Salve, ho 24 anni e tra pochi giorni andrò a convivere. Dovrei essere felice perché amo la mia compa

20 risposte
Salve, ho 24 anni e tra pochi giorni andrò a convivere. Dovrei essere felice perché amo la mia compagna, ma in realtà in me prevale già la tristezza e malinconia della quotidianità con i miei genitori, della mia casa e del mio cane, che ha più di 12 anni e al quale sono molto legato (e che rimarrebbe con la mia famiglia, nell'ambiente in cui è abituato). È necessario aggiungere che, lavorando e studiando da casa, non ho mai affrontato momenti di distacco dalla famiglia se non per vacanza.

La nuova casa è a 20 minuti da quella d'origine, in una nuova città (dove non ho né amici né familiari). Potenzialmente potrei raggiungere casa di origine agevolmente (anche tutti i giorni), ma nonostante questo non riesco a togliermi dalla testa l'angoscia, che mi causa anche attacchi di ansia e di pianto. Trovo beneficio, seppur lieve, solo al pensiero di ritagliarmi delle ore per poter tornare nella casa di origine.

Ho parlato di queste sensazioni alla mia compagna, che non ha nascosto una certa insofferenza (e giustamente, visto che fino a poche settimane fa credevo di essere entusiasta all'idea di convivenza). In me, ad ora, alberga la vergogna per queste mie preoccupazioni, oltre che il senso di colpa verso la mia compagna. Tuttavia non riesco a superare queste mie sensazioni e temo che la situazione possa peggiorare ulteriormente con l'inizio della convivenza, andando anche ad inficiare alla salute della relazione. Da cosa possono dipendere queste mia sensazioni?
Gentilissimo, non è così strana una sensazione di nostalgia per ciò che sta lasciando.Non deve vergognarsene ne provare un senso di colpa verso la sua compagna. Capisco i suoi timori e il consiglio che posso darle è guardare a fondo in queste sue sensazioni, capire il loro significato. A volte quando le nostre emozioni e i nostri pensieri ci spaventano preferiamo ignorarli sperando che in questo modo non facciano danno. Ma questo è il modo migliore per lasciarli agire indisturbati. Lei teme le sue sensazioni pensando che possano essere indice di incertezza e teme di analizzarle più a fondo. Ma analizzarle può solo farla crescere in consapevolezza permettendole di intervenire nel modo più efficace nella costruzione del suo futuro. Le faccio i miei più sinceri auguri per la sua nuova avventura e resto a disposizione se desidera approfondire.
dott.ssa Manuela Leonessa

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Caro utente, deve essere un momento difficile per lei. Lei è molto consapevole delle sue emozioni, e questo facilita la comprensione del suo problema. Per rispondere alla sua domanda, queste sensazioni derivano proprio dai suoi pensieri. In questo momento i suoi pensieri si stanno accavallando l'uno con l'altro e questo la fa sentire ancora più in confusione e genera emozioni molto intense. Per questo la rassicuro dicendole che tutti gli stati emotivi sono transitori, e che quindi tornerà a stare meglio. Ciò che è necessario fare per gestire questi stati è lavorare affinché i suoi pensieri siano più leggeri, così che le emozioni siano meno intense. Ciò che ne consegue è che aumenterebbe la sua capacità di risolvere i problemi e quindi di convivere con questa scelta, e allo stesso tempo vivrebbe questa situazione in maniera più serena. Proprio per questo sarebbe utile essere supportati da una guida che l'aiuti a far chiarezza. Ha già fatto il primo passo per la gestione di queste emozioni rivolgendosi a dei professionisti, se desidera andare verso una risoluzione, sono disponibile a riceverla in un incontro. dott.ssa Eleonora Galletti
Buongiorno,
Il distacco dalla casa d'origine delle volte può essere molto difficile, soprattutto se ciò avviene per la prima volta. Capisco i suoi sentimenti ma non c'è nulla di cui vergognarsi, poiché i cambiamenti non sono semplici e uguali per tutti.
Questa ansia può dipendere da moltissimi fattori come, ad esempio, dal rapporto che lei ha con i suoi genitori, se ha dei fratelli o sorelle, se questi hanno già lasciato la casa d'origine e come è andata per loro.
I suoi sintomi le stanno comunicando che ha paura di qualcosa, non necessariamente inerente alla sua relazione, e perciò la invito a soffermarsi sulle sue preoccupazioni: di che cosa ha paura?
Nel caso in cui i sintomi dovessero peggiorare può contattarmi, il mio orientamento è specializzato in problematiche simili alla sua.
Un caro saluto
D.ssa Simona Torrente -Torino
Buongiorno, mi dispiace per come sta vivendo questa situazione. Sicuramente la convivenza è un grande momento di transizione dove si lascia il "nido" per guardare al futuro. Sarebbe interessante capire che cosa significa per lei guardare al futuro e lasciare la famiglia d'origine. Immagino che questo e i rapporti che ha con i suoi genitori possano dire molto di questa ansia qui. Ricordiamoci che l'ansia come le altre emozioni ci guida e quindi è sempre da ascoltare. Le consiglio di valutare una consulenza psicologica per capire da dove arrivi quest'ansia e questa angoscia. Rimango a disposizione se ha altri dubbi, chiarimenti o se vuole svolgere una consulenza. Le auguro il meglio. Dott.ssa Rota
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Caro utente,
Grazie per aver condiviso noi questo suo momento di vita.
Sta affrontando un momento di cambiamento importante che porta con se nuovi equilibri, nuove abitudini e nuove sensazioni. I momenti di disequilibrio come questo causano in ogni persona emozioni diverse perché sono periodi di passaggio in cui ci può sentire più vulnerabili.
Come mai in lei questi cambiamenti si esprimono con angoscia e pianto? Queste sue reazioni sono più che legittime e provengono probabilmente dal suo modo di attraversare il distacco. Provi a pensare se si ricorda altri momenti o altre persone nella sua storia di vita con cui si è sentito così.
Se avesse bisogno, sono a disposizione.

Dott sa Carlino Eleonora
Salve, la separazione dal nucleo famigliare nel quale si è sempre vissuto è un momento di transizione molto delicato.
E' necessario indagare la natura delle emozioni che sta provando, per comprendere meglio se queste hanno esclusivamente a che fare con l'"abbandono" della casa di origine o se si intrecciano anche con la sua relazione di coppia.
Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
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Mi sembra che tutto quello che ha scritto sia una reazione sana al momento che sta vivendo! Dubbi, incertezze, malinconia, tristezza: emozioni e reazioni comprensibili di fronte a un allontanamento. Perché è vero che sta per avvicinarsi alla sua compagna ma è altrettanto vero che si sta per allontanare (almeno fisicamente) dalla sua famiglia di origine. Quando convivrà il suo compito principale sarà trovare un equilibrio tra l'allontanamento fisico e il legame affettivo che invece rimane più vivo che mai.
Detto questo, le consiglio di aspettare di essere nella nuova casa per poter valutare se starà così male da chiedere un supporto psicologico. E per quello sarò sempre disponibile.
Salve, grazie per aver condiviso le sue preoccupazioni e le sue ansie provate al pensiero di allontanarsi dalla propria abitazione. Mi dispiace che lei si vergogna di quello che prova anche se comprendo i suoi timori nel condividere i propri sentimenti con la sua compagna. Quello che posso dirle, è che quello che lei sta provando, probabilmente, da come lei scrive, è "ansia da separazione" che si ha quando c'è un legame molto forte con la famiglia di origine e si ha paura di "tagliarlo". Sarebbe proprio importante per lei occuparsi e prendersi cura delle sua ansie in modo da poter vivere e godere felicemente del suo rapporto con la sua compagna e vivere in modo diverso e più maturo il suo rapporto con la sua famiglia di origine.
Cordiali saluti
dr.ssa Bellavia
Rimango disponibile per qualsiasi chiarimento
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.

Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente,
la ringrazio per la sua condivisione. Non deve assolutamente vergognarsi di quello che prova e ha fatto benissimo a parlarne con la sua compagna, nonostante sia stato difficile. Ritengo che si debba approfondire meglio questa sua Angoscia di separazione. Di cosa ha paura? Come pensa cambierebbe la sua vita con questa convivenza?
Se vuole approfondire meglio questi interrogativi, un percorso psicologico potrebbe essere un ottimo strumento.
Sono a disposizione per qualsiasi dubbio o necessità.
La ringrazio,
Dott.ssa Simona Bruno
Gentile Utente, l’uscita dalla casa familiare genera sempre qualche interrogativo, ci si avvia ad una vita indipendente, e quel misto di timori e nostalgia è umano, soprattutto se in famiglia siamo stati bene. Nel suo caso però, sembra che lei faccia fatica a rappresentare sé stesso in assenza della famiglia, come se al cospetto di nuove eventuali sfide, pratiche o emotive (es. la solitudine), contattasse una fragilità profonda, che la porta a spaventarsi e a frenare, piuttosto che immaginarsi capace di far fronte. Ripeto, in una certa misura sono sentimenti presenti in chiunque, ma in lei risuonano di più, gelando l’entusiasmo nel fare cose che di base vorrebbe concedersi, come la convivenza. Se è suo desiderio comprendersi di più, chieda un colloquio ad uno/una psicoterapeuta, vergognarsi di questi sentimenti contribuirà solo a farla sentire guasto. Un caro augurio di buona fortuna
Gentile utente grazie per aver deciso di condividere la sua esperienza. Sicuramente la convivenza è un grande punto di svolta nella propria vita, e questo come nel suo caso mon può che generare un intenso vissuto emotivo. Sarebbe però interessante compiere anche un salto indietro a questi mesi per comprendere meglio cosa vi abbia spinto insieme e singolarmente a optare per la convivenza. Quando sono iniziati questi vissuti di intensa tristezza?
Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a dare un senso a tale malessere, capire quali sono le opzioni percorribili, anche in vista del futuro, i suoi progetto ecc. Resto a disposizione, grazie ancora. Dott.ssa Giulia Maltauro
Buonasera e grazie per averci parlato della sua situazione. Capisco le sue preoccupazioni di fronte a questo cambiamento, i suoi dubbi ed i suoi vissuti nei confronti della sua compagna. Dire da che cosa derivino i suoi pensieri e le sue emozioni contrastanti scaturite da questo momento sarebbe complicato ed azzardato, per questo il mio consiglio è quello di ritagliarsi uno spazio di ascolto in cui cercare di riflettere ed elaborare il suo sentire. Un lavoro psiclogico potrebbe renderla più libero, forte e consapevole. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Buonasera, ha fatto bene a condividere queste sensazioni.
Intanto decidere di andare a convivere può smuovere molto a livello emotivo, quindi può essere naturale quello che sta vivendo. Essere felice e fare un salto come la convivenza può creare dello stress, perché si tratta di un cambiamento. La tristezza e malinconia della quotidianità con i suoi genitori, della sua casa e del suo cane, al quale è molto legato sono molto comprensibili.
L'ansia ed il pianto sono modi in cui l'organismo e la psiche metabolizzano un cambiamento. Ritagliarsi delle ore per poter tornare nella casa di origine sarà importante anche per mantenere un rapporto con il cane, oltre che con i suoi.
Anche la sua compagna sarà emozionata per questo cambiamento e sarà per voi occasione di crescita, laddove riuscirete a comunicare in modo efficace. La vergogna per queste sue preoccupazioni può essere utilizzata, mentre il senso di colpa verso la sua compagna è solo un elemento auto-distruttivo poco utile.
Si dia il tempo di elaborare e cerchi di vivere giorno per giorno, senza anticipare quello che potrà succedere. Ogni scelta implica qualche rinuncia. Laddove necessario e se avesse voglia di condividere, non esiti a contattare me o uno dei Colleghi, sicuramente potrà trarre beneficio da una migliore esplorazione delle sue dinamiche interne e relazionali. Cordialmente, Violante
Buongiorno, lei chiede da dove possano provenire queste sensazioni. Potrebbe essere utile indagare lo stile di attaccamento creato con le figure genitoriali, e credo, possa essere attribuito proprio al significato che lei sta dando a questa esperienza . Vivendola , di conseguenza, come una perdita e non come un'occasione di crescita. La sua paura potrebbe essere quella di " uscire da un ruolo" , come se allontanandosi fisicamente possa significare non sentirsi più FIGLIO. "Dovrei essere felice perché amo la mia compagna" Il fatto che lei sia triste, oltretutto, non equivale a non amare la sua compagna. Non ha mai fatto un'esperienza di totale indipendenza per cui è sicuramente faticoso, ma il fatto che cambino le condizioni non significa che non sarà sfidante ed appagante. Un passetto alla volta. In bocca al lupo!
Carissimo, condividere tutte le sensazioni ed emozioni legate a questa fase di vita che sta attraversando credo che sia una buona cosa. Covare dentro di sè paura, tristezza, indecisione potrebbero solo che farle aumentare la sensazione di ansia e disagio. Ogni cambiamento di vita può innescare un momento di crisi, è piuttosto normale avere dei pensieri su "ciò che si lascia e su ciò a cui di nuovo" si sta andando incontro. Esplorare meglio quello che oggi sente, potrebbe darle nuovi spunti per affrontare sfide future. Nel suo scritto, ha toccato un pò di punti su cui varrebbe la pena approfondire (per comprendere meglio la sua "storia di figlio" e "di compagno"). Qualora lo ritenesse opportuno, resto a sua disposizione. Un caro saluto.
Gentile utente,
Prima di tutto la ringrazio per essersi aperto con noi e averci confidato i suoi vissuti.
Quello che prova non è così strano, sta lasciando un mondo di forti affetti che l’hanno fatta stare bene per tutti questi anni e sta per cominciare una “nuova vita” a fianco della sua compagna, con ovviamente tante incognite che la spaventano.
Quello che dice è vero, non si tratta di uno strappo ma anzi, la transizione va fatta mantenendo una continuità con il suo passato, quindi ben venga ritagliarsi dei momenti per andare a trovare i suoi genitori e il suo cane tutte le volte che ne sentirà il bisogno o la mancanza.
Tuttavia, se questo senso di angoscia e di tristezza dovessero continuare a tormentarla, potrebbe valutare la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia, così da essere aiutato a raggiungere una piena autonomia, che comunque non vuol dire avere legami meno profondi e di affetto con la sua famiglia di origine.
Un saluto,
Dott.ssa Federica Casale
Salve,
Non è possibile dare una spiegazione a ciò che sta provando, in quanto lei stesso ha la possibilità di approfondire le sue sensazioni, esigenze ed aspettative. Al momento i suoi stati di angoscia e il pianto le stanno dando dei segnali sulla difficoltà a trasferirsi e a lasciare la sua famiglia di origine. Il momento del distacco dalla famiglia avviene quando lei si sente di aver raggiunto la sua autonomia psichica, quando ha superato le fasi di dipendenza affettiva con i suoi genitori e l' ambiente familiare. È opportuno fare dei colloqui di coppia in cui lei può esprimere le sue angosce e la sua fidanzata può ascoltarla e comprendere i suoi bisogni. Allo stesso tempo anche la sua fidanzata può esprimere le proprie aspettative ed eventuale insofferenza ai suoi segnali di incertezza. Alla base di un legame affettivo è fondamentale la comprensione reciproca, il dialogo costruttivo e la ricerca di soluzioni che possano fare stare bene entrambi. Per qualsiasi consulto resto a disposizione. Dott.ssa Maria Luisa Strano
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Le tue sensazioni di tristezza, ansia e senso di colpa rispetto alla convivenza possono essere comprese nel contesto delle relazioni e delle dinamiche familiari che hai vissuto fino ad ora. Da una prospettiva sistemico-relazionale, è essenziale considerare come le interazioni tra te, i tuoi genitori, il tuo cane e la tua compagna contribuiscano a creare il tuo attuale stato emotivo.
1. Attaccamento e legami familiari: Il legame con la tua famiglia d'origine è profondo e si è consolidato nel tempo. La tua tristezza è in parte una risposta al distacco da un ambiente familiare sicuro e affettuoso, e dal tuo cane, che rappresenta un legame affettivo significativo. Il tuo comportamento attuale può riflettere una fase normale di transizione in cui stai lasciando un sistema relazionale in cui ti sei sempre sentito a tuo agio.
2. Transizione verso l’autonomia: Passare a una nuova fase della vita, come la convivenza, implica un processo di adattamento. Potresti sentirti teso tra il desiderio di crescere e diventare autonomo, e la paura di perdere i legami più sicuri. È normale sentirsi ambivalenti durante questo periodo. La tristezza può derivare da un lutto anticipato per la vita familiare e le routine che stai per lasciare, mentre l'ansia può essere il risultato della paura di ciò che è sconosciuto, come una nuova città e la mancanza di una rete di supporto sociale.
3. Comunicazione e vulnerabilità: È positivo che tu abbia condiviso le tue sensazioni con la tua compagna, anche se la sua reazione può farti sentire in colpa. La vulnerabilità è una parte importante delle relazioni intime, e può esserci una difficoltà a comprendere e gestire l’angoscia dell'altro. Potresti considerare di approfondire la discussione con lei, spiegando che il tuo stato d'animo non è un riflesso della tua mancanza di entusiasmo per la convivenza, ma piuttosto una parte dell'importante processo di adattamento che stai affrontando.
4. Costruzione di nuove relazioni: Essere in un luogo nuovo può generare solitudine se non si ha una rete sociale. Potresti considerare di investire tempo nella costruzione di nuove connessioni nel tuo nuovo ambiente, che possono alleviare la sensazione di isolamento e favorire una migliore integrazione nella nuova vita di coppia.
5. Ritmi e rituali: Infine, creare rituali di visita presso la tua famiglia e il tuo cane può aiutarti a mantenere un legame affettivo con il tuo passato, rendendo la transizione più gestibile. Questo potrebbe includere pianificare ritorni regolari o incluso il tuo cane con visite, se possibile.
Ricorda che è normale sentirsi in conflitto in queste situazioni di cambiamento. Se le sensazioni di ansia e tristezza persistono o peggiorano, può essere utile considerare un percorso di supporto terapeutico che ti aiuti ad elaborare questi sentimenti e a costruire strategie per affrontare la transizione in modo più sereno. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
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Buongiorno e grazie per la sua condivisione.
È comprensibile sentirsi sopraffatti da emozioni contrastanti in un momento di cambiamento significativo come la convivenza. La nostalgia per la propria casa, per la famiglia e per il cane è un segno della profonda connessione che ha con le persone e con il passato che ama. È naturale provare ansia e tristezza di fronte a una nuova fase della vita, specialmente quando si tratta di un distacco dalla routine familiare e da un ambiente conosciuto.
Le sue emozioni potrebbero derivare dal timore dell'ignoto, dalla difficoltà di adattarsi a una nuova realtà e dal senso di responsabilità verso la sua compagna. È importante riconoscere questi sentimenti e non auto-giudicarsi per averli, poiché la transizione verso la convivenza può essere complessa per molte persone.
Potrebbe prendere in considerazione di rivolgersi a un professionista della salute mentale. Uno psicologo potrebbe aiutarla ad esplorare queste emozioni, a gestire l'ansia e a trovare strategie per affrontare questo cambiamento in modo più sereno, migliorando così anche la comunicazione e la relazione con la sua compagna.

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