Salve a tutti, Sono un ragazzo di 22 anni. Da ormai quattro mesi mi sono trasferito dalla casa di
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Salve a tutti,
Sono un ragazzo di 22 anni.
Da ormai quattro mesi mi sono trasferito dalla casa di campagna in cui vivevo assieme alla mia famiglia,ad un appartamento di cittá per poter frequentare l'universitá.
Quando sono partito credevo fermamente in questa strada ed ero convinto che questa nuova avventura all'insegna dell'autonomia e della indipendenza mi avrebbe reso più felice.
Premetto che sono una persona molto indecisa,e i miei genitori,conoscendomi,mi hanno messo di fronte ad una scelta,e fra lavorare e l'universitá,ho scelto quest'ultima,ed ho persino scelto di allontanarmi dal mio nucleo familiare,pensando che attraverso una nuova "vita" avrei vinto l'indecisione e sarei cambiato (non porto mai nulla a termine).
Ma dopo i primi mesi di universitá,in cui ero motivato dalla novitá dell'esperienza,mi dono sentito di nuovo spento,ma comunque ho cercato di impegnarmi al massimo fino alle vacanze di Natale,che ho deciso di trascorrere con la mia famiglia.
Perchè mi mancava la mia vita passata,la mia famiglia,la mia casa in campagna,per me il Natale con la famiglia era diventato,nel mese di Dicembre,l'unico obiettivo,l'unico traguardo per motivarmi a studiare.
Ho passato una settimana favolosa con la mia famiglia nella nostra casa in campagna,e adesso che sono tornato nel mio appartamento,mi sento di nuovo vuoto dentro.
voglio tornare alla mia vecchia vita a casa mia,voglio stare tranquillo,voglio vivere in mezzo alla natura ed agli animali,lontano dalle persone estranee con cui non riesco ad essere me stesso.
voglio essere me stesso ed essere felice insieme ai miei fratelli,senza coinquilini,senza essere circondato da esseri umani e senza impegni gravosi e scadenze.
voglio svegliarmi con il mio cane che mi corre addosso,voglio occuparmi dei miei polli e delle mie cocorite,voglio dormire nel mio letto da una piazza e mezzo con i miei gatti senza essere svegliato dai bambini viziati che urlano del piano di sopra.
Odio le persone,i bambini,essere svegliato la notte,la solitudine,la paura costante che questa "nuova" vita mi cambi dentro ,emotivamente e che non mi faccia piu essere me stesso con le poche persone che amo.
Quando tornai dalla mia famiglia,ho rivissuto alcuni momenti brutti del liceo in sogno...i bulli del liceo che mi infastidivano,la ragazza che mi piaceva che mi prendeva in giro,la paura che una prof mi chiamasse interrogato sapendo di non aver studiato,oppure che ero arrivato al giorno in cui sarei dovuto ripartire da casa mia alla fine dell'anno,ogni giorno la paura di lasciare di nuovo la mia casa mi attanagliava.
Io non ho mai pianto,non ci sono mai riuscito ma adesso che sono tornato all'appartamento in cittá,ho salutato felicemente i miei che mi hanno accompagnato...e poi sono scoppiato in lacrime come un bambino che perde i genitori al parco giochi,sono rimasto sdraiato in bagno come uno scemo per ore,mi sento privato della mia vita,ed io stesso sono l'unico colpevole.
In fin dei conti la mia famiglia e i miei animali sono l'unica cosa che conta,senza di loro,non ho ragione di esistere.
Ma come dire la veritá,come dire ai miei che per la trentaquattresima volta nella sua vita il sottoscritto ha cambiato di nuovo idea? dopo tutti i sacrifici che stanno facendo? devo essere me stesso e trovare la forza di dire loro che anche questa strada non è la mia (nessuna strada lo è ma loro credono ancora che ce ne sia una) oppure devo tenermi tutto dentro e loro continuano ad esser felici per me,e fissare ogni giorno il calendario sperando di tornare da loro il prima possibile?
Mi vergogno di me stesso. Vi chiedo un consiglio o un parere.
Sono un ragazzo di 22 anni.
Da ormai quattro mesi mi sono trasferito dalla casa di campagna in cui vivevo assieme alla mia famiglia,ad un appartamento di cittá per poter frequentare l'universitá.
Quando sono partito credevo fermamente in questa strada ed ero convinto che questa nuova avventura all'insegna dell'autonomia e della indipendenza mi avrebbe reso più felice.
Premetto che sono una persona molto indecisa,e i miei genitori,conoscendomi,mi hanno messo di fronte ad una scelta,e fra lavorare e l'universitá,ho scelto quest'ultima,ed ho persino scelto di allontanarmi dal mio nucleo familiare,pensando che attraverso una nuova "vita" avrei vinto l'indecisione e sarei cambiato (non porto mai nulla a termine).
Ma dopo i primi mesi di universitá,in cui ero motivato dalla novitá dell'esperienza,mi dono sentito di nuovo spento,ma comunque ho cercato di impegnarmi al massimo fino alle vacanze di Natale,che ho deciso di trascorrere con la mia famiglia.
Perchè mi mancava la mia vita passata,la mia famiglia,la mia casa in campagna,per me il Natale con la famiglia era diventato,nel mese di Dicembre,l'unico obiettivo,l'unico traguardo per motivarmi a studiare.
Ho passato una settimana favolosa con la mia famiglia nella nostra casa in campagna,e adesso che sono tornato nel mio appartamento,mi sento di nuovo vuoto dentro.
voglio tornare alla mia vecchia vita a casa mia,voglio stare tranquillo,voglio vivere in mezzo alla natura ed agli animali,lontano dalle persone estranee con cui non riesco ad essere me stesso.
voglio essere me stesso ed essere felice insieme ai miei fratelli,senza coinquilini,senza essere circondato da esseri umani e senza impegni gravosi e scadenze.
voglio svegliarmi con il mio cane che mi corre addosso,voglio occuparmi dei miei polli e delle mie cocorite,voglio dormire nel mio letto da una piazza e mezzo con i miei gatti senza essere svegliato dai bambini viziati che urlano del piano di sopra.
Odio le persone,i bambini,essere svegliato la notte,la solitudine,la paura costante che questa "nuova" vita mi cambi dentro ,emotivamente e che non mi faccia piu essere me stesso con le poche persone che amo.
Quando tornai dalla mia famiglia,ho rivissuto alcuni momenti brutti del liceo in sogno...i bulli del liceo che mi infastidivano,la ragazza che mi piaceva che mi prendeva in giro,la paura che una prof mi chiamasse interrogato sapendo di non aver studiato,oppure che ero arrivato al giorno in cui sarei dovuto ripartire da casa mia alla fine dell'anno,ogni giorno la paura di lasciare di nuovo la mia casa mi attanagliava.
Io non ho mai pianto,non ci sono mai riuscito ma adesso che sono tornato all'appartamento in cittá,ho salutato felicemente i miei che mi hanno accompagnato...e poi sono scoppiato in lacrime come un bambino che perde i genitori al parco giochi,sono rimasto sdraiato in bagno come uno scemo per ore,mi sento privato della mia vita,ed io stesso sono l'unico colpevole.
In fin dei conti la mia famiglia e i miei animali sono l'unica cosa che conta,senza di loro,non ho ragione di esistere.
Ma come dire la veritá,come dire ai miei che per la trentaquattresima volta nella sua vita il sottoscritto ha cambiato di nuovo idea? dopo tutti i sacrifici che stanno facendo? devo essere me stesso e trovare la forza di dire loro che anche questa strada non è la mia (nessuna strada lo è ma loro credono ancora che ce ne sia una) oppure devo tenermi tutto dentro e loro continuano ad esser felici per me,e fissare ogni giorno il calendario sperando di tornare da loro il prima possibile?
Mi vergogno di me stesso. Vi chiedo un consiglio o un parere.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè posso comprendere il disagio connesso e l'impatto che la situazione ha sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare vissuti e pensieri emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione si irrigidisca ulteriormente.
Credo che un consulto con un professionista possa anche aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un professionista possa anche aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
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Buongiorno, Grazie per la condivisione. Da quanto scrive sembra che lei non fosse pronto a prendere la decisione di uscire dalla casa dei suoi genitori per trasferirsi in città, sembra essere stata una scelta forzata e spinta. Mi colpisce molto tuttavia il modo in cui si incolpa ed i pensieri per cui non esiste al di fuori della sua famiglia. Alla sua domanda, non dò una risposta unica e generalizzante in quanto, senza conoscerla, non potrei tenere conto di quello che pensa, sente e vuole lei. La invito a contattare uno psicologo con cui esplorare meglio quanto vive ad oggi. Rimango a disposizione, un caro saluto
Salve, trovare la propria strada..come se questa in qualche modo fosse scritta e indicata chiaramente cammin facendo. Non è cosi, è l'esperienza e l'effetto che questa esperienza fa su di noi a determinare la direzione che prendiamo e di volta in volta questa potrebbe cambiare. Ignorare ciò che si sente ci mette sempre a rischio di disagio psicologico e quindi non si può ritenere che far finta di nulla o vivere secondo i desideri di chi per noi è importante sia una soluzione. Non lo è mai, anzi è un rischio. E inoltre ci fa perdere molto tempo prezioso che magari impiegato meglio secondo ciò che sentiamo ci porterebbe su strade molto più salutari e fruttuose per la nostra vita.
Rimango a disposizione, parlarne con uno psicologo può portarla a chiarimenti su di sé nell'ottica di poter e saper scegliere il meglio per se stesso.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Rimango a disposizione, parlarne con uno psicologo può portarla a chiarimenti su di sé nell'ottica di poter e saper scegliere il meglio per se stesso.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Gentile utente,
la Sua situazione di sofferenza sembra presentare varie componenti tra cui una difficoltà al cambiamento. Una situazione totalmente nuova può rinforzare il senso di insicurezza che si ha quando si incomincia a dover decidere o scegliere il proprio futuro.
Probabilmente avrebbe necessità di fare un percorso indirizzato a valorizzare e conoscere meglio se stesso e le proprie potenzialità, da cui potrebbe cogliere le risorse per affinare e indirizzare in maniera più efficace la progettazione della Sua vita. In tal caso non è detto che non possa trovare una mediazione tra il "vecchio e il nuovo" senza dover rinunciare ad entrambi. Ad ogni modo il primo step è cercare di trovare la forza di affrontare una verità con cui prima o poi si dovrà misurare: c'è un forte disagio per l'attuale condizione e quindi occorre cercare soluzioni, senza farsi bloccare troppo dalla paura di eventuali conseguenze. Più le cose si affrontano, più si acquisisce esperienza. Dr.ssa Maria Torlini
la Sua situazione di sofferenza sembra presentare varie componenti tra cui una difficoltà al cambiamento. Una situazione totalmente nuova può rinforzare il senso di insicurezza che si ha quando si incomincia a dover decidere o scegliere il proprio futuro.
Probabilmente avrebbe necessità di fare un percorso indirizzato a valorizzare e conoscere meglio se stesso e le proprie potenzialità, da cui potrebbe cogliere le risorse per affinare e indirizzare in maniera più efficace la progettazione della Sua vita. In tal caso non è detto che non possa trovare una mediazione tra il "vecchio e il nuovo" senza dover rinunciare ad entrambi. Ad ogni modo il primo step è cercare di trovare la forza di affrontare una verità con cui prima o poi si dovrà misurare: c'è un forte disagio per l'attuale condizione e quindi occorre cercare soluzioni, senza farsi bloccare troppo dalla paura di eventuali conseguenze. Più le cose si affrontano, più si acquisisce esperienza. Dr.ssa Maria Torlini
Gentile utente, non deve essere facile vivere con questa angoscia dentro e sicuramente prima la riuscirà ad affrontare e prima potrà ritornare a vivere. Molto spesso le aspettative genitoriali sono dei vestiti ingombranti con cui tutti noi dobbiamo fare i conti e il falso sé che a volte ci siamo cuciti addosso per non deludere, copre e nasconde il vero sé, che non ha trovato spazio per costruirsi e rafforzarsi. Le consiglio di iniziare un percorso di terapia che l'aiuti a ritrovare se stesso e ad essere finalmente felice. In bocca al lupo! Lydia Dott.ssa Chiovari
Gentile utente,
lei sta vivendo un cambiamento molto importante. Talvolta ci vuole del tempo per adattarsi alle nuove situazioni. Certamente l’idea di “tornare indietro” nelle sue scelte può essere rassicurante perché la mette al riparo dalle sue paure.
Si dia del tempo e valuti la possibilità di confrontarsi con un bravo professionista psicologo.
Le faccio i miei migliori auguri!
Dott.ssa Zena Ballico
lei sta vivendo un cambiamento molto importante. Talvolta ci vuole del tempo per adattarsi alle nuove situazioni. Certamente l’idea di “tornare indietro” nelle sue scelte può essere rassicurante perché la mette al riparo dalle sue paure.
Si dia del tempo e valuti la possibilità di confrontarsi con un bravo professionista psicologo.
Le faccio i miei migliori auguri!
Dott.ssa Zena Ballico
Salve. Le varie esperienze che si fanno, servono a comprendere quale è la propria strada. A me sembra che lei l'abbia capita ed è quella di vivere e lavorare in campagna, perché lì si sente se stesso. Trovi il coraggio di comunicarlo alla famiglia e se ha difficoltà a farlo, si conceda la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico che possa stimolarla a trovare la fiducia in sé per affermarsi nella vita per percorrere la strada che la fa sentire a suo agio. Distinti saluti
Salve, comprendo benissimo la sua situazione, immagino la sua sofferenza nell'aver compreso di aver sbagliato (probabilmente) di nuovo la sua strada. Le premetto che non è semplice comprendere la propria strada soprattutto quando ci si sente così profondamente legati al proprio "nido" di origine.
Penso che nella sua storia ci siano delle difficoltà nella separazione dalla sua famiglia di origine che la portano a non concludere quasi mai nulla. Mi dispiace molto per lei e
le consiglio vivamente di intraprendere un percorso terapeutico che la possa aiutare a far luce sui suoi vissuti e le sue emozioni.
Cordiali saluti
dr.ssa Bellavia
Penso che nella sua storia ci siano delle difficoltà nella separazione dalla sua famiglia di origine che la portano a non concludere quasi mai nulla. Mi dispiace molto per lei e
le consiglio vivamente di intraprendere un percorso terapeutico che la possa aiutare a far luce sui suoi vissuti e le sue emozioni.
Cordiali saluti
dr.ssa Bellavia
Buongiorno gentile utente, ho letto con attenzione ciò che ha condiviso; mi hanno particolarmente colpita i sogni che ha fatto nel periodo trascorso presso la sua famiglia. I contenuti di questi sogni, insieme alla definizione che lei dà di sé come una persona molto indecisa che non porta mai nulla a termine, mi sembrano il punto di partenza per una riflessione sulla sua storia e sull'idea che lei ha di sé. Una riflessione che potrebbe condurre a capire cosa vuole e quali obiettivi può ragionevolmente porsi. Nulla è perso, né la sua nuova avventura all'università e l'impegno che vi ha messo in questi mesi, né la sua confortevole casa, la sua famiglia, i suoi animali e le sue abitudini. Si tratta di capire cosa è più adatto a lei e come può realizzarlo, e di scoprire che forse oggi lei potrebbe essere diverso dal ragazzo infastidito dai bulli a scuola, spaventato dalla possibilità di essere interrogato o intimidito di fronte alla ragazza che le piace. Si dia modo di notare che l'entusiasmo per le novità e le sfide può convivere con l'insicurezza, con la nostalgia e la difficoltà di stare lontani dalle persone e dai luoghi conosciuti e amati. La sua età è perfetta per lavorarci un po' su. Resto a disposizione. Cordiali saluti. Dott.ssa Cinzia Lucia Bugni Batte
Gentile Utente, grazie per aver condiviso il suo problema. Vedrei i lati positivi dell'aver provato l'università fuori: essere giunto alla conclusione che non è la strada che fa per lei. Nella vita si sbaglia e si cambia strada, non è necessario colpevolizzarsi troppo per questo. Guardi agli errori come strumenti per la crescita personale e non si giudichi. Un consulto psicologico potrebbe esserle utile per fare più chiarezza sulle sue emozioni e i progetti futuri. Un cordiale saluto. Dott. Damiano Spinali
Salve,
allontanarsi dalla propria famiglia d'origine non è facile per nessuno, per qualcuno può essere più difficile.
Le sue sono domande importanti che meriterebbero uno spazio personale di approfondimento al fine di fare chiarezza dentro di sé, con la calma e la delicatezza necessarie.
Un percorso psicoterapeutico potrà certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
allontanarsi dalla propria famiglia d'origine non è facile per nessuno, per qualcuno può essere più difficile.
Le sue sono domande importanti che meriterebbero uno spazio personale di approfondimento al fine di fare chiarezza dentro di sé, con la calma e la delicatezza necessarie.
Un percorso psicoterapeutico potrà certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
Buongiorno, sono dispiaciuta per la sua situazione e per il senso di colpa e di vergogna che prova. Soprattutto percepisco la sua sensazione di non avere vie di uscita. Sicuramente rivolgersi ad un professionista può aiutare prima di tutto a ridimensionare questo senso di vergogna, per trovare nuovi modi di affrontare i suoi problemi e, di conseguenza, ad aprirsi al mondo: ai genitori, che sapendo la verità del suo dolore potrebbero essere di aiuto. Al mondo là fuori, che rappresenta il futuro , magari entrando a piccoli passi.
Rimango a disposizione, dott.ssa Giovanna Volpe
Rimango a disposizione, dott.ssa Giovanna Volpe
Buongiorno, la situazione che vive è abbastanza comprensibile per la sua età e per la sua esperienza. Sa, è difficile separarsi dalla famiglia, e da relazione protettive e accudenti soprattutto se il mondo intorno è vissuto in modo così fastidioso e ostile. Perché mai allora dovrebbe allontanarsene? Vero è però che all'inizio dell'esperienza era felice ed era convinto che un'esperienza di autonomia e indipendenza le avrebbe fatto bene. Come poter allora conciliare il bisogno di relazioni sicure e la visione di sé come autonomo ed indipendente?
Credo che sia un punto di partenza dal quale partire per un eventuale percorso psicologico che potrebbe aiutarla a viversi e a vivere diversamente gli altri nella distanza e se stesso in queste situazioni.
Cordialmente, Dott.ssa Semeraro
Credo che sia un punto di partenza dal quale partire per un eventuale percorso psicologico che potrebbe aiutarla a viversi e a vivere diversamente gli altri nella distanza e se stesso in queste situazioni.
Cordialmente, Dott.ssa Semeraro
Salve. Sono dispiaciuta per il periodo che sta passando e per i sentimenti che prova. Ci tengo a dirle che trovare la propria strada è un percorso che può essere complicato, non sempre è facile da capire e da seguire. Quello che lei sente è assolutamente normale visto il cambiamento di vita e il distacco dalla famiglia. Però credo sia importante approfondire questa vergogna che sente e questa sofferenza nell'essersi separato dalla sua casa. Un percorso potrebbe essere utile per riflettere sulle tematiche che ha riportato e anche per definire, piano piano, il suo futuro e la strada che vorrebbe seguire. La saluto, Dott.ssa Federica Curci
Salve, la ringrazio per aver trovato lo spazio per scrivere sulla piattaforma in quanto non è sempre facile aprirsi temendo un eventuale risposta. Questo è un primo atto di coraggio. Accolgo la sua fatica, certo deve essere proprio difficile sentirsi sradicato, sentire il senso di colpa nei confronti dei suoi genitori e la paura di poterli deludere. Dalle sue parole sembra che questa scelta sia stata forzata e non sufficientemente pensata, tutto questo le sta gravando al punto tale che lei dice di odiare la vita che conduce. Implicitamente ci sta un forte senso di rabbia che vive dentro di lei e forse questo sentimento è legato a un conflitto interiore che lei sta vivendo. Non è sempre facile decidere perchè questo vuol dire in qualche modo definirsi e alle volte può sembrare spaventoso. Tuttavia la invito a riflettere sul fatto che tornare in casa, nel suo habitat di campagna, non è necessariamente un tornare indietro. Le consiglio di iniziare un percorso di terapia per indagare meglio alcuni aspetti che seppur non gravi hanno bisogno di esser tenuti in osservazione.
Rimango a disposizione, anche online. La dott.ssa Flaminia Iafolla
Rimango a disposizione, anche online. La dott.ssa Flaminia Iafolla
Carissimo utente, sta affrontando una prova ardua. Ha lasciato tutto quello che conosce per vivere nuove esperienze e forse anche acquisire nuove competenze. È abbastanza comune che ragazzi della sua età escano da casa per scoprire chi sono fuori da quell’ambiente familiare così conosciuto che ogni tanto può anche limitare certi aspetti di quello che la persona è.
Uscendo dalla propria comfort zone ci sono delle sfide, e come Lei scrive, tante di quelle le sta affrontando in questo momento.
Prima di tutto è importante dire che non c’è niente di cui vergognarsi se dopo aver provato una nuova esperienza, ha scoperto che in realtà non è quello che voleva.
Visto però che si trova in questa situazione in cui sta già facendo un percorso universitario, ha già trovato una casa con dei coinquilini in cui vivere, forse è un’occasione per esplorare questi aspetti, aiutato da uno psicologo: Cosa L’ha portato uscire di casa? Cosa La fa sentire così solo dov’è in questo momento e cosa dovrebbe cambiare nell’ambiente in cui vive perché Lei si sentisse più a suo agio? cosa Le succede che le impedisce di portare a termine le cose? Perché succede questo?
Di solito nelle università ci sono dei servizi psicologici agli iscritti gratis o con un prezzo accessibile. Le consiglio di intraprendere un percorso prima di tornare a casa. Questo lo potrà sempre fare. Qui c’è un’occasione per scoprire qualcosa di nuove su se stesso.
Uscendo dalla propria comfort zone ci sono delle sfide, e come Lei scrive, tante di quelle le sta affrontando in questo momento.
Prima di tutto è importante dire che non c’è niente di cui vergognarsi se dopo aver provato una nuova esperienza, ha scoperto che in realtà non è quello che voleva.
Visto però che si trova in questa situazione in cui sta già facendo un percorso universitario, ha già trovato una casa con dei coinquilini in cui vivere, forse è un’occasione per esplorare questi aspetti, aiutato da uno psicologo: Cosa L’ha portato uscire di casa? Cosa La fa sentire così solo dov’è in questo momento e cosa dovrebbe cambiare nell’ambiente in cui vive perché Lei si sentisse più a suo agio? cosa Le succede che le impedisce di portare a termine le cose? Perché succede questo?
Di solito nelle università ci sono dei servizi psicologici agli iscritti gratis o con un prezzo accessibile. Le consiglio di intraprendere un percorso prima di tornare a casa. Questo lo potrà sempre fare. Qui c’è un’occasione per scoprire qualcosa di nuove su se stesso.
Caro utente, arriva molto la sofferenza che sta sperimentando leggendo questo messaggio e mi dispiace molto stia attraversando questo periodo. In battuta finale, quando scrive 'nessuna strada lo è [la mia]' sembra quasi come se avesse stabilito una sentenza su se stesso, una decisione immodificabile. Mi colpisce la sua difficoltà a percepirsi come in grado di scegliere per sé stesso, di esistere e sopravvivere al di fuori della sua comfort zone ed il fatto che abbia sviluppato un sentimento di astio (lei parla di odio) nei confronti degli altri esseri umani. Non credo di poter rispondere in maniera esaustiva alla sua domanda poiché ci sarebbe un mondo dietro da indagare e questo potrebbe essere fatto nell'ambito di un percorso con uno psicologo. La invito a considerare questa possibilità anche per comprendere quali siano le sue risorse e riscoprire la sua capacità di scegliere e di vivere a pieno la sua vita, senza ripensamenti e sensi di colpa.
Resto a sua disposizione.
Un caro saluto,
Simona Del Peschio
Resto a sua disposizione.
Un caro saluto,
Simona Del Peschio
Ciao, la prima cosa che mi viene in mente rispetto a quanto scrivi è la frase di qualcuno che di intelligenza se ne intendeva...la misura dell'intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando necessario...chi lo dice che il tuo percorso per l'autonomia e l'indipendenza debba passare per forza per università, appartamento condiviso con persone estranee e vivere in città? Il fatto che tu abbia bene in mente che, ad esempio, la natura, gli animali, la vita di campagna sia più in linea con il tuo sentire non esclude un percorso di emancipazione in un contesto come quello...Allo stesso tempo però nel "diventare grande" non potrai prescindere dalla relazione con l'Altro, dal tuo rapporto con la solitudine e dalle dinamiche familiari, quindi ti auguro comunque di intraprendere un percorso psicologico per indagare questi aspetti, un percorso che ti possa supportare nel condividere con i tuoi cari quello che senti esattamente come hai fatto qui con noi! ...un'idea potrebbe essere stampare questo scritto e farlo leggere a loro o leggerlo con loro...resto a disposizione anche per messaggio se lo vorrai, coraggio
un caro saluto
Sara
un caro saluto
Sara
Grazie per aver condiviso la tua esperienza e per la fiducia. Dal tuo racconto emergono sentimenti di indecisione, senso di perdita, nostalgia e uno stato di insoddisfazione per la vita attuale in città, che si contrappone alla serenità che provavi nella vita precedente a contatto con la famiglia e la natura. Inoltre, descrivi sentimenti di ansia e tristezza riguardo a un cambiamento vissuto come forzato e forse incongruo rispetto ai tuoi reali bisogni e desideri.
Alcuni elementi significativi della tua descrizione potrebbero rientrare in specifici quadri di funzionamento mentale o esperienze sintomatologiche. Sembra esserci un legame profondo e positivo con il nucleo familiare, che allo stesso tempo rappresenta una fonte di supporto, ma anche un ambito da cui allontanarsi per sviluppare un’identità autonoma . Questa tensione tra desiderio di autonomia e il bisogno di un ambiente sicuro e stabile può generare ambivalenza e oscillazioni nelle decisioni, con difficoltà a portare avanti i progetti intrapresi.
Il senso di vuoto e il desiderio di ritirarsi possono essere considerati manifestazioni di un disturbo dell’adattamento o di una risposta depressiva. Queste esperienze sono spesso collegate alla difficoltà di trovare un senso di appartenenza o di coerenza identitaria quando ci si trova a vivere in un contesto percepito come ostile o estraneo, come nel caso della tua nuova vita in città.
I sogni disturbanti sul passato scolastico, le esperienze di bullismo e umiliazione sembrano segnalare come lo stress attuale abbia riattivato situazioni pregresse non del tutto elaborate, connesse a vulnerabilità o insicurezze personali. Le esperienze traumatiche possono tornare alla mente in momenti di forte stress o cambiamento, il passato sembra influenzare profondamente la percezione e la gestione delle nuove sfide.
In questo quadro, potrebbe essere utile confrontarti con un professionista che possa sostenerti nell'esplorare queste emozioni e conflitti, aiutandoti a individuare strategie per affrontare il presente in modo più sereno e sostenibile. Essere se stessi e comunicare le proprie difficoltà è il primo passo per comprendere meglio i tuoi bisogni e trovare una strada più autentica. Un caro saluto
Alcuni elementi significativi della tua descrizione potrebbero rientrare in specifici quadri di funzionamento mentale o esperienze sintomatologiche. Sembra esserci un legame profondo e positivo con il nucleo familiare, che allo stesso tempo rappresenta una fonte di supporto, ma anche un ambito da cui allontanarsi per sviluppare un’identità autonoma . Questa tensione tra desiderio di autonomia e il bisogno di un ambiente sicuro e stabile può generare ambivalenza e oscillazioni nelle decisioni, con difficoltà a portare avanti i progetti intrapresi.
Il senso di vuoto e il desiderio di ritirarsi possono essere considerati manifestazioni di un disturbo dell’adattamento o di una risposta depressiva. Queste esperienze sono spesso collegate alla difficoltà di trovare un senso di appartenenza o di coerenza identitaria quando ci si trova a vivere in un contesto percepito come ostile o estraneo, come nel caso della tua nuova vita in città.
I sogni disturbanti sul passato scolastico, le esperienze di bullismo e umiliazione sembrano segnalare come lo stress attuale abbia riattivato situazioni pregresse non del tutto elaborate, connesse a vulnerabilità o insicurezze personali. Le esperienze traumatiche possono tornare alla mente in momenti di forte stress o cambiamento, il passato sembra influenzare profondamente la percezione e la gestione delle nuove sfide.
In questo quadro, potrebbe essere utile confrontarti con un professionista che possa sostenerti nell'esplorare queste emozioni e conflitti, aiutandoti a individuare strategie per affrontare il presente in modo più sereno e sostenibile. Essere se stessi e comunicare le proprie difficoltà è il primo passo per comprendere meglio i tuoi bisogni e trovare una strada più autentica. Un caro saluto
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