Salve dottori, io ho un piccolo grande dubbio. Per guarire dal doc ci vuole una psicoterapia giusto,
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Salve dottori, io ho un piccolo grande dubbio. Per guarire dal doc ci vuole una psicoterapia giusto, favorevolmente cognitivo comportamentale, ma se si instaura un buon rapporto col medico qualsiasi indirizzo può risultare efficace. La psicoanalisi si basa, da quello che ho capito, sul appunto analizzare il passato e il presente del paziente. Quindi diciamo che fra le due quella che più si basa sulle parole è 'analisi, no? Io ho fatto 8 sedute con la dottoressa dell'Asl e sicuramente abbiamo non abbiamo usato un metodo, abbiamo semplicemente parlato e non mi incalzava neanche in quello (minuti e minuti di silenzio). Un altro dottore mi ha proposto di fare sedute un cui usava Freud e altri filosofia e mi diceva che a volte aveva usato anche qualcosa di cognitivo comportamentale. Come devo procedere? Grazie
Buonasera, è sempre bene che per la cura ci si affidi ad una persona con cui si abbia una buona relazione.
La psicoanalisi aiuta a rintracciare le cause scatenanti, e da quello l' interessato inizia a lavorare su se stesso. La terapia cognitivo-comportamentale si occupa di cambiare alcuni comportamenti rispetto a determinati stimoli. È possibile lavorare per il DOC anche mediante EMDR. Distinti Saluti. Dott.ssa Sarno
La psicoanalisi aiuta a rintracciare le cause scatenanti, e da quello l' interessato inizia a lavorare su se stesso. La terapia cognitivo-comportamentale si occupa di cambiare alcuni comportamenti rispetto a determinati stimoli. È possibile lavorare per il DOC anche mediante EMDR. Distinti Saluti. Dott.ssa Sarno
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Buonasera, diciamo che in psicoterapia ciò che fa la differenza e che quindi produce un cambiamento è relazione tra paziente e professionista. La ricerca del terapeuta giusto non è facile, le posso consigliare di affidarsi a come si sente nella stanza di terapia: se si sente accettato, non giudicato e se percepisce che chi la sta aiutando è in grado di motivarla a cambiare.
Buona ricerca,
Dott. Buffa
Buona ricerca,
Dott. Buffa
Gentile utente, la sua domanda, anche se viziata da informazioni errate che nel tempo si sono comunemente diffuse, è più che lecita. La risposta che sento di darle è che non esiste una terapia più efficace di un'altra nel trattamento di un diaturbo specifico ma bensì un professionista più adeguato a trattare un determinato tipo di persona. Per essere più chiari, più che il Doc in forma generale e identico per tutti esiste la sua specifica forma di doc tarata sulla sua personalità specifica e quindi serve un professionista che sappia modellare un trattamento che si confà in maniera adeguata alla sua peculiare persona. La teoria di riferimento, al paziente, fa poca o nulla differenza. La persona con cui si trova nella stanza di intervento, invece, ne fa molta. Cordiali saluti, Marco Casella.
Gentile Utente, grazie per aver condiviso le sue riflessioni. Comprendo la sua confusione e le sue perplessità riguardo alla scelta di un professionista, è normale porsi queste domande. Credo però che potrebbe esserle maggiormente d'aiuto concentrarsi sul tipo di relazione che si crea con il terapeuta (come Persona). Un elemento fondamentale della terapia è proprio questo: sentirsi a proprio agio, ascoltato e accolto. Se c'è un buon rapporto umano, si può creare un ambiente sicuro. Mi sembra di aver capito che ha già iniziato un percorso con una Dottoressa, magari potrebbe essere utile comunicare anche a lei questi suoi sentimenti e dubbi, per poterli esplorare insieme, al fine di raggiunge una maggiore chiarezza.
Un caro saluto
Un caro saluto
Buonasera...mi permetto di dire solamente che, anche se gli approcci possono utilizzare metodi differenti, hanno comunque il fine di raggiungere il benessere del paziente dunque la cosa più importante è certamente la relazione che si crea.
Se sente che con il suo terapeuta si trova a suo agio non si preoccupi troppo del metodo che utilizza.
Se sente che con il suo terapeuta si trova a suo agio non si preoccupi troppo del metodo che utilizza.
Gentile utente,
La sua osservazione riguardo all’efficacia della psicoterapia è molto pertinente. È vero che la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è spesso considerata efficace per il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), poiché si concentra su strategie pratiche per affrontare i pensieri e i comportamenti disfunzionali. Tuttavia, la scelta dell'approccio terapeutico rimane sempre una decisione personale.
Le consiglio di valutare un supporto cognitivo-comportamentale, soprattutto considerando la sua specificità nell'affrontare il DOC. Tuttavia, è fondamentale che questa scelta rispecchi le sue preferenze e il suo stile personale. Potrebbe essere utile discutere ulteriormente questi aspetti con un professionista di fiducia che possa aiutarla a orientarsi tra le varie opzioni disponibili e trovare il percorso più adatto a lei.
Resto a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti.
Un caro saluto
La sua osservazione riguardo all’efficacia della psicoterapia è molto pertinente. È vero che la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è spesso considerata efficace per il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), poiché si concentra su strategie pratiche per affrontare i pensieri e i comportamenti disfunzionali. Tuttavia, la scelta dell'approccio terapeutico rimane sempre una decisione personale.
Le consiglio di valutare un supporto cognitivo-comportamentale, soprattutto considerando la sua specificità nell'affrontare il DOC. Tuttavia, è fondamentale che questa scelta rispecchi le sue preferenze e il suo stile personale. Potrebbe essere utile discutere ulteriormente questi aspetti con un professionista di fiducia che possa aiutarla a orientarsi tra le varie opzioni disponibili e trovare il percorso più adatto a lei.
Resto a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti.
Un caro saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei richieda un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con uno psicologo possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, Dott.ssa Maria Pepe
Resto a disposizione, Dott.ssa Maria Pepe
La tua domanda è molto interessante e mostra che hai riflettuto a fondo sul tipo di supporto di cui hai bisogno. Il DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo) è generalmente trattato in modo efficace con la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), specialmente con un approccio chiamato Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP). Questo metodo agisce direttamente sui pensieri e comportamenti ossessivi, aiutandoti a interrompere i circoli viziosi tipici del disturbo. La CBT è attualmente il trattamento più supportato dalle evidenze scientifiche per il DOC.
La psicoanalisi, d'altra parte, si concentra sul comprendere i conflitti inconsci e le dinamiche profonde che potrebbero alimentare i sintomi. È vero che si basa molto sul dialogo e sull'analisi del passato e delle esperienze emotive, ma spesso richiede tempi più lunghi per vedere risultati tangibili sul DOC.
Se con la terapeuta dell’ASL hai avuto un’esperienza caratterizzata da silenzi prolungati e mancanza di direzione, potrebbe significare che l’approccio non era strutturato per lavorare sul tuo problema specifico. Questo non significa che fosse sbagliato, ma che potrebbe non essere il metodo più adatto per te.
La proposta dell’altro dottore di mescolare approcci diversi può essere valida, ma è importante che il trattamento sia mirato al tuo bisogno principale: il DOC. L’utilizzo di più metodologie deve essere integrato con coerenza e un obiettivo chiaro.
Ti chiedo: senti di voler affrontare il DOC in modo diretto e pratico, o desideri anche esplorare il tuo mondo interiore e le radici più profonde del disagio? Potrebbe aiutarti a scegliere la strada giusta.
Buona fortuna
Dott.ssa Giulia Ruffino
La psicoanalisi, d'altra parte, si concentra sul comprendere i conflitti inconsci e le dinamiche profonde che potrebbero alimentare i sintomi. È vero che si basa molto sul dialogo e sull'analisi del passato e delle esperienze emotive, ma spesso richiede tempi più lunghi per vedere risultati tangibili sul DOC.
Se con la terapeuta dell’ASL hai avuto un’esperienza caratterizzata da silenzi prolungati e mancanza di direzione, potrebbe significare che l’approccio non era strutturato per lavorare sul tuo problema specifico. Questo non significa che fosse sbagliato, ma che potrebbe non essere il metodo più adatto per te.
La proposta dell’altro dottore di mescolare approcci diversi può essere valida, ma è importante che il trattamento sia mirato al tuo bisogno principale: il DOC. L’utilizzo di più metodologie deve essere integrato con coerenza e un obiettivo chiaro.
Ti chiedo: senti di voler affrontare il DOC in modo diretto e pratico, o desideri anche esplorare il tuo mondo interiore e le radici più profonde del disagio? Potrebbe aiutarti a scegliere la strada giusta.
Buona fortuna
Dott.ssa Giulia Ruffino
Buonasera, non ci sono approcci giusti o sbagliati, più efficaci o meno efficaci, giusti o sbagliati ma ciò su cui mi soffermerei è la relazione che si instaura con il terapeuta. Se si crea il giusto legame e si instaura un rapporto di fiducia allora la terapia avrà sicuramente più probabilità di successo, a prescindere dal tipo di approccio del professionista.
Quello che mi sento di consigliarle è di parlare apertamente di questi suoi dubbi in seduta e chiedere eventualmente di essere inviat* da un altro professionista che potrebbe essere più affine a lei.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ludovica Virgili
Quello che mi sento di consigliarle è di parlare apertamente di questi suoi dubbi in seduta e chiedere eventualmente di essere inviat* da un altro professionista che potrebbe essere più affine a lei.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ludovica Virgili
Gentilissimo, il doc è molto affine ad un disturbo d'ansia ed è particolarmente resistente alla terapia. E' vero che ogni indirizzo terapeutico può essere utile, però il filone cognitivo comportamentale ha spesso successo in tempi più brevi. Personalmente,dato che seguo questo orientamento, posso assicurarle che con una terapia ben condotta i miglioramenti giungono dopo 10-20 sedute. Non si tratta di usare "qualcosa di" cognitivo, bensì di individuare le tecniche più utili per quel paziente. In parole povere: ben vengano strumenti della psicoanalisi per capire, ma la terapia cognitiva deve utilizzare tutti gli strumenti e non qualcuno di essi. Cordialmente, Dr. Tacchini
Salve, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi. È comprensibile che si trovi in una fase di incertezza rispetto al percorso più adatto per affrontare il DOC, e trovo importante che stia cercando di informarsi e comprendere quale approccio possa esserle più utile. La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) è considerata il trattamento d’elezione per il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. In particolare, una delle tecniche principali utilizzate è l’Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP), che si concentra su un approccio pratico per affrontare le ossessioni e ridurre i comportamenti compulsivi. Questo metodo è basato su studi che ne dimostrano l’efficacia specifica per il DOC. Tuttavia, come giustamente sottolinea, un buon rapporto terapeutico è fondamentale per il successo di qualsiasi percorso psicoterapeutico, indipendentemente dall’approccio utilizzato. La psicoanalisi, come ha notato, si focalizza maggiormente sull’esplorazione del passato e sull’analisi dei processi inconsci, e questo può risultare utile per alcune persone, ma non è generalmente considerata la prima scelta per trattare il DOC, dato che questo disturbo spesso richiede interventi più strutturati e diretti. È importante, inoltre, che il terapeuta utilizzi un metodo chiaro e mirato: lunghi silenzi o sedute che mancano di una direzione possono non essere sufficienti per affrontare le difficoltà specifiche del DOC. Se un altro terapeuta le ha proposto un approccio eclettico, che include elementi di psicoanalisi, filosofia e qualche spunto cognitivo-comportamentale, può valere la pena chiarire meglio con lui quale sia il metodo principale che intende adottare. È importante che il terapeuta sia trasparente riguardo al suo approccio e che il trattamento sia strutturato in modo da affrontare direttamente i suoi sintomi. La mia raccomandazione è di cercare un terapeuta che abbia una formazione specifica in terapia cognitivo-comportamentale e che le proponga un piano di trattamento chiaro e basato su obiettivi concreti. Non esiti a fare domande durante i primi incontri: può chiedere come intendono affrontare il DOC, quali tecniche utilizzeranno e come sarà misurato il progresso. Ricordi che è un suo diritto trovare un professionista con cui si senta a suo agio e che utilizzi un approccio che le dia fiducia. Se ha ulteriori domande o sente il bisogno di chiarire altri dubbi, non esiti a condividerli. Sta facendo un passo importante verso il benessere, e questo merita di essere riconosciuto. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve. Quello che le posso dire è che non esiste un approccio migliore, tantomeno un professionista perfetto. Le consiglio di trovare lo psicoterapeuta con cui sente di poter instaurare un buon legame, una buona alleanza terapeutica di fiducia che le permetta di andare a fondo ed esplorare il suo vissuto. E’ vero, ci sono diverse scuole di pensiero e diversi approcci ai sintomi e alle difficoltà, ma la differenza la fa la relazione che si crea all’interno. Provi ad esempio a cercare di affidarsi a qualcuno che le sembra possa essere in grado di comprendere e ricucire il suo vissuto. Spesso è anche importante non cambiare spesso professionista e non sentire “troppe campane””. Si dia la possibilità di potersi affidare! A presto
Gentile utente,
grazie per aver condiviso il suo dubbio, che è assolutamente legittimo. Scegliere il percorso terapeutico più adatto può essere un passaggio complesso, ma è importante che si senta a proprio agio e compresa nel rapporto con il professionista.
Partiamo dalla sua domanda: "Per guarire dal DOC ci vuole una psicoterapia?". Sì, la psicoterapia è uno strumento fondamentale per affrontare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Le linee guida cliniche indicano che l’approccio cognitivo-comportamentale (CBT), in particolare una tecnica chiamata Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP), è tra i trattamenti più efficaci per il DOC. Questo approccio aiuta a riconoscere i pensieri ossessivi, ridurre i comportamenti compulsivi e gestire l'ansia associata.
Tuttavia, non significa che altre modalità terapeutiche siano inutili: ogni persona è diversa, e l'efficacia di un percorso dipende molto anche dalla qualità della relazione terapeutica e dalla sua partecipazione attiva al processo.
La scelta dell'approccio terapeutico
Psicoanalisi o indirizzi psicodinamici: come ha ben osservato, si focalizzano sull'analisi del passato, delle relazioni precoci e dei processi inconsci, cercando di dare significato alle origini del disagio. Questo approccio, pur essendo utile per alcune persone, potrebbe risultare meno specifico e immediato per il trattamento del DOC, che tende a richiedere interventi più strutturati.
Cognitivo-comportamentale: è maggiormente orientato al "qui e ora" e utilizza strategie pratiche e dirette per modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali. È spesso il trattamento di prima scelta per il DOC.
Integrazione di approcci: alcuni terapeuti, come quello che le ha proposto un mix tra Freud e CBT, possono combinare diversi metodi in base al paziente. Questo può essere efficace se fatto in modo mirato e consapevole.
Come procedere
Definisca i suoi obiettivi terapeutici: Vuole lavorare su aspetti pratici e immediati, come gestire meglio le ossessioni e le compulsioni? O sente il bisogno di comprendere più a fondo il suo funzionamento emotivo e relazionale?
Valuti il rapporto con il terapeuta: Si sente compresa, ascoltata e supportata? Il rapporto con il terapeuta è uno degli elementi chiave per il successo della terapia, indipendentemente dall'approccio utilizzato.
Cerchi un professionista specializzato: Per il DOC, può essere utile affidarsi a un terapeuta che abbia una formazione specifica in CBT e nella gestione dei disturbi d’ansia. Può informarsi sul tipo di approccio utilizzato prima di iniziare le sedute, per capire se corrisponde alle sue esigenze.
Non si scoraggi: È normale avere dubbi o non trovare subito la persona giusta. A volte servono diversi tentativi prima di instaurare un percorso che funzioni davvero per lei.
Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto nel capire come orientarsi, non esiti a scrivere. Sono qui per aiutarla.
Rimango a disposizione per un consulto.
Un caro saluto,
Dr.ssa Marta Landolina
grazie per aver condiviso il suo dubbio, che è assolutamente legittimo. Scegliere il percorso terapeutico più adatto può essere un passaggio complesso, ma è importante che si senta a proprio agio e compresa nel rapporto con il professionista.
Partiamo dalla sua domanda: "Per guarire dal DOC ci vuole una psicoterapia?". Sì, la psicoterapia è uno strumento fondamentale per affrontare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Le linee guida cliniche indicano che l’approccio cognitivo-comportamentale (CBT), in particolare una tecnica chiamata Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP), è tra i trattamenti più efficaci per il DOC. Questo approccio aiuta a riconoscere i pensieri ossessivi, ridurre i comportamenti compulsivi e gestire l'ansia associata.
Tuttavia, non significa che altre modalità terapeutiche siano inutili: ogni persona è diversa, e l'efficacia di un percorso dipende molto anche dalla qualità della relazione terapeutica e dalla sua partecipazione attiva al processo.
La scelta dell'approccio terapeutico
Psicoanalisi o indirizzi psicodinamici: come ha ben osservato, si focalizzano sull'analisi del passato, delle relazioni precoci e dei processi inconsci, cercando di dare significato alle origini del disagio. Questo approccio, pur essendo utile per alcune persone, potrebbe risultare meno specifico e immediato per il trattamento del DOC, che tende a richiedere interventi più strutturati.
Cognitivo-comportamentale: è maggiormente orientato al "qui e ora" e utilizza strategie pratiche e dirette per modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali. È spesso il trattamento di prima scelta per il DOC.
Integrazione di approcci: alcuni terapeuti, come quello che le ha proposto un mix tra Freud e CBT, possono combinare diversi metodi in base al paziente. Questo può essere efficace se fatto in modo mirato e consapevole.
Come procedere
Definisca i suoi obiettivi terapeutici: Vuole lavorare su aspetti pratici e immediati, come gestire meglio le ossessioni e le compulsioni? O sente il bisogno di comprendere più a fondo il suo funzionamento emotivo e relazionale?
Valuti il rapporto con il terapeuta: Si sente compresa, ascoltata e supportata? Il rapporto con il terapeuta è uno degli elementi chiave per il successo della terapia, indipendentemente dall'approccio utilizzato.
Cerchi un professionista specializzato: Per il DOC, può essere utile affidarsi a un terapeuta che abbia una formazione specifica in CBT e nella gestione dei disturbi d’ansia. Può informarsi sul tipo di approccio utilizzato prima di iniziare le sedute, per capire se corrisponde alle sue esigenze.
Non si scoraggi: È normale avere dubbi o non trovare subito la persona giusta. A volte servono diversi tentativi prima di instaurare un percorso che funzioni davvero per lei.
Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto nel capire come orientarsi, non esiti a scrivere. Sono qui per aiutarla.
Rimango a disposizione per un consulto.
Un caro saluto,
Dr.ssa Marta Landolina
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua storia. Il DOC, per la sua natura, trova come migliore controaltare e di conseguenza modalità per affrontarlo la terapia cognitivo comportamentale, in quanto tale terapia mirerà a controllare sia la parte ossessiva, quindi i pensieri intrusivi, sia la parte comportamentale, ossia le compulsioni in modo efficace, scientificamente provato e in tempi relativamente brevi rispetto alle terapie psicanalitiche, pertanto è consigliabile come prima scelta, in modo da risolvere il problema alla radice e in tempi brevi. Ciò non toglie che successivamente, concordando con lo psicoterapeuta cognitivo comportamentale, si possa affrontare anche un percorso psicanalitico per affrontare e risolvere i conflitti più remoti e le origini profonde del disturbo.
Dott.sa Elena Bonini
Dott.sa Elena Bonini
Gentile utente, capisco la difficoltà nel trovare l'approccio giusto per i propri bisogni poiché gli indirizzi psicoterapeutici sono molteplici e possono creare confusione. Ogni approccio ha il potenziale di portare ad una risoluzione percorrendo una strada piuttosto che un'altra. Personalmente io sono di indirizzo Gestaltico e lavoro molto sulla connessione tra il corpo (e quindi ciò che riguarda l'azione e le sensazioni corporee), la mente e l'emozione, per poter lavorare a 360°. C'è chi è comodo con questo approccio e chi preferisce restare su versanti più cognitivi. Ciò che vado a fare è innanzitutto lavorare sul momento presente per arginare il disagio ed il malessere in modo più tempestivo possibile, servendomi certamente anche del passato per elaborarlo nonostante non possiamo cambiarlo, tuttavia ha un effetto sul nostro presente.
Inoltre dico spesso che al di là dell'approccio, noi terapeuti siamo persone che aiutano altre persone, quindi c'è bisogno in primis di instaurare una buona relazione a prescindere dagli strumenti che abbiamo a disposizione.
Sono disponibile per qualsiasi domanda o confronto!
Federica
Inoltre dico spesso che al di là dell'approccio, noi terapeuti siamo persone che aiutano altre persone, quindi c'è bisogno in primis di instaurare una buona relazione a prescindere dagli strumenti che abbiamo a disposizione.
Sono disponibile per qualsiasi domanda o confronto!
Federica
Gentile utente, indipendentemente dal metodo impiegato dai colleghi, se gli incontri svolti non stanno promuovendo alcun beneficio, può scegliere di rivolgersi altrove, anche a professionisti privati. In ogni caso, questi stessi dubbi può condividerli con chi la sta seguendo e in un secondo momento valutare come muoversi.
Cordiali saluti, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Cordiali saluti, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno,
Ciò che rende una terapia efficace è l'alleanza, il rapporto di fiducia che si crea tra paziente e terapeuta. Se ciò avviene ogni psicoterapia è efficace.
Dott. Marco Cenci
Ciò che rende una terapia efficace è l'alleanza, il rapporto di fiducia che si crea tra paziente e terapeuta. Se ciò avviene ogni psicoterapia è efficace.
Dott. Marco Cenci
Gentilissimo/a, grazie per la sua condivisione. Comprendo i dubbi che percepisce quando ci si avventura nel mondo degli orientamenti psicoterapici. La teoria è qualcosa che orienta il clinico, gli fornisce un modello, una lente attraverso il quale guardare il mondo. Tuttavia quello che succede in psicoterapia è talmente complesso non può esser semplicemente catturato da queste formule. Come suggeriva, la relazione che si crea con il terapeuta, ma anche l'intreccio tra le vostre personalità, storie di vita, modalità di stare insieme è una variabile complessa e sicuramente di grande rilievo per l'efficacia stessa della terapia. Penso che debba procedere come meglio crede, quella del terapeuta è una scelta personale e assolutamente soggettiva. Spero di esserle stato in qualche modo d'aiuto, un caro saluto Dott. Marco Squarcini
Gentile utente, l'alleanza tra paziente e specialista gioca un ruolo fondamentale nel percorso di terapia, indipendentemente dall'approccio di riferimento. Inoltre, la parola, come lei scrive, è uno strumento imprescindibile per tutti.
Ciò nonostante, dalla letteratura si evince che sia la terapia cognitivo-comporamentale a portare a migliori/maggiori risultati in termini di miglioramento per quanto riguarda il DOC (ma anche altre fatiche come ansia e depressione). Quindi, per una questione di efficacia, le suggerirei di provare questo tipo di approccio, sottolineando che la terapia è un percorso estremamente personale e che dipenda da numerosi fattori. In bocca al lupo!
Ciò nonostante, dalla letteratura si evince che sia la terapia cognitivo-comporamentale a portare a migliori/maggiori risultati in termini di miglioramento per quanto riguarda il DOC (ma anche altre fatiche come ansia e depressione). Quindi, per una questione di efficacia, le suggerirei di provare questo tipo di approccio, sottolineando che la terapia è un percorso estremamente personale e che dipenda da numerosi fattori. In bocca al lupo!
Gentiliss. le linee guida nazionali ed internazionali per il trattamento delle patologie della salute mentale ed in particolare anche del disturbo DOC indicano buoni risultati di efficacia con il trattamento Cognitivo Comportamentale. è tuttavia di fondamentale importanza anche la relazione terapeutica per instaurare la fiducia necessaria a percorrere le varie fasi di trattamento del disturbo. Le suggerisco quindi di informarsi rispetto ai professionisti specializzati nella sua zona di residenza
Grazie per la sua domanda, che tocca aspetti fondamentali del percorso terapeutico e dimostra la sua volontà di accogliere meglio il trattamento del suo disturbo.
È vero che il trattamento più efficace e supportato da evidenze per il DOC è la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) , in particolare una sua tecnica specifica chiamata esposizione con prevenzione della risposta (ERP). Questo approccio si concentra sul presente, aiuta a riconoscere i pensieri ossessivi, a ridurre l'ansia associata e a modificare i comportamenti compulsivi.
Detto questo, anche altri approcci possono essere utili, ma è importante che il metodo scelto sia strutturato e mirato al disturbo specifico. Ecco alcune considerazioni per aiutarla a comprendere meglio.
La Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) è altamente indicata per il DOC perché fornisce strumenti pratici per affrontare i sintomi nel qui e ora. È un approccio attivo, in cui il terapeuta guida il paziente attraverso esercizi mirati, ed è meno incentrato sull'analisi del passato rispetto ad altri metodi.
La Psicoanalisi o terapia psicodinamica si concentra invece su dinamiche inconsce e sulla comprensione dei conflitti profondi legati al passato. Tuttavia, per il DOC, questo approccio è generalmente meno efficace se utilizzato da solo, perché il disturbo richiede tecniche specifiche per interrompere i cicli ossessivo-compulsivi.
Alcuni terapeuti combinano tecniche da diversi approcci (es. CBT con elementi psicoanalitici o filosofici). Questo può essere utile, ma è essenziale che le tecniche integrate siano adatte ai sintomi e ai bisogni specifici del DOC. L'efficacia dipenderà molto dalla formazione e dall'esperienza del terapeuta.
Ricordi che per la scelta di un terapeuta, è fondamentale sentirsi a proprio agio e percepire che ci sia una guida chiara e un piano di lavoro. Il fatto che le sedute precedenti siano state basate su silenzi lunghi e senza un metodo chiaro potrebbe indicare che quell'approccio non era adatto per il suo caso specifico.
Provi a cercare un terapeuta specializzato, idealmente con esperienza specifica nel trattamento del DOC.
Durante i primi incontri, chieda quale sarà il piano terapeutico, come si lavorerà sui suoi sintomi e quali tecniche verranno utilizzate.
Se le viene proposto un approccio integrato, verifichi che le tecniche siano basate su evidenze scientifiche per il DOC.
Non esiti a confrontarsi apertamente con il terapeuta sui suoi dubbi e obiettivi.
Infine, tenga a mente che il rapporto terapeutico è importante: indipendentemente dall'approccio, sentire fiducia e sicurezza con il proprio terapeuta è un elemento chiave per il successo del percorso. Se ha ulteriori dubbi, potrebbe anche essere utile valutare una consulenza iniziale con più professionisti per individuare quello più adatto a lei.
È vero che il trattamento più efficace e supportato da evidenze per il DOC è la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) , in particolare una sua tecnica specifica chiamata esposizione con prevenzione della risposta (ERP). Questo approccio si concentra sul presente, aiuta a riconoscere i pensieri ossessivi, a ridurre l'ansia associata e a modificare i comportamenti compulsivi.
Detto questo, anche altri approcci possono essere utili, ma è importante che il metodo scelto sia strutturato e mirato al disturbo specifico. Ecco alcune considerazioni per aiutarla a comprendere meglio.
La Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) è altamente indicata per il DOC perché fornisce strumenti pratici per affrontare i sintomi nel qui e ora. È un approccio attivo, in cui il terapeuta guida il paziente attraverso esercizi mirati, ed è meno incentrato sull'analisi del passato rispetto ad altri metodi.
La Psicoanalisi o terapia psicodinamica si concentra invece su dinamiche inconsce e sulla comprensione dei conflitti profondi legati al passato. Tuttavia, per il DOC, questo approccio è generalmente meno efficace se utilizzato da solo, perché il disturbo richiede tecniche specifiche per interrompere i cicli ossessivo-compulsivi.
Alcuni terapeuti combinano tecniche da diversi approcci (es. CBT con elementi psicoanalitici o filosofici). Questo può essere utile, ma è essenziale che le tecniche integrate siano adatte ai sintomi e ai bisogni specifici del DOC. L'efficacia dipenderà molto dalla formazione e dall'esperienza del terapeuta.
Ricordi che per la scelta di un terapeuta, è fondamentale sentirsi a proprio agio e percepire che ci sia una guida chiara e un piano di lavoro. Il fatto che le sedute precedenti siano state basate su silenzi lunghi e senza un metodo chiaro potrebbe indicare che quell'approccio non era adatto per il suo caso specifico.
Provi a cercare un terapeuta specializzato, idealmente con esperienza specifica nel trattamento del DOC.
Durante i primi incontri, chieda quale sarà il piano terapeutico, come si lavorerà sui suoi sintomi e quali tecniche verranno utilizzate.
Se le viene proposto un approccio integrato, verifichi che le tecniche siano basate su evidenze scientifiche per il DOC.
Non esiti a confrontarsi apertamente con il terapeuta sui suoi dubbi e obiettivi.
Infine, tenga a mente che il rapporto terapeutico è importante: indipendentemente dall'approccio, sentire fiducia e sicurezza con il proprio terapeuta è un elemento chiave per il successo del percorso. Se ha ulteriori dubbi, potrebbe anche essere utile valutare una consulenza iniziale con più professionisti per individuare quello più adatto a lei.
Gentile utente, grazie della sua condivisione. Ha detto bene, la psicoterapia si fonda sul rapporto di fiducia e alleanza che si crea tra paziente e terapeuta. Ogni orientamento ha i suoi metodi, validati e solidi, per affrontare le problematiche e i temi portati. La invito a tenere come "bussola di riferimento" le sue sensazioni. Si trova bene con questo professionista? Sente di potergli affidare le parti più profonde di sè? Si sente accolto e compreso? Rimango a sua disposizione. Un caro saluto! Dott.ssa Federica Bertucci
Per guarire dal DOC serve fare psicoterapia: non è l'orientamento (cognitivo- comportamenale o qualsiasi altro) che fa guarire. Mi chiedo come mai sia alla ricerca dell'orientamento "più giusto". Servono pscioterapeuta, obiettivi chiari e condivisi e, ovviamente, che si trovi bene con lo/la psicologa, al di là dell'orinetamento.
Gentile utente, è importante instaurare una buona alleanza terapeutica con lo psicologo per capire le cause di ciò che ha descritto.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Buongiorno gentile Utente, capisco il suo dubbio e la confusione che può emergere di fronte alla scelta del tipo di psicoterapia più adatta. È importante partire da una premessa fondamentale: il disturbo ossessivo-compulsivo (doc) è stato ampiamente studiato e le linee guida internazionali raccomandano la terapia cognitivo-comportamentale (tcc) come trattamento di prima scelta, spesso in combinazione con una farmacoterapia, se necessario. Questo perché la tcc, attraverso tecniche specifiche come l'esposizione con prevenzione della risposta (erp), ha dimostrato una particolare efficacia nel trattamento del doc.
Detto questo, la relazione terapeutica, ovvero il rapporto di fiducia e collaborazione tra il paziente e il terapeuta, è un elemento cruciale per il successo di qualsiasi percorso terapeutico, indipendentemente dall'approccio utilizzato. Un buon rapporto con il terapeuta può rendere il processo più efficace, ma non sempre compensa l'assenza di un metodo strutturato, specialmente per il trattamento di un disturbo specifico come il doc.
La psicoanalisi, come lei ha giustamente osservato, tende a concentrarsi sull'esplorazione del passato e sull'analisi di dinamiche inconsce. Questo approccio, sebbene utile per comprendere in profondità alcuni aspetti della propria storia personale e delle relazioni, non è specificamente progettato per affrontare sintomi come le ossessioni e le compulsioni. Per questo motivo, potrebbe non essere l'approccio più indicato per trattare il doc, soprattutto se si cerca un miglioramento diretto e pratico dei sintomi.
Per quanto riguarda le sue esperienze con i professionisti incontrati finora, sembra che lei non abbia ancora trovato un percorso terapeutico strutturato e mirato al trattamento del doc. Parlare liberamente durante le sedute può essere utile per creare un rapporto con il terapeuta, ma nel caso del doc, è importante integrare il dialogo con interventi specifici che la aiutino a gestire le ossessioni e le compulsioni.
Le suggerirei di rivolgersi a un terapeuta specializzato in tcc, possibilmente con esperienza specifica nel trattamento del doc. Durante il primo incontro, può chiedere al professionista di spiegare chiaramente il metodo che utilizzerà e come intende affrontare i suoi sintomi. Questo le permetterà di avere una maggiore sicurezza sul percorso che intraprenderà.
Infine, ricordi che è normale esplorare diversi approcci prima di trovare quello più adatto a lei. La sua ricerca dimostra una forte motivazione e consapevolezza, che saranno fondamentali per affrontare e gestire il doc con successo.
Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti o per una consultazione.
Dott. Luca Vocino
Detto questo, la relazione terapeutica, ovvero il rapporto di fiducia e collaborazione tra il paziente e il terapeuta, è un elemento cruciale per il successo di qualsiasi percorso terapeutico, indipendentemente dall'approccio utilizzato. Un buon rapporto con il terapeuta può rendere il processo più efficace, ma non sempre compensa l'assenza di un metodo strutturato, specialmente per il trattamento di un disturbo specifico come il doc.
La psicoanalisi, come lei ha giustamente osservato, tende a concentrarsi sull'esplorazione del passato e sull'analisi di dinamiche inconsce. Questo approccio, sebbene utile per comprendere in profondità alcuni aspetti della propria storia personale e delle relazioni, non è specificamente progettato per affrontare sintomi come le ossessioni e le compulsioni. Per questo motivo, potrebbe non essere l'approccio più indicato per trattare il doc, soprattutto se si cerca un miglioramento diretto e pratico dei sintomi.
Per quanto riguarda le sue esperienze con i professionisti incontrati finora, sembra che lei non abbia ancora trovato un percorso terapeutico strutturato e mirato al trattamento del doc. Parlare liberamente durante le sedute può essere utile per creare un rapporto con il terapeuta, ma nel caso del doc, è importante integrare il dialogo con interventi specifici che la aiutino a gestire le ossessioni e le compulsioni.
Le suggerirei di rivolgersi a un terapeuta specializzato in tcc, possibilmente con esperienza specifica nel trattamento del doc. Durante il primo incontro, può chiedere al professionista di spiegare chiaramente il metodo che utilizzerà e come intende affrontare i suoi sintomi. Questo le permetterà di avere una maggiore sicurezza sul percorso che intraprenderà.
Infine, ricordi che è normale esplorare diversi approcci prima di trovare quello più adatto a lei. La sua ricerca dimostra una forte motivazione e consapevolezza, che saranno fondamentali per affrontare e gestire il doc con successo.
Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti o per una consultazione.
Dott. Luca Vocino
Buona sera utente, non ritengo la psicoanalisi molto d'aiuto nei disturbi ossessivo-compulsivi. Le suggerisco una terapia cognitivo- comportamentale o breve strategica, nella quale sono specializzato. Se mi scriverà, potrò chiarirle un po' meglio il perché.
Un saluto
Un saluto
Gentile utente,
mi trovo in accordo con gran parte delle considerazioni espresse dai colleghi, che denotano un approccio professionale e rispettoso nei confronti del tema da lei esposto.
Cordiali saluti
mi trovo in accordo con gran parte delle considerazioni espresse dai colleghi, che denotano un approccio professionale e rispettoso nei confronti del tema da lei esposto.
Cordiali saluti
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