salve ho 62 anni , fibrillazione atriale da 5 anni,in passato 5 anni fa,durante esame ecoendoesofage
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salve ho 62 anni , fibrillazione atriale da 5 anni,in passato 5 anni fa,durante esame ecoendoesofageo in anestesia generale ,non hanno portato a termine la cardioversione per i trombi visti in sede chirurgica.....poi negli anni passava spontaneamente,con cordarone la prima volta,o forse non me ne accorgevo dei sintomi,e nell agosto 2023 in occasione di prostatite acuta,complicata con blocco urinario,si e' ripresentata con sintomi debolezza ,vertigini,.....atrio sinistro aumentato,alcuni cardiologi sconsigliano lablazione in quanto cronica....e dicono che recidiverebbe dopo pochi mesi,secondo la sua esperienza ,altri dicono di aspettare una ripresa generale dello stato di salute,secondo la sua esperienza si puo avere almeno un miglioramento con lablazione?
Buongiorno, l'ablazione della fibrillazione atriale può sicuramente essere tentata per ridurre le probabilità di insorgenza della Fibrillazione Atriale, soprattutto se si è cardiovertita anche spontaneamente o con terapia farmacologica con Cordarone.
Sicuramente i sintomi che riferisce possono essere legati alla fibrillazione atriale soprattutto se sussiste una cardiopatia sottostante (se cioè la sua funzione contrattile è ridotta).
E' possibile cardiovertire anche le fibrillazioni croniche, sebbene sia importante sottolineare che più tempo si passa in fibrillazione atriale, più si riduce la probabilità di successo dell'ablazione.
In ogni caso è possibile effettuare una stima della probabilità che l'ablazione funzioni in base ad alcune caratteristiche ecocardiografiche, in particolare delle dimensioni dell'atrio destro e sinistro. E' inoltre possibile effettuare un mapping endocavitario per aumentare il valore predittivo dell'eventuale ablazione (cioè per stabilire se potrà funzionare o meno e con quale probabilità).
Distinti saluti
Dr. Giuseppe Falivene
Sicuramente i sintomi che riferisce possono essere legati alla fibrillazione atriale soprattutto se sussiste una cardiopatia sottostante (se cioè la sua funzione contrattile è ridotta).
E' possibile cardiovertire anche le fibrillazioni croniche, sebbene sia importante sottolineare che più tempo si passa in fibrillazione atriale, più si riduce la probabilità di successo dell'ablazione.
In ogni caso è possibile effettuare una stima della probabilità che l'ablazione funzioni in base ad alcune caratteristiche ecocardiografiche, in particolare delle dimensioni dell'atrio destro e sinistro. E' inoltre possibile effettuare un mapping endocavitario per aumentare il valore predittivo dell'eventuale ablazione (cioè per stabilire se potrà funzionare o meno e con quale probabilità).
Distinti saluti
Dr. Giuseppe Falivene
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