Salve, ho diagnosticato un bipolarismo da 5 anni , purtroppo a seguito di abbandono di terapia ho av

16 risposte
Salve, ho diagnosticato un bipolarismo da 5 anni , purtroppo a seguito di abbandono di terapia ho avuto 3 ricadute. Ultimamente il medico mi ha prescritto resilient 83. La mia domanda è fa aumentare di peso questo farmaco? E poi quando e come ci si accorge del fatto che non bisogna prenderlo più? Purtroppo ho letto parecchie cose sul bipolarismo ma spero sempre che abbia una fine prima o poi ... anche perché sono giovanissima, 23 anni . Grazie
Buongiorno,
Le terapie farmacologiche sono di esclusiva competenza medica perciò non posso rispondere alla sua domanda. Tuttavia, proprio per la sua giovane età, mi sento di consigliarle di valutare di affiancare un percorso psicologico alla terapia farmacologica. Eventualmente chieda anche al suo psichiatra di riferimento.
Saluti, Alessia Vaudano

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Buongiorno. A fronte di questa diagnosi, è fondamentale la disponibilita' di uno psichiatra che possa seguirla con continuità, per prevenire le ricadute e attenuarne l'impatto sulla sua vita. Proprio allo psichiatra, che sarà il suo riferimento e imparerà a conoscerla e riconoscere i momenti di disagio, potrà rivolgere queste domande, che necessitano di conoscenza personale, a proposito degli effetti collaterali dei farmaci, dei momenti in cui è possibile variare o sospendere la terapia, e delle conseguenze negative che derivano dall'abbandono della terapia. Un cordiale saluto. Dott.ssa Cinzia Lucia Bugni Batte
Salve. Mi piacerebbe sapere cosa ha letto sul disturbo bipolare. Comunque data la sua giovane età una terapia sia farmacologica che psicologica le consentirebbe una elevata qualità della vita a condizione che lei abbia la pazienza di seguire con costanza entrambe. Cordiali saluti. Dottor Emanuele Grilli.
Vista la giovane età, consiglio caldamente di valutare l'inizio di una psicoterapia in affiancamento alla terapia farmacologica. In questo modo, il sostegno e le possibilità di miglioramento delle condizioni di vita aumentano esponenzialmente
Buonasera! Perchè ha abbandonato la terapia? e perchè non chiede al suo medico gli effetti del farmaco che le ha prescritto? Leggere ci aiuta ad avere informazioni, ma una terapia ci aiuta a conoscere meglio noi stessi e a fare scelte che ci aiutano a vivere meglio...
Buona serata!
Buongiorno, come mole altre persone che assumono psicofarmaci ci chiede dei consigli su come regolarsi. Non mi stanco mai di ripetere che senza una visita è impossibile dare una valutazione della prescrizione fatta da un altro medico. Questo in particolare per gli psicofarmaci che agiscono sui pazienti in modo molto diverso. Ognuno di noi è un soggetto, un caso particolare e dunque deve essere considerato e ascoltato con l'attenzione dovuta. In questo momento è importante che lei possa desiderare di stare meglio e per questo assumere uno psicofarmaco dovrebbe far parte della sua volontà di stare meglio. Lei è molto giovane e può curarsi. Può cercare di poter vivere al meglio anche con la sua patologia. In questi casi è fondamentale la psicoterapia perchè ci sono difficoltà che possono essere elaborate e fili che possono essere riannodati. L'importante è curarsi e ottenere una buona condizione di vita, senza farsi schiacciare dalla malattia, come avviene per tutti, non solo per lei. Cari saluti PG
Buonasera, purtroppo sugli effetti di un farmaco non posso esserle d'aiuto in quanto è di competenze dello Psichiatra e per questo le consiglio di fare sempre riferimento al suo medico per qualsiasi dubbio. Comunque valuti anche l'idea, in caso ne parli anche con il suo Psichiatra, di intraprendere in affiancamento una Psicoterapia anche solo per coadiuvare l'effetto del farmaco e migliorare la sua qualità di vita.
Cordiali saluti. Dott.ssa Arabella Geraci
Davvero giovanissima! Se già non lo fa inizi subito ad occuparsi delle cause del sue difficoltà. Contatti uno/a psicoterapeuta della sua città e inizi a parlare e si faccia guidare ad uscirne. I farmaci sono indispensabili ma la cura non può prescindere dalla psicoterapia, soprattutto a 23 anni.
Buongiorno, se faccio bene i conti le hanno fatto la diagnosi quando aveva 18 anni. Poi dopo la diagnosi ha abbandonato la terapia tre volte. La terapia farmacologica è sicuramente molto importante però se la sua storia di vita e familiare è stata caratterizzata da eventi dolorosi, traumatici o difficili, le suggerisco di esaminare il problema anche da questa prospettiva in modo da avere un supporto ulteriore oltre a quello farmacologico.
In generale, e vista la giovane età in particolare, sarebbe appropriato affiancare il trattamento farmacologico a quello psicoterapico. Ed è solo lo psichiatra che può eventualmente farle sospendere il farmaco... Inoltre i miglioramenti a cui lei aspira sono possibili solo se vi associa una buona psicoterapia.
Cordiali saluti
Dr.ssa M. Barreca
Buonasera, lei è molto giovane ed ha la possibilità di curarsi al meglio in modo da poter vivere una vita soddisfacente. Gli psicofarmaci e i loro effetti sono assolutamente ascrivibili alla soggettività di ognuno è fondamentale fidarsi è affidarsi ad uno psichiatra per l’assunzione degli psicofarmaci ed è veramente essenziale affiancare una psicoterapia . Anche il farmaco più idoneo può poco se il paziente non collabora. Il motore della cura è sempre lei!
Cordialmente AR
Buongiorno, oltre alla terapia farmacologica, altro aspetto importante per la cura del disturbo bipolare è la psicoeducazione. Consiste nel riconoscere preventivamente i sintomi iniziali delle due fasi contro-polari. Questo permetterà prontamente contattare lo psichiatra di fiducia e scongiurare una pesante ricaduta. Una psicoterapia affiancata alla terapia farmacologia è consigliata, aumenterà ancora di più la consapevolezza della malattia. La sospensione del farmaco dev'essere sempre concordata con il medico, accade dopo il lungo periodo del benessere psicologico e deve essere fatta molto gradualmente con il monitoraggio.
Cari saluti.
Salve, oltre al trattamento farmacologico, di competenza dello psichiatra,suggerisco un percorso psicoterapeutico che la possa sostenere ed aiutare a gestire al meglio il suo disturbo.
Un saluto
Buon giorno. Come hanno affermato i miei colleghi le terapie farmacologiche sono competenza degli psichiatri o neurologi. In quanto psicoteraputa mi permetto di consigliarle un percorso di psicoterapia individuale in affiancamento all'assunzione del farmaco. Nella terapia potrà lavorare e riflettere sulle cause interne che possono aver generato il suo disagio. Il farmaco cura il sintomo ma la terapia cerca l'origine del malessere. Quello che le posso consigliare è di non leggere troppo in giro le cause di quello che Lei definisce "disturbo". Rischia solo di ampliare la sua ansia. Nell'augurarle una maggiore serenità le porgo cordiali saluti. Gian Piero Grandi.
Salve,
come mai aveva abbandonato la terapia farmacologica?
Purtroppo il disturbo bipolare ha un alto tasso di ricadute.
Se non trattato in genere si intensifica o addirittura tende a peggiorare negli anni.
Il mio consiglio quindi è di attenersi alle terapie che Le vengono prescritte. Anche perché il disturbo bipolare pur essendo una delle patologie psichiatriche più impegnative è allo stesso tempo anche tra le più sensibili ad un trattamento adeguato.
Infine abbinare una psicoterapia alla farmacoterapia produrrà sicuramente risultati maggiori e più duraturi.
Quanto alla sua preoccupazione per un possibile aumento di peso a cause del RESILIENT, consideri che l´aumento di peso è un effetto collaterale molto comune, soprattutto nei primi due anni di assunzione del farmaco. Ma con una buona dieta e livelli adeguati di attività fisica può sicuramente intervenire sulla gestione dei chili in eccesso.
Cari saluti.
Giuseppe Iannone - Psicologo Psicoterapeuta e Sessuologo
Salve. Il disturbo bipolare (o depressione bipolare o bipolarismo), pur non essendo particolarmente frequente, costituisce un problema serio e invalidante. Esso merita attenzione clinica e i soggetti che ne soffrono sono spesso inconsapevoli.
Chi ne è affetto tende ad alternare fasi depressive seguite da fasi ipomaniacali o maniacali (bipolarismo). In genere le fasi depressive della depressione bipolare tendono a durare più a lungo di quelle maniacali o ipomaniacali. Di solito durano da qualche settimana a qualche mese, mentre le fasi maniacali o ipomaniacali durano una-due settimane.
A volte, nel disturbo bipolare, la transizione da una fase all’altra è rapida e immediata. Altre volte, invece, è intervallata da un periodo di umore normale (eutimico). Talvolta il passaggio di fase nel bipolarismo è lento e subdolo, mentre altre volte può essere brusco e improvviso.
La fase depressiva nel disturbo bipolare Le fasi depressive nel disturbo bipolare (o depressione bipolare) si caratterizzano per un umore molto basso, una sensazione che niente sia più in grado di dare piacere e una generale tristezza per la maggior parte del giorno. In linea di massima, le fasi depressive non si differenziano dagli episodi depressivi della depressione maggiore unipolare. Durante queste fasi del bipolarismo, quindi, il sonno e l’appetito possono risultare facilmente alterati; la capacità di concentrazione e la memoria possono essere molto minori.
A volte, sempre durante le fasi depressive, le persone affette dal disturbo bipolare pensano ricorrentemente al suicidio. Le fasi maniacali nel bipolarismo, in alcuni casi, vengono generalmente descritte come l’esatto contrario di quelle depressive. Ovvero, caratterizzate da un umore alquanto elevato, dalla sensazione di onnipotenza e da un eccessivo ottimismo.
In queste fasi, i pensieri si succedono molto rapidamente nella mente del paziente affetto da depressione bipolare o disturbo bipolare al punto da diventare così veloci che risulta difficile seguirli. Il comportamento può essere iperattivo, caotico, fino al punto di rendere il paziente inconcludente. L’energia del paziente bipolare in fase maniacale (o ipomaniacale) è talmente tanta che spesso il soggetto non sente la necessità di mangiare o di dormire. Ritiene di poter fare qualsiasi cosa, al punto da mettere in atto comportamenti impulsivi, come spese eccessive o azioni pericolose, perdendo la capacità di valutare correttamente le loro conseguenze. Son frequenti veri e propri disturbi del controllo degli impulsi (dipendenza da gioco d’azzardo, shopping compulsivo, ecc.). In molti casi, tuttavia, la fase ipo-maniacale del disturbo bipolare (bipolarismo) non si caratterizza per un eccesso di euforia e di grandiosità. Si evidenzia invece un umore disforico, caratterizzato primariamente da un senso costante di rabbiosità e ingiustizia subita. Questo si traduce in irritabilità e intolleranza e, spesso, in aggressività espressa, sempre senza valutare correttamente le conseguenze dei propri comportamenti. I disturbi bipolari comprendono il Disturbo Bipolare di I tipo, il Disturbo Bipolare di II tipo, il Disturbo Ciclotimico e il cosiddetto Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato, categoria diagnostica che raccoglie tutti quei soggetti con sintomi insufficienti per porre la diagnosi di uno dei disturbi sopra citati.
Vediamo i sintomi del bipolarismo. Per porre diagnosi sicura di mania, deve presentarsi un distinto periodo di anormale e persistente elevazione del tono dell’umore, con caratteristiche di espansività o irritabilità. I disturbi dell’umore devono essere abbastanza gravi da compromettere le attività di studio, di lavoro o le capacità di relazione sociale. Durante un episodio maniacale, diversi dei seguenti sintomi del disturbo bipolare sono presenti:
Aumento dell’autostima o grandiosità, Ridotto bisogno di sonno, Aumentata produzione verbale con difficoltà a frenarla, Volubilità nel cambiare opinione (il paziente non si accorge che i suoi pensieri cambiano facilmente), Facile distraibilità (il paziente può porre attenzione a particolari insignificanti ignorando elementi importanti, Aumento delle attività finalizzate, Agitazione mentale o fisica, Aumentato coinvolgimento in attività che possono avere conseguenze pericolose (p.e. spendere molto denaro o intraprendere attività sessuali inusuali per la persona), Sintomi depressivi. Per la diagnosi di depressione è necessario un periodo di almeno due settimane con perdita di interesse o di piacere in tutte o buona parte delle attività. La depressione bipolare deve essere abbastanza grave da produrre una modificazione nell’appetito, nel peso corporeo, nel sonno o nella capacità di concentrarsi così come deve essere presente un sentimento di colpa, di inadeguatezza o disperazione. Possono anche essere presenti pensieri di morte o suicidio. Durante un episodio depressivo, diversi dei seguenti sintomi del disturbo bipolare sono presenti: Costante depressione del tono dell’umore o disperazione, Grave riduzione di interessi o di piacere in tutte o nella maggior parte delle attività, Perdita o incremento del peso corporeo o dell’appetito, Aumento o riduzione del sonno, Agitazione o rallentamento, Affaticamento o perdita di energia, Sentimenti di inadeguatezza, di colpa e/o perdita dell’autostima, Incapacità di concentrarsi e di prendere decisioni, Pensieri di morte o suicidio.
Talvolta una persona che soffre di depressione bipolare (o bipolarismo) può sperimentare solo episodi di mania o solo episodi di depressione alternati a periodi di normalità del tono dell’umore. Quando è presente solo la mania la malattia prende comunque il nome di disturbo bipolare. Invece, se è presente solo la depressione, la malattia è in genere chiamata depressione maggiore. Occorre tenere in considerazione, tuttavia, che l’instabilità del tono dell’umore tipica del bipolarismo può anche riscontrarsi in molti disturbi di personalità, soprattutto nel disturbo borderline. La diagnosi differenziale è, pertanto, molto delicata e non basta riscontrare l’alternanza di fasi umorali per essere certi che si tratti di vero e proprio disturbo bipolare. La cura del disturbo bipolare è centrata principalmente sulla farmacoterapia, a base di farmaci stabilizzanti dell’umore e antidepressivi (triciclici o SSRI), sotto attenta e continuativa supervisione medico-specialistica. Tra gli stabilizzanti il litio è spesso usato nel trattamento della mania in fase acuta, ma la sua indicazione principale riguarda l’azione di prevenzione delle crisi sia maniacali che depressive. L’acido valproico e la carbamazepina sono ugualmente usati nella cura del disturbo bipolare in fase di mania acuta così come nella prevenzione delle ricadute. Antipsicotici o neurolettici, sono usati nel trattamento della mania nella fase acuta e meno nella fase di mantenimento. Altri farmaci come le benzodiazepine sono anche usati nel trattamento acuto della mania. Gli antidepressivi sono utilizzati nelle fasi depressive per la cura della depressione bipolare: è importante ricordare sempre che generalmente gli antidepressivi richiedono dalle 2 alle 6 settimane per risultare efficaci. In alcuni casi gli antidepressivi possono indurre un viraggio dalle fase depressiva alla fase maniacale e questa evenienza richiede naturalmente un' attenzione particolare.
Sfortunatamente per alcuni pazienti può essere necessario del tempo prima di trovare la terapia efficace. Il test per la misurazione del litio nel sangue viene prescritto principalmente nel corso di una terapia farmacologica, nel momento in cui è stato definito il dosaggio più corretto per il paziente. L’esame del sangue verrà, quindi, effettuato a intervalli regolari per monitorare la concentrazione ematica del litio nel tempo.
Il medico può richiedere questo tipo di analisi anche qualora si sospetti che la litiemia sia troppo bassa e si prospetti il rischio che la terapia possa rivelarsi inefficace. Stesso discorso vale per livelli troppo alti di litio nel sangue, che potrebbero essere tossici per il paziente. La litiemia viene misurata, solitamente, nelle fasi iniziali di una terapia, una volta alla settimana. Successivamente, la cadenza del test può essere di una volta ogni due mesi e, infine, ogni tre o quattro mesi. Siccome l’intossicazione da litio può coinvolgere reni e tiroide, con una cadenza di due volte all’anno, vengono prescritti gli esami per il controllo della stato di salute di questi due organi. Il disturbo bipolare non può essere curato definitivamente, ma solo tenuto sotto controllo. Per questa ragione, il trattamento terapeutico con il litio va proseguito per tutta la vita del paziente. I possibili effetti collaterali dell’assunzione di litio rendono necessari una serie di esami del sangue e delle urine per verificare l’eventuale coinvolgimento di altri organi. Tra i principali ci sono quelli che riguardano le funzionalità renali quali, ad esempio, azotemia e creatinina. Come detto, anche la tiroide può essere coinvolta, ragion per cui sono raccomandati la misura del TSH e il dosaggio degli ormoni della tiroide T3 e T4. La concentrazione di litio nel sangue può essere influenzata da diversi farmaci, ma anche dalla perdita di acqua e sali, in seguito, ad esempio, a iperidrosi, vomito o diarrea
Il litio può causare un aumento di peso, ma se la persona è informata può controbilanciarlo con una dieta specifica. Mi scusi se mi sono dilungato, ma ritengo, essendo un ricercatore, che non solo che una diagnosi corretta sia fondamentale, ma anche che una persona giovane come lei debba conoscere il proprio disturbo. Infine la psicoterapia associata alla terapia farmacologica è assolutamente consigliata. A disposizione.

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