Salve, ho 28 anni e tra due settimane andrò a convivere con il mio ragazzo. Siamo insieme da 4 ann

19 risposte
Salve,
ho 28 anni e tra due settimane andrò a convivere con il mio ragazzo. Siamo insieme da 4 anni e siamo molto innamorati, tuttavia da quando abbiamo preso le chiavi della casa e ho realizzato davvero che abiterò in un'altra casa, ho iniziato a stare male emotivamente.
Mi arrabbio spesso con lui, i suoi piccoli difetti sono diventati grandi, è come se io fossi arrabbiata con lui perché mi sta "allontanando" dalla mia famiglia. So che razionalmente non è così perché il fatto di convivere l'abbiamo scelto insieme, anzi forse ero più io che spingevo inizialmente, però il fatto di perdere la quotidianità di casa, con i miei genitori, mi devasta. Ogni volta che vado a letto penso che sarà una delle ultime volte che ci dormirò, che sentirò e vedrò i miei genitori dormire nella stanza accanto, che non mi sveglierò più trovandoli e facendo colazione con loro e così per i pranzi, le cene, e tutti i momenti della giornata in cui siamo insieme. Inoltre, ho visto mia mamma piangere e ogni tanto noto che le vengono gli occhi lucidi, anche se si sforza di non farmelo notare e si rende molto disponibile per sistemare la nuova casa, questa cosa mi spezza letteralmente il cuore a metà però io non dico niente perché sono sempre stata la ragazza forte di casa.
Il risultato è che fatico a dormire perché quando sono sola non riesco a non pensare a queste cose e la notte piango.. ho paura di perderli, di non essere più la loro bambina, di rovinare il rapporto che ho con loro, di non fare più parte della famiglia. A casa ho tutti i miei animali a cui sono molto molto affezionata, ho i nonni che abitano vicino con cui ceno tutte le sere e mi sembra di "tradirli" andandomene perché so che non resteranno ancora per tanto tempo con me e io me ne sto andando.
La nuova casa è a circa 10 minuti da dove abito e potrei tornare anche ogni giorno a casa ma non riesco a non stare male. E questo ricade anche sul mio ragazzo perché mi rendo conto che pur amandolo sono scontrosa con lui e arrabbiata forse anche per il fatto che lui mi sembra sereno.
Non so se tutta questa ansia e tristezza che sto provando siano emozioni normali legate al cambiamento o se sono un indice del fatto che non sono ancora pronta per la convivenza, sento davvero un caos di emozioni dentro..
Gentilissima, quello che ha descritto è un processo di "lutto anticipato" Ora che il trasferimento è vicino, compaiono tutti i pensieri e le emozioni connesse al distacco dalla sua famiglia. Si capisce che la vostra convivenza sia stata particolarmente felice (e questo è un ricordo bellissimo per tutta la vita), ma arriva un momento in cui questo cordone va reciso e si cominci una propria vita indipendente dalla famiglia di origine. Alla sua età è ottimo avere un innamorato con cui andare a convivere. Non si può rimanere eternamente figli, anche se figli si rimane. La rabbia verso il suo ragazzo è probabilmente una reazione (come se lui fosse il colpevole), ma se lei pazienterà un po', passerà. La vicinanza che avrà con la famiglia di vederla moltissimo le consentirà di mantenere continuità e quotidianità. Mi permetto di suggerirle di non farsi prendere da emozioni "parassite", tipo sensi di colpa, perchè le rovinerebbero questo momento di passaggio senza apportare nulla di positivo. Sarebbero solo degli elementi sabotatori.
Viceversa se pensa che questi ripensamenti potrebbero avere un senso per lei, potrebbe consultare uno/una psicoterapeuta e fare dei colloqui, al fine di comprendere meglio i suoi vissuti. Senta cosa la fa stare più tranquilla in base ai suoi bisogni. Sono disponibile se desidera approfondire, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, la decisione di andare a convivere con il fidanzato presumo sia stata maturata nel corso degli ultimi anni. Ora in questa prima fase di cambiamento non le è facile adattarsi alla nuova realtà, proprio perché comporta dei costi, quali la perdita della routine e delle attenzioni da parte della famiglia d'origine. Inoltre affiora anche il senso di colpa per l'aver abbandonato chi si è preso cura di lei fino ad ora. E' comunque una fisiologica fase di transizione che passa, a maggior ragione in quanto lei ora abita a 10 minuti dalla sua famiglia d'origine che può andare a trovare quando vuole. Se in questa fase ha bisogno di un sostegno e di capire l'entità delle sue resistenze al cambiamento, mi rendo disponibile. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Salve, lei sta semplicemente quello che ogni buon figlio deve fare, ossia aprire le ali e trovare la propria strada.
Evidentemente l'idea del distacco fa emergere contenuti psichici nascosti, a cui non è permesso di intrudere nei processi della ragione e il tutto esce allo scoperto mediante l'emozione della rabbia. La potrebbe aiutare molto un percorso di consapevolizzazione emotiva, le farebbe comprendere cosa c'è sotto e la aiuterebbe a vivere meglio sia questo periodo che quelli successivi.
Rimango a disposizione.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Cara utente,
È comprensibile che lei stia vivendo un momento di grande turbamento emotivo di fronte a questo cambiamento significativo nella sua vita. La convivenza è una tappa importante e, sebbene desiderata e attesa, può portare con sé una serie di sentimenti complessi e contraddittori.

Quello che sta provando è naturale. Separarsi dalla quotidianità della casa dei genitori, dal calore familiare e dalle abitudini consolidate, può suscitare sentimenti di perdita e paura. Questi sentimenti non indicano necessariamente che lei non sia pronta per la convivenza, ma piuttosto che sta affrontando un processo di transizione che richiede tempo e adattamento.

È evidente che lei ha un legame profondo con la sua famiglia, e la prospettiva di allontanarsi, anche se fisicamente non molto distante, può far emergere un senso di colpa e di tradimento, come se stesse lasciando indietro qualcosa di prezioso. Tuttavia, è importante ricordare che la convivenza con il suo compagno non equivale a un allontanamento definitivo dai suoi cari. Piuttosto, è un passo naturale verso la costruzione di una nuova fase della sua vita, che può arricchirla senza per forza dover perdere il legame speciale che ha con la sua famiglia.

La paura di perdere il ruolo di "bambina" o di non fare più parte della famiglia è comune in situazioni come questa. Tuttavia, il suo ruolo nella famiglia non cambierà; sarà sempre la figlia e la nipote amata, anche se le dinamiche quotidiane si trasformeranno. I rapporti autentici non si indeboliscono con la distanza, ma spesso si arricchiscono e si approfondiscono.

Per quanto riguarda il suo rapporto con il compagno, è comprensibile che le sue paure e ansie possano proiettarsi su di lui, magari facendola apparire più scontrosa o distante. È importante cercare di comunicare con lui in modo aperto e sincero, spiegandogli le sue preoccupazioni. La sua serenità potrebbe non essere un segno di disinteresse, ma piuttosto della sicurezza che lui ripone nella vostra relazione e nel passo che state per compiere insieme.

Il cambiamento spesso porta con sé una mescolanza di sentimenti, dalla gioia all'ansia, dalla speranza al timore. Le emozioni che lei sta provando sono un riflesso del significato che la sua famiglia ha per lei e dell'importanza di questo nuovo capitolo della sua vita. Con il tempo, è probabile che riuscirà a trovare un nuovo equilibrio, mantenendo intatti i legami con la sua famiglia e costruendo una nuova intimità con il suo compagno.

Se queste emozioni continuano a sentirsi troppo pesanti da gestire, potrebbe considerare l'idea di parlare con uno specialista che possa aiutarla a esplorare e gestire queste paure in modo costruttivo. Tuttavia, in ogni caso, dia a se stessa il tempo e lo spazio necessari per adattarsi a questo cambiamento. Le sue preoccupazioni sono valide e il tempo le aiuterà a trasformare questo caos emotivo in una nuova serenità.
Cara Utente,
mi dispiace molto per il periodo complesso che sta attraversando, non deve essere facile per lei.
Sicuramente il momento di vita che sta attraversando è indice di un cambiamento importante, che rende naturale un vissuto di sofferenza alle spalle. Probabilmente potrebbe essere utile per lei provare a costruire uno spazio terapeutico suo, all'interno del quale condividere e riflettere su quanto le sta accadendo.
Resto a disposizione per qualsiasi informazione, buona fortuna.
Buonasera,
mi permetto di suggerirle che lei sta attraversando un periodo di transizione e potrebbe esserle utile crearsi uno spazio di elaborazione insieme a un terapeuta per rielaborare la separazione dalla sua famiglia d'origine.
Un caro saluto, dott.ssa Rossella Maria Sferrazzo
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Salve, prima di tutto devo complimentarmi con lei per essere riuscita a capire i motivi del suo stato d'animo di questo periodo.
Come lei ha sottolineato il tema del cambiamento, del distacco e del conseguente abbandono sono centrali, conseguenti al suo progetto di convivenza.
Immagino che però tutto questo la spaventa e la disorienta ma credo che ci voglia un po' di tempo.
Le consiglio di parlarne con il suo ragazzo, anche per evitare malintesi e quant'altro. Se poi vede che la cosa diventa di difficile gestione o ha il timore che il rapporto con il suo fidanzato patisca in modo eccessivo tutto questo magari ci vediamo.
Nel frattempo le auguro che le cose pian piano rientrino e possiate conquistare un po' di felicità.

Giorgio Carnevale
Buongiorno cara!
Le paure sono del tutto normali rispetto al periodo di transizione che sta vivendo. Cambiare le nostre abitudini quotidiane, dopo 28 anni, può essere particolarmente destabilizzante, nonostante l'amore che prova per il suo compagno e la decisione che avete preso insieme di andare a convivere. La sua mamma è probabilmente commossa all'idea della figlia che esce di casa e tenga presente che anche per i suoi genitori questo è un grande cambiamento. Ha la possibilità di aprirsi con qualcuno della sua famiglia relativamente alle sue paure? Un confronto con i suoi genitori, come anche con i nonni, potrebbe rassicurarla sul fatto che lei, ovunque sia, verrà sostenuta dalla sua famiglia. Le suggerisco inoltre di parlarne con il suo compagno, di aprirsi sulle sue paure che forse prova anche lui, ma che manifesta in maniera diversa dalla sua. E' probabile che i primi tempi possano essere quelli un po' più difficili da gestire emotivamente, ma piano piano andrà a costruirsi una nuova quotidianità, che comunque non escluderà del tutto la sua famiglia di origine alla quale lei, mi pare di capire, è molto legata.
Senz'altro, se sente che questa tristezza la blocca nello scorrere quotidiano della sua vita, le suggerirei di parlarne con un professionista che può sorreggerla in questo periodo di cambiamento.
Un caro saluto
Dott.ssa Francesca Tugnoli
Buongiorno! Credo che sia già a buon punto con questa sua analisi della situazione e per come ha collegato il suo vissuto rispetto al lasciare la casa e la routine familiare con le reazioni nei confronti del suo compagno.
I cambiamenti, anche quelli positivi, portano spesso con sè un pò di difficoltà ad adattarsi emotivamente.
L'impressione è che lei abbia avuto la fortuna di sentirsi bene con la propria famiglia e si percepisce un certo affiatamento quindi è naturale che ci sia paura di alterare un equilibrio nel quale si sente bene. Inoltre, percepire che anche da parte dei suoi genitori c'è fatica nel distacco non aiuta... Spesso, vivendo quella situazione che ci spaventava, ci rendiamo conto che le nostre preoccupazioni erano infondate e molto probabilmente è quello che accadrà anche per lei.
Nel contempo, però, non sottovaluterei il fatto che alcune manifestazioni di questa preoccupazione sembrano interferire con la sua vita (piangere la notte, la sensazione di tradimento, le reazioni di rabbia verso il suo compagno), pertanto le suggerirei di provare a parlare con uno psicoterapeuta per valutare assieme e monitorare questi aspetti che rischiano, se non risolti, di interferire con il nuovo progetto di vita al quale si sta affacciando. In bocca al lupo per tutto, Chiara
Gentile utente, la separazione dalla propria famiglia di origine che sia di natura logistica, affettiva comporta un momento di sofferenza difficile da elaborare per ogni individuo. Vista la consapevolezza di questa sua problematica le consiglio di intraprendere un percorso terapeutico, ritagliarsi uno spazio, dove poter condividere questa sua difficoltà. Grazie dott. Gaetano Marino
Buongiorno, ogni cambiamento, anche quello più felice, porta con sé emozioni contrastanti e a volte una grande quota di paura o sofferenza. In questo caso, tale cambiamento è un vero e proprio spartiacque che implica l'ingresso in una nuova fase della vita e il lasciar andare l'equilibrio precedente. La sua difficoltà potrebbe essere transitoria e potrebbe diminuire in seguito ad un dialogo intimo con i suoi familiari e con il suo compagno. In caso contrario, si prenda cura delle sue emozioni e comprenda i suoi conflitti all'interno di uno spazio terapeutico. Un caro saluto.
Salve, comprendo profondamente le sue preoccupazioni e desidero tranquillizzarla sul fatto che le emozioni che sta provando sono del tutto normali. Affrontare grandi cambiamenti, come il trasferirsi in una nuova casa e iniziare la convivenza, può generare un insieme di sentimenti contrastanti. Da una parte c’è la gioia di iniziare una nuova fase della sua vita con una persona che ama, dall’altra è naturale provare una certa inquietudine per il distacco dalle abitudini e dalle persone a lei care, come i suoi genitori e i suoi nonni.
Le sue preoccupazioni riguardo al distacco emotivo dalla famiglia sono perfettamente comprensibili. Anche se razionalmente sa che il legame con loro resterà immutato e che potrà sempre tornare a trovarli, a livello emotivo è normale percepire questo passaggio come una separazione, che può suscitare ansie e tristezza. Il fatto che sua madre mostri segni di commozione acuisce questi sentimenti, ma è importante ricordare che, anche se piange o si commuove, ciò non significa che Lei stia facendo qualcosa di sbagliato. Queste emozioni fanno parte del naturale processo di adattamento al cambiamento.
Riguardo al suo rapporto con il suo ragazzo, sarebbe utile parlare apertamente con lui, spiegandogli le sue paure, così che possa comprendere che le sue reazioni non dipendono da lui o dalla vostra relazione, ma dal percorso emotivo che sta attraversando.
Con il tempo riuscirà a trovare un nuovo equilibrio tra la sua nuova vita e l’affetto per la sua famiglia.
Gentile utente, non credo che lei il caos emotivo che prova indichi che lei non è pronta alla convivenza. Ritengo che dipenda dal forte legame affettivo che c'é nella sua famiglia. La sofferenza dovuta al cambiamento di vita che la attende è un distacco e porta con se emozioni come nel lutto. Più forte è il legame affettivo e di interdipendenza relazionale, più forte sentirà questo distacco. E' il segno dell'affetto che lei prova, che sua madre prova, che anche i nonni provano. Mi consenta di dire che nel ciclo della vita, prima o poi questo distacco deve avvenire, come è accaduto in precedenza ai suoi genitori di staccarsi dalla famiglia per crearne una propria e come è accaduto ancor prima ai suoi nonni. Penso che nonni e genitori sia tristi del distacco ma felici che lei compia un passo in avanti nella propria vita unendosi con la persona che ama nella direzione di costruire una nuova famiglia. I suoi sentimenti di rabbia sono legati al dolore del distacco. In effetti se non ci fosse questo ragazzo, amato, non vi sarebbe l'esigenza di uscire di casa. Oppure, lo dico solo per invitarla ad una riflessione, il senso di indecisione è dovuto ad un possibile disaccordo latente in famiglia per questo passaggio o con questo ragazzo?
La invito a pensare in prospettiva. Fra cinque on dieci anni, se fosse ancora in casa con i genitori, loro sarebbero ugualmente sereni o vorrebbero qualcosa di più per lei?. Oppure, fra qualche hanno, i suoi famigliari come si sentirebbero di fronte alla propria figlia, adulta, autonoma e con una relazione affettiva serena o con una famiglia propria?
Non credo che lei abbia bisogno di un percorso terapeutico, al massimo di un sostegno in questo momento di passaggio.
Le auguro ogni bene.
Dott. Fabrizio Capra, in studio e online.
Carissima
Le emozioni che stai provando sono del tutto comprensibili e comuni, specialmente in un momento così importante di cambiamento. Anche se la convivenza con il tuo ragazzo è un passo felice e desiderato, il distacco dalla quotidianità della tua famiglia porta con sé un carico emotivo molto forte. Quando affrontiamo grandi transizioni, come andare a vivere da soli o con il partner, è normale provare una combinazione di entusiasmo, paura e malinconia.

È evidente che il legame con la tua famiglia è molto profondo e significativo per te, e l’idea di perdere quella vicinanza quotidiana può essere dolorosa. Tuttavia, questo non significa che tu stia “abbandonando” la tua famiglia o che perderai il rapporto speciale che avete. Al contrario, le relazioni familiari possono evolvere e diventare ancora più forti, anche se cambia la routine.

Ecco alcune riflessioni che potrebbero aiutarti:

1. Riconoscere il dolore del cambiamento: È normale sentire la nostalgia di casa, dei genitori, degli animali e dei nonni. Questo non indica che tu stia facendo qualcosa di sbagliato, ma piuttosto che stai affrontando una fase di crescita. Cambiare non significa perdere ciò che ami, ma adattarsi a un nuovo equilibrio. È importante dare spazio a queste emozioni senza reprimerle.

2. Parlare apertamente con la tua famiglia: Potrebbe essere utile condividere i tuoi sentimenti con i tuoi genitori, specialmente con tua madre, che sembra soffrire in silenzio. Esprimere la tua tristezza potrebbe aiutarvi a trovare insieme delle soluzioni per mantenere viva la connessione, magari fissando momenti settimanali da passare insieme, in modo da non sentirti "lontana".

3. Trovare un nuovo equilibrio: Anche se ti trasferirai, la tua nuova casa è a soli 10 minuti dalla tua famiglia. Potrai tornare quando lo desideri, e questo ti darà un senso di continuità. Non stai rompendo il legame con loro, ma semplicemente aggiungendo un nuovo capitolo alla tua vita, in cui potrai creare nuove abitudini con il tuo ragazzo, senza perdere ciò che ti è caro.

4. Essere gentile con te stessa e con il tuo partner: La tua scontrosità verso il tuo ragazzo è comprensibile, dato che stai attraversando un periodo di stress emotivo. Lui sembra essere più sereno perché, per ognuno di noi, i cambiamenti si manifestano in modo diverso. Parlagli apertamente di come ti senti, senza colpevolizzarti per le tue reazioni. La comunicazione con lui potrà alleviare la tensione e forse anche permettergli di sostenerti meglio.

5. Accogliere le emozioni: Avere paura di "non essere più la bambina di casa" o di "tradire" i nonni sono sensazioni legittime, ma non devi viverle come una colpa. Stai semplicemente crescendo, e questo fa parte del percorso naturale della vita. Non smetterai di essere parte della tua famiglia né di avere un ruolo importante per loro, anche se la tua quotidianità cambierà.

6. Considerare il tempo come un alleato: È normale avere un “caos” di emozioni all'inizio di una grande transizione. Dai a te stessa il tempo per adattarti. Non è detto che questa fase difficile durerà per sempre. Spesso, una volta che ci si abitua al cambiamento, si scopre che le paure iniziali si attenuano.

Infine, le emozioni che provi non indicano necessariamente che tu non sia pronta per la convivenza, ma piuttosto che stai affrontando una fase di distacco emotivo, che è normale e comprensibile. Non è facile lasciare la "comfort zone" di casa, ma questo passo potrebbe rivelarsi un’opportunità per arricchire la tua vita e crescere, mantenendo allo stesso tempo le tue radici familiari salde.
Sono disponibile anche online
Cordialmente
Dott. Tiziana Vecchiarini
Salve,
sta descrivendo una situazione legata ad un cambiamento quasi fisiologico alla sua età con la scelta di andare a convivere e lasciare la famiglia di origine.
Questo "lasciare" però è solo parziale perché ha la possibilità di avere i genitori vicino e può continuare a mantenere parte delle abitudini che ha con la sua famiglia.
E' vero che il cambiamento spaventa ma fa parte della vita. Può essere forse più facile prendere le cose gradualmente, per esempio mantenere una giornata dedicata alla famiglia, con cena insieme nella casa d'origine, ed affrontare ciò che inizialmente spaventa, per gradi.
Tuttavia questa è una tappa importante della vita che se da una parte scatena tutta una serie di emozioni relative alla paura del cambiamento e porta ad uscire dalla propria zona confort, dall'altra sancisce l'ingresso nel mondo dell'indipendenza, autonomia, adultità.
Possono essere di aiuto dei colloqui psicologici con uno specialista per affrontare le tematiche che lei ha ben descritto così da sentirsi più "equipaggiata" per affrontare queste nuove sfide e sentirsi più "forti".
A disposizione.
Dott.ssa Monia Battarra
Cara utente, è perfettamente comprensibile quanto sta vivendo. Quello che ci propone è una tematica evolutiva, che segna il passaggio da una fase all'altra, con tutti i suoi correlati emotivo-affettivi e comportamentali.
Da quanto riporta colgo dei significati molto forti legati all'immagine che ha di sè, in relazione all'abbandono e al distacco, come se da ciò potesse dipendere ciò che gli altri possano pensare di lei. Sarebbe utile approfondire questi aspetti con l'aiuto di un professionista, al fine di raggiungere una maggiore consapevolezza dei suoi vissuti emotivi e lasciarsi accompagnare in questo viaggio verso orizzonti apparentemente "oscuri" ed insicuri. A sua disposizione. Dr.ssa Anna Amendola
Cara utente, ogni passaggio evolutivo comporta tante conquiste e soddisfazioni ma si accosta anche al "lutto" per tutte le circostante e le situazioni che si "lasciano".
Credo che la convivenza che ha da tanto ambito, abbia smosso in lei degli aspetti psichici molto profondi, probabilmente legati alla "Lei bambina" e al rapporto con i suoi genitori. Le consiglio di darsi modo di iniziare un percorso di psicoterapia: se troverà la/il professionista giusta/a potrà arrivare a ripercorrere e a sciogliere alcuni nodi del suo passato, per ritrovate la "sicurezza nel crescere".
Buongiorno! Il momento che sta passando è uno dei più delicati della vita, sopratutto per chi in famiglia è stato bene. Lei nel suo scritto ci lascia delle bellissime suggestioni, come la relazione con la mamma e con i nonni. Separarsi dal primo nucleo familiare quando ancora c'è questo calore metterebbe in difficoltà chiunque. E mettere in dubbio la relazione che ha con il fidanzato, se non ci sono altri problemi, sarebbe un errore. Per di più penso anche che non abbia bisogno di una psicoterapia. Mi permetto però di darle un consiglio: concordi con il fidanzato una particolare modalità di convivenza iniziale. Passi un paio di giorni a settimana a cenare con i nonni e a dormire dai genitori. Faccia questo per tutto il tempo che le sembrerà necessario e vedrà che piano piano riuscirà a farne a meno, e ad abituarsi con piacere alla sua nuova vita.

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