Salve a tutti*, sono una ragazza di 23 anni al terzo anno di università. Per così dire, visto che in

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Salve a tutti*, sono una ragazza di 23 anni al terzo anno di università. Per così dire, visto che in 3 anni sono riuscita a dare in tutto 5 esami. Sono più di 5 anni che soffro di depressione, sbalzi d'umore, attacchi di panico, ansia costante. Ho fatto un percorso psicoterapeutico per circa 1 anno e mezzo, ma senza concluderlo, anche a causa del Covid. E non sono più riuscita a portare avanti altri percorsi, ci ho provato, ma ho abbandonato sempre subito dopo averli iniziati.
Sono in terapia al Sert dal 2017, ho cambiato tanti tanti farmaci, tra ansiolitici, antidepressivi e stabilizzatori d'umore, fino ad arrivare ad oggi che non prendo più niente (se non il Subotex).
Vivo a Bologna da 1 anno e mezzo, ma ad aprile mi scadrà il contratto di locazione e non so che fare: se restare o ritornare a casa. Mi sento sola, persa, spaesata, bloccata, non riesco più a fare tutto ciò che prima amavo fare, l'unico modo che ho per non avere pensieri terribili è quello di dormire, infatti dormo molto.
Mi sento in colpa, perché sto prendendo in giro sia me stessa, sia i miei genitori che mi appoggiano nel vivere in questa splendida città. Il mio desiderio è quello di conseguire la laurea e continuare con una magistrale, amo studiare, anche se ormai sono mesi che non ci riesco, non riesco nemmeno a leggere libri per "svago". Ho continuamente pensieri intrusivi, paura del futuro, paura di dire ai miei che dovrò pagare le tasse e non avere l'esenzione perché non sono riuscita a raggiungere i CFU minimi per ottenerla. Ho paura di dover restare a Bologna, perché mi sento incastrata, ma allo stesso tempo ho il terrore di tornare a casa da cui sono letteralmente scappata, per vari problemi sociali e familiari. Ho paura di dover dire ai miei quanto sto soffrendo.
La cosa che mi preoccupa di più è che a marzo dovrò pagare la seconda rata dell'università, ma non so se pagarla o meno visto che non credo di riuscire a studiare se non metto a posto la mia mente e la mia anima. Il 6 marzo dovrei sostenere il primo esame dell'anno, ma non sono riuscita ancora a studiare.. quando arrivo alla sera mi faccio il programma per il giorno seguente, tutto preciso, ma la mattina mi sveglio con una grande depressione e la giornata si ripete come quella precedente. Non so che fare. Mi sento fallita. Ho paura di non riuscire a riprendermi da questo periodo che dura da veramente troppo tempo.
Non riesco nemmeno più ad uscire con gli amici, con i partner, o in generale, provo una forte ansia sociale.
Ci sono momenti nella giornata in cui penso di riuscire a fare tutto, studiare, allenarmi, uscire con gli amici, pulire, cercare un lavoro: insomma, vivere. Ma durano poco.
Forse avrei bisogno di una diagnosi, sento spesso ragazz* che soffrono di depressione, ma riescono comunque a vivere in qualche modo. Io sono spenta, non vedo più la luce, vedo solo nero. Mi spaventa il domani, il futuro. E ogni giorno che passa la situazione peggiora.
Sto sprecando la mia vita, ho già sprecato gli anni più belli facendo cose che non andrebbero mai fatte. Ora quelle cose non sono più un problema, anche se sono ancora in terapia farmacologica.
Ho bisogno di sapere quale sia il mio problema, da dove provenga, perché sia così tanto grande da non farmi vedere nel vicino futuro.
Pensavo di tornare a casa, per iniziare un percorso, sospendere gli studi per un po' in modo da non avere l'ansia di star buttando via soldi per nulla. Ma la sospensione della carriera universitaria si può fare solo in certi casi, ad esempio presentando un certificato per una malattia invalidante.
Non so se la mia venga riconosciuta come malattia, ho paura di sentirmi dire che sono malata, ma dentro di me so di esserlo.
Ho paura. Tanta paura. E anche il mio fisico ne risente, mi sento vecchia.
Come uscire da tutto questo? Come spiegare ai miei che ho bisogno di riposarmi e di curarmi? (sanno del mio problema, ma solo in parte, perché non ho voluto far sapere loro quanto sto male per non farli preoccupare e soffrire, pensando che sarei riuscita a risolvere la mia situazione.. ma il tempo passa, e peggiora sempre di più).

Grazie per l'ascolto...
Gentile Utente, comprendo il disagio che sta vivendo in questo momento. Nonostante abbia descritto dettagliatamente la situazione, credo sia utile avere un quadro diagnostico completo e a tal proposito le consiglio di contattare un professionista che possa aiutarla prima di tutto in questo e poi ad elaborare il suo vissuto e i rapporti familiari che condizionano le sue scelte. Potrà trovare uno spazio accogliente e non giudicante in cui imparare a gestire le difficoltà e a fare affidamento sulle risorse che ha a disposizione e che non riesce a vedere in questo momento.
Resto a disposizione, un caro saluto, Dott.ssa Marina Colangelo

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, non sia così severa con se stessa perché le assicuro che ciò che lei sta vivendo è una condizione molto frequente. Lei ha bisogno di un sostegno psicologico per affrontare sia la parte emotiva che quella inerente alla organizzazione della sua vita. Un percorso mirato può aiutarla nel risolvere i problemi di natura emotiva e fornirle gli strumenti per una autodisciplina che le consenta di ottenere i risultati che si prefigge. A volte un circolo vizioso di comportamenti e abitudini sbagliate è l'unica causa di tanto malessere. Le consiglio di riprendere il percorso terapeutico che può essere effettuato anche online.Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentilissima, intanto grazie per la sua testimonianza; sono tanti i giovani studenti universitari che stanno affrontando le tue stesse difficoltà nel portare avanti il percorso di studi, i quali potranno immedesimarsi almeno in parte e sentirsi maggiormente compresi in quello che stanno vivendo. Quello che mi sento di dirti è che nulla è perduto, nonostante sia passato del tempo, puoi sempre ritrovare la forza di portare a termine i tuoi obiettivi e progetti di vita. In questo percorso di rinascita però non puoi essere da sola: da una parte, dato che hai dimostrato capacità introspettive e di riflettere suoi tuoi vissuti, occorre che tu riprenda un percorso psicoterapeutico, se fatichi ad uscire di casa, almeno inizialmente da remoto. È un percorso questo per te necessario per uscire da un circolo vizioso che ti sta portando a vivere in negativo i tuoi tentativi, il quale richiede costanza, per far sì che tu possa vederne i risultati benefici. Dall'altro, rivedere la tua cerchia di amicizie ti aiuterebbe in parte a rientrare nell'ottica del mondo universitario, a uscire di casa e non isolarti, non appena il lavoro psicoterapeutico ti aiuterà a gestire meglio le tue insicurezze e il tuo umore. I farmaci possono aiutare se accompagnati da un percorso terapeutico che lavori in profondità sulle tue risorse e sulle tue aree più fragili. Anche la tua difficoltà nel parlare della tua sofferenza ai tuoi genitori potresti affrontarla nel percorso terapeutico per gestire meglio la comunicazione con loro e superare le tue paure. Vedrai che si sistemeranno le cose se deciderai di prenderti cura di te stessa. Resto a disposizione per ulteriori necessità, un caro saluto.
Buongiorno cara Utente, sento quanto stai vivendo in una situazione di difficoltà e che la stessa dura da molto tempo ormai. Si pone e ci pone molti quesiti ai quali indubbiamente non è possibile dare risposta via web. Il mio consiglio, come anche altri colleghi hanno suggerito, è di rivolgersi ad uno specialista per un percorso psicologico che la aiuti a sentirsi meglio, ad avere un quadro clinico più chiaro, che la sostenga anche nella possibilità di far riferimento anche ai suoi genitori, ecc. Sento tanto il bisogno e tanta paura di non trovare "soluzioni". Si lasci aiutare. Se vuole io sono a disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra Domigno
Salve, grazie per la sua condivisione,comprendo il suo malessere e la difficoltà che riporta nel gestire la sua quotidianità e la sua emotività.
Sembra che questa emotività stia prendendo il sopravvento e non le faccia perseguire i suoi obiettivi.
Un percorso di psicoterapia può solo aiutarla, supportarla e farle scoprire risorse che lei non riesce a vedere.
Resto a disposizione per eventuali dubbi

Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Cara Utente, per prima cosa grazie per aver condiviso la sua situazione in cui molti giovani universitari immagino possano rispecchiarsi. In determinati momenti della propria vita può accadere di sentirsi confusi e bloccati ed è proprio in quei momenti che è importante prendersi uno spazio per poter affrontare ciò che ci spaventa e capire meglio cosa si desidera. Ha molte domande e ritengo che le risposte possano essere costruite in un percorso terapeutico in cui poter dare un significato più ampio a ciò che sta vivendo e scegliere la propria strada con serenità. Vedrà che a quel punto tutto riprenderà a scorrere. Saluti Dott.ssa Camilla Raccosta
Mia cara ragazza di 23 anni, ho letto con attenzione la tua lunga mail e sono rimasta colpita dalla sofferenza profonda che esprimi, insieme a confusione e disperazione. Dentro di te in questo momento c’è l’inferno. Non conosco il motivo per cui non sei riuscita a tornare in terapia, credo che per te sia difficile fidarti di qualcuno ma devi trovare il coraggio di farlo perché certe ferite profonde si possono curare solo attraverso un rapporto con un’altra persona ma che sia un professionista in modo che tu ti possa sentire al sicuro. Non so quali esperienze hai passato ma devono essere state molto dure per averti portato al tuo attuale stato. Ti consiglierei di trovare un bravo psicodiagnosta che con l’aiuto anche di test psicologici ti possa restituire un’immagine accurata e globale del tuo stato. Già questo potrebbe fornirti un po’ di chiarezza anche sui passi seguenti da intraprendere per poterti riconsegnare alla vita.


Gentile ragazza, grazie per aver anzitutto condiviso in questa sede...
Ammirevole anche il suo chiedere aiuto a professionisti del settore (non è da tutti).
Comincio col dirle che, dal momento che la salute (non solo quella fisica, ma anche quella psicologica) ha la priorità su tutto, il suo corpo, con quel ritiro letargico (il sonno) le sta segnalando che ha bisogno di recuperare...
Ha parlato di serD: non ci ha specificato esattamente per cosa sia stata/sia in cura (immagino per forme di dipendenza di qualche tipo)
In tutta onestà, mi sento di dirle: non abbia alcun timore/vergogna di spiegare la sua attuale situazione ai suoi cari, e chieda loro una mano così come ha fatto qui...
Il primo passo da fare, direi che sia questo: poi, se lo vorrà, potrà magari usufruire dei servizi di counseling e sostegno psicologico che sicuramente il suo ateneo avrà messo a disposizione per i suoi studenti...
Non si chiuda: ne parli con gli altri, si confronti anche con colleghi, gruppo di coetanei ecc: è molto importante già il fatto di poter condividere (oltre che terapeutico).
La depressione, l'ansia e via discorrendo, guardate da altre prospettive, arrivano sempre per comunicarci qualcosa...
Spero di esserle stata d'aiuto almeno in parte.
Un saluto affettuoso e un caro in bocca al lupo!
Dr Eliana Nola
Gentilissima utente, il primo passo da fare sarebbe di confidarsi con i suoi genitori che potranno aiutarla a rivolgersi ad un professionista e a sostenerla in questo momento particolarmente difficile. Inoltre come suggerito dalla collega negli atenei ci sono servizi psicologici gratuiti per gli studenti, non esiti a chiedere aiuto anche lì. Un abbraccio forte
Buongiorno, credo che lei abbia ragione quando dice che in prima battuta deve cercare di curare se stessa. Non mi è chiaro se ha sospeso o meno la terapia farmacologica, ma se ne stesse seguendo una le consiglio di incontrare lo specialista che gliela ha prescritta per rivederla assieme. Continuare ad essere agganciata all'università le dà la possibilità di non dire ai suoi dei suoi malesseri, ma non l'aiuta ad affrontare il suo grande dolore. Si rivolga ad uno psicoterapeuta per chiarire quale posizione prendere e soprattutto perché la sostenga nell'affrontare la verità del suo star male. Continuare come sta facendo non risolve il malessere e peggiora la situazione con i sensi di colpa.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Gentile utente di mio dottore,

il suo malessere e la difficoltà che riporta nel gestire la sua quotidianità e la sua emotività potrebbero essere accolte in un setting di psicoterapia. Riprenda quanto prima da dove aveva lasciato, vedrà che con il tempo potrà star meglio.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, la sua sofferenza è palpabile, la ricerca di soluzioni meno... solo in un percorso di psicoterapia potranno trovare spazio riflessioni adeguate rispetto agli argomenti che pone...e si è faticoso, cambiare è faticoso e necessita di impegno nei confronti di se stessi. Lo sottolineo perchè se non accetta di faticare e diventare parte attiva del suo cambiamento continuerà con la ricerca di rimedi passivi, sostanze o farmaci che siano, che hanno la funzione di alleviare e alleggerire ma non di curare. Comunque anche questo argomento rappresenta solamente una parte di quanto esposto. Non volevo rispondere perchè qualsiasi risposta in questa situazione può apparire riduttiva ma vorrei far passare il messaggio che potrebbe essere giunto il momento di mettere a fuoco i nodi che la bloccano e la ricerca non di palliativi ma di una consapevolezza che permetta di fare delle scelte. L'università non va fatta o finita per forza ma deve essere una scelta consapevole non una fuga che andrebbe ad alimentare il suo malessere. Mi fermo ma la prego, torni in terapia, sarebbe uno spreco non provarci nemmeno.
Buonasera, mi dispiace per la situazione che sta vivendo, si percepisce la sua sofferenza. Il benessere fisico e mentale deve avere la priorità prima di altri obiettivi. Come già le è stato suggerito, le consiglio di chiedere un supporto per aiutarla a raggiungere una maggiore consapevolezza, individuare pensieri disfunzionali e a comprenderne l'origine che mantiene il disagio.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Un saluto, Dott.ssa Di Gennaro Laura
Buongiorno giovane donna, la sua sofferenza è palpabile come la sua richiesta di aiuto. Non se ne vergogni, quanto piuttosto le accolga e le ascolti. Non so perchè non si senta in grado di chiedere apertamente aiuto ai suoi genitori, so però che è giunto il momento di riprendere un percorso di psicoterapia perchè ha bisogno di potersi confrontare con chi ha gli strumenti per poterla aiutare a fare luce nel tunnel della sua depressione e dei suoi timori. C'è una bella immagine che vorrei condividere con lei per farle capire il grande valore che può avere la parola che illumina il cammino. Se in una stanza con una sola finestra costruiamo un muro che divide la stanza in due zone, una sarà illuminata mentre l'altra rimarrà al buio, ma se noi facciamo un buco in quel muro, per quanto piccolo, sarà la luce ad entrare nell'oscurità e non l'oscurità ad entrare nella luce. Per questo mi sento di invitarla caldamente a cercare una professionista che possa aiutarla ad aprire quel primo spiraglio nel muro che si è costruita attorno e vedrà che poi, sarà lei, pian piano ad abbatterlo completamente. Le auguro di trovare chi sappia accogliere la sua domanda e resto a sua disposizione nel caso volesse contattarmi anche online. Un caro saluto.
Dottoressa Francesca Carfora
Salve, se non sbaglio non è la prima volta che vedo il suo messaggio e mi sembra di averle anche già risposto.
Non ci sono formule magiche, parli anche con i suoi genitori per fare le valutazioni del caso.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Salve, credo sia passato molto tempo da quando ha mandato il messaggio, quindi non sono aggiornata. Le faccio tanti auguri, SR

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