Salve, ho 49 anni e da circa venti giorni quando mi devo sedere a pranzo o a cena per mangiare, mi s
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Salve, ho 49 anni e da circa venti giorni quando mi devo sedere a pranzo o a cena per mangiare, mi sale una paura incredibile di deglutire che mi vada di traverso qualsiasi cosa e di soffocare.
Avvolte anche quando faccio colazione con il latte vado in ansia, non ne avevo mai sofferto prima e mi sto spaventando perché mi sembra che anche dopo aver finito di mangiare mi rimanga sempre qualcosa in gola e che mi vada per traverso.
Mi sto preoccupando anche perché sto mangiando molto poco, avvolte mi capita dopo che mi sono seduto di cominciare ad avere le mani sudate e non mi passa finché nn mi alzo da tavola, mi si irrigidisce la mandibola, tremo e mastico con paura.
Sono molto ansioso ed ipocondriaco e questo non mi aiuta, inoltre quando si avvicina il momento di andare a mangiare qualche minuto prima ci penso e vado in panico e non riesco a pensare ad altro, continuo a pensarci anche durante la giornata.
A causa di questo stato spesso bevo molto, infatti specialmente la sera sto sempre a deglutire per paura di soffocare e quando vado a dormire poi mi alzo spesso la notte per urinare.
Sto andando da una psicologa che mi ha chiesto se ho avuto una causa scatenante che mi ha portato ad avere questa fobia, che devo distrarmi e probabilmente ed è così, ho accumulato anni di stress e il mio corpo mi sta dando un segnale e secondo lei continuando la terapia dovrei uscirne.
Vorrei avere un consiglio da voi specialisti, se ne posso uscire veramente o mi devo preoccupare e quale percorso intraprendere per superare questa paura.
Grazie
Avvolte anche quando faccio colazione con il latte vado in ansia, non ne avevo mai sofferto prima e mi sto spaventando perché mi sembra che anche dopo aver finito di mangiare mi rimanga sempre qualcosa in gola e che mi vada per traverso.
Mi sto preoccupando anche perché sto mangiando molto poco, avvolte mi capita dopo che mi sono seduto di cominciare ad avere le mani sudate e non mi passa finché nn mi alzo da tavola, mi si irrigidisce la mandibola, tremo e mastico con paura.
Sono molto ansioso ed ipocondriaco e questo non mi aiuta, inoltre quando si avvicina il momento di andare a mangiare qualche minuto prima ci penso e vado in panico e non riesco a pensare ad altro, continuo a pensarci anche durante la giornata.
A causa di questo stato spesso bevo molto, infatti specialmente la sera sto sempre a deglutire per paura di soffocare e quando vado a dormire poi mi alzo spesso la notte per urinare.
Sto andando da una psicologa che mi ha chiesto se ho avuto una causa scatenante che mi ha portato ad avere questa fobia, che devo distrarmi e probabilmente ed è così, ho accumulato anni di stress e il mio corpo mi sta dando un segnale e secondo lei continuando la terapia dovrei uscirne.
Vorrei avere un consiglio da voi specialisti, se ne posso uscire veramente o mi devo preoccupare e quale percorso intraprendere per superare questa paura.
Grazie
Buonasera. Sta già facendo un percorso che la può aiutare certamente a superare questa somatizzazione dello stato d'ansia e della ipocondria di cui afferma di soffrire già da prima. E' importante che la psicoterapia la aiuti a "desensibilizzarsi" gradualmente da queto condizionamento mentale e fisico, lavorando contemporaneamente sulla sua personalità Un saluto.
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Durante una psicoterapia la risposta spesso viene da lei; lo psicoterapeuta ha il compito di coglierne l'espressione, che può essere non verbale, e restituirgliela in una forma ch lei possa utilizzare, digerire. Il mio consiglio è di non andare in ansia se non trova da sè la causa scatenante, e di continuare a lavorare in terapia
Buonasera, è normale che la sua psicologa le abbia chiesto se all'origine della sua fobia vi è stato qualcosa, anche banale, che l'abbia scatenata. Il mio consiglio è dicontinuare il percorso psicologico intrapreso, impegnandosi per superare non solo la presente fobia, ma modificare lo stile ipocondriaco, senza scoraggiarsi se il cambiamento avverrà lentamente. Cordiali saluti, dr.ssa Daniela Benvenuti
Gentile utente di mio dottore,
le manifestazioni di cui parla sono l'espressione acuta di un disturbo ansioso. Proceda pura con la psicoterapia, vedrà che con il tempo riuscirà ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
le manifestazioni di cui parla sono l'espressione acuta di un disturbo ansioso. Proceda pura con la psicoterapia, vedrà che con il tempo riuscirà ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile Utente, comprendo la difficoltà della situazione che sta vivendo ed è opportuno che indaghi su questo stato ansioso che si manifesta anche a livello fisico, questo ovviamente con le dovute e necessarie tempistiche; un percorso terapeutico è senz'altro la scelta migliore. Un caro saluto, Dott.ssa Silvia Lazzarini
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente,
grazie per la Sua condivisione. La paura improvvisa di deglutire, di soffocarsi e non respirare parla certo di un sintomo d'ansia che, come tale, la porta a bloccarsi nella vita, rimuginando certo e preoccupandosi poi di tutto ciò che nello specifico potrebbe ingerire. La paura di strozzarsi mi fa pensare a qualcosa che evidentemente nella sua vita non le va "nè su nè giù", di qualcosa che, arrivando dalla realtà esterna, magari in maniera grezza o dirompente, è di difficile integrazione e adattamento nella sua vita. Sono certa che nel percorso intrapreso con la sua terapeuta e nel tempo che avrete a disposizione, potrete accedere meglio a ciò che la blocca, affinchè possa stare meglio.
Cordialmente,
Dr.ssa Carabellò
grazie per la Sua condivisione. La paura improvvisa di deglutire, di soffocarsi e non respirare parla certo di un sintomo d'ansia che, come tale, la porta a bloccarsi nella vita, rimuginando certo e preoccupandosi poi di tutto ciò che nello specifico potrebbe ingerire. La paura di strozzarsi mi fa pensare a qualcosa che evidentemente nella sua vita non le va "nè su nè giù", di qualcosa che, arrivando dalla realtà esterna, magari in maniera grezza o dirompente, è di difficile integrazione e adattamento nella sua vita. Sono certa che nel percorso intrapreso con la sua terapeuta e nel tempo che avrete a disposizione, potrete accedere meglio a ciò che la blocca, affinchè possa stare meglio.
Cordialmente,
Dr.ssa Carabellò
Gentilissimo, ha fatto bene a ricercare un parere. Il sintomo comparso (la paura di deglutire) non è da sottovalutare e lei si sta rendendo conto tempestivamente del problema.
Solitamente l'insorgere di un sintomo è conseguenze ad un momento di dolore o di stress. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a comprendere a fondo l'origine del problema ed attrezzarsi di adeguate strategie per fronteggiarlo.
Una terapia EMDR è efficace nel trattamento di queste situazioni.
Resto a disposizioni per eventuali chiarimenti o informazioni.
Cordialmente
Dott.ssa Brunella Mobrici
Solitamente l'insorgere di un sintomo è conseguenze ad un momento di dolore o di stress. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a comprendere a fondo l'origine del problema ed attrezzarsi di adeguate strategie per fronteggiarlo.
Una terapia EMDR è efficace nel trattamento di queste situazioni.
Resto a disposizioni per eventuali chiarimenti o informazioni.
Cordialmente
Dott.ssa Brunella Mobrici
Buonasera, un boccone alla volta è come un terapeuta alla volta, e lei ne ha già uno. Le sue energie psicologiche hanno bisogno di essere investite. E' sotto i 50 anni e 20 giorni è un tempo molto esiguo per fasciarsi la testa. E' possibile che il suo stato d'ansia le stia chiedendo un cambio di rotta. Provi a pensare a tutti i bocconi della sua vita che non vanno giù, e che lei deve ingoiare a forza. Forse è opportuno rinunciare ad alcuni piatti e provare nuove pietanze. Il sintomo è pur sempre una mastodontica porta d'accesso al cambiamento. Si prenda tutto il tempo che le occorre per assaporare, gustare e ingoiare, i pasti e i momenti della sua vita, a condizione che lei li desideri davvero.
Dott. Festa Simone
Dott. Festa Simone
Buonasera,
Innanzitutto ha fatto molto bene ad intraprendere un percorso e le consiglierei di continuare con fiducia. Essendo un periodo molto circoscritto quello che riporta rispetto all'inizio di questa sintomatologia potrebbe essere importante interrogarsi su qualcosa che sia avvenuto come concausa, anche simbolica, di questa paura. In termini di riflessione mi chiederei se non sia accaduto qualcosa troppo difficile da mandar giù o interrogarsi sulla paura di non "masticare abbastanza" nel senso di non poter elaborare bene quello che le accade. In termini un po' più pratici penso che bisognerebbe innanzitutto lavorare oltre che su questi significati anche sull'ansia anticipatoria che riporta, che è ciò che poi nel pratico le impedisce di mangiare quando vorrebbe predisponendo anche il corpo in maniera avversiva al momento dei pasti. L'ansia in qualche modo funziona come una macchia d'olio e tende ad estendersi a diverse situazioni, ma per usare una metafora non sempre le macchie d'olio sono indelebili e con i giusti interventi ed i tempi giusti, possono non lasciare tracce. Quindi provi a non guardare il presente come se fosse l'unico possibile futuro e lavori con fiducia con la sua psicologa per superare questa situazione. Ci sono diversi approcci che potrebbero essere utili, quelli cognitivo-comportamentali che sono efficaci nel risolvere i sintomi specifici e quelli "psicodinamici" che in qualche modo vertono su un'elaborazione più profonda delle condizioni di sofferenza alla luce della soggettività del paziente e del suo funzionamento in genere sono entrambi molto utili.
Una volta risolti questi sintomi specifici, io le consiglierei di intraprendere un percorso che miri anche anche a migliorare le sue condizioni ansiose e di ansia di malattia più "strutturali" di cui faceva menzione.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Cordiali saluti,
Dott. Marco Andrea Piombo
Innanzitutto ha fatto molto bene ad intraprendere un percorso e le consiglierei di continuare con fiducia. Essendo un periodo molto circoscritto quello che riporta rispetto all'inizio di questa sintomatologia potrebbe essere importante interrogarsi su qualcosa che sia avvenuto come concausa, anche simbolica, di questa paura. In termini di riflessione mi chiederei se non sia accaduto qualcosa troppo difficile da mandar giù o interrogarsi sulla paura di non "masticare abbastanza" nel senso di non poter elaborare bene quello che le accade. In termini un po' più pratici penso che bisognerebbe innanzitutto lavorare oltre che su questi significati anche sull'ansia anticipatoria che riporta, che è ciò che poi nel pratico le impedisce di mangiare quando vorrebbe predisponendo anche il corpo in maniera avversiva al momento dei pasti. L'ansia in qualche modo funziona come una macchia d'olio e tende ad estendersi a diverse situazioni, ma per usare una metafora non sempre le macchie d'olio sono indelebili e con i giusti interventi ed i tempi giusti, possono non lasciare tracce. Quindi provi a non guardare il presente come se fosse l'unico possibile futuro e lavori con fiducia con la sua psicologa per superare questa situazione. Ci sono diversi approcci che potrebbero essere utili, quelli cognitivo-comportamentali che sono efficaci nel risolvere i sintomi specifici e quelli "psicodinamici" che in qualche modo vertono su un'elaborazione più profonda delle condizioni di sofferenza alla luce della soggettività del paziente e del suo funzionamento in genere sono entrambi molto utili.
Una volta risolti questi sintomi specifici, io le consiglierei di intraprendere un percorso che miri anche anche a migliorare le sue condizioni ansiose e di ansia di malattia più "strutturali" di cui faceva menzione.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Cordiali saluti,
Dott. Marco Andrea Piombo
Gentile utente,
comprendo le sue preoccupazioni e il disagio che sta affrontando. La paura di soffocare durante i pasti, connessa all'ansia, può essere debilitante, specialmente quando influisce sulle attività quotidiane. I sintomi che descrive, come mani sudate, tensione e tremori, sono segnali tipici dell'ansia. Esistono però approcci terapeutici focalizzati su strategie mirate per interrompere i pensieri ansiosi e modificare comportamenti che alimentano le paure, spesso risultano anche i più efficaci. Se lo desidera resto a disposizione per eventuali chiarimenti o informazioni. Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
comprendo le sue preoccupazioni e il disagio che sta affrontando. La paura di soffocare durante i pasti, connessa all'ansia, può essere debilitante, specialmente quando influisce sulle attività quotidiane. I sintomi che descrive, come mani sudate, tensione e tremori, sono segnali tipici dell'ansia. Esistono però approcci terapeutici focalizzati su strategie mirate per interrompere i pensieri ansiosi e modificare comportamenti che alimentano le paure, spesso risultano anche i più efficaci. Se lo desidera resto a disposizione per eventuali chiarimenti o informazioni. Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Buona sera innanzitutto grazie per averci dato l'opportunità di esserle d'aiuto.
Immagino che lei abbia già fatto delle analisi che l'hanno portata ad escludere qualsiasi problema di natura organica. A questo punto possiamo prendere in considerazione un disturbo di natura psicologica.
Spesso la nostra psiche per comunicare con noi utilizza il corpo facendoci così arrivare dei messaggi molto forti che non possiamo fingere di non vedere.
Osservi bene le situazioni in cui il sintomo si presenta, chi è con lei, cosa accade prima e dopo, cosa prova, quali sono i suoi vissuti e le sue emozioni in quest'ultimo periodo. Aldilà del sintomo cosa sta accadendo nella sua vita e cosa è accaduto venti giorni fa? Quali sono le situazioni che lei fatica a buttar giù (nel lavoro, in famiglia..)?
Ne parli col suo terapeuta e continui il percorso, magari ci vorrà del tempo ma riuscirà a portare alla luce i contenuti sottostanti che la portano a stare così male.
Le auguro ogni bene,
Dott.ssa Barbara Semeraro
Immagino che lei abbia già fatto delle analisi che l'hanno portata ad escludere qualsiasi problema di natura organica. A questo punto possiamo prendere in considerazione un disturbo di natura psicologica.
Spesso la nostra psiche per comunicare con noi utilizza il corpo facendoci così arrivare dei messaggi molto forti che non possiamo fingere di non vedere.
Osservi bene le situazioni in cui il sintomo si presenta, chi è con lei, cosa accade prima e dopo, cosa prova, quali sono i suoi vissuti e le sue emozioni in quest'ultimo periodo. Aldilà del sintomo cosa sta accadendo nella sua vita e cosa è accaduto venti giorni fa? Quali sono le situazioni che lei fatica a buttar giù (nel lavoro, in famiglia..)?
Ne parli col suo terapeuta e continui il percorso, magari ci vorrà del tempo ma riuscirà a portare alla luce i contenuti sottostanti che la portano a stare così male.
Le auguro ogni bene,
Dott.ssa Barbara Semeraro
Gentile utente: è positivo che lei stia già ricevendo supporto psicologico per affrontare la sua fobia della deglutizione. Continui a seguire il consiglio della sua psicologa e consideri anche il coinvolgimento di un medico per escludere cause fisiche dei sintomi. Con impegno e supporto, è possibile superare questa paura e tornare a godersi i pasti senza ansia. Cordiali saluti
Gentile utente, grazie per la sua condivisione...
Il corpo parla e ci parla: la gola corrisponde al quinto chakra, quello della comunicazione...
Provando a leggere in maniera simbolica il suo sintomo, mi viene in mente magari un "blocco" relativo all'area comunicativa (e verso sé stessi, e verso gli altri)...
Inoltre, pranzo e cena sono generalmente i momenti della giornata in cui ci si riunisce con il proprio nucleo famigliare...
Benissimo che lei stia già facendo delle sedute con la psicologa: la invito a lavorare con lei molto sul simbolico!
Spero di averle dato qualche spunto di riflessione in più!
Un cordiale saluto,
Dr. E. Nola
Il corpo parla e ci parla: la gola corrisponde al quinto chakra, quello della comunicazione...
Provando a leggere in maniera simbolica il suo sintomo, mi viene in mente magari un "blocco" relativo all'area comunicativa (e verso sé stessi, e verso gli altri)...
Inoltre, pranzo e cena sono generalmente i momenti della giornata in cui ci si riunisce con il proprio nucleo famigliare...
Benissimo che lei stia già facendo delle sedute con la psicologa: la invito a lavorare con lei molto sul simbolico!
Spero di averle dato qualche spunto di riflessione in più!
Un cordiale saluto,
Dr. E. Nola
Gentile utente, il nostro corpo può rappresenta sempre un fedele alleato se decidiamo di ascoltarlo, osservarlo e comprenderlo. Sicuramente il percorso che ha intrapreso le sarà di aiuto. Utile è capire cosa il suo corpo le sta cercando di comunicare. Quando sono comparsi questi sintomi? Che periodo era per lei?
A cosa la fanno pensare la paura di deglutire e di soffocare?
I sintomi, la parte del corpo e la funzione organica non vengono mai scelti a caso dalla nostra psiche. Vi è sempre un prezioso significato simbolico e spesso questi sintomi rappresentano il primo passo verso una positiva evoluzione e maggiore benessere.
Saluti.
A cosa la fanno pensare la paura di deglutire e di soffocare?
I sintomi, la parte del corpo e la funzione organica non vengono mai scelti a caso dalla nostra psiche. Vi è sempre un prezioso significato simbolico e spesso questi sintomi rappresentano il primo passo verso una positiva evoluzione e maggiore benessere.
Saluti.
La ringrazio per aver condiviso le sue difficoltà, immagino possa non essere sempre un passo semplice.
Riconosco che sta attraversando un momento molto difficile e voglio che sappia che non è sol* in questo percorso. Il disagio che sta sperimentando è significativo e merita tutta l'attenzione e la cura possibili.
La sua domanda è importante, ha un contenuto rilevante, prezioso per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare una preziosa opportunità di conoscenza di sé.
La incoraggio vivamente a considerare l'opportunità di iniziare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.
Le invio un caro saluto.
La sua domanda è importante, ha un contenuto rilevante, prezioso per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare una preziosa opportunità di conoscenza di sé.
La incoraggio vivamente a considerare l'opportunità di iniziare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.
Le invio un caro saluto.
Gentile utente, lei è già in terapia e da come ci ha detto ha iniziato a lavorare su questo disturbo di ansia. Segua con fiducia il suo percorso e quello che le dice la sua psicologa. Cordiali saluti
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