Salve, da quasi un anno ho interrotto il mio percorso di psicoterapia, era un periodo difficile ed h

17 risposte
Salve, da quasi un anno ho interrotto il mio percorso di psicoterapia, era un periodo difficile ed ho pensato potesse aiutarmi.
Era il secondo intrapreso nel corso della mia vita, il primo durato 6 mesi online durante il covid e quest'ultimo circa un anno. Io sento di non aver avuto affinità con entrambi i professionisti incontrati, probabilmente anche per una mia poca propensione nel parlare, ma ad oggi non penso mi abbiano dato la svolta definitiva.
Sono un persona altamente autocritica e metto in analisi la mia vita costantemente e spesso i ragionamenti che venivano affrontati portavano a conclusioni che io stessa avevo trovato in autonomia, ma dopo quello niente, tanto che ho pensato: okay abbiamo trovato la causa e ora?
(Uno dei motivi che mi ha spinto ad andare in terapia).
Sono una ragazza giovane, in un periodo tranquillo, lavoro, amici, ma con un passato familiare molto turbolento che ha portato tante ferite nella mia vita e disagi.
Ho sofferto di autolesionismo, dipendenza affettiva (amicizia).
Ho deciso di iniziare il percorso in terapia quando tutto questo era per me finito, stando da sola quando la tromba d'aria stava passando.
Ora mi sto interrogando su tante cose: le ferite saranno cicatrizzate bene?
Sto affrontando al massimo la mia vita?
Se questi problemi tornassero?
E tanto altro.
Io non mi sento cambiata dopo la terapia, mi sento tale e quale a prima, certo abbiamo parlato di tante cose, visto punti di vista alternativi, ma io continuo ad avere gli stessi pensieri.
Il percorso è terminato per volere di lei, che ho apprezzato, poichè si è resa conto di non potermi aiutare ulteriormente.
Adesso è passato un anno e il mio bagaglio è aumentato di cose belle ma anche di cose brutte e io mi rendo conto di affrontare tutto sempre nello stesso modo sapendo che ora sto bene e che arriverà il momento di down.
Ho deciso così di voler tornare in terapia, ma l'idea di dover partire da 0 per la terza volta mi devasta oltretutto col rischio di fare un buco nell'acqua per la terza volta (non considero le volte passate perdite di tempo, ma non sono state come mi aspettavo o come mi immaginavo).
Così sto perdendo tempo a cercare professionisti su professionisti sperando di inciampare in quello che a sentimento potrebbe essere quello giusto per me, ma nel frattempo il tempo passa e io ancora sono qua.
Consigli?
Buongiorno. Difficilissimo darle un suggerimento, senza conoscere la sua storia e la sua persona. Non sempre il "bravo professionista" è la assicurazione ad una buona terapia. Anche in questo tipo di speciale "comunicazione", intervengono molte variabili soggettive, terapeuta e paziente-dipendenti. Nè sempre il momento storico è del tutto favorevole ( anche se lo giustifica), a un intervento psicologico. La strada di un nuovo percorso mi sembra di poter dire che è obbligata, considerando, inoltre, che sarebbe "nuovo" solo in parte, in quanto tutto già leì ha già affrontato nelle due precedenti psicoterapie non è svanito e continuerà a lavorare anche ora. Individui bene e non deleghi mai tutto soltanto ad una psicoterapia... Un saluto
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Gentilissima, avverto come un senso di inutilità per quello che ha fatto, cosa che la fa svalutare ancora di più il percorso e se stessa. Eppure nonostante le sembri tempo perso, consideri che a qualche livello ha lavorato sennò non sarebbe qui a scrivere. E poi le terapia non fanno miracoli. Bisogna vedere anche quanto permettiamo alle cose di penetrarci. Ognuno di noi è fatto a suo modo, un po' come le piante d'olivo. Sono tutte contorte, ma alcune lo sono ancora di più e assumono forme uniche e irripetibili. Cosa consigliarle? La terza psicoterapia, magari di altro orientamento? Non lo so. Per come ho sentito la sua lettera mi viene di proporle un percorso a mediazione artistica, dove si usa poco la parola e molto la comunicazione non verbale, un lavoro che passa per i sensi e raggiunge il livello simbolico nel quale la persona trova il suo senso. Un lavoro profondo e delicato che deve essere condotto da persone esperte e non improvvisate. Se vuole maggiori informazioni mi contatti pure. Le invio un cordiale saluto, dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, da ciò che scrive mi sento di dire che i suoi percorsi di psicoterapia precedenti non sono stati dei buchi nell'acqua, ma anzi, le hanno permesso di riconoscere delle cause profonde, di valutare delle alternative ed anche di comprendere qualcosa di se, di come si è sentita in terapia e magari anche del perchè in quanto dice di essere stata un po' reticente nel comunicare per vari motivi. I percorsi sono fatti di obiettivi, e forse lei attualmente è pronta per fissarne di nuovi e lavorare su nuovi aspetti che le fanno porre delle domande sul suo funzionamento. Capita che facciamo dei pensieri automatici che talvolta racchiudono delle "distorsioni cognitive" comunemente detti "errori di pensiero" che dipendono molto dalle nostre credenze sul mondo, da ciò che abbiamo imparato e ciò che ci è successo nella vita. Imparare a riconoscere questi "errori di pensiero" aiuta anche a modificare il modo di pensare e di conseguenza le emozioni ad essi associate, e forse iniziare un lavoro su questo potrebbe esserle utile se sente di restare sempre sugli stessi pensieri. Non demorda, mi rendo conto di quanto sia impegnativo iniziare un nuovo percorso dopo averne affrontati già due che non sente soddisfacenti, ma non si troverà a dover ripartire da zero, partirà da dove è arrivata precedentemente (certo, delineando dei punti necessari ricavati dai suoi percorsi precedenti) ,non per stare ancora su quello, ma per poter delineare dei nuovi obiettivi terapeutici sulla base dei suoi bisogni attuali.
spero di esserle stata in parte utile,
un caro saluto, dott.ssa Carmen Tedeschi
Salve, se ha intenzione di intraprendere una psicoterapia, si prenda il tempo per cercare la persona giusta, che possa aiutarla. A volte basta una seduta per capire di essere nel posto giusto. Tanti auguri
Gentile, a volte abbiamo bisogno di affrontare diversi passi psicoterapeutici. Ogni singolo passo può servire ad affronatre aspetti diversi di noi, comunque importanti. La scoperta delle nostre difficoltà è come una specie di carotaggio in cui possiamo andare sempre piu' in profondità. Lei ha parlato tanto di pensieri e di punti di vista ma è importante concederci di toccare le emozioni che originano i nostri punti di vista. Poi la terapia può essere anche un educazione al coinvolgimento sempre maggiore, ci può insegnare ad andare oltre i pensieri.
Se lo ritiene a sua disposizione
salve e grazie innanzitutto per aver condiviso il suo vissuto con noi qui. mi permetta di farle un esempio che utilizzo spesso in terapia con i miei pazienti: per un mal di testa esistono diversi farmaci e non tutti hanno lo stesso effetto sulla popolazione poichè utilizzano principi attivi diversi e perchè i mal di testa non sono tutti uguali; bisogna trovare il farmaco adatto ad ogni persona per quello specifico disturbo di quel momento. Questo per dirle che ogni terapeuta, anche se con orientamento uguale può essere di aiuto oppure no in terapia, può fornire strumenti che magari in quel momento specifico non servono, ma già il fatto di aver cercato aiuto e di aver trovato un professionista disposta a darlo è un fattore positivo. Deve solo avere la pazienza di cercare un terapeuta adeguato, utilizzando i primi colloqui conoscitivi, che spesso sono gratuiti, per capire se quel professionista possa esserle di aiuto in quello specifico momento. Non sia autocritica nei suoi confronti in maniera così forte, si conceda il tempo necessario per valutare bene a chi affidarsi per ricevere l'aiuto di cui necessita. Valuti anche una modalità iniziale online. Non si dia limiti perchè la ricetta perfetta per ognuno di noi non esiste, deve semplicemente cercare il professionista che riesca ad entrare in sintonia con lei. Sono sicura che ci riuscirà. Sono a sua disposizione per qualsiasi chiarimento. Un caro saluto. Dott.ssa Lorena Assunta De Pari
Gentilissima, non darei per scontata la sensazione di non affinità che ha avuto nei confronti dei percorsi che ha fatto: probabilmente questa fatica a parlare (e affidarsi?) è uno dei punti chiave da affrontare per lei. Come lei stessa ha notato, conoscere razionalmente le cause che la portano a soffrire non è sufficiente, ma è l'inizio di un percorso di cambiamento, che richiede purtroppo o per fortuna parecchio tempo, che si costruisce anche sulla fiducia nell'altra persona. Quando se la sentirà, inizi un nuovo percorso, cerchi un professionista che le piaccia anche ad istinto, ascolti e discuta le sue sensazioni, le sue paure e le sue aspettative, con lui/lei (come mi sento ora a parlare di questo?) durante i colloqui, perché sono tanto importanti quanto la sua storia passata. Non ricomincerà da zero, perché ora si conosce un po' meglio, ha le idee più chiare su quello che cerca ed è determinata. Non sta perdendo tempo, ma la sua non è una ricerca semplice o banale, quindi non demorda. Un saluto
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta chiarezza e profondità. È comprensibile che dopo due percorsi terapeutici senza il risultato desiderato, possa sentirsi scoraggiata all'idea di ricominciare da capo.

Vorrei proporle un approccio breve, centrato su obiettivi concreti e misurabili: l'ipnoterapia. Diversamente dalle terapie tradizionali improntate principalmente al dialogo consapevole, la terapia basata sull'ipnosi si concentra sulla connessione mente-corpo, sull'attivazione della parte più profonda e intuitiva della nostra intelligenza e sul dialogo diretto con l'inconscio. Questo approccio non richiede necessariamente un lungo processo di analisi verbale, ma piuttosto si rivolge a quelle parti più profonde di noi che spesso restano inaccessibili alla coscienza ordinaria.

L'ipnosi può aiutarla a esplorare e rielaborare le ferite del passato in un modo diverso, permettendole di entrare in contatto con risorse interne che forse non ha ancora pienamente scoperto. Questo lavoro si basa sull’allenamento della mente a entrare in uno stato di rilassamento profondo, dove l’inconscio può emergere e lavorare per il cambiamento, senza le barriere della razionalità e del giudizio critico.

L’efficacia dell’ipnosi risiede nella sua capacità di bypassare le difese coscienti, consentendole di sperimentare un cambiamento reale e tangibile, anche quando il percorso verbale sembra non portare a una trasformazione concreta. Questo potrebbe rappresentare per lei un’opportunità di affrontare le sue difficoltà da una prospettiva diversa, più centrata sulle sensazioni e sulle esperienze, piuttosto che sulle sole parole.

Se desidera esplorare questa strada, resto a disposizione per un primo colloquio conoscitivo anche online.

Valeria Degiovanni
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Salve, come dire, chi non risica non rosica.
La terapia è messa in discussione di se stessi ed al contempo necessità che venga creata una relazione con il professionista scelto. A volte basta cambiare un po’ l’atteggiamento ed il tono di fondo per permettersi di incontrare una persona idonea.
Nessun terapeuta potrà sostituirsi a lei nel processo di cambiamento, ma sicuramente lì fuori c’è quello adatto a poterla accompagnare. Buon lavoro.
Saluti,dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno! Il valore che per lei hanno avuto le precedenti esperienze terapeutiche, i motivi e le modalità dell'interruzione dovrebbero essere molto ben analizzati con il/la futur* terapeuta. "Ho deciso così di voler tornare in terapia, ma l'idea di dover partire da 0 per la terza volta mi devasta oltretutto col rischio di fare un buco nell'acqua per la terza volta (non considero le volte passate perdite di tempo, ma non sono state come mi aspettavo o come mi immaginavo)". Cosa si aspetta? Cosa immagina? Quelli che ha vissuto come "buchi nell'acqua" hanno sollecitato in me una fantasia, che mi permetto di condividere. Mi ha fatto immaginare una bimba in riva al mare, che con il piedino sente la temperatura dell'acqua e subito si ritira: "È fredda, è agitato, ho paura". È piccola e sente che nessuno la aiuterà a dare un signiticato a sensazioni così disturbanti (paura, rabbia, solitudine). Ha imparato a far da sola, perché fidarsi e affidarsi è rischioso. Coinvolgersi in un percorso lungo, dispendioso e doloroso lo è ancor di più. Chissà che i sei mesi della prima volta e il quasi un anno della seconda non abbiano avuto quello stesso sapore (e che forse non è nuovo). Lei ha diritto ad un* compagn* di viaggio con il quale poter finalmente apprezzare il valore di piccole, successive, graduali esplorazioni/immersioni. D'altro canto, dovrà entrare in "acqua" e "bagnarsi". Consigliare è sempre un terreno scivoloso, ma le sue parole mi hanno fatto pensare che potrebbe trarre beneficio da un percorso molto ben strutturato e di lungo respiro. Si goda il viaggio
Caro/a utente, innanzitutto grazie per aver condiviso qua la sua situazione.
E' difficile darle suggerimenti avendo poche informazioni a riguardo, l'unica cosa che posso consigliarle è di andare a vedere i diversi approcci esistenti di psicoterapia e comprendere secondo lei quale potrebbe essere quello più adeguato ai suoi bisogni.
Dott.ssa Giada Valmonte
Salve, cercherò di essere sintetico ma spero utile.
Un percorso terapeutico non dovrebbe essere solo incentrato sul trovare le cause. Certamente questo è un passaggio fondamentale ma per generare un vero e proprio cambiamento serve un lavoro su di sé in cui entrano in gioco, come lei accennava, i propri trascorsi passati e il vissuto emotivo ...
La sua giovane età è un grosso vantaggio ma non le consiglio di avvicinarsi ad una psicoterapia a scopo preventivo: "se poi torna ...".

Si prenda un po' di tempo qualcosa dentro di lei, prima o poi, la spingerà in una direzione.
Dott. Giorgio Carnevale
Buonasera, in passato ha fatto una psicoterapia o un percorso psicologico? Perchè sia gli obiettivi che gli strumenti sono molto diversi. Per promuovere un cambiamento è necessario rivolgersi ad uno/a psicoterapeuta. Potrebbe tentare con un nuovo terapeuta, questa volta raccogliendo maggiori informazioni sulla formazione per verificare se è aderente ai suoi obiettivi. Il mio consiglio, prima di intraprendere una psicoterapia è quello di effettuare più di un colloquio conoscitivo al fine di chiarirsi proprio sui punti che e hanno determinato una delusione.
Le faccio un in bocca al lupo
Buongiorno,
la consapevolezza e la conoscenza di sé sono un passo fondamentale ma non esaustivo per avviarsi lungo la strada del cambiamento.
E' probabile che le sue precedenti terapie l'abbiano aiutata ad ascoltarsi e a comprendersi e che per accedere al cambiamento sia necessario mettersi nuovamente in cammino.
La scelta del terapeuta è essenziale poiché è proprio la relazione terapeutica il motore della terapia stessa.
Le consiglio di affrontare, qualora decidesse effettivamente di intraprendere un nuovo percorso, i motivi e le modalità della fine delle precedenti terapie, nonché di parlare con il suo terapeuta dei sentimenti e delle emozioni che affioreranno lungo il vostro cammino. Le faccio i miei migliori auguri.
Buongiorno,
potrebbe provare a ricontattare la sua terapeuta spiegandole quanto riportato qui mettendo a nudo i suoi dubbi e soprattutto i suoi bisogni. Sarebbe la persona più indicata in questo momento ad accogliere ed orientare la sua richiesta di aiuto.
In bocca al lupo per il proseguo del suo percorso.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente se fosse una mia paziente le chiederei come mai ha deciso di interrompere i percorsi, visto, che sembra senta ancora la necessità. Il mio consiglio è di iniziare un nuovo percorso, non ripartirà da 0 ma ripartirà sicuramente con maggiore forza e consapevolezza. Cordialità dott. Gaetano Marino

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