Salve Dottori, sono un ragazzo giovane e vorrei davvero ricominciare la terapia. Ho concluso sei an

16 risposte
Salve Dottori,
sono un ragazzo giovane e vorrei davvero ricominciare la terapia. Ho concluso sei anni di terapia in cui ho visto molti progressi, ma ho dovuto interromperla perché la fiducia tra me e il terapeuta si è rotta. Si è rotta definitivamente, e sono tranquillo nella mia mente che sia stato lui a sbagliare.
Ma è da quando ho interrotto che fatico ad andare avanti, segno che il tempo di cavarmela da solo non sia ancora arrivato. Tuttavia, non posso ricominciare la terapia perché non ho soldi, finora mi hanno pagato i miei genitori, ma ora non mi sogno di chiedere loro i soldi perché sono un adulto, e anzi, se ricominciassi la terapia, mi darebbe fastidio anche che loro lo sapessero. Non avete idea dell'ambiente svalutativo in cui vivo, mia madre che crede che io abbia seri problemi psicologici e ogni tanto ripete che io devo cominciare la terapia. Detesto dirlo, ma mi fa male. Non mi fa tanto male avere avuto due genitori privi di amore (come ho scoperto in terapia); mi fa male che mia madre non riconosce minimamente i progressi che ho fatto, e, dall'altro lato, mi fa male che non si renda conto minimamente che mia sorella è quella che avrebbe maggiormente bisogno di una terapia.
Posso solo dire che me la sto cavando da solo in una situazione impossibile, in cui altri si sarebbero arresi da tempo. Lotto contro tutti, contro due genitori inetti e contro una sorella che è stata definita dal mio terapeuta 'isterica e bulla', lotto contro la mancanza di amici (non ne ho nemmeno uno eppure Dio sa cosa ho fatto per trovarmene) e nello stesso tempo occupo le mie giornate a studiare e lavorare per dare forma ai miei desideri e obiettivi. Ma con la scarsa autostima che mi ritrovo e con le mie ossessioni (specialmente quella di ripetere per ore nella mia testa i dialoghi con mia madre e con mia sorella), sta diventando impossibile andare avanti.
Cosa posso fare? Lavoro non riesco a trovarne oppure trovo solo lavori incompatibili con l'università. E se anche lo trovassi, a questo punto dovrei andare almeno una volta alla settimana in terapia: come giustificherei le mie uscite ai miei genitori? Tutte le volte in cui rispondo solo "esco", mi dicono che sono aggressivo e che dovrei dire dove vado. Potreste darmi un consiglio su come affrontare la situazione?
Grazie a tutti quelli che avranno letto.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi il suo vissuto emotivo. Scrive di vivere una situazione impossibile, quindi le consiglio di intraprendere un percorso psicologico per farsi aiutare.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, colgo un grande conflitto che sta vivendo tra il desiderio riprendere un percorso psicologico e il timore di non riuscire a sostenerlo economicamente in modo autonomo. Non so in che città si trovi ma può provare a rivolgersi al servizio pubblico che ha costi ridotti. E per il disagio che sente nel condividere questa scelta con i suoi genitori, sono sicura che se la motivazione per intraprendere la terapia è forte troverà il modo migliore per parlarne in famiglia.
Un saluto,
Dott.ssa Baiardo Bruni
Salve,
Mi sembra chiaro dentro di lei il bisogno di continuare il lavoro su di se’ per permettersi di fare ulteriori passi. Sicuramente il suo processo di separazione dalle figure genitoriali e di individuazione di se’ è faticoso e complicato ulteriormente dalle dinamiche attuali.
Cerchi se in ambito pubblico, ad esempio nel consultorio territoriale, c’è qualche possibilità di essere seguito. Diversamente sarà necessario dipendere in parte economicamente dai suoi genitori per avere un nuovo spazio terapeutico grazie al quale maturare la propria autonomia emotiva.
Dott.ssa Floriana Panebianco
E' colpa del terapeuta. I miei genitori sono inetti e screditanti. Non ho amici. E' mia sorella che dovrebbe andare in terapia.

Assumersi la responsabilità di un disagio psicologico è arduo, come altrettanto arduo è mettersi in discussione senza colpevolizzare sistematicamente il prossimo.

Non dimentichi che esistono anche strutture pubbliche a cui rivolgersi qualora ci sia una autentica motivazione ad assumere comportamenti proattivi.
Salve, si e informato se c'è un servizio di consulenza psicologica messo. disposizione dall'università? Diversi atenei hanno attivato questo servizio per aiutare gli studenti universitari. Eventualmente potrebbe rivolgersi al servizio pubblico pagando il ticket. Spero di averle dato qualche input utile.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Buonasera,mi dispiace per la sua difficile situazione, è necessario che riprenda un percorso psicologico,.Non deve rendere conto di tutto quello che fa ai suoi genitori ,trovi nella sua zona un centro pubblico che possa occuparsi delle sue difficoltà familiari .Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Gentile utente,
riconosce che ha bisogno di ricominciare la terapia e fin qui ci siamo. Andiamo agli ostacoli, al primo posto mi sembra che ci sia il conflitto non risolto con sua madre poichè non apprezza i suoi miglioramenti, non la "riscatta" , figuriamoci quando viene a sapere che riprende la terapia potrebbe sentire giudizio, vergogna. Inoltre, sua madre reputa che sua sorella non ha bisogno di terapia rispetto a lei... Al suo posto metterei da parte l'orgoglio e parlerei con i genitori per ricevere aiuto nel migliore dei modo possibile.
dott.ssa S.Zito
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Salve. Comprendo che può essere difficile la sua situazione ma se sente che nel precedente percorso psicoterapeutico ha avuto dei risultati, ricominci da lì, dai risultati che ha ottenuto. Non si perda dietro il riconoscimento di sua madre o degli altri, l'importante è che lo riconosca lei. Se sente veramente il bisogno di riprendere il percorso psicoterapeutico, non faccia l'orgoglioso e chieda aiuto economico alla sua famiglia, se possono sostenere il costo, altrimenti si rivolga a un servizio pubblico. Distinti saluti.
Buonasera, lo so bene che non è facile organizzarsi con l'aspetto economico per intraprendere una psicoterapia. A breve uscirà in gazzetta il bonus psicologico se rientra con ISEE potrebbe usufruirne, ovvio giusto per ricominciare! Il mio approccio è sistemico relazionale e l'aspetto volentieri per un lavoro insieme, mi ha incuriosito molto il suo messaggio. Salutissimi dott.ssa Maria Lombardo
Buonasera. Credo sia molto importante che senta e riconosca la necessità di riprendere il percorso psicoterapeutico che ha interrotto per continuare a lavorare sulla propria autonomia ed il proprio benessere.
Condivide qui con noi gli ostacoli che sente le impediscono di riprendere la psicoterapia, che sono l'aspetto economico e il doversi confrontare con i propri genitori; è difficile poterle darle risposte ed indicazioni precise in tal senso perché solo lei stesso può valutare e trovare i modi migliori per affrontare e superare queste difficoltà. L'unico suggerimento che sento di volerle dare è quello di riflettere sulla possibilità di dare la priorità principale, tra i vari aspetti, alla propria salute ed alla propria crescita, e direzionarsi verso le migliori scelte possibili per sé. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Gentile utente di mio dottore,

dal suo racconto emerge una situazione impossibile da sostenere che le genera troppa sofferenza per poter esser gestita da soli, quindi la mia indicazione come quella dei colleghi che mi hanno preceduto è quello di intraprendere un percorso psicoterapico per farsi aiutare. Non deve rendere conto di tutto quello che fa ai suoi genitori ,trovi nella sua zona un servizio pubblico dell ASL che possa occuparsi delle sue difficoltà.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dunque, la situazione è abbastanza intricata per come la descrive, ma il suo livello di consapevolezza è alto. Il suggerimento che le posso dare è, cinicamente, se ne freghi se sua madre ritiene che non abbia fatto progressi e dica che ha ancora bisogno di terapia. Di fatto ne sente il bisogno anche lei. Si faccia pagare le sedute e vada avanti con il suo percorso. Sarebbe un peccato dopo tutti i progressi fatti interrompere la terapia per orgoglio. Approfitti della situazione, poi se e quando dovesse trovare un lavoretto che glielo permetterà si pagherà lei le sedute (già l'intenzione è ammirevole)
Gentilissimo, la ringrazio per averci raccontato i suoi vissuti. Quello che mi sentirei di consigliarle è di concentrarsi maggiormente nel ritrovare il suo benessere, e iniziare un nuovo percorso terapeutico potrebbe aiutarla a gestire meglio anche le dinamiche familiari e relazionali. Resto a disposizione per un consulto, un caro saluto.
Buonasera, mi dispiace per la situazione che sta vivendo e mi complimento per la sua tenacia nel costruirsi, o ricostruirsi, un futuro diverso. Può rivolgersi ad un servizio pubblico della zona o cercare fra i terapeuti del portale qualcuno con le tariffe a lei più congeniali. In alternativa potrebbe valutare di accettare la proposta di sua madre sapendo che da parte sua non avrà le gratificazioni immediate sui progressi ma di sicuro raggiungerà l'obiettivo che desidera.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, sottolinei con più forza i progressi raggiunti che ci ha raccontato piuttosto che soffermarsi sulle difficoltà che la mettono in crisi. I rapporti familiari sono importanti ma lei deve continuare a lavorare su se stesso per i suoi obbiettivi e per ciò che lei ritiene importante e non di certo per avere l'accettazione della sua famiglia che lei ci racconta non molto empatica nei suoi confronti. Mi rendo conto che una terapia psicologica privata comporti costi che a volte non è possibile sostenere ma può rivolgersi alla sua ASL e farsi indicare centri di ascolto che potranno aiutarla almeno per il momento e fino a quando la situazione lavorativa migliorerà consentendole percorsi psicologici diversi. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio

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