Salve, ho 45 anni e soffro di disturbo ossessivo compulsivo con pensieri quotidiani di tipo magico:
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Salve, ho 45 anni e soffro di disturbo ossessivo compulsivo con pensieri quotidiani di tipo magico: ovvero, se eseguo questa azione succede questo, oppure se si realizza questo evento allora capiterà questo (dove il "questo" sono sempre cose bruttissime a me o ai miei cari). Convivo con questi problemi da 30 anni e spesso faccio veramente fatica a gestirli. Mi sento continuamente responsabile delle mie azioni, che se compiute o pensate in un certo modo, allora causeranno degli eventi brutti a me o alle persone a cui voglio bene. Spesso mi è capitato di fare delle cose per poi annullarle il giorno seguente (un acquisto di un oggetto, un appuntamento, una prenotazione) poiché ogni volta dovevo eseguire una serie di rituali (esempio tirare un dado, indovinare un numero, o un evento a breve) che se non andavano bene, allora sarebbe successo qualcosa di grave. E il sentirmi questo peso della responsabilità mi crea un'ansia così forte che trovo più semplice liberarmene assecondando questi pensieri piuttosto che combatterli. Il problema è serio perché le poche volte che in passato ho deciso spontaneamente di ignorare queste voci, poi effettivamente sono capitate veramente delle cose brutte collegate a quello che avevo pensato, ed è questa cosa che mi spaventa e il motivo principale che fa sì che, purtroppo, questi pensieri siano ancora vivi, fondati e forti nonostante 30 anni di lotte mentali che dovrebbero attenuare.
Adesso mi trovo a scrivere perché sto vivendo una situazione dalla quale non so come uscirne: avevamo deciso io e mia moglie di prendere un gatto e puntualmente il pensiero intrusivo sul dover acquistare l'animale mi ha fatto compiere e pensare dei rituali che se non sarebbero andati bene, il gatto non si doveva prendere perché altrimenti a mia moglie sarebbero successe delle cose brutte (tipo morte, cancro e anche peggio). Ho assecondato questi pensieri (alcuni rituali sono andati bene, altri male), però le voci nella mia testa, come spesso succede, insistevano fortemente sul non prendere proprio questo gatto. Questa volta, però, ho deciso di non ascoltarle (ero stanco) e ho preso lo stesso l'animale in casa. Il problema è che dopo qualche ora che il gatto era in casa e si stava ambientando, mi ha buttato giù una statua thailandese e poco dopo su un altro mobile dove avevo una decina di statue, ma solo una era thailandese, è caduta un'altra statua (l'unica) thailandese quando il gatto era lì vicino. Questa cosa non era mai successa prima e ho subito interpretato questo evento come un segnale brutto perché mia moglie è thailandese. Però non so come fare adesso perché non posso liberarmi del gatto come un oggetto e non voglio parlarne con mia moglie di questi pensieri. Solo che la presenza del gatto in casa adesso, invece di farmi felice, mi fa sentire responsabile di qualcosa di brutto che avverrà e che vorrei non succedesse, ma l'unico modo nella mia testa di impedire questo è di restituire il gatto indietro. Tenere il gatto in casa riporta tutto nella mia mente come responsabile di quello che succederà di brutto ed è una sensazione che non mi fa dormire la notte in questo momento e non so se in futuro passerà questo pensiero che mi fa stare tanto male.
Adesso mi trovo a scrivere perché sto vivendo una situazione dalla quale non so come uscirne: avevamo deciso io e mia moglie di prendere un gatto e puntualmente il pensiero intrusivo sul dover acquistare l'animale mi ha fatto compiere e pensare dei rituali che se non sarebbero andati bene, il gatto non si doveva prendere perché altrimenti a mia moglie sarebbero successe delle cose brutte (tipo morte, cancro e anche peggio). Ho assecondato questi pensieri (alcuni rituali sono andati bene, altri male), però le voci nella mia testa, come spesso succede, insistevano fortemente sul non prendere proprio questo gatto. Questa volta, però, ho deciso di non ascoltarle (ero stanco) e ho preso lo stesso l'animale in casa. Il problema è che dopo qualche ora che il gatto era in casa e si stava ambientando, mi ha buttato giù una statua thailandese e poco dopo su un altro mobile dove avevo una decina di statue, ma solo una era thailandese, è caduta un'altra statua (l'unica) thailandese quando il gatto era lì vicino. Questa cosa non era mai successa prima e ho subito interpretato questo evento come un segnale brutto perché mia moglie è thailandese. Però non so come fare adesso perché non posso liberarmi del gatto come un oggetto e non voglio parlarne con mia moglie di questi pensieri. Solo che la presenza del gatto in casa adesso, invece di farmi felice, mi fa sentire responsabile di qualcosa di brutto che avverrà e che vorrei non succedesse, ma l'unico modo nella mia testa di impedire questo è di restituire il gatto indietro. Tenere il gatto in casa riporta tutto nella mia mente come responsabile di quello che succederà di brutto ed è una sensazione che non mi fa dormire la notte in questo momento e non so se in futuro passerà questo pensiero che mi fa stare tanto male.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
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Si dice che ció che é leggero e facile occorre affrontarlo con serietà; e ció che è grave e pesante occorre affrontarlo con leggerezza.
Ora, i suoi pensieri brutti e cattivi, pesanti e gravi, che la tormentano da anni, vanno affrontati con leggerezza, e col sorriso.
Provi quindi, quando le si presenta uno di questi brutti pensieri, le brutte conseguenze delle sue azioni su di sé o sui suoi cari, e trasformarli mentalmente in una scena da film comico
Una risata li sepellirà.
Un caro saluto
Ora, i suoi pensieri brutti e cattivi, pesanti e gravi, che la tormentano da anni, vanno affrontati con leggerezza, e col sorriso.
Provi quindi, quando le si presenta uno di questi brutti pensieri, le brutte conseguenze delle sue azioni su di sé o sui suoi cari, e trasformarli mentalmente in una scena da film comico
Una risata li sepellirà.
Un caro saluto
Le consiglio di farsi aiutare. Il DOC è un disturbo molto invasivo e invalidante. Se sono 30 anni che ci convive, lo sa perfettamente. Ma le assicuro che c'è la possibilità di alleviarne notevolmente i sintomi, lei è molto giovane e ha tutta una vita da vivere pienamente. I 3 approcci di maggior successo nel DOC sono la terapia di esposizione (cognitivo comportamentale), la breve strategica e EMDR. I primi due a mio avviso sono più impegnativi perché prevedono un livello iniziale di tolleranza dell'ansia piuttosto elevato, per poi farla decrescere. L'ultimo permette invece di agire direttamente sul depotenziamento dell'ansia ma prevede una fase iniziale di anamnesi ben dettagliata, quindi non si lavora immediatamente sul sintomo. Nel caso specifico, su questo ultimo modo di manifestarsi del suo DOC (in relazione alla presenza del gatto) è difficlie darle un consiglio. Non mi è chiaro quanto sua moglie sia al corrente del suo DOC e quindi quanto possa esserle sostegno. Non esplicitare questa dinamica del gatto potrebbe avere ripercussioni negative, creare fraintendimenti. Se però nel tempo ha preferito non coinvolgere sua moglie nelle sue difficoltà, potrebbe non essere in grado di comprenderla. Può però tenere a mente che ogni giorno in cui non ha assecondato il DOC nel restituire il gatto, ha di fatto tolto potere alla patologia. Ha inoltre constatato che nonostante tutto, nulla si è verificato a parte la sua sofferenza. Infine, restituire il gatto potrebbe darle sollievo come no: potrebbero emergere altri sentimenti negativi con una nuova manifestazione di DOC. Proprio per questo le consiglio di rivolgersi ad uno specialista. Non ritengo indicata una terapia online nel suo caso, ma se desiderasse semplicemente informazioni o chiarire dei dubbi può contattarmi.
Dr. Barbara Civera.
Dr. Barbara Civera.
Buongiorno, lei razionalmente sa che la magia non esiste, tuttavia va dietro ad un pensiero magico. Lei collega cose che non sono collegate e sotto sotto lo sa. Si ricordi bene che a posteriori è possibile connettere qualsiasi cosa e dare alle coincidenze un significato che non hanno. Lei aveva in casa una statua tailandese perchè sua moglie è tailandese. I gatti fanno cadere un sacco di cose. Questa è la prima e non sarà certo l'ultima. Non ha fatto cenno a trattamenti nel corso della sua vita ma il DOC è un disturbo molto difficile sia da trattare che da sopportare da solo. Le consiglierei un trattamento psicofarmacologico unito ad un percorso di psicoterapia che è la combinazione che in letteratura riscontra maggiore efficacia.
Buongiorno, credo che 30 anni di lotta contro questi pensieri siano davvero degni di una persona con tante risorse, pazienza e perseveranza. Mi chiedo allora come mai non le convoglia in un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla. Più il pensiero è negativo, più attira azioni e conseguenze dello stesso tipo che innescano nuovi rituali, spesso contraddittori come lei stesso ha detto. Si crea un circolo vizioso che la fa stare ciclicamente male. Cerchi un aiuto e parli con sua moglie di ciò che le accade, credo che capirà. Poi insieme potrete decidere il da farsi sul gatto. Pensi intanto, a rivolgersi a qualcuno che la tiri fuori da questo tunnel.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente di mio dottore,
I suoi pensieri e le sue angosce sono manifestazioni tipiche di un disturbo d'ansia. I disturbi d' ansia possono essere trattati con successo attraverso l' ausilio combinato di psicoterapia e farmacoterapia. Contatti quanto prima uno specialista, vedrà che riuscirà ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
I suoi pensieri e le sue angosce sono manifestazioni tipiche di un disturbo d'ansia. I disturbi d' ansia possono essere trattati con successo attraverso l' ausilio combinato di psicoterapia e farmacoterapia. Contatti quanto prima uno specialista, vedrà che riuscirà ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente,
sicuramente dal suo testo emerge tutta la sua sofferenza. Provi a focalizzarsi su se stesso: restituire il gatto potrebbe alleviare la sua sofferenza? Potrebbe. Inizialmente. Poi molto probabilmente sposterà la sua attenzione verso qualcos'altro, alla ricerca di un nuovo stimolo bersaglio e di una nuova relazione causa-effetto. Il gatto, nel suo caso, non è la causa del suo malessere, ma un sintomo. Per comprendere appieno il suo malessere e riuscire a trovare un maggior benessere è consigliabile intraprendere un percorso di psicoterapia al quale si potrebbe eventualmente pensare di abbinare un trattamento farmacologico. Un caro saluto.
sicuramente dal suo testo emerge tutta la sua sofferenza. Provi a focalizzarsi su se stesso: restituire il gatto potrebbe alleviare la sua sofferenza? Potrebbe. Inizialmente. Poi molto probabilmente sposterà la sua attenzione verso qualcos'altro, alla ricerca di un nuovo stimolo bersaglio e di una nuova relazione causa-effetto. Il gatto, nel suo caso, non è la causa del suo malessere, ma un sintomo. Per comprendere appieno il suo malessere e riuscire a trovare un maggior benessere è consigliabile intraprendere un percorso di psicoterapia al quale si potrebbe eventualmente pensare di abbinare un trattamento farmacologico. Un caro saluto.
Non esplicita se ha compiuto già un percorso di cura per il DOC oppure se non ha mai intrapreso percorsi: di certo lei è ben consapevole dei meccanismi "superstiziosi e magici" sottesi alla patologia del DOC. Saprà quindi che i pensieri ossessivi causano grande sofferenza e il mio consiglio è di rivolgersi a uno psicoterapeuta per alleviare tale disagio e evitare il passaggio a compulsioni. Il maggior successo si ha integrando farmacoterapia e psicoterapia-
Buongiorno e grazie per la sua condivisione.
Non smetta di contrastare le sue paure e le sue ansia. e si affidi ai professionisti che la seguono. un caro saluto.
Non smetta di contrastare le sue paure e le sue ansia. e si affidi ai professionisti che la seguono. un caro saluto.
Poiché scrive di DOC, non è esattamente chiaro se si sia mai rivolto ad un professionista in questi 30 anni di sofferenza. Come alcuni colleghi le hanno suggerito e, soprattutto a fronte di un disturbo che persiste da lungo tempo, mi trovo d’accordo nel consigliarle una terapia combinata: un intervento psicoterapeutico associato ad una terapia psicofarmacologica, prescritta da un medico (preferibilmente psichiatra).
Egregio Utente, mi rincresce la sua situazione il disturbo ossessivo compulsivo le è stato diagnosticato? Nel processo diagnostico va differenziato il DOC dai disturbi di personalità ad esempio di tipo schizoide. Il gatto non è portatore di sciagure, gli oggetti sono caduti perché il gattino doveva ambientarsi ma comprendo il suo estremo disagio e Le consiglio vivamente di intraprendere subito un percorso psicoterapico unito alla terapia farmacologica. Resto a Sua disposizione per qualsivoglia eventuale integrazione e/o chiarimento e mi è gradita l'occasione per inviarLe i miei più cordiali saluti
Gentile utente, condivido in toto i suggerimenti dati dai colleghi. Affinché lei possa gestire al meglio i pensieri intrusivi portati dal suo disturbo la scelta migliore è quella di farsi aiutare da dei professionisti. Affiancando: terapia farmacologica e un percorso psicoterapeutico. Saluti
Salve, il DOC è un disturbo decisamente invasivo nella vita delle persone. Per questo motivo le suggerisco fortemente di iniziare un percorso terapeutico che allevierà decisamente la sintomatologia che le permettera' di avere una vita serena come lei merita. Non esiti perché ha il diritto di vivere la sua vita come merita. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentile utente
la sua sofferenza è intensa e dura da troppo tempo, per cui dovrebbe rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a gestire le ossessioni, comprendere la sua storia di vita, per almeno alleviare il suo intenso disagio.
Cordialmente
Sara Chiara Pompili
la sua sofferenza è intensa e dura da troppo tempo, per cui dovrebbe rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a gestire le ossessioni, comprendere la sua storia di vita, per almeno alleviare il suo intenso disagio.
Cordialmente
Sara Chiara Pompili
Salve, convivere con il DOC non è assolutamente facile e 30 anni sono davvero tanti. Capisco il timore del giudizio e la vergogna che potrebbe provare nel condividere con qualcuno i suoi pensieri, ma sarebbe solo il piccolo ostacolo da superare per poter stare bene ed essere liberi. Nucleo centrale del DOC è proprio il senso di colpa e responsabilità, ed è stato molto bravo ad individuarlo, quindi la invito ad iniziare un percorso con uno psicoterapeuta e vedrà che grazie alla terapia riuscirà a ristrutturare quelle credenze legate alla colpa che oggi le provocano sofferenza.
Resto a disposizione,
Dottoressa Roberta Longhitano
Resto a disposizione,
Dottoressa Roberta Longhitano
Salve, capisco quanto sia difficile convivere con il disturbo ossessivo compulsivo e i pensieri magici che Lei descrive. Sembra che questa condizione stia causando un notevole disagio nella sua vita quotidiana. Una terapia strategica breve potrebbe essere utile per affrontare questi pensieri intrusivi e i comportamenti compulsivi ad essi collegati. Questo tipo di terapia si concentra sull'identificazione dei pensieri distorti e sulla messa in atto di strategie pratiche per affrontarli in modo efficace. Un terapeuta esperto può aiutarla a sviluppare tecniche per gestire l'ansia e affrontare i pensieri catastrofici in modo più adattivo. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e per discutere le opzioni di trattamento più adatte al suo caso.
Cordiali Saluti
Cordiali Saluti
Gentilissimo, il suo disagio è veramente grande e vivere così è estremamente gravoso. Non fa riferimento a psicoterapia. L'ha mai fatta? Mi sento di suggerirle un percorso per alleviare i suoi sintomi.Eventualmente valutare un aiuto farmacologico. La qualità della sua vita è importante e non può farcela da solo.Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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