Salve,ho 20 anni e soffro di binge eating,la mia terapista dice che è una conseguenza della mia inst

12 risposte
Salve,ho 20 anni e soffro di binge eating,la mia terapista dice che è una conseguenza della mia instabilità emotiva e fin qui concordo,ma a volte mi abbuffo per noia.Nonostante sia andata da una nutrizionista,mi ha sempre dato diete restrittive e sono arrivata al limite della tolleranza.Inoltre soffro di ipotiroidismo in una forma molto moderata.Mi consigliate di cambiare nutrizionista,andare dal dietista,o finire il percorso psicologico e poi tutto si risolverà da sè?
Se fossi al posto tuo, innanzitutto cambierei specialista della nutrizione perché in questo disturbo non si stilano piani alimentari restrittivi ma si fa un'educazione alimentare senza grammature. Poi per la parte psicologica devi trovare un professionista che tratti specificamente disturbi del comportamento alimentare e attraverso le pratiche di mindfulness riuscirai a ritrovare il tuo equilibrio interiore.
Distinti saluti
Dr Luca Agostini

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Carissima paziente, il binge-eating è una condizione multifattoriale che va trattata con un approccio multidisciplinare, nel quale risulta fondamentale che tu venga coinvolta attivamente in tutte le fasi del percorso. Purtroppo, in questi casi, stilare dei piani nutrizionale molto restrittivi che non ascoltino le esigenze del paziente può risultare più dannoso che altro. Prova a esporre queste tue preoccupazioni al nutrizionista che ti sta supportando, per capire se riuscite a trovare insieme una soluzione che possa rendere il percorso nutrizionale più sostenibile ed educativo; il nostro ruolo, infatti, non è solo quello di fare piani nutrizionali ma insegnare soprattutto ai nostri pazienti come sviluppare un buon rapporto con il cibo e come rendere la nutrizione più sana. Se la persona alla quale ti stai affidando non è disposta a scendere a compromessi per soddisfare le tue esigenze, forse non è la persona giusta per te. Per altri dubbi puoi contattarmi senza problemi. Ti auguro una buona giornata, Dr. Davide Di Cola
Gentilissima,
È comprensibile sentirsi confusi e frustrati in una situazione del genere. La binge eating può essere influenzata da vari fattori, tra cui l'instabilità emotiva, ma anche le diete restrittive possono contribuire a un comportamento alimentare disordinato. Potrebbe considerare di consultare un nutrizionista specializzato nei disturbi alimentari e che possa offrire un approccio più flessibile e personalizzato. Un professionista con esperienza in questo campo può aiutare a sviluppare un rapporto più sano con il cibo. È fondamentale anche continuare il supporto psicologico, poiché la terapia può essere essenziale per affrontare le cause emotive alla base del binge eating. Potrebbe discutere con la terapista delle tue esperienze con la nutrizionista e vedere se può aiutarla a trovare un equilibrio migliore; normalmente io adotto un approccio multidisciplinare. Il percorso verso un'alimentazione sana e un equilibrio emotivo richiede tempo. Potrebbe anche considerare gruppi di supporto per persone con esigenze simili, dove può condividere esperienze e strategie. In definitiva, non deve esitare a cercare un approccio che le faccia sentire più a suo agio.
Cordialmente
Dott.ssa F.A.
Salve, mi dispiace per la brutta esperienza che riporta. Nell'ambito dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) la coordinazione di nutrizionista e psicolog*/psicoterapeuta è fondamentale, ma ENTRAMBI devono essere esperti in DCA per essere realmente di aiuto. La prescrizione di una dieta non è la soluzione, anzi, non fa altro che peggiorare la situazione, considerando che la restrizione è tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di abbuffate. Le consiglio, pertanto, di cambiare professionista e di affidarsi ad un* nutrizionista non prescrittivo espert* in DCA.
Resto a disposizione, saluti.
Salve, grazie per aver condiviso la tua situazione. Capisco che gestire il binge eating sia molto difficile, soprattutto quando ci sono altri fattori in gioco, come l’ipotiroidismo e l’instabilità emotiva. Mi fa piacere sapere che sei già in terapia psicologica: questo è un passo importante per affrontare le cause profonde del disturbo.

Per quanto riguarda l’aspetto nutrizionale, è fondamentale che il piano alimentare sia personalizzato e flessibile, non eccessivamente restrittivo. Una dieta troppo rigida può infatti alimentare il ciclo delle abbuffate, aumentando la frustrazione e la sensazione di fallimento.

Ti consiglierei di cercare un nutrizionista o dietista specializzato in disturbi alimentari. L'approccio migliore in questi casi è quello che punta a un rapporto equilibrato con il cibo, lavorando non solo sugli aspetti nutrizionali, ma anche sul comportamento alimentare.

L'ipotiroidismo può influenzare il metabolismo, quindi è importante tenere conto di questo nel piano alimentare. Non esitare a continuare il percorso psicologico, ma nel frattempo affiancalo con un supporto nutrizionale che tenga conto delle tue esigenze fisiche ed emotive.

In sintesi, il percorso ottimale potrebbe essere multidisciplinare: continuare la terapia psicologica e cercare un nutrizionista che ti accompagni con un approccio non restrittivo e focalizzato sul benessere complessivo.

Resto a disposizione se hai altre domande o bisogno di ulteriori chiarimenti.
Buongiorno, la strada da seguire non è dietetica in senso stretto, ma conoscitiva. Al dilà dell'approccio psicologico, sicuramente utile, è necessario che impari a capire in primis come riconoscere i vari tipi di fame, come funzionano e come gestirle. Tra queste anche l'emotional eating (fame emotiva), di cui lei soffre e che è ben catalogata e studiata anche in quanto a metodi per affrontarla. La risoluzione non è immediata ma mira a ridurre la frequenza e l'entità degli episodi evitando l'approccio perfezionistico, la mentalità tutto o nulla e l'autosabotaggio.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni. cordiali saluti
Buongiorno,
Partiamo dal presupposto che il Dietista è un nutrizionista. Non esiste la parolina nutrizionista se non si abbina una valenza prima, esempio: dietista Nutrizionista, biologo nutrizionista. Sono queste le figure valide. Poi vi è il dietologo. Non esiste altre figure valide al di fuori di queste 3.

Poi, con il binge eating o dca non possono essere date diete restrittive quantomeno grammate. Vanno gestite in modo diverso.
Aggraverebbe solamente la cosa.
Quindi sì, le consiglio di cambiare professionista e di andare da un professionista specializzato in dca.

Una buona serata
Salve, concordo con quanto detto dai colleghi. Sicuramente è meglio mantenere il connubio psicoterapeuta + nutrizionista ma sarebbe meglio trovare uno specialista che sappia gestire questi disturbi. Un piano ristretto e con grammature non si fornisce mai a chi soffre di binge.
Non ho le competenze per giudicare la sua terapista ma se sente che non è quella adatta per lei, potrebbe valutarne altri magari che trattano anche dei disturbi dell'alimentazione. Non è mai un fallimento il ricominciare con altri, anzi.
Rimango a disposizione, Dott.ssa Antonella Monteleone
È comprensibile che tu ti senta confusa e frustrata dalla situazione. Il binge eating disorder può essere complesso e spesso richiede un approccio integrato che includa sia supporto psicologico che nutrizionale.

Ecco alcuni suggerimenti su cui potresti riflettere:

1. **Cambiamenti Col Professionista**: Se senti che la nutrizionista non sta lavorando in modo efficace per te, potrebbe essere utile cercare un altro professionista, come un dietista specializzato in disturbi alimentari. Un dietista potrebbe offrirti un approccio più flessibile e focalizzato sulle tue esigenze personali, tenendo conto sia dell'ipotiroidismo che della tua relazione con il cibo.

2. **Proseguire la Psicoterapia**: È importante proseguire il percorso psicologico, in quanto un professionista può aiutarti a esplorare le radici emotive del binge eating e fornire strategie per affrontare la noia e altre emozioni. La terapia può offrirti strumenti per migliorare la tua stabilità emotiva e fornirti supporto durante il processo di cambiamento.

3. **Approccio Olistico**: Considera la possibilità di un approccio combinato. Lavorare sia con un terapeuta che con un dietista potrebbe fornirti il supporto necessario per affrontare le varie sfide legate al binge eating.

4. **Educazione Alimentare**: A volte, la noia può derivare da una relazione poco sana con il cibo. Un dietista potrebbe offrirti un'educazione alimentare più equilibrata, incoraggiandoti a vedere il cibo come una fonte di nutrimento e piacere piuttosto che come un fattore di restrizione.

5. **Gruppi di Supporto**: Potresti anche considerare di unirti a un gruppo di supporto per persone con binge eating. Condividere le tue esperienze con altri che stanno vivendo situazioni simili può offrirti ulteriore sostegno e comprensione.

In definitiva, ascolta te stessa e le tue esigenze. Potrebbe essere utile esplorare diverse opzioni e vedere quale percorso ti sembra più adatto e sostenibile per affrontare il tuo binge eating e migliorare la tua salute complessiva.
Buongiorno, capisco quanto possa essere frustrante affrontare situazioni complesse come il binge eating, specialmente quando si combina con altri fattori, nel suo caso l'ipotiroidismo. È positivo che tu stia seguendo un percorso terapeutico per lavorare sulla tua instabilità emotiva, che, come hai giustamente osservato, è spesso alla base del comportamento alimentare disordinato. Per quanto riguarda l'aspetto nutrizionale potrebbe essere utile considerare un cambio di approccio: le diete restrittive a lungo termine, specialmente per chi soffre di binge eating, possono peggiorare il ciclo di abbuffate e restrizioni. Un dietista o un nutrizionista specializzato in disturbi alimentari potrebbe essere più indicato, poiché sono formati per creare piani alimentari che tengano conto della salute fisica ma anche del benessere psicologico, evitando rigidità eccessive. Infine, il percorso psicologico è fondamentale, e sarà importante continuare a lavorare sulle cause emotive alla radice del binge eating. Tuttavia, poiché il rapporto con il cibo è multidimensionale, un approccio integrato che coinvolga anche un professionista della nutrizione può rivelarsi estremamente utile.
Buonasera,
sicuramente il percorso psicologico rappresenta la cura principale, la soluzione non sta sicuramente in una " nuova" dieta ma nel comprendere le motivazione per che la spingono a cadere in abbuffate. Per quanto riguarda il percorso nutrizionale non c'è " dieta" che regga, è necessario un percorso di educazione alimentare e di riconoscimento del senso di fame o sazietà, abbandonando temporaneamente l'idea di voler/dover dimagrire.

Gentile paziente, concordo con i colleghi nel dirle che è necessario rivolgersi a professionisti (sia psicologo che nutrizionista) che siano esperti nei disturbi del comportamento alimentare e che lavorino in team. Una dieta troppo restrittiva in questi casi potrebbe aggravare il problema. E' necessario prima recuperare un buon rapporto con il cibo e solo successivamente preoccuparsi di riprendere il peso forma.
Cordialmente.
Dott.ssa Colciago

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