Salve, ho dei dubbi sul mio psicoterapeuta e avrei bisogno di risposte da professionisti. Innanzitu
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Salve, ho dei dubbi sul mio psicoterapeuta e avrei bisogno di risposte da professionisti.
Innanzitutto inizio col precisare che ho iniziato da pochissimo il mio percorso con lui, però mi è parso strano che non mi abbia fatto firmare il consenso informato (cosa che la mia psicoterapeuta precedente mi fece fare fin da subito), per questo chiedo essendo io maggiorenne non è necessario farmelo firmare o dovrebbe comunque essere presentato al paziente?
Il secondo dubbio riguarda invece dei suoi atteggiamenti durante la seduta. Ho notato che a volte, quando racconto del mio passato o di comportamenti dei miei familiari, lui fa delle espressioni che lasciano trasparire il suo pensiero contrariato (ad es: racconto di qualcosa che ha fatto mia madre in passato e lui sbarra gli occhi come per dire “mamma mia”). Il mio dubbio parte proprio da questo: uno psicologo non dovrebbe avere un atteggiamento imparziale rispetto a ciò che il paziente racconta? Spero che possiate chiarire questi miei dubbi per capire se è una figura adatta e professionale. Grazie
Innanzitutto inizio col precisare che ho iniziato da pochissimo il mio percorso con lui, però mi è parso strano che non mi abbia fatto firmare il consenso informato (cosa che la mia psicoterapeuta precedente mi fece fare fin da subito), per questo chiedo essendo io maggiorenne non è necessario farmelo firmare o dovrebbe comunque essere presentato al paziente?
Il secondo dubbio riguarda invece dei suoi atteggiamenti durante la seduta. Ho notato che a volte, quando racconto del mio passato o di comportamenti dei miei familiari, lui fa delle espressioni che lasciano trasparire il suo pensiero contrariato (ad es: racconto di qualcosa che ha fatto mia madre in passato e lui sbarra gli occhi come per dire “mamma mia”). Il mio dubbio parte proprio da questo: uno psicologo non dovrebbe avere un atteggiamento imparziale rispetto a ciò che il paziente racconta? Spero che possiate chiarire questi miei dubbi per capire se è una figura adatta e professionale. Grazie
Buonasera il consenso informato viene fatto firmare in genere dopo le prime sedute di presa in carico e viene spiegato oralmente al paziente. Se ha dubbi circa il professionista a cui si è rivolto può vedere sul sito del consiglio nazionale degli psicologi se effettivamente è iscritto come psicologo ed annotato come psicoterapeuta. Rispetto al non verbale,dipende dall approccio del terapeuta se si lavora sulla relazione ad esempio l empatia è uno strumento. Un caro saluto Rossella Chiusolo
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Buonasera. Rispetto al consenso informato, esso deve essere illustrato al paziente e fatto firmare e compilare per poter continuare con il percorso, così come il modulo per la privacy. Per ciò che riguarda invece le espressioni che lei nota da parte dello specialista, non è sempre così immediato controllare consapevolmente il non verbale e molto dipende anche dall'approccio utilizzato.
Ad ogni modo, sebbene possa comprenderne la difficoltà, le consiglierei di parlare con il dottore di queste sue perplessità in modo tale da poter trovare delle risposte o uno spunto di riflessione. Mi chiedo se non sia stato infastidito da quell'espressione facciale del terapeuta e perchè ciò è accaduto, con uno sguardo al suo racconto personale. Potrebbe essere utile parlarne in seduta. Le auguro lo svolgimento di un buon percorso, dott.ssa Covri Annalisa.
Ad ogni modo, sebbene possa comprenderne la difficoltà, le consiglierei di parlare con il dottore di queste sue perplessità in modo tale da poter trovare delle risposte o uno spunto di riflessione. Mi chiedo se non sia stato infastidito da quell'espressione facciale del terapeuta e perchè ciò è accaduto, con uno sguardo al suo racconto personale. Potrebbe essere utile parlarne in seduta. Le auguro lo svolgimento di un buon percorso, dott.ssa Covri Annalisa.
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Consenso informato e privacy vanno illustrati e fatti firmare nelle prime sedute, da quello che dice è ancora all'inizio. Il comportamento non verbale del terapeuta può essere legato anche alla sua formazione. Rispetto alle sue perplessità sul suo psicoterapeuta, è importante che ne parli in seduta, sentirsi comode, avere fiducia sono aspetti molto importanti all'interno di una relazione terapeutica.
Grazie per aver condiviso il suo vissuto.
Dott.ssa Nicoletta Gentile
Grazie per aver condiviso il suo vissuto.
Dott.ssa Nicoletta Gentile
Buonasera, Le consiglio di domandare al collega il consenso informato e privacy da firmare. Come parte del lavoro fatto insieme esprima al terapeuta quello che percepisce come feedback non verbali da parte sua. Un caro saluto. Dr.ssa Lorena Ferrero
Buongiorno, anch'io mi unisco ai colleghi che mi hanno preceduta nelle risposte dicendole di parlare con il terapeuta di come la fanno stare le sue reazioni a quanto lei espone in seduta, perchè questo potrebbe aprire dei temi su cui lavorare insieme. Per quando riguarda il consenso informato, alcuni colleghi lo espongono oralmente, ma la privacy va sicuramente stipulata per iscritto, e di questo gliene parlerei. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Gentile utente, come già spiegato dai colleghi, il consenso va fatto firmare durante la prima fase del percorso e pertanto può attenzionare la questione al suo terapeuta perchè ciò avvenga.
Quanto alle espressioni del terapeuta, su cui sembra molto focalizzata, che effetto le fanno a livello emotivo?
Le suggerisco di condividere con lui il suo vissuto e pertanto confrontarsi su quello che evidentemente non la fa sentire a suo agio. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Quanto alle espressioni del terapeuta, su cui sembra molto focalizzata, che effetto le fanno a livello emotivo?
Le suggerisco di condividere con lui il suo vissuto e pertanto confrontarsi su quello che evidentemente non la fa sentire a suo agio. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Buongiorno, si è corretto quello che dice anche se dal mio punto di vista modulo di consenso e privacy sono più che altro procedure burocratiche che anche se possono avere senso nulla hanno a che fare col trattamento. Per quanto riguarda invece il non verbale da lei segnalato, no, non ritengo che sia "anomalo" tuttavia lei ha tutto il diritto di non apprezzarlo. Quello a cui le si riferisce come "imparzialità" credo che vada meglio declinato nella definizione di "atteggiamento non giudicante" e riguarda soprattutto il/la paziente ed i suoi vissuti non per forza elementi terzi.
Gentile utente di mio dottore,
è molto difficile risponderle ai quesiti che pone. La inviterei ad esprimere queste sue riflessioni in seduta al suo terapista, potrebbero esser un'interessante spunto di riflessione su cui lavorare e da cui ripartire.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
è molto difficile risponderle ai quesiti che pone. La inviterei ad esprimere queste sue riflessioni in seduta al suo terapista, potrebbero esser un'interessante spunto di riflessione su cui lavorare e da cui ripartire.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile Utente,
il consenso informato è un documento che va firmato alle prime sedute: è suo diritto chiederlo.
Rispetto all'atteggiamento del collega, le consiglio di parlarne direttamente in seduta. Talvolta non è affatto inappropriato esprimere la vicinanza emotiva all'esperienza del paziente. Tuttavia sembra che lei avverta un giudizio di valore. Ne parli con il collega.
Tenga presente che il rapporto terapeutico è un rapporto umano: al di là della competenza esiste anche una compatibilità che è imponderabile.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
il consenso informato è un documento che va firmato alle prime sedute: è suo diritto chiederlo.
Rispetto all'atteggiamento del collega, le consiglio di parlarne direttamente in seduta. Talvolta non è affatto inappropriato esprimere la vicinanza emotiva all'esperienza del paziente. Tuttavia sembra che lei avverta un giudizio di valore. Ne parli con il collega.
Tenga presente che il rapporto terapeutico è un rapporto umano: al di là della competenza esiste anche una compatibilità che è imponderabile.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buon giorno, può essere che mi ripeta rispetto ai miei colleghi: è obbligo di legge far firmare il consenso informato nelle prime sedute, io dò spazio prima all'accoglienza e poi all'aspetto burocratico, ma comunque lo faccio firmare.
La neutralità è diversa a seconda dell'approccio ed in alcuni approcci mostrare le proprie emozioni può essere uno strumento terapeutico, come per esempio nella Gestalt ( il mio approccio ) detta anche terapia del contatto emotivo.
Può controllare sull'elenco dell'ordine della sua regione se è regolarmente iscritto all'albo ed annotato come terapeuta. Inoltre la relazione terapeutica come tutte le relazioni è fatta da individui e per far si che si crei una buona alleanza terapeutica un pò ci si deve piacere.. , se il suo terapeuta non la rassicura e non le piace può andare anche d'istinto e cambiare terapeuta. Non abbai timore a chiedere informazioni al suo terapeuta sia riguardo alle questioni burocratiche che al suo approccio. Spero di averla informata e rassicurata, rimango a disposizione per alcuni chiarimenti anche on line.
La neutralità è diversa a seconda dell'approccio ed in alcuni approcci mostrare le proprie emozioni può essere uno strumento terapeutico, come per esempio nella Gestalt ( il mio approccio ) detta anche terapia del contatto emotivo.
Può controllare sull'elenco dell'ordine della sua regione se è regolarmente iscritto all'albo ed annotato come terapeuta. Inoltre la relazione terapeutica come tutte le relazioni è fatta da individui e per far si che si crei una buona alleanza terapeutica un pò ci si deve piacere.. , se il suo terapeuta non la rassicura e non le piace può andare anche d'istinto e cambiare terapeuta. Non abbai timore a chiedere informazioni al suo terapeuta sia riguardo alle questioni burocratiche che al suo approccio. Spero di averla informata e rassicurata, rimango a disposizione per alcuni chiarimenti anche on line.
Gentile Utente,
come prima cosa vorrei rispondere alla sua domanda circa il consenso informato, inquanto il codice deontologico delle psicologhe e degli psicologi italiani è molto chiaro in tal senso affermando che “nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge” (Articolo 24). Di conseguenza ritengo la mancata presentazione da parte del Collega di un modulo da compilare e firmare un aspetto non di poco conto. Per quanto riguarda il secondo punto che Lei pone è difficile dare un’opinione precisa, poiché ritengo fuorviante il termine “imparzialità”, dato che un Professionista della salute mentale dovrebbe tenere quello che viene definito “atteggiamento non giudicante”, cioè non giudicare il vissuto della Persona che richiede il trattamento, il ché non significa non esporre il proprio onesto e sincero punto di vista su specifici eventi e comportamenti, ancor di più se di persone terze. Trattandosi in questo caso di comunicazione non verbale non possiamo sapere a priori se il Collega intenda volutamente esprimere una sua opinione o meno, ma in entrambi i casi è suo pieno diritto fare domande e chiedere chiarimenti in merito.
Le auguro tutto il meglio
Un caro saluto
Mauro Fadda
come prima cosa vorrei rispondere alla sua domanda circa il consenso informato, inquanto il codice deontologico delle psicologhe e degli psicologi italiani è molto chiaro in tal senso affermando che “nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge” (Articolo 24). Di conseguenza ritengo la mancata presentazione da parte del Collega di un modulo da compilare e firmare un aspetto non di poco conto. Per quanto riguarda il secondo punto che Lei pone è difficile dare un’opinione precisa, poiché ritengo fuorviante il termine “imparzialità”, dato che un Professionista della salute mentale dovrebbe tenere quello che viene definito “atteggiamento non giudicante”, cioè non giudicare il vissuto della Persona che richiede il trattamento, il ché non significa non esporre il proprio onesto e sincero punto di vista su specifici eventi e comportamenti, ancor di più se di persone terze. Trattandosi in questo caso di comunicazione non verbale non possiamo sapere a priori se il Collega intenda volutamente esprimere una sua opinione o meno, ma in entrambi i casi è suo pieno diritto fare domande e chiedere chiarimenti in merito.
Le auguro tutto il meglio
Un caro saluto
Mauro Fadda
Buongiorno, il consenso informato andrebbe sempre firmato dopo averlo spiegato come presi professionale in linea al codice deontologico degli psicologi. Rispetto all'espressione dello psicoterapeuta credo che sia inevitabile che il collega abbia delle reazioni emotive a quanto raccontato da Lei in seduta, credo che forse dovrebbe chiedersi come si è sentita rispetto a questa espressione e poter portare il tema con lo psicoterapeuta, questo le permetterebbe di comprendere qualcosa di più sulla vostra relazione terapeutica e capire di conseguenza se quello è il luogo per lei.
Un caro saluto
Anna Laura Cavagnoli
Un caro saluto
Anna Laura Cavagnoli
Buonasera, sì il consenso informato va firmato poco dopo l'inizio della terapia. Se è in fase di valutazione forse sta aspettando di darglielo. In merito alle espressioni facciali bisogna vedere cosa suscitano in lei e cosa dice in seduta. Può capitare che un'espressione sfugga. Forse voleva provocare una sua reazione ? Direi di parlargliene visto che siete all'inizio ed è fondamentale instaurare una relazione sicura e affidabile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Il consenso informato è fondamentale per cominciare la terapia, può fargli presente che trova strano che non le abbia consegnato i moduli. Ben più importante è come si sente in seduta: se non si sente accolto e capito, e non sente di essere all'interno di uno spazio protetto è molto difficile che la terapia possa essere efficace. Le suggerisco di parlare apertamente di come si sente con lui, per capire cosa sta succedendo ed eventualmente rivolgersi a qualcuno che la possa far sentire accolto e compreso. Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti sono a disposizione, anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Elena Gianotti
Salve, i suoi dubbi circa il suo nuovo psicoterapeuta, mi fanno pensare che lei non si sente a suo agio con lui. In questi casi è molto difficile creare l'alleanza terapeutica che è ciò che ci fa andare avanti durante le terapie. Faccia presente tutto quello che sente al suo terapeuta ed eventualmente cambi collega. Si faccia guidare soprattutto dalle sue emozioni.
Rispetto al consenso informato, mi è capitato di confrontarmi con colleghi molto validi che ritenevano questo passaggio, specialmente all'inizio dei primi colloqui, eccessivamente burocratico e spersonalizzante per la situazione relazionale, tanto da portarli a decidere di trasgredire la regola che impone a uno psicoterapeuta di farlo firmare al primo colloquio.
La comunicazione non verbale è una forma di comunicazione, scelta a volte consapevolmente e a volte inconsapevolmente. L'idea di uno psicoterapeuta imparziale è stata da tempo superata, in quanto non è possibile: il terapeuta, in quanto essere umano, ha punti di vista propri. Per questo, specialmente in alcuni orientamenti terapeutici, questi vengono espressi (con garbo e rispetto), perché si preferisce lavorare sull'autenticità della relazione, che è un aspetto fortemente terapeutico.
In ogni caso, credo che sia importante portare tutte queste questioni al proprio terapeuta, perché affrontarle assieme permetterà di conoscersi meglio e lavorare su se stessi. È importante che i dubbi vengano affrontati nella relazione con l'altro e non in autonomia.
La comunicazione non verbale è una forma di comunicazione, scelta a volte consapevolmente e a volte inconsapevolmente. L'idea di uno psicoterapeuta imparziale è stata da tempo superata, in quanto non è possibile: il terapeuta, in quanto essere umano, ha punti di vista propri. Per questo, specialmente in alcuni orientamenti terapeutici, questi vengono espressi (con garbo e rispetto), perché si preferisce lavorare sull'autenticità della relazione, che è un aspetto fortemente terapeutico.
In ogni caso, credo che sia importante portare tutte queste questioni al proprio terapeuta, perché affrontarle assieme permetterà di conoscersi meglio e lavorare su se stessi. È importante che i dubbi vengano affrontati nella relazione con l'altro e non in autonomia.
Buongiorno, grazie della sua condivisione. Il consenso informato, così come il modello privacy, vanno forniti alle prime sedute. E' obbligatorio.
Così come lo è la fattura, che essendo sanitaria, lei può scaricare dalle tasse. Rispetto alla comunicazione non verbale del terapeuta, dipende dagli approcci. In una relazione vis a vis ovviamente passa il non verbale di entrambe le persone, che è un bene (nell'ottica di esprimere empatia), ma può essere un male come nel suo caso, dove sembra che lei abbia sentito nelle sue espressioni un senso di valutazione. Lo dica al terapeuta, è un ottimo spunto per conoscervi di più e lavorare su di lei. Magari le sue espressioni hanno attivato in lei dei fastidi che hanno a che fare con la sua storia. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Così come lo è la fattura, che essendo sanitaria, lei può scaricare dalle tasse. Rispetto alla comunicazione non verbale del terapeuta, dipende dagli approcci. In una relazione vis a vis ovviamente passa il non verbale di entrambe le persone, che è un bene (nell'ottica di esprimere empatia), ma può essere un male come nel suo caso, dove sembra che lei abbia sentito nelle sue espressioni un senso di valutazione. Lo dica al terapeuta, è un ottimo spunto per conoscervi di più e lavorare su di lei. Magari le sue espressioni hanno attivato in lei dei fastidi che hanno a che fare con la sua storia. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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