Salve Dottori, ho 37 e non ho mai avuta una relazione vera e propria con una donna, nonostante i
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risposte
Salve Dottori,
ho 37 e non ho mai avuta una relazione vera e propria con una donna, nonostante io sia considerato, bello, intelligente e simpatico.
La mia infanzia è stata tormentata da mio padre, padre padrone, che mi schiacciava, umiliava e ridicolizzava troppo spesso, senza avere alcuna empatia nei miei confronti o riconoscere quali erano i miei bisogni.
Credo comunque di essere un caso particolare, in quanto in realtà sono una persona molto socievole ed espansiva e attraggo molte donne belle.
Tralasciando il fatto che avevo fino all'età dei 30 un modo di approcciarmi alle donne assolutamente fallimentare perchè insicuro e gravemente immaturo (anche adesso un po), con il tempo ho migliorato molto questo aspetto, grazie anche alla nuove consapevolezze sulla seduzione, al quale devo veramente tutto.
Superato lo scoglio inziale però, c'è qualcosa di più profondo che non mi permette ancora di concretizzare una relazione.
Infatti per quanto sia comune provare un certo grado di paura quando si esce la prima volta con una persona che ci piace, a me capita qualcosa di decisamente fuori dal comune ed irrazionale. Nonostante riesca ad essere brillante ed attraente durante i primi approcci ed incontri, appena mi sento un minimo coinvolto provo dei veri e propri attacchi di panico o ansia fortissima e disagio estremo.
Non voglio scappare e quindi sto con quello che c'è.
L'irrazionalità però mi stupisce, ad esempio, anche se mi sento molto più sicuro della donna con cui esco, e vedo che lei è molto più presa di me, posso comunque fare esperienza di questi stati completamente sconnessi con la realtà, entrando in dei veri deliri di paura di essere umiliato e di fallimento. Non è che ho paura di essere umiliato, semplicemente l'ansia sale senza motivo, senza alcun pensiero negativo da parte mia, ed a quel punto spuntano tutta una serie di immagini terrificanti di umiliazione e fallimento, che riconosco come non vere, ma comunque ci sono.
Questa ansia passa se con la lei di turno va bene (bacio e sesso) ma solo nel caso in cui lei non mi piace veramente, o non abbastanza per sentirmi coinvolto. Le uniche relazioni che ho avuto infatti, di brevissima durata, sono state con donne che non mi piacevano abbastanza, perchè comunque sia mi sentivo più sicuro.
Se invece mi piace sul serio allora questa ansia diventa più quotidiana, fino l'ossessione e conseguente incapacità di concentrazione.
Faccio di tutto per rimanere equilibrato: sport, yoga, natura, ma comunque perdo l'equilibrio molto facilmente.
Non seguo le ossessioni, le riconosco come tali e non agisco di impulso, ma quando una mi piace veramente lo stress è talmente tanto che perdo il piacere della relazione, perchè diventa una lotta con i miei demoni, mi sforzo di non scappare, ma generalmente succede che in quello stato mando le cose a rotoli, perchè giustamente a nessuno piace lo stress.
Alcune volte sento un pianto interiore che dice "perchè non posso semplicemente essere io?"
Tutto ciò nel contesto della mia età ormai avanzata che rende tutto più difficile. Avete qualche considerazione in merito?
Grazie
ho 37 e non ho mai avuta una relazione vera e propria con una donna, nonostante io sia considerato, bello, intelligente e simpatico.
La mia infanzia è stata tormentata da mio padre, padre padrone, che mi schiacciava, umiliava e ridicolizzava troppo spesso, senza avere alcuna empatia nei miei confronti o riconoscere quali erano i miei bisogni.
Credo comunque di essere un caso particolare, in quanto in realtà sono una persona molto socievole ed espansiva e attraggo molte donne belle.
Tralasciando il fatto che avevo fino all'età dei 30 un modo di approcciarmi alle donne assolutamente fallimentare perchè insicuro e gravemente immaturo (anche adesso un po), con il tempo ho migliorato molto questo aspetto, grazie anche alla nuove consapevolezze sulla seduzione, al quale devo veramente tutto.
Superato lo scoglio inziale però, c'è qualcosa di più profondo che non mi permette ancora di concretizzare una relazione.
Infatti per quanto sia comune provare un certo grado di paura quando si esce la prima volta con una persona che ci piace, a me capita qualcosa di decisamente fuori dal comune ed irrazionale. Nonostante riesca ad essere brillante ed attraente durante i primi approcci ed incontri, appena mi sento un minimo coinvolto provo dei veri e propri attacchi di panico o ansia fortissima e disagio estremo.
Non voglio scappare e quindi sto con quello che c'è.
L'irrazionalità però mi stupisce, ad esempio, anche se mi sento molto più sicuro della donna con cui esco, e vedo che lei è molto più presa di me, posso comunque fare esperienza di questi stati completamente sconnessi con la realtà, entrando in dei veri deliri di paura di essere umiliato e di fallimento. Non è che ho paura di essere umiliato, semplicemente l'ansia sale senza motivo, senza alcun pensiero negativo da parte mia, ed a quel punto spuntano tutta una serie di immagini terrificanti di umiliazione e fallimento, che riconosco come non vere, ma comunque ci sono.
Questa ansia passa se con la lei di turno va bene (bacio e sesso) ma solo nel caso in cui lei non mi piace veramente, o non abbastanza per sentirmi coinvolto. Le uniche relazioni che ho avuto infatti, di brevissima durata, sono state con donne che non mi piacevano abbastanza, perchè comunque sia mi sentivo più sicuro.
Se invece mi piace sul serio allora questa ansia diventa più quotidiana, fino l'ossessione e conseguente incapacità di concentrazione.
Faccio di tutto per rimanere equilibrato: sport, yoga, natura, ma comunque perdo l'equilibrio molto facilmente.
Non seguo le ossessioni, le riconosco come tali e non agisco di impulso, ma quando una mi piace veramente lo stress è talmente tanto che perdo il piacere della relazione, perchè diventa una lotta con i miei demoni, mi sforzo di non scappare, ma generalmente succede che in quello stato mando le cose a rotoli, perchè giustamente a nessuno piace lo stress.
Alcune volte sento un pianto interiore che dice "perchè non posso semplicemente essere io?"
Tutto ciò nel contesto della mia età ormai avanzata che rende tutto più difficile. Avete qualche considerazione in merito?
Grazie
Salve, comprendo che stia affrontando una situazione molto complessa e difficile. Sembra che la sua infanzia tormentata abbia lasciato un impatto significativo sulla sua capacità di costruire relazioni romantiche sane e soddisfacenti. È positivo che lei abbia cercato di lavorare su se stesso migliorando le sue abilità sociali e di seduzione. Tuttavia, è evidente che ci sono ancora ostacoli emotivi profondi che impediscono di concretizzare una relazione duratura.
Le reazioni di panico, ansia e disagio estremo che sperimenta durante le prime fasi delle relazioni potrebbero essere il riflesso di ferite emotive non risolte. Questi sentimenti possono emergere quando si avvicina a qualcuno che le piace veramente e che potrebbe rappresentare una minaccia al suo senso di sicurezza. Potrebbero anche essere collegati a paure di fallimento, umiliazione o abbandono che si sono radicate nel corso degli anni a causa delle esperienze negative con suo padre.
È importante affrontare queste emozioni e ferite interiori in modo adeguato. Consideri la possibilità di consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta specializzato nel lavoro sulle relazioni e sulle ferite emotive del passato. Un professionista può aiutarla ad esplorare i suoi schemi di pensiero, le sue emozioni e le sue paure profonde, consentendo di acquisire una maggiore consapevolezza di sé e di sviluppare strategie per affrontare queste sfide.
Nel frattempo, cerchi di essere gentile e paziente con se stesso. Riconosca che sta affrontando una situazione complessa che richiede tempo e lavoro per essere superata. Non si tratti con durezza o si colpevolizzi per queste difficoltà. Cercare di mantenere uno stile di vita equilibrato con attività come lo sport, lo yoga e il tempo trascorso nella natura può contribuire a ridurre lo stress generale e promuovere un senso di benessere.
Ricordi che non è mai troppo tardi per costruire una relazione significativa e soddisfacente. Concentri-se sul suo processo di guarigione interiore e sulla crescita personale, e cerchi di affrontare queste sfide con il sostegno di professionisti qualificati e di una rete di supporto di amici e familiari fidati.Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno. Se desiderasse condividere la sua esperienza e lasciare una recensione sul mio profilo, sarebbe molto apprezzato. Le recensioni positive mi aiutano a migliorare e a fornire supporto a più persone come lei.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
Grazie ancora per aver condiviso la sua situazione con me, e spero di sentirla presto!
Le reazioni di panico, ansia e disagio estremo che sperimenta durante le prime fasi delle relazioni potrebbero essere il riflesso di ferite emotive non risolte. Questi sentimenti possono emergere quando si avvicina a qualcuno che le piace veramente e che potrebbe rappresentare una minaccia al suo senso di sicurezza. Potrebbero anche essere collegati a paure di fallimento, umiliazione o abbandono che si sono radicate nel corso degli anni a causa delle esperienze negative con suo padre.
È importante affrontare queste emozioni e ferite interiori in modo adeguato. Consideri la possibilità di consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta specializzato nel lavoro sulle relazioni e sulle ferite emotive del passato. Un professionista può aiutarla ad esplorare i suoi schemi di pensiero, le sue emozioni e le sue paure profonde, consentendo di acquisire una maggiore consapevolezza di sé e di sviluppare strategie per affrontare queste sfide.
Nel frattempo, cerchi di essere gentile e paziente con se stesso. Riconosca che sta affrontando una situazione complessa che richiede tempo e lavoro per essere superata. Non si tratti con durezza o si colpevolizzi per queste difficoltà. Cercare di mantenere uno stile di vita equilibrato con attività come lo sport, lo yoga e il tempo trascorso nella natura può contribuire a ridurre lo stress generale e promuovere un senso di benessere.
Ricordi che non è mai troppo tardi per costruire una relazione significativa e soddisfacente. Concentri-se sul suo processo di guarigione interiore e sulla crescita personale, e cerchi di affrontare queste sfide con il sostegno di professionisti qualificati e di una rete di supporto di amici e familiari fidati.Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno. Se desiderasse condividere la sua esperienza e lasciare una recensione sul mio profilo, sarebbe molto apprezzato. Le recensioni positive mi aiutano a migliorare e a fornire supporto a più persone come lei.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
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Gentile, percepisco la sofferenza che esprime, mi dispiace davvero per la situazione che riporta e mi rendo conto di quanto possa essere complicato conviverci. La prima cosa che mi sento di consigliarle è un consulto psicologico, anche online, che possa aiutarla ad affrontare il disagio espresso al fine di ritagliarsi uno spazio per comprendere meglio ciò che prova e cosa potrà farla stare meglio, elaborare i pensieri e i vissuti emotivi rivolgendosi ad un esperto con un approccio che si basi sull’accoglienza e ciò che è utile per la persona, valorizzando le sue risorse personali, aiutandola così a divenire artefice del racconto della propria vita, dando al corpo lo spazio e l’ascolto che merita. Iniziare un percorso per sentirsi meglio richiede coraggio, ma è già un importante passo iniziale verso il cambiamento. Resto a disposizione per ulteriori indicazioni e ad incontrarla. Cordiali saluti dott. Paolo Notarangelo
Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi professionisti questi vissuti che mi sembrano essere per lei molto complessi da sostenere e gestire. Mi sento di dirle che aver avuto un'infanzia tormenta certamente non può averla facilitata nel percorso di vita, mi sembra inoltre che in lei ci sia una certa consapevolezza della presenza di sentimenti e pensieri che le arrecano sofferenza. Certamente un percorso psicologico le può apportare un giovamento e potrebbe provare a comprendere appunto natura e le motivazioni alla base di tanta ansia relazionale.
Un caro saluto resto a sua disposizione
Dott.ssa Raffaella Abate
Un caro saluto resto a sua disposizione
Dott.ssa Raffaella Abate
Salve, mi sembra di capire che la sua storia di vita la stia condizionando nel suo presente soprattutto nelle sue relazioni.
Alla domanda “perchè non posso essere semplicemente io” le chiedo “cosa teme se si concede di essere se stesso”?
Per comprendere meglio se stesso e lavorare sulle sue fragilità le suggerisco di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Resto a disposizione per eventuali dubbi o approfondimenti.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Alla domanda “perchè non posso essere semplicemente io” le chiedo “cosa teme se si concede di essere se stesso”?
Per comprendere meglio se stesso e lavorare sulle sue fragilità le suggerisco di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Resto a disposizione per eventuali dubbi o approfondimenti.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
la sua sofferenza ha certamente origine dalla sua esperienza infantile che si riattiva nel presente in modo particolare , dal suo racconto, nelle relazioni sentimentali.
Mi sento di proporle un percorso in cui lei possa contattare la sua parte bambino e attraverso un lavoro delle parti, restituire al bambino la fiducia e il valore che le consentirà di realizzare una relazione serena e armoniosa .
cordialità Daniela Pioli
Mi sento di proporle un percorso in cui lei possa contattare la sua parte bambino e attraverso un lavoro delle parti, restituire al bambino la fiducia e il valore che le consentirà di realizzare una relazione serena e armoniosa .
cordialità Daniela Pioli
Buongiorno, mi dispiace per ciò che racconta, penso che nasconda una grande sofferenza. Non mi stupisce che lei si sente molto sicuro di sè alle prime uscite, mentre quando ci si "avvicina" abbia paura. Questo dice molto di ciò che ha sperimentato da piccolo, nel rapporto con i suoi genitori. Penso che lei utilizzi la seduzione come corazza, ma che poi tema molto il reale incontro intimo. L'unica considerazione che ho in merito è il consiglio di iniziare una psicoterapia. Soltanto facendo esperienza di una relazione sana, comprendendo cosa muove queste angosce legate alla vicinanza, potrà finalmente vivere una relazione serenamente. Rimango a disposizione se ha altri dubbi, domande, o se vuole intraprendere un percorso insieme. Le auguro il meglio! Dott.ssa Rota
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Salve,
Mi dispiace per il disagio che prova.
Ma ritengo che ci siano molti aspetti che si possono trasformare e far creare una nuova energia, più maschile e più concentrata, più direzionata.
L'apprezzamento di sé stesso potrà portare ad apprezzare davvero anche gli altri. Ognuno coi suoi pregi e difetti. Perché la bellezza della relazione è proprio questa.
Se ha bisogno ci sono anche online.
Mi dispiace per il disagio che prova.
Ma ritengo che ci siano molti aspetti che si possono trasformare e far creare una nuova energia, più maschile e più concentrata, più direzionata.
L'apprezzamento di sé stesso potrà portare ad apprezzare davvero anche gli altri. Ognuno coi suoi pregi e difetti. Perché la bellezza della relazione è proprio questa.
Se ha bisogno ci sono anche online.
Buongiorno. Comprendo bene la sua situazione. Provare un livello discreto di ansia durante i primi approcci con una nuova potenziale partner è assolutamente auspicabile, in quanto segno di un buon funzionamento emotivo. Nel suo caso la regolazione degli affetti sembrerebbe sbilanciata verso un' ansia prestazionale esagerata per quantità e qualità che, giustamente, le impedisce di godersi l'intimità. Andrei cauto con il collegare quanto le succede oggi con il suo rapporto con la figura paterna. Bisognerebbe approfondire. Sicuramente rischia di perdere l'opportunità di creare e godersi un legame importante con una persona che la potrebbe accompagnare nel corso della sua vita. Un buon risultato potrebbe essere quello di arrivare a godersi il tempo passato con una donna a prescindere dal fatto che debba andare o no "a segno" e bene. Anche questa mi sa più di ingiunzione inconscia che vero e proprio desiderio. Probabilmente a lei non importa nemmeno andare a letto con alcune ragazze ma ci va per avere, ogni volta, una conferma. Darei maggior importanza a scegliere, serenamente, una sola donna con cui possa davvero sentirsi a suo agio, dopo aver, ovviamente, lavorato sulle sue ansie. Si metta in contatto con un professionista subito!
Cordiali saluti Dott. Marco Casella.
Cordiali saluti Dott. Marco Casella.
Gentile utente, la ringrazio per la sua dettagliata e precisa condivisione, si percepisce tutto il suo disagio, ma anche la sua estrema consapevolezza.
Prima di rispondere alle sue domande, farei un passo indietro; percepisco che la sua attuale struttura psichica ed emotiva abbia le sue radici nella sua infanzia, come lei stesso dichiara, nella figura paterna. Dalla letteratura sappiamo che le nostre attuali relazioni abbiamo lo schema che abbiamo appreso sin da piccoli, donde la sua ansia e la sua paura di "stare" all'interno di una relazione sana e matura. mi ha colpito in particolare la sua capacità di stare in equilibrio in attività che non comportano la relazione con l'alto (yoga, ecc) , mentre appena si sposta da questa " zona di sicurezza" emergono tutti i sintomi che ha citato. Comprensibile, inoltre, il suo adattamento a tutto questo, dove lei indossa una sorta di maschera che le permette di apparire in un certo modo, ma questa maschera cade nel momento in cui la relazione si intensifica. Avere paura delle relazioni è normale, ma non deve essere un vincolo per la sua felicità e per l'appagamento dei suoi bisogno. Credo che bisognerebbe fare un bel lavoro sulla sua autostima, ma prima ancora, sull'ascolto dei suoi bisogni e delle sue emozioni, ovvero tutto ciò che le è mancato. per rispondere alla sua domanda, mi sento di dirle che non si sente se stesso, perché quando ha provato ad essserlo, qualche figura significativa per lei lo ha castrato.
Spero di essere stata esaustiva e di avere dato un buon contributo per lei. Se ha piacere, la invito a fare una chiacchierata insieme.
cordialmente,
Dott.ssa Ledda
Prima di rispondere alle sue domande, farei un passo indietro; percepisco che la sua attuale struttura psichica ed emotiva abbia le sue radici nella sua infanzia, come lei stesso dichiara, nella figura paterna. Dalla letteratura sappiamo che le nostre attuali relazioni abbiamo lo schema che abbiamo appreso sin da piccoli, donde la sua ansia e la sua paura di "stare" all'interno di una relazione sana e matura. mi ha colpito in particolare la sua capacità di stare in equilibrio in attività che non comportano la relazione con l'alto (yoga, ecc) , mentre appena si sposta da questa " zona di sicurezza" emergono tutti i sintomi che ha citato. Comprensibile, inoltre, il suo adattamento a tutto questo, dove lei indossa una sorta di maschera che le permette di apparire in un certo modo, ma questa maschera cade nel momento in cui la relazione si intensifica. Avere paura delle relazioni è normale, ma non deve essere un vincolo per la sua felicità e per l'appagamento dei suoi bisogno. Credo che bisognerebbe fare un bel lavoro sulla sua autostima, ma prima ancora, sull'ascolto dei suoi bisogni e delle sue emozioni, ovvero tutto ciò che le è mancato. per rispondere alla sua domanda, mi sento di dirle che non si sente se stesso, perché quando ha provato ad essserlo, qualche figura significativa per lei lo ha castrato.
Spero di essere stata esaustiva e di avere dato un buon contributo per lei. Se ha piacere, la invito a fare una chiacchierata insieme.
cordialmente,
Dott.ssa Ledda
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Salve, posso percepire il disagio che sperimenta e il malessere che le comporta la situazione descritta, e me ne dispiace molto.
Come prima cosa ha segnalato immediatamente una plausibilissima causa di tutto ciò che vive, e non posso che esserne d'accordo.
Tuttavia, sarei interessata ad approfondire il "paradosso" che lei stesso esprime nel descrivere la situazione di confronto con una donna: un certo grado di sicurezza da un lato, ansia dall'altro.
Il mio consiglio è certamente quello di intraprendere un percorso di tipo psicologico per avere anzitutto un sostegno in termini più "concreti", poi una riflessione sui vissuti emotivi passati.
Resto disponibile per ogni domanda.
Cordialmente,
Daniela
Come prima cosa ha segnalato immediatamente una plausibilissima causa di tutto ciò che vive, e non posso che esserne d'accordo.
Tuttavia, sarei interessata ad approfondire il "paradosso" che lei stesso esprime nel descrivere la situazione di confronto con una donna: un certo grado di sicurezza da un lato, ansia dall'altro.
Il mio consiglio è certamente quello di intraprendere un percorso di tipo psicologico per avere anzitutto un sostegno in termini più "concreti", poi una riflessione sui vissuti emotivi passati.
Resto disponibile per ogni domanda.
Cordialmente,
Daniela
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Sembra che tu stia affrontando alcune difficoltà nel creare relazioni significative con le donne, nonostante tu sia considerato attraente e simpatico. Potrebbe esserci una connessione tra la tua infanzia tormentata e la tua difficoltà a creare relazioni ora. Potrebbe essere utile parlare con uno psicologo per elaborare queste esperienze e capire come influenzano il tuo comportamento attuale.
Inoltre, sembra che tu stia affrontando attacchi di panico e ansia quando sei coinvolto con donne che ti piacciono veramente. Questo potrebbe essere legato alla tua insicurezza e alla tua paura di fallire o essere umiliato. Potrebbe essere utile parlare con uno psicologo esperto in ansia e panico per comprendere meglio questi sentimenti e cercare di superarli.
Potrebbe essere utile anche esplorare altre tecniche di gestione dello stress o la terapia psicologica.
In generale, se ha bisogno di aiuto può contattarmi anche privatamente.
Un saluto,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Inoltre, sembra che tu stia affrontando attacchi di panico e ansia quando sei coinvolto con donne che ti piacciono veramente. Questo potrebbe essere legato alla tua insicurezza e alla tua paura di fallire o essere umiliato. Potrebbe essere utile parlare con uno psicologo esperto in ansia e panico per comprendere meglio questi sentimenti e cercare di superarli.
Potrebbe essere utile anche esplorare altre tecniche di gestione dello stress o la terapia psicologica.
In generale, se ha bisogno di aiuto può contattarmi anche privatamente.
Un saluto,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buongiorno, leggendo la sua richiesta di aiuto quello che mi colpisce molto è il suo buon livello di consapevolezza rispetto al suo modo di funzionare, il riconoscere ciò che si attiva e in quali momenti e ciò che, nonostante la consapevolezza, non è in grado di gestire e trasformare per essere l'uomo adulto che in altri momenti probabilmente sente di essere. A mio avviso a partire da questo potrebbe avere un grande beneficio nell'intraprendere un percorso che la possa aiutare in prima battuta a comprenderne meglio le origini e ciò che mantiene questi automatismi attivi, ma soprattutto a esplorare con un professionista del quale si possa fidare un percorso di aiuto per quelle parti antiche di sè e di sviluppo per l'uomo che può diventare. Un caro saluto. Dott.ssa Elisa Siri, Genova
Buongiorno gentile utente. Il suo racconto è ricco di preziose intuizioni e confidenze profonde. Potrebbe essere accompagnato, grazie all'esperto/a giusto/a per lei, all'ascolto di quel pianto interiore che le permetterà di esprimere se stesso, grazie anche alla sua maturità.
Cordialmente, Dott.ssa M. C.
Cordialmente, Dott.ssa M. C.
Il problema che la disturba si riferisce a forti stati di ansia. Si possono indagare le cause profonde, certo, ma uno strumento molto valido da apprendere ed applicare per gestire l'ansia è il training autogeno. Ne conosce le potenzialità?
Buonasera, questa ripetizione le fa, finalmente, questione, oggi sembra creare un certo tipo di dolore. Se è così, valuti l’opportunità di rivolgersi ad un professionista. Un saluto cordiale
Mi dispiace sentire che stai affrontando queste sfide. Sembra che tu abbia fatto progressi significativi nel superare le tue insicurezze e migliorare il tuo approccio alle relazioni. Tuttavia, le ansie e i sentimenti di panico che sperimenti quando inizi a sentirti coinvolto in una relazione sono ancora un ostacolo significativo.
Ciò che stai descrivendo sembra essere correlato all'ansia da impegno o all'ansia da abbandono, che può emergere quando una persona ha paura di essere vulnerabile o di essere ferita in una relazione. Questo tipo di ansia può portare a sentimenti irrazionali e pensieri catastrofici, anche se non ci sono motivi reali per sentirsi minacciati. È positivo che tu riconosca queste paure come irrazionali, ma può comunque essere un'esperienza molto intensa e difficile da gestire.
E' importante considerare il supporto di uno psicoterapeuta specializzato in ansia e relazioni interpersonali. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è spesso utilizzata per affrontare l'ansia e può essere utile nel darti gli strumenti per affrontare queste emozioni irrazionali e sviluppare strategie per gestire l'ansia quando emerge.
Inoltre, potrebbe essere utile esplorare in terapia eventuali eventi passati o traumi, come la tua relazione con tuo padre, che potrebbero influenzare le tue dinamiche relazionali attuali. Comprendere meglio le radici di queste paure può aiutarti a lavorare su di esse in modo più efficace.
Infine, non scoraggiarti troppo per l'età. È importante ricordare che ognuno ha il suo percorso unico nella vita e nelle relazioni, e non c'è un tempo "giusto" per iniziare o avere una relazione significativa. Concentrati sul tuo benessere emotivo e personale, e quando sarai pronto, sarai in grado di affrontare le sfide delle relazioni con maggiore fiducia e serenità.
Ciò che stai descrivendo sembra essere correlato all'ansia da impegno o all'ansia da abbandono, che può emergere quando una persona ha paura di essere vulnerabile o di essere ferita in una relazione. Questo tipo di ansia può portare a sentimenti irrazionali e pensieri catastrofici, anche se non ci sono motivi reali per sentirsi minacciati. È positivo che tu riconosca queste paure come irrazionali, ma può comunque essere un'esperienza molto intensa e difficile da gestire.
E' importante considerare il supporto di uno psicoterapeuta specializzato in ansia e relazioni interpersonali. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è spesso utilizzata per affrontare l'ansia e può essere utile nel darti gli strumenti per affrontare queste emozioni irrazionali e sviluppare strategie per gestire l'ansia quando emerge.
Inoltre, potrebbe essere utile esplorare in terapia eventuali eventi passati o traumi, come la tua relazione con tuo padre, che potrebbero influenzare le tue dinamiche relazionali attuali. Comprendere meglio le radici di queste paure può aiutarti a lavorare su di esse in modo più efficace.
Infine, non scoraggiarti troppo per l'età. È importante ricordare che ognuno ha il suo percorso unico nella vita e nelle relazioni, e non c'è un tempo "giusto" per iniziare o avere una relazione significativa. Concentrati sul tuo benessere emotivo e personale, e quando sarai pronto, sarai in grado di affrontare le sfide delle relazioni con maggiore fiducia e serenità.
Buongiorno, grazie per aver esposto una domanda così importante e preziosa. Emerge forte il suo desiderio di viverci la bellezza di una relazione stabile rimanendo se stesso. Potrebbe essere importante, durante un primo colloquio conoscitivo, aprire maggiormente il discorso sui pensieri del quotidiano, comprendere quali emozioni vengono tradotte in ansia e paura. Da lì si aprirebbero nuove riflessioni e un nuovo ascolto del presente e dei suoi reali bisogni. Resto a disposizione
Gentile utente, leggo con attenzione la sua lettera e colgo i suoi disagi, le sue difficoltà e il suo stato emotivo. In maniera acuta ha sottolineato il fulcro da cui derivano le sue difficoltà relazionali ossia la sua infanzia in cui un padre padrona la umiliava e ridicolizzava facendola sentire inadeguato e perennemente insicuro. La relazione con il suo genitore di riferimento ha creato un imprinting relazionale in cui è difficile fidarsi dell’altro tanto che lei racconta di riuscire a placare l’ansia e ad avere dei rapporti fisici solo nel caso in cui “la lei di turno non le piace veramente “, ossia quando non si sente emotivamente coinvolto. Lei racconta di un’ansia incontrollabile, apparentemente senza causa, che sfocia in attacchi di panico nel caso in cui è emotivamente totalmente coinvolto nella relazione con una donna che le piace realmente, in riferimento a questo stato le dico che l’ansia non è mai senza una ragione ma proprio quando sembra senza una reale motivazione è legata a traumi relazionali infantili che abbiamo inconsciamente estromesso dalla nostra memoria. Lei racconta della sua capacità di seduzione acquisita come se fosse una prestazione da apprendere, in realtà la relazione con l’altro presuppone la massima spontaneità e libertà di sé. Carissimo utente lei scrive di fare di tutto per placare la sua ansia e trovare l’equilibrio, yoga, sport ecc. ma io le chiedo se si è mai rivolto ad un professionista della salute, se ha mai cercato l’aiuto di uno psicologo. C’è un solo modo per eliminare i suoi “demoni” come lei li chiama, ed è affrontarli con il supporto di uno psicologo specializzato nell’affrontare ansia e insicurezze. Solo ripercorrendo il vissuto relazionale familiare sarà possibile individuare, analizzare, elaborare e metabolizzare le cause scatenanti che non le hanno permesso di acquisire la giusta sicurezza basata sulle proprie capacità e potenzialità. Un percorso psicologico che affronti le insicurezze che derivano dalle passate umiliazioni, dal mancato sostegno familiare, per proseguire con un’azione di potenziamento dell’autostima, dell’autoefficacia, la presa di coscienza delle emozioni e motivazioni intrinseche potrà condurla verso la stabilità emotiva, verso quell’equilibrio da lei tanto desiderato. Si può uscire da questo stato d’impass? La risposta è Si, non esiti a ricercare uno psicologo o psicoterapeuta che possano aiutarla a recuperare serenità e benessere. Un grande in bocca al lupo.
Dott.ssa Maria Graziano
Dott.ssa Maria Graziano
Buongiorno,
sicuramente è un qualcosa di profondo che non le permette di realizzare una "relazione", ma anche qualcosa di molto antico nel tempo.
Il rapporto con suo padre ha lasciato delle tracce che porta ancora oggi con se.
Il sapere stare in rapporto con un altro essere umano ha una importanza che non va sminuita, lei ne è consapevole ad oggi, ma non sa come fare.
Sarebbe opportuno parlarne insieme.
Un caro saluto
Lavinia
sicuramente è un qualcosa di profondo che non le permette di realizzare una "relazione", ma anche qualcosa di molto antico nel tempo.
Il rapporto con suo padre ha lasciato delle tracce che porta ancora oggi con se.
Il sapere stare in rapporto con un altro essere umano ha una importanza che non va sminuita, lei ne è consapevole ad oggi, ma non sa come fare.
Sarebbe opportuno parlarne insieme.
Un caro saluto
Lavinia
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