Salve a tutti, sono una ragazza di 22 anni. Innanzitutto mi scuso per il lungo messaggio ma avrei bi
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Salve a tutti, sono una ragazza di 22 anni. Innanzitutto mi scuso per il lungo messaggio ma avrei bisogno di un piccolo consiglio da parte di chi se ne intende. Se qualcuno lo leggesse mi sarebbe di grande aiuto.
Sono circa 3 anni che sento di avere qualcosa che non va. Mi sono iscritta all’università nel 2020, anno del covid. Il primo semestre è andato molto bene e sono riuscita a portare a casa dei buoni risultati agli esami. Dal secondo semestre del mio primo anno tutto è iniziato ad andare in discesa. Le lezioni erano divise tra presenza/online. Ho passato l’intero semestre in casa, facevo tanta fatica a presentarmi alle lezioni e di conseguenza anche il mio rendimento agli esami ne ha risentito. Da quel momento in poi il mio percorso universitario è andato in rovina, ad oggi sono fuoricorso di un anno e non vedo la fine nemmeno col binocolo.
Faccio fatica a studiare, a rimanere concentrata, e con il passare degli anni ho perso persino la motivazione e l’interesse che avevo per la mia disciplina. Riesco a dare pochissimi esami per sessione, a volte addirittura salto intere sessioni. Più volte ho pensato di rinunciare agli studi ma ho paura di farlo perché vorrebbe dire aver perso tempo e inoltre non voglio deludere i miei genitori. Quando penso al mio futuro non riesco ad immaginarmi niente, l’unica cosa che so è che se dovessi laurearmi di sicuro non andrei a lavorare nel campo in cui mi sono laureata perché non mi piace più, e inoltre non avrei una preparazione adeguata perché agli esami prendo voti terribili. Ha senso quindi continuare questo percorso? Non lo so, ma non ho idee migliori. Sono bloccata all’università mentre vedo i miei coetanei avere successo in tutti gli ambiti della vita, e questo mi fa cadere in un grosso sconforto.
Dal punto di vista delle relazioni mi sento più sola che mai. Sono fortunata ad avere una famiglia che mi vuole bene ma purtroppo non sempre è sufficiente. Non ho alcun tipo di vita sociale, esco di casa solo per andare a lavoro (quindi 2 volte a settimana). Avevo le mie amiche del liceo ma ci siamo allontanate. Sono consapevole sia anche colpa mia, loro hanno tutto ciò che desidero nella vita e mi vergogno a dover ammettere davanti a loro che sono rimasta indietro, quindi praticamente mi sono chiusa in me stessa per evitare di mettermi a confronto. Però nemmeno loro mi contattano più. Da piccola non ho mai avuto problemi relazionali, ma una cosa che ho notato di recente è che a causa di questo mio “ritiro” o “chiusura” sto iniziando a fare fatica quando mi ritrovo in contesti sociali, come se avessi dimenticato come si fa. Mi sento come un alieno appena sceso sulla terra che cerca di osservare ed imitare i comportamenti umani ma non ci riesce alla perfezione e quindi si può osservare che c’è qualcosa che non va in questo alieno. La gente sceglie sempre altri interlocutori prima di arrivare a parlare con me. E quando mi capita effettivamente di parlare con qualcuno faccio fatica a portare avanti la conversazione. Ma questa è solo una piccola parentesi in realtà.
Il grosso problema che mi ha portata a scrivere qui è che non mi sento più me stessa. Tutte le mie giornate sono uguali, ogni giorno mi sveglio fisicamente stanca, indipendentemente da come dormo o come mangio. Questa stanchezza che mi porto dietro mi impedisce di fare le cose che devo fare. Dentro di me sento di avere ancora 19 anni perché quella è stata l’ultima età in cui mi sono sentita “normale”. Ho bruciato questi ultimi 3 anni e non voglio bruciarne altri perché non è così che voglio passare il resto della mia vita.
È per questo che mi chiedevo se fosse il caso di vedere uno psichiatra. Ho sempre pensato che i miei problemi non fossero abbastanza gravi per assumere farmaci, infatti pongo questa domanda su questo sito nella speranza che qualcuno mi dia un suo parere sul da farsi, prima di andare di testa mia da un medico e magari fargli perdere tempo con le mie storie.
Grazie a chi risponderà.
Sono circa 3 anni che sento di avere qualcosa che non va. Mi sono iscritta all’università nel 2020, anno del covid. Il primo semestre è andato molto bene e sono riuscita a portare a casa dei buoni risultati agli esami. Dal secondo semestre del mio primo anno tutto è iniziato ad andare in discesa. Le lezioni erano divise tra presenza/online. Ho passato l’intero semestre in casa, facevo tanta fatica a presentarmi alle lezioni e di conseguenza anche il mio rendimento agli esami ne ha risentito. Da quel momento in poi il mio percorso universitario è andato in rovina, ad oggi sono fuoricorso di un anno e non vedo la fine nemmeno col binocolo.
Faccio fatica a studiare, a rimanere concentrata, e con il passare degli anni ho perso persino la motivazione e l’interesse che avevo per la mia disciplina. Riesco a dare pochissimi esami per sessione, a volte addirittura salto intere sessioni. Più volte ho pensato di rinunciare agli studi ma ho paura di farlo perché vorrebbe dire aver perso tempo e inoltre non voglio deludere i miei genitori. Quando penso al mio futuro non riesco ad immaginarmi niente, l’unica cosa che so è che se dovessi laurearmi di sicuro non andrei a lavorare nel campo in cui mi sono laureata perché non mi piace più, e inoltre non avrei una preparazione adeguata perché agli esami prendo voti terribili. Ha senso quindi continuare questo percorso? Non lo so, ma non ho idee migliori. Sono bloccata all’università mentre vedo i miei coetanei avere successo in tutti gli ambiti della vita, e questo mi fa cadere in un grosso sconforto.
Dal punto di vista delle relazioni mi sento più sola che mai. Sono fortunata ad avere una famiglia che mi vuole bene ma purtroppo non sempre è sufficiente. Non ho alcun tipo di vita sociale, esco di casa solo per andare a lavoro (quindi 2 volte a settimana). Avevo le mie amiche del liceo ma ci siamo allontanate. Sono consapevole sia anche colpa mia, loro hanno tutto ciò che desidero nella vita e mi vergogno a dover ammettere davanti a loro che sono rimasta indietro, quindi praticamente mi sono chiusa in me stessa per evitare di mettermi a confronto. Però nemmeno loro mi contattano più. Da piccola non ho mai avuto problemi relazionali, ma una cosa che ho notato di recente è che a causa di questo mio “ritiro” o “chiusura” sto iniziando a fare fatica quando mi ritrovo in contesti sociali, come se avessi dimenticato come si fa. Mi sento come un alieno appena sceso sulla terra che cerca di osservare ed imitare i comportamenti umani ma non ci riesce alla perfezione e quindi si può osservare che c’è qualcosa che non va in questo alieno. La gente sceglie sempre altri interlocutori prima di arrivare a parlare con me. E quando mi capita effettivamente di parlare con qualcuno faccio fatica a portare avanti la conversazione. Ma questa è solo una piccola parentesi in realtà.
Il grosso problema che mi ha portata a scrivere qui è che non mi sento più me stessa. Tutte le mie giornate sono uguali, ogni giorno mi sveglio fisicamente stanca, indipendentemente da come dormo o come mangio. Questa stanchezza che mi porto dietro mi impedisce di fare le cose che devo fare. Dentro di me sento di avere ancora 19 anni perché quella è stata l’ultima età in cui mi sono sentita “normale”. Ho bruciato questi ultimi 3 anni e non voglio bruciarne altri perché non è così che voglio passare il resto della mia vita.
È per questo che mi chiedevo se fosse il caso di vedere uno psichiatra. Ho sempre pensato che i miei problemi non fossero abbastanza gravi per assumere farmaci, infatti pongo questa domanda su questo sito nella speranza che qualcuno mi dia un suo parere sul da farsi, prima di andare di testa mia da un medico e magari fargli perdere tempo con le mie storie.
Grazie a chi risponderà.
Gentile Utente,
in tanti hanno subito una "frattura emotiva" negli anni del Covid. E' stato un periodo particolarmente difficile da gestire e poi elaborare, per cui in primis proverei ad iniziare un percorso psicoterapico e se non dovesse essere sufficiente per una piena ripresa, può considerare in maniera più compiuta anche un intervento farmacoterapico.
in tanti hanno subito una "frattura emotiva" negli anni del Covid. E' stato un periodo particolarmente difficile da gestire e poi elaborare, per cui in primis proverei ad iniziare un percorso psicoterapico e se non dovesse essere sufficiente per una piena ripresa, può considerare in maniera più compiuta anche un intervento farmacoterapico.
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Gentile Utente, il mio vivo consiglio è quello di rivolgersi ad uno psichiatra ma anche di iniziare un percorso di psicoterapia. Mi permetto di farle notare che lei ragiona per luoghi comuni che la fanno permanere nella situazione di stallo in cui si trova, dove fatica a vedere una via d'uscita. Invece la via d'uscita esiste e va percorsa con accanto un professionista in grado di affiancarla durante il cambiamento di cui sente di aver bisogno. Una persona in grado di farle vivere questo momento come un'opportunità di rinnovamento e crescita, acquisendo più fiducia in se stessa e senza fare paragoni sterili con gli altri.
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