salve dottori sono un ragazzo di 21 anni la quale non so più che fare ho sofferto parecchio di stati

19 risposte
salve dottori sono un ragazzo di 21 anni la quale non so più che fare ho sofferto parecchio di stati d’ansia molto intensi con attacchi di panico, il mio problema si presenta quando un anno fa ho preso il covid e da lì dopo gaurito e successo l’inferno ho preso questo pensiero fisso che il mio respiro non fosse più autonomo e cercavo ogni volta di controllarlo ho una certa paura penso che non sia più autonomo ho alemeno ci pensavo ho fatto tante visite electrocardiogramma ed eco rx torace esami del sangue e tutto nella norma , questo pensiero avvolte viene e avvolte va adesso è una specie di ossessione sento sempre il mio respiro svolgo attività quotidiane ma finché non mi distraggo il pensiero e lì cosa posso fare?
Gentile ragazzo buongiorno,
questa sua ossessione per il respiro non è un fenomeno raro, è pesante da gestire , me ne rendo conto, ma se ne può uscire. Il respiro è un’azione meccanica, non richiede il nostro controllo, lei però non riesce farne a meno, è come se il suo bisogno di controllo controllasse lei, giusto? E questo le crea problemi anche a livello respiratorio, perché controllare una funzione automatica in qualche modo la altera: respiro corto, accelerato, annaspante … e chi più ne ha più ne metta.
Ci racconta che l’abitudine a controllare il respiro è nata con il Covid, una malattia con importanti ripercussioni a livello respiratorio che in qualche modo hanno giustificato tale attenzione. Ma un’abitudine così come si apprende si può abbandonare. Non è semplice, richiede delle tecniche ma si può fare. Per questo la invito a consultare uno psicologo, perché il suo problema è assolutamente risolvibile. Un caro saluto,
dott.ssa Manuela Leonessa

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Molti di noi hanno risentito molto di questo periodo di covid, sia fisicamente a causa delle conseguenze della malattia, sia psicologicamente per il senso di incertezza e di paura che ha portato nelle nostre vite. Da quello che racconta, escludendo cause fisiche, sembrerebbe che in seguito alla malattia si sono manifestati sintomi di tipo ansioso, che credo varrebbe la pena di approfondire e affrontare per esempio con una psicoterapia. Spero di esserle stata utile, un caro saluto
Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che descrive perchè soffrire di attacchi di panico è debilitante per la mente e per il corpo. Le consiglio caldamente di prendersi cura di sè chiedendo aiuto a un professionista che possa aiutarla a comprendere l'origine di questo suo malessere e come riappropriarsi della sua vita. Penso potrebbe apprezzare un intervento a stampo cognitivo comportamentale che lavora proprio sul rapporto tra pensieri, emozioni e comportamenti al fine di fornirle strumenti e tecniche per affrontare e modificare pensieri disfunzionali intrusivi (come ad esempio quelli che ha descritto). Qualora volesse parlarne meglio assieme, resto a disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Irene Gorrino
Buongiorno, la sua condizione di ansia è più che comprensibile e legittima, visto il suo trascorso, specialmente dato che il respiro è qualcosa che non ci lascia mai.
Di base suggerirei di praticare tecniche di respirazione per imparare a stare e sentire il proprio respiro; il video di youtube "Tecnica di respirazione: come migliorare la coerenza cardiaca e alleviare lo stress ogni giorno" può aiutarla a familiarizzare col respiro.
Qualora dovesse crearle troppo ansia o il disagio si estenda a molti ambiti della vita le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo esperto in gestione dell'ansia o tecniche di rilassamento.
Cordialmente,
Paride Lunghi
Buongiorno,
Mi spiace che Lei stia così male.
Sono convinta che ci sia qualcosa di più profondo da capire insieme.
A volte siamo inconsapevoli di ciò che abbiamo e con aiuto e supporto possiamo arrivare alla soluzione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buongiorno, distrarsi è sicuramente una tentata soluzione che lei ha escogitato ma che comunque, mi sembra di comprendere, non le risolve la presenza di questo pensiero intrusivo. Credo sia importante per lei chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta per poter affrontare insieme ed in modo definitivo il disagio che sta vivendo in questo periodo della sua vita.
Caro utente, ti ringrazio per aver condiviso il tuo vissuto e la tua storia, dalle tue parole si percepisce che stai attraversando un momento difficile.
In tutta sincerità, rispondere alla tua domanda non è facile in quanto non conosco approfonditamente la tua storia e i tuoi vissuti.
Un consulto psicologico potrebbe essere un modo efficace per affrontare le sfide che stai vivendo e lavorare insieme per trovare delle soluzioni.
Se ti va, possiamo parlarne in consulenza psicologica attraverso la videoconsulenza online, sarei felice di aiutarti a trovare le risposte che stai cercando e di sostenerti. Ti aspetto con piacere e se posso esserti d’aiuto resto a tua disposizione. Un saluto caloroso, Dott.ssa Chiara Esposito.
Posso capire che sia una situazione spiacevole e grazie di aver condiviso. Sarebbe importante lavorare sui pensieri che le causano malessere, soprattutto, in base a ciò che descrive, se persistono, sono intrusivi, indesiderati, le causano ansia o disagio o tenta di sopprimerli.
Se avverte un forte disagio è consigliabile intraprendere un percorso per raccontarsi e gradualmente identificare e lavorare su quei pensieri disfunzionali che la fanno stare male.
Un caro saluto
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo, immagino come sia difficile per Lei distrarsi e pensare ad altro. Il disturbo d'ansia molte volte comprende una sintomatologia fisica data da tachicardia, respiro affannoso, eccesiva sudorazione, dolori al petto. Da quello che dice sembra che con il Covid sia esplosa la sua sintomatologia ansiosa e la posso comprendere benissimo dato il periodo difficile che abbiamo passato ma le posso anche dire che con la psicoterapia i disturbi d'ansia si possono curare.
L'ansia si può definire come una punta di un iceberg che nasconde altri vissuti o conflitti sottostanti che non riescono ad emergere ed è per questo che con un percorso terapeutico è possibile capire cosa c'è e che cosa la sta mettendo in allerta.
Rimango disponibile qualora avesse bisogno di ulteriori chiarimenti o informazioni.
Cordiali saluti
dr.ssa Rosalia Bellavia
Gentile utente,
sicuramente il Covid ha rappresentato un momento davvero difficile, un vero e proprio trauma che ha rotto molti equilibri. Potrebbe aiutarla iniziare un percorso psicologico per andare ad esplorare meglio questo sintomo legato al respiro e trovare delle strategie per gestirlo.
Sono a disposizione per qualsiasi richiesta. La ringrazio.
Dottoressa Simona Bruno
Buonasera gentile utente. Un vecchio ma saggio motto cinese recita "conosci il tuo nemico". Sicuramente la sensazione di mancanza di respiro è una delle paure ancestrali che ci accompagnano fin da piccoli ed è essenzialmente legata all'attività del nucleo cerebrale noto come Amigdala. L'amigdala si attiva in presenza di stimoli pericolosi per la nostra sopravvivenza e genera una reazione fisiologica e un comportamento di risposta automatico. Quando il pericolo è reale e concreto, il comportamento manifesto è la fuga da quella situazione oppure una reazione di sfida alla minaccia. Quando invece il pericolo non è reale ma solo percepito (é il suo caso, visto che tutti gli esami clinici sono nella norma), la reazione che l'amigdala determina è un attacco di ansia: il corpo e la mente si preoccupano eccessivamente e scatenano una serie di sintomi disagevoli, come sudorazione profusa, tachicardia, senso di impotenza, pensieri catastrofici e altro.
Il problema è senz'altro risolvibile con l'intervento psicologico. Le consiglio le pratiche della Psicologia Positiva e della Mindfulness che l'aiuteranno concretamente a prendere piena consapevolezza del proprio respiro, anche quando esso non è regolato dalla volontà, a gestire l'insorgere di emozioni negative, a esercitare il controllo sulle reazioni del proprio corpo, in particolare sullo stress emotivo. L'intervento dello Psicologo Positivo inoltre contribuirà a migliorare il suo stile di vita, le sue abitudini e le sue relazionali sociali, lavorando sulle sue potenzialità e sul suo benessere interiore. Rimango a sua disposizione, anche online, per ulteriori informazioni su questo metodo di intervento e per qualsiasi altra domanda. Dott. Antonio Cortese
Gentile utente .la sua ossessione di controllare il respiro è qualcosa che può essere gestito sicuramente ! Bisogna comprendere, a mio avviso,l’origine di tale bisogno. Magari dietro si cela il bisogno di controllo anche di una funzione puramente involontaria e meccanica . Se vuole ne possiamo parlare in consulenza. L’aspetto!
Eugenio di Giovanni
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Se ho capito bene, da quando ti sei ammalato hai iniziato a far caso al tuo respiro e da lì sono iniziate una serie di domande sul tuo respiro, così tante che arrivi a raggiungere importanti momenti di ansia e addirittura quelli che sembrano attacchi di panico. Tutto questo nonostante tu sia guarito.
Posso dirti che tutto questo non è nulla di nuovo: respirare è un'attività naturale e spontanea del nostro corpo, nel momento in cui ci facciamo caso blocchiamo proprio quella naturalezza e spontaneità... e lì nascono i casini. Nasce il bisogno di controllare che tutto vada bene, l'ascoltare come respiriamo e tante altre modalità che non aiutano a chiudere la parentesi che abbiamo aperto. Ho tenuto alcune serate proprio su questo tema e ho fatto toccare con mano agli ospiti come il nostro corpo/mente si agita se noi tentiamo di controllare il nostro respiro. Si può "controllare", ma dev'essere in un modo sano.
Spero di averti dato qualche spunto da cui partire.
Salve, mi dispiace per la situazione. Gli attacchi di panico creano molto disagio e, spesso, si avverte la paura che possano ritornare inaspettatamente. Dopo la guarigione, il suo focalizzarsi sul respiro potrebbe aver provocato uno scompenso che ha poi ha portato all'esordio sintomatologico ansioso. Al di là delle cause, l'ansia e il panico sono situazioni comuni nella pratica clinica. Pertanto, le consiglio di rivolgersi ad un professionista psicologo che la possa aiutare a gestire questa emotività e a comprendere meglio il come e perché.
Resto a disposizione, SJC
Buongiorno, grazie della condivisione, mi dispiace per la sua situazione. Questi pensieri ossessivi sul respiro possono verificarsi, solitamente le ossessioni sono come delle dighe che ci aiutano a tenere sotto controllo i pensieri. E' importante prendersene cura e comprendere il perchè ci sia questa necessità, per far sì che i sintomi regrediscano.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Le auguro il meglio. Dott.ssa Rota
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Gentilissimo, le dico una cosa che disse a me una bravissima terapeuta con approccio integrato con la meditazione yoga: il nostro corpo non smette mai di respirare. Anche quando noi non ne abbiamo percezione chiara, quando ci sembra di perderne il controllo, lui respira, sempre. È nostro alleato nella nostra sopravvivenza.
La tematica che riporta di preoccupazione ossessiva per la respirazione aumentata in seguito al covid, dovrebbe essere compresa ed elaborata in un setting terapeutico. Io sono a disposizione per svolgere il percorso online, dott.ssa Anastasia Giangrande
Salve, il covid è stato un danno per corpo e psiche, questo è innegabile.
La paura della morte ha scoperchiato qualcosa che era lì nel buio del profondo, legato a doppio filo al "respiro", cioè alla vita. Sicuramente ci si può lavorare insieme.
Un caro saluto
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Buongiorno,
sono molto dispiaciuta per la sua situazione, vivere con questo tipo di pensieri è veramente difficile. Queste preoccupazioni sono aumentate nella popolazione dopo il COVID, ma non sono da sottovalutare. L'incertezza che ha portato a livello sociale ed individuale ha avuto un grande peso su di noi.
E' necessario indagare più a fondo questa sua preoccupazione in generale e in relazione alla sua vita e alla sua storia. Le consiglio dunque di rivolgersi ad un professionista per una consulenza ed eventualmente l'avvio di un percorso.
Cordialmente,
Dott.ssa Elisa Fiora

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