Salve. Ho 32 anni e vivo da sola da quando ne avevo 19. I miei genitori sono sempre stati troppo pre

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Salve. Ho 32 anni e vivo da sola da quando ne avevo 19. I miei genitori sono sempre stati troppo presenti in tutte le mie scelte e decisioni. Premetto che sono stata adottata, e in me sento sempre, quando i miei pretendono qualcosa una sorta di obbligo. Non riesco a dire le cose, anche le più semplici e banali. Il tutto si è acuito nel momento in cui mi sono fidanzata. I miei non tollerano la convivenza (io e il mio fidanzato viviamo in due diverse città). Ogni volta che sono io a dover andare da lui mia madre inizia a fare storie. Lo sai che non voglio che vai lì, casa tua (comprata da loro) non è lì. Che cos’è la convivenza ecc ecc.. questo crea in me uno stato di ansia e agitazione. Ogni viaggio che faccio prima devo litigare perché non vuole.
Il Natale bisogna passarlo con loro, le vacanze estive con loro, insomma mi fanno pesare il fatto che io a volte scelga di andare dal mio fidanzato (nonche futuro marito) e non da loro. mi rinfacciano sempre che io da quando l'ho conosciuto non ho voglia di tornare a "casa". Premetto che la voglia di tornare non c'è mai stata, tornavo solo perche non avevo altre alternative. Non sono mai stata attaccata al paesino in cui sono cresciuta. Infatti sono scappata non appena ne ho avuto la possibilità. Vorrei poter vivere liberamente la mia vita e non sentirmi sempre in ansia o in apprensione perche i miei si arrabbiano con me per le cose appena descritte. Cosa suggerite?
Salve, non posso darti un suggerimento, ma farti riflettere su una cosa...vivi da sola da quando hai 19 anni, mi sembra una cosa molto importante. Si può lavorare su questo rapporto che però porti di "dipendenza" dai tuoi genitori, per poter poi vivere al meglio il tuo futuro e il tuo futuro marito.
Un caro saluto
Lavinia
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Buongiorno, da ciò che ha condiviso penso sia importante ricostruire la relazione con i suoi genitori per osservare e conoscere quali dinamiche si siano instaurate e cosa ha significato e poi comportato per lei il "sentirsi in obbligo". Questo potrebbe essere uno spunto per riflettere su quale sia la distanza/vicinanza più ottimale per lei da mantenere con mamma e papà. Un percorso psicologico potrebbe guidarla e aiutarla nel perseguire il bisogno da lei riportato, di vivere più serenamente le sue scelte.
Un caro saluto
Salve,

La situazione che descrivi è certamente complessa e comprensibile, dato il contesto familiare e le dinamiche che si sono sviluppate nel tempo. Vivere sotto la pressione delle aspettative dei tuoi genitori può essere molto stressante e limitante per la tua autonomia. Ecco alcuni suggerimenti su come potresti affrontare questa situazione:

1. Riconoscere e validare i tuoi sentimenti: È importante riconoscere che i tuoi sentimenti di ansia e obbligo sono legittimi, dati i comportamenti e le aspettative dei tuoi genitori. Non è facile, ma è essenziale capire che hai il diritto di vivere la tua vita come desideri.

2. Stabilire confini chiari: Comunicare in modo assertivo con i tuoi genitori è fondamentale. Potresti spiegare loro che, sebbene apprezzi il loro sostegno e comprendi le loro preoccupazioni, hai bisogno di prendere le tue decisioni e vivere la tua vita in modo indipendente.

3. Ridurre la dipendenza emotiva: Cerca di diminuire gradualmente la tua dipendenza emotiva dai tuoi genitori. Questo potrebbe significare prendere decisioni senza chiedere sempre la loro approvazione e imparare a gestire la loro disapprovazione senza sentirti in colpa.

4. Supporto professionale: Considera l’idea di parlare con uno psicologo o un terapeuta per esplorare più a fondo questi sentimenti e sviluppare strategie efficaci per gestire le dinamiche familiari. La terapia può offrirti un supporto prezioso per rafforzare la tua autostima e migliorare le tue capacità di comunicazione assertiva.

5. Pianificare conversazioni difficili: Quando decidi di parlare con i tuoi genitori, prepara in anticipo cosa dire. Sii chiara e diretta, esprimendo i tuoi sentimenti senza accusarli. Ad esempio, potresti dire: "Capisco che siete preoccupati per me, ma è importante per me passare del tempo con il mio fidanzato e costruire la nostra relazione."

6. Costruire una rete di supporto: Avere amici, partner e altre persone di fiducia che possano offrirti sostegno emotivo può aiutarti a sentirti meno isolata e più sicura nelle tue decisioni.

7. Prendere decisioni graduali: Inizia a prendere piccole decisioni indipendenti e osserva come ti senti. Questo ti aiuterà a costruire fiducia in te stessa e a ridurre gradualmente l’ansia legata al dispiacere dei tuoi genitori.

Spero che questi suggerimenti possano esserti utili. Se desideri un supporto più personalizzato, sarò lieta di aiutarti a esplorare ulteriormente queste tematiche in un percorso terapeutico.

Cordiali saluti.
Buongiorno, dalla situazione che hai raccontato emerge molto dolore nel deludere le aspettative dei tuoi genitori. Nonostante tu sia completamente autonoma e indipendente, senti la loro presenza nelle tue scelte di vita e non ti senti del tutto libera perchè c'è questa sorta di "sentirsi in obbligo" verso di loro. Sicuramente per riuscire a vivere in modo maggiormente sereno ed equilibrato le vostre relazioni dovresti lavorare su te stessa, analizzare il tuo tipo di attaccamento e questo ti aiuterà anche nel tuo rapporto di coppia. Se vuoi mi metto a disposizione e il primo colloquio conoscitivo online è gratuito.
Grazia
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Buongiorno.
Ciò che descrive sembra avere aspetti molto chiari eppure molto complessi.
Credo che sia utile approfondire in un contesto protetto, privato.
Le propongo un colloquio conoscitivo online, potremo poi capire insieme se e come proseguire.
Buonasera e grazie per la sua condivisione, ciò che riferisce non la fa sentire libera e questo le comporta uno stato di insofferenza che meriterebbe di essere esplorato. Le relazioni familiari possono essere la primaria fonte di sicurezza, ma nello stesso tempo anche le nostre catene. Lei vive sola dai suoi 19 anni, ma sembrerebbe non aver ancora completato il processo di differenziazione che ci permette di non dipendere più dalle nostre primarie figure di riferimento. Data la tematica le suggerirei di riflettere sulla possibilità di intraprendere un percorso terapeutico di tipo sistemico relazionale o integrato così da poter tirare fuori le risorse necessarie a compiere un salto senza strappi dolorosi ed eventualmente inserire in qualche incontro anche i suoi genitori. Sarebbe auspicabile che questa sua volontà di autodeterminazione fosse accolta, compresa e permessa anche da loro oltre che radicarsi ancora più in lei.
Rimango a disposizione per approfondimenti. Un saluto e un augurio
Dott.ssa Chiara Cerqua
Buongiorno, grazie per la condivisione, capisco la difficolta che in questo momento sta vivendo. Ovviamente è molto complicato darle una risposta esaustiva in poche righe. In ogni caso, questa situazione ricorda un processo di dipendenza affettiva, in quanto sembra ci siano difficoltà nel mettere i confini, nel dire no. È normale sentirsi così. Forse potresti provare a paralare onestamente con i tuoi genitori dei tuoi bisogni di autonomia e delle tue scelte di vita. Potresti organizzare in anticipo le visite per bilanciare il tempo tra loro e il tuo fidanzato. Ovviamente potresti trovare dei grossi ostacoli per questo però bisognerebbe fare un approfondimento con dei colloquio di consultazione. In ogni caso le auguro una buonagiornata
Gentile utente, la situazione che descrive sembra davvero pesante per lei. A volte troppo amore finisce per ottenere l'effetto opposto e invece che farci stare bene, ci fa soffrire.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla nell'affrontare la situazione con i suoi genitori e permetterle di vivere serenamente la sua vita.
Resto a disposizione, anche online, in caso fosse interessata.
Cordiali saluti, Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Gentile utente,
grazie per aver condiviso la sua storia e le sue preoccupazioni. Posso immaginare quanto sia difficile la situazione che descrive. Il desiderio di indipendenza e la necessità di affermare la propria autonomia sono assolutamente legittimi, è naturale voler vivere liberamente e prendere le proprie scelte.
La sensazione di obbligo che prova nei confronti dei suoi genitori è comprensibile, ma è essenziale che lei possa anche mettere dei confini sani per proteggere il suo benessere.
Può provare a parlare con i suoi genitori in modo calmo e assertivo, spiegando loro come si sente e quanto sia importante per lei vivere la vita in modo indipendente. Potrebbe essere utile farlo con l'aiuto di un terapeuta familiare che possa facilitare la comunicazione e aiutare a ridurre i conflitti.
Consideri inoltre di lavorare su se stessa e sulla sua autostima con l'aiuto di un professionista. Questo potrebbe aiutarla a rafforzare la sua capacità di esprimere bisogni e desideri senza sentirsi in colpa o in ansia.
Ricordi che è fondamentale mettere al primo posto il proprio benessere. Una persona adulta ha il diritto di fare le sue scelte, anche se questo significa dover affrontare delle difficoltà con i propri genitori.
Le auguro il meglio e spero che possa trovare la serenità e la libertà che merita
Cordiali saluti

Gentile utente buongiorno, mi dispiace per il senso di "obbligo" che costantemente si trova a vivere. Come consigliato da altri colleghi, intraprendere un percorso psicologico potrebbe aiutarla nel riflettere su alcune dinamiche relative al suo mondo esperienziale e verso la sua progettualità futura.
Rimango a disposizione. Cordiali saluti, Dott.ssa Martina Rossetti
Buongiorno, sono dispiaciuto per ciò che ci racconta, in particolare per la sensazione di non poter vivere pienamente e liberamente la propria vita. Credo che il suo sentirsi in dovere, vivere ciò che i suoi genitori le dicono come un obbligo sarebbe una tematica molto importante da elaborare; le permetterebbe di capire e modificare un pattern relazionale che in questo momento non è probabilmente più consono alla vita che ha deciso di intraprendere e al desiderio di vivere liberamente e autonomamente la propria vita. Credo che se il nido familiare è il luogo in cui crescere e da cui conoscere il mondo, può allo stesso modo diventare il posto dove si rimane intrappolati, impantanati se non si attraversa accuratamente la fase di separazione. Resto a sua disposizione, spero di esserle stato in qualche modo di aiuto. Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Grazie per aver condiviso la tua situazione con noi. Potrebbe esserti utile riflettere su come hai vissuto la figura dei tuoi genitori adottivi nel corso della tua vita. C’è molta complessità in questa relazione e più riesci a portare chiarezza e più puoi sentirti libera nel vivere pienamente la tua vita con leggerezza. A volte l’amore è forte e autentico però viene condiviso in modi che fanno percepire altro. Riuscire a comprendere l’essenza di ciò che davvero c’è permette di pacificare la relazione. Permettendoti di andare verso la tua nuova famiglia, generata da te stessa, con leggerezza. Ti auguro il meglio e se volessi approfondire sono a disposizione anche attraverso il colloquio online. Buona vita! Dott.ssa Simona Vanetti
Gentilissima,
dalle parole che ha condiviso su questa pagina traspare un sentimento di ambivalenza verso i suoi genitori: da un lato vorrebbe compiere le sue scelte in totale autonomia, in linea con la sua età e con il fatto che vive da sola oramai da anni, dall'altra le dispiace contraddirli. Ha provato ad interrogarsi su come si sente quando porta avanti le sue scelte in contrasto con i loro desideri? E su cosa prova quando invece asseconda le loro richieste? Può provare a farsi queste domande e poi in un secondo momento parlare con i suoi genitori, tenendo a mente le risposte che si è data.
Un cordiale saluto

Dott. Giovanni Battista Giancarli
Carissima, a 32 anni credo che sia assolutamente legittimo desiderare di vivere in piena libertà ed autonomia la propria vita; il fatto che lei sia ancora così condizionata dal posizionamento dei suoi genitori adottivi suggerisce la possibilità di un lavoro su di sé, un approfondimento e percorso che possa accompagnarla a scegliere ciò che desidera al netto degli impedimenti di cui ha parlato. Non deve essere facile, anche forse la riconoscenza che prova per loro, per questo una consulenza psicologica ed una eventuale psicoterapia potrebbe aiutarla a superare questo momento. Resto a sua disposizione, anche da remoto, qualora lei lo ritenesse opportuno. Cordiali saluti. Dottor Montanaro.
Buongiorno Gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso queste pagine del suo vissuto che sicuramente duro da sostenere.
Sicuramente posso darle qualche suggerimento al riguardo su cui lavorare con il supporto di uno psicologo professionista:
1) Il sentirsi in obbligo, in dovere e posizionarsi passivamente all'interno di una relazione, indica l'importanza di un lavoro mirato a potenziare l'assertività, con questo termine indichiamo uno stile comunicativo, ma anche un modo di entrare in relazione che non sia ne passivo, ne aggressivo, ma in cui si possa far valere sé stessi all'interno delle relazioni cercando il giusto compromesso.
2) Un lavoro mirato alla gestione dei sintomi d'ansia e a tal proposito le suggerirei un terapeuta flessibile nel lavorare sia sulla comprensione e quindi poi gestione del sintomo, che sulle dinamiche che hanno contribuito a generarlo ad un livello più profondo.
3) alla luce dei primi 2 punti le suggerirei un terapeuta ad indirizzo integrato, che grazie al proprio orientamento è in rado di lavorare mettendo al centro gli aspetti relazionali e a più livelli del sintomo.
Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua situazione. Ritengo che lei debba parlare con i suoi genitori, anche magari con l'aiuto del suo fidanzato. Può risultare difficile e doloroso, ma è fondamentale che lei parli chiaramente ai suoi genitori. Se le serve un aiuto per preparare il confronto, io ricevo anche online.
Dott.sa Elena Bonini
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Gentile utente, le sue origini e quello che prova sembrano coincidere con un mandato, implicito, che le è stato assegnato.
Da un lato ci sono genitori che temono di perdere la figlia tanto desiderata, dall'altro una figlia che vorrebbe vivere la propria vita senza sentirsi in obbligo.
Potrebbe essere utile iniziare un percorso individuale di terapia sistemico relazionale, con la possibilità di poter coinvolgere, quando necessario, la sua famiglia per fare delle sedute familiari con l'obiettivo di mostrare nuovi punti di vista, incontrarsi davvero e vivere la libertà in quanto tale e senza sensi di colpa.
Cordiali saluti, Dott.ssa Simona Spiezia
Salve,
faccio una premessa: da quello che descrive, lei è una donna che è riuscita a costruirsi una vita indipendente e autonoma, almeno da un punto di vista pratico. Questo mi fa pensare che sia una persona piena di risorse, ma anche che i suoi genitori devono essere stati bravi a permetterle di diventare quello che ora è.
Ecco alcune riflessioni: anche se comprendo il suo sentirsi in debito nei loro confronti perché l’hanno accolta ed amata, mi sento di dirle che lei è stata, probabilmente, il regalo più bello che potessero avere dalla vita. Quindi non è stata solo lei a ricevere, ma anche e soprattutto loro, che hanno avuto qualcosa di molto prezioso, la loro figlia tanto desiderata.
Provi quindi a lavorare su questa sensazione di debito con la quale convive e cerchi di ristabilire i pesi.
Inoltre, i suoi genitori le hanno regalato una vita piena d’amore (probabilmente un amore un po’ oppressivo ed invadente, ma si vede che era l’unico modo che conoscevano) ma questo non significa che ora la debbano governare. Forse per loro è troppo difficile rendersi conto che il bisogno che ancora hanno di lei la soffoca e non le permette di sentirsi libera a causa dei sensi di colpa, ma sono certa che, se riuscisse ad affrontare il discorso in modo affettuoso senza attribuire colpe e giudizi, la situazione migliorerebbe. Ma questo comunque non toglie il fatto che lei è l’unica padrona della sua vita e quindi è più che legittimo che si costruisca la sua storia d’amore col suo ragazzo e che stia con lui tutto il tempo che desidera.
Ho notato, però, una cosa: se da una parte sente questa forma di debito nei confronti dei suoi genitori, dall’altra dice che “la voglia di tornare a casa non c'è mai stata”. Immagino che oltre al sentimento di gratitudine che ha coltivato nei loro confronti, si sia instaurata in lei anche una grande rabbia, perché quella casa ha rappresentato sì un luogo d’amore, ma anche una gabbia. E forse è proprio questa rabbia che le impedisce di affrontare discussioni con loro, perché teme che potrebbe esplodere dicendo tutto quanto fino ad ora ha represso e questo non se lo perdonerebbe. Se così fosse, la invito ad esplorare questo sentimento, in modo da poterlo gestire e non diventarne vittima.
Un caro saluto
Dott.ssa Simona Di Napoli
Buonasera. Leggendo la sua situazione vedo che è già riuscita efficacemente a individuare numerosi aspetti relazionali e a fissarsi obiettivi a lungo termine. Questo è già un traguardo molto importante. Visto che non la conosco ancora bene, più che suggerimenti sarei incuriosito di porle altre domande. Per sancire insieme a lei, gli obiettivi nel breve periodo, che la possano aiutare a raggiungere i suoi bisogni relazionali. Le auguro di continuare questo percorso, in cui sta già riuscendo a osservare molto. La capacità di stare nelle situazioni e di osservarle è già la maggior parte della strada necessaria per raggiungere un cambiamento.

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