Salve, avevo scritto qui un mesetto fa e ora sono di nuovo a scrivere per cercare di capirne un po’
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Salve, avevo scritto qui un mesetto fa e ora sono di nuovo a scrivere per cercare di capirne un po’ di più.. premetto, sono seguita da uno psicologo e stiamo affrontando il mio problema, in più prendo anche zoloft prescritto dallo psichiatra (nessuno di loro ha ritenuto la mia situazione grave, io però non trovo ancora pace). Ho iniziato a gennaio nel non stare bene, avevo momenti di tristezza e piangevo, avevo pensato alla tiroide ma i valori erano tutti nella norma, ho sospeso la pillola anticoncezionale pensando potesse essere quella, ma niente. Mi ricordo un episodio in cui tornavo da un centro commerciale, nel passare davanti ad una chiesa in cui si stava celebrando un funerale, vidi il carro funebre e pensai “chi muore non soffre più”, subito dopo questo pensiero sono stata malissimo, il giorno dopo lo raccontai a mia mamma piangendo per aver fatto appunto questo pensiero che mi aveva spaventato, mi ricordo di averlo raccontanto anche a mia cugina tramite messaggio e sempre nei messaggi scrivevo “so che è solo un pensiero, ovviamente non penso quelle cose, amo la mia vita e le persone che mi sono accanto.” Nel frattempo, ero in una relazione tossica con un ragazzo che aveva scatti d’ira, quando si arrabbiava urlava con un tono di voce molto alto, mi ha preso per il colletto un paio di volte, si scusava con dei regali dicendomi quando urlava che era il suo modo per esprimere la rabbia, che era normale. Ricordo che quando sentivo al telegiornale di ragazzi che uccidevano la propria ragazza pensavo “e se dovesse succedere a me?”. Era geloso, una volta mi ha fatto una scenata sotto lo psicologo, ha citofonato allo studio cercandomi e una volta scesa mi ha urlato contro perché non lo avevo avvisato che stessi facendo ritardo, mettendo in dubbio ciò che stessi facendo con il mio psicologo. Sempre quella sera, mentre eravamo per strada, continuava ad essere fuori di testa, ha sputato sulla porta di una chiesa e tirato un pugno al bidone affianco. In tutto ciò, io ho iniziato a piangere aspettando che arrivasse mia madre a prenderci, una volta entrati in auto per fortuna lei ha visto questa sua reazione, lui continuava a dire anche davanti a mia mamma che dovevo avvisarlo del mio ritardo, continuava ad insultare lo psicologo e bestemmiava anche. Dico per fortuna perché a volte penso di inventarmi tutto ed essere pazza. Prima di lasciarlo, ricordo di aver avuto un pensiero intrusivo sul balcone, un altro pensiero che mi aveva terrorizzato ma che dopo è andato via. (È ritornato ma ne parlo a breve). A maggio decido di lasciarlo, capendo con l’aiuto di mia sorella che molto probabilmente non provavo più nulla per questa persona, lo decido di fare nella settimana in cui lui era tornato per qualche giorno a casa sua (io sono del sud, lui del nord), perché probabilmente non ho mai avuto il coraggio di farlo prima, forse perché avevo paura di una sua reazione. Dopo tre giorni, lui è sceso e tornato a casa mia per riprendersi le sue cose, ammetto che ero molto spaventata e ansiosa nel doverlo incontrare. Il giorno in cui lo dovevo incontrare ero super in ansia, ricordo di essere andata a prendere delle goccine perché pensavo che il cuore mi dovesse uscire dal petto. In quella stessa giornata, qualche ora prima di incontrarlo, mi han detto di una persona del mio paese che la sera prima si era tolta la vita.. quando l’ho incontrato, lui ha iniziato a dirmi tante cose, che non si sarebbe mai aspettato questa mia scelta, che era a pezzi.. quando io gli ho parlato dei suoi atteggiamenti che mi spaventavano, lui mi ha anche detto che avrebbe potuto denunciarmi per diffamazione, poi si è scusato e mi ha detto che non mi avrebbe mai fatto del male, che quel gesto del colletto non era chissà cosa. Mi ha anche detto che qui al sud non avrei concluso nulla, che sarei stata con mamma, papà e mia sorella, che dovevo staccarmi da loro e lui invece su avrebbe iniziato un lavoro con uno stipendio alto, avrebbe ripreso a giocare a calcio e fatto altre cose, in quel momento ricordo di aver pensato “e se io dovessi fare la fine di quella ragazza?”.. ho iniziato a stare male, ho iniziato ad avere un ossessione nei confronti di questa ragazza, mi veniva sempre in mente e mi immaginavo il suo volto molte volte durante la giornata. Un giorno mi ricordo che nel bar in cui lavoravo un ragazzo che conosceva bene la ragazza che si è tolta la vita, scherzando mi ha detto che potevo avere qualche disturbo come lei, solo perché avevo visto un signore prendere la cassa della musica in pieno e continuavo a ridere.(Sin da bambina son sempre stata così, ad esempio se vedevo davanti a me una persona inciampare mi veniva da ridere). Questa frase su un mio ipotetico disturbo mi ha fatto stare malissimo, perché nella mia testa se avessi avuto qualche disturbo, sarei morta, insomma avrei fatto la sua stessa fine.. (Recentemente ho saputo che la ragazza faceva uso di sostanze). Sempre nel bar in cui lavoravo, pensavo quando vedevo i clienti “chissà cosa penseranno quando non ci sarò più” o “la persona che aveva problemi era lei non lui”. Ho iniziato ad avere altri pensieri intrusivi, quando ero/sono in macchina ho il pensiero dello sportello, di buttarmi sotto un treno, del balcone, dei ponti e di qualsiasi cosa. Ho avuto/ho pensieri intrusivi sul fare del male a qualcuno e a me stessa. Ho passato un’estate di inferno, la mattina mi alzavo terrorizzata, ricordo un episodio in cui mi sono alzata e ho iniziato a piangere dicendo a mia mamma “non voglio morire”. Ho iniziato a non voler stare più da sola in casa per il balcone, e in giro per strada per il pensiero intrusivo che avevo avuto “e se adesso mi giro e scappo?”. Quando andavo nei locali o in casa di altre persone, incastravo i piedi alle gambe delle sedie per timore che potessi perdere il controllo e scappare. Ho avuto pensieri intrusivi che potessi sbattermi la testa al muro, ogni cosa è un pericolo, ogni cosa come una notizia del telegiornale mi provoca paura, terrore e genera altri pensieri intrusivi. Ho sognato anche un paio di volte che il mio ex si era tolto la vita, e nel sogno mi ricordo che dicevo che sarei morta anche io perché era colpa mia. Da questa estate
Io ogni mattina mi alzo col pensiero “voglio vivere?” “Morirò?” ed è estremamente estenuante, perché è come se da questa estate in poi io non stessi vivendo più.. ogni giorno ho questo pensiero costante tutto il giorno che non mi lascia in pace.. non sto lavorando e le mie giornate sono sempre le stesse.. questo pensiero mi toglie la voglia di fare le cose, mi sento diversa in mezzo alla gente perché so di avere questo pensiero bruttissimo, non mi sento più una persona normale, ho avuto attacchi di panico e ho ancora tanta ma tanta ansia che si manifesta con questi pensieri di morte.. premetto che nonostante io abbia passato un’estate da incubo, io non mi sono mai fatta del male e mai provato a fare niente, sono qui, sono viva nonostante tutto.. perché nonostante io abbia allontanato il mio malessere, non riesco a stare bene? perché penso alla morte? io ricordo di aver sempre avuto paura sin da bambina, non volevo neanche andare al cimitero perché mi rattristiva tanto.. non ho mai avuto pensieri del genere in vita mia se non prima di iniziare a soffrire d’ansia sempre quando stavo con lui..
Dimenticavo che ho scoperto tra l’altro qualche settimana fa che mentre era con me, scriveva ad altre ragazze, ho pianto perché non me l’aspettavo assolutamente visto che mi diceva che non l’avrebbe mai fatto, ma ad oggi mi chiedo con che persona sono stata.. ammetto però, che nonostante io sin dall’inizio non fossi convinta di iniziare una relazione con lui, nonostante li atteggiamenti che ha avuto, io ci sono stata tre anni, ho subito tutto ciò e mi ci sono stata.. probabilmente si parla di una dipendenza affettiva? Sono cresciuta con un papà che si sentiva con un’altra donna per più di 20 anni, con un papà assente a livello affettivo e umano.. non abbiamo mai avuto chissà quale rapporto padre-figlia, anzi ricordo la mia infanzia con tanta tristezza e sofferenza, ho subito bullismo per il mio fisico, probabilmente per me il cibo era anche uno sfogo per la situazione che vivevo a casa, liti su liti, pianti su pianti, paure su paure.. sono cresciuta, detto da mia sorella, in un bolla perché troppo sensibile.. non ho mai saputo cosa fare in futuro, mai avuto aspirazioni, mai avuto forti passioni, forse perché in tutta la mia infanzia e la mia adolescenza ero occupata a preoccuparmi di altro.. sempre così timida, con il pensiero di non essere abbastanza, neanche di essere all’altezza di un’università..
aperta e chiusa questa parentesi, vorrei davvero cercare di capire qual è il mio problema, perché non riesco a stare bene? perché vivo le mie giornate con il pensiero “vivrò? voglio vivere o morire?” aggiungo che ho tanti alti e bassi.. riesco a stare meglio quando non do tanto retta ai pensieri e capisco che in realtà non voglio morire ma che è una mia grandissima paura, ma poi ritorno comunque a stare male sempre per gli stessi pensieri.. è un loop che mi sta facendo stare malissimo, non mi sta facendo vivere!!!
Io ogni mattina mi alzo col pensiero “voglio vivere?” “Morirò?” ed è estremamente estenuante, perché è come se da questa estate in poi io non stessi vivendo più.. ogni giorno ho questo pensiero costante tutto il giorno che non mi lascia in pace.. non sto lavorando e le mie giornate sono sempre le stesse.. questo pensiero mi toglie la voglia di fare le cose, mi sento diversa in mezzo alla gente perché so di avere questo pensiero bruttissimo, non mi sento più una persona normale, ho avuto attacchi di panico e ho ancora tanta ma tanta ansia che si manifesta con questi pensieri di morte.. premetto che nonostante io abbia passato un’estate da incubo, io non mi sono mai fatta del male e mai provato a fare niente, sono qui, sono viva nonostante tutto.. perché nonostante io abbia allontanato il mio malessere, non riesco a stare bene? perché penso alla morte? io ricordo di aver sempre avuto paura sin da bambina, non volevo neanche andare al cimitero perché mi rattristiva tanto.. non ho mai avuto pensieri del genere in vita mia se non prima di iniziare a soffrire d’ansia sempre quando stavo con lui..
Dimenticavo che ho scoperto tra l’altro qualche settimana fa che mentre era con me, scriveva ad altre ragazze, ho pianto perché non me l’aspettavo assolutamente visto che mi diceva che non l’avrebbe mai fatto, ma ad oggi mi chiedo con che persona sono stata.. ammetto però, che nonostante io sin dall’inizio non fossi convinta di iniziare una relazione con lui, nonostante li atteggiamenti che ha avuto, io ci sono stata tre anni, ho subito tutto ciò e mi ci sono stata.. probabilmente si parla di una dipendenza affettiva? Sono cresciuta con un papà che si sentiva con un’altra donna per più di 20 anni, con un papà assente a livello affettivo e umano.. non abbiamo mai avuto chissà quale rapporto padre-figlia, anzi ricordo la mia infanzia con tanta tristezza e sofferenza, ho subito bullismo per il mio fisico, probabilmente per me il cibo era anche uno sfogo per la situazione che vivevo a casa, liti su liti, pianti su pianti, paure su paure.. sono cresciuta, detto da mia sorella, in un bolla perché troppo sensibile.. non ho mai saputo cosa fare in futuro, mai avuto aspirazioni, mai avuto forti passioni, forse perché in tutta la mia infanzia e la mia adolescenza ero occupata a preoccuparmi di altro.. sempre così timida, con il pensiero di non essere abbastanza, neanche di essere all’altezza di un’università..
aperta e chiusa questa parentesi, vorrei davvero cercare di capire qual è il mio problema, perché non riesco a stare bene? perché vivo le mie giornate con il pensiero “vivrò? voglio vivere o morire?” aggiungo che ho tanti alti e bassi.. riesco a stare meglio quando non do tanto retta ai pensieri e capisco che in realtà non voglio morire ma che è una mia grandissima paura, ma poi ritorno comunque a stare male sempre per gli stessi pensieri.. è un loop che mi sta facendo stare malissimo, non mi sta facendo vivere!!!
La domanda che si pone scorrendo questo lungo messaggio è la motivazione che spinge una paziente seguita da uno psicoterapeuta e da uno psichiatra a scrivere per avere altri pareri da ulteriori professionisti.
Il sottotesto è un'incontinenza emotiva, un debordare di un'angoscia costante che richiede un continuo sostegno esterno ma anche la difficoltà della paziente di ascoltare ed accogliere i sostegni che riceve.
Per aiutare un paziente la condizione è che questo sia disposto ad essere aiutato. Quando manca questo stato preliminare il lavoro deve essere proprio sulla costruzione di questa possibilità, mostrare la difficoltà della persona a riconoscere ed accogliere l'aiuto.
Maria Grazia Antinori, Roma
Il sottotesto è un'incontinenza emotiva, un debordare di un'angoscia costante che richiede un continuo sostegno esterno ma anche la difficoltà della paziente di ascoltare ed accogliere i sostegni che riceve.
Per aiutare un paziente la condizione è che questo sia disposto ad essere aiutato. Quando manca questo stato preliminare il lavoro deve essere proprio sulla costruzione di questa possibilità, mostrare la difficoltà della persona a riconoscere ed accogliere l'aiuto.
Maria Grazia Antinori, Roma
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Mostra risultati Come funziona?Comprendo quanto questo ciclo di pensieri e paure sia debilitante e difficile da gestire. La terapia breve strategica potrebbe essere un aiuto prezioso per uscire da questo “loop” ossessivo e dall’angoscia che ne deriva. Questo approccio si concentra su strategie pratiche e rapide per interrompere i pensieri intrusivi e le ossessioni, aiutandola a sviluppare un maggior senso di controllo su di essi. Con tecniche mirate, sarà possibile lavorare su piccole azioni concrete per ridurre la sua angoscia e darle strumenti per rafforzare la fiducia in sé stessa e nelle proprie risorse, riportandola verso una vita più serena e libera da questi pensieri bloccanti.
Gentile, mi spiace sapere che sta così male. Probabilmente lo psicologo e lo psichiatra che la seguono le avranno detto due cose fondamentali:
- quando si comincia una terapia ci si aspetta di vedere dei risultati subito; la verità è che servono molta pazienza e soprattutto molta forza e capacità di mettersi in discussione. Dopo una vita passata a pensare e vedere il mondo, se stessi e gli altri in un certo modo, ci vuole un po' di tempo e molto lavoro per comprendersi e modificarsi.
- i pensieri intrusivi sono normali, ce li hanno tutti e non possono essere controllati. Quando si instaurano dei tentativi di controllo sui pensieri, essi divengono più forti e incontrollabili... delle vere e proprie ossessioni che si auto-alimentano. Il difficile a questo punto è capire come 'mollare la presa' su certi pensieri, cercando di ridurne l'importanza che gli attribuiamo.
Le faccio i migliori auguri e resto a disposizione.
Sara Pratticò
- quando si comincia una terapia ci si aspetta di vedere dei risultati subito; la verità è che servono molta pazienza e soprattutto molta forza e capacità di mettersi in discussione. Dopo una vita passata a pensare e vedere il mondo, se stessi e gli altri in un certo modo, ci vuole un po' di tempo e molto lavoro per comprendersi e modificarsi.
- i pensieri intrusivi sono normali, ce li hanno tutti e non possono essere controllati. Quando si instaurano dei tentativi di controllo sui pensieri, essi divengono più forti e incontrollabili... delle vere e proprie ossessioni che si auto-alimentano. Il difficile a questo punto è capire come 'mollare la presa' su certi pensieri, cercando di ridurne l'importanza che gli attribuiamo.
Le faccio i migliori auguri e resto a disposizione.
Sara Pratticò
Carissima utente, prima di tutto vorrei ringraziarti per aver condiviso con noi questa parte della tua vita; voglio dirti che per quello che racconti sei stata davvero molto coraggiosa e molto brava nell'ascoltarti, hai avuto il coraggio di lasciare il tuo ragazzo che non ti portava benessere, hai avuto l'intuizione di cercare aiuto attraverso professionisti specializzati come lo psichiatra e il tuo psicologo; posso in questo ambito consigliarti di avere una continuità con entrambi cosi da tenere stabile i tuoi pensieri intrusivi, tutto ciò che senti portalo sempre nelle tue consulenze psicologiche e almeno ogni tre mesi visita il tuo psichiatra per equilibrare i dosaggi dei psicofarmaci.
Ti lascio un grande in bocca al lupo, potrebbe aiutarti la mindfulness per esempio per centrarti e allontanare i pensieri negativi.
Ti lascio un grande in bocca al lupo, potrebbe aiutarti la mindfulness per esempio per centrarti e allontanare i pensieri negativi.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno ho letto il suo lungo post e molte risposte le ha già, ha già iniziato a pensarle, sta cercando di aiutarsi, è seguita da uno psicologo e state affrontando il problema, fa una cura prescritta dallo psichiatra, ha avuto la determinazione di uscire da una relazione che la faceva soffrire ulteriormente. Ha fatto un lungo inventario di situazioni che parlano della sua fatica e delle sue esperienze dolorose con cui sta cercando di convivere in maniera più capace. Mantenga i rapporti con i professionisti che ha contattato e continui a portare all'interno di quelle relazioni quello che, pur tra alti e bassi, è il suo desiderio di potersi occupare di se.
Un caro saluto
Un caro saluto
Intanto grazie per la sua condivisione. Lei fa una buona analisi della sua situazione ma sembra essere poco comprensiva con se stessa. Ha vissuto per anni una relazione violenta, abusante che ha sicuramente minato il suo senso di autostima, il suo amor proprio magari su una base affettiva non sufficientemente sicura. é importante che riparta nel suo percorso di psicoterapia dalla base familiare, amicale e relazionale. è importante che lavori su se stessa, sulle sue fragilità e insicurezze. Non si identifichi con i suoi pensieri, con le sue emozioni. Esse sono una guida per farle capire dove si trova in questo momento e su cosa lavorare per essere una versione più evoluta di se stessa.
Le faccio un grande in bocca al lupo. Abbia pazienza e faccia un passo alla volta. piano piano si fanno kilometri. un abbraccio
Le faccio un grande in bocca al lupo. Abbia pazienza e faccia un passo alla volta. piano piano si fanno kilometri. un abbraccio
Buon giorno, leggo questa sua storia e traspare appieno la sua fragilità di questo momento, è chiaro che lei cerca una via per stare bene ed è giusto che si sia affidata ad un professionista.
Certe situazioni vanno affrontate con la dovuta calma e ovviamente ci vuole tempo,
potrebbe però considerare la tecnica dell'ipnosi clinica che velocizzerebbe un pò almeno l'estinzione dei sintomi più fastidiosi mentre ovviamente procede parallelamente con la terapia standard.
Le lascio un buon lavoro
Certe situazioni vanno affrontate con la dovuta calma e ovviamente ci vuole tempo,
potrebbe però considerare la tecnica dell'ipnosi clinica che velocizzerebbe un pò almeno l'estinzione dei sintomi più fastidiosi mentre ovviamente procede parallelamente con la terapia standard.
Le lascio un buon lavoro
Buongiorno gentile Utente, da ciò che scrive emerge una sofferenza profonda e molto articolata, con pensieri e stati d’animo che, comprensibilmente, stanno mettendo a dura prova la sua serenità. Capisco quanto possa essere estenuante vivere con pensieri intrusivi e il costante senso di ansia che descrive, soprattutto considerando il suo passato, che sembra averle lasciato segni profondi.
Anzitutto, è positivo che stia già lavorando con uno psicologo e uno psichiatra, che le stanno offrendo un supporto sia psicoterapeutico che farmacologico. È importante ricordare che il percorso verso un miglioramento, soprattutto in situazioni complesse come la sua, può richiedere tempo e pazienza. Le difficoltà che ha vissuto, sia a livello familiare che nelle relazioni personali, possono aver contribuito a creare dei meccanismi di pensiero e comportamenti che, in momenti di particolare vulnerabilità, diventano più intensi e difficili da gestire.
L’ansia, soprattutto se accompagnata da pensieri intrusivi e ossessivi, tende spesso a creare dei "loop mentali", cioè dei circoli viziosi in cui le stesse paure o i pensieri tormentosi si ripetono, alimentati proprio dal tentativo di allontanarli. Le esperienze passate, come la relazione tossica e il clima di tensione in famiglia, possono aver contribuito a instaurare una certa sensibilità e insicurezza che ora la portano a dubitare di sé e del suo valore, aumentando ulteriormente il senso di vulnerabilità.
Un aspetto su cui può lavorare con il suo psicologo è proprio la gestione e la desensibilizzazione dei pensieri intrusivi. Quando afferma che in alcuni momenti riesce a sentirsi meglio e a riconoscere che non desidera realmente morire, ma che ha solo una paura molto forte, sta facendo un passo importante: è un segnale che dentro di lei c’è una parte vitale e forte che desidera superare queste difficoltà.
Infine, vista la lunga storia di esperienze dolorose e di difficoltà emotive, potrebbe trovare utile esplorare approcci psicoterapeutici specifici come la terapia cognitivo-comportamentale per i disturbi ossessivi e i pensieri intrusivi, oppure la terapia focalizzata sul trauma, come l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Questi approcci possono aiutarla a elaborare le ferite del passato, ridurre l’intensità dei pensieri e a trovare modalità più efficaci per rispondere alle situazioni stressanti.
Il percorso può essere complesso, ma i progressi, anche se piccoli e graduali, sono possibili.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Anzitutto, è positivo che stia già lavorando con uno psicologo e uno psichiatra, che le stanno offrendo un supporto sia psicoterapeutico che farmacologico. È importante ricordare che il percorso verso un miglioramento, soprattutto in situazioni complesse come la sua, può richiedere tempo e pazienza. Le difficoltà che ha vissuto, sia a livello familiare che nelle relazioni personali, possono aver contribuito a creare dei meccanismi di pensiero e comportamenti che, in momenti di particolare vulnerabilità, diventano più intensi e difficili da gestire.
L’ansia, soprattutto se accompagnata da pensieri intrusivi e ossessivi, tende spesso a creare dei "loop mentali", cioè dei circoli viziosi in cui le stesse paure o i pensieri tormentosi si ripetono, alimentati proprio dal tentativo di allontanarli. Le esperienze passate, come la relazione tossica e il clima di tensione in famiglia, possono aver contribuito a instaurare una certa sensibilità e insicurezza che ora la portano a dubitare di sé e del suo valore, aumentando ulteriormente il senso di vulnerabilità.
Un aspetto su cui può lavorare con il suo psicologo è proprio la gestione e la desensibilizzazione dei pensieri intrusivi. Quando afferma che in alcuni momenti riesce a sentirsi meglio e a riconoscere che non desidera realmente morire, ma che ha solo una paura molto forte, sta facendo un passo importante: è un segnale che dentro di lei c’è una parte vitale e forte che desidera superare queste difficoltà.
Infine, vista la lunga storia di esperienze dolorose e di difficoltà emotive, potrebbe trovare utile esplorare approcci psicoterapeutici specifici come la terapia cognitivo-comportamentale per i disturbi ossessivi e i pensieri intrusivi, oppure la terapia focalizzata sul trauma, come l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Questi approcci possono aiutarla a elaborare le ferite del passato, ridurre l’intensità dei pensieri e a trovare modalità più efficaci per rispondere alle situazioni stressanti.
Il percorso può essere complesso, ma i progressi, anche se piccoli e graduali, sono possibili.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Buonasera, è assolutamente normale aver pensato di fare una brutta fine, visto che la persona che frequentava aveva scatti di ira e di violenza, il fatto di esserci rimasta assieme tre anni, indica che probabilmente prima di iniziarne ad averne paura, non dava la giusta importanza ai segnali di violenza. Il fatto che riconosca alcuni pensieri come intrusivi è positivo, potrebbe essere indicata un po' di meditazione e/o di mudra delle mani. Il pensiero fisso sulla morte può essere inteso da un lato come una ricerca di spiritualità, dall'altro una ricerca per dare più valore alla vita ed alle cose da fare in essa.
Saluti.
Dott.ssa Sarno
Saluti.
Dott.ssa Sarno
I tuoi pensieri intrusivi sono il classico alibi per distoglierti, inconsciamente, da ciò che ti ti opprime internamente, non voler vedere la tua realtà per paura che ti faccia ancor più male. Devi avere pazienza ed elaborare introspettivamente il caos che senti di avere dentro. Mettere ordine ti farà bene. I tuoi sintomi sono solo l'espressione della tua sofferenza interiore. Spesso, paradossalmente, preferiamo avere un contenuto, qualsiasi, per avere il placet alla sofferenza, anche i farmaci assolverebbero per te a questa funzione. Credi di più in te stessa, aumenta l'autostima e fioriranno le tue sicurezze.
Gentile utente, la sua storia evidenzia vissuti molto dolorosi e situazioni di vulnerabilità emotiva, e non sorprende che ci siano pensieri intrusivi e ansie che sembrano non darle pace. Tuttavia, è importante ricordare che questi pensieri, per quanto angoscianti, non rappresentano il suo reale desiderio o una volontà consapevole, ma sono piuttosto manifestazioni del suo stato emotivo.
Il fatto che lei stia continuando a cercare risposte e manifesti il bisogno di chiarire e comprendere oltre gli incontri con le persone che la seguono è anche esso un elemento su cui poter riflettere.
Continui a condividere questi vissuti con i professionisti che la seguono, poiché sono gli interlocutori più indicati per aiutarla a comprendere le radici di questi sentimenti e a sviluppare strategie per gestirli.
Un caro saluto e tanta forza.
Il fatto che lei stia continuando a cercare risposte e manifesti il bisogno di chiarire e comprendere oltre gli incontri con le persone che la seguono è anche esso un elemento su cui poter riflettere.
Continui a condividere questi vissuti con i professionisti che la seguono, poiché sono gli interlocutori più indicati per aiutarla a comprendere le radici di questi sentimenti e a sviluppare strategie per gestirli.
Un caro saluto e tanta forza.
Grazie per aver condiviso così apertamente quello che stai vivendo. La tua descrizione racconta una storia di forti sofferenze emotive, ansia, pensieri intrusivi e un peso psicologico che sembra schiacciante. Conoscere i dettagli del tuo percorso, i traumi infantili e le esperienze dolorose, aiuta molto a comprendere la complessità del tuo vissuto.
Ecco alcune riflessioni che potrebbero aiutarti a fare chiarezza e, spero, a trovare un po' di sollievo:
Pensieri intrusivi e ansia
I pensieri intrusivi, soprattutto quelli legati alla morte, al pericolo e al controllo, sono molto comuni nelle persone con ansia elevata, come il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) o altre forme di ansia. Questi pensieri non sono un riflesso dei tuoi reali desideri o intenzioni; sono pensieri "automatici" che emergono come risposta a una paura intensa e persistente. La tua mente sembra infatti cercare di "prevenire" ogni possibile pericolo, portandoti continuamente a riflettere sulla morte come meccanismo di difesa: in realtà, è un segnale di quanto tieni alla tua vita e alla tua stabilità.
Ritmi di vita e supporto psicologico
Il fatto che tu sia in terapia con uno psicologo e che tu stia assumendo un farmaco come lo Zoloft dimostra che hai già intrapreso un percorso importante. Se possibile, potresti considerare di discutere con il tuo psicologo di approcci specifici per i pensieri intrusivi, come la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), che spesso si rivela efficace nel gestire ansia e pensieri ossessivi, oppure la Mindfulness, per aiutarti a non identificarti eccessivamente con questi pensieri.
Influenza del trauma relazionale
La relazione con il tuo ex, caratterizzata da abusi emotivi e fisici, ha senza dubbio lasciato tracce profonde. Vivere in uno stato costante di allerta, in cui temevi di essere attaccata o sminuita, ha probabilmente innescato o aggravato la tua vulnerabilità emotiva. È molto comune che in seguito a relazioni tossiche si sviluppino paure che persistono anche dopo la fine della relazione. È possibile che il tuo vissuto famigliare, segnato da un padre emotivamente distante e problematiche come il bullismo, abbia creato un terreno fragile e sensibile a esperienze traumatiche come questa.
Pensieri sulla morte e la paura del controllo
Quando dici di svegliarti ogni mattina chiedendoti se vuoi vivere o no, sembra più che altro che la domanda rifletta una paura profonda di "perdere il controllo" della tua vita. Anche il fatto di sentire il bisogno di "ancorarti" o evitare alcune situazioni (come il balcone o le uscite) è un tentativo della mente di "difendersi" da pensieri che percepisce come pericolosi. Spesso, la paura della morte nei pensieri ossessivi è proprio una paura di perdita di controllo, e riconoscere che questi pensieri non rappresentano il tuo vero desiderio ma una paura profonda potrebbe aiutarti ad allentare il peso che senti ogni giorno.
Impatto della dipendenza affettiva e del passato familiare
La dipendenza affettiva verso una figura instabile può derivare dal bisogno, mai soddisfatto, di amore e approvazione. La difficoltà a prendere decisioni riguardanti il futuro o sviluppare passioni e progetti personali è tipica in chi è cresciuto in un contesto con dinamiche di instabilità emotiva e affettiva. La tua storia riflette un'infanzia in cui sei stata esposta a esperienze molto dolorose, e probabilmente, non avendo avuto modo di elaborare queste esperienze, le hai portate inconsciamente anche nella relazione con il tuo ex.
Come affrontare la paura di "vivere davvero"
Questo ciclo di domande che tormenta le tue giornate è un segnale di quanto il tuo desiderio di vivere e sentirti meglio sia forte, anche se difficile da percepire in questo momento. I periodi in cui riesci a sentire un po' di serenità sono la prova che puoi allontanarti da questi pensieri. Ricorda che anche questi alti e bassi sono una fase temporanea e che con il tempo e il lavoro terapeutico troverai una maggiore stabilità.
Riflessioni e suggerimenti pratici:
Continua a parlare apertamente con il tuo psicologo, esprimendo tutto il tuo vissuto come hai fatto qui, perché è essenziale per poter affrontare l'ansia e i traumi in profondità.
Costruisci una routine strutturata e attività stimolanti, anche piccole, per interrompere il ciclo ossessivo: può trattarsi di un hobby, esercizio fisico, lettura o semplicemente piccoli obiettivi quotidiani.
Pratica esercizi di ancoraggio nel presente (come la mindfulness), per ridurre il potere dei pensieri intrusivi, che spesso riguardano eventi ipotetici e non la tua reale intenzione.
Valuta la possibilità di approfondire la terapia farmacologica con il tuo psichiatra: in alcuni casi può essere utile adeguare la terapia per affrontare meglio i sintomi, e una revisione della dose o del farmaco potrebbe alleviare il peso dell’ansia.
Hai già fatto passi importanti e, con il supporto giusto e un approccio paziente, arriverai a una maggiore serenità. Con il tempo, costruirai un modo nuovo di guardare a te stessa e al tuo passato, e potrai ricominciare a vivere senza che il pensiero ossessivo prenda il sopravvento
Ecco alcune riflessioni che potrebbero aiutarti a fare chiarezza e, spero, a trovare un po' di sollievo:
Pensieri intrusivi e ansia
I pensieri intrusivi, soprattutto quelli legati alla morte, al pericolo e al controllo, sono molto comuni nelle persone con ansia elevata, come il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) o altre forme di ansia. Questi pensieri non sono un riflesso dei tuoi reali desideri o intenzioni; sono pensieri "automatici" che emergono come risposta a una paura intensa e persistente. La tua mente sembra infatti cercare di "prevenire" ogni possibile pericolo, portandoti continuamente a riflettere sulla morte come meccanismo di difesa: in realtà, è un segnale di quanto tieni alla tua vita e alla tua stabilità.
Ritmi di vita e supporto psicologico
Il fatto che tu sia in terapia con uno psicologo e che tu stia assumendo un farmaco come lo Zoloft dimostra che hai già intrapreso un percorso importante. Se possibile, potresti considerare di discutere con il tuo psicologo di approcci specifici per i pensieri intrusivi, come la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), che spesso si rivela efficace nel gestire ansia e pensieri ossessivi, oppure la Mindfulness, per aiutarti a non identificarti eccessivamente con questi pensieri.
Influenza del trauma relazionale
La relazione con il tuo ex, caratterizzata da abusi emotivi e fisici, ha senza dubbio lasciato tracce profonde. Vivere in uno stato costante di allerta, in cui temevi di essere attaccata o sminuita, ha probabilmente innescato o aggravato la tua vulnerabilità emotiva. È molto comune che in seguito a relazioni tossiche si sviluppino paure che persistono anche dopo la fine della relazione. È possibile che il tuo vissuto famigliare, segnato da un padre emotivamente distante e problematiche come il bullismo, abbia creato un terreno fragile e sensibile a esperienze traumatiche come questa.
Pensieri sulla morte e la paura del controllo
Quando dici di svegliarti ogni mattina chiedendoti se vuoi vivere o no, sembra più che altro che la domanda rifletta una paura profonda di "perdere il controllo" della tua vita. Anche il fatto di sentire il bisogno di "ancorarti" o evitare alcune situazioni (come il balcone o le uscite) è un tentativo della mente di "difendersi" da pensieri che percepisce come pericolosi. Spesso, la paura della morte nei pensieri ossessivi è proprio una paura di perdita di controllo, e riconoscere che questi pensieri non rappresentano il tuo vero desiderio ma una paura profonda potrebbe aiutarti ad allentare il peso che senti ogni giorno.
Impatto della dipendenza affettiva e del passato familiare
La dipendenza affettiva verso una figura instabile può derivare dal bisogno, mai soddisfatto, di amore e approvazione. La difficoltà a prendere decisioni riguardanti il futuro o sviluppare passioni e progetti personali è tipica in chi è cresciuto in un contesto con dinamiche di instabilità emotiva e affettiva. La tua storia riflette un'infanzia in cui sei stata esposta a esperienze molto dolorose, e probabilmente, non avendo avuto modo di elaborare queste esperienze, le hai portate inconsciamente anche nella relazione con il tuo ex.
Come affrontare la paura di "vivere davvero"
Questo ciclo di domande che tormenta le tue giornate è un segnale di quanto il tuo desiderio di vivere e sentirti meglio sia forte, anche se difficile da percepire in questo momento. I periodi in cui riesci a sentire un po' di serenità sono la prova che puoi allontanarti da questi pensieri. Ricorda che anche questi alti e bassi sono una fase temporanea e che con il tempo e il lavoro terapeutico troverai una maggiore stabilità.
Riflessioni e suggerimenti pratici:
Continua a parlare apertamente con il tuo psicologo, esprimendo tutto il tuo vissuto come hai fatto qui, perché è essenziale per poter affrontare l'ansia e i traumi in profondità.
Costruisci una routine strutturata e attività stimolanti, anche piccole, per interrompere il ciclo ossessivo: può trattarsi di un hobby, esercizio fisico, lettura o semplicemente piccoli obiettivi quotidiani.
Pratica esercizi di ancoraggio nel presente (come la mindfulness), per ridurre il potere dei pensieri intrusivi, che spesso riguardano eventi ipotetici e non la tua reale intenzione.
Valuta la possibilità di approfondire la terapia farmacologica con il tuo psichiatra: in alcuni casi può essere utile adeguare la terapia per affrontare meglio i sintomi, e una revisione della dose o del farmaco potrebbe alleviare il peso dell’ansia.
Hai già fatto passi importanti e, con il supporto giusto e un approccio paziente, arriverai a una maggiore serenità. Con il tempo, costruirai un modo nuovo di guardare a te stessa e al tuo passato, e potrai ricominciare a vivere senza che il pensiero ossessivo prenda il sopravvento
Gentile utente, lei ha scritto un lungo sfogo ed ha toccato in maniera approfondita vari aspetti della sua vita. E' evidente il suo stato di malessere, ma all'interno di questo lei mi sembra concentrata sulle cose sbagliate. E' già seguita da un collega ed è importante
che si confronti con lui circa le sue fragilità ed insicurezze: sembra continuare a girare come una trottola cercando risposte nella sua mente che in questo momento non ce la fa. Per lei diventa fondamentale trovare un lavoro e tenersi impegnata: il fare normalizza il pensiero. Inoltre, se sente che lo Zoloft non la sostiene adeguatamente (tenga presente che ci vogliono almeno due settimane prima che faccia sentire qualche beneficio), ne parli con il suo psichiatra.
Mi permetto di dirle che lei, come è la protagonista del suo malessere, può e deve anche essere la protagonista della sua rinascita. Non molli.
Cordialmente
dott.ssa Floriana Ricciardi
che si confronti con lui circa le sue fragilità ed insicurezze: sembra continuare a girare come una trottola cercando risposte nella sua mente che in questo momento non ce la fa. Per lei diventa fondamentale trovare un lavoro e tenersi impegnata: il fare normalizza il pensiero. Inoltre, se sente che lo Zoloft non la sostiene adeguatamente (tenga presente che ci vogliono almeno due settimane prima che faccia sentire qualche beneficio), ne parli con il suo psichiatra.
Mi permetto di dirle che lei, come è la protagonista del suo malessere, può e deve anche essere la protagonista della sua rinascita. Non molli.
Cordialmente
dott.ssa Floriana Ricciardi
Salve,
Capisco quanto questo loop di pensieri intrusivi e paure sia estenuante per te. I pensieri intrusivi, soprattutto quando riguardano temi come la morte e la perdita di controllo, possono generare un’ansia intensa e una sensazione di essere intrappolati. Il fatto che tu riesca a riconoscere il contrasto tra ciò che temi e ciò che desideri realmente – come il desiderio di vivere e non farti del male – è un punto importante.
Questa esperienza può essere collegata anche al vissuto emotivo accumulato: relazioni difficili, una storia familiare complessa e un senso di vulnerabilità che ti ha accompagnato fin dall'infanzia. Parlare di tutto ciò con il tuo psicologo può aiutarti a comprendere meglio l'origine di questi pensieri e a sviluppare strategie per non lasciare che dominino le tue giornate. Ti incoraggio a continuare il percorso terapeutico e a condividere apertamente questi momenti difficili.
Un caro saluto,
Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Capisco quanto questo loop di pensieri intrusivi e paure sia estenuante per te. I pensieri intrusivi, soprattutto quando riguardano temi come la morte e la perdita di controllo, possono generare un’ansia intensa e una sensazione di essere intrappolati. Il fatto che tu riesca a riconoscere il contrasto tra ciò che temi e ciò che desideri realmente – come il desiderio di vivere e non farti del male – è un punto importante.
Questa esperienza può essere collegata anche al vissuto emotivo accumulato: relazioni difficili, una storia familiare complessa e un senso di vulnerabilità che ti ha accompagnato fin dall'infanzia. Parlare di tutto ciò con il tuo psicologo può aiutarti a comprendere meglio l'origine di questi pensieri e a sviluppare strategie per non lasciare che dominino le tue giornate. Ti incoraggio a continuare il percorso terapeutico e a condividere apertamente questi momenti difficili.
Un caro saluto,
Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Gentile utente, mi dispiace molto per l’intensità della sofferenza che sta vivendo, comprendo quanto possa essere estenuante trovarsi in un circolo di pensieri così disturbanti e ansiogeni. Da ciò che descrive, emerge un’esperienza complessa, segnata da eventi passati dolorosi e da una relazione che ha intensificato paure e sensi di colpa, rendendo difficile mantenere la serenità e la fiducia in se stessa.
È positivo che abbia già avviato un percorso di cura con uno psicologo e uno psichiatra: questo tipo di difficoltà, infatti, spesso richiede tempo, pazienza e un supporto combinato per trovare sollievo. La presenza di pensieri intrusivi e persistenti, per quanto possa spaventarla, non definisce il suo valore né indica una volontà reale; si tratta di manifestazioni ansiose che possono essere comprese e trattate. In un contesto sicuro, come quello della psicoterapia, potrà esplorare la sua storia, il peso degli eventi passati e il ruolo che questi giocano nell’ansia presente, per liberarsi gradualmente di questo ciclo di pensieri e ritrovare serenità.
Rimango a disposizione e le auguro che possa presto trovare equilibrio e benessere.
È positivo che abbia già avviato un percorso di cura con uno psicologo e uno psichiatra: questo tipo di difficoltà, infatti, spesso richiede tempo, pazienza e un supporto combinato per trovare sollievo. La presenza di pensieri intrusivi e persistenti, per quanto possa spaventarla, non definisce il suo valore né indica una volontà reale; si tratta di manifestazioni ansiose che possono essere comprese e trattate. In un contesto sicuro, come quello della psicoterapia, potrà esplorare la sua storia, il peso degli eventi passati e il ruolo che questi giocano nell’ansia presente, per liberarsi gradualmente di questo ciclo di pensieri e ritrovare serenità.
Rimango a disposizione e le auguro che possa presto trovare equilibrio e benessere.
Gentile Utente. Quello che stai vivendo è molto complesso e doloroso, e i tuoi pensieri intrusivi e l’ansia sembrano riflettere una sofferenza emotiva profonda. Questi pensieri non sono un segno che desideri davvero fare del male a te stessa o che sei “anormale”, ma piuttosto una reazione al dolore e alla vulnerabilità che hai sperimentato, specialmente dopo la relazione difficile con il tuo ex. Le tue emozioni intense, amplificate dalla tua sensibilità, potrebbero rendere tutto più difficile da gestire, ma non sono qualcosa di insuperabile.
Il percorso che stai facendo con il tuo psicologo ti aiuterà a comprendere e a gestire queste emozioni. È normale che ci voglia tempo, ma con il giusto sostegno potrai arrivare a sentirti più forte e in controllo, trovando gradualmente una maggiore serenità interiore. Un caro saluto
Il percorso che stai facendo con il tuo psicologo ti aiuterà a comprendere e a gestire queste emozioni. È normale che ci voglia tempo, ma con il giusto sostegno potrai arrivare a sentirti più forte e in controllo, trovando gradualmente una maggiore serenità interiore. Un caro saluto
Buonasera, non conosco la sua storia personale a parte ciò che ha brevemente riportato, ma mi sembra che il suo timore possa nascere dalla paura di non riuscire a controllare e ad affrontare il mondo circostante e se stessa. Continui il percorso con lo psicoterapeuta, immagino che non sia solo psicologo, e vedrà che gradualmente riuscirà a recuperare la tranquillità che desidera per mettere a fuoco le sue risorse e affrontare il mondo e il futuro in modo più sereno.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentilissima.
Grazie per aver scritto e condiviso con così tanta sincerità il tuo vissuto complesso e doloroso. Posso capire quanto sia estenuante svegliarsi ogni giorno con questi pensieri persistenti e intensi, soprattutto con l'angoscia che porta questo loop di pensieri di morte e paura. È chiaro che hai vissuto situazioni difficili, sia nelle relazioni, con il tuo ex partner e nella tua famiglia, sia nei rapporti con te stessa, che ti hanno segnato e influenzato profondamente. Quello che descrivi assomiglia a una forma di “ruminazione” mentale, una specie di loop di pensieri che la nostra mente utilizza per cercare di risolvere o dare senso a esperienze dolorose o traumi, anche se a volte fa più male che bene. A volte, questi pensieri possono sembrare intrusivi e sconvolgenti, ma non significano necessariamente che tu voglia fare del male a te stessa o agli altri. Spesso sono proprio il segnale del contrario, della paura che provi e del desiderio di vivere senza questo dolore. Il fatto che in passato non hai avuto supporto emotivo costante e che sei cresciuta con la sensazione di non essere “abbastanza” o con la paura di essere abbandonata può rafforzare queste emozioni. Stai facendo già un percorso coraggioso con uno psicologo e prendendo Zoloft per gestire l’ansia, ma non provi ancora sollievo. La terapia può essere un percorso lungo e non sempre lineare e a volte serve aggiustare anche la terapia farmacologica o il tipo di approccio terapeutico per trovare ciò che funziona meglio per te. Ricorda che non sei “pazza” né sola. Molte persone provano questi pensieri quando si trovano in situazioni come le tue, ma questi pensieri non rappresentano chi sei veramente o quello che vuoi davvero. Tieni presente che il fatto che tu cerchi aiuto, che scrivi e parli di quello che senti, è un segnale della tua forza e della tua determinazione di superare questo momento. Continua a parlare apertamente con il tuo terapeuta di ciò che provi, perché solo così puoi lavorare per trovare un equilibrio. Soprattutto, non perdere la speranza!
Un caro saluto.
Dott.ssa Daniela Guzzi
Grazie per aver scritto e condiviso con così tanta sincerità il tuo vissuto complesso e doloroso. Posso capire quanto sia estenuante svegliarsi ogni giorno con questi pensieri persistenti e intensi, soprattutto con l'angoscia che porta questo loop di pensieri di morte e paura. È chiaro che hai vissuto situazioni difficili, sia nelle relazioni, con il tuo ex partner e nella tua famiglia, sia nei rapporti con te stessa, che ti hanno segnato e influenzato profondamente. Quello che descrivi assomiglia a una forma di “ruminazione” mentale, una specie di loop di pensieri che la nostra mente utilizza per cercare di risolvere o dare senso a esperienze dolorose o traumi, anche se a volte fa più male che bene. A volte, questi pensieri possono sembrare intrusivi e sconvolgenti, ma non significano necessariamente che tu voglia fare del male a te stessa o agli altri. Spesso sono proprio il segnale del contrario, della paura che provi e del desiderio di vivere senza questo dolore. Il fatto che in passato non hai avuto supporto emotivo costante e che sei cresciuta con la sensazione di non essere “abbastanza” o con la paura di essere abbandonata può rafforzare queste emozioni. Stai facendo già un percorso coraggioso con uno psicologo e prendendo Zoloft per gestire l’ansia, ma non provi ancora sollievo. La terapia può essere un percorso lungo e non sempre lineare e a volte serve aggiustare anche la terapia farmacologica o il tipo di approccio terapeutico per trovare ciò che funziona meglio per te. Ricorda che non sei “pazza” né sola. Molte persone provano questi pensieri quando si trovano in situazioni come le tue, ma questi pensieri non rappresentano chi sei veramente o quello che vuoi davvero. Tieni presente che il fatto che tu cerchi aiuto, che scrivi e parli di quello che senti, è un segnale della tua forza e della tua determinazione di superare questo momento. Continua a parlare apertamente con il tuo terapeuta di ciò che provi, perché solo così puoi lavorare per trovare un equilibrio. Soprattutto, non perdere la speranza!
Un caro saluto.
Dott.ssa Daniela Guzzi
Buongiorno,
il suo profondo malessere si è innescato attraverso la relazione vissuta con questo ragazzo che per lei deve essere stata molto dannosa. Continui pure ad affidarsi agli specialisti ai quali si è rivolta, vedrà che con il tempo la psicoterapia la aiuterà moltissimo nell' uscire dalla morsa dei suoi pensieri.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
il suo profondo malessere si è innescato attraverso la relazione vissuta con questo ragazzo che per lei deve essere stata molto dannosa. Continui pure ad affidarsi agli specialisti ai quali si è rivolta, vedrà che con il tempo la psicoterapia la aiuterà moltissimo nell' uscire dalla morsa dei suoi pensieri.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, grazie per aver condiviso con così tanta apertura la sua esperienza. È evidente che sta affrontando una situazione complessa e pesante, influenzata da relazioni difficili e da pensieri intrusivi che possono sembrare opprimenti. È fondamentale capire che i pensieri di morte e le ansie che descrive possono riflettere una lotta interiore profonda, spesso radicata in esperienze passate e in relazioni che hanno lasciato segni indelebili. La presenza di un ex partner tossico ha certamente alimentato insicurezze e paure che ora si manifestano in forme di ansia e pensieri intrusivi. Queste esperienze possono aver colpito la sua autostima e la sua visione della vita, portandola a questionare il suo desiderio di vivere e la sua sensazione di sicurezza nel mondo. È importante concedersi il permesso di sentirsi vulnerabile e riconoscere che questi pensieri non definiscono il suo valore come persona. La terapia che sta seguendo può essere un ottimo strumento per esplorare queste dinamiche e comprendere meglio le sue emozioni. Anche se il processo di guarigione può sembrare lungo e difficile, è possibile recuperare la fiducia in se stessa e nel futuro. La inviterei a continuare a lavorare con il suo psicologo per affrontare queste paure e pensieri intrusivi, e per cominciare a costruire un senso di stabilità e benessere.
Non esiti a contattarmi se desidera approfondire ulteriormente o se ha bisogno di supporto.
Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
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Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
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