Salve, ho 37 anni, credo di avere qualcosa che non va, non mi sento bene in questo periodo, penso se

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Salve, ho 37 anni, credo di avere qualcosa che non va, non mi sento bene in questo periodo, penso sempre che mi stia per capitare qualcosa, o che qualcosa di brutto possa capitare a mio figlio di 7 anni o a mio marito. Penso che questa paura della morte dipenda dal mio vissuto, non ho più ne genitori ne nonni, ne zii, sono tutti morti da tempo. Mia madre quando avevo 23 anni e mio padre(con cui non sono mai andata d'accordo, a malapena ci scambiavamo un saluto nelle rare occasioni in cui ci si vedeva) è morto l'anno scorso. I miei nonni e zii/zie sono morti nel lasso di tempo tra infanzia e adolescenza. Da quando e morta mia madre non riesco più a vedere alcune tipologie di film e ad ascoltare la musica, perché inevitabilmente , anche nelle cose allegre mi capita di scorgere una vena triste. Non so che fare, ultimamente , quando sto da sola, mi capita di scoppiare in pianti disperati, e di fissarmi sulle cose, soprattutto se mi capita di avere delle discussioni con alcune persone. Volevo andare da uno psicologo, ma proprio non riesco a dire queste cose di persona(in generale, al mondo mi presento come una persona allegra che ride spesso, ma quando sto sola cambia tutto)... E provo molto rancore per la mia infanzia, per come sono stata "cresciuta" anche se di fatto ero lasciata a me stessa... i miei mi hanno fatta a 40 anni, passavo lunghi periodi dai miei nonni o da un'amica di mia madre, mai nessuno che mi chiedeva dei compito o di quello che pensavo. si faceva solo quello che voleva mia sorella( di 13 anni più grande di me) in ogni ambito della vita, dalla religione che dovevamo seguire, per non farle fastidio, al cambio di città ecc. A volte mi sembra che la testa mi esploda per tutte le cose che ho dentro. Vorrei sentirmi bene, senza tutta questa tristezza.
Ci sono situazioni in cui le persone sentono di non vivere emotivamente il tempo presente ma di essere ancorati al passato doloroso e traumatico.
E' come se ciò che non c'è più, fosse più importante e presente di quello che c'è.
Si può vivere una vita apparentemente positiva, una famiglia, dei figli, rapporti sociali, ma quando si chiude la porta si entra in un'altra dimensione, apparentemente inspiegabile alla stessa persona.
Questo meccanismo di alterazione del tempo emotivo, è tipico ritrovarlo in persone che hanno subito un trauma o meglio una serie di traumi ripetuti, abbandoni, mancanza di cure affettive.
E' come se la persona, il bambino, per difendersi dal dolore e dalla tristezza, si isolassero dalle emozioni, dal corpo, dal tempo. Il problema è che questo meccanismo difensivo utile per non essere travolti dal trauma, si trasforma in uno stile disfunzionale che rende difficile vivere il qui ed ora.
Quando ci si accorge di essere prigionieri di una palude emotiva, la via di uscita è quella di cercare aiuto, accettare di incontrare uno psicoterapeuta che possa aiutare a dare parola al dolore del passato per tornare a vivere il tempo presente.

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Gentile Signora, da quello che scrive mi sembra abbastanza consapevole di quello che le è successo e di quello che sta vivendo in questo momento. L'ostacolo più grande la difficoltà a trovare il coraggio per aprirsi con uno/a psicoterapeuta. Capisco che dopo aver sofferto tanto per mancanza di cure, per le delusioni e gli abbandoni sia difficile pensare di potersi fidare di una persona al punto da aprire il proprio cuore ferito e affidarsi. Ma per poter avere un futuro migliore per sè e per la sua famiglia dovrà lottare contro questa chiusura e le resistenze che le impediscono di uscire dalla prigione di dolore, di rancore e di solitudine. Le auguro di riuscire.
Buonasera signora, la descrizione che ha dato di se stessa e delle sue difficoltà rende perfettamente l'idea della mole di sofferenza e della sua fatica a condividerla con altre persone. Il fatto di essere stata "lasciata a se stessa" sin da bambina, come afferma, può essere uno dei motivi che la spingono a cercare di risolvere tutti i suoi problemi da sola, piuttosto di rischiare di non venire ascoltata (come probabilmente le è già capitato da piccola). Il problema è che, ora come ora, il carico emotivo che si porta dentro è superiore a quelle che sono le sue capacità di farvi fronte e rischia di cadere in un baratro che comprometterà tutto ciò che ha faticosamente tenuto in piedi sin ora. Si conceda di ammettere la sua fragilità e di perdonarsi per questo, non ne ha nessuna colpa. Condividerla con un estraneo, a volte, può essere più facile che farlo con le persone vicine. Potrebbe provare a valutare una terapia via skype per aggirare la difficoltà del vis a vis. Le faccio un in bocca al lupo di cuore, mi auguro che riesca a superare questa fase della sua vita. A disposizione per qualsiasi cosa, Francesca
Buongiorno. Comprendo la sua difficoltà, forse anche dettata da una nucleare convinzione che non ci si possa sentire capiti, oppure si possa essere giudicati in maniera sbagliata, o semplicemente che nella vita te la devi sempre cavare da solo. E' importante non sentirsi obbligati a fare questa richiesta di aiuto ad un'altra persona, ma vedere quello spazio e quel tempo, che forse un giorno vorrà prendersi, come qualcosa di cui ha diritto. Può rivolgersi in struttura pubblica o privata, può scegliere se andare o annullare, può scegliere se riandare o chiuderla là. Ciò che è fondamentale, credo, sia trovare il coraggio di rompere il ghiaccio, cosa che forse è in parte riuscita a fare nello scriverci. Cordialmente SP
Salve. Nella sua lettera, peraltro accorata e piena di dolore emerge tra le righe una velata richiesta di aiuto. Mi sbaglio? La storia della sua vita è disseminata di perdite e lutti che non sono stati elaborati e questo le crea la sofferenza odierna. Spero che maturi in lei il forte desiderio di iniziare un lavoro personale che la porti ad alleggerire il carico emotivo dellla sua vita. Sarà enormemente più felice con suo marito e suo figlio.
Cordiali Saluti. Dottor Emanuele Grilli.
Salve signora da quanto racconta il messaggio chiaro che arriva é la necessità di essere ascoltata da qualcuno che sappia pensare solo a lei e a sostenerla in un difficile passaggio. Le esperienze di vita che ha vissuto sembra abbiano creato in lei una serie di amarezze che ha difficoltà a gestire. In più a crearle disagio sembrano esserci pensieri ossessivi accompagnati dal umore deflesso, che forse andrebbero trattati farmacologicamente. Capisco la difficoltà a rivolgersi a uno specialista, ma credo troverà il momento opportuno per farlo
Salve, capisco il suo stato ansioso continuo nei confronti dei suoi famigliari, chiaramente lei è perennemente in uno stato di allarme, dopo tutti i lutti precoci che ha subito. Queste abbandoni le hanno causato dei traumi, se lei non troverà la forza di elaborarli difficilmente riuscirà a superarli. Si prenda il suo tempo, quando deciderà di elaborarli le consiglio la terapia EMDR, è un trattamento veloce oltre che per adulti è indicato anche per bambini traumatizzati. Il trauma del lutto è un trauma con la "T" maiuscola, si lavora sul ricordo dell'esperienza traumatica e si elabora a livello emotivo ,cognitivo e corporeo , il paziente ricorda ancora l'evento ma si percepisce come facente parte del passato e le sensazioni si riducono d'intensità. Spero che troverà la forza d'intraprendere il percorso di terapia che sicuramente la farà stare meglio, mi può consultare per qualsiasi spiegazione, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno signora, ritengo lei sia sulla strada giusta quando collega la tristezza che la invade e la paura che possa accadere qualcosa di brutto a se stessa e ai suoi cari, ai lutti che l'hanno privata troppo presto della sua famiglia d'origine, delle sue radici e certezze, della sua spensieratezza. Ma il rancore per le molte situazioni in cui si è sentita trascurata è altra cosa: non deve gettare ombra sul presente, sui legami buoni. Questo rancore non deve condizionarla né renderla prevenuta rispetto all'ascolto, all'attenzione e all'affetto che può ricevere. Troppo spesso il rancore porta a scelte inefficaci che lasciano poi un senso d'impotenza. La incoraggio a rivolgersi ad uno psicologo per provare a parlare di sé, a raccontarsi, a sperimentare come ci si sente in quello spazio tutto per sé. E' probabile che andrebbe incontro a momenti di disagio, di imbarazzo, di difficoltà, ma è altrettanto probabile che si sentirebbe protetta e pian piano potrebbe recuperare il senso del suo valore. Sarebbe allora possibile per lei esplorare quella parte della sua esperienza in cui si intersecano la tristezza, la solitudine, la paura, la rabbia, e arrivare a scoprire come gestire queste emozioni che ora sembrano un po' bloccarla, per stare meglio con se stessa e con i suoi cari. A disposizione. Un caloroso saluto. Dott.ssa Cinzia Bugni Batte
Buongiorno, è sempre molto difficile mostrarsi fragili agli altri.
Quando passano tanti anni dalle perdite subite si ha la sensazione che non si debba più provare dolore, che "ormai sono passati".
Eppure basta un piccolo evento, magari apparentemente insignificante e tutto ritorna più forte e doloroso di prima.
Il lutto subito lo scorso anno potrebbe aver riattivato i sentimenti dolorosi della perdita subita da bambina, la solitudine, il fatto di non essere ascoltata o vista poiché l'attenzione era nei confronti di sua sorella.
Lei non ha nulla che non vada, è una donna che ha sofferto molto e che ora sente di voler essere ascoltata, nonostante il timore di non essere compresa.
Credo possa essere utile ed importante per lei provare un percorso di terapia in cui affrontare, coi suoi tempi, questo dolore.
Un bravo terapista saprà coglierla e assecondare i suoi tempi così da consentirle di aprirsi e affrontare questo momento nel migliore dei modi.
Ci sono molte tecniche da utilizzare per aiutarla anche rispetto alla sua difficolta ad aprirsi, quindi non si scoraggi.
Per eventuali domande resto a disposizione.
Un caloroso saluto. E.M.
Buonasera,
spesso è difficile fare il primo passo. Lei è consapevole delle situazioni che la rendono emotivamente fragile, ma è importante iniziare un percorso di supporto psicologico che potrà aiutarla ad affrontare realmente il suo dolore, le sue debolezze, le sue perdite. Pian piano potrà uscire da questa sua angoscia, e scoprire quelle risorse personali che le permetteranno di ritrovare il benessere e la serenità.
Resto a disposizione.
Le porgo un caloroso saluto, Dott.ssa Paola De Martino
Buonasera signora, i traumi e lutti della sua storia stanno chiedendo di emergere e di essere elaborati attraverso una via che non sia solo il ricordo e la consapevolezza degli avvenimenti accaduti. Il suo dolore ha bisogno di essere vissuto e sciolto attraverso un dialogo ed una relazione capaci di accoglierla e di riscoprire il senso profondo della sua vita, guardando ciò che è mancato e valorizzando le grandi risorse che ha, in questo momento coperte da emozioni forti che chiedono uno ‘spazio di ascolto’. Un cordiale saluto. Dott.ssa D.La Porta
Il suo vissuto è costellato di traumi e vuoti a cui lei non ha dato voce, se li è tenuti dentro senza elaborarli, per cui tutto sta lì, imprigionato nella sua mente. Liberi questo vissuto traumatico attraverso la parola, si rivolga ad un bravo psicoterapeuta che poco per volta porti in superficie ciò che la opprime e non le consente di vivere appieno la sua vita emotiva. Personalmente ho ottenuto buonissimi risultati con la tecnica EMDR. Un caro saluto. Dr.ssa Benvenuti-Padova
Buongiorno signora,
lei scrive che a volte le sembra che la testa esploda per tutte le cose che ha dentro. Quando le cose sono troppe, è importante esternarle e dargli un senso, solo in questo modo lei potrà sentirsi meno triste.
Per questo uno spazio di ascolto tutto per lei sicuramente è utile; il primo passo che può fare per uscire da questa tristezza è condividere i suoi pianti, i suoi pensieri e i suoi rancori con uno psicologo che può comprenderla, aiutarla a elaborare i suoi lutti e accettare un passato che la fa ancora soffrire.
Solo in questo modo potrà sentirsi più serena e vivere la sua vita con più gioia.
Un cordiale saluto
Gentile Signora,
da quello che scrive emerge una forte sofferenza che ha bisogno di essere sostenuta ed elaborata.
Da quello che scrive sembra che abbia bisogno di affrontare delle tematiche importanti come quelle del lutto e dei vissuti abbandonici. Non abbia paura di rivolgersi ad uno psicoterapeuta perchè l'aiuterà ad affrontare il suo dolore e quindi ad alleviare la sofferenza.
Saluti.
Buongiorno, si rivolga ad uno psicoterapeuta senza esitazioni, vedrá che le sara molto utile.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Gentile utente, ad oggi Lei fa esperienza di un futuro impossibile o, laddove possibile, pauroso e tragico; per questo motivo avviene il ripiegamento depressivo con tristezza, ansia, e rimuginio verso il passato con rancore e tentativi di spiegazione che si riferiscono a episodi della storia di vita. Come e perché questo avvenga è da ritrovarsi nel Suo contesto attuale, in Chi Lei è e in Chi era quando tutto questo è cominciato. E' più che comprensibile che voglia riprendere in mano la Sua vita ed è un primissimo passo verso una responsabilizzazione necessaria a uscire da questa impasse. Contatti uno psicoterapeuta: è importante fare un percorso per raccogliere le informazioni che mancano e impostare una via per migliorare la Sua vita. In bocca al lupo, cordialità. DMP
Salve,
io credo che lei abbia bisogno di poter parlare di tutte queste cose con qualcuno che la ascolti, e l'aiuti ad alaborare i suoi lutti, e le sue mancanze. I suoi vissuti sono importanti e condizionano anche il presente, è importante che trovi il coraggio di iniziare un percorso di psicoterapia. Capisco che vorrebbe sentirsi bene, ma tutta questa tristezza è un segnale che qualcoasa non va, ha origine tanto tempo fa ed è ora di vederla, non faccia con le sue emozioni come i grandi facevano con lei quando era piccola, le guardi, e se ne prenda cura. Prima che la testa "le scoppi" si faccia aiutare da qualcuno a decomprimere tutto ciò che è rimasto irrisolto. Lo faccia per lei e per suo figlio al quale non fa bene percepire che sua mamma soffre così, i bambini sono spugne e facilmente si prendono la colpa e il dolore per il malessere dei genitori. Se salva lei salva anche lui. Tolga la maschera e si permetta di essere esattamente ciò che è. Sicuramente una donna forte, e come tutte le persone, anche con momenti di debolezza e con serbatoi di emozioni difficili da gestire.
Un abbraccio virtuale
Dott.ssa Silvia Polizzi Andreeff
Lei ha il diritto di essere ascoltata, accolta e supportata. Non se lo neghi. Un primo passo lo ha già fatto, la strada la conosce. Si dia la possibilità di stare bene, di chiedere aiuto e di affidarsi. Sono certa che vincerà il suo coraggio che, da ciò che scrive, sembra essere un compagno fedele.
Le auguro di dare voce alla sua vita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ceruzzi
Gentile signora, lei non ha qualcosa che non va. Ha tanto dolore dentro.
Ha subito diversi lutti, ha perso la mamma, gli zii, i nonni, ha vissuto una infanzia di solitudine e trascuratezza, un rapporto difficile con suo padre. Sono esperienze traumatiche ripetute e irrisolte.
La sofferenza provata e che prova va condivisa con qualcuno, che la sappia sostenere e aiutare ad elaborarla.
Non può continuare a sorridere quando dentro prova tutt'altro che serenità.
Se non si sente di aprirsi davanti ad un terapeuta è comprensibile considerato che nella sua infanzia nessuno l'ha accolta e ascoltata. Ma le cose possono cambiare. Si prenda quello che le spetta di diritto e che non le è stato dato quando era dovuto.
Un primo passo lo ha già fatto scrivendoci. Il secondo la sta attendendo ;)
Un cordiale saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis


Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Ritengo essenziale l'avvio di un percorso psicologico al fine di indagare le cause ed i fattori di mantenimento dei suoi sintomi ed elaborare i vissuti emotivi delle situazioni che l'hanno portata ad avere i sintomi che riporta.
Cordialmente, dott. FDL
Cara utente, leggo il suo dolore e immagino che ogni giorno non sia facile cercando di mantenere una "maschera" di una persona che non rispecchia il suo vero stato emotivo. La situazione che ha descritto ha sicuramente degli elementi rilevanti che possono influire sul suo stato, ma non sono sufficienti a potere capire effettivamente da cosa possa derivare questo disagio che avverte. Leggo che non riesce ad a rivolgersi di persona a uno psicologo, per che ha difficoltà a mostrare questo suo dolore, ma ritengo che approfondire questi aspetti in un percorso sarebbe la soluzione ottimale alla sua situazione. Si "conceda" di stare male in questo momento, accetti il disagio che prova, non c'è nulla di cui vergognarsi a soffrire, fa parte anche questo dell'essere umani. Trovi il coraggio per poter affrontare in seduta questo dolore, sarà il primo passo per il raggiungimento della serenità che giustamente merita.
Buongiorno, è comprensibile il suo dolore e il suo malessere, sicuramente mi sentirei di consigliarle un buon terapista che possa aiutarla in questa sua situazione.
MMM
Buongiorno, ascolti quella parte di sè che sta soffrendo e si dia la possibilità di trovare conforto in un percorso che la sostenga e la aiuti a superare le sue paure. Dando un'espressione a quello che sente, in un contesto sicuro come quello della psicoterapia, il dolore e la tristezza smetteranno di bussare alla sua porta con prepotenza, perché avranno finalmente voce e uno spazio dove essere elaborate. In questo modo, dando possibilità di espressione alla sofferenza che prova, ci sarà più spazio anche per i sorrisi e per quella parte allegra e vitale che mostra al mondo e a cui comprensibilmente non vuole rinunciare. Quella parte gioiosa ha il diritto di non dover essere una copertura della tristezza, ma di essere invece autenticamente e sinceramente vitale. Le auguro di trovare la strada che la faccia sentire meglio. Dott.ssa Giancarli
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Salve, il suo problema potrebbe essere facilmente trattato in un percorso psicologico per affrontare e superare le sue difficoltà. Se è questa è la sua intenzione, sono disponibile a fornirle il mio supporto professionale. Le porgo i miei saluti. Dr. Giacomi
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Cara Signora, la perdita porta con se spesso dolore e rimpianto e non penso che lei abbia "qualcosa che non va", piuttosto risponde emotivamente a quello che ha vissuto. Non si è bloccata ma è andata avanti formando una sua famiglia, ma il dolore a volta ritorna, perchè la nostra mente vive di vissuti e di emozioni e lei non mi sembra una persona congelata. Però le emozioni devono dare anche ristoro e calore e non solo dolore. Forse è arrivato il momento di ascoltarsi in un modo diverso, di riordinare la sua storia, che certo non si può cambiare. Ripunteggiare gli eventi aiuta a dare una chiave di lettura che possa essere più funzionale al nostro benessere che ci permette di andare avanti con bagagli meno pesanti. La paura di un confronto che lei vive è la paura di soffrire ricordando ancora. In terapia si lavora prima a rinforzare e poi ad elaborare. Se desidera ulteriore sostegno non esiti a chiamarmi. Dott.ssa Francesca Romana Manni
Gentile utente, da ciò che ci riferisce ha sicuramente bisogno di essere ascoltata da qualcuno in grado di supportarla in questo suo momento critico, nella sua città ci sono molti specialisti validi in grado di mettere a proprio agio i pazienti indecisi nel rivolgersi o meno a uno psicologo, il mio consiglio è di sceglierne uno informandosi sulle sue competenze e che in qualche modo le trasmetta fiducia da come si presenta. Può provare un primo colloquio online ed eventualmente fissare solo successivamente un appuntamento in studio, ai pazienti più titubanti questa modalità di primo contatto risulta spesso utile per sbloccare la situazione.

Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu
Salve, le sue parole destano curiosità ed interesse, credo che per il suo benessere uno scoglio fondamentale da superare sia proprio quel timore che dice di provare, all'idea di proporre tutto ciò ad uno psicologo dal vivo. Oggi può aver trovato sfogo nella diffusione di un semplice messaggio scritto, eppure le propongo di considerare l'idea di raccontarsi e darsi una possibilità di reale ricerca d'aiuto. Questa passa necessariamente dall'incontro faccia a faccia, in un colloquio vero e proprio con un/a professionista da lei scelto/a. La scelta in base ai suoi criteri personali può essere un aiuto per intraprendere questa coraggiosa strada: se sarà convinta di chi avrà scelto, troverà più facile presentarsi per un primo colloquio.
Buonasera, è difficile poter immaginare come lei si possa sentire viste le molte cose che si tiene dentro. Posso però dirle che comunque, anche il solo essersi permessa di scrivere queste sue confidenze è un primo passo verso la ricerca di un nuovo equilibrio. Sempre seguendo i suoi tempi cerchi di percorrere questa via. vivere dei ricordi con sofferenza, anche con sentimenti contrastanti, per quanto difficile è qualcosa che può indicarci la via per volgere la situazione e incanalarla verso un futuro più sereno. Svolgere questo lavoro con un professionista che le ispira fiducia, serenità e riservatezza, seppur difficile inizialmente, le porterà giovamento.
Cordialmente,
Dott. Giorgio Ferrara
Buonasera signora, mi dispiace molto per il vissuto che ha portato qui.
Chiedere aiuto a volte, lo comprendo, può essere molto difficile, quasi un'impresa. Soprattutto per quelle persone che sono dovute "crescere prima del tempo" facendo affidamento solo su di sé.
Gli eventi di vita traumatici formano una matassa di cui è molto difficile parlare a volte. Ma per fortuna non impossibile. Dopo il primo passo del chiedere aiuto, che spesso è quello più faticoso, il resto avviene gradualmente, secondo i suoi tempi personali. La matassa può trovare spazio e accoglienza per essere elaborata, come e quando lei si sente.

Le auguro di fare quel primo passo!

Resto a disposizione, dott.ssa Elisa Del Grosso
Salve, leggendo la sua storia capisco come per lei sia difficile decidere di iniziare un percorso. Le assicuro che da psicologa di solito, quando al primo incontro vedo la persona in difficoltà cerco di metterla nelle condizioni di potersi sentire a suo agio. Non sempre è necessario dire tutto subito, essendo un percorso si procede insieme andando piano piano a rivedere ciò che ancora oggi la fa soffrire. In generale le dico che aver vissuto delle esperienze "traumatiche" probabilmente non eleborate ancora, la costringe a pensarci e ripensarci. Grazie alla psicoterapia può imparare a disinnescare queste modalità che oggi non la rendono libera, soprattutto di vivere serenamente.
Per qualsiasi cosa, sono a sua disposizione.
Dott.ssa Salvati Lavinia
Mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo così difficile e carico di tristezza. È comprensibile che le esperienze di perdita che hai vissuto, come la morte dei tuoi genitori e degli altri familiari, abbiano un impatto profondo sulla tua vita emotiva e sulla paura della morte.

È importante riconoscere che ciò che stai vivendo può essere un sintomo di lutto non elaborato e di un passato difficile. La perdita dei tuoi cari, la mancanza di un'infanzia appagante e il senso di essere stata trascurata possono influenzare profondamente la tua salute mentale e il tuo benessere emotivo.

Cercare il supporto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta potrebbe essere un passo significativo verso la guarigione. Uno specialista può fornirti un ambiente sicuro in cui esprimere e affrontare tutte le emozioni che stai provando. Non preoccuparti se all'inizio ti senti in difficoltà a esprimerti, gli psicologi sono professionisti che sono abituati a lavorare con persone che affrontano sfide emotive complesse.

Lo psicologo può aiutarti a esplorare le tue emozioni, il tuo passato e a comprendere meglio il modo in cui tutto ciò ha influenzato la tua percezione di te stessa e il tuo modo di affrontare la vita. Attraverso la terapia, puoi imparare a gestire la tristezza, a riconoscere e modificare schemi di pensiero negativi, e a trovare strategie per affrontare la paura della morte.

Ricorda che la guarigione richiede tempo e impegno. Sii gentile con te stessa durante questo percorso, accettando che le emozioni che stai vivendo siano valide e comprensibili. Cerca di prenderti cura di te stessa, dedicando del tempo a pratiche che ti fanno sentire bene, come l'esercizio fisico, la meditazione, l'arte o altre attività che ti danno piacere.

Non esitare a cercare aiuto professionale, perché meriti di vivere una vita più serena e felice. Ricorda che sei importante e che il supporto di uno specialista può aiutarti a superare i tuoi sentimenti di tristezza e a costruire una visione più positiva del tuo futuro.
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Buongiorno,

Mi dispiace molto che tu stia attraversando un periodo così difficile. Le emozioni che descrivi sono molto intense e sembra che tu stia lottando con il dolore del lutto, l'ansia per il futuro e i sentimenti complessi legati alla tua infanzia.

Prima di tutto, vorrei dirti che è completamente normale provare queste emozioni di fronte a perdite significative. La perdita dei genitori, nonni e zii può creare un senso di vuoto e insicurezza, e può riportare alla mente le esperienze dolorose del passato.

Sembra che tu stia sperimentando una profonda tristezza e un'ansia che stanno avendo un impatto significativo sulla tua vita quotidiana. Di fronte a queste difficoltà, il primo passo importante è riconoscere che hai bisogno di aiuto, e tu hai già fatto questo passo, scrivendo qui.

Non c'è niente di sbagliato nel cercare supporto professionale quando le emozioni diventano difficili da gestire. Uno psicologo o uno psicoterapeuta possono fornire un ambiente sicuro e confidenziale in cui esplorare i tuoi sentimenti, aiutandoti a gestire l'ansia e il dolore che stai vivendo. Capisco che possa essere difficile aprirsi e parlare di questi temi a voce, ma molti terapeuti offrono anche consulenze online o via chat, che potrebbero sembrarti meno intimidatorie.

Potrebbe essere inoltre utile parlare con il tuo medico di famiglia delle tue preoccupazioni. Lui o lei può fornirti informazioni su diverse opzioni di trattamento e potrebbe essere in grado di indirizzarti verso risorse utili nella tua comunità.

Ricorda, non c'è niente di sbagliato nel sentire le tue emozioni. È importante prendersi cura di sé in questi momenti e ricordare che non sei sola. Ci sono molte persone e risorse disponibili per aiutarti a superare queste difficoltà.

Ti auguro il meglio e spero che tu possa trovare il sostegno di cui hai bisogno.

Cordiali saluti.
Gentilissima, le varie tappe del ciclo vitale di una famiglia sono contrassegnate da particolari eventi significativi: nascite e morti, separazioni e unioni, inclusioni ed esclusioni, e fanno tutti riferimento ai cambiamenti strutturali, non solo della famiglia, ma anche dei singoli individui.Lei stessa è consapevole che questi lutti abbiano impattato fortemente sulla sua vita;questo perchè un evento indipendentemente dalla sua connotazione positiva o negativa, è critico perché implica sempre una perdita: la perdita di una modalità di legame precedente, di un ruolo, di una rappresentazione di sé e dell’altro. Ogni trasformazione porta con sè emozioni di paura, poiché ci fa allontanare dalla stabilità di ciò che già conosciamo e che è rassicurante.


Il consiglio che mi sento di darle è di intraprendere un percorso psicologico che l'aiuti a superare questa situazione di stallo in cui il tempo sembra essersi fermato.

Le auguro di trovare il coraggio di fare quel primo passo e chiedere aiuto, dopo tanta sofferenza si conceda un atto di amore verso se stessa.

Resto a disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Alina Mustatea





Gentile utente, dalle sue parole emerge chiaramente una sofferenza molto intensa. Il suo vissuto purtroppo la sta sicuramente mettendo a dura prova. Il messaggio che desidero farle arrivare in questo difficile momento è che con il supporto di un professionista questa sofferenza e questi pensieri possono essere elaborati e gestiti, di modo che lei possa tornare a vivere la sua vita in modo sereno.
Cordialmente, Dr.ssa Claudia Vallardi
Gentile utente, mi dispiace molto per le difficoltà che sta vivendo in questo momento.
Mi sembra che ci siano tanti episodi e tanti vissuti collegati che la affaticano.
Comprendo la difficoltà nel chiedere aiuto ad un professionista ma vorrei che le arrivasse il mio supporto rispetto a questo bisogno. Potrebbe essere la prima occasione in cui mette al centro solo lei.
Un caro saluto,
Dott.ssa Del Giudice
Buongiorno,
mi ha colpito molto la sua narrazione, sofferente e autentica. Deve essere stato difficile crescere percependosi “da sola” e costretta a delle scelte che non sentiva sue.
Ed è ancora più difficile ora trattenere tutto dentro e mascherare i suoi veri sentimenti ed emozioni dietro l’allegria, quando dentro avrebbe solo voglia di piangere e sentirsi compresa, sostenuta, abbracciata.
Mi dispiace che non sia riuscita a trovare conforto in un professionista fino ad ora, perché si sente a disagio nel mostrare la sua parte più vulnerabile e sofferente. In realtà basterebbe davvero poco per provare ad aprirsi e iniziare un percorso che le permetterà di rinascere, di tirare fuori tutto il suo dolore, vederlo, affrontarlo e superarlo, divenendo una persona più risolta e con meno paure. Per se stessa, per suo figlio e per suo marito. Riprenda in mano la vita che le spettava! Già ha fatto tanto fino ad ora, nonostante il grande peso nascosto che portava con sé. Ora, forse, tutti questi sintomi sono emersi per farle capire che è pronta per fare un altro passo avanti. Forza!
Per qualunque cosa, sono a sua disposizione.
Un abbraccio.
Dott.ssa Simona Di Napoli
Le sue parole rivelano un carico di sofferenza significativo che l’accompagna da tempo e che ora sembra assumere una nuova connotazione. Se prima la tristezza era una tonalità emotiva di fondo, ultimamente sembra occupare più spazio, manifestandosi attraverso pensieri intrusivi, talvolta catastrofici. Questi pensieri, che appaiono improvvisamente, sembrano sfuggire al suo controllo, generando ulteriore sofferenza. Pensare che le possa capitare qualcosa di brutto, fissarsi sulle cose o lasciarsi andare a pianti disperati, non indica che lei abbia qualcosa che non va, anzi. Si sta concedendo, forse per la prima volta, la possibilità di ascoltarsi. Le auguro di andare fino in fondo, di comprendere la portata di quanto ha vissuto e di prendersi cura di sé. Se non è stata ascoltata come meritava in passato, ciò non significa che non meriti ascolto ora. La invito a riservarsi uno spazio per elaborare tutto questo. Se lo desidera, non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, Dott.ssa Francesca Romagnano
Gentile utente, le suggerisco di rivolgere la sua domanda ad uno psicologo che potrà supportarla durante un percorso a lei dedicato. Rimango a disposizione qualora desiderasse svolgere una consulenza online o essere ricevuta in studio. Cordialmente MDL
Buongiorno,
la ringrazio per la fiducia con cui ha condiviso una parte così personale e delicata del suo vissuto. Mi sembra di capire che stia attraversando un momento davvero complesso, e che queste emozioni e pensieri abbiano radici profonde, legate alla storia della sua famiglia e al modo in cui ha vissuto le relazioni più importanti della sua vita.
È del tutto naturale che l’accumulo di esperienze dolorose possa generare sentimenti di paura, angoscia o tristezza. La perdita delle figure familiari, anche nelle situazioni in cui i rapporti sono stati complicati o distanti, può lasciare tracce profonde che influiscono sul presente. Il modo in cui descrive il suo vissuto suggerisce un’elaborazione difficile di questi eventi, che ora potrebbe emergere come una paura persistente di perdere le persone care.
La tendenza a mostrarsi felice e allegra in presenza degli altri è una forma di adattamento che può sembrare protettiva, ma che allo stesso tempo rischia di isolarla dalle emozioni autentiche che prova dentro di sé. È quindi comprensibile che, quando è sola, queste emozioni trovino spazio per manifestarsi, portandola a un pianto liberatorio ma anche carico di dolore.
Le relazioni dell’infanzia e la mancanza di supporto da parte dei suoi genitori e familiari potrebbero aver influenzato la sua capacità di sentirsi accolta, ascoltata e compresa. Questo è un aspetto che può generare un senso di “vuoto” o di incomprensione che rischia di rimanere irrisolto nel tempo, ma che non significa sia irrecuperabile.
Il dolore che descrive è profondo e merita un ascolto attento e rispettoso. Le consiglierei di valutare, con i suoi tempi e nel modo che le risulti meno faticoso, di rivolgersi a un professionista della salute mentale. Uno psicologo potrà offrirle uno spazio sicuro dove affrontare e dare voce a queste emozioni, aiutandola a esplorare i motivi del suo dolore e a trovare modalità per vivere le relazioni presenti con maggiore serenità.
Ricordi che il passo più importante è riconoscere il bisogno di aiuto, come ha già fatto scrivendo qui. Sono sicura che con il giusto supporto potrà trovare nuove risorse per superare questa fase e sentirsi di nuovo in armonia con sé stessa.

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