Salve, ho bisogno di un consiglio nella gestione del rapporto col mio compagno. Ho 43 anni, vivo in

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Salve, ho bisogno di un consiglio nella gestione del rapporto col mio compagno. Ho 43 anni, vivo in Calabria e da 5 convivo con un uomo, divorziato e con una figlia adesso di 11 anni. Da circa 1 anno viviamo in casa di proprietà: l’acquisto della casa l’ho fatto principalmente io, il mutuo è a nome mio e lui ha partecipato solo per le spese notarili.
La parte economicamente più forte sono io, infatti le spese gestionali della casa dipendono soprattutto da me, lui partecipa solo nella rata del mutuo, anche perché deve sostenere il mantenimento della figlia.I primi tempi di convivenza, 5 anni fa, erano abbastanza tranquilli, nonostante lui avesse un pregresso importante, un matrimonio e una figlia. Io ho accettato la situazione senza mai crearmi problemi. Fin da subito c’erano dei meccanismi che non ritenevo “sani”, come il fatto che la bambina dormisse con suo padre nel lettone, io andavo sul divano anche se lui mi chiedeva di dormire con loro ma non lo ritenevo corretto. Alla fine ho comprato una stanzetta per la figlia e la cosa è rientrata nella normalità. D’altro canto la bambina, che la maggior parte dell’anno vive a Roma con la madre e il compagno di lei, era abituata ad avere i suoi spazi quindi il “problema “ si creava quando veniva da noi.
Col tempo si sono però creati dei comportamenti di routine che non riesco più ad accettare e vorrei capire se sto sbagliando o devo iniziare a mettere dei paletti nel nostro rapporto a due.
Noi lavoriamo tutto l’anno, non abbiamo molte libertà se non il sabato e la domenica e i 15 giorni di ferie estive che in genere faccio coincidere con i suoi. Non facciamo viaggi, raramente usciamo per andare da qualche parte, soprattutto per questioni economiche perché poi so che la maggior parte delle volte dovrei pagare io, dato che la sua situazione economica è abbastanza precaria, e io o pago le ingenti spese di casa o il resto, pertanto si evita.
La sua famiglia, mamma papà e fratello, pur restando abbastanza in disparte dal nostro rapporto di convivenza, è comunque “ingombrante “, lo trattano come il principino di casa e in mia presenza non lesinano comportamenti di accudimento esagerati che onestamente mi fanno sentire molto a disagio. Capita anche che torno dal lavoro e mi ritrovo il fratello in casa, che non si limita a stare 10 minuti ma ore. Mi rendo conto che ci sono differenze culturali enormi, ma per amore di lui ho sempre fatto buon viso a cattivo gioco, anche perché sono una persona molto rispettosa.
Lui trasferisce questo modus operandi familiare anche nel rapporto con sua figlia, che è accontentata in tutto. Mi rendo conto che le occasioni di vederla sono poche, ossia quando lei scende per le feste o nel periodo estivo. Proprio per questo non ho mai creato alcun tipo di problema sulle visite. Tuttavia vorrei essere presa un po’ più in considerazione rispetto a certe decisioni, alla fine viviamo sotto lo stesso tetto e non mi si chiede mai se per me va bene che la figlia venga un giorno piuttosto che un altro. Si dà per scontato che tutto mi possa andare bene. Adesso la bimba è giù per l’estate, quindi automaticamente tutti i fine settimana nonché i 15gg di ferie del padre li trascorrerà con noi. Capita anche, durante la settimana, che la bambina trovandosi dalla nonna materna con la quale si scoccia, chiami il padre per andarla a prendere subito dopo il lavoro. Pertanto io esco da lavoro, voglio andare a casa a rilassarmi e 10 minuti dopo mi giunge il messaggio di lui che mi comunica che sta andando a prendere la figlia. Recentemente abbiamo avuto una discussione: gli ho chiesto se, almeno per adesso che stiamo ancora lavorando, la figlia può andare a prenderla il sabato mattina anziché il venerdì pomeriggio, così io posso organizzarmi e avere un attimo di pace dopo il lavoro invece di tornare a casa sistemare tutto per il suo arrivo. La risposta è stata che la mia richiesta non è di suo gradimento e che la figlia viene prima di tutto (per inciso, in 4 anni che la bimba vive a Roma lui non ha mai preso un treno nel weekend per andare a trovarla, sempre per questioni economiche).
In conclusione, mi sento ospite in casa mia, il nostro rapporto si riduce a una mera convivenza, lui non condivide con me le decisioni, che rimangono di sua esclusiva competenza e io non ho nemmeno il diritto di esternare un disagio, una richiesta o una necessità. Tutto è subordinato alle sue esigenze, a quelle della bambina, della sua famiglia…sto seriamente mettendo in discussione la natura del nostro rapporto.
Non so davvero cosa fare.
Grazie
Gentile Signora,
dalle sue parole emerge quanto questo momento stia diventando poco gestibile e sostenibile.
Mi sento di chiederle se durante questi anni sia stato possibile aprire un confronto e una condivisione vera e sincera con il suo compagno.
In un rapporto è necessario trovare i propri compromessi e le proprie regole, non importata se non vengano compresi dall'esterno ma è importante che entrambe le parti si trovino a proprio agio.
La vostra relazione ha bisogno di essere messa al primo posto e coltivata in modo che sia lei sia il suo compagno possiate esprimervi al meglio ed essere entrambi felici e soddisfatti.
Le consiglio di iniziare a condividere con il suo compagno i suoi stati d'animo e le sue necessità, trovare delle esperienze e dei momenti da poter condividere senza necessariamente investire troppo economicamente, a volte bastano dei piccoli gesti.
L'aspetto che ritengo più importante nella relazione è la comunicazione, partendo proprio dal confidare all'altro i desideri, i bisogni e ciò che non gradiamo o ci ferisce.
A volte si può pensare che l'altro non voglia venirci incontro ma in alcuni casi potrebbe non sapere quali siano le sue necessità o volontà, potrebbe aver bisogno di un suo input per venirle incontro.

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Gentile signora, non le nascondo che leggendo la sua lettera mi si è via via andata intensificando una certa irritazione. Sarà perchè sono donna e fatico a non empatizzare con questo tipo di situazione. Le dico una cosa un po' forte, ma importante. Il suo compagno si comporta così perchè lei glielo permette. Soprattutto quando gli accordi non sono esplicitati, il più prepotente mette le sue "bandierine" Così la casa è sua, ma lui e la sua famiglia la fanno da padroni, i 15 giorni di ferie si fanno con la figlia ecc ecc. Nella sua lettera c'è un crescendo di emozioni. Cosa succede se lei comincia a mettere dei paletti al suo compagno? è disposta a scoprirlo? Questa è una decisione che deve prendere lei, ma non da sola. é importante che si faccia aiutare per rinforzarsi e per conoscere meglio meccanismi del suo carattere, legati anche alla sua storia, che l'hanno portata a questo incastro.
Valuti lei: un percorso psicoterapeutico individuale può essere il primo passo Successivamente potrebbe proporre al suo compagno una terapia di coppia, in cui affrontare i vostri nodi. A questo le suggerisco di arrivarci preparata da un percorso individuale che lavori sull'assertività, l'autostima, l'affermazione di sè. Ci pensi, ma non troppo, cominci ad agire in difesa e sostegno di sè stessa, di quello che sente e desidera. Quando ci si occupa di sè ci si riempie la vita. é amore per se stessi, non narcisismo. Rimango a disposizione per eventuali approfondimenti. Tifo per lei, cordialmente dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno, grazie per il suo quesito. La situazione che ha delineato è senz'altro complessa e con tanti attori in campo; sarebbe importante che lei e il suo compagno vi interfacciaste sulle basi della vostra relazione e della vostra vita insieme. Questo lei può farlo prendendo in mano la situazione e/o chiedendogli un percorso di terapia di coppia che può senz'altro aiutarvi ad affrontare le tematiche su cui confliggete e trovare una mediazione. Cordiali saluti,
Buonasera, mi dispiace molto per la situazione difficile che stai attraversando. È comprensibile sentirsi sopraffatti e insoddisfatti quando i propri bisogni e desideri vengono costantemente messi in secondo piano. La situazione che descrivi è complessa, e richiede una riflessione approfondita e una comunicazione chiara con il tuo compagno.

La terapia sistemica potrebbe essere un approccio utile in questo caso, poiché si concentra non solo sull'individuo, ma anche sulle dinamiche familiari e di coppia. Questo tipo di terapia può aiutare a esplorare e comprendere meglio i ruoli, le aspettative e i comportamenti di tutti i membri coinvolti. Potrebbe essere utile sia per te che per il tuo compagno per trovare un equilibrio e migliorare la comunicazione.

Ecco alcune considerazioni che potrebbero esserti utili:

Comunicazione aperta e onesta: È importante esprimere chiaramente al tuo compagno come ti senti. Spiega il tuo bisogno di essere presa in considerazione nelle decisioni che riguardano la vostra vita insieme. Cerca di farlo in un momento tranquillo, quando potete entrambi parlare senza interruzioni.

Definire i confini: È essenziale stabilire dei limiti chiari e rispettosi riguardo alle visite e alle decisioni familiari. Questo non significa escludere la figlia del tuo compagno, ma trovare un equilibrio che rispetti anche i tuoi bisogni.

Consulenza di coppia: Considera la possibilità di partecipare a delle sedute di terapia di coppia. Un terapeuta può aiutare entrambi a navigare attraverso i problemi e a trovare soluzioni che funzionino per entrambi.

Supporto personale: Non sottovalutare l'importanza di prenderti cura di te stessa. Cerca il supporto di amici, familiari o di un terapeuta individuale per avere uno spazio dove poter esprimere liberamente le tue preoccupazioni e ricevere supporto.

Riflettere sulle priorità: Prenditi del tempo per riflettere su ciò che desideri veramente dalla tua vita e dalla tua relazione. Se senti che i tuoi bisogni e desideri non sono rispettati, potrebbe essere necessario valutare se questa relazione è la migliore per il tuo benessere a lungo termine.

Affrontare questi problemi può essere difficile, ma con il giusto supporto e una comunicazione efficace, è possibile trovare un percorso che porti a una maggiore soddisfazione e armonia nella tua vita e nella tua relazione
Buonasera gentile utente, dalla sua descrizione, emerge un quadro complesso che evidenzia molteplici criticità nella relazione con il suo compagno. A quanto pare sembra che tra di voi la comunicazione sia difficile o addirittura inefficace, le consiglio di chiedere il supporto di un terapista che potrà aiutarvi a comunicare in modo più costruttivo e trovare soluzioni che funzionino per entrambi. Trovi la forza e il coraggio per affrontare questa difficile situazione. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, dottssa Cristina Sinno
Buonasera,
da quanto racconta è come se lei stesse urlando il suo dolore, il suo bisogno di essere "vista" (in particolare dal suo compagno) e di sentirsi appartenente a questo sistema familiare, ma nessuno la sente...



Salve gentile utente e grazie per la condivisione
Sento forte questo senso di frustrazione dipeso dalla situazione e dalla difficoltà a capire come agire per potersi riappropriare dei suoi spazi.
Spesso in un rapporto si creano delle abitudini, che diventano così radicate da diventare normalità e la richiesta di un cambiamento, non sempre viene accolta positivamente
Lei parla di una modalità familiare che il suo compagno ha, basata sull’accudimento, modello che sembra esserci e ripetersi non soltanto nel rapporto che il suo compagno ha verso sua figlia, ma che in qualche modo sembra ripetersi anche tra voi due, quando capitano situazioni di tipo economico e affettivo l, rispetto a rinunce, decisioni e situazioni.
Questo quindi diventa uno schema ripetitivo e predominante anche nel vostro rapporto.
È certamente una situazione delicata. Mi viene da chiederle, come mai, come il papà corre verso la figlia annoiata, lei corre soesso in soccorso dei bisogni del suo compagno?
come quando qualcuno accede ad una stanza, sicuro di poterne uscire, ma quella porta dietro di sè si chiude e dà accesso a tante altre: c’è sicuramente qualcosa, che con volontà da entrambe le parti, si può fare
Sento sia necessario concedere a questa storia un giusto spazio.
Resto a sua disposizione, anche online
La saluto cordialmente
Dott.ssa Gabriella Caracciolo
Gentile utente, innanzitutto grazie per la sua condivisione. Sento molto forte questo senso di frustrazione dipeso dalla situazione e dalla difficoltà a capire come agire per potersi riappropriare dei suoi spazi. Spesso in un rapporto si creano delle abitudini, che diventano così radicate da divenire normalità e la richiesta di un cambiamento, non sempre viene accolta positivamente.
Se vuole dedicarsi uno spazio a se e a quello che sta provando, resto disponibile (anche online).
Dott.ssa Martina Panzeri
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Gentile utente,
il disturbo da Deficit di attenzione e Iperattività negli adulti è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da modelli di disattenzione, iperattività e impulsività. Esistono diversi strumenti validi per identificare una eventuale diagnosi di ADHD, in genere ci si può rivolgere a uno psichiatra o uno psicologo specializzato in ADHD sia sul territorio che privatamente. Una volta effettuata la diagnosi potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicologico finalizzato a imparare a gestire i sintomi, sviluppare strategie di coping e ad affrontare eventuali problemi coesistenti.
Dott.ssa Agata Rapicavoli
Gentilissima, da quanto leggo mi sembra si trovi in un momento importante della sua vita in cui si sta chiedendo se vale la pena o meno continuare a investire in questa relazione, se continuare a dare fiducia ad un progetto che la tiene insieme a questo compagno da diversi anni. Certamente non è facile, sulla base di poche righe, dare un consiglio che possa essere calzante per la sua situazione specifica. Tuttavia, mi sento di dirle che trovo molto utili le domande che si sta ponendo. Se ci poniamo domande vuol dire che abbiamo a cuore quel rapporto e che vogliamo fare di tutto per preservarlo e prendercene cura.
Ci sta che in diversi anni di convivenza insieme si verifichino dei momenti critici che richiedono delle ridefinizioni del rapporto stesso. La cosa importante è non smettere mai di dialogare e guardarvi come due alleati e non due avversari. Avete deciso di costruire un progetto di vita insieme e avete l'interesse a star bene e a godervi questo progetto che state costruendo. Sarebbe molto importante che lei si concedesse la possibilità di esprimere i suoi bisogni al suo compagno, quello che sente e che prova tutte le volte in cui si sente messa in secondo piano rispetto al rapporto padre-figlia. Lo spazio che richiede lei va al di là di quel rapporto! L'essere padre non esclude l'essere uomo, compagno ecc....l'uno si può affiancare all'altro. D'altronde, da quanto leggo lei stessa ha collaborato attivamente nella crescita della figlia, ha investito energie fisiche e mentali, risorse economiche ecc. è stata di sostegno al suo compagno affinché sua figlia potesse stare bene con voi e sentirsi accolta, amata. Questo non significa però che lei debba negare i suoi bisogni come donna e compagna all'interno della coppia. Questo nel tempo farebbe soltanto logorare quel rapporto. Ha tutto il diritto di esternare il suo disagio e le sue necessità! Infondo come potrebbe andare avanti una storia solo a senso unico!?
Tuttavia, qualora sentisse il bisogno di affrontare in maniera più approfondita questa situazione, attraverso una consulenza psicologica, non esiti a contattarmi.Cordialmente dott.ssa Rossella Valotta
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. È indubbiamente una situazione complessa, nella sua descrizione non sono riuscita a vedere un "noi" nella conduzione e gestione della vita insieme. Sarebbe opportuno che vi confrontaste sull'organizzazione e della vostra vita o forse capire quanto conta per entrambi la condivisione, non solo delle cose, ma anche delle informazioni per facilitare la convivenza. Mi è sembrato di capire che in alcune discussioni lui abbia tagliato corto, ecco è importante che lei si ricordi che ciò che provate e sentite valgono allo stesso modo, in presenza di figli o meno. Credo sia necessario che vengano affrontate un pò di questioni, fino in fondo, è importante che nella relazione ci stiate bene entrambi.
Cordiali saluti dott.ssa Carla Dilaghi
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve! Molte volte gestire queste situazioni è difficile, poichè si ha paura di provocare dispiacere, per cui si continua a lasciar andare per non creare disagi, è importante però comprendere che ogni membro della famiglia è importante, in questo caso lei deve parlare apertamente dei disagi legati alle varie situazioni che si presentano per poter vivere in modo sereno questa relazione.
La comunicazione è uno degli aspetti più importanti per riuscire a gestire tale situazione, essa rafforza la fiducia e i legami, per cui è importante che nessuno dei componenti familiari si senta escluso, il rispetto reciproco e il rispetto del proprio ruolo permettono di costruire rapporti costruttivi.
Resto a sua disposizione, qualora le servisse un aiuto nella gestione della situazione, anche online.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Raffaella Sorrentino
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Buon pomeriggio, da ciò che emerge dalle sue parole mi verrebbero spontanee una serie di domande da farle, questa situazione che lei sta vivendo è una situazione che ha provato ad affrontare o la tiene dentro da anni ed emerge solo in alcune discussioni tra lei ed il suo compagno? ad oggi lei reputa questa situazione per lei gestibile oppure no? vive bene con se stessa o si sente oppressa? Sicuramente è una situazione che va affrontata in ambito relazionale ma credo che prima di tutto lei abbia la necessità di mettere sè stessa al primo posto e valutare quali ad oggi siano le sue priorità e ciò che reputa sia di maggiore impatto nella sua quotidianità e serenità mentale. Solo così molti nodi possono essere sciolti. La prima regola fondamentale è stare bene con sè stessi, ascoltarsi, per poter stare bene con il circostante. Sembrerà una frase fatta ma è la base di un percorso sano con sè stessi.
Grazie per aver condiviso una sua esperienza (non facile ma non insuperabile) con tutti noi.
Cordiali saluti
Dottoressa Alessia Ballanti
Gentilissima,
tenga sempre a mente i suoi diritti.
Lei ha il diritto di comunicare le sue sensazioni, i suoi bisogni e le sue emozioni.
Lei ha il diritto di dire: "no"
Lei ha il diritto di stare bene, di stare serena.
La tua situazione evidenzia diversi aspetti complessi e interconnessi che meritano attenzione. Dal punto di vista psicodinamico, sembra che tu stia vivendo un conflitto tra i tuoi bisogni personali e le dinamiche familiari del tuo compagno, che si manifestano in un senso di squilibrio e insoddisfazione.

Il tuo racconto rivela una dinamica di accudimento che sembra estendersi dal compagno alla figlia e dalla sua famiglia verso di lui. Questo potrebbe essere interpretato come una continuità di un ruolo di dipendenza emotiva e forse economica. Il fatto che ti senti ospite nella tua stessa casa potrebbe derivare dalla mancanza di uno spazio riconosciuto per i tuoi desideri e bisogni. Inoltre, la tua maggiore indipendenza economica sembra crearti una pressione aggiuntiva, contribuendo a un senso di responsabilità sproporzionata.

La frustrazione che provi quando i tuoi bisogni vengono messi in secondo piano potrebbe riflettere una mancanza di riconoscimento e validazione all'interno della relazione. Questo, nel tempo, può erodere il senso di connessione e intimità, portandoti a mettere in discussione la natura stessa del vostro rapporto.

Potrebbe essere utile esplorare ulteriormente questi temi in un contesto terapeutico, dove potresti trovare uno spazio sicuro per esprimere le tue preoccupazioni e riflettere sulle tue priorità. Un consulto con uno psicoterapeuta potrebbe aiutarti a comprendere meglio i meccanismi relazionali in gioco e a sviluppare strategie per comunicare i tuoi bisogni in modo più efficace.

Se desideri approfondire queste tematiche o discuterne ulteriormente, sarò felice di accoglierti in un consulto, anche online, per offrirti supporto e aiuto nella gestione di questa fase delicata della tua vita.

M.G.
La tua situazione è complessa e coinvolge vari aspetti relazionali e familiari. È importante comunicare apertamente con il tuo compagno, esprimendo i tuoi bisogni e aspettative in modo chiaro ma rispettoso. La reciprocità e il rispetto reciproco sono fondamentali per un rapporto sano e equilibrato. Considera la possibilità di confrontarti con lui e, se necessario, cercare supporto professionale per affrontare insieme queste sfide. Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Buongiorno simpatica ospite,
mi pare tu abbia già intravisto alcuni incastri che cominciano a starle stretti.
Se vuoi scoprire come ampliare il tuo margine di manovra e cambiare assetto, contattami.
Un caro saluto
Dott. Claudio Cianci
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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