Salve, cercherò di essere breve, vi ringrazio in anticipo per le risposte. Sono un ragazzo di 24
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risposte
Salve, cercherò di essere breve, vi ringrazio in anticipo per le risposte.
Sono un ragazzo di 24 anni e da quando ho 12 anni ho paura per la mia salute e della morte.
A 12 anni, mentre vivevo la mia vita, bella, spensierata, fatta di sogni (nonostante un leggero bullismo verbale subito) a inizio dicembre trovano una massa a mio padre, lui essendo poco empatico fa un'uscita del tipo: "e se devo morire vuol dire che è arrivata l'ora, non ho paura", mi misi a piangere e dopo qualche giorno di ritrovata serenità faccio un sogno sulla fine del mondo e inizio a casissimo una ricerca su Google, inizio a pensare che questa fine del mondo è una possibilità e inizio ad avere molta ansia legata a questo tema leggendo forum, riviste e iniziandomi ad interessare anche di temi non proprio da 12 enne: geopolitica, terremoti/vulcani, asteroidi, profezie (come ad esempio Nostradamus).
Passano gli anni e nonostante una sottile angoscia vivo un'adolescenza che vorrei potessero vivere tutti i ragazzini del mondo.
Nonostante il rancore per la scuola, creo la mia cerchia di amici (nonostante la mia mania di spiccare, sentendomi poco valorizzato con i miei pari).
A 14 anni dopo il primo anno di scuola superiore, nonostante i debiti a scuola vivo un altro grande anno, ma come un fulmine a ciel sereno vedo mio fratello all'epoca 16enne con un viso tristissimo, fiuto immediatamente che qualcosa non va e subito dopo scopro: gli hanno diagnosticato un glaucoma, mi paralizzo, mi viene da piangere a pensare ad un ragazzo di 16 anni con tutti i sogni spezzati, nessun essere umano meriterebbe ciò.
La diagnosi per fortuna si rivela un errore (questo però lo scopro dopo anni) e nonostante questa situazione tengo botta, riesco a portare avanti la mia vita, ma non appena mi viene una congiuntivite nello stesso anno scoppia la mia ipocondria.
Vi risparmio tutte le malattie che mi sono autodiagnosticato, saranno almeno 100, ma riesco nonostante questo a vivere una giovinezza davvero piena e appagante (nonostante i problemi con la scuola e il tumore diagnosticato a mia madre nel 2016).
La cosa che mi ha sempre un po' salvato è il mio egoismo, penso che finché non capita a me posso continuare, andare avanti.
Il vero problema inizia con il suicidio di alcuni pari: 2021, inizio a temere più le malattie mentali che quelle fisiche.
Avevo una paura fottuta che potessi fare la stessa cosa dei ragazzi ormai saliti al cielo.
Quest'anno invece ripensando ad un mio amico con il Doc (non esce di casa da anni) ho iniziato a temere il doc, mi basta leggere un libro sul disturbo da sentirmi "i sintomi", così come è avvenuto per tante altre malattie.
Ho parlato conuno psichiatra grazie a mio fratello che è un farmacista e lo psichiatra dopo 10 minuti di racconto mi ha detto di non avere alcuna malattia mentale, ma mi ha parlato di disturbo d'ansia da malattia, un disturbo non grave, ma che necessita di una blanda terapia per evitare che si cronicizzi.
Aggiungo che sono ad oggi uno studente Magistrale brillante, in futuro penso mi iscriverò anche alla facoltà di Psicologia. In passato aggiungo che ho fatto terapia per mesi sia nel 2015 che nel 2022, ma non ho mai ricevuto una diagnosi, ho visto uno Psichiatra nel 2015 sempre, ma disse ai miei genitori che non c'era alcuna criticità né necessità di intervento tempestivo. La cosa divertente è che dopo l'ultima parlata con lo psichiatra, non appena mi ha parlato di disturbo d'ansia di malattia sono stato bene per settimane intere, quasi zero ansia, ovviamente ad un certo punto ho iniziato ad averne di nuovo.
Mi piacerebbe avere una vostra opinione, cordiali saluti.
Sono un ragazzo di 24 anni e da quando ho 12 anni ho paura per la mia salute e della morte.
A 12 anni, mentre vivevo la mia vita, bella, spensierata, fatta di sogni (nonostante un leggero bullismo verbale subito) a inizio dicembre trovano una massa a mio padre, lui essendo poco empatico fa un'uscita del tipo: "e se devo morire vuol dire che è arrivata l'ora, non ho paura", mi misi a piangere e dopo qualche giorno di ritrovata serenità faccio un sogno sulla fine del mondo e inizio a casissimo una ricerca su Google, inizio a pensare che questa fine del mondo è una possibilità e inizio ad avere molta ansia legata a questo tema leggendo forum, riviste e iniziandomi ad interessare anche di temi non proprio da 12 enne: geopolitica, terremoti/vulcani, asteroidi, profezie (come ad esempio Nostradamus).
Passano gli anni e nonostante una sottile angoscia vivo un'adolescenza che vorrei potessero vivere tutti i ragazzini del mondo.
Nonostante il rancore per la scuola, creo la mia cerchia di amici (nonostante la mia mania di spiccare, sentendomi poco valorizzato con i miei pari).
A 14 anni dopo il primo anno di scuola superiore, nonostante i debiti a scuola vivo un altro grande anno, ma come un fulmine a ciel sereno vedo mio fratello all'epoca 16enne con un viso tristissimo, fiuto immediatamente che qualcosa non va e subito dopo scopro: gli hanno diagnosticato un glaucoma, mi paralizzo, mi viene da piangere a pensare ad un ragazzo di 16 anni con tutti i sogni spezzati, nessun essere umano meriterebbe ciò.
La diagnosi per fortuna si rivela un errore (questo però lo scopro dopo anni) e nonostante questa situazione tengo botta, riesco a portare avanti la mia vita, ma non appena mi viene una congiuntivite nello stesso anno scoppia la mia ipocondria.
Vi risparmio tutte le malattie che mi sono autodiagnosticato, saranno almeno 100, ma riesco nonostante questo a vivere una giovinezza davvero piena e appagante (nonostante i problemi con la scuola e il tumore diagnosticato a mia madre nel 2016).
La cosa che mi ha sempre un po' salvato è il mio egoismo, penso che finché non capita a me posso continuare, andare avanti.
Il vero problema inizia con il suicidio di alcuni pari: 2021, inizio a temere più le malattie mentali che quelle fisiche.
Avevo una paura fottuta che potessi fare la stessa cosa dei ragazzi ormai saliti al cielo.
Quest'anno invece ripensando ad un mio amico con il Doc (non esce di casa da anni) ho iniziato a temere il doc, mi basta leggere un libro sul disturbo da sentirmi "i sintomi", così come è avvenuto per tante altre malattie.
Ho parlato conuno psichiatra grazie a mio fratello che è un farmacista e lo psichiatra dopo 10 minuti di racconto mi ha detto di non avere alcuna malattia mentale, ma mi ha parlato di disturbo d'ansia da malattia, un disturbo non grave, ma che necessita di una blanda terapia per evitare che si cronicizzi.
Aggiungo che sono ad oggi uno studente Magistrale brillante, in futuro penso mi iscriverò anche alla facoltà di Psicologia. In passato aggiungo che ho fatto terapia per mesi sia nel 2015 che nel 2022, ma non ho mai ricevuto una diagnosi, ho visto uno Psichiatra nel 2015 sempre, ma disse ai miei genitori che non c'era alcuna criticità né necessità di intervento tempestivo. La cosa divertente è che dopo l'ultima parlata con lo psichiatra, non appena mi ha parlato di disturbo d'ansia di malattia sono stato bene per settimane intere, quasi zero ansia, ovviamente ad un certo punto ho iniziato ad averne di nuovo.
Mi piacerebbe avere una vostra opinione, cordiali saluti.
Salve,
grazie per aver condiviso la sua esperienza. È chiaro che ha affrontato situazioni molto difficili fin da giovane, e le sue paure riguardo alla salute e alla morte sono comprensibili, specialmente considerando le esperienze che ha vissuto. La sua storia mostra una notevole resilienza e capacità di affrontare le sfide.
La sua paura per la salute e le malattie, che è stata descritta come "disturbo d'ansia da malattia", può effettivamente influenzare il modo in cui vive le sue giornate. È positivo che abbia avuto un colloquio con uno psichiatra e che abbia ricevuto un parere professionale. Il fatto che le sia stata proposta una blanda terapia è un segnale che ci sono strategie per gestire questi pensieri e sentimenti, prima che possano cronicizzarsi.
Il suo interesse per la psicologia potrebbe anche essere un'ottima via per approfondire non solo la comprensione di queste tematiche, ma anche per aiutare se stesso e gli altri in futuro. Essere consapevoli dei propri pensieri e delle proprie emozioni è un passo importante, e avere un piano d'azione per gestire l'ansia, magari attraverso la terapia, potrebbe aiutarla a sentirsi più in controllo.
Rimanere in contatto con professionisti della salute mentale, anche per brevi check-in, potrebbe aiutarla a mantenere i suoi progressi e a prevenire il ritorno di sintomi più intensi. Non si giudichi troppo severamente: affrontare queste paure è un processo, e avere il sostegno giusto è fondamentale.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili e rimango a disposizione qualora volesse approfondire.
Un caro saluto.
grazie per aver condiviso la sua esperienza. È chiaro che ha affrontato situazioni molto difficili fin da giovane, e le sue paure riguardo alla salute e alla morte sono comprensibili, specialmente considerando le esperienze che ha vissuto. La sua storia mostra una notevole resilienza e capacità di affrontare le sfide.
La sua paura per la salute e le malattie, che è stata descritta come "disturbo d'ansia da malattia", può effettivamente influenzare il modo in cui vive le sue giornate. È positivo che abbia avuto un colloquio con uno psichiatra e che abbia ricevuto un parere professionale. Il fatto che le sia stata proposta una blanda terapia è un segnale che ci sono strategie per gestire questi pensieri e sentimenti, prima che possano cronicizzarsi.
Il suo interesse per la psicologia potrebbe anche essere un'ottima via per approfondire non solo la comprensione di queste tematiche, ma anche per aiutare se stesso e gli altri in futuro. Essere consapevoli dei propri pensieri e delle proprie emozioni è un passo importante, e avere un piano d'azione per gestire l'ansia, magari attraverso la terapia, potrebbe aiutarla a sentirsi più in controllo.
Rimanere in contatto con professionisti della salute mentale, anche per brevi check-in, potrebbe aiutarla a mantenere i suoi progressi e a prevenire il ritorno di sintomi più intensi. Non si giudichi troppo severamente: affrontare queste paure è un processo, e avere il sostegno giusto è fondamentale.
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Gentile utente,
grazie per aver condiviso la tua storia in modo così aperto e dettagliato. Da quello che racconti, è chiaro che le esperienze legate alla salute dei tuoi cari, in particolare tuo padre e tuo fratello, hanno avuto un impatto significativo su di te, specialmente in un'età in cui eri ancora in fase di sviluppo emotivo. La paura della malattia e della morte è comprensibile in questo contesto, e la tua reazione, compresa l'ansia e l' ipocondria, sembra essere una risposta a questi eventi traumatici.
È importante riconoscere che i pensieri e le paure che hai sperimentato non sono rari, soprattutto quando si affrontano situazioni di stress legate alla salute. Tuttavia, il fatto che queste preoccupazioni abbiano iniziato a interferire con la tua qualità di vita suggerisce che sia utile approfondire il lavoro su questo tipo di ansia.
Un consiglio che sento di darti è quello di evitare la ricerca online su malattie o sintomi, che spesso può alimentare l'ansia e creare una spirale di preoccupazioni infondate. Internet non è una fonte affidabile per autodiagnosi, e rivolgersi a professionisti, come hai già fatto, è sempre la strada migliore.
La tua ansia legata alla salute merita attenzione e, come ti ha già detto lo psichiatra, è un disturbo che può essere affrontato e gestito con un'adeguata terapia.
Pertanto ti incoraggio a continuare a confrontarti con i professionisti.
Resto a tua disposizione.
Un caro saluto,
Dottoressa Emma Novello
grazie per aver condiviso la tua storia in modo così aperto e dettagliato. Da quello che racconti, è chiaro che le esperienze legate alla salute dei tuoi cari, in particolare tuo padre e tuo fratello, hanno avuto un impatto significativo su di te, specialmente in un'età in cui eri ancora in fase di sviluppo emotivo. La paura della malattia e della morte è comprensibile in questo contesto, e la tua reazione, compresa l'ansia e l' ipocondria, sembra essere una risposta a questi eventi traumatici.
È importante riconoscere che i pensieri e le paure che hai sperimentato non sono rari, soprattutto quando si affrontano situazioni di stress legate alla salute. Tuttavia, il fatto che queste preoccupazioni abbiano iniziato a interferire con la tua qualità di vita suggerisce che sia utile approfondire il lavoro su questo tipo di ansia.
Un consiglio che sento di darti è quello di evitare la ricerca online su malattie o sintomi, che spesso può alimentare l'ansia e creare una spirale di preoccupazioni infondate. Internet non è una fonte affidabile per autodiagnosi, e rivolgersi a professionisti, come hai già fatto, è sempre la strada migliore.
La tua ansia legata alla salute merita attenzione e, come ti ha già detto lo psichiatra, è un disturbo che può essere affrontato e gestito con un'adeguata terapia.
Pertanto ti incoraggio a continuare a confrontarti con i professionisti.
Resto a tua disposizione.
Un caro saluto,
Dottoressa Emma Novello
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza in modo così dettagliato e sincero. È evidente che ha riflettuto profondamente su ciò che ha vissuto nel corso degli anni e ha già intrapreso alcuni passi importanti per comprendere e affrontare le sue difficoltà.
Da ciò che descrive, è chiaro che ha attraversato momenti complessi, in particolare legati a eventi significativi nella sua vita familiare, come la malattia dei suoi cari e le esperienze traumatiche con la salute mentale di persone a lei vicine. Questi eventi, specialmente in un periodo della vita delicato come l’infanzia e l’adolescenza, possono lasciare segni profondi che si manifestano sotto forma di ansia, preoccupazioni ipocondriache o paura della malattia mentale.
Il disturbo d'ansia di malattia, come le è stato riferito dallo psichiatra, è una condizione che porta a concentrarsi in modo eccessivo su sintomi o malattie, spesso senza che vi siano reali condizioni fisiche sottostanti, una sorta di ipocondria. Questo può diventare un ciclo ansiogeno: più ci si concentra sulla possibilità di ammalarsi, più cresce l'ansia, e più l'ansia si traduce in sintomi percepiti. È importante sottolineare che si tratta di una condizione trattabile e che può migliorare con il giusto supporto terapeutico.
Dal suo racconto emerge anche che ha già sperimentato periodi di sollievo dall'ansia, soprattutto dopo aver ricevuto una rassicurazione professionale. Questo ci suggerisce che una parte delle sue preoccupazioni potrebbe essere alleviata affrontando il modo in cui interpreta e gestisce l'ansia legata alla salute.
Quando ci si concentra su un sintomo o su una malattia temuta, spesso si attiva un circolo vizioso in cui l'ansia aumenta, portando a una maggiore attenzione ai segnali del corpo. L'obiettivo in terapia è imparare a interrompere questo ciclo, modificando il modo in cui si reagisce a questi pensieri e preoccupazioni.
Uno degli aspetti più difficili per chi vive con l’ansia da malattia è l’incertezza. Accettare che non è possibile avere il controllo totale sulla propria salute o sulle malattie può essere spaventoso, ma è un passaggio essenziale per ridurre l'ansia. Tecniche cognitivo-comportamentale (CBT) possono essere particolarmente utile in questo processo, aiutando a ridurre l’evitamento di pensieri o situazioni ansiogene e a sviluppare un approccio più flessibile verso le preoccupazioni.
È comprensibile che, avendo visto il suicidio e il disagio mentale tra alcuni dei suoi pari, abbia sviluppato una maggiore attenzione e timore verso questo tema. È importante distinguere tra i sintomi di cui ha letto o sentito parlare e ciò che sperimenta personalmente. La diagnosi del disturbo d'ansia da malattia è un punto chiave: riconoscere che si tratta di una forma di ansia e non di una patologia mentale grave potrebbe aiutarla a ridurre parte delle sue paure.
Se ha già sperimentato dei benefici temporanei dopo aver parlato con uno psichiatra, questo indica che il dialogo con un professionista è stato utile per Lei. Continuare questo percorso, magari con una terapia mirata per l’ansia (come la CBT o altre forme di psicoterapia), potrebbe offrirle strumenti duraturi per gestire le sue preoccupazioni.
È naturale che, con la sua determinazione e il suo desiderio di essere brillante, possa sentire una pressione interna a "risolvere" tutto. Tuttavia, il percorso verso il benessere è spesso fatto di alti e bassi. Accogliere il fatto che ci saranno periodi più sereni e momenti di ricaduta senza giudicarsi duramente potrebbe alleviare parte del peso che sente.
Il suo interesse per la psicologia è un segnale positivo. Approfondire la comprensione del funzionamento della mente e delle emozioni potrebbe aiutarla non solo a comprendere meglio se stesso, ma anche a sviluppare una maggiore consapevolezza su come gestire l’ansia e le preoccupazioni legate alla salute.
In conclusione, il suo percorso di crescita personale e la consapevolezza che ha sviluppato sono già un ottimo punto di partenza. Con il giusto supporto terapeutico e un po' di pazienza verso se stesso, potrà continuare a migliorare la gestione della sua ansia e vivere una vita più serena. Le auguro il meglio per il suo futuro e rimango a disposizione se ha ulteriori domande o necessità di chiarimenti.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Da ciò che descrive, è chiaro che ha attraversato momenti complessi, in particolare legati a eventi significativi nella sua vita familiare, come la malattia dei suoi cari e le esperienze traumatiche con la salute mentale di persone a lei vicine. Questi eventi, specialmente in un periodo della vita delicato come l’infanzia e l’adolescenza, possono lasciare segni profondi che si manifestano sotto forma di ansia, preoccupazioni ipocondriache o paura della malattia mentale.
Il disturbo d'ansia di malattia, come le è stato riferito dallo psichiatra, è una condizione che porta a concentrarsi in modo eccessivo su sintomi o malattie, spesso senza che vi siano reali condizioni fisiche sottostanti, una sorta di ipocondria. Questo può diventare un ciclo ansiogeno: più ci si concentra sulla possibilità di ammalarsi, più cresce l'ansia, e più l'ansia si traduce in sintomi percepiti. È importante sottolineare che si tratta di una condizione trattabile e che può migliorare con il giusto supporto terapeutico.
Dal suo racconto emerge anche che ha già sperimentato periodi di sollievo dall'ansia, soprattutto dopo aver ricevuto una rassicurazione professionale. Questo ci suggerisce che una parte delle sue preoccupazioni potrebbe essere alleviata affrontando il modo in cui interpreta e gestisce l'ansia legata alla salute.
Quando ci si concentra su un sintomo o su una malattia temuta, spesso si attiva un circolo vizioso in cui l'ansia aumenta, portando a una maggiore attenzione ai segnali del corpo. L'obiettivo in terapia è imparare a interrompere questo ciclo, modificando il modo in cui si reagisce a questi pensieri e preoccupazioni.
Uno degli aspetti più difficili per chi vive con l’ansia da malattia è l’incertezza. Accettare che non è possibile avere il controllo totale sulla propria salute o sulle malattie può essere spaventoso, ma è un passaggio essenziale per ridurre l'ansia. Tecniche cognitivo-comportamentale (CBT) possono essere particolarmente utile in questo processo, aiutando a ridurre l’evitamento di pensieri o situazioni ansiogene e a sviluppare un approccio più flessibile verso le preoccupazioni.
È comprensibile che, avendo visto il suicidio e il disagio mentale tra alcuni dei suoi pari, abbia sviluppato una maggiore attenzione e timore verso questo tema. È importante distinguere tra i sintomi di cui ha letto o sentito parlare e ciò che sperimenta personalmente. La diagnosi del disturbo d'ansia da malattia è un punto chiave: riconoscere che si tratta di una forma di ansia e non di una patologia mentale grave potrebbe aiutarla a ridurre parte delle sue paure.
Se ha già sperimentato dei benefici temporanei dopo aver parlato con uno psichiatra, questo indica che il dialogo con un professionista è stato utile per Lei. Continuare questo percorso, magari con una terapia mirata per l’ansia (come la CBT o altre forme di psicoterapia), potrebbe offrirle strumenti duraturi per gestire le sue preoccupazioni.
È naturale che, con la sua determinazione e il suo desiderio di essere brillante, possa sentire una pressione interna a "risolvere" tutto. Tuttavia, il percorso verso il benessere è spesso fatto di alti e bassi. Accogliere il fatto che ci saranno periodi più sereni e momenti di ricaduta senza giudicarsi duramente potrebbe alleviare parte del peso che sente.
Il suo interesse per la psicologia è un segnale positivo. Approfondire la comprensione del funzionamento della mente e delle emozioni potrebbe aiutarla non solo a comprendere meglio se stesso, ma anche a sviluppare una maggiore consapevolezza su come gestire l’ansia e le preoccupazioni legate alla salute.
In conclusione, il suo percorso di crescita personale e la consapevolezza che ha sviluppato sono già un ottimo punto di partenza. Con il giusto supporto terapeutico e un po' di pazienza verso se stesso, potrà continuare a migliorare la gestione della sua ansia e vivere una vita più serena. Le auguro il meglio per il suo futuro e rimango a disposizione se ha ulteriori domande o necessità di chiarimenti.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
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Gentile utente, mi dispiace molto per ciò che ha descritto. Ci sarebbero tanti spunti di riflessione. Sicuramente un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a capire le cause dei suoi pensieri attuali.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Dott. Luca Rochdi
Gentile utente,
la sua esperienza sembra essere caratterizzata da una continua ricerca di rassicurazione, insieme a una forte attenzione verso la propria salute, sia fisica che mentale, che ha avuto un impatto significativo sulla sua vita emotiva. Da quanto racconta, episodi particolarmente stressanti e traumatici, come la scoperta della massa di suo padre, la diagnosi (poi rivelatasi errata) di glaucoma di suo fratello e le perdite di amici, sembrano aver contribuito a innescare e alimentare la sua ansia, soprattutto in relazione alla salute e alla morte.
Il disturbo d'ansia da malattia che le è stato descritto è una condizione che porta a focalizzarsi in modo eccessivo e preoccupato sui sintomi fisici o mentali, con la tendenza a interpretare i segnali del corpo come sintomi di gravi malattie. Questo processo di auto-osservazione e interpretazione può spesso generare un circolo vizioso, in cui l'ansia tende ad alimentare ulteriori preoccupazioni e sintomi. L'assenza di una diagnosi precedente o il sollievo momentaneo dopo aver parlato con lo psichiatra sono segnali che ci mostrano come, per lei, la consapevolezza di cosa sta accadendo a livello emotivo e cognitivo può essere già un primo passo verso una migliore gestione dell'ansia.
L’elemento che emerge con chiarezza è la sua resilienza: nonostante l’ansia e le varie difficoltà, è riuscito a mantenere una vita ricca e appagante, continuando gli studi e costruendo una solida rete di rapporti. Questo denota una grande capacità di adattamento, una risorsa importante su cui fare leva per affrontare le sfide future.
Il consiglio che posso darle è di continuare a monitorare la sua ansia con il supporto di un professionista, considerare una terapia che affronti la radice delle sue preoccupazioni e imparare strategie per gestire l’ansia nel lungo termine. Il disturbo d'ansia da malattia, come le ha indicato lo psichiatra, può essere affrontato in modo efficace con un intervento psicoterapeutico adeguato e, in alcuni casi, con il supporto farmacologico. Esplorare ulteriormente il suo interesse verso la psicologia potrebbe inoltre darle una chiave di lettura più profonda su sé stesso e sui meccanismi di funzionamento dell'ansia.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o approfondimenti.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Pinella Chionna
la sua esperienza sembra essere caratterizzata da una continua ricerca di rassicurazione, insieme a una forte attenzione verso la propria salute, sia fisica che mentale, che ha avuto un impatto significativo sulla sua vita emotiva. Da quanto racconta, episodi particolarmente stressanti e traumatici, come la scoperta della massa di suo padre, la diagnosi (poi rivelatasi errata) di glaucoma di suo fratello e le perdite di amici, sembrano aver contribuito a innescare e alimentare la sua ansia, soprattutto in relazione alla salute e alla morte.
Il disturbo d'ansia da malattia che le è stato descritto è una condizione che porta a focalizzarsi in modo eccessivo e preoccupato sui sintomi fisici o mentali, con la tendenza a interpretare i segnali del corpo come sintomi di gravi malattie. Questo processo di auto-osservazione e interpretazione può spesso generare un circolo vizioso, in cui l'ansia tende ad alimentare ulteriori preoccupazioni e sintomi. L'assenza di una diagnosi precedente o il sollievo momentaneo dopo aver parlato con lo psichiatra sono segnali che ci mostrano come, per lei, la consapevolezza di cosa sta accadendo a livello emotivo e cognitivo può essere già un primo passo verso una migliore gestione dell'ansia.
L’elemento che emerge con chiarezza è la sua resilienza: nonostante l’ansia e le varie difficoltà, è riuscito a mantenere una vita ricca e appagante, continuando gli studi e costruendo una solida rete di rapporti. Questo denota una grande capacità di adattamento, una risorsa importante su cui fare leva per affrontare le sfide future.
Il consiglio che posso darle è di continuare a monitorare la sua ansia con il supporto di un professionista, considerare una terapia che affronti la radice delle sue preoccupazioni e imparare strategie per gestire l’ansia nel lungo termine. Il disturbo d'ansia da malattia, come le ha indicato lo psichiatra, può essere affrontato in modo efficace con un intervento psicoterapeutico adeguato e, in alcuni casi, con il supporto farmacologico. Esplorare ulteriormente il suo interesse verso la psicologia potrebbe inoltre darle una chiave di lettura più profonda su sé stesso e sui meccanismi di funzionamento dell'ansia.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o approfondimenti.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Pinella Chionna
Gentile utente, grazie della condivisione. Indubbiamente gli eventi di malattia capitati nella sua famiglia hanno inciso sulla sua vita. A fianco di sintomi che si sono sviluppati, come lei ha descritto, ci sono però traguardi scolastici raggiunti, periodi di grande serenità. Ciò significa che lei ha molte e importanti risorse, senz’altro da valorizzare. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicoterapico per approfondire le sue problematiche e se lo specialista lo ritiene utile anche un aiuto farmacologico. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve. Ovviamente non conoscendola preferisco non azzardare una valutazione diagnostica, l'unica cosa che mi sento di dirle, visto la sua propensione a "sentire i sintomi delle patologie che legge" di magari rimodulare questo comportamento. Le disponibilità di informazioni su internet, nonostante il più delle volte sia un bene prezioso, spesso però genera confusione. Per fare una diagnosi serve necessariamente una valutazione multi funzionale fatta da un professionista. Quindi per essere breve, lei leggendo in giro stralci di informazioni può avere la sensazione di aver in realtà acquisito più dubbi che reali conoscenze e questo può aumentare una percezione di ansia.
Gentile utente. Grazie per aver condiviso la sua situazione. Sicuramente gli eventi famigliari (le malattie diagnosticate) e le vicende relative ai suoi coetanei hanno influito sul suo stato ansioso. Ha fatto benissimo a rivolgersi ad uno specialista che l'ha tranquillizzata riferendogli che non c'era alcuna criticità né necessità di intervento tempestivo. Il confronto con lo psichiatra le ha anche attenuato lo stato d'ansia. Il fatto che poi sia ritornato è del tutto normale. Un percorso psicologico, in queste situazioni, aiuta molto fornendo supporto e tecniche per una corretta gestione dell'ansia. Cerchi un professionista con cui si sente a suo agio (può utilizzare anche lo stesso psichiatra se anche psicoterapeuta, molti lo sono) ed inizi il suo percorso. La aiuterà a vivere meglio e più serenamente ogni momento. Spero di esserle stato d'aiuto.
La ringrazio. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
La ringrazio. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Ciao, prima di tutto ti ringrazio per la fiducia che hai dimostrato condividendo una parte così intima della tua vita. È evidente che hai attraversato momenti molto difficili, e posso solo immaginare quanto tutto questo ti abbia pesato nel corso degli anni. Le esperienze che hai vissuto, a partire da quella con tuo padre quando eri appena un ragazzino, fino ai più recenti episodi legati alle preoccupazioni per la tua salute e quella dei tuoi cari, ti hanno segnato in profondità. E capisco anche quanto sia spaventoso vivere con questa sensazione costante di allarme e ansia, come se ci fosse sempre qualcosa di potenzialmente pericoloso dietro l’angolo. Quello che descrivi si allinea molto a un disturbo d'ansia da malattia, come ti ha già detto lo psichiatra. Il tuo racconto mi fa pensare a una mente estremamente vigile e attenta, che tende a concentrarsi su possibili minacce, proprio perché il dolore e la perdita ti hanno toccato così da vicino. Questo meccanismo, in realtà, è una forma di protezione che hai sviluppato, un modo per cercare di mantenere il controllo in un mondo che, a volte, sembra così imprevedibile e pericoloso. Posso capire anche il senso di sollievo che hai provato quando lo psichiatra ti ha dato una diagnosi chiara. È naturale: finalmente hai avuto una risposta concreta, qualcosa a cui aggrapparti. Questo ti ha permesso di mettere da parte l’ansia per un po’, immagino quanto possa essere frustrante vedere quella tranquillità svanire nel tempo. Quando vivi con un’ansia cronica, spesso accade che la mente torni a preoccuparsi di nuovi temi o sintomi, e questo può creare una sensazione di impotenza. Ma c’è una buona notizia: l'ansia, anche se molto scomoda, è qualcosa su cui si può lavorare. Con la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), si possono affrontare direttamente queste preoccupazioni e spezzare il ciclo che ti tiene bloccato. Ad esempio, si può lavorare per riconoscere quei pensieri automatici e catastrofici che ti spaventano, e imparare a metterli in discussione. A volte, quando si è in preda all’ansia, si tende a interpretare qualsiasi sintomo o evento come una minaccia imminente. Ma con la giusta guida, puoi sviluppare delle nuove modalità di pensiero, più realistiche e meno cariche di ansia. Un altro passo importante è affrontare quelle situazioni che solitamente ti fanno scattare la preoccupazione, come la lettura di articoli o la ricerca di sintomi online. Gradualmente puoi imparare a tollerare queste sensazioni senza bisogno di cercare rassicurazioni immediate, che alla fine non fanno altro che mantenere viva l’ansia. So che può sembrare un processo lungo, ma il fatto che tu abbia già avuto periodi di sollievo è un segnale molto positivo. Dimostra che la tua mente può ritrovare uno stato di calma, e che con le giuste strategie puoi raggiungere una maggiore stabilità emotiva. La tua consapevolezza e il desiderio di comprendere te stesso in modo più profondo, come dimostra il tuo interesse per la psicologia, saranno un alleato prezioso nel tuo percorso. Non devi affrontare tutto questo da solo. Se scegli di intraprendere un percorso terapeutico, vedrai che potrai trovare il modo di gestire queste paure e ridare alla tua vita quella leggerezza che meriti. Hai già fatto un enorme passo avanti riconoscendo ciò che ti accade, e questa è una base solida su cui costruire il tuo benessere. Spero che queste parole possano offrirti un po’ di conforto. Sei già sulla buona strada e, con il giusto sostegno, riuscirai a vivere con più serenità. Ti mando un grande incoraggiamento, e resto a disposizione per qualsiasi altro dubbio o riflessione tu voglia condividere. Dott. Andrea Boggero
Salve, la tua storia riflette un lungo percorso di ansia e preoccupazioni legate alla salute e alla morte, spesso innescate da eventi significativi nella tua vita. È comprensibile che l’ipocondria si sviluppi come meccanismo di coping. La diagnosi di disturbo d’ansia da malattia può offrire una spiegazione utile. È importante continuare a esplorare queste tematiche in terapia per trovare strategie di gestione. Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Buongiorno,
Grazie per la sua condivisione.
Capisco quanto possa essere difficile convivere con la paura costante per la propria salute e il timore della morte, soprattutto considerando che queste preoccupazioni sono emerse così presto nella sua vita. Gli eventi che ha vissuto, come la malattia di suo padre e i problemi di salute di suo fratello, sembrano aver avuto un forte impatto su di lei, alimentando queste ansie. Non è raro che episodi simili possano portare a sviluppare un disturbo d'ansia legato alla salute, come quello che le ha spiegato lo psichiatra.
È importante sapere che non è da solo in questa esperienza, e molte persone affrontano timori simili. Il fatto che lei abbia vissuto periodi di tranquillità dopo aver parlato con lo psichiatra è un segno positivo. Dimostra che avere informazioni chiare e un supporto adeguato può davvero alleviare parte dell'ansia.
Tuttavia, come ha notato, l'ansia può tornare ciclicamente, soprattutto in momenti di stress o quando si legge di malattie o disturbi. È proprio questo circolo di preoccupazione che rende difficile uscire completamente dal vortice. Le emozioni e i pensieri tendono a intensificarsi e, anche se sappiamo che razionalmente non c’è un pericolo imminente, l’ansia può rendere tutto più spaventoso.
Potrebbe essere utile continuare a parlare con un professionista per trovare un equilibrio più stabile. Spesso il riconoscimento delle proprie paure e la comprensione delle dinamiche che le alimentano sono passi cruciali per migliorare. Le tecniche per gestire l'ansia, come quelle che aiutano a calmarsi nel momento presente, possono anche ridurre la sensazione di essere sopraffatti dai pensieri. Se continua su questo percorso di consapevolezza e gestione dell'ansia, è possibile che col tempo riesca a vivere con maggiore serenità.
Mi rendo conto che tutto questo può sembrare complicato, ma il fatto che lei abbia già preso l'iniziativa di affrontare il problema è un ottimo segno. Con il giusto supporto, potrà continuare a migliorare e ridurre l'impatto di queste paure sulla sua vita quotidiana.
Un caro saluto,
Dott.ssa Lidia MiLazzo
Grazie per la sua condivisione.
Capisco quanto possa essere difficile convivere con la paura costante per la propria salute e il timore della morte, soprattutto considerando che queste preoccupazioni sono emerse così presto nella sua vita. Gli eventi che ha vissuto, come la malattia di suo padre e i problemi di salute di suo fratello, sembrano aver avuto un forte impatto su di lei, alimentando queste ansie. Non è raro che episodi simili possano portare a sviluppare un disturbo d'ansia legato alla salute, come quello che le ha spiegato lo psichiatra.
È importante sapere che non è da solo in questa esperienza, e molte persone affrontano timori simili. Il fatto che lei abbia vissuto periodi di tranquillità dopo aver parlato con lo psichiatra è un segno positivo. Dimostra che avere informazioni chiare e un supporto adeguato può davvero alleviare parte dell'ansia.
Tuttavia, come ha notato, l'ansia può tornare ciclicamente, soprattutto in momenti di stress o quando si legge di malattie o disturbi. È proprio questo circolo di preoccupazione che rende difficile uscire completamente dal vortice. Le emozioni e i pensieri tendono a intensificarsi e, anche se sappiamo che razionalmente non c’è un pericolo imminente, l’ansia può rendere tutto più spaventoso.
Potrebbe essere utile continuare a parlare con un professionista per trovare un equilibrio più stabile. Spesso il riconoscimento delle proprie paure e la comprensione delle dinamiche che le alimentano sono passi cruciali per migliorare. Le tecniche per gestire l'ansia, come quelle che aiutano a calmarsi nel momento presente, possono anche ridurre la sensazione di essere sopraffatti dai pensieri. Se continua su questo percorso di consapevolezza e gestione dell'ansia, è possibile che col tempo riesca a vivere con maggiore serenità.
Mi rendo conto che tutto questo può sembrare complicato, ma il fatto che lei abbia già preso l'iniziativa di affrontare il problema è un ottimo segno. Con il giusto supporto, potrà continuare a migliorare e ridurre l'impatto di queste paure sulla sua vita quotidiana.
Un caro saluto,
Dott.ssa Lidia MiLazzo
Quello che ha descritto potrebbe effettivamente sembrare legato a un disturbo d'ansia per la salute, spesso chiamato ipocondria. È chiaro che episodi difficili della sua vita, come la malattia dei suoi cari e il suicidio di pari, hanno alimentato questo ciclo di paure. La sua tendenza a informarsi su problemi di salute e "sentire" sintomi, nonostante le rassicurazioni mediche, è un segnale tipico di questo disturbo. Il fatto che dopo aver ricevuto la spiegazione dello psichiatra si sia sentito meglio, mostra che avere consapevolezza del problema aiuta. Se lo ritiene opportuno, resto a disposizione per un consulto psicologico. Dott.ssa Cristina Borghetti Psicologa
Caro utente, da quel che hai scritto è evidente che hai affrontato momenti molto intensi nella tua vita, e va innanzitutto riconosciuta la tua forza e il coraggio che hai dimostrato nel cercare di comprendere ciò che stai vivendo. Le tue riflessioni sono profonde e denotano una grande consapevolezza di te stesso.
La paura per la tua salute e per la morte che hai descritto, iniziata in giovane età, è spesso radicata in esperienze emotive significative, come la malattia di un genitore o eventi inaspettati che mettono in discussione la sicurezza della vita quotidiana. Il modo in cui tuo padre ha affrontato la sua diagnosi può aver toccato in te corde profonde di vulnerabilità, specialmente in un’età così delicata. Questo potrebbe aver innescato un bisogno inconscio di cercare rassicurazioni, attraverso la tua attenzione quasi costante a situazioni potenzialmente pericolose per la vita o la salute.
È importante capire che il tuo cervello, in momenti di forte stress o incertezza, cerca di darti un senso di controllo. Purtroppo, questo meccanismo può diventare un circolo vizioso, dove la ricerca di informazioni, sintomi o malattie aumenta invece che placare l'ansia. Questo è esattamente ciò che il disturbo d'ansia da malattia descrive: un’attenzione costante e amplificata ai segnali del corpo, spesso accompagnata da una paura eccessiva di malattie.
Quando descrivi la tua reazione positiva alla diagnosi dello psichiatra, ciò dimostra come la chiarezza e la rassicurazione ti abbiano aiutato a sentirti meglio. Questo è un punto molto importante, perché indica che una parte di te sa già come affrontare l'ansia: con consapevolezza, informazioni corrette e un sostegno adeguato. Tuttavia, l'ansia può tornare, come hai notato, perché il lavoro emotivo e psicologico richiede tempo e continuità.
Il percorso che hai intrapreso, anche attraverso la terapia, è prezioso e potrebbe essere utile esplorare più a fondo queste ansie, non solo dal punto di vista della salute, ma anche legate a temi più vasti come la paura del controllo, della vulnerabilità e delle perdite. Questo tipo di esplorazione può darti gli strumenti per riconoscere i pensieri ansiogeni e rispondere a essi in modo più efficace e pacifico.
Mi ha colpito anche la tua descrizione dell'angoscia legata ai suicidi e alla tua preoccupazione per le malattie mentali. È del tutto naturale che eventi così tragici possano influenzare il tuo modo di vedere la salute mentale. Queste preoccupazioni meritano spazio per essere esplorate in modo sicuro e privo di giudizio, in un contesto che ti aiuti a trovare maggiore serenità.
Ti incoraggio a proseguire con il supporto di un professionista che possa aiutarti a comprendere meglio le dinamiche di questa ansia e a sviluppare strategie per gestirla a lungo termine. Non sei solo in questo percorso, e hai già dimostrato di avere una grande capacità di resilienza.
Continua a prenderti cura di te, con gentilezza e senza fretta, rispettando i tuoi tempi.
Un caro saluto.
Dott. Paolo Cavallin
La paura per la tua salute e per la morte che hai descritto, iniziata in giovane età, è spesso radicata in esperienze emotive significative, come la malattia di un genitore o eventi inaspettati che mettono in discussione la sicurezza della vita quotidiana. Il modo in cui tuo padre ha affrontato la sua diagnosi può aver toccato in te corde profonde di vulnerabilità, specialmente in un’età così delicata. Questo potrebbe aver innescato un bisogno inconscio di cercare rassicurazioni, attraverso la tua attenzione quasi costante a situazioni potenzialmente pericolose per la vita o la salute.
È importante capire che il tuo cervello, in momenti di forte stress o incertezza, cerca di darti un senso di controllo. Purtroppo, questo meccanismo può diventare un circolo vizioso, dove la ricerca di informazioni, sintomi o malattie aumenta invece che placare l'ansia. Questo è esattamente ciò che il disturbo d'ansia da malattia descrive: un’attenzione costante e amplificata ai segnali del corpo, spesso accompagnata da una paura eccessiva di malattie.
Quando descrivi la tua reazione positiva alla diagnosi dello psichiatra, ciò dimostra come la chiarezza e la rassicurazione ti abbiano aiutato a sentirti meglio. Questo è un punto molto importante, perché indica che una parte di te sa già come affrontare l'ansia: con consapevolezza, informazioni corrette e un sostegno adeguato. Tuttavia, l'ansia può tornare, come hai notato, perché il lavoro emotivo e psicologico richiede tempo e continuità.
Il percorso che hai intrapreso, anche attraverso la terapia, è prezioso e potrebbe essere utile esplorare più a fondo queste ansie, non solo dal punto di vista della salute, ma anche legate a temi più vasti come la paura del controllo, della vulnerabilità e delle perdite. Questo tipo di esplorazione può darti gli strumenti per riconoscere i pensieri ansiogeni e rispondere a essi in modo più efficace e pacifico.
Mi ha colpito anche la tua descrizione dell'angoscia legata ai suicidi e alla tua preoccupazione per le malattie mentali. È del tutto naturale che eventi così tragici possano influenzare il tuo modo di vedere la salute mentale. Queste preoccupazioni meritano spazio per essere esplorate in modo sicuro e privo di giudizio, in un contesto che ti aiuti a trovare maggiore serenità.
Ti incoraggio a proseguire con il supporto di un professionista che possa aiutarti a comprendere meglio le dinamiche di questa ansia e a sviluppare strategie per gestirla a lungo termine. Non sei solo in questo percorso, e hai già dimostrato di avere una grande capacità di resilienza.
Continua a prenderti cura di te, con gentilezza e senza fretta, rispettando i tuoi tempi.
Un caro saluto.
Dott. Paolo Cavallin
Buonasera! Leggerla è stato come fare un giro sulle montagne russe. Tra alti, bassi, accelerazioni e brusche frenate, non è stato facile pensare. Nonostante il limiti del contesto e dello strumento, proverò a darle un piccolo contributo di pensiero. Sembra essere impegnato, sin dalla prima adolescenza, a confrontarsi (forse un po' solo) con un turbine di emozioni contrastanti e per certi versi spaventose. Aspetti di sé, vissuti, stati d’animo, che si sentono poco legittimati ad essere ascoltati, accolti, curati, se non attraverso il corpo e le sue manifestazioni. Ma ancora la immagino da solo, mentre cerca una risposta, mentre cerca di capire, mentre cerca di trovare sollievo e consolazione. Fidarsi e affidarsi a qualcuno è un rischio. Se l’altro è significativo, se l‘altro è importante, potrebbe abbandonare, ferire, tradire e il dolore sarebbe insopportabile. Ecco che un colloquio di “10 minuti”, una terapia “per mesi”, un’opinione richiesta su "GOOGLE" possono essere rassicuranti, ma a che prezzo. Ho l'impressione che si trovi a fare i conti con un dolore che da tempo, tanto tempo, chiede riconoscimento, chiede di scendere dall’otto volante per essere vissuto e condiviso, affinché possa trovare un senso nuovo e diverso, possa essere ri-significato. Ma ha bisogno di aiuto. In bocca al lupo
Buongiorno,
Dal suo racconto sembra esserci una questione di ipocondria che, non a caso, è legata ai disturbi di natura ansiosa.
Il quadro andrebbe approfondito ma sono sicuro che trarrebbe benefici da un percorso con un collega.
Dott. Marco Cenci
Dal suo racconto sembra esserci una questione di ipocondria che, non a caso, è legata ai disturbi di natura ansiosa.
Il quadro andrebbe approfondito ma sono sicuro che trarrebbe benefici da un percorso con un collega.
Dott. Marco Cenci
Buongiorno, grazie per al condivisione e per aver scelto questo spazio di ascolto. Innanzitutto, la scelta di farsi curare è un ottimo segnale, dimostra intelligenza e resilienza, e voglia di stare bene, il che non è scontato. Trovo anche un ottimo segnale la sensazione di benessere dopo la visita psichiatrica: dare un nome a ciò che lei prova e poter contare su bravi professionisti è sicuramente un grande aiuto. Trovo essenziale associare un psicoterapia alle visite psichiatriche, per andare a indagare l'origine del suo disagio, e per trovare delle strategie di gestione dell'ansia. Le auguro di stare sempre meglio. Dr.ssa Laura Raco
Salve,
desidero anzitutto ringraziarla per la sua condivisione aperta e sincera. Ciò che racconta è un percorso ricco di esperienze ed emozioni profondamente umane.
Quella che descrive sembra essere una costante ricerca di significato e sicurezza in un mondo spesso percepito come incerto e talvolta minaccioso.
Le esperienze vissute in giovane età, come la malattia di suo padre e gli eventi che ha descritto, possono avere intrecciato il concetto di morte e malattia nella sua struttura soggettiva.
Questo potrebbe avere contribuito a una costante vigilanza nei confronti della propria salute e quella degli altri.
Il modo in cui ha reagito agli eventi - unendo al desiderio di sapere la paura della conoscenza stessa - è un elemento di particolare interesse.
L'ansia può essere vista come un segnale che c'è qualcosa nell'inconscio che sta tentando di emergere, qualcosa che può essere connesso al campo del non-saputo.
La diagnosi di "disturbo d'ansia da malattia" fornita dallo psichiatra soddisfa temporaneamente il bisogno del soggetto di comprendere e categorizzare la propria esperienza ma, come ha notato, non elimina completamente l'angoscia.
La struttura soggettiva si articola con il linguaggio e il contesto delle esperienze vissute, e il sintomo stesso può essere visto come un modo attraverso cui il soggetto cerca di dare un senso al proprio vivere.
In questo contesto, il percorso di analisi potrebbe portare a esplorare non solo i sintomi stessi ma anche a decifrare il significato che ha attribuito agli eventi che ha vissuto. Attraverso l'analisi, potrebbe arrivare a comprendere meglio le cause strutturali sottostanti la sua ansia, esplorando le domande soggettive irrisolte.
Mi fa piacere sapere che guarda già al futuro con l'intenzione di esplorare ulteriormente la psicologia; questo interesse potrebbe offrirle non solo una comprensione intellettuale ma anche una nuova prospettiva sulla sua esperienza soggettiva.
Mi auguro che questo breve scambio le sia stato utile e mi rendo disponibile per ulteriori conversazioni. Le auguro un proseguimento di percorso promettente e ricco di scoperte interiori.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Laura Lanocita
desidero anzitutto ringraziarla per la sua condivisione aperta e sincera. Ciò che racconta è un percorso ricco di esperienze ed emozioni profondamente umane.
Quella che descrive sembra essere una costante ricerca di significato e sicurezza in un mondo spesso percepito come incerto e talvolta minaccioso.
Le esperienze vissute in giovane età, come la malattia di suo padre e gli eventi che ha descritto, possono avere intrecciato il concetto di morte e malattia nella sua struttura soggettiva.
Questo potrebbe avere contribuito a una costante vigilanza nei confronti della propria salute e quella degli altri.
Il modo in cui ha reagito agli eventi - unendo al desiderio di sapere la paura della conoscenza stessa - è un elemento di particolare interesse.
L'ansia può essere vista come un segnale che c'è qualcosa nell'inconscio che sta tentando di emergere, qualcosa che può essere connesso al campo del non-saputo.
La diagnosi di "disturbo d'ansia da malattia" fornita dallo psichiatra soddisfa temporaneamente il bisogno del soggetto di comprendere e categorizzare la propria esperienza ma, come ha notato, non elimina completamente l'angoscia.
La struttura soggettiva si articola con il linguaggio e il contesto delle esperienze vissute, e il sintomo stesso può essere visto come un modo attraverso cui il soggetto cerca di dare un senso al proprio vivere.
In questo contesto, il percorso di analisi potrebbe portare a esplorare non solo i sintomi stessi ma anche a decifrare il significato che ha attribuito agli eventi che ha vissuto. Attraverso l'analisi, potrebbe arrivare a comprendere meglio le cause strutturali sottostanti la sua ansia, esplorando le domande soggettive irrisolte.
Mi fa piacere sapere che guarda già al futuro con l'intenzione di esplorare ulteriormente la psicologia; questo interesse potrebbe offrirle non solo una comprensione intellettuale ma anche una nuova prospettiva sulla sua esperienza soggettiva.
Mi auguro che questo breve scambio le sia stato utile e mi rendo disponibile per ulteriori conversazioni. Le auguro un proseguimento di percorso promettente e ricco di scoperte interiori.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Laura Lanocita
Salve, ti ringrazio per aver condiviso con noi la tua storia. È chiaro che hai affrontato numerosi eventi significativi che hanno influenzato profondamente la tua vita e il tuo modo di percepire la salute e il benessere. Le paure legate alla salute, specialmente in seguito a esperienze così intense, possono essere travolgenti. È naturale cercare risposte e certezze in un contesto così incerto. Tuttavia, è importante riconoscere che questa ricerca può portare a una spirale di ansia, spesso alimentata dall’autodiagnosi. Hai fatto dei progressi significativi, come dimostra il tuo brillante percorso accademico. Questo suggerisce che possiedi risorse e capacità per affrontare le sfide. È fondamentale non sottovalutare questi aspetti e riconoscere i tuoi punti di forza.
Inoltre, potrebbe essere utile dedicare del tempo a esplorare le tue paure, cercando di comprendere come puoi affrontarle in modo diverso, senza lasciarti sopraffare. Parlarne con un professionista della salute mentale, potrebbe offrirti un ulteriore supporto e chiarimenti su ciò che stai vivendo. Ricorda che meriti di vivere con serenità. Se hai bisogno di ulteriori riflessioni o supporto, sono qui per ascoltarti.
Dott.ssa Janira Marangi
Inoltre, potrebbe essere utile dedicare del tempo a esplorare le tue paure, cercando di comprendere come puoi affrontarle in modo diverso, senza lasciarti sopraffare. Parlarne con un professionista della salute mentale, potrebbe offrirti un ulteriore supporto e chiarimenti su ciò che stai vivendo. Ricorda che meriti di vivere con serenità. Se hai bisogno di ulteriori riflessioni o supporto, sono qui per ascoltarti.
Dott.ssa Janira Marangi
Buon pomeriggio, grazie per aver raccontato la sua storia. Purtroppo per poterle dare un'opinione professionale circa il suo funzionamento psicologico, la difficoltà che ha attraversato e quelle che vive tuttora sarebbe necessaria una valutazione psicologica che richiede circa 6-7 colloqui; per quanto esaustiva, purtroppo la descrizione non è sufficiente a tal fine.
Resto a disposizione!
Resto a disposizione!
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