Salve dottori, cercherò di essere il più concisa possibile. Da sei anni soffro di ansia e disturbo
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Salve dottori, cercherò di essere il più concisa possibile.
Da sei anni soffro di ansia e disturbo di panico, ho 23 anni.
I sintomi più fastidiosi sono il terrore continuo e la derealizzazione.
Ora, ho preso per 4 anni la sertralina, ed ero diciamo stabile ma non sono mai stata bene al 100%, però stavo meglio.
Qualche mese fa sono tornata in ricaduta, ho cambiato farmaci, da due settimane sono arrivata a prendere 20mg di CIPRALEX ma sono solo peggiorata, nonostante l’ansiolitico per coprire, sto malissimo, come sei anni fa.
E il sintomo peggiore che mi fa soffrire tantissimo è appunto la derealizzazione.
Ho cominciato di nuovo psicoterapia, ma non mi trovo bene e non mi sento capita al 100%.
Vorrei capire cosa fare sia con l’ansia e il panico, invalidante, che con la derealizzazione e la depersonalizzazione soprattutto, perché vedo che molti la prendono sottogamba o neanche la conoscono, ed è orribile..
Da due settimane non riesco più ad uscire di casa, per questa sensazione di irrealtà che è aumentata.
Vi prego di aiutarmi..
Da sei anni soffro di ansia e disturbo di panico, ho 23 anni.
I sintomi più fastidiosi sono il terrore continuo e la derealizzazione.
Ora, ho preso per 4 anni la sertralina, ed ero diciamo stabile ma non sono mai stata bene al 100%, però stavo meglio.
Qualche mese fa sono tornata in ricaduta, ho cambiato farmaci, da due settimane sono arrivata a prendere 20mg di CIPRALEX ma sono solo peggiorata, nonostante l’ansiolitico per coprire, sto malissimo, come sei anni fa.
E il sintomo peggiore che mi fa soffrire tantissimo è appunto la derealizzazione.
Ho cominciato di nuovo psicoterapia, ma non mi trovo bene e non mi sento capita al 100%.
Vorrei capire cosa fare sia con l’ansia e il panico, invalidante, che con la derealizzazione e la depersonalizzazione soprattutto, perché vedo che molti la prendono sottogamba o neanche la conoscono, ed è orribile..
Da due settimane non riesco più ad uscire di casa, per questa sensazione di irrealtà che è aumentata.
Vi prego di aiutarmi..
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere che la terapia migliore sia quella combinata ossia costituita da farmaco più intervento psicologico dunque ritengo ottimo che lei abbia intrapreso una psicoterapia perché le sarà sicuramente utile per identificare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere che la terapia migliore sia quella combinata ossia costituita da farmaco più intervento psicologico dunque ritengo ottimo che lei abbia intrapreso una psicoterapia perché le sarà sicuramente utile per identificare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
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Gentile utente, da remoto e nello specifico tramite messaggistica è assai complesso poterle dare una risposta soddisfacente che possa lenire la preoccupazione che prova. Quel che mi sento di dirle da una posizione dietro-monitor è di confrontarsi con il medico curante, psichiatra o neurologo che sia, e rivedere il trattamento proposto ipoteticamente di ridotta compliance. Per quel che concerne la relazione terapeutica la inviterei a condividere queste sue perplessità con il suo psicoterapeuta per poter significare insieme quel che sta succedendo, così da avere un panorama psichico più ampio e valutare se proseguire o orientarsi verso un altro professionista.
Un cordiale saluto
Dott. Alessandro Cazzato
Un cordiale saluto
Dott. Alessandro Cazzato
Salve, data la situazione dei consiglio di intraprendere al più presto un percorso psicologico per elaborare il disagio che descrive.
Quando ha avuto i primi episodi di attacchi di panico?
Rimango a sua disposizione, anche in modalità online.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Quando ha avuto i primi episodi di attacchi di panico?
Rimango a sua disposizione, anche in modalità online.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gentile utente,
la situazione che descrive è molto complessa e immagino che le crei un grande disagio che si trascina da molto tempo . Molto spesso ci si sente demoralizzati quando si hanno delle ricadute che mettono a rischio tutto il lavoro precedentemente svolto sia da un punto di vista farmacologico che psicoterapeutico. Sarebbe auspicabile che non perda di vista i successi ottenuti precedentemente anche se non al 100% come da lei descritto. Condivida con i suoi curanti le sue ansie, i suoi timori per non farsene carico solo lei. Condivida con loro le sue preoccupazioni e le sue perplessità in modo da non sentirsi non compresa. Cordiali saluti Dr.ssa Mezzenga Lorella
la situazione che descrive è molto complessa e immagino che le crei un grande disagio che si trascina da molto tempo . Molto spesso ci si sente demoralizzati quando si hanno delle ricadute che mettono a rischio tutto il lavoro precedentemente svolto sia da un punto di vista farmacologico che psicoterapeutico. Sarebbe auspicabile che non perda di vista i successi ottenuti precedentemente anche se non al 100% come da lei descritto. Condivida con i suoi curanti le sue ansie, i suoi timori per non farsene carico solo lei. Condivida con loro le sue preoccupazioni e le sue perplessità in modo da non sentirsi non compresa. Cordiali saluti Dr.ssa Mezzenga Lorella
L'approccio integrato - psicofarmacologico e psicoterapeutico - nel suo caso, è opportuno.
Utile una accurata rivalutazione della farmacoterapia e, quando afferma che non si senta capita al 100% e che ha ripreso la psicoterapia, mi permetto un suggerimento: non interrompa il percorso psicoterapeutico. Interromperlo quando ci si SENTE meglio, ma non si STA meglio, la espone al rischio di una ricaduta. E' ampiamente nota l'importanza di concludere la psicoterapia solo dopo avere sospeso i farmaci, evidentemente, monitorati dallo psichiatra che li ha prescritti. Il lavoro più faticoso, ma anche quello risolutivo, è quello psicoterapeutico, purchè sia assiduo: la compliance è fondamentale.
Utile una accurata rivalutazione della farmacoterapia e, quando afferma che non si senta capita al 100% e che ha ripreso la psicoterapia, mi permetto un suggerimento: non interrompa il percorso psicoterapeutico. Interromperlo quando ci si SENTE meglio, ma non si STA meglio, la espone al rischio di una ricaduta. E' ampiamente nota l'importanza di concludere la psicoterapia solo dopo avere sospeso i farmaci, evidentemente, monitorati dallo psichiatra che li ha prescritti. Il lavoro più faticoso, ma anche quello risolutivo, è quello psicoterapeutico, purchè sia assiduo: la compliance è fondamentale.
Buonasera,
l'approccio combinato di farmaci e psicoterapia, credo sia stata la scelta migliore, ma se sente che qualcosa non va, come il "non sentirsi capita dal suo terapeuta", la cosa migliore da fare prima di tutto, è parlargliene direttamente, in seduta e poter affrontare la cosa. Quindi potrete valutare se proseguire oppure cambiare professionista.
Cordiali saluti
GR
l'approccio combinato di farmaci e psicoterapia, credo sia stata la scelta migliore, ma se sente che qualcosa non va, come il "non sentirsi capita dal suo terapeuta", la cosa migliore da fare prima di tutto, è parlargliene direttamente, in seduta e poter affrontare la cosa. Quindi potrete valutare se proseguire oppure cambiare professionista.
Cordiali saluti
GR
Buongiorno,
E' molto positivo che lei abbia deciso di affiancare alla terapia farmacologica una psicoterapia. E' ormai universalmente noto che si ottengono risultati migliori rispetto alla sola terapia farmacologica. Tuttavia, ritengo sarebbe opportuno che chiarisca con il suo psicoterapeuta ciò che sente rispetto alla terapia, in modo da poterlo affrontare, regolandovi di conseguenza.
Cordialmente, EP
E' molto positivo che lei abbia deciso di affiancare alla terapia farmacologica una psicoterapia. E' ormai universalmente noto che si ottengono risultati migliori rispetto alla sola terapia farmacologica. Tuttavia, ritengo sarebbe opportuno che chiarisca con il suo psicoterapeuta ciò che sente rispetto alla terapia, in modo da poterlo affrontare, regolandovi di conseguenza.
Cordialmente, EP
Salve, non entro in merito ai farmaci perché è una questione di competenza del medico che li ha prescritti. In merito al problema che ci racconta la voglio rassicurare informandola che l'ansia e gli attacchi di panico si possono risolvere con terapie brevi e strategiche, argomenti di cui mi sono occupato per tutta la mia carriera. Esprima al suo psicologo le sue impressioni senza nessun timore. Non si demoralizzi e non si lasci andare perché con il giusto approccio il suo disagio si risolve tranquillamente. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentilissima, mi dispiace molto per la sua situazione.
Ha fatto una valutazione psicodiagnostica per inquadrare meglio il disturbo e la psicoterapia più idonea?
Resto disponibile , Saluti Dott.ssa Silvana Zito
Ha fatto una valutazione psicodiagnostica per inquadrare meglio il disturbo e la psicoterapia più idonea?
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Gentile Utente, sappiamo bene quanto sia dura fare spazio all'ansia nella vita quotidiana. Se lo mangia, e la mette in pausa, è comprensibile che lei senta di non farcela più. Tenga presente che i farmaci, in assenza di una psicoterapia, hanno un effetto molto limitato; ovvero, sembrano risolvere il problema, in realtà spostandolo solo, perché alla loro sospensione o assuefazione del corpo, l'ansia ritorna prepotentemente. E' importante che lei possa iniziare una psicoterapia, nella quale apprendere come gestire l'ansia (perché l'ansia è gestibile come tutte le emozioni) mentre cercherà di capire quali fattori della sua vita la generino e mantengano. Un caro augurio di buona fortuna
Buonasera, sei anni non sono pochi, aveva 17 anni da quando sta così? Sento che la situazione è più complessa di quella che ha potuto descrivere con questo messaggio. La terapia farmacologica non può che essere monitorata da un medico competente ma assolutamente non può mancare un lavoro di psicoterapia che associ relazione e fiducia. Forte e assolutamente non demordere! Sono a disposizione. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Buonasera , la capisco e mi dispiace per il disagio ed il malessere che prova . Anche se non si è sentita capita al 100%, come lei ci ha scritto , le suggerirei comunque di intraprendere un percorso psicologico per capire meglio che cosa le è successo sei anni quando le sono emersi i primi sintomi e cosa le è capitato ora . Attraverso un percorso può riuscire a gestire la sua ansia e la derealizzazione e capire le emozioni che ci sono dietro . Inoltre se è necessario può intraprendere contemporaneamente una terapia farmacologica , ben prescritta da un medico che collabora con lo psicoterapeuta. Le auguro una buona serata . Dott.ssa Alessia Greco
Gentile utente di mio dottore,
le consiglio vivamente di continuare il percorso psicoterapico cominciato con il collega, insieme alla farmacoterapia. Entrambe le cose possono risolvere con successo la problematica da cui è affetta. Nella speranza con queste poche righe di avere orientato i suoi dubbi in merito
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
le consiglio vivamente di continuare il percorso psicoterapico cominciato con il collega, insieme alla farmacoterapia. Entrambe le cose possono risolvere con successo la problematica da cui è affetta. Nella speranza con queste poche righe di avere orientato i suoi dubbi in merito
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, mi arriva forte il suo senso di disagio e fatica. Come consigliato da altri colleghi, la inviterei a parlare con il suo terapeuta rimandandogli le sensazioni a noi descritte. La relazione terapeutica è un ottimo strumento!!
Porti il suo malcontento, e cosa vorrebbe cosi che il collega possa al meglio confrontarsi con lei.
Le auguro una buona giornata! Resto a disposizione per qualsiasi cosa
Porti il suo malcontento, e cosa vorrebbe cosi che il collega possa al meglio confrontarsi con lei.
Le auguro una buona giornata! Resto a disposizione per qualsiasi cosa
Carissima,
la derealizzazione è solitamente un meccanismo di difesa che il nostro cervello mette in atto quando certi contenuti cognitivi (pensieri, emozioni) sono troppo intensi o difficili da elaborare. Spesso la derealizzazione è legata ad ansia o a stati emotivi particolari. Nel suo caso le suggerirei di approfondire meglio le situazioni in cui probabilmente è così attivata, per capire meglio qual è lo stato mentale da cui (automaticamente) cerca di difendersi.
Le mando un caro saluto,
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
la derealizzazione è solitamente un meccanismo di difesa che il nostro cervello mette in atto quando certi contenuti cognitivi (pensieri, emozioni) sono troppo intensi o difficili da elaborare. Spesso la derealizzazione è legata ad ansia o a stati emotivi particolari. Nel suo caso le suggerirei di approfondire meglio le situazioni in cui probabilmente è così attivata, per capire meglio qual è lo stato mentale da cui (automaticamente) cerca di difendersi.
Le mando un caro saluto,
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
Buongiorno,
capisco il momento delicato e difficile che sta vivendo, le consiglierei di esporre tutti i suoi dubbi al suo terapeuta e allo psichiatra che le ha somministrato la cura farmacologica, entrambe le terapie devono andare di pari passo ed è opportuno che i due colleghi comunichino per monitorare l'andamento sia della terapia farmacologica, sia della psicoterapia, per lavorare in sinergia sugli stessi obiettivi.
Spero di esserle stata utile.
capisco il momento delicato e difficile che sta vivendo, le consiglierei di esporre tutti i suoi dubbi al suo terapeuta e allo psichiatra che le ha somministrato la cura farmacologica, entrambe le terapie devono andare di pari passo ed è opportuno che i due colleghi comunichino per monitorare l'andamento sia della terapia farmacologica, sia della psicoterapia, per lavorare in sinergia sugli stessi obiettivi.
Spero di esserle stata utile.
Gentile utente, comprendo la sua sofferenza ma il solo approccio farmacologico non è sufficiente. Deve trovare una o uno psicoterapeuta con cui si trova a suo agio. Affrontare tutto ciò da sola, oltre che frustrante, non fa che peggiorare la sua sintomatologia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
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