Salve a tutti, Sono il marito di una donna a cui è stato riscontrato un tumore al seno da diversi

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Salve a tutti,

Sono il marito di una donna a cui è stato riscontrato un tumore al seno da diversi mesi, con diversi noduli e alcuni linfonodi affetti. Mancano prove esaustive per verificare che ci sia metastasi o no.

Tutti gli oncologi da cui siamo stati riferiscono che è assolutamente necessario eseguire un percorso terapeutico che includa una chemioterapia, con probabilità di successo molto alte, perché se non si interviene così la metastasi è vicina. Benché le cure portino degli effetti collaterali, sono le uniche purtroppo che possono curarla.

Sin dal principio lei scartato tutte le terapie "convenzionali", in favore di terapie alternative (vitamina C alta dose, magnetoterapia, diete varie, ...); quando poi il tumore si è avvicinato troppo alla pelle ha deciso di correre di fretta ad una clinica in un paese extraeuropeo per eseguire la crioablazione (con lauto pagamento) e avendo genitori anziani ho dovuto accompagnarla io pur essendo in disaccordo.

Ha già acquistato diversi macchinari ed il resto dei costosi integratori, e vorrebbe acquistarne degli altri - benché non provenga da una famiglia ricca - perché le cure non sono disponibili in italia: insomma sta cercando tutti i modi per sfuggire ad un reale cura. Inoltre non vuole neanche farsi gli esami per verificare altri fuochi poiché - dice - infliggono radiazioni.

Nel passato ha avuto personali traumi con il settore medico ed i suoi genitori (è figlia unica) sono anch'essi in disaccordo sulle procedure, alimentati da continue notizie provenienti da fonti dubbie.

Sono allo stremo delle forze per cercare di mantenere un rapporto sano con lei e con la sua famiglia, ma allo stesso tempo non posso vedere che non si voglia curare per qualche trauma del passato. È di nazionalità straniera, cosa che complica ulteriormente potenziali sessioni psicologiche.

Cosa posso fare ?
Buongiorno,
mi spiace molto per la sua situazione, l'unica cosa che posso consigliarle viste le circostanze è di essere estremamente chiaro con sua moglie rispetto a come si sente lei rispetto alle sue scelte.
Le ricordi che, nonostante sia sua moglie a cui è stata diagnosticata questa brutta malattia, anche lei in quanto suo marito ne subisce le conseguenze, e di come si sente poco considerato ed impotente di fronte a queste scelte "terapeutiche" non condivise.

Le faccio i miei auguri
Dott. Giacomo Caiani

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Salve, è abbastanza ovvio che sua moglie sia in una condizione di negazione del problema e della sua entità. Poco può fare però ci sono due alternative. Può proporre a sua moglie una psicoterapia di coppia, e sarebbe la soluzione migliore. In alternativa si prenda cura di se stesso, ed affronti lei un percorso personale. In questo modo potrebbe assorbire meglio i colpi di una situazione che ad oggi sembrerebbe non gestibile. Saluti dott.ssa Sandra Petralli
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Buongiorno, capisco quanto possa essere difficile per lei affrontare il rifiuto di sua moglie di intraprendere un percorso di chemioterapia. Affrontare una malattia oncologica rappresenta una sfida per tutta la famiglia e un disaccordo così profondo sulle scelte terapeutiche può rendere il percorso ancora più complesso. Le suggerisco di condividere con sincerità e empatia i suoi dubbi e le sue preoccupazioni, esprimendo il suo punto di vista e il suo vissuto emotivo. Potrebbe proporre a sua moglie di parlare con un professionista, che possa aiutarvi a esplorare le emozioni legate alla malattia e alle cura; la lingua non sarà un ostacolo.
Un caro saluto, Dott.ssa Francesca Romagnano
Gentilissimo,
grazie per la sua condivisione. La situazione che descrive è complessa, ancor più senza sapere esattamente cosa ha provato o come ha provato a comunicare con sua moglie. Sicuramente un supporto psicologico la può aiutare in questo momento difficile, sia per aiutarla, in primis, a scaricare la tensione che immagino sentirà e anche per comprendere le migliori strategie sia di gestione dello stress ma, soprattutto, di comunicazione con sua moglie. Questo perché venire a conoscenza della presenza di una patologia di una persona cara è molto stressante e impattante, ancor più se vi è una situazione come da lei descritta. Sembrerebbe che ciò che descrive sia riportato sia ad un trauma ma probabilmente anche ad una negazione della malattia, o della sua gravità. Probabilmente l'aiuto più concreto potrebbe essere quello di parlare con più medici (anche più del vs. specialista di riferimento), in modo che sua moglie possa comprendere le reali cause e conseguenze del tumore e soprattutto le conseguenze in caso di mancanza di cura o di trattamento di cura erroneo/non idoneo. Potrebbe forse anche aiutare qualche sessione di supporto o psicoterapia di coppia così da permettere a lei di esteriorizzare in un ambiente protetto e di empatia le sue paure e preoccupazioni riguardo alla malattia e anche alla reazione di sua moglie riferita alle cure e, ugualmente, permettere a sua moglie di esteriorizzare le sue paure e preoccupazioni per comprendere la sua diagnosi e accettarla, se ve ne è la necessità. Spesso i reparti oncologici hanno uno psicologo/psicoterapeuta di riferimento che può organizzare incontri (di gruppo e individuali) di supporto, di psicoeducazione (includendo anche le fasi di negazione e accettazione della diagnosi), e terapia sia per i familiari che i pazienti, essendo presenti per chiarire e supportare in vista del difficile momento che si vive.
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Buongiorno, mi dispiace molto per la difficile situazione che state vivendo. Le consiglio di parlarne apertamente con sua moglie, esternandole come si sente al riguardo. Potrebbe anche valutare l'idea di parlarne con il reparto di oncologia a cui vi siete rivolti; solitamente hanno a disposizione uno psicologo/psicoterapeuta a cui potrebbe chiedere supporto. Rimango a disposizione. Dott.ssa Veronica Savio
La situazione che stai affrontando è profondamente complessa e carica di un peso emotivo straordinario. Quando una persona cara, come tua moglie, si trova ad affrontare una malattia grave come il tumore al seno, spesso emergono paure, traumi e convinzioni radicate che influenzano la sua capacità di prendere decisioni riguardanti la salute. È evidente che tua moglie si trovi in un momento di grande vulnerabilità, dove i traumi del passato e una profonda sfiducia nel sistema medico convenzionale stanno guidando le sue scelte attuali. Questo, a sua volta, sta mettendo a dura prova non solo la sua salute, ma anche il vostro rapporto e la tua serenità personale.

Dal punto di vista psicanalitico, è possibile che tua moglie stia cercando di mantenere un senso di controllo in una situazione che le appare spaventosa e imprevedibile. Le terapie alternative, i macchinari, e i trattamenti non convenzionali possono rappresentare per lei una via per sentirsi attiva nella sua guarigione, cercando di evitare un confronto diretto con le paure più profonde legate alla malattia e al sistema medico tradizionale.

Il tuo ruolo in tutto questo è estremamente difficile: desideri il meglio per lei, ma ti trovi di fronte a un muro fatto di ansie, traumi e convinzioni fortemente radicate. Potrebbe essere utile esplorare queste dinamiche insieme a un professionista, qualcuno che possa aiutarvi a decifrare il significato di queste scelte e a lavorare sui traumi del passato che potrebbero essere al centro di questo rifiuto delle terapie convenzionali.

Un consulto psicologico potrebbe offrire uno spazio sicuro dove tua moglie possa esprimere le sue paure e resistenze, e dove tu possa trovare sostegno nel tuo ruolo di compagno e caregiver. Se la lingua o la nazionalità rappresentano un ostacolo, esistono professionisti in grado di offrire supporto in diverse lingue, anche attraverso consulti online, che possono rendere il percorso più accessibile. Questo potrebbe facilitare un approccio terapeutico che tenga conto delle specificità culturali e linguistiche della vostra situazione.

Ti incoraggio a considerare questa possibilità, non come un’ulteriore sfida da affrontare, ma come un’opportunità per entrambi di trovare un modo per navigare in questo difficile momento insieme. La psiche umana è complessa, ma con il giusto sostegno, è possibile fare chiarezza e trovare un percorso che non solo rispetti i bisogni emotivi e psicologici di tua moglie, ma che possa anche portare alla guarigione nel senso più ampio del termine.

M.G.
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissimo, mi dispiace per la situazione delicata che sta vivendo. E' ovvio che sua moglie purtroppo sta cercando di fuggire dal dolore, e tutte le altre cure sono un palliativo. Probabilmente sua moglie è un soggetto altamente evitante, spesso la malattia ci porta ad assumere un distacco e a focalizzarci su cose meno invasive e dolorose, è evidente che bisogna intervenire subito, affinchè sua moglie si sottoponga alla corretta terapia, altrimenti rischia di autosabotarsi. L'autosabotaggio è tipico di pazienti fortemente depressi, ahimè non è il primo caso che sento simile e spero che lei possa convincere sua moglie a intraprendere anche un percorso di supporto psicologico. Provi a parlare con lei senza farla sentire giudicata e senza mostrare pena, provi magari a suggerire una terapia di coppia, di modo che possa incoraggiarla; condividere il dolore è spesso utile per affrontarlo.
Resto a disposizione, cordialmente. Dott.ssa Brafa
Gentile utente, mi dispiace tanto per quanto ha raccontato. È sicuramente una situazione complessa che andrebbe gestita con tutta l'équipe che sta seguendo sua moglie.
Da psicologo con formazione in Psiconcologia posso consigliarle di chiedere un supporto psicologico all'interno del reparto ospedaliero. Se la signora, avesse necessità o per qualsiasi atro motivo di un supporto esterno, resto a disposizione attraverso consulenze online. Stessa cosa per lei, valuti la possibilità di intraprendere un percorso di supporto psicologico, molto importante anche per i caregiver.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
E' molto complesso poterle dare una risposta. Forse parlare apertamente della Sua preoccupazione, ansia e angoscia potrebbe portare Sua moglie almeno a parlare con un oncologo o chirurgo oncologo di esperienza che possa fornirle informazioni scientifiche sulla validità delle cure tradizionali e di quelle alternative in modo che Sua moglie possa fare una scelta più consapevole con dati scientifici alla mano e non basate su credenze che possono anche essere erronee. Le faccio tanti auguri!
Buongiorno capisco la difficoltà del momento poiché quando si riceve una diagnosi di tumore non rappresenta solamente un trauma per la persona che la riceve, ma per l’intero sistema famiglia.
Le consiglio di confrontarsi giornalmente con sua moglie mostrandosi con chiarezza e riportando anche i suoi vissuti interiori, emotivi.
Le consiglio un supporto presso una figura professionale in psiconcologia.
Cordialmente dr.ssa Versari Debora.
Mi dispiace molto per la situazione che sta affrontando. È comprensibile che si senta sopraffatto e preoccupato per la salute di sua moglie e per il futuro della vostra famiglia. La sua preoccupazione e il suo desiderio di fare il meglio per lei sono evidenti e molto toccanti.

La comunicazione aperta e onesta con sua moglie è cruciale. Potrebbe essere utile esprimere i suoi sentimenti e preoccupazioni in modo gentile e comprensivo, cercando di capire anche il suo punto di vista e le sue paure. La sua resistenza alle terapie convenzionali potrebbe essere radicata in traumi passati e in una profonda sfiducia nel sistema medico. Riconoscere e validare queste paure può essere un primo passo per avvicinarsi a una soluzione condivisa.

Se sua moglie è aperta a discuterne, potrebbe essere utile coinvolgere un professionista della salute mentale che possa aiutarla a elaborare i suoi traumi e a considerare le opzioni terapeutiche in modo più equilibrato. Anche se le sessioni psicologiche possono essere complicate dalla sua nazionalità straniera, esistono terapeuti specializzati in trattamenti interculturali che potrebbero offrire un supporto adeguato.

Nel frattempo, cercare di mantenere un ambiente di amore e supporto reciproco è fondamentale. La qualità del tempo che trascorrete insieme, la condivisione di momenti significativi e il sostegno emotivo possono fare una grande differenza nel modo in cui affrontate questa difficile situazione.

È importante che anche lei si prenda cura di sé stesso. Affrontare una situazione così stressante può avere un impatto significativo sulla sua salute mentale ed emotiva. Non esiti a cercare supporto per sé stesso, sia attraverso amici, familiari o un professionista della salute mentale.

Nel caso in cui nulla facesse breccia, le consiglio accoratamente di rivolgersi davvero a un professionista affinchè possa aiutarla ad affrontare le sfide future. È importante, in questi momenti, permettersi di sentire e riconoscere queste emozioni senza giudicarle. La sofferenza, la paura e la tristezza sono reazioni umane normali e valide.

Spero che queste riflessioni possano offrirle un po’ di chiarezza e conforto. Sia forte. Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o di parlare di più, sono qui per aiutarla.
Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Gentile utente, massimo rispetto per la sua posizione in questo momento. Addolorato e in disaccordo. Non è facile suggerire cosa si può fare. Si dovrebbe approfondire la storia di sua moglie e di voi come coppia. Potrebbe proporre una terapia di coppia a sua moglie per affrontare insieme le difficoltà emotive di questo momento, facendo presente anche le sue difficoltà, evitando di menzionare il discorso cure. Tanto se sua moglie vuole cambiare idea, come ha fatto una volta, lo farà da sola. Se invece ha deciso che questa è per lei la modalità per affrontare la malattia, nessuno potrà farle cambiare idea. Se la vive non dico come alleato, ma neutrale e affettuoso può darsi che abbassi un po' le difese. Sono supposizioni sulla carta, come tali le prenda. Un'altra possibilità che potrebbe avere è di scegliere lei un supporto psicologico. E' stremato, addolorato, arrabbiato, si merita un po' di attenzione e la possibilità di elaborare questa situazione. Rimango a disposizione, la saluto cordialmente, dott.ssa Silvia Ragni
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È fondamentale comunicare con empatia e comprensione, incoraggiando la consulenza psicologica per affrontare le paure e i traumi. Esprimi i tuoi sentimenti con rispetto e sostegno. Cerca supporto da medici e terapeuti per affrontare insieme questa sfida. Non deve esser semplice ma sono sicura riuscirai a trovare
qualcuno che riesca a connettersi con tua moglie e che sia in grado di sintonizzarsi adeguatamente. Non demordere!
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Gentile utente, mi dispiace molto leggere della difficile situazione in cui lei e la sua compagna vi trovate. Purtroppo non possiamo costringere una persona a curarsi se non lo desidera. Può suggerirle un percorso psicologico per aiutarla ad affrontare questo difficile momento, nella speranza di superare le paure della signora riguardo alle cure, ma nulla più. Dalle sue parole mi sembra di capire però, che anche lei è molto provato dalla situazione, se lo desidera può pensare ad uno spazio per sè in cui ricevere supporto in questo momento. Resto a disposizione Dott.ssa Roberta Maccarone
Buongiorno, state affrontando sicuramente un momento molto difficile e delicato. Inoltre comprendo la difficoltà ad accettare le decisioni di sua moglie di curarsi con terapie alternative e di non sottoporsi ad ulteriori accertamenti. Allo stesso tempo, dopo averle condiviso il suo punto di vista e il suo stato emotivo rispetto a tutto ciò, non resta che lavorare su come questa situazione impatta psicologicamente su di lei.
Le patologie oncologiche, e non solo, impattano emotivamente anche sui famigliari, motivo per il quale spesso è utile pensare ad un supporto psicologico.
Quello che mi sento di suggerirle è di valutare l’idea di rivolergersi lei ad uno psicologo per far spazio alla sua sofferenza, ai suoi pensieri e alle sue emozioni.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, dott.ssa Martina Orzi
Gentilissimo, mi dispiace molto per la situazione che sta affrontando e la ringrazio per averla condivisa.
È comprensibile che si senta allo stremo delle forze, considerando la complessità emotiva e pratica di questa situazione. È chiaro che il desiderio di sua moglie di evitare le cure convenzionali è radicato in traumi del passato e influenze esterne, rendendo la questione ancora più delicata.
A tal proposito mi permetto di consigliarle di aprire un dialogo con sua moglie centrato sull'ascolto e sulla comprensione, senza giudizio. Provate a esplorare insieme le sue paure e preoccupazioni riguardo alle cure mediche tradizionali, cercando di validare le sue emozioni, ma al contempo, delicatamente, portare l'attenzione sulle evidenze scientifiche e sul parere degli esperti. Potrebbe essere utile coinvolgere un medico di cui sua moglie si fida, o che riesca a creare un rapporto empatico con lei, per spiegare l'importanza delle cure convenzionali, combinandole con alcuni degli approcci alternativi in cui crede, se ciò è possibile e sicuro.
Inoltre, valutate il supporto psicologico come un'opportunità per sua moglie di affrontare i suoi traumi passati e sentirsi più sicura nel prendere decisioni riguardo alla sua salute e infine per lei stesso per parlare della sua situazione e trovare sollievo emotivo e strumenti per gestire questa complessa dinamica familiare. Non esiti a cercare aiuto per mantenere il suo benessere, poiché solo prendendosi cura di se stesso potrà continuare a sostenere sua moglie nel miglior modo possibile.
Rimango a sua disposizione anche per una consulenza online.
Dott.ssa Carla Trovato
Buonasera, mi dispiace molto per la situazione in cui vi trovate.
Purtroppo queste brutte malattie sono oggi all'ordine del giorno ma forse ce ne rendiamo conto, davvero, solo quando colpiscono una persona a noi cara e di conseguenza tutte le persone vicine. Il primo passo per affrontare gli ostacoli della vita è l'accettazione; è chiaro che sua moglie, sicuramente anche a causa degli eventi traumatici di cui parla, non accetta la malattia, evitando le cure tradizionali e i controlli. Le consiglio di parlare con sua moglie e convincerla a iniziare un percorso con una brava psicologa che possa, in primis, scavare nel passato e risolvere i traumi precedenti e sostenerla nell'affrontare la malattia.
Un caro saluto, Dott.ssa. Giorgia Caputo
Buonasera,
intanto immagino quanta preoccupazione possa vivere e quanta sia la frustrazione nel non poter aiutare sua moglie a seguire una cura ritenuta da lei valida, già solo questo è un compito difficilissimo, oltre che stare vicino a sua moglie malata anche doverla accompagnare in visite per procedure che lei non condivide. Ammiro il suo coraggio e il suo impegno e mi auguro che possiate trovare una cura che spinga sua moglie a stare meglio e che possa "tranquillizzare" lei. La decisione spetta in questa circostanza soltanto a sua moglie, lei può solo cercare di starle vicino precisando però come si sente, e cioè verbalizzando le preoccupazioni che vive vedendola lontana da una cura "tradizionale". Per quanto riguarda il trauma vissuto da sua moglie e il fatto che lei sia di altro paese sono moltissimi gli ospedali che hanno all'interno reparti di psico oncologia e che potrebbero prendere in carico tutta la famiglia. Lei può raccogliere qualche informazione su cure in istituzioni ospedaliere ed offrire a sua moglie il suo punto di vista, senza forzarla in alcun modo nella scelta. Le auguro di trovare un po' di serenità. Se vuole sono a disposizione.
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