Salve, ho 40 anni, da circa 20 anni uso praticamente ininterrottamente la paroxetina, in media una c

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Salve, ho 40 anni, da circa 20 anni uso praticamente ininterrottamente la paroxetina, in media una copressa al giorno e benzodiazepine (10 gocce di EN la sera). Circa 2 anni fa ho riscoperto la cannabis dopo anni in cui per paura di interazione con i farmaci non avevo piu' usato (in adolescenza un uso sporadico). Ora ne faccio un uso quotidiano anche se a piccole dosi (meno di mezzo grammo al giorno) in quanto mi da un effetto piacevole e mi da accesso ad un modo di pensare molto piu' profondo e "a fuoco". Ho chiesto al mio Psichiatra che inizialmente e giustamente mi ha avvertito sul rischio di sviluppare una dipendenza. Sempre da lui ho ricevuto in seguito pareri contrastanti che vanno da "e' solo un illusione", "non c'e' interazione tra recaptatori della serotonina e la cannabis" fino all'ultimo "rischio di demenza". Ora, mi rendo conto che dovrei tornare a porre la questione a lui ma in un certo qual modo mi trovo in difficolta'. La mia domanda e' la seguente, l'uso concomitante di daparox (serotonina) e cannabis potrebbe accellerare una sorta di "invecchiamento del cervello", aumentano i rischi di demenza, alzaimer? Rischio di accentuare la mia depresione a lungo andare? Grazie a chi potra' chiarirmi questi aspetti da un punto di vista medico e non soltanto per luoghi comuni
Buongiorno
La Cannabis è in grado di causare alcune alterazioni strutturali del cervello così come alterazioni di funzioni cognitive come motivazione, attenzione, concentrazione, apprendimento, in modo legato alla dose (più se ne usa, peggio fa). Ad oggi, non è ancora scientificamente chiarito se tali alterazioni si risolvano col tempo dopo la sospensione, o se possano permanere a lungo termine. Quindi non si può parlare di rischio di demenza vero e proprio.
Invece,' molti studi indicano che l'uso cronico di cannabis aumenta il rischio di sviluppare disturbi depressivi (ma anche disturbi bipolare, disturbi d'ansia, e disturbi psicotici). Si pensa che però non sia una causalità diretta (cannabis>disturbo) quando un effetto sinergico di fattori di rischio (non sempre verificabili a priori) e della sostanza.
Di certo, inoltre, l'uso di cannabis, come sostanza che agisce sui circuiti del piacere, può avere l'effetto di ridurre la spinta motivazionale ed al piacere, quindi sommandosi ai sintomi depressivi quali apatia, e umore deflesso.
Non sono ancora molti gli studi che verificano le interazioni di cannabinoidi ed antidepressivi SSRI (quali Paroxetina).
In sintesi, sulla base delle conoscenza attuali, se lei assume cannabis incorre nel rischio di aumentare i propri sintomi depressivi, e di avere effetti su attenzione, memoria etc.., anche se non si sa se siano reversibili o meno. Parlo di rischio perché non è deterministico e dipende molto dall'uso, dalle dosi, frequenza ed altre variabili individuali.
La domanda reale è perché lei senta il bisogno di utilizzare la cannabis per sentirsi bene o poter pensare "profondamente". Se è vero che alcune sostanze psicoattive come la cannabis possono provocare stati mentali "inaccessibili" alla mente normale, hanno il prezzo di sopra. Potrebbe però anche essere che, semplicemente, la terapia che lei assume non sia risolutiva nei confronti dei suoi sintomi depressivi, e che modificando quella possa star bene anche senza bisogno di sostanze.
Ovviamente le consiglio di rivolgersi ad uno specialista per valutare questo ultimo punto.
Cordialmente
RZ

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