Salve, da due mesi, in seguito ad un forte episodio di vertigini che mi ha lasciato stordimento, per
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Salve, da due mesi, in seguito ad un forte episodio di vertigini che mi ha lasciato stordimento, percepisco una forte ansia... premetto di essere stata sempre ansiosa, ma non in modo eccessivo, per farla breve penso troppo alle cose.
Comunque, dopo questo episodio, dopo varie visite, ho scoperto di avere oltre all’inversione del rachide cervicale, un’ernia cervicale... infatti oltre alla sensazione di stordimento avevo anche dolori a collo e spalla.
Tuttavia questa situazione mi ha lasciato una forte ansia, perché da quel giorno ho iniziato a cercare possibili cause su internet, e ho iniziato a preoccuparmi anche troppo, e per farla breve ogni volte che cerco una malattia, sia essa fisica o mentale, sembra che io abbia tutti i sintomi anche se questi prima di quella ricerca non si sono presentati, in particolare modo ultimamente mi sono fissata con il disturbo di depersonalizzazione di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza.
Ho letto per caso un articolo mentre facevo le ricerche su internet.
Ripeto appunto che fino a quel momento non avevo nessun sintomo simile a quelli che suggeriscono depersonalizzazione, ma da quando ho letto i sintomi tendo a guardare tipo le mani per vedere se le sento mie (e a volte non sembra così) oppure a guardarmi allo specchio (perché ho letto che alcuni soggetti guardandosi allo specchio non si riconoscono) e a volte non mi sembra così, ma poi subito mi riprendo e mi riconosco... mi capita così anche con altre malattie, cioè leggo i sintomi e mi sembra di averli... ad ogni modo sento che la mia ansia sia aumentata, e alcune volte ho paura ad uscire perché ho paura che mi prenda un attacco di panico improvviso pur non avendo mai avuto mai un attacco di panico ma solo ansia magari con sensazione di pressione al petto.
Ho davvero un disturbo di depersonalizzazione o è solo ansia e paura, e tendo a farmi condizionare da ogni cosa? Ho passato ultimamente molto tempo a casa perché sto curando l’ernia, e dal momento che mi provocava vertigini e dolori forti a collo e spalla tanto da non potermi muovere dal letto diciamo che forse ho aumentato la mia ansia perché stando più a casa magari ho iniziato a pensare un po’ troppo, come posso stare un po’ più rilassata? Sembra che nell’ultimo mese la mia mente non smetta di pensare a tutte queste cose
Comunque, dopo questo episodio, dopo varie visite, ho scoperto di avere oltre all’inversione del rachide cervicale, un’ernia cervicale... infatti oltre alla sensazione di stordimento avevo anche dolori a collo e spalla.
Tuttavia questa situazione mi ha lasciato una forte ansia, perché da quel giorno ho iniziato a cercare possibili cause su internet, e ho iniziato a preoccuparmi anche troppo, e per farla breve ogni volte che cerco una malattia, sia essa fisica o mentale, sembra che io abbia tutti i sintomi anche se questi prima di quella ricerca non si sono presentati, in particolare modo ultimamente mi sono fissata con il disturbo di depersonalizzazione di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza.
Ho letto per caso un articolo mentre facevo le ricerche su internet.
Ripeto appunto che fino a quel momento non avevo nessun sintomo simile a quelli che suggeriscono depersonalizzazione, ma da quando ho letto i sintomi tendo a guardare tipo le mani per vedere se le sento mie (e a volte non sembra così) oppure a guardarmi allo specchio (perché ho letto che alcuni soggetti guardandosi allo specchio non si riconoscono) e a volte non mi sembra così, ma poi subito mi riprendo e mi riconosco... mi capita così anche con altre malattie, cioè leggo i sintomi e mi sembra di averli... ad ogni modo sento che la mia ansia sia aumentata, e alcune volte ho paura ad uscire perché ho paura che mi prenda un attacco di panico improvviso pur non avendo mai avuto mai un attacco di panico ma solo ansia magari con sensazione di pressione al petto.
Ho davvero un disturbo di depersonalizzazione o è solo ansia e paura, e tendo a farmi condizionare da ogni cosa? Ho passato ultimamente molto tempo a casa perché sto curando l’ernia, e dal momento che mi provocava vertigini e dolori forti a collo e spalla tanto da non potermi muovere dal letto diciamo che forse ho aumentato la mia ansia perché stando più a casa magari ho iniziato a pensare un po’ troppo, come posso stare un po’ più rilassata? Sembra che nell’ultimo mese la mia mente non smetta di pensare a tutte queste cose
Salve, data la situazione credo che sia opportuno per lei intraprendere un percorso psicologico per elaborare il disagio che descrive. Sicuramente stare a casa per troppo tempo non aiuta, ma comunque la invito a effettuare un primo consulto psicologico per trovare le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
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Salve, Mi piace molto per la situazione che descrive poiché comprendo il disagio sperimentato. Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di affidarsi a notizie provenienti da specialisti e non da internet poiché queste potrebbero crearle ulteriori confusioni.
Ritengo importante Dunque consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ritengo importante Dunque consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, ho compreso quanto scrivi. Stare a casa certo non aiuta a placare i pensieri. Serve comunque approfondire con un primo colloquio e serve raccogliere più informazioni.
Se e quando vorrai sono a disposizione, anche online.
Dott.ssa Irene Buzzoni
Se e quando vorrai sono a disposizione, anche online.
Dott.ssa Irene Buzzoni
Buonasera e grazie per il coraggio con cui ha parlato della sua attuale situazione. Comprendo che non debba essere una situazione facile, ma posso dirle che ogni sintomo psicologico, qualsiasi esso sia, nasconde una sofferenza a cui non siamo riusciti a dare sufficiente spazio e che, pertanto, non abbiamo potuto comprendere fino in fondo. Magari siamo stati vittima delle nostre difficoltà, però non abbiamo potuto esplorarle a sufficienza. Posso dirle che non è il dolore di per sè a doverci mettere in guardia, bensì l'impossibilità di afferrarne in maniera più profonda il messaggio che esso veicola. Si ascolti e vedrà che la forza che ha mostrato nel parlare con noi, diventerà la sua più grande alleata. Penso che la possibilità di concedersi un percorso ed uno spazio in cui ascoltarsi e sentirsi ascoltati possa essere di grande aiuto per poter tornare ad essere pienamente padroni delle proprie vite ed ancora più consapevoli del nostro essere. Se sentisse questo desiderio, rimango a sua disposizione anche per dei colloqui online. Sperando di esserle stato utile, le auguro una buona serata. Cordialmente, Andrea Brumana
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Carissima,
la ricerca di sintomi su internet tra i più vari non è mai positiva..anzi spesso accresce lo stato di tensione. Piuttosto l'afferenza da un professionista della salute, finanche uno psicologo credo possa esserle molto d'aiuto per la gestione dello stress e per favorire una migliore qualità di vita
la ricerca di sintomi su internet tra i più vari non è mai positiva..anzi spesso accresce lo stato di tensione. Piuttosto l'afferenza da un professionista della salute, finanche uno psicologo credo possa esserle molto d'aiuto per la gestione dello stress e per favorire una migliore qualità di vita
Gentilissima, innanzitutto vedo che contrariamente alla maggior parte delle persone, che decidono di ignorare i propri disagi o nascondere le proprie sofferenze, lei sta cercando attivamente una soluzione a una situazione che certamente ha riconosciuto come problematica. Sembrerà banale, ma se ci riflette noterà che spesso tendiamo a prenderci cura di noi stessi meno di quanto facciamo per il nostro animale domestico.
Lei sembra aver deciso di prendersi cura di sé. Sebbene il primo passo l'abbia fatto nel cercare una risposta, mi creda che anche per piccoli problemi non è possibile trovare una rapida soluzione on-line. Invece, anche un percorso di poche sedute con un professionista, in grado di fornirle un suo spazio d'ascolto, può essere risolutore.
Rimango volentieri a disposizione,
Eloisa Iellici
Lei sembra aver deciso di prendersi cura di sé. Sebbene il primo passo l'abbia fatto nel cercare una risposta, mi creda che anche per piccoli problemi non è possibile trovare una rapida soluzione on-line. Invece, anche un percorso di poche sedute con un professionista, in grado di fornirle un suo spazio d'ascolto, può essere risolutore.
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Buongiorno, mi dispiace per le sue ansie, e tanto faticoso vi ere in questo vortice.... mi permetto di suggerirle di uscire appena può e di non cadere nella tentazione di iperattività cercare sintomi e malattie sul web, davvero ha il potere di risucchiare e manipolarci la mente. Appena potrà uscire, e spero preto, si goda la natura e magari provi a trovare uno.psicoterapeuta che possa farla uscire da questo circolo vizioso. Credo che lei abbia bisogno di avere un confronto con un professionista per evitare si avvilupparsi ancora di più.
Restando a disposizione le auguro di riuscire a ritrovare un suo equilibrio.
Claudia m
Restando a disposizione le auguro di riuscire a ritrovare un suo equilibrio.
Claudia m
Buongiorno, comprendo il malessere che sta vivendo. Spesso l'aumento dell'ansia può capitare nelle occasioni in cui la persona tende ad assecondare i sintomi, per esempio facendo ripetute ricerche su internet allo scopo di trovare sempre una maggiore rassicurazione, quando purtroppo alle volte produce l'effetto contrario. In questi casi è consigliato rivolgersi ad un professionista psicologo, capace di aiutarla a comprendere in modo opportuno e contestualizzato alla sua esperienza soggettiva, cosa le sta accadendo, i vissuti emotivi e i motivi che hanno generato ansia o paura in modo da capire come intervenire e con quali possibilità d'azione.
Se desidera un supporto nella comprensione del disagio che sta vivendo, sono a disposizione. Un cordiale saluto, Dott.ssa Matilde Ciaccia.
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Buongiorno, l'episodio di vertigini è stato un fattore scatenante, che ha contribuito all'emergere di tutta questa sintomatologia. In base alla situazione descritta, le consiglio di intraprendere un percorso psicologico in modo da intervenire inizialmente a livello sintomatologico per favorire un immediato miglioramento della qualità di vita e, successivamente, a un livello più profondo per comprendere il significato che questo quadro sintomatologico ha nella sua storia. Tutto ciò le permetterà non solo di uscire in maniera definitiva da questa situazione di profondo disagio, ma anche di sviluppare delle competenze che rappresentano fattori di protezione per la sua salute psicofisica. Rispetto alla questione che ha sollecitato, tenendo in considerazione quanto da lei riferito (il suo continuo informarsi rispetto alle possibili cause dei suoi sintomi e le annesse preoccupazioni sulla sua condizione di salute con la conseguente comparsa di sintomi che prima non manifestava), le posso dire che ci sono davvero poche probabilità che lei abbia il disturbo da depersonalizzazione; mi orienterei su tutt'altro tipo di difficoltà. Rimango a sua disposizione per qualunque dubbio. Cari saluti, dott.ssa Chiara Costa.
Cara utente, da quanto scrive sembra che la sua già conosciuta ansia, sia aumentata sensibilmente nel tempo. Sono d'accordo con i colleghi che le hanno già consigliato un percorso terapeutico. Tutti questi sintomi così invasivi proprio in questo momento? Cosa stanno cercando di comunicare? Magari si può ascoltare in modo diverso con l'aiuto di una persona esperta che non prova le sue stesse sensazioni in quel momento.
Un saluto, Dott.ssa Antonella Abate
Un saluto, Dott.ssa Antonella Abate
Salve, forse è arrivato il momento per lavorare su questo suo disagio che lei indica come ansia ma che a livello psicologico forse rimanda ad altri temi che forse sono legati alle sue relazione emotive. Ovviamente si tratta solo di ipotesi e pertanto un consulto potrebbe essere una buona possibilità. Un cordiale saluto
Buonasera, ha descritto in modo accurato tutte la situazione che sta vivendo. L’ansia purtroppo può giocare davvero brutti scherzi e il fatto che passi più tempo a casa può aumentare la sua sintomatologia, facendole sentire più difficile tornare a uscire tranquillamente. Perché non inizia un percorso di psicoterapia per capire cosa le sta accadendo proprio in questo momento della sua vita e per dar voce a qualcosa che si trova dentro di lei e che a livello consapevole non riesce ad emergere?
Un caro saluto
Dott. ssa Viola Barucci
Un caro saluto
Dott. ssa Viola Barucci
Rispetto a quanto scritto dai colleghi, dalla descrizione della sua situazione mi sento di poter ragionevolmente escludere un disturbo da depersonalizzazione, mentre la sintomatologia ansiosa è evidente.
Intraprenda con fiducia un percorso di psicoterapia con un professionista con il quale sente di trovarsi bene (lo cambi in caso contrario, giacché la relazione terapeutica è uno dei primi fattori di guarigione) e vedrà che starà meglio.
Un caro Saluto
Intraprenda con fiducia un percorso di psicoterapia con un professionista con il quale sente di trovarsi bene (lo cambi in caso contrario, giacché la relazione terapeutica è uno dei primi fattori di guarigione) e vedrà che starà meglio.
Un caro Saluto
Buongiorno, sono molto dispiaciuta per la sofferenza che sta provando, e immagino quanta angoscia lei possa sperimentare quando viene sopraffatta dal pensiero di avere una malattia grave, sia essa psicologica o fisica. Ha comunque avuto la capacità di legare questa paura ad un'ansia che forse non riguarda solo questa specifica fase del suo percorso e quindi penso che le sarebbe d'aiuto un percorso psicoterapeutico, per comprendere le cause che hanno generato questa profonda ansia. Questo le darà maggiore serenità. Nel frattempo mi sento di consigliarle, per quanto comprendo non sia facile, di non guardare le notizie in rete, che sono fuorvianti e che, in un momento di maggiore sensibilità come quello che sta attraversando, rischiano di aggiungere ulteriore ansia. La saluto caramente
Gentile utente,
le suggerisco un approfondimento clinico. Valuti un primo colloquio psicologico, le sarà utile per comprendere meglio le radici dello stato ansioso.
Cordialmente
Dr.ssa Z. Ballico
le suggerisco un approfondimento clinico. Valuti un primo colloquio psicologico, le sarà utile per comprendere meglio le radici dello stato ansioso.
Cordialmente
Dr.ssa Z. Ballico
Gentile utente di mio dottore,
i suoi pensieri e le sue angosce sono tipiche nei disturbi d'ansia da malattia, più comunemente definita ipocondria.
La terapia per il Disturbo d’ansia da malattia è sia di tipo farmacologico che psicoterapeutico. L’approccio farmacologico è utile per alleviare i sintomi o per meglio controllarne alcune fasi più acute, o come supporto alla psicoterapia.
La farmacoterapia deve esser seguita e monitorata da uno psichiatra.
La psicoterapia è ritenuta a oggi la forma di intervento più efficace per affrontare con successo il Disturbo d’ansia da malattia.
Chi soffre di ipocondria interpreta erroneamente le sue sensazioni corporee e ve ne attribuisce una pericolosità esagerata rispetto alla realtà. L’intervento di psicoterapia è volto a scoprire le funzionalità relazionali dei sintomo ed i suoi significati più profondi. Il paziente, intrapresa la psicoterapia, viene guidato attraverso un percorso atto a renderlo maggiormente consapevole dei suoi processi mentali, dei meccanismi che governano il suo comportamento. Con l’aiuto del terapeuta vengono individuati i circoli di mantenimento del disturbo e le sue ripercussioni su aspetti comportamentali, con un graduale miglioramento della qualità della vita, fino a quel momento compromessa dal timore di avere una grave malattia.
Contatti quanto prima uno specialista, potrà aiutarla a ridimensionare la morsa dei suoi pensieri e della sua stessa ansia
Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
i suoi pensieri e le sue angosce sono tipiche nei disturbi d'ansia da malattia, più comunemente definita ipocondria.
La terapia per il Disturbo d’ansia da malattia è sia di tipo farmacologico che psicoterapeutico. L’approccio farmacologico è utile per alleviare i sintomi o per meglio controllarne alcune fasi più acute, o come supporto alla psicoterapia.
La farmacoterapia deve esser seguita e monitorata da uno psichiatra.
La psicoterapia è ritenuta a oggi la forma di intervento più efficace per affrontare con successo il Disturbo d’ansia da malattia.
Chi soffre di ipocondria interpreta erroneamente le sue sensazioni corporee e ve ne attribuisce una pericolosità esagerata rispetto alla realtà. L’intervento di psicoterapia è volto a scoprire le funzionalità relazionali dei sintomo ed i suoi significati più profondi. Il paziente, intrapresa la psicoterapia, viene guidato attraverso un percorso atto a renderlo maggiormente consapevole dei suoi processi mentali, dei meccanismi che governano il suo comportamento. Con l’aiuto del terapeuta vengono individuati i circoli di mantenimento del disturbo e le sue ripercussioni su aspetti comportamentali, con un graduale miglioramento della qualità della vita, fino a quel momento compromessa dal timore di avere una grave malattia.
Contatti quanto prima uno specialista, potrà aiutarla a ridimensionare la morsa dei suoi pensieri e della sua stessa ansia
Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
Buonasera, le suggerisco di intraprendere un percorso psicoterapeutico in presenza al fine di darsi la possibilità di chiarire le suoi preoccupazioni e dare un senso al suo stato ansioso. Un saluto Dr.ssa Eleonora Paparo
Gentile signora, con le mie parole spero di darle anche solo uno spunto di riflessione, spesso l'ansia viene vista solo negativamente come qualcosa che ci impedisce di vivere, purtroppo per sua natura l'ansia si manifesta in forme molto spiacevoli, ma spesso si trascura il fatto che, come le altre emozioni, lei arriva per dirci qualcosa che vuole aiutarci e non il contrario. L'ansia arriva per aiutarci a capire qualcosa che stiamo rifiutando di vedere, dobbiamo fermarci, dobbiamo ascoltarla perchè c'è qualche parte di noi che si sente schiacciata ed è in sofferenza. Detto questo, come molti dei miei colleghi prima di me, le consiglio di effettuare un colloquio psicologico al fine di trovare le risposte che cerca.
Un saluto Dr.ssa Apicella Martina
Un saluto Dr.ssa Apicella Martina
Buongiorno, posso capire la sua preoccupazione, e vorrei innanzitutto dirle che ciò che descrive è una reazione molto comune e comprensibile. Di fronte a un episodio di vertigine improvvisa e ai dolori legati all’ernia cervicale, il suo corpo e la sua mente stanno rispondendo a una situazione di stress fisico ed emotivo. Quando il nostro corpo ci invia segnali come dolore o stordimento, è normale che la mente reagisca cercando risposte e soluzioni. Tuttavia, come lei stessa ha notato, questo processo può intensificare l’ansia, soprattutto se cerchiamo informazioni mediche su internet, che possono portare a sovrainterpretazioni. Il fatto che lei si ritrovi a percepire sintomi nuovi o amplificati ogni volta che legge o apprende di nuove condizioni è un fenomeno chiamato "effetto nocebo" o autosuggestione, particolarmente comune nelle persone già predisposte a livelli d'ansia elevati. In altre parole, è come se la sua mente iniziasse a filtrare i segnali del corpo per cercare conferme delle preoccupazioni, anche quando non c’è un reale pericolo. Questa tendenza a focalizzarsi sui sintomi è legata all’ansia e al bisogno di sicurezza. La ricerca continua e l'auto-osservazione possono diventare cicli di pensiero che alimentano ulteriormente l’ansia. Le persone in questa situazione spesso iniziano a monitorare il proprio corpo e la propria mente con grande attenzione, interpretando ogni sensazione fisica o pensiero come potenzialmente significativo o allarmante. L'ansia può intensificarsi a tal punto da generare sintomi che sembrano molto reali, anche quando non ci sono cause fisiche a supportarli. È probabile che la sua ansia e la paura dell’ignoto la portino a rimanere bloccata su alcuni pensieri, generando una forte tensione interiore. Questi pensieri ricorrenti, in cui si preoccupa per eventuali sintomi o malattie, sono comuni quando si ha una tendenza a rimuginare o a concentrarsi eccessivamente sulle proprie percezioni. Per aiutarla a sentirsi più rilassata e tornare a uno stato di maggiore benessere, potrebbe trovare utile iniziare con alcune pratiche di gestione dell'ansia. Tra queste, le potrei suggerire: il limitare le ricerche online: decidere di evitare di cercare sintomi su internet, magari stabilendo un “tempo limite” settimanale o giornaliero, può ridurre la sua esposizione a informazioni che innescano l’ansia; riconoscere e accettare i pensieri senza giudizio: invece di cercare di eliminare o combattere i pensieri ansiosi, provi a osservarli come semplici “eventi mentali” e non come realtà oggettive. Si ricordi che i pensieri non sono fatti, ma spesso sono solo interpretazioni temporanee; esporre gradualmente sé stessa alle situazioni che teme: uscire di casa un po' alla volta, magari accompagnata, può essere utile per abituare il corpo a gestire la sua ansia in ambienti diversi. Questa pratica, graduale e sostenuta, riduce la paura di avere un attacco di panico, aiutandola a comprendere che è possibile gestire l'ansia senza evitare situazioni; praticare la respirazione profonda e il rilassamento muscolare: queste tecniche aiutano il corpo a “spegnere” la risposta d’ansia, calmando progressivamente mente e corpo. Bastano pochi minuti al giorno di respiro profondo per vedere dei benefici nel tempo. L’ansia è un’emozione molto comune, e con il supporto adeguato è possibile imparare a gestirla e a ridurre la sua intensità. Parlarne con uno psicoterapeuta specializzato in terapia cognitivo-comportamentale potrebbe offrirle strategie concrete e personalizzate per affrontare queste paure e per riprendere fiducia nelle sue capacità di affrontare serenamente la quotidianità. Sono qui per aiutarla, se desidera esplorare altre modalità di gestione dell'ansia o ha altre domande. Le auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
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