Salve..e da un mese che soffro di ansie e paure di morire..spesso ho la sensazione che mi manchi l a
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Salve..e da un mese che soffro di ansie e paure di morire..spesso ho la sensazione che mi manchi l aria o di avere altre cose..ma ultimamente moto che molte volte nel giorno magari mentre mastico, rido ecc la sensazione di non respirare..cosa può essere? Solo ansia?
P.s.: soffro anche di reflusso gastroesofageo.
P.s.: soffro anche di reflusso gastroesofageo.
Gentile utente, i sintomi che descrive potrebbero essere riconducibili ad una condizione di ansia. Tuttavia sarebbe opportuno approfondire per circoscrivere meglio il suo vissuto poiché senza conoscerla posso darle solo una risposta generica. Se vuole considerare l'ipotesi di un colloquio, nel caso, mi contatti privatamente. Un saluto
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Carissima, escludendo altre condizioni mediche, da quello che descrive, potrebbe essere una condizione d'ansia.
I fattori scatenanti sono da analizzare perchè altamente soggettivi.
In generale posso dirle che probabilmente in questo periodo di isolamento ci sono fattori di rischio più alti rispetto a questa sintomatologia.
Quindi potrebbe dipendere anche dal periodo contingente, oltrechè al suo modo personale di vivere la cosa.
Per questi sintomi io utilizzo l'EMDR e la MINDFULNESS, particolarmente efficaci.
Se vuole provare, la prima seduta online è gratuita per questo periodo di Isolamento.
Un caro saluto.
I fattori scatenanti sono da analizzare perchè altamente soggettivi.
In generale posso dirle che probabilmente in questo periodo di isolamento ci sono fattori di rischio più alti rispetto a questa sintomatologia.
Quindi potrebbe dipendere anche dal periodo contingente, oltrechè al suo modo personale di vivere la cosa.
Per questi sintomi io utilizzo l'EMDR e la MINDFULNESS, particolarmente efficaci.
Se vuole provare, la prima seduta online è gratuita per questo periodo di Isolamento.
Un caro saluto.
Buongiorno, sicuramente l'ansia è un fattore che può determinare tali sensazioni, soprattutto se connessa a reflusso gastroesofageo (che, tra le cause, può avere anche esso origine ansiosa). Tali paure andrebbero approfondite, le informazioni scritte non sono abbastanza per avere un quadro completo. La invito a contattarmi per un colloquio online, in modo da esserle maggiormente d'aiuto! Un caro saluto
Buongiorno,
ha provato a contattare il suo medico e descrivergli i suoi sintomi? E' importante escludere una componente organica o fisiologica.
Molte ricerche hanno dimostrato che disturbi gastrici e reflusso gastroesofageo hanno una base psicosomatica, questi insieme agli altri disturbi e paure che descrive potrebbero fare ipotizzare a un disturbo d'ansia. In questo periodo sono diverse le persone che si sono trovate in balia dell'ansia e della paura, per evitare di lasciarsi sopraffare da questi potrebbe provare a considerare la possibilità di fare qualche colloquio con uno psicoterapeuta che potrebbe aiutarla a superare questo momento.
Le auguro di stare bene.
Cordialmente, Dott.ssa Polizzi
ha provato a contattare il suo medico e descrivergli i suoi sintomi? E' importante escludere una componente organica o fisiologica.
Molte ricerche hanno dimostrato che disturbi gastrici e reflusso gastroesofageo hanno una base psicosomatica, questi insieme agli altri disturbi e paure che descrive potrebbero fare ipotizzare a un disturbo d'ansia. In questo periodo sono diverse le persone che si sono trovate in balia dell'ansia e della paura, per evitare di lasciarsi sopraffare da questi potrebbe provare a considerare la possibilità di fare qualche colloquio con uno psicoterapeuta che potrebbe aiutarla a superare questo momento.
Le auguro di stare bene.
Cordialmente, Dott.ssa Polizzi
Salve,l'ansia può generare le sensazioni da lei descritte. Oltre al disturbo gastroesofageo, è probabile che i suoi sintomi abbiano un origine ansiosa che , questo periodo di isolamento può facilitare. Tutto questo può essere collegato al momento contingente , con un isolamento forzato, e anche alla sua modalità di affrontare le cose. Ci sono tecniche che possono aiutare ad alleviare i sintomi ma sarebbe comunque consigliabile un colloquio con uno psicoterapeuta.
un caro saluto
un caro saluto
Gentile utente, da quello che sostiene si può ipotizzare di un disturbo di ansia. I sintomi descritti riconducono a possibili attacchi di panico. Probabile che il reflusso gastroesofageo complichi il quadro sintomatologico.
Sarebbe opportuno intraprendere un percorso psicoterapico per trattare la sintomatologia ansiosa. Saluti.
Dott. Tavanxhiu
Sarebbe opportuno intraprendere un percorso psicoterapico per trattare la sintomatologia ansiosa. Saluti.
Dott. Tavanxhiu
Carissimo, i sintomi che lei descrivi sono abbastanza tipici di un disturbo d'ansia. Il momento particolare che stiamo vivendo in cui ci viene a mancare la libertà a cui eravamo abituati, potrebbe aver scatenato uno stato ansioso. Oppure potrebbe essere accaduto un evento preciso che ha portato all'emergere dei sintomi. Qualche colloquio con un professionista la potrebbe aiutare a far luce sulla causa della comparsa della sintomatologia.
In bocca al lupo.
Dott.ssa Alessandra Contiero
In bocca al lupo.
Dott.ssa Alessandra Contiero
Buonasera. Il reflusso gastroesofageo potrebbe essere la causa di una parte della sintomatologia, perché crea una sensazione fastidiosa di presenza di cibo in gola e irritazione. Tuttavia, quello che Lei descrive può essere anche associato a uno stato ansioso, e il reflusso potrebbe esserne una ulteriore manifestazione (è nota la correlazione tra problematiche gastrointestinali e ansia). La paura di morire, se associata alla sensazione di non respirare, può essere legata a una iperfocalizzazione sugli stati viscerali (comunque di origine ansiosa), causata o peggiorata dal reflusso; se sganciata, è palese sintomo ansioso. Un percorso psicoterapeutico consentirebbe in breve tempo di individuare le esperienze che Lei afferra solo parzialmente quando sta male, consentendoLe di riconfigurare correttamente quanto sta avvenendo e diminuendo poco a poco la sensazione e la paura di morire. Esaminando le situazioni in cui accade, troverà presto un riscontro. Consiglierei di affrontarlo quanto prima, cominciando già con una consulenza online. In bocca al lupo! a disposizione, DMP
Ciò che scrive mi richiama alla mente l’immagine di una marionetta rotta con gli occhi rivolti all’interno sempre attenta ad ogni sensazione proveniente dal proprio corpo, più le percepisce più si spaventa, più cerca di controllarle più ne perde il controllo. Questo può essere riconducibile ad uno stato ansioso o al timore di morire a causa di una malattia. Tutto questo andrebbe indagato meglio in seduta per individuare le strategie più idonee per una veloce risoluzione del suo problema.
Mi contatti se lo ritiene utile, sarei felice di poterle dare un consiglio più calzante.
Mi contatti se lo ritiene utile, sarei felice di poterle dare un consiglio più calzante.
Buonasera I sintomi da lei descritti fanno pensare ad una quadro di disturbo d' ansia, ma sarebbe necessario andare più a fondo per capire meglio la situazione e le cause che l'hanno provocata. Una consulenza psicologica sarebbe di certo di aiuto.
Io sono disponibile. In bocca al lupo.
Io sono disponibile. In bocca al lupo.
Gentile Utente,
Da come descrive i suoi sintomi sembrerebbe trattarsi proprio di un quadro ansioso, presumibilmente complicato dal reflusso. Aveva già avuto in precedenza sintomi analoghi? è possibile che questo suo stato si sia attivato o intensificato in relazione all'attuale emergenza sanitaria? C'è stato qualche evento stressante, oltre al Covid, nella sua storia recente?
Occorrerebbe comprendere meglio le condizioni di insorgenza dello stato ansioso per poterlo gestire. Sarebbe utile anche qualche esercizio di respirazione lenta o di rilassamento muscolare per allentare la tensione e attenuare la sintomatologia che descrive.
Le suggerirei di intraprendere un percorso di consulenza psicologica per trattare il problema.
Resto a disposizione
Cordialmente
Rossella Ianniello
Da come descrive i suoi sintomi sembrerebbe trattarsi proprio di un quadro ansioso, presumibilmente complicato dal reflusso. Aveva già avuto in precedenza sintomi analoghi? è possibile che questo suo stato si sia attivato o intensificato in relazione all'attuale emergenza sanitaria? C'è stato qualche evento stressante, oltre al Covid, nella sua storia recente?
Occorrerebbe comprendere meglio le condizioni di insorgenza dello stato ansioso per poterlo gestire. Sarebbe utile anche qualche esercizio di respirazione lenta o di rilassamento muscolare per allentare la tensione e attenuare la sintomatologia che descrive.
Le suggerirei di intraprendere un percorso di consulenza psicologica per trattare il problema.
Resto a disposizione
Cordialmente
Rossella Ianniello
Buonasera, la sintomatologia da lei descritta potrebbe essere ricondotta ad un disturbo d'ansia. Sarebbe opportuno approfondire la sua situazione di sofferenza attraverso un colloquio conoscitivo per avere una visione più ampia e completa. Resto a sua disposizione. Dottoressa Barbara Gizzi
Buongiorno,
è successo qualche evento particolare un mese fa, prima del suo malessere? Quando le capita di sentire che le manca l'aria? Credo che sia fondamentale approfondire la situazione per comprendere al meglio cosa possa causarle questo malessere!
è successo qualche evento particolare un mese fa, prima del suo malessere? Quando le capita di sentire che le manca l'aria? Credo che sia fondamentale approfondire la situazione per comprendere al meglio cosa possa causarle questo malessere!
Buongiorno, da come descrive i suoi sintomi sembrerebbe trattarsi proprio di un quadro ansioso ma, per essere meglio compreso, il malessere da lei raccontato andrebbe inserito all'interno del suo specifico contesto di vita. Il suo modo di sentire andrebbe perciò contestualizzato a partire dagli episodi in cui la sintomatologia ha avuto esordio e si è mantenuta. Un percorso con un professionista potrebbe aiutarla in breve tempo a individuare e afferrare meglio queste esperienze e comprendere maggiormente quanto sta avvenendo, per diminuire poco a poco le sensazioni spiacevoli connesse con la paura di morire. Ricercando e analizzando le situazioni in cui accade, troverà presto un riscontro. Consiglierei di affrontarlo quanto prima, cominciando già con una consulenza online. A disposizione, dott.ssa Allegra Carpaneto
Come già spiegato da molti colleghi prima di me la sintomatologia riportata afferisce ad una condizione ansiogena. Avrei però alcune curiosità a riguardo (che potrebbero essere utili anche per lei): il livello di ansia percepita è stabile durante la giornata? Inoltre, nota che la sua agitazione aumenta/diminuisce rispetto a fattori esterni? (situazioni interpersonali, lavoro, altro)
Bisognerebbe capire in primis se tale condizione è persistente o riferita ad uno stimolo in particolare.
Solitamente uno stato di ansia persistente può essere dovuto a vari fattori, non sempre riscontrabili nel periodo attuale di vita. Suggerirei dunque un trattamento di tipo psicoterapeutico per giungere alle cause congiuntamente ad un lavoro per stimolare una condizione di maggior rilassamento (training autogeno, esercizi di respirazione etc)
Dott. Vittorio Sarnelli
Bisognerebbe capire in primis se tale condizione è persistente o riferita ad uno stimolo in particolare.
Solitamente uno stato di ansia persistente può essere dovuto a vari fattori, non sempre riscontrabili nel periodo attuale di vita. Suggerirei dunque un trattamento di tipo psicoterapeutico per giungere alle cause congiuntamente ad un lavoro per stimolare una condizione di maggior rilassamento (training autogeno, esercizi di respirazione etc)
Dott. Vittorio Sarnelli
Possibile che sia sottoposta a stress al quale reagisce con alterazioni del sistema simpatico, in mancanza di decodifica emotiva. Andrebbe approfondito il discorso mediante un colloquio conoscitivo
Salve. L'attuale situazione pandemica e la condizione di isolamento e di inattività (o comunque ipoattività) alla quale siamo costretti sta risvegliando in noi quell'angoscia di morte che è una caratteristica tipica dell'essere umano.
Si tratta di un’angoscia insita nella natura stessa dell’uomo che, come ci ricorda Nietzsche, è l’unico degli animali aperto al senso, e perciò consapevole di dover morire.
Questa condizione viene ben descritta proprio dal filosofo tedesco nelle seguenti parole (Considerazioni inattuali, 1874): “Osserva il gregge che ti pascola innanzi: esso non sa che cosa sia ieri, cosa oggi, salta intorno, mangia, riposa, digerisce, torna a saltare, e così dall’alba al tramonto e di giorno in giorno, legato brevemente con il suo piacere e dolore, attaccato cioè al piuolo dell’istante, e perciò né triste, né tediato. Il veder ciò fa male all’uomo, perché al confronto dell’animale egli si vanta della sua umanità e, tuttavia, guarda con invidia alla felicità di quello: giacché questo soltanto egli vuole, vivere come l’animale, né tediato, né fra i dolori, e lo vuole però invano, perché non lo vuole come l’animale”.
L’invidia nei confronti dell’animale, capace di vivere pienamente il momento presente (capacità invocata nel carpe diem del poeta latino Orazio), rappresenta la proiezione dell’angoscia di morte insita nella condizione dell’essere umano.
Le manifestazioni da lei descritte non sono altro che l'espressione personale di tale angoscia e costituiscono un segnale di allarme che va ascoltato e al quale è necessario dare un significato personale attraverso un dialogo psicoterapico.
Concedersi incondizionatamente al desiderio o rassegnarsi perdutamente al limite significa infatti disabilitare la condizione umana, e quindi soffrire quell’eccesso o quel difetto di misura che, con vari nomi, la psicologia descrive attraverso le sue categorie diagnostiche. Ma prima di queste c’è da capire l’essenza dell’uomo e la sua condizione mortale, e solo attraverso questo passaggio si rende possibile la conciliazione con il dolore.
Per rendere questo possibile la psicoterapia deve andare alla ricerca di quelle parole che non capita di udire ogni giorno, quelle insolite, inabituali, non corrotte dal logorio dell’abitudine, che escono dagli schemi emotivi e cognitivi dell’individuo per metterli in discussione, permettendo in tal modo una ristrutturazione delle sue mappe di riferimento.
Colga l'occasione per andare alla ricerca dei suoi significati, per trovare nuove strade per affrontare le sue paure più profonde, e ritroverà un equilibrio capace di aiutarla ad affrontare le difficoltà che le si pongono innanzi nel suo percorso di vita. Cordiali saluti, dott. Gualazzi.
Si tratta di un’angoscia insita nella natura stessa dell’uomo che, come ci ricorda Nietzsche, è l’unico degli animali aperto al senso, e perciò consapevole di dover morire.
Questa condizione viene ben descritta proprio dal filosofo tedesco nelle seguenti parole (Considerazioni inattuali, 1874): “Osserva il gregge che ti pascola innanzi: esso non sa che cosa sia ieri, cosa oggi, salta intorno, mangia, riposa, digerisce, torna a saltare, e così dall’alba al tramonto e di giorno in giorno, legato brevemente con il suo piacere e dolore, attaccato cioè al piuolo dell’istante, e perciò né triste, né tediato. Il veder ciò fa male all’uomo, perché al confronto dell’animale egli si vanta della sua umanità e, tuttavia, guarda con invidia alla felicità di quello: giacché questo soltanto egli vuole, vivere come l’animale, né tediato, né fra i dolori, e lo vuole però invano, perché non lo vuole come l’animale”.
L’invidia nei confronti dell’animale, capace di vivere pienamente il momento presente (capacità invocata nel carpe diem del poeta latino Orazio), rappresenta la proiezione dell’angoscia di morte insita nella condizione dell’essere umano.
Le manifestazioni da lei descritte non sono altro che l'espressione personale di tale angoscia e costituiscono un segnale di allarme che va ascoltato e al quale è necessario dare un significato personale attraverso un dialogo psicoterapico.
Concedersi incondizionatamente al desiderio o rassegnarsi perdutamente al limite significa infatti disabilitare la condizione umana, e quindi soffrire quell’eccesso o quel difetto di misura che, con vari nomi, la psicologia descrive attraverso le sue categorie diagnostiche. Ma prima di queste c’è da capire l’essenza dell’uomo e la sua condizione mortale, e solo attraverso questo passaggio si rende possibile la conciliazione con il dolore.
Per rendere questo possibile la psicoterapia deve andare alla ricerca di quelle parole che non capita di udire ogni giorno, quelle insolite, inabituali, non corrotte dal logorio dell’abitudine, che escono dagli schemi emotivi e cognitivi dell’individuo per metterli in discussione, permettendo in tal modo una ristrutturazione delle sue mappe di riferimento.
Colga l'occasione per andare alla ricerca dei suoi significati, per trovare nuove strade per affrontare le sue paure più profonde, e ritroverà un equilibrio capace di aiutarla ad affrontare le difficoltà che le si pongono innanzi nel suo percorso di vita. Cordiali saluti, dott. Gualazzi.
Buongiorno gentile utente, il disturbo che descrive sembra essere riconducibile ad una condizione di ansia. Se lo desidera mi può contattare per una consulenza online per approfondire la natura del problema e valutare delle possibili soluzioni. Cordiali Saluti. Dott. Andrea Maldifassi
La condizione che sta descrivendo, come hanno sottolineato i miei colleghi, ha una base ansiogena.Il suo reflusso esofageo bisogno tenerlo sotto controllo con l'aiuto di un gastroenterologo. Sarebbe opportuno che lei si rivolgesse ad uno psicoterapeuta per poter imparare a gestire la sua ansia e le sue paure e l'aiuterà a migliorare la componente psicosomatica della patologia di cui soffre. Cordiali saluti
Salve, prima di tutto se soffre di reflusso gastroesofageo vada dal medico per fare i dovuti accertamenti.
Inoltre, da come descrive i propri sintomi, sembrerebbe che sia una persona ansiosa.
Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta per capire l'origine della sua ansia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Inoltre, da come descrive i propri sintomi, sembrerebbe che sia una persona ansiosa.
Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta per capire l'origine della sua ansia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve,
per il reflusso si rivolga al medico curante.
Per l'ansia può consultarsi con un terapeuta.
Un saluto,
MMM
per il reflusso si rivolga al medico curante.
Per l'ansia può consultarsi con un terapeuta.
Un saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
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