Salve, ho 30 anni e da quando sono piccolo soffro di attacchi d’ansia molto intensi. Ultimamente, in

20 risposte
Salve, ho 30 anni e da quando sono piccolo soffro di attacchi d’ansia molto intensi. Ultimamente, in seguito ad un episodio molto forte, ho cominciato a provare sensazioni di depersonalizzazione/derealizzazione. Ciò sta influendo sul mio stile di vita: a lavoro, un ritmo di sonno alterato, scarso appetito e mi sento a disagio ovunque io mi trovi. Da poco ho cominciato con la sertralina, ma mi è stato detto di aspettare qualche settimana per vederne i benefici. Inoltre, da circa 9 mesi sono in terapia da una psicologa che però non ha un approccio cognitivo-comportamentale e non so se conosce le criticità di queste problematiche. Ditemi cosa posso fare, ho una costante paura di morire, il tempo sembra passare velocemente, le giornate hanno perso il loro senso, non riesco a sorridere, mi sento vuoto ed è come se tutto attorno a me sia strano.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.

Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL

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SAlve, se non ha risultati con la psicologa, cambi,attenda però qualche settimana per vedere i benefici perchè i farmaci di questo tipo hanno bisogno di un mesetto per entrare in effetti in circolo, mi dispiace molto per questa sua condizione, non molli e vedrà che riuscirà finalmente a respirare, un abbraccio.
Gentile utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Faccia un respiro profondo e parli con la psicologa dei dubbi e perplessità a cui fa riferimento.

Un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Buonasera, è vero che una terapia cognitivo comportamentale spesso è consigliata per questi vissuti. Prima però di cambiare faccia un tentativo di confrontarsi con la sua psicologa così che lei possa valutare se effettivamente per la sua situazione è meglio un altro orientamento. un altro criterio che può valutare per fare la scelta migliore è il tempo, se la tua terapia va avanti da parecchi mesi e nonostante tutto non sente benefici, certo cambiare specialista potrebbe essere un'opzione concreta. Al farmaco deve dare il tempo di agire prima di poter sentire i benefici. In bocca al lupo Dr.ssa Caterina Testa
Salve,

Prima di tutto, mi dispiace molto sentire che stai attraversando un periodo così difficile. Gli attacchi d'ansia, la depersonalizzazione e la derealizzazione possono essere davvero debilitanti e capisco quanto possano influenzare negativamente il tuo quotidiano. È importante riconoscere che stai facendo dei passi significativi per affrontare queste sfide, come iniziare un trattamento farmacologico e intraprendere un percorso di terapia. La sertralina, come molti altri antidepressivi, può richiedere diverse settimane per iniziare a mostrare i suoi effetti benefici. È normale sentirsi impazienti durante questo periodo, ma è importante dare tempo al farmaco di agire. Continua a seguire le indicazioni del tuo medico e informalo di qualsiasi effetto collaterale o cambiamento nei tuoi sintomi.È essenziale che tu ti senta a tuo agio e supportato nella tua terapia. Anche se la tua psicologa non utilizza un approccio cognitivo-comportamentale (CBT), potrebbe comunque offrirti strumenti utili per gestire l'ansia e i sintomi dissociativi. Nel caso tu pensassi che non sia la strada giusta, è utile comunicarlo al tuo attuale terapeuta e, magari, trovarne un altro che risponda di più alle tue esigenze. Esistono varie strategie che puoi iniziare a sperimentare per cercare di alleviare i sintomi dell'ansia e della depersonalizzazione. Queste includono tecniche di grounding, esercizi di respirazione profonda, meditazione mindfulness e attività fisica regolare. Queste tecniche possono aiutarti a sentirti più presente e radicato nella realtà.Infine, vorrei rassicurarti che non sei solo in questo percorso. Molte persone affrontano sfide simili e con il giusto supporto e trattamento, è possibile migliorare significativamente la qualità della vita. Non esitare a cercare il supporto di un altro professionista se senti che potrebbe esserti di aiuto.

Spero che queste informazioni possano offrirti qualche spunto utile. Rimango a disposizione per qualsiasi altra domanda o bisogno di supporto. Dott.ssa Pollio Sara
Buongiorno, comprendo benissimo gli effetti devastanti e dirompenti degli attacchi d'ansia e dei vissuti di depersonalizzazione e derealizzazione. Ed è ottimo che tu abbia già iniziato ad occupartene assieme a dei professionisti. Tuttavia, sei qui a chiedere ulteriori consigli e questo potrebbe portarti già ad una prima riflessione: non ti fidi degli attuali professionisti? Non ti trovi bene con loro? Può sembrare un aspetto banale ma, specialmente per quanto riguarda gli psicologi, è assolutamente fondamentale che tu possa sperimentare un rapporto di fiducia con il professionista e che ti senta a tuo agio con l'approccio e le tecniche che utilizza. Altrimenti la terapia non avrà molto effetto.
Invece, per quanto riguarda la terapia farmacologica, il discorso è già un pò diverso e difficilmente si possono notare effetti concreti e stabili prima di qualche settimana dall'inizio dell'assunzione. In questo caso il mio consiglio è di stabilire un obiettivo temporale (1 mese? 2 mesi? vedi tu) oltre il quale potrebbe aver senso cambiare terapia o psichiatra se necessario (anche se detta tutta, gli psichiatri si somigliano molto più di quanto possano somigliarsi gli psicologi, per via della standardizzazione della psichiatria rispetto invece alla moltitudine di approcci della psicoterapia).
Spero di esserti stato utile.

Saluti
Buongiorno, la terapia ad orientamento cognitivo comportamentale è una delle più efficaci per il trattamento dei disturbi che ha descritto; tuttavia prima di cambiare professionista sarebbe meglio confrontarsi con la sua attuale psicologa rispetto ai suoi dubbi.
Sarà, magari, la collega stessa a darle qualche indicazione mirata su altri professionisti più indicati al suo caso.
Mi auguro possa trovare la strada giusta per lei.
Saluti.
Veronica Vanerio
Gentilissimo, grazie per la condivisione. Credo che, un dialogo aperto con il suo terapeuta potrebbe aiutarla ad esplorare e a comprendere quali sono i vostri obiettivi terapeutici da raggiungere, e concordare eventualmente cambi di approccio terapeutico.
Resto a disposizione!
AV
Buongiorno,
Mi dispiace molto che Lei stia attraversando un periodo così difficile. I sintomi che ha descritto è comprensibile che causino disagio in ogni area della sua vita, per questo è importante che il lavoro, sia psicoterapeutico che farmacologico, sia centrato e specifico.
E' un percorso faticoso e non sempre lineare, ma la guarigione è assolutamente possibile. E' vero che i farmaci richiedono tempo per poter agire, così come la psicoterapia ha bisogno di tanta pratica soprattutto per quanto riguarda gli esercizi di grounding per far sì che Lei si senta al sicuro quando capitano episodi dissociativi/iperattivazioni/ipoattivazioni.
Parli col suo attuale terapeuta se ha dei dubbi, e se questi dubbi dovessero continuare valuti di cambiare terapeuta, scegliendone uno che sia formato per questo specifico tema.
Esistono varie strategie da poter sperimentare per cercare di alleviare i sintomi e per aiutarla a sentirsi più sicuro e ancorato al presente.
Spero di essere stata utile e aver dato degli spunti.
Resto a disposizione per qualsiasi altra domanda.
Un saluto
Gentile utente,
capisco come possa essere disorientante sperimentare questi sintomi. Certamente i farmaci, soprattutto gli antidepressivi, hanno bisogno di tempo per poterne sentire i benefici, e in ogni caso vanno poi calibrati nel giusto dosaggio e tipo di farmaco anche a seconda della sua reazione soggettiva, ne parli con il suo psichiatra e si dia il tempo. L'approccio cognitivo-comportamentale ha più studi di efficacia rispetto ad alcune patologie o alcuni disturbi, ma questo non significa che altri tipi di approcci non siano altrettanto efficaci. Come molti studi dimostrano, il fattori principali di efficacia sono la relazione terapeutica, l'alleanza e la fiducia che riesce a costruire con il suo terapeuta, per questo mi sento di consigliarle di parlare dei suoi dubbi insieme alla sua psicologa e di valutare insieme che obiettivi darvi o se rivolgervi ad altri professionisti.
Le auguro il meglio
Fino a quando l'Ansia rimarrà per Lei un segnale di pericolo e di minaccia credo non cambierà molto. L'Ansia in realtà è un segnale fisiologico che parla del futuro, ci annuncia qualcosa....ma cosà? Spesso ci parla di una "voce" che cerca di farsi largo nella ripetitività della nostra vita, nel rumore dentro il quale spesso la soffochiamo. Intenda la paura della "morte" come quella di una morte "psicologica", quella del personaggio che fino ad oggi o da un certo momento in poi ha tenuto la scena con il proprio monologo. Lasci spazio al nuovo (il futuro di cui l'Ansia è ambasciatrice), cambi alcune sue piccole routine quotidiane, ritrovi lo stupore per cose piccole cui di solito non dà importanza, preso "letteralmente" dal futuro. Ritrovi il qui ed ora, l'adesso. Perché qualcosa nasca qualcosa deve morire.

Buona Vita
Capisco che stai vivendo un momento molto difficile. Dalla prospettiva interazionista, è importante esplorare come le tue relazioni e interazioni con gli altri influenzano i tuoi sentimenti di ansia e depersonalizzazione. Potrebbe essere utile discutere in terapia di come i tuoi rapporti attuali e passati stanno contribuendo a questi stati emotivi, e lavorare per sviluppare nuove modalità di relazione più sane e soddisfacenti. La terapia può offrire uno spazio per riflettere su queste dinamiche e trovare modi per gestirle in modo più costruttivo.

Cordiali saluti, Dr. Marco Di Campli
Buonasera,
Grazie per aver condiviso i suoi dubbi. Da quello che racconta, i suoi sintomi si stanno aggravando. Quindi stanno aumentando le Sue difese da una cosa troppo grande per lei che non vuole o non è capace di affrontare in questo momento. Prima di tutto sui farmaci va detto che devono essere di supporto alla psicoterapia e non il contrario.
Nel Suo caso, una terapia che lavori con le emozioni collegate alla percezione del corpo e la riflessione su questi aspetti possa innanzitutto fare chiarezza su cosa Le sta succedendo, poi trovare emozioni, percezioni e pensieri più funzionali che le permettano di riconquistare la propria vita.
Sono sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento
Dott.ssa Monika Elisabeth Ronge
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Buonasera gentile utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo, perchè capisco che questi sintomi sono spiacevoli e debilitanti e purtroppo quando cominciano a interferire sulla vita e sulla quotidianità è importante trovare un aiuto professionale. Un percorso di psicoterapia potrà aiutarla a trovare i giusti meccanismi e trattare la causa alla base dei suoi sintomi. Sono una psicoterapeuta con approccio fenomenologico, e resto a disposizione per qualsiasi domanda. Sono disponibile anche per terapie online. Cordiali saluti, D.ssa Cristina Sinno
Buongiorno per gli attacchi d'ansia , occorrerebbe intraprendere un percorso mirato mediante una psicoterapia individuale.
Se le fa piacere sono disponibile ad aiutarla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Gentile utente, se sente dei dubbi rispetto alla psicoterapia che sta affrontando potrebbe essere importante che lei condivida le sue perplessità con la sua terapeuta. Per quanto concerne la farmaco terapia come le è stato anticipato dovrà avere un po di pazienza prima di riconoscere gli effetti positivi del farmaco, immagino quanto sia faticoso e difficile. Ma potrebbe condividere anche questa fatica con la sua terapeuta. In bocca a lupo cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente,
mi spiace molto per questa situazione e per i suoi vissuti. Se erano molto invalidanti un supporto farmacologico può solo essere d'aiuto continuando (come sta facendo) un percorso di psicoterapia.
Prima cosa da sottolineare è che il percorso fa fatto con una psicoterapeuta e non con una psicologa (ma magari l'ha definita così intendendo una psicoterapeuta).
Seconda cosa se sente di non avere benefici e che la terapia non stia andando come dovrebbe le consiglio di parlarne con la sua terapeuta in modo da capire come proseguire e che strade prendere.
Infine, il fatto che non abbia un approccio cognitivo comportamentale non vuol dire che non abbia le conoscenze sulla sua situazione, ma semplicemente che usa altri metodi e tecniche per aiutarla a stare meglio.
Spero riesca a uscire da questa situazione presto
Cordialmente
Dott.ssa Caterina Simoncelli
Salve, la ringrazio per aver condiviso i suoi vissuti personali. Mi dispiace poiché comprendo il disagio che sta vivendo e spero che riesca ad uscire da questa situazione difficile. Un caro saluto.
Buongiorno, avendo lei iniziato di recente un percorso psicoterapeutico, le suggerirei di parlare con la terapeuta dei dubbi che stanno emergendo riguardo all'andamento della cura. Per l'efficacia di ogni trattamento, è essenziale che si stabilisca tra clinico e paziente un rapporto profondo e autentico in grado di favorire il processo di guarigione. Spero che risolva al meglio il suo problema
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso la sua storia. La sua narrazione mi fa pensare a qualcuno che in questo momento si sente annichilito e schiacciato sotto il forte peso dell’ansia che nella sua vita sembra essere stata protagonista. Oggi sente angoscia per una situazione che si sta evolvendo purtroppo in senso negativo poiché sono nati nuovi vissuti difensivi come la depersonalizzazione e la derealizzazione che le fanno pensare ad una situazione irrisolvibile. Forse anche per questo stato d’animo è sfiduciato e scettico nei confronti del farmaco che ha cominciato ad assumere o del percorso terapeutico che sta seguendo. Fa fatica a credere che ci possa essere qualcosa di efficace per poter stare meglio. Dia il tempo al farmaco di agire e piuttosto ricontatti il medico per capire se ci sono aggiustamenti da fare nella terapia. Inoltre sarebbe importante riportare questo suo vissuto alla terapeuta per fugare ogni dubbio sul percorso intrapreso e magari valutare insieme obiettivi nuovi da raggiungere. L’indirizzo della sua psicologa non è così fondamentale per rendere il suo percorso utile e fruttuoso quanto l’alleanza terapeutica e la fiducia che ripone in lei.
Le auguro di ritrovare presto la strada che le porti un po’ di sollievo e serenità.
Un caro saluto. Dott.ssa Raffaella Corso

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