Salve, ho 30 anni e sto vivendo un momento difficile. In generale non ho mai trovato pace nelle mie

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Salve, ho 30 anni e sto vivendo un momento difficile. In generale non ho mai trovato pace nelle mie relazioni, ultimamente ho creduto di aver trovato finalmente la persona giusta. Convivevamo, è un mio collega e ne sono innamorata. Purtroppo mio padre si è ammalato gravemente qualche mese fa e non so per quanto avrò ancora la possibilità di vederlo, nello stesso momento lui mi lascia. Sto impazzendo, percepisco che sta diventando un pensiero ossessivo ed ho iniziato a soffrire di forti momenti di ansia insieme a crisi di pianto che mi paralizzano per molte ore, nel senso che non riesco a fare più nulla. Alcune volte perdo il controllo e gli scrivo, sperando in un suo riavvicinamento e invece non faccio altro che continuare ad allontanarlo. Sono consapevole delle mie azioni e delle loro conseguenze, eppure non riesco ad evitarlo. Trattandosi di un collega ho impatti anche nella mia sfera lavorativa, non so come uscirne ed ogni giorno è sempre peggio.
Buonasera, quanto lei descrive in sintomatologia è assolutamente comprensibile: tutto le è probabilmente arrivato di colpo e tanti punti fermi della sua vita purtroppo vacillano. Sembra una condizione di stress che la trova apparentemente senza energie e da un contenitore, quello affettivo di una rapporto con il genitore che sente di stare per perdere, si aggrappa tenacemente all'altro, quello della relazione, che si è apparentemente interrotta. Si rivolga ad uno psicoterapeuta che la possa supportare e se questi lo crederà opportuno, assuma qualche ansiolitico, evitando dosaggi importanti e dipendenza. Al momento può aiutare. Le risposte importanti le può praticare dentro di sè, ma aiutata. Un saluto

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Buongiorno, mi spiace per il momento difficile che sta vivendo. In queste poche righe dice tante cose: "non ho mai trovato pace nelle mie relazioni", "mio padre si è ammalato gravemente qualche mese fa" "nello stesso momento lui mi lascia". Mi sembra di capire che nelle relazioni non sia mai riuscita a trovare una dimensione di serenità e nel momento in cui il suo papà si ammala e quindi sente precaria la relazione con lui, anche la sua relazione amorosa termina. Immagino quanto queste situazioni l'abbiano fatta sentire poco sicura. Forse il controllo che sente di perdere è proprio legato al senso di controllo che non ha sugli eventi che le stanno accadendo. Le consiglierei di rivolgersi ad uno specialista che la possa aiutare a comprendere quello che sta avvenendo e a gestirlo in modo più funzionale. Capire cosa la porta a commettere azioni che secondo lei sono volte al riavvicinamento tra lei e il suo ex compagno ma che invece lo allontanano sempre più. Cordiali saluti.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile signora,

Mi dispiace molto per quello che sta vivendo. I periodi di profonda sofferenza emotiva, come quello che descrive, possono essere davvero difficili da affrontare da soli. Comprendo quanto possa essere complicato e doloroso affrontare sia la malattia di un genitore sia la fine di una relazione nello stesso momento, specialmente quando si tratta di un collega di lavoro.

Vorrei innanzitutto esprimere la mia profonda empatia per il suo dolore. È comprensibile che si trovi in uno stato di confusione ed ansia, e che cerchi conforto o comprensione dalla persona a cui si sente legata.

Mi sembra che sia consapevole della complessità delle sue emozioni e delle sue reazioni, e questo è un primo passo importante. La consapevolezza è la chiave per iniziare un percorso di comprensione e cura di sé.

Considerando la gravità della sua sofferenza e la difficoltà nel gestire le emozioni in questo momento, le suggerirei di prendere in considerazione l'idea di cercare il supporto di un professionista. Un psicoterapeuta può offrirle un ambiente sicuro e confidenziale in cui esplorare le sue emozioni, comprenderle meglio e trovare strategie per affrontarle.

Mi rendo conto che la situazione lavorativa può rendere tutto ancora più complicato, ma ricordi che è importante mettere la propria salute mentale ed emotiva al primo posto. Con il giusto sostegno, sarà possibile trovare un equilibrio e un modo per gestire sia il dolore personale sia le sfide lavorative.

Se desidera, sono a sua disposizione per ulteriori colloqui e per accompagnarla in questo momento difficile. Ricordi sempre che non c'è nulla di sbagliato nel cercare aiuto quando si ha bisogno.

Con affetto e comprensione,
Dott.ssa Laura Sozio
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Gentilissima, la lacerazione e la fine di un legame amoroso equivale a un lutto e, infatti, le reazioni sono pressoché sovrapponibili con l’aggiunta dell’impossibilità di prendere contatto con l’assenza fisica che, nel caso della fine di una relazione, in effetti non si concretizza. L’assenza dell’assenza, mi perdoni il gioco di parole, la porta inevitabilmente a ricercare il contatto e il riavvicinamento: è umano ed è dovuto ad un bisogno primario che è quello di mantenere saldo l’attaccamento con il suo amato. Purtroppo, da quello che ci condivide, si trova invischiata in un circolo vizioso dal quale non riesce a uscire e, per ogni tentato riavvicinamento, si trova a pagare il prezzo della frustrazione di un altro “no”. Non si deve giudicare, tutto quello che sta vivendo è assolutamente congruo e “normale”, senza che questo aggettivo le appaia una banalizzazione bensì una normalizzazione perché, come lei, tante persone vivono questo genere di dolore. A tutto ciò, tuttavia, si aggiunge un importante e delicato problema famigliare che certamente deve appesantirla oltremodo. Le suggerisco di non portare questo peso con le sue sole mani, è davvero troppo: chieda un supporto a un professionista e si dia la possibilità di alleggerire il carico emotivo e guardare al futuro con una rinnovata speranza. Restando a disposizione, le porgo un caro saluto
Cara ragazza, è indubbio che in questo momento così difficile lei stia perdendo i suoi punti di riferimento e che si senta sola ad affrontare queste crisi.
La dimensione della malattia di suo padre può essere poco controllabile, come mi pare di capire, quindi lei si aggrappa a ciò che pensa di poter gestire, la relazione di coppia, che davanti alla malattia e possibile morte, lascia una speranza.
Ci sono tante emozioni che in questo momento sono disregolate e sicuramente un posto sicuro in cui poter mettere ordine, le serve.
La Psicoterapia può aiutarla in questo marasma emotivo, a riprendere il controllo e a gestire le situazioni che la vita la chiamerà ad affrontare.
Accompagnare un genitore nell'ultimo viaggio penso che sia un'esperienza che cambia la vita.
Sicuramente evolutiva, ma va gestita bene.
Spero che trovi pace e serenità in questo periodo così doloroso.
Un caro saluto.
Buonasera. Mi dispiace per la sofferenza che sta vivendo e che condivide con noi in questo spazio. Leggendo la sua condivisione credo che in questo momento possa esserle di aiuto rivolgersi ad un/a professionista per avere il proprio spazio personale in cui poter dar voce liberamente ai propri vissuti, sentimenti, pensieri ecc. e poter esser sostenuta nell'affrontare i vari aspetti critici che sta vivendo e nella scelta di intraprendere le direzioni che ritiene migliori per se stessa e per le persone che hanno valore per lei. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Buongiorno. Essere lasciati dal compagno proprio in un momento di estrema vulnerabilità dovrebbe, se non altro, dare la cifra di quanto (poco) l'amore fosse ricambiato. D'altro canto, almeno, il suo convivente è stato sincero ed ha palesato la sua indisponibilità a fornirle supporto nel dolore, consentendole di trarre le sue conclusioni. Ora lei è di fronte alle sue fragilità e le converrebbe provare a superarle lasciando emergere la forza che senz'altro ha dentro di sé. Si affidi ad un aiuto professionale, impari ad amarsi e si prepari in questo modo ad un prossimo, più sincero ed appagante rapporto affettivo. Cordiali saluti.

Dr.ssa Emanuela Carosso
psicologa - psicoterapeuta.
Mi dispiace molto sentire che sta attraversando un periodo così difficile. È evidente che sta affrontando molte sfide emotive e stressanti contemporaneamente, tra cui la malattia di suo padre e la fine di una relazione significativa.

È normale provare un'ampia gamma di emozioni in situazioni come queste. L'ansia, la tristezza e la confusione possono essere davvero intense.

Mi sembra che sia consapevole delle sue emozioni e dei suoi comportamenti, il che è un passo molto importante. Il prossimo passo potrebbe essere quello di cercare modi per gestire queste emozioni in modo più funzionale.

Lei è in un momento di grande cambiamento e stress, ma non dimentichi che questo è anche un periodo di crescita. Non esiti a cercare aiuto se ne sente il bisogno.

Un forte incoraggiamento!
Massimo Martucci, Psicologo e Ipnoterapeuta a Milano
Buongiorno, proprio mentre si sente minacciata dalla perdita del padre, perde il fidanzato.
Difficile elaborare il lutto della separazione dal compagno vivendo anche l angoscia della possibile separazione da suo padre. Chieda un consulto ad uno psicoterapeuta e valuti almeno un percorso che la sostenga in questo momento in cui immagino si senta invischiata come nelle sabbie mobili.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buongiorno, ciò che le sta accadendo è assolutamente comprensibile. Quelli he erano dei capi saldi della sua vita si sono rotti, ed ora lei raccoglie le macerie. La sua sofferenza è molto evidente e palpabile, si descrive in difficoltà sua nella sfera personale che lavorativa, pertanto potrebbe essere importante per lei che tutto questo dolore venga portato in uno spazio solo suo che la possa aiutare ad affrontarlo, comprenderlo ed elaborarlo. Chiede un aiuto ad uno psicologo/psicoterapeuta. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, nella situazione che descrive è molto facile sentirsi sopraffatti ed avere la sensazione del "mondo che ci crolla addosso". Tuttavia, parte della sua sofferenza è dovuta al fatto di classificare nello stesso insieme eventi non paragonabili, come la situazione di suo padre su cui non può avere nessun controllo e la situazione relazionale su cui, volendo, può avere controllo. Inseguire relazioni "sbagliate" non aiuta a stare meglio. Si è domandata come mai consideri ancora il suo collega la persona giusta per lei quando l'ha abbandonata nel momento del bisogno? Le consiglierei un percorso psicoterapeutico sia come supporto in questo momento difficile ma anche come leva di cambiamento per intervenire sulle dinamiche interpersonali.
Buongiorno, le ho risposto con un video che troverà nella mia pagina youtube dal titolo " I DUE DIALOGHI INTERNI . uno porta la pace l'altro l'inferno emotivo". Spero possa trovarne giovamento. Cordialmente Amico Colaianni
Si affidi ad una figura professionale che possa accompagnarla in questo momento di profonda sofferenza e che la sta mettendo di fronte all'ineluttabile, al di là di ogni suo tentativo illusorio di controllo. Grazie ad un intervento psicoterapeutico, le sarà inoltre possibile approfondire la qualità delle relazioni che tende a stabilire con i suoi partner. Come le è stato fatto notare, vale la pena attribuire il peso specifico adeguato alle persone che preferiscono la fuga, anzichè il supporto, nel momento del dolore.
Buongiorno, posso immaginare il dolore e lo spaesamento che prova in questo periodo. Accenna al fatto che nelle relazioni "non ha mai trovato pace" parole che richiamano il senso della precarietà dei rapporti e il bisogno di un legame rassicurante. Due eventi si sono sovrapposti: la malattia di suo padre e la fine della relazione con un uomo del quale è innamorata. Trovo che sia perciò conseguenziale che la recisione dei rapporti la possa lasciare sola ed emotivamente non nutrita. Credo che questi aspetti, che sono ipotizzabili, debbano essere approfonditi in sede di colloquio con uno psicoterapeuta che la aiuti a rielaborare e strutturare nuove certezze dentro se stessa.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, mi dispiace per il periodo difficile che sta attraversando.
È del tutto normale vivere sentimenti intensi e confusi quando ci troviamo in situazioni emotivamente cariche come quella che sta vivendo. La combinazione di una relazione significativa che si sta deteriorando e la malattia di suo padre sono sicuramente un carico emotivo molto pesante da sopportare.
In questo momento di sfide emotive e relazioni complesse un supporto professionale per aiutarla ad elaborare i suoi sentimenti e affrontare queste sfide in modo sano. La terapia le fornirà uno spazio sicuro in cui potrà esplorare i suoi pensieri, le sue emozioni e i suoi comportamenti, cercando di comprendere meglio sé stessa e le sue dinamiche relazionali.
Inoltre, la terapia può aiutarla a sviluppare strategie per gestire l'ansia, le crisi di pianto e i pensieri ossessivi verso una migliore comprensione di te stessa e delle tue relazioni.
Cordiali saluti, Dott.ssa Manuela Capra
Gentile Utente, credo che la cosa più immediata che lei possa fare, è quella di farsi aiutare per un sostegno psicologico in questa situazione, dove vede venir meno le sue sicurezze. Le potrei suggerire di non bersagliare l'ex di richieste di contatto in modo controproducente, ma le semplici parole non penso abbiano efficacia in questo momento, per questo le direi di rivolgersi ad un professionista per trovare alternative più funzionali e costruire una maggiore sicurezza in se stessa. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buongiorno,
le sue angosce molto forti in questo momento necessiterebbero di essere contenute in uno spazio più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. La mia indicazione sarebbe quella di aprirsi alla possibilità di ricevere supporto psicologico, potrà sicuramente aiutarla ad affrontare questo momento con maggiore serenità.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara

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