Salve dottori, sono una ragazza di 28 anni e da circa 2 anni ho iniziato ha soffrire di attacchi di

23 risposte
Salve dottori, sono una ragazza di 28 anni e da circa 2 anni ho iniziato ha soffrire di attacchi di panico ed in seguito mi hanno diagnosticato la sindrome ansiosa depressiva, sono in terapia sia farmacologica che psicologica, rispetto all'inizio adesso riesco più a gestire l'ansia e il panico ma non riesco ancora a vivere, a tornare a quella vita di prima, e soprattutto vivo male il contesto familiare ed il posto in cui vivo motivo per cui la mia psicologa mi ha consigliato di fare un viaggio per andare a trovare la mia migliore amica che è stata l'unica persona che mi ha supportato e vorrei passare del tempo con lei. anche perché da quando sono iniziata a stare male mi sono ancora più isolata, l'unico problema è che lei vive in Sicilia ed io in Puglia ed ho paura di viaggiare, di stare male, di non sapere gestire la situazione, perché ho bisogno del controllo, di sapere che posso prendere aria quando ne sento la necessità ma soprattutto da quando ho avuto gli attacchi di panico e come se avessi bisogno di imparare tutto di nuovo e tra queste cose anche viaggiare e non volevo farlo da sola.
vorrei davvero andarci, ma la paura mi blocca, tutto il contorno mi blocca.
Gradire un vostro consiglio grazie mille
Gentile utente, le consiglio di parlarne con la sua psicologa in modo da poter affrontare insieme la situazione.
Resto a disposizione. Dott. Luca Rochdi

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Buongiorno,
mi dispiace per il momento di difficoltà che sta vivendo: il mio suggerimento è di riportare le sue difficoltà nel seguire il consiglio che le è stato dato direttamente alla sua psicologa, che in questo momento è la persona più indicata a trovare insieme a lei un modo per riuscire a farla viaggiare in serenità o comunque ad escogitare con lei un'alternativa per farla stare meglio

Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani
Buongiorno, sono dispiaciuta per ciò che le sta succedendo.
Mi rendo disponibile per affrontare ansia attacchi di panico anche mediante consultazioni online.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Carissima mi complimento con te per il coraggio che hai avuto nell'affrontare il disagio e le conseguenze a volte invalidanti che attacchi di panico e depressione possono portare. Concordo sull'ipotesi di intraprendere il viaggio per raggiungere l'amica e per la tua tranquillità ti consiglio di elaborare strategie e tecniche di rilassamento prima di partire. Inoltre potresti tentare prima un piccolo viaggio sempre in treno, supportata da un amico o parente e poi da sola. In sostanza potresti affrontare una sorta di allenamento propedeutico che ti rafforza e predispone ad affrontare il viaggio con maggiore sicurezza. Un caro saluto spero di esserti stata d'aiuto. Dott.ssa Anna Verrino
Gentile utente, posso comprendere come l'ansia e il panico siano per lei vincolanti nella vita di tutti i giorni impedendole di vivere delle esperienze come quella suggerita dalla sua terapeuta. Penso che proprio perchè ha una terapeuta di riferimento può sentirsi libera di esprimere queste difficoltà con chi la conosce da tempo, esplorando questa sua paura di viaggiare e l'ansia che si genera nella possibilità di non riuscire a gestire il panico, nel momento in cui dovesse presentarsi durante il viaggio. immagino abbiate degli obiettivi terapeutici e può risultare utile lavorare proprio sulla paura che la blocca, così come la possibilità di trovare delle strategie per gestire le sue emozioni. La domanda che mi verrebbe da porre è: cosa ci vogliono dire questo sintomi? la terapia è una buona strada per comprendere l'origine dei sintomi, lavorare su questa e riuscire a trovare le giuste strategie per gestire le emozioni.
Gentilissima, grazie molte del suo messaggio e della sua condivisione. In aggiunta alle cure che lei sta seguendo, psicologica e farmacologica, se volesse e fosse interessata, in modalità "on line" potrei volentieri insegnarle delle tecniche efficaci di movimenti soft che, se applicate tutti i giorni almeno per 15 minuti, la aiuterebbero a calmare gli attacchi di tachicardia, emozioni negative e ansia in eccesso, a ritrovare sicurezza e centralità, e per quel che può essere possibile, equilibrio psico-fisico. Non vi sono effetti collaterali. Si tratta di tecniche (non complicate) di Qi Gong provenienti dall'antica Cina, addirittura risalenti al primo secolo a.C. tuttora in uso tra i monaci (in particolare Shaolin, ma non solo) e in diversi ospedali dell'attuale Cina.
Salve Signora,
Effettivamente fare un viaggio è un impegno emotivo importante e da quel che descrive è comprensibile che Lei non se la senta.
Provi a parlare di questo suo disagio con la terapeuta che la segue, per trovare insieme delle strategie alternative. (Come ad esempio iniziare con piccoli spostamenti, magari accompagnati da un’altra figura a Lei cara e di supporto, che può essere un essere umano o un animale).

Cordialmente
Gentilissima, la sindrome di attacchi di panico dovrebbe migliorare a seguito di una terapia breve, mentre l'ansia di fondo può richiedere molto tempo. Nel modello di terapia detta "strategica breve" messa a punto dal prof. G. Nardone che ha avuto un grande seguito anche fuori d' Italia si insegna a non avere paura del panico, anzi addirittura a cercare di ottenerlo, naturalmente con delle accortezze consigliate dal curante. Inoltre può essere utile imparare un modello di respirazione particolare, centrato più sul soffiare e prolungare l'espirazione rispetto all'inspirare. Con queste accortezze gli attacchi dovrebbero ridursi dopo poche sedute. Cordialmente. dr. Leopoldo Tacchini
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, e grazie per la sua condivisione. Comprendo quanto possa essere difficile, per chi soffre di ansia e attacchi di panico, anche solo immaginare di affrontare un viaggio da sola, lontano dall'ambiente che sente familiare e sicuro. La sua paura è assolutamente comprensibile e comune in situazioni di questo tipo. Al tempo stesso, mi sembra che il desiderio di andare a trovare la sua amica rifletta un bisogno profondo di condivisione e sostegno emotivo, che potrebbe essere benefico per il suo percorso di recupero. mi trovo quindi d'accordo con la collega che le ha suggerito di partire.
La paura di perdere il controllo e di trovarsi in difficoltà è normale, ma potrebbe provare a spezzare questo percorso in piccoli passi: per esempio, cominciando con un breve viaggio in un luogo vicino, accompagnata da qualcuno di fiducia. Questo piccolo esercizio di "esposizione graduale" potrebbe aiutarla a ritrovare un senso di sicurezza progressivo. Un'altra possibilità potrebbe essere discutere con la sua terapeuta di tecniche di rilassamento e di gestione dell'ansia da attivare durante il viaggio, magari visualizzando ogni passaggio del percorso come un'opportunità di crescita personale.
La incoraggio a condividere apertamente questi timori con la sua terapeuta, che potrà supportarla nel costruire un piano di viaggio adeguato e gestibile, aiutandola a fare esperienza di piccoli successi che rafforzeranno la sua fiducia nel poter affrontare nuove sfide.
Gentilissima, comprendo pienamente quanto possa essere stato faticoso affrontare quanto da lei descritto in quanto questi momenti possono sembrare molto intensi e destabilizzanti. Tuttavia, è importante ricordare che esistono modalità efficaci per gestirli e superarli. Un passo fondamentale in questo processo credo sia la possibilità di condividere le proprie preoccupazioni e paure con il proprio terapeuta. Parlare apertamente delle emozioni che si stanno vivendo permette di esplorare insieme le cause profonde di queste difficoltà. Non esiti a portare queste tematiche al centro delle sue prossime sedute; il suo terapeuta sarà sicuramente in grado di offrirle il supporto necessario per affrontare con maggiore serenità le sfide che sta vivendo.
Ricordi che chiedere aiuto è un passo importante verso il benessere psicologico.

Dr.ssa Alessia Penzavecchia
Gentile utente,
nessuno meglio della psicologa che la segue può darle consigli a riguardo. E' stata lei stessa a consigliarle questo viaggio e saprà, senz'altro, indicarle delle strategie opportune per affrontarlo, magari scegliendo un mezzo piuttosto che un altro, oppure facendosi accompagnare, eccetera.
Stare del tempo con la sua migliore amica sicuramente le farà bene, ma non deve vederla come una terapia. Piuttosto sarà un ricettacolo di emozioni positive che allevieranno i suoi sintomi ansiogeni e avrà, così, occasione di verificare in prima persona che esistono alternative alla risposta di preoccupazione e paura, e che tali alternative sono intorno a lei.
Dovrà, però, continuare il suo percorso psicologico una volta tornata a casa. E lo dovrà fare serenamente e con pazienza, con obiettivi chiari e metodi facilmente applicabili. L'ansia e il panico non dovranno essere visti come qualcosa da evitare a tutti i costi (per esempio non uscendo di casa), ma come qualcosa che si può imparare a gestire, riconoscendo gli inneschi più frequenti e introducendo strategie efficaci di volta in volta.
Inoltre, creare opportunità di benessere, armonia, divertimento (anche un po' per volta), le consentirà di ricevere gratificazione dai suoi comportamenti e troverà più facile affrontare situazioni sociali o ambientali che oggi le sembrano montagne insormontabili.
Si affidi alla sua psicologa e troverà la sua strada per guarire.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Buonasera, il mio consiglio è quello di intraprendere un percorso con una psicoterapeuta che ti aiuti a trovare il tuo grounding ossia il tuo radicamento. In primo luogo dovresti iniziare a sentire te stessa, a conoscere o riconoscere il tuo corpo, le tue emozioni, le tue sensazioni e lavorare sulla tua autostima. Lavorare sulla respirazione per contrastare gli attacchi di panico. Una corretta respirazione aiuta a sentire meno ansia e a gestirla nel presente momento in cui si presenta. Ti consiglio di uscire anche da sola e di vivere la natura, osserva ciò che vedi. In merito al contesto familiare sarebbe necessario analizzare il motivo per cui lo vivi male, cosa è cambiato? Da quanto hai sentimenti di fastidio o di distanza con la tua famiglia?
Buonasera, sarebbe utile un processo progressivo e sistematico in questi casi. Se l'ipotesi di questo viaggio le provoca una forte ansia anticipatoria potrebbe voler dire che non è ancora pronta e potreste optare per una desensibilizzazione progressiva quindi partendo da piccoli spostamenti. Questo parlando unicamente del sintomo in modo materiale, la invito comunque ad approfondire con la sua psicologa le radici della sua ansia, le diagnosi sono molto meno importanti rispetto alla sua personale esperienza che invece è ricca di significati.
Le auguro ogni bene.
Buon proseguimento
Dott.ssa Chiara Cerqua
Cara ragazza, partirei dal condividere i suoi pensieri, le sue emozioni e le sue sensazioni rispetto allo scenario di questo viaggio insieme alla sua psicologa, in quanto è molto importante srotolare insieme il significato della sua paura come del suo bisogno di controllare ciò che le è intorno. La presenza di una persona che l'accompagni in questo viaggio e che costruisca per lei una risorsa potrebbe essere una possibilità, ne parli in stanza di terapia, vedrà che riuscirà a trovare le risposte alle sue domande. Grazie per aver condiviso la sua esperienza.
Ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la sua situazione e le sue paure. È evidente che stia affrontando un percorso molto sfidante con coraggio e determinazione. Gli attacchi di panico e la sindrome ansiosa depressiva possono influenzare profondamente la percezione che si ha di sé e del mondo circostante, minando il senso di sicurezza e controllo. È comprensibile che la prospettiva di un viaggio da sola possa sembrare opprimente, soprattutto quando si è in un processo di ricostruzione della propria rete di sicurezza e fiducia. Il desiderio di vedere la sua migliore amica e di sentirsi supportata e compresa è un passo positivo verso la guarigione, e dimostra la sua volontà di affrontare le paure per connettersi con persone che davvero valorizzano il suo benessere. Considerare l'idea di pianificare il viaggio a piccoli passi potrebbe aiutare a rendere il tutto più gestibile: prepari il viaggio in dettaglio, esplori le opzioni di trasporto più confortevoli, creando punti di riferimento e strategie di coping per sentirsi più sicura. Potrebbe essere utile parlarne con la sua psicologa per elaborare delle strategie che le permettano di affrontare l'ansia da viaggio. Forse trovare un modo per affrontarlo gradualmente, con il supporto di tecniche apprese in terapia, potrebbe darle un nuovo senso di padronanza e fiducia. Ricordi che compiere anche piccoli passi verso il suo obiettivo è un segnale di grande forza.
Sono qui per ulteriori discussioni o supporto se lo desidera.
Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
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Posso capire molto bene la difficoltà e il blocco che sta affrontando. Vivere con attacchi di panico e una sindrome ansiosa-depressiva può rendere anche le azioni più quotidiane, come viaggiare, una sfida importante, soprattutto quando emerge il bisogno di controllo e di sicurezza. Il desiderio di far visita alla sua amica è comprensibile: un contesto accogliente e il calore di una persona che l'ha sempre supportata possono rappresentare un'importante risorsa per il suo benessere e per interrompere l'isolamento che spesso si accompagna all’ansia. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, il blocco che descrive è comprensibile ed è una risposta a un circolo di pensieri che mantengono viva la paura di perdere il controllo. L'idea stessa di non sapere esattamente come potrebbe andare il viaggio può scatenare il bisogno di evitarlo per proteggersi dall’incertezza. Tuttavia, si tratta di un'ottima occasione per fare piccoli passi, cercando di bilanciare questa paura con strategie di gestione. Un primo consiglio è quello di “spezzare” il viaggio in passi più piccoli e gestibili, con un approccio graduale. Ad esempio, potrebbe iniziare con brevi spostamenti che richiedono poco tempo e impegno, come brevi tragitti in treno o autobus verso luoghi vicini, per abituarsi gradualmente all’esperienza del viaggio fuori casa. L’idea è quella di sviluppare gradualmente la fiducia nella propria capacità di far fronte a situazioni simili. Fare pratica con piccoli spostamenti, ripetuti più volte e in un ambiente familiare, può ridurre l'ansia e aumentare la sensazione di controllo. Un'altra strategia è la preparazione anticipata per affrontare eventuali episodi di ansia durante il viaggio. Porti con sé oggetti che le diano conforto (ad esempio musica rilassante o un libro che ama) e provi a pianificare dei momenti di pausa per rilassarsi e prendere aria, sapendo che può fermarsi se ne sente il bisogno. Può aiutare anche immaginare in anticipo come potrebbe rispondere a una situazione di panico o di ansia, visualizzando se stessa che utilizza le tecniche di respirazione o di grounding che ha appreso in terapia. Visualizzare le azioni di fronte alle situazioni temute, può, infatti, ridurre il timore del viaggio, creando una "guida mentale" che rafforza la fiducia in sé. Un’altra possibilità è considerare di non fare il viaggio completamente da sola, almeno la prima volta. Magari, se è possibile, potrebbe organizzarsi con un amico o un familiare per affrontare insieme questa esperienza, almeno fino a che non sente di avere maggiore sicurezza. In ogni caso, le sue paure non devono ostacolare questo obiettivo importante. Anche se ci vorrà del tempo per superare del tutto queste sensazioni, il fatto che riesca a porsi l’obiettivo di vedere la sua amica è già un segnale positivo e un passo significativo nel percorso di ripresa. Non si aspetti un cambiamento completo e immediato, ma dia valore a ogni passo in avanti. Ciò che sta facendo, anche solo considerando il viaggio e chiedendo consiglio, è una dimostrazione di grande impegno verso se stessa e verso la propria guarigione. Se decide di partire, ogni momento sarà un'occasione per allenare la gestione dell’ansia e rafforzare la fiducia in sé. E se mai dovesse avere un momento difficile durante il viaggio, provi a ricordare che ha già superato situazioni simili: il disagio passerà, e avrà aggiunto un’altra piccola vittoria per sé. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Cara utente, il fatto che tu stia cercando di affrontare questa difficoltà è molto importante. La paura di viaggiare è comprensibile, soprattutto quando ci si sente vulnerabili. È normale voler mantenere il controllo quando si soffre di ansia, e la tua richiesta di sentirti sicura è legittima.
Il consiglio che ti do è di procedere con gradualità. Potresti iniziare con brevi spostamenti o simularli mentalmente, per abituarti all'idea. Organizza il viaggio in modo che tu possa sentirti più a tuo agio, ad esempio scegliendo orari o modalità che ti diano meno stress. Parla anche con la tua amica, così che lei possa prepararsi ad accoglierti nel miglior modo possibile.
Ogni passo che farai, anche piccolo, è già un progresso. In un certo senso la paura va ascoltata e compresa perché vuole proteggere e comunicare qualcosa, ma non deve impedirti di muoverti verso ciò che desideri. Vai con calma, rispettando i tuoi limiti, e continua il percorso intrapreso con la tua psicologa.
Buona giornata.
Dott. Paolo Cavallin
Buongiorno, dalle parole si capisce quanto la situazione sia pesante. Le cure farmacologiche alleviano i sintomi, purtroppo non credo che nella maggior parte dei casi possano essere sufficienti per poter permettere alla persona di stare bene.
Il sintomo infatti ci comunica qualcosa, attraversando il dolore che provoca, riuscendo a viverlo, anche insieme, è forse possibile integrarlo con la nostra persona come intero, riuscendo a renderlo in equilibrio con gli altri nostri vari funzionamenti.
Sembra molto bella questa spinta verso la sua amica, una specie di ancora di salvezza quasi, anche se difficile da raggiungere. Occorre nuotare per poterla toccare. Un lavoro su sé stessi può aiutare nel conoscersi e trovare nuovamente ciò che ci spinge verso movimenti vitali che, dal dolore, ci rendono poi completi e capaci di gioire di ciò che ci circonda.
So che sono parole un po' "aeree", spero nonostante ciò, di essere riuscita a darle uno spiraglio si sollievo. Un grande in bocca al lupo
Salve, mi dispiace molto per il malessere che sta provando ma penso che lei stia facendo la cosa giusta accettando un supporto sia farmacologico che psicologico. Nel messaggio anche lei si rende conto di aver fatto miglioramenti rispetto al passato, sicuramente per guarire del tutto da tale situazione ci vuole tempo, forse più tempo di quello che lei immaginava. Per chi ha una tendenza maggiore ad esercitare il proprio controllo su ciò che lo circonda, è particolarmente difficile fare propria l'abitudine a lasciarsi andare, a vivere il momento, a non pianificare, ad accettare l'imprevisto. Ma ciò non è impossibile. Si dia ancora tempo, continui a lavorare su di sè e vedrà che piano piano le cose andranno per il verso giusto.
Saluti, dott.ssa Agnese Compagnucci
Buongiorno, ti ringrazio per la domanda. Le tue paure sono legittime, come dici giustamente tu, è come se stessi in qualche modo rimparando tutto da capo, quindi anche un'esperienza come un viaggio può sembrare difficile e spaventosa. Questo non significa però che con i giusti strumenti tu non la possa gestire. Infatti, insieme alla psicologa puoi analizzare tutte le tue paure rispetto al viaggio e trovare delle strategie per gestire l'ansia nei momenti di difficoltà. L'unica cosa che posso consigliarti intanto è di considerare tutti i benefici che questo viaggio ti darebbe e focalizzarti sull'importanza che avrebbero per te questi vantaggi. Una volta che hai chiaro gli obiettivi, puoi iniziare a scomporre il viaggio in piccoli step intermedi (che puoi anche rappresentarli su un foglio come se fossero i gradini di una scala). Il primo potrebbe essere ad esempio, scegliere il periodo in cui andare e segnare la data sul calendario, il secondo prenotare i biglietti e così via. Dopo di chè concentrati su uno step alla volta e in questo modo ti accorgerai che questi passaggi non fanno così paura presi singolarmente. Sono sicura che preparandoti bene con la tua psicologa, tu sia in grado di affrontare questa sfida, nonostante le difficoltà. Spero di esserti stata d'aiuto e ti auguro di riuscire a realizzare i tuoi obiettivi. Resto a disposizione. Dott.ssa Anna Tosi
Buongiorno gentile Utente, comprendo quanto il desiderio di tornare a una vita più libera e serena si scontri con le difficoltà che l’ansia e il panico portano con sé. È naturale che, dopo episodi intensi e duraturi di panico, molte attività che prima erano automatiche possano ora apparire come vere sfide. Viaggiare, in particolare, può sembrare rischioso, soprattutto quando si desidera mantenere un controllo costante sulla propria capacità di sentirsi al sicuro e di gestire eventuali sintomi.
Il fatto che, nonostante queste difficoltà, stia continuando sia il percorso psicoterapeutico che quello farmacologico è positivo e dimostra una grande forza di volontà. Il suggerimento della sua terapeuta di fare questo viaggio ha probabilmente anche lo scopo di farle sperimentare un nuovo contesto, lontano dalle pressioni quotidiane e dall’isolamento che sente, con una persona a lei vicina e supportiva. La possibilità di stare con un’amica fidata potrebbe offrirle una dimensione di conforto e affetto che potrebbe risultare rigenerante.
Potrebbe aiutarla pensare al viaggio in piccoli passaggi e pianificare le cose a cui tiene per sentirsi sicura: ad esempio, organizzare soste frequenti o un itinerario semplice e a basso stress, anche prevedendo l’eventualità di fare una parte del viaggio accompagnata o con il supporto di una persona di fiducia, se questo può darle maggiore tranquillità. Stabilire prima un “piano di emergenza” con azioni da seguire se dovesse sentirsi sopraffatta potrebbe inoltre darle più sicurezza, sapendo di avere a disposizione strategie concrete per gestire eventuali momenti di ansia.
Non si imponga di “andare a tutti i costi”, ma piuttosto, provi a sperimentare ogni fase del percorso in modo graduale, per testare come si sente. Ricordi anche che ogni progresso, per quanto piccolo, è un passo verso quella vita più libera che desidera e che, con il tempo e la pazienza, diventerà sempre più raggiungibile.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Gli attacchi di panico sono un sintomo comune ma che possono inficiare la qualità della vita di chi ne soffre.
Una volta avuto uno o più episodi di instaura "la paura di aver paura" un circolo vizioso che fa ritirare la persona.
Ma il ritiro è il contrario della soluzione, anzi accentua il problema perchè aumenta la paura di aver paura.
La psicoterapia accompagnata da farmaci o meno, è un potente strumento per affrontare il sintomo.
Maria Grazia Antinori, Roma

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