Salve, ho bisogno di aiuto. Penso che mia sorella sia una cleptomane,ma non essendo del settore non

22 risposte
Salve, ho bisogno di aiuto. Penso che mia sorella sia una cleptomane,ma non essendo del settore non ne sono sicura. Come posso capire? E soprattutto come posso aiutarla? Fin ora ha rubato soldi alla famiglia del suo fidanzato,(ammettendo del fatto qualche giorno dopo essendo stata vista ha confessato) e oggetti di poco valore. Ultimamente è anche ossessionata dalla palestra.. E come persona è molto nervosa. Si tratta di cleptomania? Mi può aiutare? Ovviamente lei non mi ha detto nulla me l'ha detto il suo fidanzato perché vorremmo aiutarla. Cosa posso fare io per indagare e cercare di capire che cosa le passa per la testa? Perché esternamente lei sembra una ragazza normale. Non avendo chiesto aiuto a me o qualcuno a lei vicina, dubito che possa rivolgersi ad uno psicologo di sua spontanea volontà. Cosa potrei fare o dire per spingere lei a farsi aiutare? La ringrazio
Buonasera. Comprendo il livello di preoccupazione, ma se sua sorella non si scontra con gli effetti e le conseguenze del suo comportamento nessuno mai potrà dirle che deve mettersi in discussione. Perché cambiare? ? ? ? ? Questa è la domanda che dovrebbero farsi le persone che vogliono aiutarla. Un vero cambiamento parte da una reale motivazione. Diversamente siamo nell'apparente ma non nella sostanza. In bocca al lupo

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Buonasera. Non necessariamente una persona che commette furti può essere diagnosticata come affetta da cleptomania. Il DSM V è molto chiaro e scrupoloso in merito. In secondo luogo sarebbe molto difficile e, aggiungerei, poco professionale operare una diagnosi per procura. Ciò che può fare per aiutare sua sorella è, da una parte, caldeggiare un'implicazione in un percorso di cura (sempre ammesso che sua sorella percepisca questa presunta cleptomania come un problema da risolvere); in secondo luogo le ricordi con chiarezza che rubare è una cosa che non si può fare; a questo riguardo la libertà di tutti è limitata dall'ordine costituito e prevede sanzioni. Può sembrare un'ovvietà, ma dare un nome alle cose è spesso pacificante per tutti.
La saluto e le faccio tanti auguri,

mg
Buona sera, capisco il turbamento che sta provando dopo che il ragazzo di sua sorella le ha riferito il comportamento che ha messo in atto sua sorella a casa della sua famiglia. Quindi se il ragazzo glielo ha riferito, ritiene questo comportamento anomalo ed inoltre sta chiedendo aiuto anche a lei che è la sorella. Perchè non parlarne tutti e tre e cercare una soluzione, siete fra persone adulte e se la sorella mette in atto dei comportamenti sbagliati è giusto trovare un aiuto. Potrebbe essere una psicoterapia, per farsi aiutare a far chiarezza sul suo sintomo che non credo che sia da sottovalutare, l'atto di appropriarsi di cose non proprie nasconde sempre un problema che va analizzato e potrebbe essere anche affiancata da psicofarmaci, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Gentile Utente,
E' scomodo azzardare una conferma alla cleptomania, perché le informazioni a disposizione sono molto poche; d'altra parte quella che racconta come un' ossessione per la palestra potrebbe rappresentare anch'essa un segnale di disagio, ma andrebbe approfondito con la persona interessata.
Qualsiasi intervento non può prescindere dalla consapevolezza di avere una difficoltà. E' possibile che i comportamenti di sua sorella siano ancora in una "fase giovane", che la ragazza tende a giustificare e razionalizzare. In questi casi può essere utile costruire una rete di protezione, nel senso di aiutarla in modo conciliante e non accusatorio a considerare quanto sta accadendo come un cambiamento nel suo modo di essere e che sta avendo/potrebbe avere conseguenze negative. Ciò, anche al netto delle resistenze che potrebbe mostrare e del tempo necessario per vederle cedere. Sulla base di ciò si può cercare di promuovere una presa di coscienza da parte sua, condizione imprescindibile perché poi possa ricevere aiuto. Un caro augurio di buona fortuna
Concordo sulla impossibilità di una diagnosi con così pochi elementi e con la necessità di mettere sua sorella un po’ alle strette. Comincerei come famiglia ad andare in terapia e anche se lei non vuole venire sono sicura che quando vedrà voi cominciare ad agire in modo diverso, poi verrà .
Il primo passo è senza dubbio parlare con sua sorella. Il consiglio è di farlo senza pre-giudizi: nella sua mente sembra esserci già un'immagine di sorella "anormale", patologica. Ascolti ciò che sua sorella dirà (ammetterà tutto? negherà? inventerà?) e solo in seguito valuti se rivolgersi a uno specialista.
Un confronto con il fidanzato di sua sorella può essere utile.
Buongiorno! Fare psicoterapia non è trovare il nome a qualcosa, ma risolvere una sofferenza e collaborare in tal senso. L'unica cosa che può fare è ritagliarsi uno spazio in cui parlare con sua sorella mostrandole la sua preoccupazione. Non menzionerei tanto gli ultimi accaduti perché potrebbe viverli in modo accusatorio, piuttosto dovrebbe descriverle come la vede: nervosa, chiusa in sé etc... A quel punto, se sua sorella si aprirà, potrà suggerirle di farsi aiutare e di cercare uno psicoterapeuta. Ci provi, magari se non sortisce nessun effetto immediato, le sue parole rimarranno nella sua mente e magari sarà la prima a cui parlerà quando riconoscerà il suo disagio. In bocca al lupo
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentilissima, comprendo la preoccupazione per sua sorella ed il suo desiderio di aiutarla.
E' evidente che sua sorella abbia un forte disagio che non riesce ad esprimere a parole. Per poter fare una diagnosi e impostare una cura occorre necessariamente la valutazione di un professionista. Mi pare di capire che sia consapevole del suo comportamento e intanto andrebbe rassicurata sul fatto che non ci sia nulla di male nell' avere bisogno di aiuto e che non per questo si è deboli. Il suo fidanzato potrebbe esprimere a sua volta il suo disagio e proporle un colloquio insieme con uno psicoterapeuta, che eventualmente potrà valutare il percorso più adatto.
Se tra voi c' è un buon rapporto, la ascolti, cosa prova, come si sente e magari le proponga di accompagnarla.
Cordialmente
Dott.ssa Simona Murtas

Gentile utente, il turbamento che prova davanti al disagio di sua sorella è palpabile e comprensibile, le consiglio di stimolare la sua motivazione al farsi aiutare, parlando della sua preoccupazione di ciò che sente e di ciò che pensa che possa accaderle, senza dare etichette. Le stia vicino e le parli dal suo punto di vista di sorella preoccupata e che sicuramente le vuol bene, vedrà che capirà. Sua sorella deve chiedere aiuto spontaneamente, ma in questo lei può sostenerla nella scelta e nella presa di coscienza. Saluti.
Buongiorno. Pienamente in linea con quanto detto da alcuni colleghi, ovvero, la diagnosi di cleptomania non è così semplice, soprattutto con pochi elementi a disposizione. Inizierei con il parlare con sua sorella, dopodiché valuterei attentamente i suoi atteggiamenti, risposte e modi prima di prendere una decisione.

Cordialità

Massimiliano Trossello
Buonasera, concordo con i colleghi nel consigliarle di parlare con sua sorella del problema, che è una cosa che non si fa e che probabilmente avrebbe bisogno di parlarne con un professionista per capire cosa la sta spingendo a comportarsi in questo modo. Anche in riferimento all'ossessione come dice lei che sta avendo per la palestra. Potreste pensare a un consulto familiare, così da spronarla ad andare insieme.
Un caro saluto, dott.ssa Paola De Martino
Ciao, capisco la tua sofferenza e il tuo disagio. Ti consiglio innanzitutto di non "indagare" su di lei, questo la renderebbe ancora più nervosa, le farebbe credere che non ti fidi di lei e sarebbe controproducente se l'obbiettivo è che lei si apra con te e accetti di farsi aiutare. Al contrario, sarebbe utile provare ad avvicinarti a lei, a parlarle chiedendole come sta, dandole la tua disponibilità ad ascoltarla per qualunque cosa, senza insinuare nè ipotizzare disturbi di alcun genere che potrebbero solo farla chiudere e mettere sulla difensiva, aggravando così i suoi comportamenti.
Solo con il tempo e solo quando lei sarà pronta a parlare con te e si senta abbastanza accolta da poter esprimere liberamente i suoi problemi senza paura di essere giudicata, potrai ascoltarla e consigliarle la visita da uno specialista che possa aiutarla, sempre e solo se lei se la senta.
Spero di esserti stata d'aiuto. Ti abbraccio
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Salve, capisco la sua preoccupazione e il suo desiderio di aiutare sua sorella. I comportamenti da lei descritti potrebbero avere tanti significati e solo sua sorella potrebbe dare una risposta, di per se il furto non basta a fare una diagnosi di cleptomania. E' davvero difficile se non impossibile aiutare una persona che non chiede aiuto e che quindi non vede un problema. Quel che mi sento di suggerirle è di parlare con sua sorella e capire qual è il suo punto di vista, tenendo sempre a mente che finchè non sarà lei a sentire di avere un problema ci sarà ben poco da fare. Le faccio tanti auguri
Gentile utente dalle sue parole emerge una certa preoccupazione giustificata, probabilmente, da situazioni che non ha descritto nel suo breve testo. Purtroppo nessuno può aiutare o costringere un soggetto ad affrontare ciò che causa un sintomo psicologico quale quello da lei descritto. Un sintomo per definirsi tale deve diventare un elemento che prescinde dalla volontà del soggetto, che lo imprigiona rendendolo contemporaneamente vittima e carnefice di sé stesso. Non basta dunque un singolo evento riportato da un altra persona o avere avuto l'impressione di...
Le consiglio di chiedere una consulenza ad un collega affinché possa in modo più esaustivo approfondire le vostre dinamiche relazionali e magari trovare il modo per far emergere in sua sorella il desiderio di voler approfondire l'eventualità di un disagio psicologico. Una sorta di strategia per cercare di mettere "sotto scacco" il sintomo dell'altro.....
Cordiali saluti. Dott.ssa Di Mauro Grazia Maria
Buongiorno, le direi che il problema non vada sottovalutato. Nello stesso tempo è possibile procedere per gradi, limitando critiche o giudizi eventuali verso sua sorella. Parlarle chiaramente insieme è un primo passo per portare alla luce una parte del problema. E' utile a quel punto osservare le reazioni che ha la sorella, se vi sembrano molto difensive o no. Lei non è' consapevole di avere un problema, voi lo siete. Se il problema si ripete, un consulto psicologico può richiederlo anche un familiare, per avere più conoscenza delle relazioni sistemiche all'interno della famiglia, e riconoscere più chiaramente la problematica della sorella. Cordiali saluti
Buongiorno,
perchè non provate a parlarle apertamente dei vostri dubbi? lo dovreste fare senza accusarla ma solo ascoltando la sua versione dei fatti e poi da li decidere cosa fare!
Buona Vita
Buongiorno, sicuramente in questi agiti sua sorella sta cercando di mandare dei messaggi alle persone che le stanno intorno, è ovviamente una comunicazione inconscia e in base al carattere di sua sorella potete provare a parlarle per mostrarvi disponibili ad aiutarla e dandole il vostro affetto, bisogna valutare quanto una cosa del genere sia efficace o controproducente, ma questo potete saperlo solo voi.
lascerei da parte l'etichettatura, e la necessità di dare un nome a un comportmento. Potrebbe esserci qualcosa che non sta andando per il verso giusto e che provoca un disagio o un malessere in sua sorella che lo esprime prendendo soldi e oggetti non suoi e facendo questa eccessiva attività sportiva.
Consigliatevi con un professionista o proponete direttamente alla sorella di rivolgersi a uno psicoterapeuta che potrà certamente aiutarla a stare bene.
Cordialmente, Dottoressa Cristina Polizzi.
Buonasera caro utente la ringrazio per aver posto il suo quesito, il primo passo per affrontare un percorso psicologico è sentirsi motivati e consapevoli di volerlo intraprendere. Per questo le dico che il primo passo per aiutare sua sorella potrebbe essere ascoltarla e cominciare a comunicare con lei in modo autentico, provi a chiederle come si sente in questo periodo, quali sono i suoi bisogni, i suoi sogni, le sue difficoltà e sopratutto che emozioni sente più spesso. Piano piano potrebbe aiutarla in questo modo a prendere consapevolezza che potrebbe avere bisogno dell'aiuto di un professionista.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento in merito.
Cordialmente le mando in grosso saluto.
Dottoressa Monica Pesenti
Salve,
se sua sorella non ha la percezione del reale problema, è difficile "convincerla", perchè la scelta di iniziare un percorso psicoterapeutico deve partire da lei stessa, altrimenti non avrebbe alcun risultato. Quello che intanto può fare è parlarle molto sinceramente ed apertamente, riferirle ciò che sa e che se ne può uscire facendosi aiutare.
Saluti.
Salve, è difficile fare una diagnosi in questo modo, il comportamento di sua sorella potrebbe significare più cose.
Comunque la invito a parlare con sua sorella ed esprimere il proprio punto di vista, è vero non si può forzare una persona a fare psicoterapia ma la si può perlomeno consigliare.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Comprendo la sua preoccupazione, in questo caso sarebbe consono rivolgersi ad uno specialista prima di affrontare la questione con la persona interessata.
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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