Salve a tutti, sono qui perché in questo preciso momento non ho persone esperte a cui chiedere dato

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Salve a tutti, sono qui perché in questo preciso momento non ho persone esperte a cui chiedere dato che ho interrotto i rapporti con il mio psicologo e psichiatra per un esperienza non particolarmente positiva. Ho 23 anni e da 6 mesi sono stato (e sono per forza di cose) in cura con dropaxin e xanax a livello farmacologico. Sono arrivato nel studio per via degli attacchi di panico e dopo 40 minuti di visita la diagnosi: ansia generalizzata lieve e attacchi di panico. Ora, con il farmaco sul lungo periodo non mi sono mai trovato bene, passate le due settimane iniziali dove ho notato semplicemente confusione e flessione d'umore, nei mesi a seguire invece ho sperimentato qualsiasi effetto collaterale del Ssri. Non ero entrato lì per l'ansia ma ho sperimentato dopo un aumento di dose cosa fosse davvero un ansia patologica, perenne confusione, agitazione, emozioni "ovattate" e ancor meno energia di prima. Ho fatto presente al medico in almeno 3 follow up di queste cose e che forse il farmaco non faceva per me, ma niente, la terapia doveva essere quella. Con lo psicologo invece col passare dei mesi mi sono sentito più giudicato che aiutato e compreso. Sono in attesa di trovare un altro psichiatra e regolarmi di conseguenza anche con il nuovo terapeuta. Capitemi, mi sento piuttosto solo e senza una guida in tutta questa storia, credo di aver fatto la cosa giusta ma gestire il vuoto di questo periodo non è proprio facilissimo anche perché ora sono con dei sintomi di astinenza da ssri (qui l'errore è stato mio perché pensavo potevo toglierle tutte di botto). Cosa posso fare per alleggerire i sintomi di quest'astinenza? E secondo la vostra esperienza ho fatto la cosa giusta? Sto attraversando questo periodo in maniera un po' fatalista ma non voglio comunque assolutamente mollare. Grazie in anticipo a tutti
Gentilissimo buonasera, comprendo il senso di abbandono che sta vivendo, stare male è brutto, non avere un punto di riferimento nel proprio malessere è anche peggio. Immagino che interrompere l'assunzione di ssri sia stato un gesto impulsivo e ne sta pagando le conseguenze, credo che la cosa più saggia per lei sia chiedere consiglio al suo medico curante. Per quanto riguarda il terapeuta, se non si trovava bene con chi la seguiva ha fatto bene ad abbandonare. Perché una terapia funzioni la relazione terapeutica deve essere positiva, altrimenti serve a poco. E' un bene che nonostante questa esperienza poco felice lei non voglia mollare, il suo desiderio di stare bene è la risorsa più potente che ha. Coraggio. Resto a disposizione se posso essere utile e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa

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Buongiorno.
La parola da cui partirei è solitudine, che lei ha citato e su cui ritengo che si possa fare qualcosa di molto importante insieme. Perciò le propongo un colloquio almeno conoscitivo online, poi vedremo.
Circa i farmaci, lei saprà che noi psicologi non siamo medici, quindi non possiamo trattare di questo argomento in termini di prescrizione, ma sicuramente in termini di esperienza vissuta da lei.
Buonasera, al nnetto del suo disagio le consiglierei di rivolgersi al più presto ad un medico/psichiatra per la gestione dell'astinenza ed eventualmente la ripresa di uno scalaggio più graduale. Per la psicoterapia le consiglio di capire se ha qualche preferenza di approccio e dirigersi verso quello, una volta stabilita l'alleanza terapeutica cerchi di affidarsi alle indicazioni del/della professionista per dare la possibilità alla terapia di agire.
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. L'interruzione dei farmaci è una questione con la quale dovrà discutere con il medico competente, in quanto è la figura idonea a darle queste risposte, se quindi attualmente non dispone dello psichiatra può chiedere consiglio al medico di base, che la potrà indirizzare meglio.
Per quanto riguarda la psicoterapia, può capitare di non sentirsi a proprio agio nella relazione terapeutica, d'altronde è a tutti gli effetti una relazione tra due individui e come accade nella vita quotidiana di non trovarsi bene con una persona che conosciamo, lo stesso può succedere in terapia. Si dia una seconda possibilità e provi nuovamente a cercare il terapeuta adatto a lei, sono certa che ne trarrà beneficio.
Un caro saluto,
Stefania La Torre
Gentile utente di mio dottore,
i disturbi d' ansia possono essere trattati con successo attraverso l'ausilio combinato della farmacoterapia e della psicoterapia, ma è necessario che il paziente si affidi completamente agli specialisti di riferimento. Detto questo, non conosco le ragioni per quali ha abbandonato entrambi le terapie, allo stesso tempo le consiglierei di contattare quanto prima un nuovo psichiatra e anche un nuovo terapista. L' interruzione priva di scalaggio di una terapia farmacologica ad esempio potrebbe essere deleteria oltre che dannosa. Nella speranza possa seguire le indicazioni fornite.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentilissimo,
l'interruzione dei farmaci comporta spesso una fase di astinenza che è certamente di difficile gestione. Ne parli con il medico per capire le alternative. Per quanto riguarda il terapeuta certo non è facile trovare quello giusto e se si sentiva giudicato ha fatto bene ad interromperla. Lei ne ha però parlato con il terapeuta ed a esplicitare questa sua sensazione? Se non l'ha fatto, come mai? Le lascio queste domande come spunto di riflessione per una sua futura ricerca e per capire se ci sono dei temi in cui sente di essere più sensibile al giudizio.
Rimango a disposizione in caso di necessità
cordialmente
Simona Torrente- Psicologa e Psicoterapeuta Torino
Caro utente, visto il suo riconoscere una sintomatologia da interruzione di farmaci la prima cosa che mi sento di dirle e di rivolgersi al suo medico curante per la gestione degli effetti collaterali. Nel caso stesse molto male vada in pronto soccorso. Per quanto concerne la psicoterapia valuti di poter affiancare alla terapia farmacologica un nuovo percorso terapico. Rispetto all'approccio da adottare, ogni approccio terapeutico potrebbe essere potenzialmente adatto a lei, poichè un pezzo importante della terapia e la relazione tra terapeuta e paziente (come anche lei ha avuto modo di notare). Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente buongiorno
Mi spiace per il periodo difficile che sta passando che la porta anche a fare cose che non desidera,
Gli aspetti farmacologici sia per l’assunzione che per la riduzione vanno sempre gestititi e concordati con il medico psichiatra, specialista e competente in materia. ( può cambiarlo, certo, se non si è’ trovato bene)
Per la psicoterapia e’ un’ottima scelta quella di voler affrontare le sue problematica in un’ottica di guarigione partendo dalle radici del problema.
Scelga con cura lo/a psicologo/a specializzato/a in psicoterapia perché partire da un buon legame di fiducia ed empatia le permette anche di apprezzarne gli interventi psicoterapeutici.
Un saluto cordiale
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Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che ha descritto e per le emozioni che questa condizione le suscita, immagino che non si sia sentito compreso dalle figure professionali a cui si è rivolto e adesso, oltre che con l'ansia, si trova alle prese con i sintomi da astinenza. Per la questione dei farmaci consiglierei di rivolgersi ad un altro psichiatra, e, per un'intervento immediato sui sintomi dovuti all'interruzione improvvisa, potrebbe anche chiedere al suo medico curante . Il suo medico saprà anche aiutarla nella ricerca di nuovi profili. E' importante che si senta compreso e accolto per potersi affidare a un nuovo terapeuta, che si tratti dello psicologo o dello psichiatra.
Buon proseguimento
Cordiali Saluti
Gentile utente,
credo che lei abbia chiara la situazione in cui si trova ma sicuramente ha bisogno di un supporto per ritrovare fiducia.
La riuscita di un rapporto (anche medico/paziente) deve basarsi sulla fiducia che entrambe le parti devono riporre assumendo responsabilità e rischi
Cordiali saluti
Dott.ssa Aida Faraone
Buongiorno, ho letto e compreso quanto scritto.
L'ansia va trattata il prima possibile, altrimenti poi si cronicizza. Lei è comunque molto giovane, e questo è a suo favore. Si affidi ad uno psichiatra per reintrodurre i farmaci e trovi un terapeuta con cui sente fiducia, questo le permetterà di fare un buon percorso e risolvere i suoi problemi con l'ansia e la solitudine.
Dott.ssa Irene Buzzoni
Buongiorno, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza.
Sento moltissimo il senso di abbandono che sta provando in questo momento. Probabilmente non si è sentito compreso dalle figure professionali a cui si è rivolto. A tal proposito mi sento di dirle che il rapporto di fiducia è alla base nelle relazioni di cura. Perciò mi auguro che lei trovi uno psicologo o psicoterapeuta che la possa accompagnare nel processo di scoperta di se stesso. Riguardo i farmaci, se non è più in cura da uno psichiatra, le consiglio di rivolgersi al suo medico di base. Le auguro di trovare la serenità che sta cercando. Rimango a disposizione per ogni chiarimento. Dott.ssa Veronica Savio
Gentile utente, purtroppo come non sempre lo psichiatra azzecca al primo colpo i farmaci e la posologia, allo stesso modo non sempre si trova lo psicologo clinico adatto alle proprie esigente e a cui ci si riesce ad affidare. Cerchi dei nuovi professionisti che possano aiutarla ma tenga a mente che a volte i tempi prima di vedere dei risultati concreti possono essere relativamente lunghi. Non perda la fiducia nella possibilità di stare meglio. Resto a disposizione eventualmente, Dott.ssa Sofia Bonomi
Gentile utente, innanzitutto grazie per la condivisione.
Come suggerito precedentemente dai colleghi, l'ausilio combinato della farmacoterapia e della psicoterapia permette di lavorare con successo quando si ha un disturbo d'ansia. Le consiglio di affidarsi a uno psichiatra che la aiuti nella gestione del farmaco e a uno psicoterapeuta che la aiuti a comprendere meglio il senso del suo sintomo.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Elena Sonsino
Buon pomeriggio, le sue parole mi hanno colpita, è raro trovare ragazzi giovani con una simile consapevolezza. A mio parere ha fatto la cosa giusta, troppo spesso sottovalutiamo il nostro istinto e la nostra naturale capacità di intuire ciò di cui abbiamo bisogno. Mi spiace non si sia trovato bene con la figura che avrebbe dovuto sostenerla nel suo desiderio di crescita, di comprensione e di riconquista del proprio benessere. Nulla di ciò che vive è sbagliato, tutto è indispensabile per la sua evoluzione, compreso questo momento così doloroso. Mi piacerebbe esserle affianco in questo percorso, per ascoltarla, guidarla e sostenerla. Rimango a sua disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Alice Marinucci
Le faccio i miei complimenti per le scelte coraggiose compiute; tuttavia il percorso non appare concluso ma solamente interrotto.
In bocca al lupo e, nel caso, sono a disposizione.
Dr. Bellato
Buongiorno, mi spiace per la sua situazione. Mi sento di suggerirle di rivolgersi quanto prima ad un professionista della salute mentale per essere sostenuto e aiutato a comprendere come affrontare al meglio queste difficoltà. Un caro saluto
Gentile utente, mi dispiace molto per la sua esperienza negativa. Comprendo quanto possa essere difficile affrontare un percorso terapeutico che non risponde pienamente alle sue esigenze. Sarebbe bello se ogni cosa andasse bene per chiunque, a prescindere dall'individualità della persona, ma non è così: siamo tutti diversi ed unici ed un vestito che può star bene a lei, può non star bene a qualcun altro. Ha fatto bene ad interrompere la terapia se non sentiva che le calzava bene. Come le è stato anche già detto, non perda la fiducia, noi ce l'abbiamo in lei! Non si faccia abbattere da questo periodo, la scelta di interrompere sia il percorso terapeutico che il trattamento farmacologico così improvvisamente ha sicuramente una ragione, cerchi di farsi aiutare per capire quale. So che non è facile, ma dalle sue parole percepisco una grande forza di volontà. Rimango a sua disposizione per qualsiasi domanda e le auguro sinceramente buona fortuna!
Dott.ssa Roberta Ferrigno
Buonsera, concordo con l'idea di non mollare e mi dispiace se non ha trovato dei professionisti con i quali si è trovato bene, può capitare. Eliminare la cura repentinamente e non in modo graduale, espone a sintomi di astinenza. Le suggerisco di parlarne subito con uno psichiatra o con il medico curante se ancora non ha trovato un sostituto di suo gradimento. Per lo psicologo invece le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, non sono la stessa cosa. Giudizio e incomprensione non fanno parte del mestiere. Le auguro il meglio! Ce la farà, perseveri, deve trovare i professionisti giusti.
Se ne accorgerà già dai primi incontri.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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