Salve, dalla morte di mia moglie nel 2004, quindi da quasi 20 anni, assumo tutti i giorni zoloft e

19 risposte
Salve,
dalla morte di mia moglie nel 2004, quindi da quasi 20 anni, assumo tutti i giorni zoloft o Xanax. Non riesco a liberarmi da questa dipendenza.
Ora sono diventato paraplegico in seguito ad una ischemia midollare e, di conseguenza, tutto è più difficile. cosa posso fare?
Grazie
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno,
La terapia farmacologica che sta assumendo è sotto controllo di un medico che la segue? Io credo che dovrebbe associare ad una terapia farmacologica anche una psicoterapia, ad esempio a distanza via Skype, se le può essere più agevole. È importante che lei possa elaborare i vissuti relativi alla situazione che sta vivendo e al lutto, questo potrebbe aiutarla anche a sentirsi meno dipendente dal farmaco.
Se vuole resto a disposizione
Cordialità
Dott.ssa Di Giovanni
Buongiorno caro utente, grazie per la condivisione.
Sono veramente dispiaciuto a riguardo delle difficoltà che ha attraversato e che attraversa tutt'ora. La terapia farmacologica, per essere efficace, andrebbe affiancata a un percorso psicoterapeutico incentrato su di lei.
Capirà lei stesso che un tempo così prolungato con tali farmaci non gioca a suo beneficio oltre ad aggravare la situazione in alcuni aspetti.
È stato molto forte a chiedere aiuto ed è stato un gesto valoroso da parte sua.
Forse è arrivato il momento di riprendere la propria vita in mano.
Dr. Liberatore
Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. è sempre opportuno che la terapia farmacologica sia affiancata ad un percorso di sostegno psicologico. Se inoltre non si ritiene soddisfatto dell'effetto dei farmaci che sta prendendo si dovrebbe rivolgere al suo psichiatra o medico di base.
A disposizione
Gentile utente, posso solo immaginare la sofferenza che lei sta vivendo. Prima tutto credo che sia importante che la sua terapia farmacologica venga monitorata dal suo medico. Inoltre il suo lutto e la sua condizione medica in cui oggi si trova sono degne di cura e ascolto. Credo che potrebbe essere importante che lei valuti la possibilità di prendersi cura di sè. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile Utente, provo un grande dispiacere per la condizione di sofferenza che è costretto ad affrontare e nell'apprendere di tutte le sfide che ha dovuto affrontare e che tutt'ora affronta. La dipendenza farmacologica è una questione assai complessa e meritevole di un serio approfondimento, richiedendo, a mio avviso, il supporto congiunto di competenti professionisti psichiatri e psicoterapeuti.
Riconoscere l'esigenza di aver bisogno di aiuto è il primo passo di questo processo, ma è necessario un intervento mirato per prendersi cura di sé attivamente. Qualora avesse bisogno di riferimenti, sia rispetto ai servizi locali cui rivolgersi, sia rispetto a professionisti privati, può contattarmi e sarò lieta di fornirle informazioni utili.
Resto a disposizione,
S.C.
Salve, mi dispiace profondamente per la situazione che vive. La sua "dipendenza" potrebbe dipendere dalla sua difficoltà a lasciare andare la vita che viveva quando sua moglie era ancora in vita. Abbandonare questa dipendenza sarebbe come abbandonare per due volte sua moglie. Credo che oltre alla terapia farmacologica sarebbe ottimale associare anche una psicoterapia Emdr che tratta proprio i traumi di cui lei sembra viverne tutti i sintomi. Potrebbe tranquillamente usufruire della psicoterapia online. Validissimo aiuto per chi magari non ha modo di spostarsi o semplicemente preferisce l'ambiente sicuro di casa propria usando un pc. Le auguro di scegliere la soluzione migliore per se stesso. Saluti. Dr Pesce
Salve, la ringraziamo per averci scritto ed essersi appellato al nostro portale.
Riporta una perdita significativa che ha avuto la necessità di un supporto farmacologico prolungato e che necessita gradualmente di un adeguamento e scalaggio ponderato e integrato nel tempo da parte di uno psichiatra di riferimento.
Anche le difficoltà attuali sicuramente possono beneficiare di altre fonti di aiuto da parte di unità specializzate per un recupero fisico funzionale e per accompagnare un’elaborazione emotiva del cambiamento. Rimaniamo pertanto disponibili per un orientamento più accurato. Un saluto cordiale
Salve, mi dispiace molto per la situazione difficile in cui si trova.
Per quanto riguarda l'aspetto farmacologico, la cosa migliore sarebbe parlarne con il suo medico per trovare la soluzione più adatta.
Per quanto riguarda invece l'aspetto psicologico, legato al lutto di sua moglie ed alle nuove difficoltà che si trova a fronteggiare, il consiglio è di valutare la possibilità di svolgere alcuni colloqui psicologici di supporto. In questo modo potrà prendersi cura di sé in maniera più completa, riservando uno spazio anche al suo benessere mentale.
Resto a sua disposizione, cordiali saluti.
Buongiorno, mi spiace molto per la situazione che descrive, chiaramente difficile. Io ritengo che la cosa migliore da fare rispetto al cercare di diminuire e magari anche liberarsi dai farmaci sia quella di parlare con il medico/psichiatra che la segue sotto questo punto di vista, l'unico in grado di fornirle un valido aiuto in merito. Penso però che sia altresì importante per lei intraprendere un percorso psicoterapeutico, così da "prendere in mano" tutti questi vissuti di dolore e sofferenza che sono rimasti per anni forse assopiti dai farmaci, ma non elaborati. La terapia online sta prendendo sempre più piede ai giorni d'oggi; è una valida alternativa che le consentirebbe di effettuare il percorso senza la necessità di spostamento. Rimango a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Valentina Terruzzi
Gentilissimo, la perdita di una persona cara lascia cicatrici che rimangono con noi per sempre. Nel Suo caso, probabilmente, la cicatrice è ancora una ferita aperta, nascosta solo dall'obnubilamento degli psicofarmaci.
In aggiunta a questa ferita se ne aggiunge un'altra: la paraplegia.
A mio modesto parere, l'uso singolo degli psicofarmaci, da soli, non risolve il problema.
I risultati migliori - così riportano le ricerche scientifiche - sono quando si abbina la psicoterapia (di qualsiasi tipo) ad un uso limitato dei farmaci; ovviamente la prescrizione varia a seconda della sintomatologia riscontrata ed è di esclusiva pertinenza dei medici.
Le suggerirei (noi psicologi per ordinamento NON possiamo dare consigli, come previsto dal Codice deontologico) di intraprendere un percorso psicoterapeutico, anche online.
Non si azzardi poi a cambiarsi posologia ai farmaci (auto terapia "fai da te"), in quanto uno scalaggio non seguito da un medico psichiatra (non sempre i medici di medicina generale hanno una preparazione idonea in merito), può far insorgere delle vere e proprie crisi d'astinenza e stare peggio di prima.
Concludendo: si appoggi ad un collega, inizi un percorso psicoterapeutico. Il resto verrà da solo e, mi raccomando, eviti di isolarsi.
Un caro saluto,
Bruno Marzemin
Buongiorno, ha dovuto affrontare situazioni dolorose nella vita e immagino non sia stato affatto facile.
Perdere una persona cara talvolta può essere vissuto come un esperienza traumatica che evoca vissuti emotivi molto dolorosi.
Mi sento di suggerirle di parlare con il suo psichiatra nel suo rapporto con la terapia farmacologica. In secondo luogo potrebbe considerare l’idea di rivolgersi anche ad uno psicoterapeuta.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Buongiorno. Le sono vicino per la sua situazione.
Credo che un lutto ventennale, come lei afferma, richieda un possibile scioglimento.
Credo inoltre che il problema fisico che ora segna il suo corpo sia da considerare come argomento di cui parlare in un contesto appropriato.
La invito a valutare l'ipotesi di colloqui online per entrambi i temi di cui fa cenno. Sono disponibile in tal senso.
gentile utente, dalle sue parole trapela un delicato senso di tristezza ,il lutto di una persona cara può essere elaborato molto lentamente con strategie anche farmacologiche di contenimento, credo che sia molto utile una consulenza psicologica che la aiuti a guardare la sua condizione con amorevolezza e fiducia e che le restituisca la serenità che merita.
Se vuole, sono a sua disposizione
Salve, grazie per la condivisione. Dalle sue parole avverto tutta la tristezza e la solitudine che sta vivendo in questo momento. Chiedere aiuto e rendersi conto di avvertire una situazione come problematica è comunque sempre il primo passo da fare per poter stare meglio e darsi una possibilità in più. Quello che sento di consigliarle è di rivolgersi ad uno psichiatra per poter monitorare l'assunzione di farmaci e a uno psicoterapeuta per poter elaborare tutti questi dolorosi vissuti e trovare in lei le risorse che in questo momento non sente di avere. Anche semplicemente via Skype nel caso non le sia possibile muoversi. Spero che riesca a intraprendere il percorso più giusto per lei, resto a disposizione, dott.ssa Chiara Cuoco
Salve, forse la terapia che sta assumendo ha bisogno di una variazione, sarebbe opportuno che lei parlasse con lo psichiatra di riferimenti segnalando il suo vissuto rispetto al farmaco. Riguardo la sua sofferenza e prodondo dolore di cui si percepisce l'entità nel messaggio che ha scritto mi chiedo se ha già provato a richiedere e un aiuto psicologico che possa aiutarla ad elaborare il trauma della perdita di sua moglie e della malattia avvenuta successivamente. Un caro saluto, Giada di veroli
Gentile utente,
per quanto concerne la terapia farmacologica il consiglio che le posso dare è sempre quello di parlarne con il medico o lo psichiatra che le ha prescritto il farmaco: sarà poi il medico a decidere se la variazione è opportuna o meno.
In merito al resto le potrei suggerire di intraprendere un percorso psicologico (anche online): le malattie sono eventi significativi che a volte, come nel suo caso, cambiano radicalmente la nostra quotidianità.
Un caro saluto
Gentile utente, posso immaginare la difficoltà del momento attuale e di quello passato. In merito alla terapia farmacologica le consiglio di effettuare un controllo con uno specialista, in modo che possa aggiustarle la terapia e far si che possa aiutarla nel miglior modo possibile. Dato il momento delicato le consiglio di affiancare alla terapia farmacologica un percorso psicologico che possa aiutarla a ricentrarsi. Resto a disposizione, anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Sonia Castagnolo
Mi dispiace moltissimo leggere quanto ha scritto. Nessuno può comprendere la difficoltà di quello che ha passato e di cosa ha dovuto affrontare in questi anni. Credo che sarebbe molto importante permetterle di sentire piccole soddisfazioni e sentirsi importante come persona, perché lo è!
Forse sarebbe il caso di farsi seguire da uno psicologo.
Rimango a disposizione nel caso sia interessato.
Dott.ssa Francesca Gottofredi

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