Salve Con questa vostra collega ho fatto un percorso psicoterapico di tipo psicodinamico per 4 anni

19 risposte
Salve
Con questa vostra collega ho fatto un percorso psicoterapico di tipo psicodinamico per 4 anni, uno dei motivi per cui ho chiesto aiuto era per la mia ansia sociale e le somatizzazioni.
Alcune cose le ho superate, sono riuscita a diplomarmi, a prendere la patente anche se non guido mai da sola perchè ho paura, ho affrontato altre situazioni sociali, ma continuo a stare male, non è cambiato nulla, ho sempre i miei periodi no, io le chiamo ricadute, in un mese mi succede un paio di volte, inizio a trascurarmi, a non lavarmi e stare tutto il giorno a letto e più tento di affrontare le mie paure e più sto male, vado in crisi, tanto da desiderare la morte piuttosto che affrontare i miei problemi.
Il vero cambiamento e passo in avanti è stato l'essermi aperta ad una persona reale, mostrare me stessa con tutti i miei difetti alla mia psicologa. Mi sono fidata di lei anche se ho sempre nutrito qualche dubbio su alcune cose che mi diceva, abbiamo discusso di ogni cosa, non le ho nascosto mai nulla, appunto perchè so quanto è importante la trasparenza in una relazione terapeutica. Ma dopo tutto questo tempo non la capivo più, spesso mi arrabbiavo con lei, a volte non mi sentivo davvero aiutata, volevo che mi stesse accanto.... Usavamo anche Whatsapp come terapia oltre alle sedute di presenza, in chat le scrivevo tutto ciò di cui provavo vergogna o che non riuscivo a dire a voce dal vivo o altre cose di cui mi dimenticavo. Le scrivevo spesso e lei mi ha sempre risposto, mi sentivo confortata leggendo le sue parole, da sola mi sono resa conto che stavo diventando dipendente da lei, ultimamente le scrivevo quasi tutti i giorni, avevo bisogno di quel conforto, avevo bisogno di lei, che mi ascoltasse e capisse....
Le avevo persino chiesto se la mia stava diventando una dipendenza ma lei mi rassicurava dicendo di no, e che quel metodo faceva parte del nostro percorso di terapia.
Un giorno stavo davvero male, era una sera d'estate e piangevo sui gradini della scala di casa mia, avevo paura e mi sentivo sola, non sapevo come fare ad affrontare la nuova amicizia che si è creata con una mia vecchia compagna di scuola, le ho scritto ma lei mi disse che non poteva confortarmi, che questo era compito dei miei genitori pur sapendo che la mia famiglia non mi è d'aiuto, anzi non riesce nemmeno a capire perchè io vada in terapia.

Una notte sono arrivata a scriverle 400 messaggi, le ho parlato di tante cose, lo so, ho esagerato, infatti il giorno dopo lei mi fece capire che avevo esagerato e che da quel momento non potevamo più usare Whatsapp, io le ho chiesto scusa piangendo e lei accettò le mie scuse.

Arrivata a casa piansi ancora, mi sono sentita in colpa, peggio di prima, ero sola, ero sul mio letto e non riuscivo a smettere di piangere, non capivo più niente...Le ho scritto di nuovo su Whatsapp richiedendole scusa e che sentivo di aver rovinato tutto, le ho detto che non potevo più essere una sua paziente e che volevo sentire il parere di un altro esperto.
Così ho fatto, sono andata da un'altra sua collega e le ho parlato dell'accaduto e di quanto io c'ero rimasta male e della confusione che provavo e della paura di essere rifiutata se solo fossi ritornata.
Quest'altra psicoterapeuta mi tranquillizzò dicendomi di fare ciò che mi sentivo, mi disse che avevo tutto il diritto di chiarire con la precedente terapeuta e di ritentare.

Così arrivata a casa le ho scritto nuovamente su Whatsapp per prendere appuntamento e perchè volevo che mi desse un'altra opportunità, lei mi ha scritto dicendomi di continuare con quest'altra terapeuta e che ritornare da lei non avrebbe avuto senso perchè la nostra terapia arrivava fino ad un certo punto e che lei non si sentisse la giusta terapeuta. Mi chiarì di non avercela con me e di credere che io ce la potrei fare. Dopo mi disse esplicitamente di non scriverle più ma io non ce la facevo, la pregai nuovamente....e poi mi bloccò ovunque, su Whatsapp e sugli altri social.

Tutto questo è successo lo scorso Settembre.
Mi manca e non posso nemmeno scriverle...
Non voglio andare dall'ultima terapeuta perchè non riesco a sentirmi a mio agio con nessun altro, ho consultato un'altra terapeuta che svolge la tcc ma io non ce la faccio, oltre ad avere paura non sento la stessa empatia che aveva la mia vecchia psicoterapeuta.
Non so cosa fare....
Ho tante paure, mi viene da piangere e vorrei tanto avere qui la mia vecchia psicoterapeuta......
Mi manca....
Sono arrabbiata con lei, nonostante le voglia bene, perchè so che lei non sta di certo come me, anzi, son sicura che avra già dimenticato questo accaduto.....
Era l'unica persona di cui mi ero fidata....
Nonostante non mi sentivo più capita e aiutata io vorrei continuare con lei...mi mancano le sue parole.....
........
Ma so che non posso più farlo e questa cosa mi fa stare peggio....

Ho paura che nessuno possa capirmi davvero.....e questa cosa la si sente a pelle, basta anche uno sguardo, una parola o un gesto per capire che chi hai di fronte non ti segue o capisce appieno ciò che vuoi dire o che stai vivendo.
Gentilissima, se come dice la sua psicoterapeuta non solo non vuole più seguirla in terapia ne’ le risponde e ha bloccato addirittura il suo contatto, effettivamente sarà difficile per lei poter riprendere la terapia. Racconta di essersi confrontata con una seconda terapeuta ma di non essersi trovata altrettanto bene. Ora scrive in un portale dove verrà letta da diversi psicologi ma non formulando lei un quesito specifico risulterà credo difficile avere una risposta. Se vuole può provare a riformulare il suo messaggio enunciando una domanda precisa e dettagliata sulla quale necessità di avere un parere esterno. Un saluto, Marta Corradi

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Gentile utente, da quanto ha scritto emerge una relazione terapeutica sicuramente molto significativa che le ha permesso di raggiungere alcuni dei suoi obiettivi. La sospensione decisa dalla collega credo fosse opportuna per farle comprendere che si stava creando una dipendenza tale per cui non riusciva più ad utilizzarla nella giusta maniera. Le suggerisco di provare ad affidarsi ad un altro terapeuta cercando di impostare la relazione differentemente. Sono importanti i “confini”, quelli che ci permettono di non dipendere totalmente dall’altro e di raggiungere la necessaria autonomia.
Un caro saluto
G.Clementelli
Gentile Signora la relazione che si crea fra due persone che lavora all'interno di una psicoterapia è una questione molto importante. Di fatto una psicoterapia pur rispettando un sistema teorico, una metodologico e una tecnico è di fatto una relazione fra due menti. A volte succede che nonostante tutte le capacità e le tecniche quella particolare coppia terapeuta - paziente non arrivi oltre un determinato punto. Non si tratta di un insuccesso ma di un fatto. In ogni caso ogni psicoterapia è destinata ad avere una conclusione. Per quello che riguarda la sua situazione sicuramente le è chiaro che deve continuare a lavorare su alcuni aspetti. La sua richiesta di attenzione è molto chiara. Sicuramente la persona con cui lavorerà la aiuterà nel capire come vive ancora adesso il lavoro con il terapeuta di cui ha parlato. Forse, questo suo modo di vivere le relazioni. è un punto dolente su cui lavorare. Un cordiale saluto
non ho letto tutto, mi sono soffermato a notare 4 anni di psicanalisi per l'ansia sociale che malgrado qualche miglioramento non ti abbandona, mi sono fermato qui, perchè è una cosa ricorrete e le persone vengono da me perchè hanno sentito dire che con l'ipnosi risolvono...molte però temono anche l'ipnosi....ma è l'ipnosi l'approccio ideale , il mio approccio, si chiama ipnosi dimostrativa e posso usare un buon soggetto ipnotico se tu temi di essere ipnotizzata per farti notare come l'ipnosi può risolvero questo problema tramite una profonda autocosapevolessa del funzionamento della nostra mente, se vuoi contattami, faremo una lunga conversazione e forse potrò specificare nei dettagli quello che avviene in una seduta di ipnoterapia dimostrativa
Le consiglio un ciclo di NEURO RIFLESSO TERAPIA PERSONALIZZATA.
La NeuroRiflessoTerapia personalizzata è una terapia globale, naturale, economica, innocua e potenziabile con altre discipline mediche come l’Omeopatia Omotossicologica, la Floriterapia di Bach, la Nutraceutica la Fitoterapia e la Psicoprobiotica.
Buonasera. Immagino e comprendo la sua sofferenza e la sua frustrazione nel dover accettare il fatto che una relazione molto importante per lei, per quanto di tipo professionale, non è più disponibile in questo momento. Il mio feedback, se lo ritiene utile e se sente realmente di voler continuare il lavoro che ha iniziato su di sé, è di provare a riflettere seriamente sulla possibilità di contattare un nuovo professionista con il quale si senta accolta ed a suo agio: nella sua descrizione mi ha molto colpito quando dice " Il vero cambiamento e passo in avanti è stato l'essermi aperta ad una persona reale, mostrare me stessa con tutti i miei difetti alla mia psicologa".
Ebbene, sono d'accordo con lei nel ritenere che questo è un cambiamento molto significativo e mi chiedo quanto potrebbe essere importante adesso fare un ulteriore passo verso un'altra persona ancora (ad esempio, un altro/a professionista?), o magari verso "altre" persone ancora (ad esempio, le relazioni personali che vuole/vorrà coltivare?). In bocca al lupo ed un caro saluto, Dott. Felice Schettini
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Salve, è sempre difficile esprimersi in relazione a un precedente percorso di cura perché ciò che accade è di quel momento e di quel particolare incontro tra persone, chi cura e chi chiede aiuto in quanto paziente. Provo a darle una chiave di lettura. Dirà lei se le sarà utile o meno. La relazione terapeutica si basa sicuramente su un rapporto terapeuta-paziente basato sulla fiducia, sul sostegno e sulla contingenza (dovuta a quel particolare momento in cui si inizia la terapia, i fatti che accadono, le caratteristiche del terapeuta e del paziente), ecc. Spesso però viene ulteriormente "caricata" da vissuti, emozioni, stati d'animo che riguardano il proprio rapporto con figure di riferimento della propria vita, soprattutto chi viene associato alla "cura". Le consiglierei allora di interrogarsi con maggiore precisione sul perché la fine di questa relaizone terapeutica l'abbia sconvolta così tanto. Provi ad andare oltre il dolore dell'abbandono e cerchi di capire quali sono le ragioni che lo determinano. In questo un percorso di psicoterapia le potrà essere utile. Sempre che riesca a fidarsi nuovamente. La saluto, M.M.
Gentile utente. La relazione terapeutica tra un paziente e lo psicoterapeuta è non solo molto importante ma è anche specificamente legata a quel percorso e a quelle persone in particolare.
Ogni relazione è a sè nel contesto clinico e ogni psicoterapia arriva ad un punto in cui si ferma.
Ciò non toglie che non possa trovare in un altro professionista e in un altro percorso terapeutico lo stesso senso di accoglimento e cura. Credo che per lei sia molto importante poter lavorare sul senso di abbandono e sul senso che ha per lei la psicoterapia, come sostegno ed aiuto.
Un caro saluto Dot.sa Demontis Maria Gonaria
Gentile utente di mio dottore,

l'evoluzione di una psicoterapia è imprevedibile. Ritengo che la sua psicoterapeuta abbia deciso di terminare la terapia semplicemente perchè da qualche parte avrà sentito che oltre quello che era stato fatto in terapia con lei non avrebbe potuto più fare. Questo non significa che la sua terapia è da dichiararsi fallimentare o che la sua terpaueuta non abbia fatto un buon lavoro con lei; potrebbe aver deciso per una separazione probabilmente perchè in quel momento ha ritenuto che fosse terapeutico sospendere e terminare il percorso psicoterapico. Questo non esclude per lei la possibilità di poter continuare tale percorso, magari anche mediante un altro professionista con il quale poter fare un altro pezzettino di percorso da qui al prossimo futuro. Da quello che descrive inoltre aggiungo di aver capito che non pochi sono stati i progressi effettuati nella precedente terapia quindi, da qualche parte sente che dei cambiamenti sono avvenuti. Nel corso della vita potranno esserci sempre delle ricaute, cosi come lei le definisce, e le confermo che i momenti difficili non macheranno mai, ciò che può cambiare sarà il suo modo di accogliere tali momenti cosa che tra l'altro è gia riuscita a fare in determinati periodi. Probabile abbia solo un po bisogno di rinforzare dentro di lei tali aspetti prima di spiccare definitivamente il volo.
In bocca al lupo per il suo futuro.

Un caro saluto
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, non mi esprimo in genere sull'operato di altri colleghi e sulle scelte che hanno portato a concludere un percorso di terapia, perchè possono essere molteplici. Dalle sue parole però è evidente una delusione ed un vissuto di sofferenza che ora la porta a pensare di non riuscire a fidarsi di nessuno, è comprensibile vivere una fase di scoraggiamento ma non escluda la possibilità di riprendere un percorso che l'aiuti ad affrontare le difficoltà che ancora sente di non aver risolto. Da ciò che ci ha raccontato dei passi avanti erano stati fatti e la stessa terapeuta le ha espresso la possibilità che lei ce la possa fare anche se non può essere lei a seguirla. Mi auguro che riprenda un percorso di crescita soprattutto per se stessa. Un caro saluto D. Alessia Gesumundo
Buonasera! Non conosco la sua storia nei dettagli ma mi pare di capire che le relazioni sono parte dolente del suo stare male. La fine di un percorso di terapia cammina con lei, è necessario intraprendere nuove strade con altre persone. Cerchi un altro aiuto e più che rimpiangere la sua vecchia terapia si focalizzi su ciò che ha raggiunto pensando ad altri obiettivi, a nuovo capitoli da sviluppare. Niente è eterno ma tutto può cambiare.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile ragazza, non entro nel merito delle decisioni della sua terapeuta, ma mi viene da pensare che probabilmente abbia scelto di interrompere la terapia perchè ciò che lei stessa più temeva (la dipendenza) si era realizzata. La sua sofferenza è reale e tangibile: lei sta affrontando un vero e proprio lutto, ed ha bisogno di aiuto per elaborarlo al meglio ed andare avanti in primis nella sua vita, poi con un nuovo percorso di terapia.
Resto a disposizione.
Dott.ssa De Carlo
Buongiorno, la sofferenza che esprime è davvero grande, così come il senso di perdita e abbandono che penso stia sperimentando, ma lei e la sua terapeuta avete sicuramente svolto un buon lavoro insieme ed il ricordo di ciò che avete vissuto, come la bontà della vostra relazione rimangono conservati dentro di sè. E' riuscita a fidarsi ed affidarsi a questa terapeuta, abbia altrettanta fiducia nel poter stabilire con un'altra persona una buona sintonia, che le permetta di continuare un cammino condiviso, volto al raggiungimento di una maggiore serenità.
La saluto caramente
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere assieme a lei un percorso di terapia. Buona serata, Dott.ssa Beatrice Planas
Buongiorno, dalle Sue parole emerge la sofferenza ma anche il coraggio dimostrato nell'aprirsi e il buon percorso svolto nel corso dei 4 anni.
Si faccia forza della Sua capacità di chiedere aiuto, ciò che ha già condiviso può essere visto in modo differente e magari arricchito con un nuovo percorso...
Buongiorno,
io credo che il proprio percorso di crescita e miglioramento personale, volto alla serenità, sia fatto di tappe. Nel suo primo percorso psicoterapeutico ha imparato ad aprirsi nel profondo con una persona, è una fase molto importante. Sono sicura che la sua psicoterapeuta fa ancora il tifo per lei, probabilmente ha sentito che le aveva dato tutto quello che aveva potuto con il suo metodo e, per la questione dei tanti messaggi, che aveva bisogno di un limite. Come è riuscita col primo rapporto terapeutico, così può imparare a creare un nuovo legame solido e curativo per lei. Ci sarà da elaborare anche quello che lei ha vissuto come un abbandono. Il mio consiglio è quello di scegliere un metodo diverso, magari integrato, con una parte cognitivo-comportamentale, così che possa disporre anche di tecniche per padroneggiare meglio i propri pensieri e comprendere le proprie emozioni.
Gentile utente, mi dispiace per la sofferenza che prova rispetto alla fine della relazione con la sua terapeuta. Mi sento di dirle che il dolore è un indicatore che in questi casi ci dice quanto è stata importante quella relazione per noi. Pertanto lei e la sua terapeuta avete creato un legame che credo abbia lasciato qualcosa di importante, quantomeno in lei. Le ha permesso di aprirsi in modo autentico e di superare alcuni dei suoi blocchi. Come ogni relazione, c'è una fine e bisogna imparare ad accettarla. E' necessario ad un certo punto avere la capacità di lasciare andare. Se questo le risulta ancora molto difficile, potrebbe vederlo come un aspetto su cui lavorare con un nuovo terapeuta, sempre che riesca ad affidarsi.
Non lasci che "la paura che nessuno possa capirla" la isoli e non le permetta di continuare a fare quei progressi che ha già raggiunto in parte.
Buona fortuna,
Rosella Pettinari
Quanto bisogno di presenza....e quanto dolore, che diventa rabbia e chiusura....
Ho sempre pensato che un amore autentico si costruisca nello spazio “vuoto” che una persona offre ad un’altra....ci pensi (anche in relazione agli accadimenti con la sua terapista).
Esserci troppo. Esserci poco. La giusta misura costruita ad hoc di volta in volta. E ci vuole pazienza per trovare la giusta misura per ognuno.
Un caro saluto
Il suo vissuto è colmo di sofferenza, di paura, di disperazione. Ciò che mi salta all'occhio è il suo bisogno di essere "vista", "accolta", "confortata", "contenuta". In un rapporto terapeutico ciò che cura, prima delle tecniche e dei modelli teorici è la relazione, è la possibilità di stabilire una relazione vera, sana ed autentica. Comprendo perfettamente che si sia sentita abbandonata dalla precedente collega, che abbia provato rabbia e dolore. Utilizzi questa esperienza per capire cosa cerca in una relazione terapeutica, si interroghi su cosa ha funzionato a cosa no, cerchi di capire quali sono i suoi bisogni e cerchi un professionista che possa meglio rispondere alle sue esigenze. Sono certa che troverà chi saprà accoglierla, supportarla ed indirizzarla e stabilire con lei una relazione terapeutica che sia per lei fonte di guarigione ed ispirazione.
Un caro saluto

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