assolutamente detto che lei debba cambiare terapeuta o andare da un uomo; se questo vissuto rimane per lei gestibile la terapia può proseguire. Può essere che ciò riveli dei vissuti nei confronti del femminile importanti per lei da esplorare. Rimango a disposizione per domande o chiarimenti. Cordialmente, dott.ssa Chiara Tumminello.
Dott.ssa Maria Grazia Antinori
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
La psicoterapia è un rapporto speciale tra terapeuta e paziente.
Entrano in giuoco valutazioni razionali ma molto spesso inconsce, non lineari.
Per creare le condizioni del cambiamento positivo del paziente, la leva principale è proprio quello che non si avverte alla superficie ma agisce potentemente come un lievito che permette il miglioramento ed il superamento dei sintomi.
L'esperienza terapeutica non è sovrapponibile all'amicizia o all'innamoramento anche se per alcuni versi può rassomigliare a queste esperienze.
La differenza fondamentale è che il terapeuta è un professionista formato attraverso molti anni di studio, di terapia personale, di supervisioni e scambio con i colleghi.
Tutta questa lunga ed articolata preparazioni gli permette di leggere le interazioni con il paziente in maniera obiettiva, riconoscendo con chiarezza quello che appartiene al paziente che può vivere nel qui ed ora situazioni del passato sia negative, traumatizzanti, che positive.
In termini tecnici si chiama transfert quello che il paziente prova vero il terapeuta a cui corrisponde il controtransfert del terapeuta.
Sembra un processo semplice ma in realtà è molto complesso e delicato e richiede tutta l'attenzione e la professionalità del terapeuta.
Maria Grazia Antinori, Roma
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentilissimo, comprendo quanto la sensazione che descrive possa essere confondente. Tuttavia credo che non sia assolutamente necessario cambiare psicologo, anzi, sarebbe consigliabile poter esplorare questa sua attrazione intellettuale direttamente con la sua terapista. Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Dott.ssa Daniela Pedrocchi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Sale Marasino
Buona sera, penso che sia utile confrontarsi con la sua psicologa, credo che sia importante che lei riferisca alla psicologa quali sono le sue aspettative rispetto agli incontri, per capire se sono realistiche e condivise dalla collega oppure no.
Credo che cambiare senza affrontare la questione non sia utile.
Cordialmente
Dr. ENZO MARIA ADDONIZIO
Psicologo, Psicologo clinico
Nepi
Buongiorno, le consiglio di parlare di questa sua "infatuazione intellettuale" con la collega. Il transfert viene gestito in terapia. Cordiali saluti.
Dott. Alvise Arlotto
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, quello che sta descrivendo può capitare. Proverei a parlarne direttamente alla psicologa.

Dott. Alvise Arlotto
Dott.ssa Desirèe Pesce
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Pavia
Gentile utente, grazie per aver raccontato la sua esperienza. Come dice lei, è del tutto normale che si instaurino delle emozioni/interessi anche nei confronti dei propri terapeuti. Il transfert di solito ha delle ragioni ben precise d'essere, soprattutto se si innesca in così poco tempo. Potrebbe spiegarsi anche semplicemente attraverso la percezione di essere ascoltati e capiti da qualcun'altro, che ha come obiettivo quello di metterla al centro della discussione, seguendo e accogliendo quelli che sono i suoi bisogni. In genere, è bene esporsi in tal senso nei confronti del proprio terapeuta, intanto per portare a tema questo interesse e per capire come possa influire sul percorso terapeutico. In secondo luogo, sarà la sua psicologa ad indirizzarla sulla via più adeguata, cioè se continuare gli incontri insieme oppure se inviarla a qualche altro/a collega.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,
è assolutamente normale avere delle reazioni emotive e intellettuali dopo una prima seduta con uno psicologo. Queste sensazioni possono dipendere da molti fattori, tra cui la novità dell'esperienza e il rapporto che si sta iniziando a costruire con il terapeuta.

Il "transfert" è un fenomeno comune in terapia e consiste nel proiettare emozioni, desideri o aspettative verso il terapeuta, che possono originare da esperienze passate. È importante sapere che il trasferimento non è un ostacolo alla terapia, ma può diventare uno strumento prezioso per comprendere meglio se stessi e le proprie dinamiche interiori, se elaborate in modo adeguato.

Ti consiglieri di parlarne apertamente con la tua terapeuta, esprimendo le tue perplessità e sensazioni. La trasparenza e la comunicazione sono elementi chiave per costruire una relazione terapeutica efficace. Se, dopo averne discusso, dovessi sentirti ancora a disagio o insoddisfatto, valutare un cambio di terapeuta. La scelta tra uomo o donna è personale e dipende da ciò che ritieni più funzionale al tuo percorso, ma non necessariamente elimina la possibilità del transfert.

In ogni caso, sarebbe utile e consigliato approfondire queste sensazioni con uno specialista, per comprendere meglio il significato di ciò che stai vivendo.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Marco Luca Albertoni
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno gentile utente e grazie per aver condiviso i suoi dubbi.
Provare attrazione per la/il proprio terapista è una situazione abbastanza ricorrente e per questo non si deve sentire ne strano ne in colpa.
Non esiti, se lo ritiene opportuno, a parlarne direttamente con la psicologa che la stà seguendo e vedrà che le saprà fornire le più appropriate argomentazioni in merito.
Dott. Marco Albertoni
Dott.ssa Martina Cremanti
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Gentile utente,
può succedere e le consiglierei di parlarne con la terapeuta; insieme potrete trovare il significato e la soluzione migliore.
Un caro saluto
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Salve gentile Utente, ciò che descrive è una reazione abbastanza comune nel contesto terapeutico, specialmente durante le prime fasi del percorso. Il transfert è un fenomeno naturale che può emergere in una relazione terapeutica: consiste nel proiettare sentimenti, pensieri o fantasie legati a esperienze passate su una figura che, in questo caso, è la sua psicologa. Questo processo, se gestito correttamente, può essere una risorsa importante nella terapia perché consente di esplorare dinamiche relazionali profonde.

Sentirsi attratti intellettualmente da una terapeuta non è insolito. La relazione terapeutica è spesso basata su una connessione profonda e sul riconoscimento di aspetti importanti della propria interiorità, il che può portare a sviluppare sensazioni di coinvolgimento che non sempre sono strettamente legate al lavoro clinico. Non è qualcosa di "sbagliato", né significa necessariamente che debba interrompere la terapia o cambiare terapeuta.

Anzi, parlarne con lei potrebbe essere un'opportunità per approfondire il suo percorso. Condividere queste sensazioni in un ambiente sicuro e senza giudizio può aiutarla a comprendere meglio se stesso, le sue reazioni e le sue dinamiche emotive. La sua psicologa è formata per gestire situazioni di questo tipo e potrebbe aiutarla a esplorare ciò che questa attrazione intellettuale significa per lei e come possa influenzare il lavoro terapeutico.

Cambiare terapeuta potrebbe sembrare una soluzione, ma consideri che il transfert può emergere con qualunque terapeuta, indipendentemente dal genere. Se decidesse di cambiare per evitare il transfert, rischierebbe di rinunciare a un’opportunità preziosa per comprendere meglio le sue emozioni e relazioni.

In sintesi, il consiglio è di parlarne apertamente con la sua terapeuta. Questo non solo potrebbe rafforzare la relazione terapeutica, ma le permetterebbe anche di affrontare le sue preoccupazioni in modo costruttivo, trasformando questa esperienza in una tappa importante del suo percorso.

Buona giornata a lei!

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, credo che quello che lei ha sentito possa esser assolutamente nomarle nell'inizio della terapia. Portare questo sentire in terapia potrebbe essere interessante come spunto di riflessione. Ne parli in modo onesto e sincero. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile paziente, ciò che dovrebbe fare sarebbe quello di parlarne direttamente con lei in quanto fa tutto parte della relazione terapeutica. Ogni cosa che vi riguarda è parte del campo di terapia. Sarebbe utile parlargliene per comprendere il significato di ciò che ha sentito.
Dott.ssa Elda Valente
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torremaggiore
Salve, le suggerisco di riportare questo aspetto nello spazio dedicato alla terapia con la sua psicologa e lavorare insieme a lei; inoltre le suggerisco di rimandare alla sua psicologa l'aspetto emerso nel suo messaggio: il voler "cambiare" il genere della figura professionale per "non rischiare", aspetto che potrebbe aprire la strada a nuovi spunti per la sua terapia.
Cordialmente, dott.ssa Elda Valente

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