Salve dottori , vorrei capire se ho esagerato io col mio terapeuta,io sto facendo psicoterapia da lu

16 risposte
Salve dottori , vorrei capire se ho esagerato io col mio terapeuta,io sto facendo psicoterapia da lui e vado due volte al mese ma lui adesso dice che ho bisogno di andare una volta a settimana e mi vuole aiutare economicamente facendomi pagare solo 2 sedute al mese e io ho accettato.Poi mi richiama e dice che si mi fa gratis due sedute ma devo pagare un aggiunta perché lui paga l' affitto e io mi sono sentito tradito e manipolato, è stato come se facesse un trabocchetto ,si era creato anche un bel rapporto tra noi mi ha confidato di avere il contro transfert Allora io offeso gli ho detto di non voler andare più dicendogli parole offensive e obbligandolo a cancellare anche i nostri messaggi perché fanno parte della psicoterapia quindi della privacy che ne comporta,lui dice che si è sentito deluso e offeso delle mie parole e che ho sbagliato ma io sento nella ragione anche se ho riconosciuto e chiesto scusa di aver detto parole che sono state dure,cosa faccio per recuperare almeno il rapporto umano?Ho sbagliato io o ho anche io le mie ragioni?
Gentile utente, se lei si è sentito tradito ha le sue ragioni. Chiaramente la dinamica tra lei ed il suo terapeuta può essere solo risolta tra voi. MI chiedo come mia però lei senta di voler recuperare il rapporto umano? Cosa vorrebbe effettivamente riparare?
Se sente che ci debba essere ancora un confronto con il suo terapeuta può sempre chiedere un colloquio, si chieda però a cosa le serve e cosa vorrebbe portarsi a casa. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo

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L'atteggiamento del suo psicoterapeuta é poco professionale e per forza di cose lo sarà come conseguenza anche la relazione terapeutica, che probabilmente perderà di efficacia.
Anche lei ha le sue ragioni.
Un caro saluto.
Salve, se stiamo su un piano esclusivamente razionale devo darle torto su tutta la linea.
Decidere di offrire due sedute su quattro non è una cosa da poco, anche offrirne una su quattro. Il fatto che abbia parzialmente ritrattato non cambia la questione. Il collega, da un certo punto di vista, ha ragione a sentirsi deluso.

Poi però c'è un altro livello, che è quello essenziale per la terapia, che è quello relazionale ed emotivo.
Come mai si è sentito tradito? Come mai ha improvvisamente sentito il suo terapeuta come una minaccia? Che tipo di reazione emotiva c'è stata?
Diciamo che analizzare questo episodio con serenità all'interno della terapia potrebbe farle fare dei buoni passi avanti, perché probabilmente è un attualizzazione di ciò che già conosce.
Saluti
Massimo Maugeri Saccà


Buongiorno. Una volta tempo fa i miei colleghi "veterani" mi dicevano: il nostro è un lavoro nel quale bisogna essere "signori" anche quando non possiamo permettercelo.. Pertanto una volta pattuito un compenso, cioè una volta fatto un patto tra paziente e terapeuta, non può essere rivisto, a maggior ragione nel breve lasso di tempo. Capisco che "mala tempora currunt", ma ciò non dovrebbe alterare il contesto terapeutico. Pertanto credo che lei abbia certamente le sue ragioni. Va inoltre tenuto presente che lei ha riconosciuto di aver esagerato, come andrebbe riconosciuto però che in un rapporto paziente e terapeuta i vissuti possono essere amplificati. Non si tratta infatti di chiacchere da "Bar dello Sport". Le suggerirei di intraprendere un' altra psicoterapia con un altro terapeuta (sperabilmente più coerente nel mantenere "il setting") e nel contesto della nuova psicoterapia valutare se è opportuno o meno riavvicinarsi dal punto di vista umano (non professionale) all'ex terapeuta.
Cordialmente,
M.M
Gentile signore,
Quale migliore occasione se non nella stanza di un terapeuta sviscerare le ambiguità comunicative e apprendere come comunicare meglio per non creare incomprensioni spiacevoli. Davanti a lei ha il suo terapeuta capace di lavorare insieme. Le incomprensioni o ambivalenze fuori dalla studio spesso fanno fatica a risolversi con altre persone non capaci di affrontare le relazioni amicali ad esempio.
Buongiorno, partendo dal presupposto, già per altro da lei riconosciuto, che le offese non sono mai utili ad una relazione, ritengo sia comprensibile ed anche estremamente utile parlare al proprio terapeuta delle cose che non vanno nella relazione con lo stesso. Il suo senso di tradimento legato ad una modifica del patto fatto inizialmente con il terapeuta e ulteriormente modificato nel corso del vostro rapporto ha portato ad una percezione di smarrimento della fiducia, quindi anche alla legittima decisione di interrompere il vostro rapporto per rivolgersi ad un altro professionista qualora non si dovessero più ricostruire le adeguate condizioni per il lavoro su se stesso. Quindi l'incomprensione può divenire strumento di lavoro o portare ad una chiusura, naturalmente il paziente può decidere, in base a cosa emerge dal confronto, la direzione a lui più consona. Rimango a disposizione, cordiali saluti dr.ssa Michela Campioli
Salve,
la situazione che descrivo è molto delicata, e posso comprendere il mix di emozioni che sta provando. Da una parte, il terapeuta sembra aver cercato di trovare un compromesso per supportarla, ma dall'altra, il cambio di accordi potrebbe averle dato la sensazione di un'improvvisa mancanza di chiarezza, che ha generato in lei un senso di tradimento. È normale che in una relazione terapeutica possano emergere momenti di incomprensione o conflitto, soprattutto quando si crea un legame di fiducia e debolezza reciproca.
Tuttavia, le relazioni terapeutiche si basano anche su una comunicazione aperta e sincera. È positivo che lei abbia riconosciuto di aver usato parole dure e ha chiesto scusa: questo è un passo importante. Recuperare il rapporto umano con il suo terapeuta potrebbe significare affrontare insieme quanto accaduto in modo costruttivo, esprimendo come si è sentito e cercando di ascoltare anche il punto di vista dell'altro. Questo tipo di dialogo può rappresentare un'opportunità per elaborare meglio i suoi sentimenti e per comprendere come tali dinamiche possono condividere il percorso terapeutico.
Allo stesso tempo, se si sente che l'esperienza ha generato troppa tensione o disagio per proseguire, potrebbe essere utile valutare insieme la possibilità di concludere o ripensare al percorso. La gestione di situazioni difficili in terapia, infatti, può essere molto significativa e rivelatrice per il lavoro terapeutico stesso.
Per approfondire la complessità di queste dinamiche e prendere la decisione più giusta per lei, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista.

Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa
Buonasera,
grazie per aver condiviso la sua esperienza e i suoi sentimenti. Comprendo quanto possa essere difficile affrontare una situazione così delicata. Ecco alcune riflessioni e suggerimenti che potrebbero aiutarla a trovare maggiore chiarezza e a ricostruire il rapporto con il suo terapeuta.
Riflessioni sulla Situazione
Risentimento e Sensazione di Tradimento: è comprensibile che si sia sentito tradito e manipolato dal cambio di condizioni economiche. La fiducia è un elemento cruciale nella relazione terapeutica, e qualsiasi modifica inaspettata può minare questa fiducia.
Reazioni e Comunicazione: la sua reazione emotiva, espressa attraverso parole dure, riflette il profondo senso di delusione e frustrazione provato in quel momento. Anche se ha già chiesto scusa per le parole offensive, è importante riflettere su come tali espressioni possono influire sul rapporto terapeutico e sulla percezione del terapeuta.
Contrattazione e Confidenza: il fatto che il terapeuta le abbia confidato di avere un controtransfert indica una certa apertura e vulnerabilità da parte sua. Questo può creare un legame più stretto, ma anche complicare le dinamiche professionali. È importante mantenere un equilibrio tra la trasparenza emotiva e il rispetto dei confini professionali.
Strategie di Gestione
Comunicazione Aperta e Onesta: provi a riprendere il dialogo con il suo terapeuta in modo aperto e onesto. Esprima i suoi sentimenti di tradimento e frustrazione senza accusare, cercando di comprendere anche la sua posizione. Una conversazione sincera può aiutare a chiarire i malintesi e a ristabilire la fiducia reciproca.
Riflessione Personale: riflettere su come gestire le emozioni intense può essere utile. Consideri di esplorare tecniche di regolazione emotiva che possono aiutarla a esprimere i suoi sentimenti in modo più costruttivo, evitando reazioni impulsive che potrebbero danneggiare ulteriormente il rapporto.
Supporto Terapeutico: valuti se mantenere il rapporto con l'attuale terapeuta è la scelta migliore per il suo benessere. Se decide di proseguire, può essere utile discutere delle aspettative reciproche e dei confini professionali per evitare futuri fraintendimenti. Se invece sente che il rapporto è compromesso, potrebbe considerare di cercare un nuovo professionista con cui avviare un percorso terapeutico.
Conclusione
Affrontare e risolvere i conflitti nelle relazioni terapeutiche richiede impegno e comprensione da entrambe le parti. È importante che qualsiasi decisione presa sia allineata con i suoi valori personali e con il desiderio di migliorare il proprio benessere emotivo. Le auguro di trovare la serenità e la chiarezza necessarie per affrontare questa situazione nel modo migliore per lei.
Cordiali saluti.
Buongiorno, da come presenta la situazione mi sembra che il vostro rapporto sia un pò compromesso. Io le suggerisco di parlare direttamente con lui e valutare un cambio terapeuta
Buongiorno, probabilmente avete esagerato entrambi, lei nel suo risentimento, il terapeuta probabilmente ha fatto il passo più lungo della gamba proponendo il 50% del trattamento gratis. Bel gesto ma alla lunga difficile da mantenere. Potete fare ovviamente quello che si fa in caso di incomprensioni tra persone, cercare di chiarirvi e capire, lei, se dopo il chiarimento la situazione potrà essere considerata risolta o meno e dunque procedere o chiudere il percorso qualora mancasse la fiducia.
Lei pone una questione delicatissima per ogni psicoterapeuta: entrare nel vivo di una terapia, "giudicarla" e dare ragione e torto. E' una responsabilità che, credo, nessun terapeuta è disposto ad assumersi. Le dico solo due cose, per quel pochissimo che ho potuto valutare dalla sua domanda.
Ad un certo punto lei si è sentito offeso dal cambio di parcella del suo terapeuta e gli ha detto di non volerci andare più ecc ecc. Sembra che in questo passaggio lei abbia agito d'impulso, in maniera irriflessa, istintiva. Si è sentito "tradito e manipolato". Sebbene questa sia una crisi è anche una utile opportunità per capire cosa sta avvenendo dentro di lei e potrebbe usarla per guardare dentro questo dolore col suo terapeuta invece di fuggire. Ogni agito è una fuga, ogni agito è una risposta senza consapevolezza e quindi senza crescita. Non importa chi ha torto e chi ragione, è importante che entrambi estraiate l'oro alchemico da questa esperienza.
La seconda cosa è questa: lei vuole "recuperare almeno il rapporto umano". Il significato dell'espressione "rapporto umano" in terapia è molto particolare. Lei non deve recuperare nessun rapporto umano (nel significato comune del termine) col suo terapeuta, tra voi non deve esserci uno scambio di tipo amichevole ma solo ed esclusivamente di lavoro (come sicuramente ci sarà stato). Non serve recuperare, scusarsi, riparare... non è questo il senso di una terapia. Lei non deve tanto curarsi dell'opinione che il suo terapeuta ha di lei quanto piuttosto capire come può sfruttare la terapia per uscire dal dolore.
Carissimo utente mi dispiace molto per l' accaduto.
Credo che in un rapporto di qualsiasi tipo ma soprattutto un rapporto terapeutico deve esserci trasparenza e sincerità. Posso consigliarle di parlare con il suo terapeuta di come questa cosa l abbia fatta stare male da un punto di vista emotivo.
Un caro saluto
Salve,
comprendo quanto possa essere stato destabilizzante per lei vivere questa situazione. La terapia si basa su fiducia e coerenza, e modifiche al setting o alle condizioni economiche, se non affrontate con sufficiente chiarezza, possono creare sentimenti di confusione o manipolazione. È naturale che si sia sentito tradito, ma è importante ricordare che in terapia ogni evento, anche difficile, può essere un’occasione per esplorare il rapporto e i vissuti che si attivano.
Detto questo, credo che il primo passo per recuperare il rapporto umano sia quello di condividere con il suo terapeuta, in modo aperto e rispettoso, ciò che ha provato: il senso di manipolazione, il disagio per le modifiche al setting e anche il suo desiderio di ristabilire una relazione costruttiva. Esprimere i propri sentimenti con sincerità, senza puntare il dito ma ponendo l’accento su come lei si è sentito, può aiutarlo a comprendere l’effetto che la situazione ha avuto su di lei.
Il terapeuta è un professionista, e anche lui può commettere errori o non gestire al meglio alcune dinamiche; ciò non significa che il percorso sia compromesso. Anzi, affrontare queste difficoltà insieme potrebbe diventare una parte importante del suo lavoro terapeutico, offrendo una nuova prospettiva su come gestire i conflitti o le situazioni in cui si sente tradito.
Non si colpevolizzi per aver espresso emozioni forti: fanno parte della relazione terapeutica e, se affrontate nel setting, possono essere comprese e integrate. Provi a parlarne con il terapeuta in una seduta, magari introducendo la questione con una frase del tipo: “Vorrei capire insieme a lei cosa è successo, perché mi sono sentito molto turbato da questo cambiamento e vorrei lavorare su come possiamo affrontarlo.”
Infine, se dovesse sentire che le difficoltà non si risolvono o che la fiducia non si ricostruisce, sarebbe legittimo riflettere sull’opportunità di valutare un cambiamento, ma sempre dopo aver dato spazio a questo confronto.

Saluti.
Antonella D'Orlando
Capisco il tuo dispiacere. Se il rapporto è importante per te e se ci sono effettivamente le premesse per riaprire la relazione terapeutica, prova a riaprire un dialogo sincero col tuo terapeuta, spiegando il tuo punto di vista e il desiderio di chiarire. A volte, comunicare con calma aiuta a ricostruire l'alleanza terapeutica.
Capisco la sua delusione perchè il rapporto terapeutico deve basarsi sulla fiducia e se ci sono ambiguità anche la fiducia sparisce. Se il rapporto si è incrinato forse deve trovare una persona alla quale affidarsi con estrema tranquillità senza avere il senso di essere ingannati. Se le cose stanno come descrive cominci se vuole un altro percorso dove possa instaurarsi un rapporto di fiducia e non di ambiguità. Un saluto. Lina Isardi
Ciao e grazie per aver condiviso questa esperienza così complessa e delicata. La relazione terapeutica è uno degli aspetti più intimi e importanti di un percorso di psicoterapia, e quello che stai descrivendo è una situazione che ha scatenato molte emozioni forti da entrambe le parti.
Prima di tutto, voglio sottolineare che è comprensibile che tu abbia avuto una reazione emotiva di fronte alla modifica delle condizioni della terapia e alle nuove proposte del tuo terapeuta. Quando una relazione, che già ha un'intimità particolare, entra in una fase di cambiamento – come nel caso della modifica del prezzo o della frequenza delle sedute – può suscitare una sensazione di incertezza o di tradimento. Le aspettative in psicoterapia sono legate non solo al processo terapeutico ma anche a una certa fiducia reciproca, e ogni cambiamento che coinvolge anche aspetti economici e organizzativi può sembrare un’ulteriore difficoltà da affrontare.

L’impressione che hai avuto, cioè quella di essere stato "manipolato" o che il tuo terapeuta ti abbia "messo in una trappola", potrebbe derivare dal fatto che un cambiamento improvviso e non chiaramente spiegato ti ha fatto sentire confuso e vulnerabile. Questo è un aspetto importante: quando una persona si sente vulnerabile, come nel tuo caso, può reagire in modo più intenso, e può essere difficile comprendere il confine tra giustificate preoccupazioni e un’esagerazione emotiva. Il fatto che tu ti sia sentito tradito e manipolato è assolutamente legittimo, ma vale anche la pena riflettere su cosa ti ha portato a sentire quella manipolazione: è possibile che la comunicazione tra voi due non sia stata completamente chiara, e che tu abbia percepito la situazione in modo più emotivo che razionale.

È importante, però, che tu riconosca che anche il tuo terapeuta potrebbe aver vissuto la situazione come difficile e dolorosa. Il fatto che lui si sia sentito offeso e deluso dalle tue parole indica che anche lui ha avuto una reazione emotiva forte. In una relazione terapeutica, come in qualsiasi altra relazione, il rispetto e la comunicazione chiara sono essenziali. È normale, quindi, che tu abbia avuto delle reazioni emotive intense, ma forse l'intensità di quelle reazioni ha influenzato anche la qualità della comunicazione.

Il passo che hai fatto nel chiedere scusa è già un segno di maturità e consapevolezza. Hai riconosciuto che le parole dure che hai usato non erano appropriate, e questo è un aspetto positivo, che dimostra il tuo impegno a sistemare la situazione. Tuttavia, capisco che ti stai chiedendo se hai ragione nel sentirti ferito o se sei stato tu a sbagliare. La realtà è che in una situazione complessa come questa, entrambe le parti possono avere ragioni valide. Per cercare di recuperare almeno un aspetto umano della relazione, ti consiglierei di fare un passo indietro, riflettere su ciò che ti ha fatto sentire ferito e comunicare al tuo terapeuta in modo calmo e sincero i tuoi pensieri. Potresti spiegargli come ti sei sentito riguardo alla proposta economica e al cambiamento nelle condizioni, cercando di mantenere un tono di dialogo che favorisca la comprensione reciproca. A volte, è utile anche parlare apertamente di come la comunicazione nella relazione terapeutica possa essere migliorata, in modo da evitare malintesi in futuro. Se invece pensi che la fiducia sia compromessa in modo irreversibile, potresti considerare l'idea di valutare se un altro terapeuta possa essere una scelta più utile per te in questo momento. In ogni caso, se questa situazione ti sta creando difficoltà emotive o confusione, sarebbe utile parlarne con un altro professionista, in modo da avere un altro punto di vista e un supporto nel prendere decisioni su come procedere. Il percorso terapeutico è molto personale, e ogni momento di difficoltà può rappresentare un’opportunità di crescita, anche se questo implica momenti dolorosi.

In bocca al lupo per il tuo percorso, qualunque direzione deciderai di prendere.

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