Salve allora vorrei chiedere come posso fare o cosa posso fare per aiutare mia sorella che soffre di

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Salve allora vorrei chiedere come posso fare o cosa posso fare per aiutare mia sorella che soffre di disturbi mentali tea quali ossessione compulsione ansia sociale depressione e dca. E da quasi due anni che sta in cura in psicoterapia ma la situazione famigliare in casa è delle peggiori perché mio padre non vuole saperne dei suoi disturbi lo stesso vale per mia madre e mio fratello e rimango solo io ma molte volte mi sento impotente non so proprio come parlarle o come aiutarla per esempio ho notato che durante i mesi invernali lei si chiude di più in se stessa non esce si blocca del tutto e a volte smette di mangiare per settimane e ogni mio approccio la irrita solo di più io sono veramente disperata. Come potrei fare per aiutarla al meglio?
Cara utente, stare vicino a qualcuno che soffre non è mai semplice. Chiaramente sua sorella è molto sofferente ed è davvero lodevole il fatto che lei voglia prendersi cura di lei ed esserci per lei, essendo oltretutto l'unica che sembra curarsi di lei. Ciò che mi sento di dirle è di provare a chiedere a sua sorella cosa può fare per lei, le chieda se c'è qualcosa di cui a bisogno. Le rimandi il fatto che se anche in quel momento non ha bisogno di nulla o lei non può fare nulla, lei è li, in ascolto e presente. Provi a capire se c'è possibilità per lei di parlare con i curanti di sua sorella per farsi dare direttamente da loro delle indicazioni terapeutiche anche rispetto proprio alle specifiche necessità di sua sorella. Si mostri sua alleata. Spesso per chi soffre molto è difficile accogliere la vicinanza dell'altro, tuttavia se pur doloroso e frustrante il lavoro dei familiare è quello di rimanere in ascolto accogliendo. Posso solo immaginare come lei si senta oggi. Il senso d'impotenza è assai complesso da gestire e tollerare. Se vorrà potrebbe sempre valutare un supporto psicologico anche per sè, poichè non deve essere semplice stare nella sua posizione. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Gentilissima, lei è una sorella preoccupata e mi dispiace molto per questa situazione. Consideri un aspetto positivo: sua sorella è seguita in psicoterapia. Mi rendo conto che due anni a volte sembrano tanti, e talora se si parla di psicoterapia lo sono, ma non è sempre così. Spesso la psicoterapia ha bisogno dei suoi tempi. Mi rivolgo alla sua situazione invece, se davvero non sta bene forse, se non ci sta già andando, potrebbe considerare l'eventualità di ricorrere lei ad un supporto psicologico per condividere con uno specialista il suo comprensibile malessere, o quantomeno ricorrere ad un consulto. Questo è quanto le posso dire, le porgo il mio sentito augurio di star meglio. Paolo Mirri
Gentilissima, la situazione di sua sorella è certamente molto complessa e comporta una grande sofferenza per lei e per i suoi famigliari, che sembrano reagire a questa situazione in modo diverso dal suo. Come scrive, sua sorella è già in psicoterapia; potrebbe eventualmente sentire la terapeuta se ha qualche domanda specifica oppure intraprendere lei in prima persona un percorso di psicoterapia, in cui esplorare il suo vissuto di impotenza, le sue preoccupazioni, le sue emozioni e i suoi significati personali. I famigliari e gli amici di persone affette dai disturbi che lei descrive spesso devono gestirsi in modo autonomo e quasi "nascosto" le sofferenze scatenate dal comportamento e dall'irraggiungibilità della persona cara e riuscire anche a consapevolizzare ed elaborare la rabbia che spesso si prova. Spesso succede che ognuno si richiuda in se stesso, anche per proteggersi da queste emozioni contrastanti, restando di fatto da soli ad affrontare queste situazioni. L'ideale sarebbe invece riuscire a costruire una rete che sia di sostegno alla persona sofferente e ai suoi cari. Buon percorso. Rimango a disposizione, cari saluti, d.ssa Paola Pellegrino
Salve, mi dispiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere sia il disagio di sua sorella che le preoccupazioni dei familiari.è ammirevole da parte sua l’impegno a volerla aiutare tuttavia, in base a queste poche righe che scrive, già si denota un quadro importante meritevole di attenzione clinica da parte di uno specialista.sicuramente voi familiari potete aiutarla a non peggiorare le cose ed a farsi che la ragazza possa sentirsi sostenuta tuttavia ritengo che voi possiate dare un aiuto fino ad un certo punto tuttavia la ragazza credo che abbia bisogno di un aiuto più specialistico su alcuni punti di vista quindi l’indicazione che mi sento di darle e che voi possiate rivolgervi Ad un professionista per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione descritta e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso con la genesi della sofferenza in atto.
resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, vedere una persona che amiamo star male è molto difficile. Vorremmo vederla star bene e faremmo di tutto ma non sempre ci riusciamo.
Potrebbe chiedere qualche consiglio al terapeuta di sua sorella e magari sarebbe utile una consulenza con un terapeuta familiare. Cordiali saluti
Cara utente, sicuramente è importante che lei stia accanto a sua sorella e che la sostenga nel percorso terapeutico che sta facendo, anche perché, da quanto scrive, sembra che lei sia l’unica persona della famiglia a riconoscere il malessere psichico di sua sorella. La psicoterapia sarà in grado di aiutarla a stare bene, e i suoi disturbi scompariranno: è importante darle tempo ed avere pazienza e, soprattutto, tollerare anche eventuali nuove ricadute e/o chiusure che, nel tempo, dovrebbero diminuire sempre più.
Rimango a disposizione.
Cara utente, percepisco dalle tue parole la sofferenza che stai provando. Non è una situazione familiare di cui puoi farti carico completamente perchè purtroppo i disturbo di tua sorella è qualcosa che deve riguardare lei. Detto questo la situazione è molto complessa e invischiante per te, ti consiglio di starle vicino usando le tue risorse , ma non tutte. Hai bisogno anche tu di preservare delle energie per la tua vita e per il tuo benessere. Parlarne con una terapeuta potrebbe aiutarti ad essere d’aiuto in primis a te stessa e poi a tua sorella. Spero di esserti stata d’aiuto.
Gentile utente
È difficile dare aiuto a chi non lo desidera.
Lei comunque continui a dimostrare la sua volontà ad aiutarla, le faccia sentire che lei è sempre disponibile ad accogliere un’eventuale richiesta di aiuto.
Inoltre, per comprendere meglio come gestire la sofferenza sua e di sua sorella potrebbe chiedere una consulenza psicologica.
Cordialmente
Sara Chiara Pompili
Gma, stare vicino ad una sorella che risponde in modo "non coerente" ai suoi tentativi di aiuto credo sia molto doloroso. Sua sorella è malata ed è davvero lodevole il fatto che lei voglia prendersene cura. Quando il disturbo è così severo diventa necessario un intervento complesso e attivato su diversi livelli, pubblico/privato. Non può comunque pensare di farcela da sola! Le suggerisco quindi di bussare alla porta dei servizi sociali e dei servizi di salute mentale per attivare quella rete di sostegno e cure di cui sua sorella ha bisogno e diritto.
Con stima dott lorenzo truffi
Buongiorno, immagino il senso di impotenza ed il desiderio di poter fare qualcosa per sua sorella che, dalle poche righe scritte, vive una situazione molto complessa. Si sente il suo amore per lei e il bisogno di poterla aiutare e non deve essere facile per lei "assistere" alla sofferenza di sua sorella. Mi sento di dirle che lo starle vicino è importante e che lei può rappresentare per sua sorella la base sicura alla quale può fare riferimento tuttavia spesso il familiare di una persona in forte difficoltà, mentale e/o fisica si trova a fare i conti con delle emozioni contrastanti: il senso di onnipotenza da una parte (io potrei fare la differenza, solo io saprei come fare perché la conosco) dall'altra con il senso di colpa per questo condizionale che si scontra con il dato di realtà e che racconta, forse, di un "perché io sto bene?". Immagino delle forte emozioni e tanta sofferenza. Penso che uno spazio di terapia personale per sé stessa potrebbe farle bene, anche per affrontare meglio ciò che sta vivendo. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Salve,

innanzitutto grazie per aver condiviso la sua esperienza.

Per come è presentata la situazione che vive in famiglia, essa è sicuramente molto complessa e gravosa per lei in questo momento.
Rispetto a quello che dice ritengo che il punto centrale sia il "senso di impotenza" che lei vive in rapporto alla situazione stessa.
E' possibile che pur vivendo un periodo drammatico, chi le sta intorno non è in grado di elaborare una richiesta di aiuto nei suoi confronti e questo la mette nella difficoltà di non sapere cosa fare. Forse l'impotenza che sperimenta sta proprio qui.

La invito a pensare che a parte sostenere sua sorella (cosa che mi sembra già faccia con affetto e amore), può chiedere lei stessa aiuto per capire quali emozioni le genera questa situazione così difficile e delicata e come affrontarla in questo periodo della sua vita.
Può ricercare un professionista sul suo territorio o online.

La ringrazio per l'attenzione e rimango a disposizione per qualsiasi richiesta di informazioni o chiarimenti.
Un caro saluto

dott. Giuseppe Saracino
Gentilissima, sicuramente vedere un familiare che sta male non è affatto semplice e molto spesso ci si sente impotenti. I disturbi mentali sono pervasivi e invalidanti, spesso la vita sociale lavorativa e familiare della persona viene intaccata profondamente, inoltre tutto l’assetto del sistema familiare si modifica per affrontare il disturbo.
Consiglio una terapia familiare per lavorare sull’accettazione del disturbo, inoltre potrebbe lei stessa usufruire di psicoterapia individuale che la aiuterebbe a gestire a livello emotivo questa situazione.
Buongiorno,
non c'è nulla concretamente che lei possa fare per farla star meglio. Una persona in famiglia che sta male fa si che anche gli altri vivano una situazione di disagio.
L' indicazione sarebbe quella di considerare anche alla terapia familiare come supporto per tutti in un momento così difficile per la vostra vita.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, deve essere molto difficle prendersi queta responsabilità da sola e lei è molto generosa ad occuparsi di sua sorella. Difficle poter gestire a lungo queste situazioni senza il supporto del resto della famiglia. Non conosco la situazione nello specifico però a quanto dice sua sorella è già seguita e forse la richiesta che fa potrebbe essere letta come una richiesta di auito personale per comprendere come far diventare trasformativa una situazione in cui sembra essere anche lei incagliata. Potrebbe valutare di chiedere un supporto per una terapia familiare o se gli altri non sono d'accordo per sè stessa. Cordiali saluti. Dott.ssa Langialonga Graziella
Salve, se sua sorella sta svolgendo un percorso di psicoterapia sta già facendo ciò che le serve per stare meglio. Quello che può fare lei è resta in ascolto di sua sorella e avere fiducia nelle sue potenzialità.
Gentilissima, capisco dalle sue parole la sofferenza che prova e il senso di impotenza e solitudine. I due lati positivi di questa situazione sono che sua sorella è seguita in psicoterapia e che lei le vuole bene e vede la sua sofferenza. Il lato negativo è che il resto della sua famiglia reagisca con insofferenza e rifiuto ai disturbi di sua sorella. Mi vengono in mente due strade da suggerirle, sempre che poi realisticamente siano perseguibili. La prima è che riunisca madre, padre e fratello e dica loro che rifiutare questa situazione non può che far peggiorare le cose. Potrebbe suggerire una terapia familiare, nell'ottica che, se loro partecipano, ne trarranno vantaggi anche loro, gestendo diversamente la situazione. E lei si sentirebbe meno sola. In questo caso potrebbe sentire i servizi sociali della sua città e /o consultare un centro di terapia familiare. In questo caso, essendo presi in cura tutti i componenti del nucleo familiare, si lavora sul "sistema famiglia" e questo si affiancherebbe al lavoro che sua sorella fa individualmente. Se questa ipotesi non è percorribile perchè i suoi familiari si rifiutano (cosa anche probabile), lei potrebbe rivolgersi ad uno/una psicoterapeuta per un supporto psicologico. In questo modo lavorerebbe per aiutare sua sorella, ma soprattutto per aiutare se stessa. Lei non può farsi carico di questa situazione patologica (di tutto il sistema), deve pensare a sè e a crearsi un benessere e un futuro. Solo in questo modo potrà essere eventualmente d'aiuto anche a sua sorella. In alcuni casi è sopravvivenza.Prima di tutto deve stare bene lei, solo da lì può essere d'aiuto a qualcun altro. Voler bene a se stessi non è egoismo, è un modo per rendersi più forte. Complimenti per la sua umanità e lucidità. Rimango a disposizione, la saluto cordialmente, dott.ssa Silvia Ragni
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