Salve dottori, vedrò di essere più conciso possibile. Quando avevo 17 anni ho iniziato a soffrire d
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Salve dottori, vedrò di essere più conciso possibile.
Quando avevo 17 anni ho iniziato a soffrire di attacchi d'ansia acuti che hanno invalidato la mia vita poiché mi forzavano a rimanere in casa.
Sono stato stato curato con la paroxetina (sereupin) che ho perso per 2 anni circa ed ho iniziato a vivere nuovamente affrontando viaggi, amicizie ed amori.
Dopo circa 8 anni che stavo bene ho avuto nuovamente dei sintomi simili a quelli passati che gradualmente mi stavano facendo tornare la paura di uscire.
Il medico mi ha quindi consigliato di intraprendere nuovamente la terapia con paroxetina che nel giro di poco mi ha fatto nuovamente stare bene. Dopo averla presa per 2 anni l'ho smessa gradualmente, ma dopo neanche 3 mesi ho avuto altri episodi di ansia ed attacchi di panico che mi hanno portato a riprendere la terapia per altri 2 anni, stando complessivamente bene.
Arrivando ad oggi, età 35 anni, sono circa 3 mesi che ho smesso nuovamente la terapia con paroxetina.
Vi scrivo perché in questi 3 mesi che l'ho sospesa sto avendo alti e bassi che ho attribuito a sintomi da sospensione...ma adesso non so più cosa pensare. Quando quando devo fare qualcosa di più "impegnativo" come prendere l'auto per andare in un luogo lontano 5-10km da casa o qualcosa del genere...entro in ansia. Mi faccio forza e lo faccio ma è una faticaccia...io non voglio ritornare a prendere nuovamente il farmaco, ho timore dei danni che fa al mio corpo a lungo andare e non vorrei dipendere da questo. Oltretutto ogni qual volta che ho smesso la paroxetina accuso un forte reflusso gastrico...che neanche PPI o antiacidi riescono a debellare.
Vi chiedo pertanto qualsivoglia consiglio che mi aiuti ad intraprendere la scelta migliore.
Quando avevo 17 anni ho iniziato a soffrire di attacchi d'ansia acuti che hanno invalidato la mia vita poiché mi forzavano a rimanere in casa.
Sono stato stato curato con la paroxetina (sereupin) che ho perso per 2 anni circa ed ho iniziato a vivere nuovamente affrontando viaggi, amicizie ed amori.
Dopo circa 8 anni che stavo bene ho avuto nuovamente dei sintomi simili a quelli passati che gradualmente mi stavano facendo tornare la paura di uscire.
Il medico mi ha quindi consigliato di intraprendere nuovamente la terapia con paroxetina che nel giro di poco mi ha fatto nuovamente stare bene. Dopo averla presa per 2 anni l'ho smessa gradualmente, ma dopo neanche 3 mesi ho avuto altri episodi di ansia ed attacchi di panico che mi hanno portato a riprendere la terapia per altri 2 anni, stando complessivamente bene.
Arrivando ad oggi, età 35 anni, sono circa 3 mesi che ho smesso nuovamente la terapia con paroxetina.
Vi scrivo perché in questi 3 mesi che l'ho sospesa sto avendo alti e bassi che ho attribuito a sintomi da sospensione...ma adesso non so più cosa pensare. Quando quando devo fare qualcosa di più "impegnativo" come prendere l'auto per andare in un luogo lontano 5-10km da casa o qualcosa del genere...entro in ansia. Mi faccio forza e lo faccio ma è una faticaccia...io non voglio ritornare a prendere nuovamente il farmaco, ho timore dei danni che fa al mio corpo a lungo andare e non vorrei dipendere da questo. Oltretutto ogni qual volta che ho smesso la paroxetina accuso un forte reflusso gastrico...che neanche PPI o antiacidi riescono a debellare.
Vi chiedo pertanto qualsivoglia consiglio che mi aiuti ad intraprendere la scelta migliore.
Buongiorno , sostanzialmente la strategia terapeutica che lei ha seguito è corretta. Gli attacchi di panico hanno un andamento episodico e non è pronosticabile esattamente con che frequenza si ripresentano, ma necessitano comunque di un trattamento farmacologico. Si rivolga al suo psichiatra.
Cordiali saluti
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