Salve. Ho 35 anni. Vi scrivo per un "problema" di nostalgia. Vorrei capire se, a vostro parere, pot

20 risposte
Salve. Ho 35 anni.
Vi scrivo per un "problema" di nostalgia. Vorrei capire se, a vostro parere, potrebbe essere un problema patologico o, semplicemente, una mia "caratteristica".
Io ho costantemente nostalgia del passato, di quando ero bambino, di quando andavo alle scuole elementari e alle scuole medie, di quando andavo in vacanza con i miei genitori, i mie zii e mio cugino. Ho tanta nostalgia dei miei nonni che non ci sono più e dei momenti che passavo con loro.
Inoltre mi piace passare nei luoghi della mia infanzia, se e quando posso, anche se non è una cosa che faccio in maniera spasmodica (ad esempio avrei molta voglia di tornare nel paese di montagna in cui andavo quando ero bambino, ma sarà più di 10 anni che non ci vado).

Mi piace inoltre tenere oggetti che mi ricordano i suddetti periodi, ci tengo molto a queste cose e mi dà fastidio veder buttare qualcosa che mi ricorda la mia infanzia.

La cosa curiosa è che sono sempre stato così, anche da bambino! Paradossalmente, anche quando avevo 10 anni avevo nostalgia del passato e mi piaceva tenere qualche oggetto per ricordo, rivedere luoghi dove ero stato, ecc.

Altra cosa curiosa è che ho addirittura una sorta di nostalgia per un passato che non ho vissuto! Io sono un grande appassionato di storia, e mi emoziona tantissimo vedere o toccare oggetti che sono stati parte di un momento storico e del nostro passato. Ad esempio, ho fatto parecchie escursioni nei luoghi della Gtande Guerra, e mi sono sempre parecchio emozionato nel toccare o vedere cose di quell'epoca, seppure tragica per tutti i morti che ci sono stati.

Mi chiedo se tutto ciò rientra nella sfera della normalità (ho letto che esiste una nostalgia patologica) e, soprattutto, mi chiedo come sarò a 60 anni se già ora ho nostalgia del mio passato.

Sono papà, ho una bimba di un anno, sono felicissimo di averla e le voglio un bene indescrivibile... ma ho sempre questo tarlo, questa sorta di adorazione del passato, che a volte mi fa stare male, ma comunque conduco una vita normalissima.

Ringrazio chi vorrà rispondere a queste strane domande e questioni che vi ho posto.

Cordiali saluti.
Salve, in linea generale, per rispondere alla sua domanda posso dirle che nel momento in cui la sua "passione" per la storia e per tutto quello che è accaduto prima del momento presente risulti un "problema" o un "disagio" per lei stesso o per la sua famiglia, e in qualche modo questi pensieri influiscono sulla qualità della sua vita, le consiglio di fare un colloquio con un terapeuta per capire un po' meglio il motivo per il quale vive nel passato, invece di vivere il presente e pensare al futuro. In caso contrario se questi pensieri sono circoscritti, non interferiscono nella vita quotidiana, e non le creano disagio, allora si tratta di un suo tratto caratteriale e di una passione che lei nutre per la storia. Spero di sverle chiarito un po' di più i suoi dubbi. Buona giornata.
Dott.ssa Lenzi Rubina

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Gentile utente buongiorno.
Avere un sentimento nostalgico non è di per sé un problema: il passato ci aiuta a definire chi siamo, le nostre radici, i nostri valori, l'educazione tutti le esperienze da cui abbiamo imparato qualcosa. Inoltre, il passato è fonte di ispirazione, ci sono figure o personaggi (anche che non avremmo potuto conoscere) che con le loro azioni, il loro pensiero segnano la nostra vita e ci guidano nel utilizzare la saggezza quando prendiamo decisioni importanti. Per il loro contributo è bello esprimere gratitudine e riconoscenza.
Tutto ciò, però, non deve farci dimenticare una semplice ma assoluta verità: il passato non torna. Niente di quello che lei ha vissuto, o di quello che hanno vissuto gli altri, tornerà. Questa consapevolezza è importante per il suo benessere interiore e per vivere a pieno la sua vita presente. Se guarderà sempre indietro non si accorgerà del piacere intrinseco che c'è nel vivere ogni giorno che passa, a sessant'anni vivrà solo ricordi dei ricordi, e spesso saranno meno che ricordi, solo confabulazioni o oggetti che hanno solo valore affettivo.
Da ciò che ci scrive, credo che lei abbia voglia di gestire meglio il suo rapporto con il passato. Le consiglio di consultare uno psicologo che utilizza tecniche e strategie di Mindfulness e Psicologia Positiva. Questi approcci hanno come fondamento l'attenzione al presente, la consapevolezza del momento che fugge, che è in fin dei conti l'unica vera realtà che possiamo cambiare a nostro vantaggio. Il passato, invece, non si può proprio cambiare.
Se lo desidera posso darle ulteriori informazioni su questo approccio di intervento psicologico, anche online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi le sue domande. Se il suo rapporto con il passato e la sua passione per oggetti o ricordi che riguardano quel tempo che è dietro di noi non interferiscono con il benessere e la serenità della sua vita presente allora questo rappresenta niente di più che un tratto caratteriale della sua personalità. Se invece lei valuta che tali pensieri siano disfunzionali o che non riesce a vivere il suo presente interamente potrebbe indagare sulle cause attraverso un percorso psicologico.
Un saluto Dott.ssa Veronica Guidi
Buongiorno, ho letto le sue domande e sentito molta tenerezza. La nostalgia di per sè non è un sentimento problematico, ci parla di un qualcosa che è stato e che non può più essere.
Da come ne parla sembrerebbe che questo continuo ripensare al passato, sia un qualcosa sul quale inizia ad incuriosirsi e che in qualche modo le desta preoccupazione.
Le consiglierei di rivolgersi ad un professionista per esplorare al meglio questo suo meccanismo e magari capire cosa c'è di quel passato che le manca e che le impedisce di stare nel qui ed ora.
Le auguro una buona giornata e spero di esserle stata utile.
Dottoressa Erika Castagneri
Gentile Utente, innanzi tutto la voglio ringraziare perchè la sua domanda mi ha permesso di riflettere su una emozione, la nostalgia, che mi ha fatto immergere immediatamente in un'altra emozione: la malinconia. Le chiedo quindi se ciò che prova è nostalgia o malinconia, o un misto di queste due emozioni.
Per quanto riguarda poi la nostalgia, condivido le riflessioni che i miei due colleghi prima di me le hanno portato. Aggiungo solo alcune considerazioni che hanno che fare con il mio approccio, la psicoterapia della Gestalt.
Se la nostalgia le crea dei blocchi emotivi e relazionali nel suo aprirsi al presente deve chiedersi cosa sta evitando nel presente. Si tratta di guardare al presente per vedere cosa vorremmo (e potremmo) avere ma non abbiamo l’audacia, il coraggio di fare. La nostalgia prende le mosse dal passato ma riguarda il presente. Cosa non riusciamo a fare nel presente? Questa è la domanda a cui ci porta l’ascolto del sentimento della nostalgia. Come se la nostalgia raccontasse di un dolore legato ad una forma di fatica a ritornare a noi stessi, a quella parte di noi che non abbiamo ancora abitato, esplorato.
Della sua storia mi colpisce il fatto che è diventato padre da pochissimo. Cosa ha a che fare la nostalgia del passato con questo avvenimento di oggi?
La nostalgia è una mancanza che si trova davanti a noi, e non alle nostre spalle.
Spero che queste mie riflessioni le possano essere utili.
Un caro saluto
Sara genny Chinnici

buongiorno e grazie per aver condiviso il suo disagio, la nostalgia è un bel sentimento che ci porta a ricordare o immaginare qualcosa o qualcuno che non c'è più, nel suo caso non deve essere un problema ma un punto di forza da cui partire e sul quale costruire. Si dia la possibilità di un percorso di psicoterapia, un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Buongiorno gentile utente.
Il "tarlo" di cui scrive provoca unu disagio significativo a lei o a qualcuno a lei caro? Le rende molto più difficile lo studio, il lavoro, gli hobby o le relazioni amicali? Non possiamo parlare in termini di normale/anormale ma rispondere a queste domande ci può dare delle indicazioni sul fatto se sia o meno "patologico". Comunque da come scrive emerge una grande sensibilità e capacità di stare a contatto e raccontare i propri vissuti emotivi. Queste due caratteristiche sono qualità positive molto importanti che le auguro riesca a trasmettere a sua figlia; sarebbe un gran bel regalo!
Resto a disposizione, buona giornata. Luca Frumento
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, grazie per la sua condivisione per nulla strana, anzi, interessante e ricca di spunti di riflessione. Se afferma di condurre una vita normale, nella quale questi pensieri non intaccano il naturale svolgimento della giornata, starei tranquilla per quanto riguarda la possibilità che sia una patologia. Potrebbe però provare ad indagare cosa c'è nel passato che la attira molto più del vivere il presente? Quando era bambino e viveva quei momenti, era "presente"? Rifugiarsi nei ricordi per lei è come essere il un posto sicuro? Se si, da cosa sta cercando di "scappare"? Potrebbe approfondire queste riflessioni durante un consulto psicologico. Resto a disposizione, un caro saluto. Stefania La Torre
Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza e per aver descritto una condizione particolare, che tuttavia da così poche righe non è possibile comprendere a fondo. Il fatto che descriva una vita normale con una figlia che riesce a godersi farebbe propendere per una disposizione caratteriale, ma le suggerirei un percorso psicologico al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, per comprendere al meglio le sue caratteristiche di funzionamento e gestirle qualora diventino dolorose.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Il punto è se ci stai male o se questa "nostalgia" alla fine ti fa vivere bene. Solo tu puoi sapere se questa sia una tua caratteristica o se sia una cosa negativa che ti impedisce di vivere a pieno la tua esistenza. Se è solo una tua caratterista, un lato del tuo carattere col quale vivi bene, perchè viverlo come un problema? Se invece questa cosa ti impedisce in qualche modo di vivere bene, puoi iniziare un percorso psicologico per capire l'origine di questa nostalgia, dargli un senso e magari riuscire a contenerla o se vuoi a liberartene. Un saluto
Forse un po’ già lei la risposta se l’è già un po’ data nel momento in cui dice che questo “tarlo la fa stare male”, forse li individua qualcosa che va oltre la passione per la storia vera o immaginata, sua o di altri. Flaubert diceva: “il futuro ci spaventa, il passato ci tormenta ecco perché il presente ci sfugge”. Se lei percepisce che questo modo di vivere il passato le toglie un po’ di “presenza” cioè capacità di essere presente nel momento attuale per se stesso, per la sua famiglia, nel godere del bello che c’è si dia l’opportunità di esplorare questo aspetto con uno psicologo, probabilmente potrà canalizzare meglio la sua curiosità e la sua fantasia magari rivolgendole al futuro anziché al passato.
Salve, intanto la ringrazio per la sua condivisione. Mi ha molto colpito quello che ha scritto e mi è arrivato come un camminare in avanti, ma guardando indietro. Lei stesso riferisce di una preoccupazione, di uno stare male rispetto al proprio futuro dove sente già che guarderà al passato. I parametri di valutazione scritti in un manuale possono aiutare a distinguere ciò che è patologico da ciò che non lo è, ma è molto più frequente partire da ciò che è clinicamente significativo per la persona. In questo caso, per lei, sembra essere significativo questo rivolgersi costantemente al passato. Non si soffermi sul patologico o non patologico, guardi piuttosto a come questo le fa vivere il suo presente e se ne sente la necessità valuti la possibilità di intraprendere un percorso che le possa permettere di poter spostare il suo sguardo da un passato, che potrà sempre essere ricontattato, ad un presente che può essere vissuto solo nel qui e ora e nel quale è racchiuso il passo che farà domani.
Buongiorno, non mi sembra una situazione patologica, a maggior ragione per il fatto che non ha gravi ricadute sul suo benessere o sui suoi rapporti con gli altri.
Potrebbe essere interessante, con l'aiuto di un collega, capire come mai lei pensi così tanto al passato e, soprattutto, il significato che ha per lei questa nostalgia.
Dott. Marco Cenci
Salve gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua situazione. In linea generale non è mai possibile definire in modo netto la normalità dalla patologia. Una tendenza a idealizzare il passato non è solo una sua caratteristica specifica ma appartiene un po' a tutta l'umanità; nel solo occidente ne sono prova i miti classici dell'età dell'oro nonché le parabole religiose sull'eden. La psicologa dinamica freudiana e post-freudiana conosce bene questo movimento psicologico definendo come una regressione inconscia a una fase primaria dell'infanzia, se non addirittura alla vita intrauterina, dove il soggetto di per sé non conosceva preoccupazioni e affanni quotidiani della vita. Nel suo caso specifico mi sento di restituirle di non preoccuparsi se questa sua peculiarità non le desta problemi rispetto alla sua capacità di amare, lavorare e provare una certa gioia quotidiana. In ogni caso se desidera un maggiore approfondimento sono a sua disposizione anche online, il primo colloquio è gratuito. Un caro saluto. Dott Mauro Terracciano
Buonasera e grazie per il messaggio. Come lei saprà o avrà letto la normalità e la patologia funzionano in un continuum non statico ma dinamico. Per definire cosa può essere considerato patologico dobbiamo anche notare il livello di sofferenza che un dato comportamento arreca ad un soggetto. Vivere nel passato può essere un modo per mantenere dolci ricordi con noi, non dimenticando che il passato non può esistere senza il futuro. Cordialmente
Gentile Utente, volendo essere estremamente sintetici possiamo dirci che per parlare di "patologia" ci deve essere una sofferenza (pathòs) tale da limitare o addiritura impedire lo svolgimento della normale vita.
Da quello che leggo la nostalgia a volte fa stare male, mi sembra di capire non ai livelli sopra detti.
Potrebbe quindi non essere qualcosa di "patologico", tuttavia sembrebbe comunque qualcosa che attira la sua sua curiosità e un po' la sua preoccupazione, motivo per cui immagino abbia scritto qui.
Proprio per curiosità e/o preoccupazione potrebbe considerare di chiedere un consulto psicologico, non perchè ci sia qualcosa che vada trattato ma qualcosa che appunto ha piacere di capire meglio.
Col collega ci sarà spazio e tempo per poter esplorare quello che sente, questo potrebbe permettere di trovare una risposta più concreta e completa ai suoi dubbi.
Spero di essere stato utile, avesse altre domande mi scriva pure in chat.

Dottor Mauro Simonetti
Gentile utente, per rispondere alla sua domanda sarebbe necessario approfondire l'argomento e capire se questa tendenza a ripensare al passato interferisce negativamente nella sua quotidianità o meno. Non c'è qualcosa di normale o patologico a priori, bisogna sempre valutare in base alla situazione e alla persona. Potrebbe comunque avere a che fare con la sua storia di vita personale e il suo modo di relazionarsi ad essa e pertanto la invito a prendere in considerazione la possibilità di intraprendere un percorso psicologico che le consenta di acquisire maggiore consapevolezza e approfondire i suoi vissuti emotivi correlati a questo aspetto. Resto a disposizione e le auguro di trovare le risposte che cerca. Un saluto!
Gentile utente, avere dei sentimenti nostalgici e ricordare il passato non è un sintomo di una patologia, se invece dovesse influenzare notevolmente i ritmi quotidiani e relazionali, in questo caso potremmo parlare di una patologia sospetta dettata probabilmente da una sicurezza trovata nel passato che rimanda ad una fuga di un futuro incerto ed insicuro. Nonostante ciò sarebbe opportuno valutare come mai vi è questo forte attaccamento al passato e le sue emozioni correlate. Resto a sua disposizione Dott.ssa Valentina Pisciotta
Buongiorno! Trovo molto interessante ciò che riporta, la risposta che sento di darle è che se ciò non ha una ricaduta nella vita di tutti i giorni può essere invece letto come un fattore personologico positivo legato ad una sua spiccata sensibilità rivolta ai ricordi e alle immagini del passato a cui lei attribuisce un suo personalissimo valore e significato simbolico importantissimo!!! Potrebbe essere comunque utile, se non lo ha già fatto, porsi delle domande che le permettono di riflettere sulla questione e approfondirla più a fondo.
Ad esempio;
La nostalgia è legata per caso ad una paura di non poter più custodire dentro di sè il ricordo e l'immagine di un periodo della sua infanzia che con gli anni comincia, naturalmente, ad essere cronologicamente più lontano? Teme di potersi dimenticare di tali ricordi, dei volti, delle relazioni, dei luoghi, degli oggetti del passato non richiamandoli costantemente alla memoria, andando avanti nel corso del tempo? Il "vivere nel passato" sente che potrebbe essere una protezione dall'esporsi alla naturale incertezza del futuro? Perchè teme di custodire sempre più immagini, ricordi, suoi, personali, da qui a quando avrà 60 anni? Solitamente condivide questi ricordi con le persone a lei più vicine? Ha pensato di portare nei posti della sua infanzia sua figlia via via che crescerà?
Sarebbe, perché no, interessante indagare e comprendere i contenuti dei suoi sogni, se anche lì vi è un'immersione nella sua storia personale e nella storia di altri popoli ed altre epoche come lei accenna nel racconto. Infine, sento di comunicarle di non aver paura delle parti più profonde, più personali e spesso anche più ambigue della sua individualità ma di dialogarci senza giudizio e senza timore.
La ringrazio per la condivisione!
Resto eventualmente a disposizione,
dott. Giordano Sofia

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