Salve Dottori, il mese scorso ho ricevuto una diagnosi di disturbo d'ansia di malattia, ma purtroppo

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Salve Dottori, il mese scorso ho ricevuto una diagnosi di disturbo d'ansia di malattia, ma purtroppo non riesco totalmente a fidarmi della diagnosi e ho paura ci sia qualcosa di ben più grave sotto.
Ho paura delle malattie da tantissimi anni, ma questa paura non mi ha mai debilitato come dopo che si è spostata sulle malattie mentali, il tutto dopo i suicidi di alcuni ragazzi nel mio paese.
Ho avuto paura della depressione come malattia e mi comportavo come mi comportavo per le malattie fisiche, ovvero ricerche di rassicurazione, ricerche su Google, sfoghi in famiglia ecc, con la differenza che la malattia mentale è ancor più "somatizzabile", da quando poi ho iniziato a pensare ad una persona che conosco con doc, che sta malissimo, ho iniziato ad avere paura del doc, robe e pensieri mai avuti prima, ora li ho e ho paura anche io di poter avere ossessioni, compulsioni del doc, con la paura principalmente di fare la stessa fine del ragazzo che conosco e che mi raccontò tutti i suoi sintomi, la sua vita ecc.
Non mi fido della diagnosi che mi è stata posta perché comunque il medico faceva riferimento all'ossessività, però dicendomi che io sto bene e che se proprio voglio posso assumere una blanda terapia, ma che a differenza di altri casi, nel mio caso non è strettamente necessaria.
Cosa ne pensate? Possibile che un disturbo possa scoppiare per la sola paura di averlo?
Gentilissimo
un disturbo d'ansia di malattia può capitare durante il corso della nostra esistenza, facilmente ampliato da fatti di cronaca importanti o che comunque ci toccano nel profondo. Sicuramente i suoi pensieri, le sue paure nonchè i suoi sintomi fanno presagire la necessità di gestirli sul piano psicologico, attraverso un percorso di sostegno che la possa aiutare a "calmare" la mente e ritornare alla sua serenità. Sicuramente andando a fondo sarà possibile trovare e comprendere il perchè di questo cambiamento. Se dovesse aver bisogno, sono disponibile anche online.

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Buongiorno paziente anonimo,
io non credo che il collega psicologo abbia fatto una diagnosi senza esserne sicuro al 100%.
Se vuole ricevere rassicurazioni in merito al suo stato di salute si rivolga anche ad un altro psicologo e ascolti un altro parere.
Per qualunque cosa può contattarmi qui. Ricevo anche online.
Cordiali saluti. Dott.ssa. Giorgia Caputo
Gentile utente, capisco quanto possa essere difficile e debilitante affrontare queste paure, soprattutto dopo esperienze dolorose come i suicidi di alcuni ragazzi del suo paese che lei ha menzionato. La paura delle malattie (fisiche e/o mentali) può essere davvero opprimente e portare a un circolo vizioso di ansia e preoccupazione.
Anche la sua preoccupazione riguardo alla diagnosi è comprensibile e può portare a sintomi ansiosi e/o ossessivi. È importante affidarsi ad un professionista per parlare delle sue paure e preoccupazioni. La terapia cognitivo-comportamentale, per esempio, è molto efficace per affrontare le paure legate alla salute e le ossessioni.
Se ha dubbi e/ desidera intraprendere un percorso di supporto psicologico, sono disponibile, anche online.
Un saluto, Dott.ssa Margherita Raffaelli



Buongiorno,
La situazione da lei descritta ma sembra la conseguenza della sua ipocondria... Essa andrebbe analizzata e compresa all'interno di un percorso con un collega.
Dott. Marco Cenci
Salve. Capisco la sua paura e l'ansia che genera in lei la paura delle malattie.
Leggendo mi sembra di capire che sia seguita da un professionista che le ha effettuato una diagnosi d'ipocondria.
L' ipocondria è un disturbo di facile risoluzione anche in tempi brevi. Qualora non l'avesse ancora fatto la invito a prenotarsi un colloquio psicologico per poi intraprendere un percorso ad orientamento breve strategico. Dott.ssa Stefania Pisani
Dalle informazioni che leggo mi sembra molto importante per Lei in questo momento chiarire la sua situazione emotiva, anche legata all'individuazione di una diagnosi corretta. Ricevere una diagnosi di un disturbo psichico può essere il primo passaggio per prendere consapevolezza delle proprie problematiche e per poterle poi affrontare, possibilmente con l'aiuto di un esperto. Può succedere, in alcune occasioni, che si faccia fatica ad accettare un certo tipo di diagnosi per svariati motivi soggettivi (ad es., paura di non averne il controllo, temere di non avere le capacità di trovare risorse e alternative funzionali). Se il suo bisogno è quello di sbrogliare questa matassa, è possibile ipotizzare di chiedere una seconda valutazione psicodiagnostica, in modo da avere il parere di un altro professionista che potrebbe concordare o meno con la valutazione del collega. In ogni caso, le suggerisco di riflettere circa l'inizio di un percorso di psicoterapia o supporto psicologico poiché, al di là dell'etichettamento diagnostico e della ricerca di una causa di sofferenza, potrebbe esserle di aiuto sviscerare questo dolore e questa paura che emerge in relazione agli avvenimenti del suo racconto (dopo esser venuto a conoscenza dei suicidi nel paese, dopo aver iniziato a pensare alla persona con doc). Come suggeriscono alcuni maestri di psicoterapia, comprendere "cosa" e "come" di quel che accade dentro di sé e nel mondo esterno e non il "perché" permette di aprire la propria visione a prospettive differenti, di scoprire nuove cose di sé in contatto con gli altri e di costruire un'immagine più integrale possibile della realtà.
Gentilissimo, mi spiace per il complesso periodo che sta affrontando. Probabilmente le notizie dei suicidi di alcuni ragazzi del suo paese hanno contribuito in maniera significativa al peggioramento della condizione psicologica a cui fa riferimento. Entrare in contatto con la sofferenza psicologica degli altri e con la morte fa fare i conti con la propria di vulnerabilità e fragilità, cosa da cui spesso tentiamo di fuggire. Mi chiedevo chi le avesse fatto la diagnosi di disturbo d'ansia da malattia? Spero, innanzitutto, che abbia iniziato un percorso psicologico individuale con uno psicoterapeuta per avere uno spazio nel quale condividere le sue paure ed elaborarne l'origine. Qualora non l'avesse ancora fatto, la invito caldamente ad iniziarlo. Mi colpisce molto la sua scarsa fiducia nella diagnosi: le consiglierei di non focalizzarsi troppo su questo, sul darsi un'etichetta o trovare necessariamente una definizione. Probabilmente, ha bisogno di stare sul qui ed ora, affrontare quello che sta vivendo e i pensieri che le si presentano, il tutto con gentilezza e desiderio di comprensione sia di sé che dell'origine delle paure, iniziate, come ha detto, moltissimi anni fa. Le auguro di trovare le sue risposte. Saluti, Dott.ssa Carli Priscilla
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissima, se non è convinta della diagnosi, può sempre chiedere un secondo parere. In ogni caso, cercare risposte sui forum o su internet non potrebbe mai darle la rassicurazione che cerca. Su Google non esistono delle risposte personalizzate come quelle che invece darebbe un professionista.
Le suggerisco quindi di affidarsi a chi di competenza.
A disposizione,
Dott.ssa Lucrezia Marletta
Gentile utente, comprendo quanto possa essere difficile vivere con la paura di avere una malattia, specialmente quando questa paura si sposta dal piano fisico a quello mentale. La sua preoccupazione riflette una dinamica comune nel disturbo d’ansia di malattia: la ricerca costante di conferme e rassicurazioni che, anziché tranquillizzare, alimentano il ciclo dell’ansia. Quando la mente teme il peggio, anche una diagnosi rassicurante può essere messa in dubbio. La sua esperienza inoltre, evidenzia un aspetto centrale dell’ansia: il timore che il solo pensare a un problema possa trasformarlo in realtà. Tuttavia, è importante capire che i pensieri e le preoccupazioni, per quanto intensi, non hanno il potere di “scatenare” un disturbo. La paura del disturbo, specialmente quando alimentata da esperienze personali o racconti altrui, può far sì che la mente sviluppi una sensibilità accentuata verso determinati sintomi, rendendo l’ansia più acuta e persistente. Questo è ciò che chiamiamo “effetto nocebo”, in cui il timore stesso può portare a percepire sintomi che, in realtà, sono manifestazioni dell’ansia stessa. Se dovesse sentire la necessità di un supporto ulteriore, un percorso psicologico potrebbe aiutarla a interrompere questo ciclo di ricerca compulsiva, di rassicurazione diagnostica e di auto-osservazione costante, portandola a gestire la paura e a recuperare un senso di controllo. Si ricordi, la strada verso il superamento di queste paure inizia proprio con la comprensione del meccanismo che le alimenta. Resto a disposizione per ulteriori domande.
Dott.ssa Janira Marangi
Salve gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione. Capisco le sue preoccupazioni riguardo alla diagnosi di disturbo d'ansia di malattia e alla paura di sviluppare il DOC. L'ansia può manifestarsi anche come una preoccupazione eccessiva per la salute, incluse le malattie mentali. La paura di sviluppare il DOC, pur essendo molto reale, non significa che lo stia necessariamente sviluppando; potrebbe essere un'espressione della sua ansia. La diagnosi del medico suggerisce che, al momento, non c'è bisogno di una terapia immediata, ma sarebbe utile esplorare modi per gestire l'ansia. A volte, la ricerca di rassicurazioni può contribuire a rafforzare i timori, quindi potrebbe essere utile riflettere su altre modalità per affrontare queste preoccupazioni. Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito. Un caro saluto, Dott Mauro Terracciano.
Buongiorno, se non è soddisfatta della diagnosi che le è starà fatta, forse sarebbe il caso di riferirsi ad uno specialista, una/o psicoterapeuta, che certamente sarà utile per comprendere al meglio l'origine dei suoi sintomi e fare una diagnosi dettagliata. Nel caso, consigliarle l'assunzione di farmaci.
Salve gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza e i suoi timori riguardo alla diagnosi di disturbo d'ansia di malattia. È comprensibile sentirsi insicuri e preoccupati quando si riceve una diagnosi di questo tipo, soprattutto in un momento in cui la paura delle malattie mentali è accentuata da esperienze personali o notizie che ci colpiscono profondamente.
L’ansia legata alla salute è un tema comune e può manifestarsi in modi diversi, come nel suo caso, dove si è evoluta da una paura per le malattie fisiche a un’ansia riguardante le malattie mentali. Questa transizione può avvenire quando ci si confronta con esperienze che ci colpiscono, come le storie di persone che conosciamo o eventi tragici nella comunità. È importante sottolineare che la paura e l’ansia possono talvolta auto-alimentarsi: più ci si preoccupa di una determinata condizione, più si è inclini a percepirne i sintomi e a cercare conferme attraverso ricerche o discussioni.
Per quanto riguarda la sua diagnosi, è fondamentale fidarsi del parere del professionista che l’ha valutata. Se il medico ha concluso che non è necessario un trattamento intensivo e ha offerto la possibilità di una blanda terapia, è probabile che abbia valutato che la sua situazione non sia così grave da richiedere un intervento più significativo. Questo non significa che ciò che sta vivendo non sia reale o significativo; piuttosto, indica che ci sono spazi per lavorare sulle sue ansie senza un’urgente necessità di trattamenti intensivi.
La sua preoccupazione per il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è comprensibile, soprattutto se ha iniziato a notare pensieri intrusivi e compulsioni che non aveva mai avuto prima. Tuttavia, è essenziale riconoscere che la preoccupazione stessa non è un segno di avere un disturbo. Spesso, le persone con ansia tendono a sovrastimare i rischi e le probabilità di sviluppare determinate condizioni, specialmente se sono già vulnerabili. La paura di avere un disturbo può sembrare molto reale, ma non è di per sé un indicatore di avere effettivamente quel disturbo.
Un altro aspetto importante è che la ricerca di rassicurazione e la tendenza a cercare informazioni su Google possono intensificare l’ansia. Spesso, le informazioni disponibili online possono portare a fraintendimenti o a una maggiore confusione, alimentando ulteriormente le paure. Sarebbe utile considerare di ridurre queste ricerche e di trovare modi alternativi per gestire le sue ansie, come il supporto da parte di amici, familiari o professionisti.
Infine, può essere utile avere un dialogo aperto con il suo medico riguardo alle sue preoccupazioni. Se sente di avere bisogno di un’ulteriore valutazione o di chiarimenti sulla sua diagnosi, non esiti a chiederlo. Un terapeuta potrebbe anche aiutarla a esplorare e gestire le sue paure in modo più approfondito, fornendole strumenti per affrontare l’ansia in modo costruttivo.
In sintesi, il suo stato d'animo e le sue paure sono validi e comprensibili, ma è importante cercare di affrontarli con la guida di un professionista di fiducia. Con il giusto supporto, è possibile affrontare e gestire l'ansia, trovando modi per sentirsi più a proprio agio e sicuri. Le auguro il meglio nel suo percorso di comprensione e gestione di queste emozioni.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Gentile utente, sarebbe opportuno intraprendere un percorso prima di tutto per alleviare i sintomi che a quanto pare inficiano la sua qualità della vita da diversi anni. Iniziare un lavoro psicologico sarà un opportunità unica che non solo le farà capire cosa c' è dietro ai sintomi dell' ansia, che cosa il suo corpo le sta comunicando, ma le permetterà di iniziare un viaggio affascinante che avrà come meta il conoscersi a fondo, nei meccanismi disfunzionali che portano al disturbo ma anche nelle risorse di cui dispone e che la porteranno alla risoluzione dei suoi problemi. Durante il processo di terapia si può sempre perfezionare la diagnosi qualora non fosse corretta quella posta in precedenza.
Dottoressa Agata Rapicavoli
Gentile utente, prima di poter fare una diagnosi di natura psicologica è bene indagare prima eventuali cause organiche. Detto questo, mente e corpo viaggiano insieme. Partiamo dal presupposto sei forte e sano perché nessuno ha detto che hai una malattia fisica. Se i medici dicono che va tutto bene partiamo dal presupposto che sia così. Il corpo sta dicendo cose che non puoi dire in un’altra maniera. Cominciamo a parlare di altro. Finché ci concentriamo sul corpo lui continuerà ad essere deputato ad ammalarsi perché è l’unico che viene ascoltato. Allora bisogna parlare di tutto il resto. Somatizzare non significa che invento un malessere che non c’è, significa che tutte le mie preoccupazioni, dolori prendono la via del corpo anziché la via della parola. Il corpo si fa portavoce di cose che non vanno bene nella tua vita. Io faccio un’ipotesi, magari non ti piacerà Io penso che preoccuparti del tuo corpo ti evita di preoccuparti di qualcos’altro. Allora bisogna parlare di questo qualcos'altro! Un percorso terapeutico può essere utile per spostare le preoccupazioni da un piano fisica ad un piano verbale. Le auguro il meglio e resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Savastio
Ciao, mi ricordo molto bene di te. Capisco bene l’ansia che stai vivendo e voglio rassicurarti subito: la paura intensa di avere un disturbo non fa sì che esso si sviluppi. È normale, quando abbiamo paura di qualcosa, che i nostri pensieri possano intensificarsi e dare l’impressione che quel “qualcosa” sia sempre più presente e minaccioso, ma questo non significa che stia effettivamente accadendo o che qualcosa di più grave si stia sviluppando. Quello che descrivi (il ciclo di paure, ricerche su Google, rassicurazioni da chi ti sta vicino, e lo spostamento dell’ansia dalle malattie fisiche a quelle mentali) è un tratto comune nelle persone che soffrono di disturbo d’ansia di malattia. Chiamato anche “ipocondria”, ma più specificamente, si tratta di un meccanismo di pensiero che tende a ipotizzare scenari preoccupanti e inizia a temere il peggio. In sostanza, ciò che il medico ti ha spiegato è che sei sì una persona con un’attività mentale “più ossessiva”, ma che non soffri di disturbo ossessivo-compulsivo. Il fatto che tu senta paura al pensiero dei sintomi che ti sono stati raccontati da altri mostra un meccanismo di identificazione e “ruminazione” (la tendenza a pensarci continuamente), ed è normale che, con il focus dell’ansia sulle malattie mentali, la tua mente produca anche pensieri di questo tipo. L’ansia tende a “imitare” le paure che abbiamo: se abbiamo paura del DOC, inizieremo a notare pensieri ripetitivi e a temere che possano diventare ossessioni, anche se non lo sono realmente. Per aiutarti a gestire meglio questa situazione, si può lavorare su alcune strategie cognitivo-comportamentali. Ad esempio, anziché cercare risposte su internet o chiedere rassicurazioni frequenti (azioni che danno sollievo momentaneo ma poi intensificano l’ansia), potresti provare a riconoscere questi pensieri per quello che sono: un prodotto dell’ansia, non della realtà. Si potrebbe anche fare un lavoro sulla ristrutturazione cognitiva, imparando a sostituire i pensieri catastrofici (come “e se mi ammalassi di DOC?”) con interpretazioni più bilanciate (come “questo pensiero è generato dalla mia paura, non significa che sia reale”). Inoltre, tecniche di mindfulness possono aiutarti a concentrarti sul presente e ad osservare i pensieri come “eventi mentali” che passano, senza doverli interpretare come minacce. L’ansia può essere davvero molto intensa, e ti capisco, ma con il giusto supporto e alcuni strumenti pratici, è possibile alleggerirne l’effetto e ottenere maggiore serenità. Con pazienza e costanza, potrai riprendere il controllo e limitare l’impatto dell’ansia nella tua vita. Ciao! Dott. Andrea Boggero
fa bene a non fidarsi della diagnosi.
si è mai chiesto che significano questi termini? di che si sta parlando quando si parla di doc?
chi è lei? cos'è la psiche? che significa ansia?
cosa sono "le malattie mentali"?
La paura agisce e solo la conoscenza permette di arginarla.

Cordiali saluti
Gentile utente, ha scritto una frase decisamente d'effetto: "il mese scorso ho ricevuto una diagnosi di disturbo d'ansia di malattia, ma purtroppo non riesco totalmente a fidarmi della diagnosi e ho paura ci sia qualcosa di ben più grave sotto". Mi sembra un'osservazione decisamente coerente con il tipo di disturbo che le è stato diagnosticato. Ne parli con il professionista che la segue, è l'interlocutore eletto, quello che può aiutarla di più (banalmente, perchè la conosce!). In bocca al lupo!
Buongiorno, la sua descrizione lascia evincere la sofferenza che la sua situazione le comporta. Certamente vivere, seppur marginalmente, diversi suicidi di persone conosciute può essere destabilizzante. Se, come mi pare di capire, la paura delle malattie era già presente, non è così strano che possa essersi direzionata verso la malattia mentale.
In alcuni casi effettivamente un sostegno farmacologico può essere di aiuto, ma il mio consiglio è quello di cercare un professionista che la prenda in carico dal punto di vista psicoterapeutico (mi pare di capire che lei sia stato seguito da uno specialista che si è solamente occupato della diagnosi). Qualora sia così, credo che possa essere utile iniziare un percorso che la aiuti ad approfondire queste paure, che sono diventate debilitanti, per elaborarle ed eventualmente comprenderne l'origine in modo che lei possa averci a che fare e renderle sempre meno invasive nella sua quotidianità.
Buongiorno, è davvero comprensibile la fatica legata alla difficoltà che sta attraversando. Per rispondere alla sua domanda e per comprendere cosa porta alle sue paure potrebbe essere utile un percorso psicoterapeutico; questo perchè ogni persona è differente e per ognuno di noi una paura può avere origini diverse, ciò vale anche per le difficoltà o disturbi psicologici.
Resto a disposizione!

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