Salve a tutti, mi chiamo Antonio e sono un ragazzo di 29 anni. Attualmente, sono un locatario immobi

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Salve a tutti, mi chiamo Antonio e sono un ragazzo di 29 anni. Attualmente, sono un locatario immobiliare e studio per i concorsi. Fin da piccolo, mi sono sempre sentito fuori luogo, inferiore agli altri e con una forte debolezza emotiva, soprattutto nei confronti di insegnanti e compagni di classe più grandi. Dalle medie, iniziai a fare fatica a studiare e la mia carriera scolastica è praticamente morta, senza considerare che era come se qualcosa in me non andasse, poiché mi distraevo sempre a lezione e non ero mai costante nello studio.

Col tempo, durante la mia adolescenza, ho iniziato a sviluppare un forte senso di ansia e demoralizzazione a causa dell'incapacità di essere minimamente "valido" per la società e per la mia famiglia, che mi hanno sempre visto come un tipo strano e svogliato. A causa di ciò, ho sviluppato tratti da disturbo antisociale e oppositivo provocatorio nei confronti di insegnanti e compagni di classe. Inoltre, ho sofferto di comorbidità di depressione maggiore e disturbi d'ansia vari.

Dopo aver ottenuto a stento il diploma, la mia vita è finita in casa come un hikikomori. Solo a 23 anni, grazie alla fede, mi sono convinto ad andare da uno specialista il quale, vedendo i disturbi d'ansia e di depressione, mi ha prescritto paroxetina e xanax. Ero rinato, ma solo in parte. Qualcosa in me non andava. È vero che non avevo più voglia di morire, ero più ottimista verso la vita, ma continuavo a procrastinare compiti considerati noiosi e avevo problemi di concentrazione. In pratica, "stavo bene, ma non troppo".

Un giorno, per caso, ho scritto i sintomi riguardanti problemi di concentrazione e a livello sociale su un sistema AI il quale mi ha suggerito che potrei soffrire da sempre di ADHD. Siccome il mio specialista non si occupava di questo, sono andato in una clinica specializzata a Bolzano dove, oltre a farmi fare una marea di test, radiografie, visite psicologico-cognitive e psichiatriche, mi hanno diagnosticato effettivamente un ADHD di tipo misto, in comorbidità con un umore così basso da essere compatibile con uno stato depressivo unipolare e un disturbo d'ansia che si intrinseca tra la fobia sociale e il Disturbo d'Attenzione e Iperattività Generalizzato (DAG).

Mi è stata prescritta una cura basata su Venlafaxina+ Medikinet e Xanax RP. Il tutto ha funzionato bene, riuscivo a fare molte cose che prima difficilmente avrei fatto e ero molto più motivato verso lo studio per i concorsi e il lavoro. Tuttavia, due anni fa ho perso mio fratello di 24 anni per suicidio a causa di una delusione amorosa. Durante le festività natalizie, a causa di questo lutto mai elaborato e delle nottate passate a fare il vigilante notturno (lavoro stagionale), la depressione ha avuto la meglio ed è da inizio gennaio che praticamente sono a terra. Ho aumentato gli ansiolitici e continuato a usare il Metilfenidato. Tuttavia, quando inizia a calare l'effetto, la depressione diventa molto più forte e, nonostante l'aumento della Venlafaxina, il problema non si è risolto; anzi, è aumentata l'ansia e la depressione a livelli pre-paroxetina.

Ho deciso di parlare con lo psichiatra che mi ha seguito qui, il quale mi ha consigliato di aggiungere Wellbutrin RP e, in aggiunta, mantenere solo un terzo della dose del Medikinet che prendo adesso, mantenere lo Xanax RP, ma sostituire la Venlafaxina con la Paroxetina, che dovrebbe interagire meno con il bupropione.

Mi ha detto che questa cura cambierà la mia vita, solo che ho paura che possa causare problemi e creare contrasti. Cosa mi consigliate di fare? Per voi, la seconda cura è valida? Cordiali saluti e grazie di cuore a chi risponderà.
Buongiorno. Mi dispiace per la sua triste vicenda di vita, lei ha fatto sicuramente sempre tutto il possibile, ma avrebbe dovuto ricevere un aiuto da altri anche prima. Ad esempio, terapie farmacologiche a parte, mai un percorso di cura psicologico? Credo che se questo non è stato fatto, costituisca una grave disattenzione da parte dei miei colleghi, senza peli sulla lingua. E' sempre in tempo! Un caro augurio e saluto

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